sabato 31 gennaio 2015

ESODO BIBLICO

 

Ieri mattina, a seguito di alcune indicazioni vostre sui container, il mio socio ha chiamato uno dei numeri da voi indicato.
Mi pare quello di Dado.
Ovviamente ne sentiremo altri.
Il tipo ci ha fatto il prezzo di 3000 euro piu' 700 cuc per la aduana a La Habana, piu' (aggiungo io) qualche altro centone di cagnotta da dare ai funzionari cubani perche' non si mettano a rompere le palle, spulciando cio' che ci metteremo.
La cosa piu' interessante che il tizio al telefono ha detto al mio amico e' che “oramai siamo di fronte ad un esodo”.
Il fatto di lasciare l'Italia e' stato ampiamente trattato su questo blog, ma trovarsi di fronte ad affermazioni simili e a cifre da esodo biblico sono un'ulteriore argomento di riflessione.
Il tizio diceva che, ogni giorno, partono container per Cuba, inviati da gente che si trasferisce nella maggiore delle Antille in pianta stabile.
Attenzione non parliamo di gente in pensione o con grandi capitali imboscati.
Sta' lasciando il paese, non necessariamente per andare solo a Cuba, gente con 10/20 mila euro nel borsillo e nulla di piu'.
Gente che pur di andarsene mette in discussione la propria vita fin dalle fondamenta.
Resto dell'idea che andarsene definitivamente sia come fare un figlio.
Se ci pensi, lo programmi, aspetti di avere la condizione giusta, il momento perfetto....non lo fai mai.
A un bel momento diventa, andarsene, una decisione di pancia.
Ci si rende conto che questo paese e' finito, cha non ha piu' nulla da darci che stiamo mettendo a repentaglio il nostro stomaco e la nostra salute e, a qul punto, avendo un'appiglio a cui aggrapparsi, da qualche parte del mondo, ci si muove in funzione del grande passo.
Spesso parliamo del fatto che “fino a quando qua' ci sara' un lavoro ecc....” in questo modo si corre il rischio concreto di vedere passare gli anni tenendosi dentro un sogno.
I sogni prima o poi andrebbero realizzati.
L'altro giorno il tg3 raccontava che quasi 500000 pensionati hanno deciso di vivere fuori dal paese, vivere in luoghi dove 1000 euro al mese consentono una vita dignitosa, senza la paura che la rottura di un dente metta a repentaglio il bilancio mensile.
Da noi, se sei proprietario di casa, con quella cifra, sopravvivi sempre nella speranza che non succeda nulla di grave.
A Cuba, se hai casa, con 50 cuc alla settimana una famiglia di 2/4 persone vive decorosamente.
Nulla di straordinario ma molti miei conoscenti vivono con questo budget mangiando carne 2 volte al giorno.
Qua' e' fattibile?
Possiamo uscire da un mercato con 3 cubalse pieni di cibo avendo speso 2 euro?
Quattromila torinesi, nel 2013, se ne sono andati all'estero, la maggior parte di loro sono quarantenni disillusi dal nostro paese, gente partita per cercare una vita piu' dignitosa altrove.
Come biasimarli?
Mattarella presidente...ma vaffanculo!
Nessuno lascia il paese per andare a fare l'amerikano in giro, tanti italiani che conosco, a Tunas, fanno la vita piu' normale di questo mondo.
Qualcuno ha affittato l'alloggio che aveva in Italia e con quei 350/400 euro al mese vive a Cuba, senza troppi fronzoli ma senza neanche grandi rompimenti di coglioni.
La ricerca della felicita' non e' soltanto un diritto ma bensi e' un dovere che tutti abbiamo.
Oramai non e' solo piu' un pensiero ma una scelta programmatica andarsene via, siti che raccontano storie di chi l'ha fatto sono visitatissimi ogni giorno di piu'.
Un esodo bibilico amici miei.

29 commenti:

  1. Ma secondo te si può spedire uno scooter sul container o non te lo lasciano passare in dogana ,magari una volta arrivato te lo fanno pagare di nuovo se si potesse non sarebbe una brutta storia.ciao

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  2. Non a benzina ma elettrico. Ma a questo punto tanto vale comprarlo a Cuba

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  3. Ad andarmene ci sto' pensando seriamente. Stefano

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  4. Dalle 24.00 di oggi non contribuiro' più al mantenimento del sistema italico. Certamente non avendo rendite in qualche maniera dovrò rientrare nel mondo del lavoro.però almeno per ora mi sento libero e felice di non essere. Un sostenitore di questa massa di parassiti che ci governano. P68

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  5. Milco penso che andarsense via con soli 20 mila euro sia una pessima idea, a meno che non si trovi una fonte di reddito nel paese in cui si va...e Cuba non è il paese adatto a fare reddito per mantenersi in quel lato del bloqueo per noi europei....lo abbiamo detto mille volte, Cuba è il paese per andarci da pensionato o con una rendita garantita dall'Italia, altrimenti la fame continua, cambia solo il paese in cui farla, a meno che uno non è disposto a vivere alla cubana, allora è un altro discorso, ma dubito che chi è abituato a un certo tipo di vita, di comodità, ecc, che possa adattarsi a vivere alla cubana, senza difficoltà.

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    1. Non ho detto che sia la cosa piu' saggia da fare, dico solo che sta' accadendo.
      Ti posso assicurare che molti italiani, a Cuba, vivono peggio dei cubani.
      Fidati.

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    2. Esatto, stiamo dicendo la stessa cosa.....ma non capisco il motivo di tale scelta, vivere peggio dei cubani, e per di più a migliaia e migliaia di km dai propri cari....mah!!!

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    3. Ma sai dipende.....oggi ti assicuro che con 50 cuc a settimana mangi carne 2 volte al giorno.
      Se poi devi mantenere la tribu'...e' un'altro discorso.

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  6. Per la spedizione di pacchi a Cuba avete suggerimenti da darmi? Grazie!

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    1. Milco non trovo nulla su google con Gloder...hai l'indirizzo del sito?

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    2. globestar non Gloder...scusami....

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    3. ce ne sono due...
      Globestar e ama cargo cuba......I prezzi si assomigliano molto.
      Globestar usa anke la consenga a domicilio ma ci vogliono 45 gg minimo ed un prezzo aggiuntivo (ovviamene).
      purtroppo il servizio si "ferma" alla dogana di cuba.
      ossia se vi fossero problemi con i pacchi (qualsisasi problema), la cosa diventa complicata se nn addirittura impossibile da risolvere (o meglio basta pagare un sovrapprezzo o multa e tutto si sitema). Non e' mai colpa di nessuno ma chi ha spedito resta per cosi dire "EMBARCAOOOO".
      Fabio

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    4. A oriente facevo arrivare i pacchi a Holguin poi li andavano a prendere.
      In 7 giorni arrivavano

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  7. Siamo al terzo turista nella casa de renta, dopo l'italiano e l'alemanno, ora abbiamo un'israelita.
    Entrare nel giro dei turisti semiti e' ganare alla riffa.
    Vengono spesso a Cuba, pagano bene, sono disciplinati e non rompono le palle.
    Avanti cosi'.

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    1. Ma da quando un Aronne Piperno é diventato largo di manica? Prima di darti un pidocchio gli levano la pelle

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    2. A Tunas la maggior parte di quelli coi caimani nelle tasche hanno il passaporto uguale al nostro. . fidati

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  8. L’Italia non è nemmeno un Paese per vecchi. Oggi i pensionati sono in fuga insieme ai giovani. Per l’Istat sono 473mila gli over 60 che vivono all’estero. Gli ultimi a partire lo fanno soprattutto per motivi economici. Nel nostro Paese un pensionato su due prende meno di mille euro al mese. E così fa le valigie chi non vuole rinunciare allo status di un tempo. Chi altrimenti dovrebbe trasferirsi a casa del figlio per arrivare a fine mese. Chi è deluso dalla politica, dallo sfacelo dell’economia, dalla maleducazione delle persone. Chi è in cerca del benessere, lontano da ansie e stress e possibilmente al caldo. Chi dopo la morte del coniuge non ce la fa più a frequentare i soliti luoghi. Costa Rica, Thailandia, Filippine, Colombia, Brasile e Cuba dove, secondo l’Inps, i pensionati italiani da 20 nel 2010 sono passati a 70 dopo l’apertura delle frontiere a gennaio 2013. E ancora Panama, Canarie, Tunisia, Marocco, Capo Verde, Kenya e Bulgaria sono le mete di ritiro più gettonate nell’ultimo anno. Le nuove terre di residenza dove qualcuno desidera perfino essere seppellito.
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    La gentilezza della Thailandia – “Qui la gente è gentile e ti saluta per strada”, dice Antonio Mammato, 65 anni, che due anni fa ha salutato la costiera amalfitana per trasferirsi a Phuket, in Thailandia (dove vivono 350 pensionati italiani, cioè 200 in più rispetto a tre anni fa). Il senso di sicurezza che avverte per strada lo fa respirare: “Posso lasciare il motorino con il casco nelle zone più affollate e nessuno me lo ruba”. Ingegnere ed ex dipendente comunale: “Ho chiuso lo studio dopo la morte di mia moglie nel 2001. Per ora vivo di risparmi ma sono in attesa della pensione Inpdap, mille euro netti al mese: qui è lo stipendio di un dirigente!”. Antonio vive in un monolocale di fronte all’università, per l’affitto spende cento euro al mese, più 15 euro circa per le bollette, e giura: “La stanza mi serve solo per dormire, il resto del giorno lo passo fuori. Il clima è sempre bello”. E dell’Italia dice: “Sembra un formicaio impazzito. Io non voglio più vivere così”. In Thailandia si può permettere di tutto: “Pago 1,20 euro per un pasto, 2,50 per una camicia e 4/5 per un paio di pantaloni. E 200 euro di tasse all’anno. Ho una bella macchina e vivo nel quartiere più esclusivo dell’isola”. Se fosse rimasto in Italia non avrebbe potuto mantenere lo stile di vita di quando lavorava. Anche la compagnia non gli manca. “Ho tanti amici italiani”.

    Come Giovanni Giurlanda, 62 anni, di Padova, ex impiegato di banca, dal 2006 in Thailandia. “Sono partito perché non sopportavo l’idea di starmene da solo con le mani in mano”, racconta Giovanni, divorziato dal 2002. Cosa fa in Thailandia adesso? “Vivo! Ho scoperto uno stile semplice e più naturale: vado in spiaggia e a pescare quasi tutti i giorni, gli abitanti vivono alla giornata e ti trasmettono molta serenità”. Giovanni prende duemila euro di pensione. Si è comprato una casa dove abita con la sua nuova compagna. “Un altro motivo per cui me ne sono andato dall’Italia è l’arroganza delle persone, la poca serietà dei politici e la situazione che non si smuove. Ero stanco di tutto questo, davvero”.

    Al sole di Tenerife – La signora Elena, toscana di nascita, nella vita precedente faceva la stilista a Milano. Poi tre anni fa ha voltato pagina, a Tenerife. Oggi studia spagnolo e sta all’aria aperta con le amiche. Perché ha fatto le valigie? “Non per soldi. In Italia soffrivo di mal di schiena. Qui mi sono ripresa: il microclima delle Canarie mi aiuta sia fisicamente sia psicologicamente. Poi, mi creda, non ho più potuto assistere al degrado culturale, alle piccole industrie che chiudevano a favore delle grandi catene. Ai governi vergognosi. È stato troppo umiliante”. Quali sono i vantaggi dell’isola? “Il clima, caldo e non piovoso tutto l’anno, e il fatto di essere nell’Unione Europea con un’impostazione da Paese nordico: burocrazia e sanità efficiente, ordine, pulizia, ambiente curato. Mi fa sentire rispettata”. Pensa di rientrare in Italia? “Mai. Neanche nella tomba. Voglio essere seppellita qui”.

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  9. Panama, Costa Rica, Belize: alla ricerca di regimi fiscali agevolati e qualità di vita – “In un anno le richieste di pensionati sono aumentate del 30 per cento – dice Alessandro Castagna, responsabile di Voglioviverecosì, il portale dedicato a chi vuole cambiare vita -. Andalusia e isole Canarie sono le destinazioni più frequenti perché sono abbastanza vicine, fanno parte dell’Unione Europea, godono di un buon sistema sanitario, c’è poca criminalità, burocrazia efficiente e la lingua è facile”. La conferma arriva anche da Massimo Dallaglio di Mollotutto, altro sito web utile per farsi un’idea delle opportunità oltreconfine -. Gli anziani vogliono informarsi sulle mete migliori, sul costo della vita, su come si fa a trasferire residenza e pensione all’estero. Noi abbiamo referenti italiani in loco con cui possiamo metterli in contatto. In generale – precisa Dallaglio – attirano i Paesi con un regime fiscale agevolato, per esempio la Tunisia, dove si sborsa il 25 per cento di tasse sul 20 per cento di reddito. E c’è un accordo che garantisce ai pensionati italiani una copertura medica totale.

    Anche in Costa Rica, dopo un pagamento mensile in base al reddito (massimo cento euro), si ricevono le cure completamente gratis. Mentre in Belize, altra nuova meta di ritiro, i vantaggi fiscali vanno dal rimborso di tutte le spese necessarie per il cambio di residenza, allo sconto del 50 per cento su tutte quelle di soggiorno temporaneo sostenute prima di acquistare o affittare una casa, sulle assicurazioni mediche e i biglietti aerei. E a Panama – aggiunge – per chiunque abbia una pensione governativa o corporativa di almeno 700 euro al mese la residenza è quasi automatica”.

    “In Tunisia vita da re per chi non ha problemi di salute” – Adriano Martelli, 66 anni, ex infermiere, si è rifatto una vita in Tunisia, raggiunta quattro anni fa. Con la sua pensione, da 900 euro, a Torino si era dovuto trovare un secondo lavoro per sopravvivere. “Da quando sono qui ho guadagnato quindici anni. Non ho mai preso un raffreddore, e ho smesso di prendere le pastiglie per gastrite, mal di testa e pressione, non ne ho più bisogno”. Ha scelto questo Stato perché ci abitavano già degli amici. “Alla fine del mese in Italia non mi rimaneva più niente: 400 euro per un monolocale da 30 metri quadri, poi le bollette e le spese per la macchina”.

    A Susa, città turistica tunisina, ha preso in affitto un piano di una casa sul mare: oltre cento metri quadrati, arredato, per 260 euro al mese. E ne spende altri 150 per cibo e detersivi. “Vivo con poco più di 400 euro al mese e faccio una vita da re: ho la donna delle pulizie, otto telefoni cellulari (il prezzo è di circa 20 euro l’uno), una tv, faccio shopping e vado al ristorante almeno due volte alla settimana. Un pasto mi costa circa cinque euro”. Adriano in Tunisia non ha più bisogno dell’auto. “Mi muovo con i pulmini pubblici: si fermano dove vuoi tu, basta alzare la mano. Il biglietto non costa neanche 50 centesimi. Anche i taxi sono economici: un euro per sette chilometri”. Unico neo: la sanità. “Le strutture sono fatiscenti. Consiglio di venire qui soltanto a chi non ha problemi di salute”.

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  10. Nel 2013 l’Inps ha registrato 250 pensionati residenti in Tunisia, quasi cento in più rispetto al 2010. Renato Fortino è socio dell’agenzia “Case in Tunisia”, nata nel 2008, che si occupa di assistere in loco chi è intenzionato a stabilirsi nel Paese (dal permesso di soggiorno al trasferimento della pensione, apertura del conto in banca fino ai corsi di francese e arabo). “Nel 60 per cento dei casi si tratta di pensionati che in Italia prendono dai 500 ai 600 euro al mese, reddito che una volta trasferito in Tunisia è lordo e di questo l’80 per cento è defiscalizzato, mentre la base imponibile è solo sul 20 per cento del rimanente (pari a circa il 6/7 per cento). Questo target cerca case in affitto da 180 a 230 euro al mese, di solito con una camera da letto e salone. Ma non ci sono solo i piccoli pensionati – precisa Fortino – Abbiamo seguito anche ex medici, direttori di banca, imprenditori, dirigenti statali, che qui lievitano il loro potere di acquisto. Ultimamente arrivano italiani di mezza età tagliati fuori dal mercato del lavoro che qui provano a reinventarsi: dal maestro di tennis all’istruttore cinofilo e psicologo”.

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  11. “Addio Lecco, spargete le mie ceneri nel Mar Nero” – La Bulgaria è l’ennesimo Eldorado per anziani: quelli italiani sono 364 contro i 106 di tre anni fa. Franco Luigi Tenca, 66 anni, è uno di questi. Vive nella capitale, Sofia, da ottobre 2009.
    Ex camionista di Mandello del Lario, in provincia di Lecco, separato dal 2005 e in pensione dal 2007 con 1200 euro al mese. È stato intervistato dalle Iene e dopo che il servizio è andato in onda, a gennaio, la sua casella di posta elettronica è stata presa d’assalto: 1600 mail in dieci giorni da parte di pensionati, tutti italiani, di cui il 20 per cento già residente all’estero: “Mi hanno scritto dalle Canarie, Francia, Svizzera, Belgio, Germania, Lituania, Sudafrica, Mauritania, Congo, Brasile, Filippine e New York”, dice Franco, ancora incredulo. Gli hanno chiesto di tutto: “Come si sta, dov’è la Bulgaria, quante tasse ci sono, se c’è l’euro, se è vero che l’assicurazione della macchina costa un terzo (vero), quanto tempo serve per avere il trasferimento della pensione lorda e della residenza”. Risposta: “Dipende da quanto impiega il Comune italiano di residenza a mandarti il certificato di cambio di residenza. A me lo hanno spedito dopo 20 giorni ma c’è chi aspetta anche 5 mesi. Comunque qui nel giro di una settimana l’ufficio immigrazione ti fornisce la tua carta d’identità bulgara. Prima però devi presentare un documento di riconoscimento italiano, un contratto di affitto e un conto corrente in una banca locale, che apri subito con 50 euro. Dopodiché vai in ambasciata per l’iscrizione all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, cioè l’Aire”.

    Nel frattempo Franco è diventato referente per Mollotutto e quasi ogni settimana accoglie gruppi di pensionati che vengono qui per un sopralluogo. “La mia mail è franco.tenca@alice.it. Pubblicatela pure!”. Franco vive con la nuova moglie, una signora bulgara della sua età, in un appartamento in centro di 50 metri quadri, che gli costa al mese 20 euro di affitto: “Mia moglie è inquilina dai tempi del regime comunista e il canone è rimasto uguale”. Altrimenti per un alloggio arredato della stessa superficie si spendono 200 euro. Cinquanta euro in più per 80 metri quadrati. Per le bollette? “40 euro al mese di elettricità e 12 per l’acqua. Qui non c’è il gas, abbiamo il boiler e il piano di cottura elettrico”, spiega Franco. E la spesa? “300 euro al mese per due persone. Anche il fisco non strozza: circa il 18 per cento di tasse e il sei per cento se sei pensionato”. Risultato: “Oggi vivo da nababbo e non più da barbone come in Italia, dove al venti del mese ero costretto ad attingere ai risparmi, che a forza di fare così sarebbero finiti alla svelta”. Svantaggi? “La lingua, ma la gente è cordiale e appena può ti aiuta, mi ricorda gli italiani negli anni ‘60 e ’70”. La Bulgaria è entrata nell’Unione europea nel 2007 ma non ha adottato l’euro: “La moneta è il lev e vale quasi due euro”, risponde Franco alle decine di pensionati che gli continuano a scrivere. Tornerà a Lecco prima o poi? “Assolutamente no. Voglio che le mie ceneri siano gettate nel Mar Nero”.

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  12. Un amico aveva dato in gestione il suo piccolo bar e l'appartamento in cui viveva per trasferirsi armi e bagagli in Brasile Paese della sua compagna e garantirsi quei 1.500 euro per mantenersi oltreoceano. Purtroppo il soggetto che aveva preso sia la casa che l'attività non ha corrisposto la cifra pattuita senza pagare il canone. Così a breve il compaesano rientrerà in Italia per rimediare all' inconveniente. L'ennesima dimostrazione che le chiacchiere lasciano il tempo che trovano. P68

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  13. Infatti sr l'Inps non va in default solo i pensionati potranno godersi il sole senza rampiccarsi il cervello.P68

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  14. A Cuba, senza grandi pretese, con una piccola rendita si può tranquillamente vivere

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  15. Buongiorno,
    mi chiamo Marco, tutti i pensieri espressi in questo blog per quanto riguarda la condizione Italica sono da me condivisi in alcuni casi anche con piu durezza...
    Mi sono felicemente separato adesso ho una compagna Cubana
    che ad aprile mi darà una bimba.
    Ho una casa di proprietà, ho fatto 100 lavori ho 47 anni alla penione ancora manca un po......ma voglio andarmene VIA..cuba sarei leggermente avvantaggiato dal fatto, padre di bimba cubana dovrei prendere la residenza permanente, di risposarmi ancora non se ne parla...Avere una casa una attività in Italia e come avere un socio che non partecipa
    a nulla delle spese e del lavoro ma a fine mese ti prende la meta del guadagno....vorrei comprarmi una casa a Cuba e intraprendere una nuova attività per cambiare vita del tutto.
    Premetto che non sono mai stato a Cuba, leggendo voi sto imparando qualcosa. oltre a quello che mi dice la mia compagna, a settembre ci andro' anche per il disbrigo dei
    documenti della bambina e anche dei miei visto che voglio
    prendere la residenza, anche per farmi un giro a vedere come
    girano le cose e come dice la mia compagna devo vedere con i miei occhi.Staro' vicino a Las Tunas , Bartolome Maso quindi
    non tanto lontano passero' a trovarvi alla casa del Grande Torino.
    Avevo pensato ad alcune cose da fare, un consiglio da te
    magari in privato per andare sui dettagli.
    Ti ringrazio anticipatamente sulla tua sicura disponibilita
    e sui tuoi scritti che mi hanno fatto conoscere tante cose
    della Isla.
    Marco Tufano
    mar.tufano196@gmail.com

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