Come e' noto per chi segue
il blog, quando sono a Cuba, non smetto di allenarmi, l'eta' ( di
quasi pensionato...ahahaha) non me lo consente.
Certo l'intensita' e'
differente rispetto a qua' pero'...barcollo ma non mollo.
Da anni alterno corse al
mattino in giro per la citta', a giri nel pomeriggio nella pista
d'atletica.
Tre volte ogni settimana tocca alla palestra.
Tre volte ogni settimana tocca alla palestra.
La pista e' in realta' una
gettata di catramaccio, ma e' quello che c'e' e bisogna farsela
andare bene.
Durante la mattinata e'
frequentata dalle scolaresche, mentre al pomeriggio si allenano gli
atleti veri.
In pratica l'e' pien de
negher.
Noi, atleti da dopolavoro
ferroviario, possiamo accedere verso le 17.30, quando molti di loro
finiscono, mescoliandoci con quelli che continuano ad allenarsi.
Fra l'altro ci sono anche
i pugili, tirano ghisa su attrezzi da fare impallidire quelli, in
carcere, su cui si allenava Stallone in Sorvegliato Speciale.
Anche in queste mie corse
pomeridiane ho notato segni dei tempi che cambiano a Cuba.
Anni fa di cubani non
vedevi neanche l'ombra.
Correvo io, unico yuma e
studenti latinoamericani della facolta' di medicina di Las Tunas.
Molti peruviani, con la
loro faccia sulla quale sembra sia passato un tir con rimorchio.
Il sabato arrivavano in
massa e giocavano a calcio, all'interno della pista c'e' il campo su
cui si allena l'equipe di Tunas in settimana.
Spesso giocavo con loro
piazzandomi, da antico centromediano metodista, davanti alla difesa a
dirigere il traffico.
Oggi, dopo le 17.30 ci
sono almeno 20 persone che corrono, quando non di piu', quasi tutti
sono cubani/e.
Sia uomini che donne di
tutte le eta' che cercano di tirare giu' la gordura ansimando sul
catramato.
Sono segni dei tempi che
cambiano, perche' uno pensa ai bisogni secondari quando sono
soddisfatti quelli primari.
Se non hai da magna', e'
difficile che ci sia qualcosa da smaltire o adipe da tirare giu'.
Pero' di correre por la
calle non se ne parla proprio.
I soli cubani che ho
visto, negli anni, correre al di fuori di strutture apposite, li ho
visti a La Habana, sul Malecon.
Quando sono nella
capitale, la corsetta su una delle piu' belle location del mondo, non
me la perdo di certo.
Al di fuori di questa
situazione non ho mai visto un cubano, che non sia un'atleta in eta'
scolastica, correre por la calle.
Ho parlato con molti di
loro sul perche' di questa situazione, la risposta e' sempre stata la
stessa.
“Me da pena”.
Il cubano e la cubana si
vergognano di farsi vedere in giro per la citta' correndo e
sbuffando.
Non so bene di cosa
possano vergognarsi, forse che la gente del barrio veda e faccia
partire l'immancabile comentario.
Non capisco perche'.
La gordura e' esposta al
sole e vedere la gente cercare di risolvere il problema dovrebbe
essere una cosa positiva.
Il cubano considera poco
dignitosa questa attivita', non ama rendere pubblico un qualcosa che
vorrebbe rimanesse circoscritto nella sfera privata.
La cosa divertente e' che
il cubano “tiene pena” di farsi vedere correre, ma non tiene pena
per null'altro.
Chiedere ed inculare
soldi, scroccare cene e pranzi, ficcare il naso in frigoriferi non
suoi spazzolando tutto cio' che trova, sparlare di tutto e tutti ecc
ecc.
Ovviamente, manco a dirlo,
senza generalizzare, perche molti non sono cosi', pero' il “dare
pena” e' una di quelle cose su cui il cubano medio, sopratutto in
presenza di culi bianchi, non si e' mai posto problemi.
C'e' da dire che anche in
Italia, percentualmente rispetto al resto d'Europa, le persone che
fanno sport all'aria aperta sono molte meno.
E' una questione di
cultura alimentare e di stile di vita, cose in cui anche da queste
parti siamo molto carenti.
Sicuramente le cose
cambieranno anche a Cuba, lo sport non scolastico sta' prendendo
sempre piu' piede e, forse, e' solo questione di tempo.
Prima poi vedremo
buzziconi/e cubani/e ansimare sotto un solleone nelle vie delle piu'
grandi citta' dell'isola.
Al campo...la vedo piu'
dura...
Foto dal web.
Cubani che si vergognano ne conosco pochi. Stefano
RispondiEliminaCi sono. . Ci sono. . .
EliminaMia esperienza personale.
RispondiEliminaQuest'anno tre mie amiche di mezz'età (lavoratrici del policlinico locale) con i loro bei culoni al seguito, marciavano ad andatura semispedita in tuta por la calle verso sera.
Non ti dico gli incitamenti e le risate delle siure affacciate dai balconi degli edifici.
Da pisciarsi addosso.
Simone
Proprio per questo non vogliono correre in strada
EliminaHanno da smaltire eccome, non è cibo, ma todo el ron che tomano fa ingrassare, e anche di brutto, oltre a distruggere il fegato, per non parlare di tutte le porcherie fritte che vendono por la calle.
RispondiEliminaInfatti stanno finalmente iniziando a fare sport.
RispondiEliminaC'è una quantità di culos cochinos femminili a Cuba che manco negli States , patria del fritto e del cibo spazzatura .
RispondiEliminaHo quasi la sensazione che ai maschi cubani , a differenza nostra , la cosa non dispiaccia troppo...ma magari sbaglio....
Non sbagli
RispondiEliminaUna che per noi è irrimediabilmente grassa per loro è . . .rica. . .
Come d'altra parte era nell'Italia degli anni '50/'60...le donne magre erano equiparate a "malate", chi era in carne era bella ed appetibile. L'opulenza va di pari passo con i cambiamenti nei canoni estetici.
EliminaL.
Ecco....io sarei rimasto su quei canoni li'....
EliminaDAL WEB
RispondiEliminaSarà la mia trentesima maratona, giusto per fare cifra tonda. Sarà una continua scoperta e la conquista del traguardo avrà sempre quel sapore unico: una gioia che ti esplode da dentro dopo aver sudato e faticato metro dopo metro per 42 lunghissimi chilometri e 195 metri di infinita felicità pura.
Assolutamente particolare perché la vivrò dall’altra parte del mondo, per la prima volta per me, alla scoperta dell’isla bonita, la hermosa Cuba.
La 27^ Marabana di l’Havana si disputerà il prossimo 17 novembre e io sarò lì, insieme a un gruppo di sportivi italiani, per vivere le emozioni di questa grande festa dello sport.
E’ successo tutto poche settimane fa, la telefonata della mia cara amica Gabriella che insieme a Felix, sono l’anima e core pulsante dell’Associazione “Al Son del Caiman”; una proposta che ho sentito subito mia, la possibilità di condividere e far crescere un progetto ambizioso e affascinante, fusione di sport, cultura e solidarietà.
Io e Gabriella siamo cresciuti negli ultimi quindici anni condividendo la passione e lavorando sodo per il nostro amato triathlon, tra gioie e dolori. Ora abbiamo scelto di continuare insieme il nostro cammino per aprire nuovi orizzonti sportivi.
Anche in questo caso dando fondo a tutta la nostra voglia di metterci in gioco, sotto tutti i punti di vista, tenendoci però sempre ben saldi alle nostre radici, che affondano in un terreno particolarmente fertile.
Sono onorato di poter essere parte del progetto di Al Son del Caiman, di mettermi in gioco insieme con Gabriella e Felix, con la nostra professionalità, determinazione e grinta.
Spinti, oltre che dalla convinzione della bontà di questo progetto, in particolare da quello che ci portiamo nel cuore: il grande sorriso di un caro amico e un inchino olimpionico che unisce e celebra l’amore per lo sport e per la vita.
Questo sarà il primo di una serie di articoli che racconteranno la mia esperienza cubana, “CORRERE dalla Marabana al Cuba Resort: una filosofia di vita!“.
Un diario in cui vi racconterò i volti delle persone che incontrerò, dei colori che vedrò, dei suoni che ascolterò, delle emozioni che vivrò, giorno dopo giorno, nella Isla Bonita.
Per tutte le informazioni sulla Marabana e sull’originale progetto culturale e sportivo di Al Son del Caiman, vi invito a visitare la pagina ufficiale, dove potrete trovare anche una guida dettagliata dell’evento:
www.alsondelcaiman.com/it/marabana.html
A presto, sempre a tutta!
Dario ‘daddo’ Nardone
Al Son del Caiman ha acceso il motore della sua macchina organizzativa ed in partenza venerdì 1 novembre in un tour pre-gara attraverso cui farà entrare tutti nel vivo dei suoi progetti raccontandoli attraverso lo strumento di un diario di viaggio affinché tutti possano vivere passo per passo una realtà che sta per cominciare. Parole ed immagini raccolte da ciascuno di noi che, insieme a tutti coloro che decidono di unirsi lungo la strada al gruppo entra a far parte di AL SON DEL CAIMAN con la sua prossima pubblicazione “Il viaggio, gli amici e la strada” (dicembre 2013).
A Guanabo ho acquistato da un allenatore un paio di tute sportive della nazionale cubana. Mi ha detto quello che me le ha vendute che sono gli stessi deportisti stessi che le se ne privano per racimolare qualche soldo. Infatti sono originali dell'Adidas e una é perfino Ferrara perché destinata agli atleti impegnati nelle Olimpiadi a Pechino, e li si sa il clima es mas frio.P68
RispondiEliminaDella Nazionale
RispondiEliminaHo un borsone, tre magliette, due tute intere, una felpa, uno zainetto, due canottiere e un k Way compreso di Panta vento
Ad ogni viaggio da qualche atleta compro sempre qualcosa. Sono che sono sempre interessato e vengono loro a cercarmi
Volevo dire sanno e non sono.
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