Chi segue il blog con una
certa costanza (bonta' sua...), ricordera' che non ho mai avuto alcun
problema a raccontare che, per anni, ho lasciato un posticino nella
maleta per capi di abbigliamento da vendere a Cuba.
Diciamo che mi sono sempre
pagato lo scooter in questo modo, a volte anche qualcos'altro.
In realta' personalmente
non ho mai venduto neanche un blumer, mezzora dopo il mio
insediamento nella casa de renta di turno, arrivava il compratore, si
portava via tutto, pagando cash e chao pescao.
Da alcuni viaggi ho
abbandonato questa pratica, un po' perche' lo spazio in valigia mi
serve per portare giu' cose per la casa, ma anche perche' con il
discorso del pagare “a plazo” la cosa si era fatta un po'
complicata.
Non che pagassero a plazo
a me, ma il compratore aveva difficolta' a piazzare la mercanzia nei
tempi giusti.
Il pagamento a plazo,
cioe' a rate, ha sputtanato questo negocio rendendolo difficoltoso e,
a volte, poco redditizio.
La suegra, con l'aiuto
della fanciulla si e' dedicata a questo negocio per alcuni anni, deve
ancora prendere oltre mille cuc sparsi fra gente che doveva pagare a
plazo e che, per una ragione o per l'altra, non lo ha fatto.
Ogni tanto entra qualche
antico pagamento, ma hanno comunque abbandonato questa attivita'
definitivamente, anche dietro mio consiglio.
Oggi, anche chi ha i 40
cuc per un paio di jeans da donna elasticizzati, preferisce pagarne 5
in piu' ma tenersi il grano in tasca, pagando l'articolo in 3 comode
rate mensili.
Una delle ragioni di
questa tendenza, e' stata l'invasione di prodotti e capi di
abbigliamento che ha coinvolto l'isola da parte di chi utilizza le
mule per fare entrare il tutto nel paese.
Questo malgrado le nuove
leggi restrittive in materia di importazione, emanate proprio per
cercare di risolvere questa situazione.
Situazione fuori controllo
da parte delle autorita' e che non porta all'erario un peso che sia
un peso.
Il discorso delle mule e'
piuttosto semplice.
Solitamente il negocio e'
messo in piedi da 2 persone, una fuori dal paese e una (cubana o no)
dentro il paese.
Chi e' fuori fornisce la
merce, chi e' dentro la riceve e la vende.
La mula ha il compito di
andare a prendere, fisicamente, la mercanzia nel paese del venditore
portandola a Cuba.
Faccio un esempio
concreto.
La madre di un mio amico,
grazie al discorso degli antecedenti, e' in possesso di un passaporto
spagnolo, anche se in Spagna non ha e non conosce nessuno.
E' stata “ingaggiata”
come mula per andare in Peru', uno dei punti di partenza di questo
negocio, insieme ad Equador e, in misura minore, Panama.
E' partita col volo
pagato, ha soggiornato a casa del “basista” in loco, si e'
caricata di valigie di mercanzia, e' rientrata a Cuba 3 giorni dopo
con tutto l'ambaradan che ha consegnato al socio peruviano (studente)
a Las Tunas.
A lei hanno, dato per il
disturbo, 150 cuc, piu' la possibilita' di portare, da vendere per
se, la mercanzia trasportabile nel bagaglio a mano.
Per lei era la prima
uscita dal paese, ha guadagnato qualcosa, si e' rivenduta la
mercanzia guadagnando qualcos'altro ed e' stata piu' che contenta
cosi'.
A Tunas tutta questa
mercanzia viene venduta per strada, ma la si puo' trovare anche nei
chioschetti che si vedono durante el carnaval e che, alla luce del
sole, espongono questi prodotti.
Non so se la policia in
questo caso chiuda un'occhio o tutti e due, magari riceve
qualche....stimolo per farlo.
Mi dicono che cio' che
arriva da Equador e Peru' sia di bassa qualita', mentre la mercanzia
che arriva da Panama sia migliore anche se piu' cara.
Fra l'altro dall'altra
parte del canale, rispetto a Panama City, c'e' una zona franca dove
alcuni paisa' vanno a comperare i motorini elettrici che poi
rivendono a Cuba.
Ma questo e' un'altro tipo
di negocio.
Alla fine della fiera,
contrariamente a cio' che avviene per i voli, quando l'offerta e'
maggiore della richiesta i prezzi scendono.
Motivo in piu'
per....lasciare fare a loro