sabato 28 marzo 2015

MACEDONIA

 

Questa mattina (finalmente...Primavera) sono stato protagonista della solita, pietosa scena dell'alzarmi dal letto “a strati” dopo la partita dei Villans di ieri sera.
Gran bella sfida a otto coi ragazzi, persa 7-5 quando a 20 minuti dalla fine si vinceva 4-1...
35 anni di differenza vorranno pure dire qualcosa.
Nel nostro prudentissimo 3-3-1 sto' facendo la punta centrale, ruolo che non amo e, essendo fatto tutto di scatti, che mette a rischio la mia precaria incolumita' rispetto a quello classico di metronomo davanti alla difesa.
Sono pero' il meno lento dei 50 enni e vedo la porta, ieri 4 gol di cui 2 di ottima fattura, quindi la scelta e' obbligata.
Di solito uno parte davanti e con gli anni arretra...io ho fatto il contrario.
Comunque gran bella partita, si e' perso e girano sempre le palle ma quando ti diverti, e dopo mangi bene, sei contento lo stesso.
Bisogna godere a pieno delle piccole gioie quotidiane altrimenti siamo fritti.
La fotografia a testa del post mostra una gru che toglie la scritta Isef dall'edificio che, per quasi 70 anni l'ha ospitata.
In realta' l'Istituto superiore di educazione fisica non esiste piu' da oltre 15 anni, sostituito da un inutile corso di laurea aperto a tutti, in perdita, e che ci ritroviamo, con le tasse, tutti sul groppone.
Ora anche il SUISM ha cambiato sede.
Togliere quella scritta e' stato un po' come violentare un mio luogo della memoria.
Ai quei tempi l'Isef era davvero una scuola d'elite, limite di accesso ai 28 anni, concorso con cui entravano 120 maschi e altrettante femmine, le domande al concorso erano, solitamente 10 volte maggiori.
Ci voleva un calcio in culo e un presente sportivo.
Era una via di mezzo fra la continuazione delle superiori e un college americano.
Un corso di 30 studenti, all'epoca maschi e femmine erano divisi.
Lezioni pratiche, dure, al mattino e pomeriggi con lezioni teoriche facoltative.
Nel mio corso su 30 almeno una ventina erano nel giro delle nazionali dei vari sport.
Io venivo dalla nazionale militare di Judo ed ero in rappresentativa piemontese, ed ero uno dei meno titolati...
Metodo di studio in stile ventennio, un mazzo cosi' sulle lezioni pratiche, molto meno su quelle teoriche.
Le mitiche feste dell'Isef alla discoteca Big, le settimane di vela d'altura e di windsurf, la settimana bianca, tanta ma tanta figa disponibile.....che tempi gente!
Togliere la scritta da quell'edificio storico e' stato un brutto vedere, questo paese davvero sta' smarrendo la propria memoria.
Ieri, a seguito del forte vento, la Tim, qua' in valle e' saltata per aria....
Ore senza connessione ne' la possibilita' di chiamare o ricevere, quando verso le 16 sono sceso a Torino sono rientrato nella civilta'.
E' incredibile come anche uno come me, cresciuto prima di tutte queste menate, fatichi a viverci senza.
Per fortuna, a Cuba, spengo tutto e lascio attiva solo la linea cubana...ma durera' questa pace?
Concludo con la disgrazia del pilota che ha trascinato, nella sua folle depressione, 150 persone a guardare le margherite dalla parte della radice.
Pare che il tipo fosse ancora fuori di melone, questa e' la dimostrazione che anche una compagnia come quella dei crucchi puo' fare cazzate.
Faccio almeno 4 viaggi in aereo l'anno cosi' come molti di voi, potevamo tranquillamente esserci noi su quell'aereo, avrebbe potuto essere un Condor, uno di quelli che utilizziamo spesso per raggiungere l'oriente cubano.
A volte vivere o morire dipende da piccoli episodi, dal trovare o meno posto su quello specifico volo.
Mi verrebbe da dire che era la loro ora, ma morire per un pazzo non e' una cosa che dovremo vedere, non in quel modo.
Riferendomi al pilota, quando dico che ogni testa e' un piccolo mondo mi sa che ho proprio ragione.

13 commenti:

  1. El Loco vedo che non molli.

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  2. Alcuni siti esteri ieri scrivevano che il pilota si era convertito all'Islam durante i 6 mesi di assenza dal lavoro....credo che quando arriva il tuo momento arriva, non c'entra l'aereo, la nave, la macchina, puoi anche cadere da una sedia,dalle scale,dal letto, e rimanerci.

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    1. Valter va bene decidere che e' la TUA ora ma non puoi decidere che sia anche quelle di altre 150 persone

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    2. No no Milco ci mancherebbe, non mi riferivo alla tragedia, per carità!!!! Mi riferivo un po al fato in generale...soprattutto alle prime reazioni dove molti media davano la colpa alla NON sicurezza degli aerei.

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    3. Come dice Gramellini anche i tedeschi possono sbagliarsi.

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  3. Se una piccola lezione si può trarre dalla tragedia innescata dal pilota kamikaze è la precarietà di certi pregiudizi sedimentati nei secoli. Col passare delle ore emerge un quadro di superficialità e approssimazione assai poco tedesco. Andreas Lubitz era andato al lavoro stracciando un certificato di malattia, e questo rientra ancora nel luogo comune che immagina un italiano fare esattamente il contrario. Ma com’è possibile che l’ospedale universitario di Duesseldorf, che lo aveva in cura da mesi, non avesse sentito il dovere di cautelarsi inviando alla compagnia aerea una copia del documento che gli impediva di volare? La privacy, dicono. Ma la privacy smette di essere la priorità, quando riguarda un uomo che ha in mano il destino di vite che non sono la sua. Per quanto, secondo i giornali tedeschi, Lufthansa qualcosa sapeva. Sapeva che nel 2009 una crisi depressiva aveva reso Lubitz «parzialmente inadatto al volo». Ma cosa significa «parzialmente»? Che poteva volare solo nei giorni dispari o con la mano destra?



    Dalle prime ricostruzioni della tragedia affiora una trama fitta di smagliature: informazioni mancanti, negate, sottovalutate. Adesso si invocano regole nuove, ma come sempre sarebbe bastato rispettare quelle esistenti. O forse non sarebbe bastato comunque. Visto dall’Italia, patria del fatalismo, il dramma che ha colpito un popolo noto per la sua rigidità alimenta la sensazione che alla fine siamo tutti umani, e che lo siamo allo stesso modo: imperfetto e irrazionale. Costretti a convivere, e talvolta purtroppo a conmorire, con i nostri limiti e le nostre miserie.

    MASSIMO GRAMELLINI

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    1. Lufthansa aveva stilato dei documenti riservati ai loro dipendenti una specie di vademecum su come comportarsi e cosa dire in caso di caduta di un aereo, e ti lascio immaginare le porcate scritte in quelle 171 pagine.

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    2. Guarda ho sempre pensato che in caso di .....problemi tutte le cazzate che raccontano le hostess prima di partire non serviranno a nulla.
      Saranno secondi di panico e poi piu' il nulla.

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  4. Un anno di libertà vigilata e una multa di 7.000 dollari. È questa la condanna inflitta a Edmond Alexandre, un sessantenne haitiano residente a Parigi, che nell’agosto scorso aggredì uno steward su un volo della American Airlines fra Miami e Parigi. Alexandre aveva litigato con la passeggera seduta davanti a lui a causa del sedile reclinato. La lite era poi degenerata nell’aggressione a uno steward, che aveva cercato di porre fine al diverbio tra i due.
    L’aereo dovette deviare rotta e atterrare a Boston dove l’uomo venne arrestato. Il volo riprese dopo 4 ore. Alexandre se l’è cavata con poco perché l’aggressione allo steward e l’interruzione del volo sono reati gravi.
    Detto questo, a volte viene da chiedersi perché le compagnie aeree prevedano a bordo i sedili reclinabili, con tutto il fastidio che creano. Certo, se uno si vuole riposare sta più comodo col sedile abbassato, ma la scomodità che infligge a chi sta dietro è al limite del tollerabile se si vola in classe economica, e in particolare nelle classi economiche di certe compagnie e sui voli a lungo raggio. Ultimamente ci sono state manifestazioni di insofferenza sfociate in liti furibonde finite sui giornali. Arrestare i passeggeri e fare atterrare gli aerei fuori programma tampona le falle del sistema, ma forse le compagnie dovrebbero interrogarsi se non è il sistema che deve essere ripensato.

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  5. Aprueban nuevas tarifas para llamadas internacionales.

    El minuto desde teléfonos fijos del sector residencial y desde teléfonos públicos valdrá 1 CUC
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    René Tamayo
    internac@juventudrebelde.cu
    27 de Marzo del 2015 16:59:03 CDT
    Una reducción en las tarifas de las llamadas telefónicas de larga distancia internacional fue anunciada este viernes; beneficiará a las llamadas originadas desde teléfonos fijos pertenecientes al sector residencial, desde teléfonos públicos y desde móviles celulares del sistema prepago.
    El minuto desde teléfonos fijos del sector residencial y desde teléfonos públicos valdrá 1,00 CUC para todas las regiones del mundo, según se establece en la Resolución No. 31 de 2015 del Ministerio de Comunicaciones (MIC), la cual puede consultarse en la Gaceta Oficial No. 12 Ordinaria, de 27 de marzo de 2015 (versión digital en www.gacetaoficial.cu).
    Independiente de las promociones que ha estado aplicando Etecsa, el MIC hace firme, en lo sucesivo, que desde teléfonos móviles celulares prepago el minuto de llamada a América del Norte, América Central y América del Sur (excepto Venezuela) se cotizará a 1,10 CUC, mientras que para la República Bolivariana será de 1,00 CUC. Para el resto del mundo costará 1,20 CUC. El envío de SMS internacional será de 0,60 CUC.
    Según se consigna, la disminución de los precios fue una propuesta de la Empresa de Telecomunicaciones de Cuba S.A. (Etecsa) al MIC, organismo de la Administración Central del Estado designado para aprobar «las tarifas de los servicios de telecomunicaciones internacionales y de itinerancia».
    La Resolución No. 31, firmada el 16 de febrero pasado, también encargó a Etecsa para que en el plazo de un año a partir de la entrada en vigor de esta disposición, envíe a la entidad correspondiente propuestas de nuevas tarifas para el servicio a los teléfonos fijos pertenecientes a personas jurídicas y a la red de telefonía móvil celular pospago.
    Esta propuesta derivará —explica la normativa— de la estimación sobre los resultados de la aplicación de las nuevas tarifas que ahora se pondrán en marcha.
    Etecsa también deberá presentar en el plazo de un año nuevas tarifas para «los servicios de itinerancia móvil internacional (roaming), a usuarios nacionales cuando se encuentran en el exterior, en la red de otro operador, con tarifas más orientadas a los costos que las actuales».

    http://www.juventudrebelde.cu/cuba/2015-03-27/reducen-precios-a-llamadas-telefonicas-internacionales/

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  6. Ogni diminuzione dei costi e' benedetta....

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  7. L’aveva detto, a una sua ex ragazza: «Un giorno tutti conosceranno il mio nome». Andreas Lubitz, il copilota che ha precipitato nella morte 149 vittime innocenti, era ossessionato dalla fine del suo sogno di bambino. Un’ossessione che lo ha logorato, scavato dall’interno, lasciando un buco che nemmeno i medicinali e le cure di neurologi e psichiatri, tenute nascoste al suo datore di lavoro, hanno potuto riempire. Secondo il “New York Times” aveva anche problemi agli occhi e secondo fonti vicine agli inquirenti francesi «aveva già perso il 30% delle vista». Probabilmente avrebbe perso il lavoro in cabina di pilotaggio a breve: le sue condizioni di salute stavano diventando inconciliabili con il ruolo e l’imminente verifica dell’idoneità al volo, a giugno, potrebbe aver contribuito a far precipitare le cose. Così, sembra sempre più evidente, ha provato a fermare il tempo in un gesto folle.
    Era arrabbiato con il sistema, Lubitz: «Troppo poco denaro, paura per il contratto, troppa pressione», racconta la sua ex fidanzata 26enne intervistata dal tabloid Bild. Secondo lei ha fatto quel che ha fatto «perché si è reso conto che a causa dei suoi problemi di salute il suo grande sogno di lavorare per Lufthansa, di un lavoro come capitano e come pilota di voli a lungo raggio sarebbe stato praticamente impossibile».
    A sentire la sua ex, il 27enne non era affatto un mostro. Privatamente, anzi, emerge l’immagine di un uomo gentile: «Durante i voli era una persona carina e aperta. Privatamente era molto tenero, un uomo che aveva bisogno d’amore. Era una brava persona, in grado di essere tanto dolce. Mi regalava fiori», racconta sotto anonimato la ragazza. Poi il quadro cambia: «Abbiamo parlato sempre molto anche di lavoro e in quei frangenti era un’altra persona. Si arrabbiava per le condizioni in cui dovevamo lavorare. Troppo poco denaro, paura per il contratto, troppa pressione».
    Secondo la giovane, Lubitz aveva in mente per questo un gesto eclatante: «Da quando ho sentito del disastro mi torna sempre in mente una frase che ha detto. “Un giorno farò qualcosa che cambierà l’intero sistema e tutti allora conosceranno il mio nome e se lo ricorderanno”. Non ho mai capito cosa intendesse, ma ora ha un senso...». «Mi sono separata da lui perché diventava sempre più chiaro che aveva dei problemi. Nelle conversazioni a un certo punto perdeva il controllo e mi urlava contro. Avevo paura. Una volta si è persino chiuso in bagno per un lungo periodo». «Una notte si è svegliato e urlava “Precipitiamo”: aveva avuto un incubo. Ma poteva nascondere bene agli altri quel che gli stava accadendo».
    Durante le perquisizioni nelle abitazioni a disposizione di Lubitz, a Dusseldorf e Montabaur, è stata trovata una grande quantità di medicinali per il trattamento di una «malattia psicosomatica». Il copilota soffriva di una «forte sindrome da stress soggettiva» ed era gravemente depresso, hanno rivelato al Welt am Sonntag fonti della polizia: «Emerge dalle sue note personali, che il pilota ha raccolto e messo da parte». Non sono invece state trovate prove di dipendenza da droghe o alcol, ma «il 27enne è stato curato da diversi neurologi e psichiatri».

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