sabato 7 marzo 2015

QUEL MALEDETTO ULTIMO SECONDO

 

Come ricordo sempre ai lettori del blog, nel fine settimana, mi piace lasciare un po' tranquilla Cuba per dedicarmi a raccontare storie diverse oltre che seguire seguire lo sport.
Anche perche', su Cuba, mi serviranno argomenti fino a meta' settembre e...occorre ahorrare le forze.
Ricordo anche che potete seguire il blog dal movil con l'app BLOGGER.
Ieri sera e' stata la mia prima partita di calcio coi Villans del 2015, avevo saltato le altre perche' ero a Cuba o in giro per lavoro.
Diramando le convocazioni, a inizio settimana, mi sono reso conto che c'era un discreto numero di marcanti visita.
Assenze giustificate da lavoro o impegni, ad ogni modo il campo a 8 non lo si riempiva.
Cosi' abbiamo modificato la prenotazione e abbiamo giocato in quello a 5.
Opinione personale; mentre il calcio a 11 o a 8 e' sport da uomini, il calcio a 5 e' roba da finocchi.
Campo piccolo, niente teakle, niente lanci, non si mena....roba da ciglie finte e carro del gay pride.
Abbiamo diviso le squadra schierando antichi bucanieri contro giovani virgulti, come ogni tanto capita.
Dal punto di vista anagrafico loro schieravano 2 sedicenni, due di 17 anni e uno da poco giunto alla maggiore eta'.
Noi abbiamo schierato i “giovani”, tre 51 enni fra porta e difesa, mentre nel mezzo e avanti eravamo una bella coppia di 53 enni.
Come scrivevo ieri mi sono presentato carico di gloria e...acciacchi.
Per fare buon peso c'e' da dire che forse solo lo squash ha una pericolosita' maggiore, per gli usurati muscoli, del calcio a 5.
Sport fatto tutto di scatti, fermate, cambi di direzione, tiri, pallonate addosso ecc.
Essendo un sport fatto di scatti si fatica a rompere il fiato, anche se sei discretamente allenato.
Comunque giochiamo un brutto primo tempo e ci troviamo sotto 4-2 senza neanche accorgercene.
In porta, da 33 anni, abbiamo un fenomeno 51 enne.
Mai giocato in nessuna squadra, mai fatto un allenamento da portiere in vita sua eppure, ancora oggi, e' un gatto.
Bene, ieri sera il gatto si era trasformato in una sorta di citofono.
Bastava suonare e lui apriva.
Nel calcio a 5 il portiere vale mezza squadra....
Giocavo davanti, non mi piace, su quel campo da gnomi, giocare nel mezzo, nel mio ruolo di sempre.
Nel primo tempo avevo fatto un gol, abbastanza casuale, ma anche arrancato e sbuffato come una ciminiera, nell'attesa che arrivasse l'agognato fiato.
Giochiamo un gran secondo tempo, ne butto dentro 4 e a 3 minuti dalla fine siamo sopra 7-6.
Prendiamo il 7-7 sull'ennesima dormita del nostro bucaniere in porta, subito dopo prendo un palo e' all'ultimo secondo, l'ultimo maledetto attimo di gioco, proprio mentre suona la sirena che avvisa della fine dell'ora di prenotazione, prendiamo il gol che consegna la vittoria ai ragazzi 8-7.
In realta' eravamo in trincea da almeno 5 minuti, sinceramente non ne avevamo piu', loro correvano come folli e noi avevamo avuto gia' un paio di volte l'apparizione di Santa Rita da Cascia seduta sulla traversa....
Nello spogliatoio c'era da un lato l'orgoglio di aver tenuto testa ai ragazzi, che fanno un campionato ad otto, fino all'ultimo secondo ma dall'altro giravano le palle per aver perso proprio alla fine.
Cena al solito locale, da alcuni venerdi c'e' un gruppo che fa' Karaoke, ad altissimo livello.
L'organizzatore sta' preparando una serata in piazza, a Venaria, per luglio, davvero ieri sera c'era gente che cantava da urlo.
Oddio, mangiando farebbe anche piacere parlare e riuscire a sentirci, ma devo dire che la musica mette sempre allegria.
C'erano anche un paio di gnocche discrete, nulla di che, ma in tempo di guerra ogni buca e' trincea.
Ovviamente, fra vino e ron, sono rientrato quassu' tramite percorsi alternativi, se mi fermava la pula la patente l'avrebbero restituita ai miei nipoti.
Questa mattina, solita pietosa scena dello scendere dal letto a tappe per la somma di acciacchi che, vigliaccamente, oramai mi piomba addosso dopo una partita.
Concludo il post con lo scritto di Gramellini di oggi, da urlo e...brividi.

Mia compagna adorata, l’immagine della malata terminale olandese che chiede di visitare la mostra di Rembrandt mi ha allargato il cuore. Ma quella del malato terminale belga che chiede di portare la figlia alla partita del Bruges me lo ha straziato. Credimi, cara, ho ammirato anch’io la scelta della signora. Però è nel tifoso ossessivo che mi sono identificato. In questa foto vedo tre bambini, e il più piccolo è l’adulto che prima di andarsene altrove (in Belgio si può) ha voluto prendere per mano la figlia e concederle un’ultima passeggiata. Avrebbe potuto portarla alle giostre o a una mostra di Rembrandt. Invece l’ha trascinata allo stadio perché probabilmente suo padre aveva fatto lo stesso con lui. È la visita iniziatica dentro la manona di papà che poi ci frega per tutta la vita. Un rito insulso. E allora come mai mi viene da piangere? Capire tu non puoi, direbbero Battisti e Mogol. Io aggiungo: per fortuna. Ti amo perché pensi, giustamente, che chi visita un museo sia più evoluto di chi va allo stadio. Ma, per quanto mi sforzi, io non sono evoluto. Sono un maschio. E il mio virus preferito rimane quello che si condivide con la propria tribù e che un padre trasmette ai figli in un campo puzzolente, prendendoli per mano.  
 
 

8 commenti:

  1. Aston ammetto che ľ art di Gramellini mi ha commosso e non poco...ricordo la prima volta quando mio zio mi portò a S. Siro per un Inter-Sportul Studentesc squadra rumena, erano gli anni 80...quando tutti incominciarono a battere i piedi mi spaventai pensando ad un terremoto...ero un bimbetto e non conoscevo ancora i riti della tribù...conservo ancora il biglietto ...oppure quando alle medie con un amico scappammo da casa per la finale dell' allora coppa Uefa Inter-Roma...andammo in curva sotto gli occhi dei boys che si chiedevano cazzo ci facevano due mocciosi in quel posto...pazzesco...
    Poi il calcio giocato...fino al calcetto...direi ľ epilogo..un gomito rotto e 2 mesi di problemi con lavoro e non solo...
    Ritorno nel giro con mio figlio...ma che delusione...padri che annotavano i min giocati dai propri figli...vere e proprie risse tra madri...famiglie assiepate durante gli allenamenti, neanche le partite...per contestare ľ allenatore...
    Conclusione: ns figlio si é dato al karate con ottimi risultati forse complice i geni materni...
    Delusione? Forse si perché non potrò prenderlo per mano in un campo puzzolente...forse no perché non sarà contaminato da quel virus per un gioco che forse non é più gioco ne sport...
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    1. Nel calcio molti genitori sognano il figlio campione mentre lui vuole solo divertirsi
      Al palasport di Giaveno la domenica i bimbi giocano a baseball indoor. Genitori delle squadre mischiati che si divertono in armonia. Il problema è proprio il calcio

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    2. Aggiungerei che molti genitori sfogano le loro repressioni lavorative e familiari ai bordi di un campetto di periferia...cmq ď accordo con te il problema é e resta il calcio...nelle competizioni di karate...200 ragazzi e adulti in un palasport gremito da parenti ed amici...solo sport e sana competizione....
      Freccia

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    3. Infatti il problema e' proprio il calcio e la sua mancanza di cultura sportiva.
      All'olimpico per il sei nazioni di rugby arrvano 60 mila spettatori e non rovesciano un bicchiere.
      Due anni fa il Giaveno femminile di volley era in A1, arrivavano tifoserie da tutta Italia e non c'e' mai stato il benche' minimo problema.

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  2. I tuoi racconti sono sempre divertenti. Grazie Paola

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    1. Grazie, si tratta di quel 10% della mia vita che ho piacere di condividere con voi
      Benvenuta

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  3. ... oppure su un valico alpino per vedere i girini scalare la montagna in sella alle loro bici. Solo il ciclismo ha fatto scomodare grandi giornalisti e scrittori trasformando in pagine di letteratura le imprese dei protagonisti. p68

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  4. Il ciclismo e' eroismo epico amico mio.

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