Da parecchio tempo mi
alleno e frequento la palestra di un'amico all'interno del palasport
di Giaveno, a pochi km da dove vivo.
Ci vado al mattino, siamo
piu' o meno sempre gli stessi, un giro di temba belli massicci e di
gente che, sul lavoro, fa i turni.
Uno di loro, e' un
rubicondo signore quasi settantenne, che non manca un giorno.
Il tipo ha tirato su, nei
decenni e facendosi un mazzo cosi', la piu' grande impresa edile
della zona, che alcuni anni fa ha lasciato al figlio, continuando a
seguirla...in seconda battuta.
Visto che il lavoro qua'
latita, ben prima della crisi, hanno iniziato a lavorare anche in
Romania.
Il tipo economicamente
sta' molto bene, il mese scorso ha preso l'ultimo modello di
Mercedes, non me ne intendo ma credo che non sia ancora neanche in
vendita, ufficialmente.
Quando va in Romania, a
Bucarest pernotta in un hotel da 200 euro a notte, puteria e tutto
quanto il resto.
Un paio di mesi fa mi
chiedeva di Cuba e della possibilita' di lavorare, nel suo ambito,
nell'isola.
Gli ho detto, intanto di
farsi un giro per conoscerla, e poi che il momento non e' ancora
propizio e che, forse, nel suo ambito, la concorrenza locale sarebbe
stata difficilmente, per i costi, superabile.
Cosi' 3 settimane fa, col
figlio, la moglie e la nuora si sono recati, per una vacanza nella
maggiore delle Antille.
Prima di partire gli ho
ricordato che, andare a Cuba con la moglie, e' molto ma molto peggio
che andare all'Oktoberfest con la Peroni nel bagagliaio.
Ieri e' tornato in
palestra, dopo la sua solita oretta di pilates e' piombato in sala
corsi, mi ha visto e non mi ha mollato piu' per tutta la mattinata.
Solitamente, in palestra,
fra una serie e l'altra, oltre che chiacchierare inserisco e rispondo
ai commenti del blog.
Ieri mi seguiva
praticamente da un'attrezzo all'altro raccontandomi per filo e per
segno le avventure vissute nelle 3 settimane nella maggiore delle
Antille.
Essendo una persona
assolutamente piacevole e' stata una mattinata del tutto divertente.
Si sono fatti 10 giorni a
Varadero, altri 10 all'Avana ovviamente in un hotel di livello.
A Varadero ha conosciuto
la solita ballerina d'ordinanza, con cui e' riuscito a combinare
qualcosa aggirando il bloqueo della moglie e il divieto per le
fanciulle di empatarsi coi turisti.
Mi sono immaginato questo omino arrampicato su una negrona statuaria.
Poi ha fatto una serie di
escursioni, alcune con le donne della famiglia, altre solo col
figlio, dove sicuramente si e' divertito di piu'.
Gli ultimi 4 giorni la
moglie, che nel frattempo non aveva mangiato solo la foglia ma tutto
il fienile, non lo ha piu' mollato un'attimo impedendogli ulteriori
momenti ludici.
Mentre mi raccontava, con
persino un'eccessiva dovizia di particolari, le sue imprese, vedevo i
suoi occhi accendersi.
Questo quasi settantenne,
benestante uomo di mondo che il mondo lo ha girato tutto, parlava di
Cuba come un bambino parla del suo vasetto di Nutella.
Ancora una volta, la
milionesima, Cuba ha colpito nel segno.
Davvero sembrava un
bambino perdutamente innamorato di qualcosa che ha appena sfiorato
nel suo lato piu' turistico e se vogliamo meno popolare.
Cuba e' questo.
Mi parlava, esattamente
come Alessandro spiegava in un post sul suo blog, che si fermava a
guardare le cubane semplicemente camminare.
Non aveva mai visto donne,
di tutte le eta', colore e tamagno camminare in quel modo.
Sta' gia' programmando un
modo per poterci tornare, sicuramente inventando Dio solo sa quale
balla per la moglie, allo scopo di ritagliarsi un paio di settimane
per tornare laggiu'.
La prossima volta fanculo
hotel e Varadero, solo La Habana con tutte le sue tentazioni.
Non e' che prima che
partisse gli avessi detto molto, soltanto che, conoscendolo, avrebbe
trovato aspetti dell'isola che....gli sarebbero piaciuti e da cui
avrebbe fatto una certa fatica ad allontanarsi.
Ovviamente di lavoro, gru,
muletti, cazzuole, cemento, pintura e cose simili non abbiamo neanche
parlato....
Cuba non sbaglia un colpo
ragazzi miei.
Benvenuto nel club...
Già me lo vedo, Stefano
RispondiEliminaÈ capitato, magari in modo diverso, a ognuno di noi
Eliminala sola maniera di guardarti negli occhi delle cubane vale tutto un viaggio.p68
RispondiEliminaAssolutamente vero
RispondiEliminaal guardarti negli occhi se poi aggiungono un mi amor...il gioco è fatto...almeno per il neofita...
RispondiEliminaragazzi è da mmmò che ripeto: "tira più un pelo di figa che un carro di buoi"...
Freccia
Non dirlo a me che sono un fan di Cetto la qualunque. . .
RispondiEliminaCuando te miran las morenas
RispondiEliminate hacen perder la rason
porque' tienen in sus ojos
el fuego de la pasión.
Ricordi.. amici cari... ricordi per me (casado). beato chi puo'
YUMA
La conoscete? peccato che l'ho imparata in Peru?. pero' si adatta moltissimo anche a Cuba. - YUMA
RispondiEliminaCome è già che diceva l'autore del vecchio e il mare al protagonista nel film Havana. . . ?
RispondiEliminaDA LA ISLA GRANDE
RispondiEliminaRiflessioni su Cuba: un "yuma" all'Havana
Da qualche settimana ho conosciuto in rete una persona molto simpatica Niki (mario serio), che guida un forum sul sito Turisti per Caso. Innamorato e legato a Cuba come me, ci siamo scambiati diverse mail, oggi mi ha mandato questo suo scritto che illustra con emozione il primo impatto di uno "straniero" che arriva all'Havana, e che si innamora dell'Isla Grande.
Come spiegare il mio amore per L'Avana
La prima sensazione arrivando senza il pesante scafandro del turista, che tutto addolcisce e tiene a debita distanza è la paura.
La paura di una città maestosa e misteriosa dove l'affollamento si divide tra la staticità più immobile e l'affannoso rincorrersi.
La confusione di un idioma sconosciuto
La diffidenza che porta ad aver paura della gente che ti guarda fisso e ti fotografa con gli occhi e a grande distanza già scopre la tua provenienza senza arrivare a vedere i tuoi tratti somatici, solo attraverso il deambulare o la postura.
Superato questo terribile primo impatto che quasi ti costringe a tornare nei giardini recintati proprio a te dedicati, ti fai un pò avanti, ti fai un pò audace.
Personalmente, per scoprire una nuova città preferisco partire dal basso, dai locali più infimi, dai posti meno raccomandabili, dalle stradine più oscure.
E poi d'incanto, il ragazzo di colore dalle fattezze del lottatore greco e dalla faccia segnata dal macete ti propone lo scambio del braccialetto di plastica del medesimo colore chiedendoti il significato delle parole incise sul tuo, dal tavolo di un uomo dal grande sigaro e dall'aspetto del boss malavitoso annoiato arriva un bicchierino di rum, forse a premiare l'audacia dello straniero arrivato fin lì.
Ed appena fuori un'altro ti avverte del tuo marsupio aperto e ti raccomanda di starci attento.
(sono stato derubato anch'io perchè chi sopravvive rubando non ha nazione e non guarda l'altrui nazionalità)
Ed ancora camminando un altro quasi ti salva dal precipitare in una classica buca del marciapiede...
Fino ad arrivare ad aiutare una vecchina che ti chiede una mano per attraversare una trafficatissima strada e dopo aver compreso con difficoltà la richiesta, prenderla per mano e fermando le auto portarla sull'altro lato della strada ricevendo il bacio più dolce del mondo.
Per finire a camminare finalmente sciolto in quel fiume umano, a dribblare buche sui marciapiedi, a farti ustionare l'anima reggendo gli sguardi delle donne anche anziane, a vivere l'angoscia e la speranza, l'insoddisfazione e la sommessa ribellione, la noia e l'allegria, il caldo e le tempeste quasi fossi anche tu un cittadino.
E ti trovi il tuo santo personale il tuo orisha, a cui offri le cose che ti piacciono di più, qualche sigaretta una lattina di birra, e che spolveri la mattina prima di uscire per strada.
E ti dicono che i tuoi nonni vivevano pressappoco così nel tuo pese, ma io lo posso vedere solo qui, seduto su questa piazza, con alle spalle l'enorme statua di ferro di Don Chisciotte e del suo fido Ronzinante, fumando Popular, e a volte, offrendo Bucanero allo sconosciuto passante.
E soprattutto ti accorgi che la parte più bella di te la lasci sempre lì, dall'altra parte dell'enorme mare....
Preferisco questa ricostruzione alla solita storia della mignotta che ti fa girare la testa. O almeno mi ci riconosco di più.
EliminaHo perfino aiutato le vecchie ad attraversare!
È normale dopo tanti viaggi riconoscersi in situazioni più normali. Comunque tutti siamo passati da quello stadio
EliminaEbbene sì,passeggiare da soli sul malecon o meglio ancora per 23 da soli non ha prezzo,anche solo per guardare appunto come camminano e gli sguardi delle fanciulle.....
RispondiEliminaMa poi, cazzo, sei a La Habana!
RispondiElimina...a quell'eta hay que estar cuidado allo sciopone.... :-))))
RispondiEliminaFigurati. È uno di quei vecchi piemontesi che fanno colazione con le acciughe al verde.
RispondiEliminaSorrido e penso che avete ragione, ometti. Le donne cubane hanno un qualcosa di magnetico che noi non avremo mai! Parlo di fascino eh.
RispondiEliminaPer contro, fatemi dire che vale anche per i mulattoni della isla :D e sto sempre parlando del fascino!
Mah. . sarà che non ho grande occhio in materia ma questa cosa dei mulattoni mi sembra una fiaba con poca attinenza con la realtà
RispondiEliminaStai scherzando vero??? Belli come a Cuba li ho visti solo a Miami, ed erano cubani :P
EliminaScherzi a parte, sono molto belli davvero. E io l'occhio in materia ce l'ho!
Io invece butto l'occhio....verso altri orizzonti...
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