mercoledì 8 aprile 2015

IL DILEMMA



Mi scuso per avere utilizzato questo capolavoro di Gaber per piccole facezie quotidiane.
Ho utilizzato l'argomento odierno per riascoltare il brano ed emozionarmi ancora una volta.
Per i piu' giovani o gli “gnurant”, il maggio citato nel testo e' quello francese, dalle cui ceneri nacque il nostro 68'.
Il dilemma che sta' affliggendo il vostro scriba e il suo socio, in questi giorni, e' quello di sempre.
Dare la precedenza alla futura vita cubana, oppure investire ancora in questa barzelletta di paese?
Entrambi abbiamo lavori discretamente retribuiti.
Lui opera in un settore che non sta' tirando molto, mentre io sono, ogni estate, a rischio.
Se non mi riconfermano (come grazie agli Orishas e' accaduto anche quest'anno), le strutture importanti posso tranquillamente sedermi su un silos.
In questo momento ho un'attivita' che si sta' avviando a Cuba, di cui godo e godro' piu' degli effetti collaterali piuttosto che di un guadagno vero e proprio.
Il discorso e' quello consueto; i soldi da spendere la' vanno guadagnati qua'.
Per questa ragione, qualora i nostri affari italiani diventassero problematici (ipotesi che puo' toccare ognuno di noi), vista l'attuale contingenza, stiamo valutando altre forme di investimento che garantirebbero, eventualmente, un reddito in caso di tempi cupi e perigliosi.
E' il mio campo ma anche quello della moglie del mio amico, ex ballerina a Cuba e anche fuori.
Ballerina vera, non come le tante sue connazionali che millantano questo mestiere una volta giunte da noi.
In breve ci stanno offrendo l'acquisto di palestre, l'ultima in ordine di tempo siamo andati a vederla venerdi, a Caselle, paesone della prima periferia torinese, dove c'e' l'aeroporto.
Ma non e' la sola opportunita', ce ne sono altre e verrebbero via anche a un prezzo piu' che buono.
Sopratutto se si parla di maledetti e subito.
Pero' una palestra funziona se si plasma su chi la gestisce.
Il fattore tecnico non vale piu' del 25/30%, il resto e' chiacchiera e capacita' di aggregazione.
La maggior parte del lavoro, almeno per i primi due anni, toccherebbe a me.
Visto che non sono vulcaniano e non ho le orecchie a punta non posso avvalermi del teletrasporto, quindi o sono qua' a gestire ghisa e altro o sono a Cuba a mettere in piedi le nostre cose.
Fra l'altro oltre al discorso del paladar camagueyano abbiamo in ballo un'altro negocio, a Tunas, dove probabilmente, coinvolgero' un altro amico.
C'e' chi si sta' muovendo, a Cuba, per valutarne la fattibilita'.
Visto pero' che per me dopo il “fatti e non pugnette” viene il trappattoniano “non dire gatto se non ce l'hai nel sacco” al momento non vi dico nulla, anche perche' non ho ancora nulla dire.
Quindi il dilemma e' quello di sempre; volare o mantenersi ancorato al suolo?
Un ginnasio apre alle 9.30 e chiude alle 22.30 ogni maledetto giorno, ci metto accanto la mia agenzia ed e' chiaro che il tempo per Cuba si restringerebbe.
Ma fino a quando ci ancoriamo qua' non sara' facile realizzare le cose che vogliamo la'.
Cose che pero' si possono realizzare grazie alle risorse che ricaviamo qua'.
Ecco il dilemma.
Certo fra settembre e maggio potrei fare un mese qua' e uno la', ma i dubbi sono tanti.
Basta un mese per volta per realizzare i progetti cubani ed e' possibile, per me che dovrei esserne la locomotiva, mollare un mese si e uno no il negocio italiano?
L'estate non e' un problema, e' baja temporada a Cuba e posso gestire le mie cose italiane, ma da settembre a maggio e' un'altro discorso.
Siamo di fronte al solito enigma della botte piena e la moglie ubriaca.
Ne abbiamo parlato a pranzo col socio, con ogni probabilita' daremo la precedenza a Cuba anche grazie, o a causa, dell'attuale momento storico che potrebbe non ripetersi.
Se mettiamo in piedi quello che vogliamo da quel lato del bloqueo dovremo poi gestirlo in prima persona e non certo darlo in mano, per lunghi periodi al cubano di turno, per quanto fidato possa essere.
Un dilemma non da poco, la cui risoluzione influenzera' gli anni a venire.
 P.S. Vi posso gia' da ora rassicurare; l'epilogo non sara' quello della canzone di Gaber...

34 commenti:

  1. El Loco vivere fra i due mondi sarebbe la cosa migliore ma è difficilmente realizzabile.

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  2. Ciao Milco.
    Io sono dibattuto come te.
    Oggi e nei prossimi mesi ci saranno a Cuba opportunità importanti.
    Sono sicuro che vi saranno anche più avanti in modo diverso, ma muoversi adesso è decisivo.
    Al tempo stesso anche qui da noi, almeno nel mio settore, pare che le cose si stiano riprendendo. La crisi ha mozzato diverse teste. Chi è rimasto in piedi e si è aggiornato può approfittare della situazione.

    Ma alla fine le ore in una giornata rimangono sempre 24 ed è necessario operare una scelta. Alle soglie dei 40 è necessaria.

    No es facil...
    Simone

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  3. Anche il mondo del fitness sta'tirando ma alla fine una scelta andrà fatta

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  4. Ciao ragazzi sono guanabo.
    Parere personale : chi ha intenzione di giocare le sue carte a cuba lo deve fare adesso, o magari come ha fatto Aston , doveva iniziare a piantare le basi un paio di anni fa, e in futuro realizzare il tutto entro un massimo di 5 anni. Perché quando apriranno verso gli USA e in parte lo hanno già fatto, gli americani in un anno ti aprono 1 McDonald in ogni paese, i prezzi salgono, costa di più il personale, ecc ed un milione di altre cose. Quindi in Italia ognuno sa come va la sua attività,ma a cuba chiunque deve essere rapido e veloce perchè tra 5 anni non ci sarà più trippa per gatti. Ciao un saluto

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  5. Amico mio è questo proprio il discorso. La Renta infatti è la base di partenza e non certo di arrivo. La differenza me la sta' facendo la Visa famigliare che mi permette di investire in altri settori. Senza la prima non ci sarebbe stata la seconda

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  6. Ho un pare un po' diverso.
    Parto da un esempio. Mio padre è specializzato nella costruzioni di vetrerie.
    Fa questo lavoro da 50 anni, prima come carpentiere e ora come responsabile.

    Ha lavorato in tutto il mondo, ultimamente in iraq, azerbaigian e russia.
    Sempre in collaborazione con americani, canadesi, russi e australiani.
    Questa gente ha maestranze proprie a cui affidarsi. Ma continua a farlo fare agli italiani.
    Chiaramente perchè c'è un know how spendibile.

    Stessa cosa succederà a Cuba. Oggi riteniamo che il paladar, il taxi o la renta siano un buon investimento. Domani arriveranno americani, tedeschi e italiani con capitali importanti e apriranno mcdonald, bed & breakfast e servizi di autisti (vedi uber) spazzando via quello che c'è. Questo non significa che non si potrà più investire nell'isola.

    Cambieranno solo le prospettive. Probabilmente paladar, renta e taxi saranno un ricordo e altre attività di maggiore qualità e specializzazione saranno spendibili sul mercato. Vi ricordo che oggi il mercato americano è uno di quelli in cui i nostri connazionali investono maggiormente (eataly, grom per fare un paio di esempi).

    Il fatto del treno che passa solo una volta per me è una baggianata.

    Simone

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  7. Discorso che ci può stare ma occorre tenere conto della specificità di Cuba. I MC Donalds esistono in tutto il mondo ma tutto il mondo è pieno di ristoranti italiani. La cucina resta una delle eccellenze del nostro paese. Ti seguo di più sul discorso Renta ma a quel punto resterà la casa che, nel frattempo, avrà moltiplicato il suo valore

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  8. Anche qui dipende.
    Se cerchi su internet ci sono foto di quartieri in messico divisi da muri.
    (http://www.humour.com/medias/photos/2014/600x404/l-20140326184227.jpg)
    Da un alto nuove case moderne appena costruite e vendute da real estate di un certo livello. Qui abita la classe borghese che investe.

    Dall'altro lato ci sono le case tradizionali, abitate dai locali e che onestamente non credo abbiano gran mercato.

    Dovendo rifare tutte le strutture di base (gas, acqua, luce) credo sia più semplice e redditizio per quelli che verranno rasare a zero e fare case modulari e prefabbricate in classe A, piuttosto che arreilare quelle tradizionali.

    Ma questa è e rimane solo una mia supposizione basata sul modus operandi capitalista.
    Discorso diverso per le case coloniali della capitale o altre città di interesse culturale. Basta vedere il recupero edilizio che si sta facendo sul malecon...

    Simone

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    1. Tra l'altro a Guanabo sta già succedendo questo.
      Da qualche tempo le costruzioni nei primi 100 metri dal mare vengono abbattute a playas del este e no vi è il permesso di costruire.

      La motivazione ufficiale a qualcosa a che vedere con l'ecologia.
      Vedremo se tra qualche anno non sbocceranno i primi hotel a 6 stelle.

      Simone

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    2. Mi pare sia a sessanta metri dalla battigia

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  9. Simone non parlo di favelas. Se hai una bella casa in un ottimo quartiere potrà solo salire di valore

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    1. Infatti il discorso è molto legato a quello che uno possiede e dove si trova l'immobile.
      Ma scordiamoci che se uno ha comprato per 10.000 euro una casa questa fra 5 anni ne varrà 300.000. Va bene che la mamma degli ignoranti è sempre incinta, ma gli americani (soprattutto i cubani-americani) mica hanno l'anello al naso...

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    2. Ovvio. Ma ti ricordi che le case sul Malecon per la storia del salmastro qualche anno fa te le tiravano dietro? Guarda ora. . .

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    3. Rapporto 10-300k no...ma in alcune zone ben specifiche 20/30-100/150k é già da qualche anno che cubani di Miami e Canadesi hanno investito...ancora pochi ma qualcuno si é mosso...

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    4. Gli italiani....come sempre si limitano ad hablar mierda e a guardare cio' che fanno gli altri...

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  10. Aggiungo che le case coloniali le abbiamo anche a Tunas ma faticano a venderle perché sono grandi, mal ridotte e col soffitto a sei metri

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    1. Anche perché ci vuole un capitale per ristrutturare

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  11. Aston per l' ennesima volta hai fotografato la situazione, anche la mia.....da un lato la cosa un po' mi preoccupa.....

    se per te è un dilemma...per Simone è un dibattimento...per me sta diventando quasi un tormento...perché, pur facendo mie tutte le considerazioni del post, la voglia di cambiare aria è forte soprattutto perché non sopporto più ritmi e modi che stanno imperando nel bel paese...

    un mio docente mi ripeteva che bisogna misurare il lavoro in base a quanto riesce a migliorare la qualità del tempo libero...ma questa società contempla ancora il tempo libero? Oppure si vive/sopravvive come dei cinesi per lavorare?

    Ecco io vorrei riconquistare almeno lo spazio quotidiano preventivando delle sicure rinunce...ed in questo Cuba potrebbe aiutare...si tratta di fare i passi giusti per un eventuale attività, senza grandi esigenze, che permetta di vivere dignitosamente, di impegnare la giornata senza eccessi e scongiurare l' assalto della noia...

    i prossimi anni saranno decisivi...qualcuno ha scritto o mi dirà che bisogna agire subito...

    quando non si decide solo per se stessi i progetti devono essere prima di tutto condivisi ed ancor più misurabili e raggiungibili...tutto come sempre però parte da un caos dentro di sé che genera un idea...quanto realizzabile vedremo...

    P.S.:
    cmq oggi pomeriggio dovrei riuscire a blindarmi in ufficio così da scrivere in pvt soprattutto perchè devo una risposta argomentata a Simone.

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    1. Credo che nessuno di noi pensi seriamente di andare a Cuba per fare "impresa".
      Di fare soldi veri.
      Perlomeno non ci penso io, conosco i miei limiti, sono uomo da obiettivi raggiungibili possibilemte in breve tempo.
      Non ho ne' i mezzi ne' le capacita' per ambire a qualcosa di piu' complicato.
      Neanche la voglia.
      Se fra paladar e renta guadagno quello che mi serve per vivere in modo moderatamente agiato saro' piu' che felice.
      Non si tratta soltanto di scelte professionali, anche perche' andiamo incontro all'ignoto, ma di scelte che hanno come scopo il miglioramento, globale, della qualita' della vita.

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  12. Milco se io fossi al tuo posto mi orienterei con questi 3 detti:
    1) Chi si accontenta gode
    2) La corda tirandola troppo potrebbe spezzarsi
    3) Chi troppo vuole nulla stringe
    Detto questo, in bocca al lupo di cuore!

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  13. Infatti i dubbi sono proprio legati al fatto di muoversi su più fronti

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  14. Il pericolo che si corre ( ....o meglio che corri ) é quello che , avendo troppa carne al fuoco , corri il rischio che si bruci :-)

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    1. Un' altra "scuola di pensiero" la definirebbe diversificazione...

      che in molti casi é la chiave del successo...

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  15. OGGI GRAMELLINI PARLA GIUSTO DI LAVORO
    massimo gramellini

    Il blog «Dis.Amb.Iguando» della professoressa Giovanna Cosenza ospita la lettera di Paolo, un giovanotto laureatosi con lei e ora impegnato a macinare carriera dentro una multinazionale. Paolo racconta che un collega di 55 anni, Mario, si è appena dimesso per problemi con l’azienda. Gli vengono imputate lentezza e incapacità di adattamento al nuovo. In realtà, scrive Paolo, il problema di Mario sono io. Io che con vent’anni di meno mi sono ritrovato a vessarlo in veste di suo superiore. E che da quando lui si è licenziato per causa mia non dormo più la notte perché so di essere diventato uno squalo come gli altri.
    Ci vorrebbe una pagina, forse un libro intero, per sviscerare le questioni relative al significato moderno del lavoro che la confessione di Paolo porta in superficie. In questo spazio breve e poco serioso mi accontenterò di sfiorarne un aspetto. Detto tutto il male possibile dei pelandroni e dei cialtroni, si può chiedere a un uomo di mezza età, con energie in calo e familiari a carico, di avere la bava alla bocca di un trentenne concentrato soltanto sulla carriera? Si può immaginare un modello unico di società in cui la legge della giungla viene applicata indifferentemente a tutte le generazioni? Con il prolungamento della vita e l’inaridirsi delle pensioni il sistema produttivo del futuro non potrà più permettersi il lusso di rottamare i «diversamente giovani» ai primi cenni di cedimento. A meno di procedere a esecuzioni di massa, sarà costretto a riformare uno schema che accanto a quello dei giovani squali preveda ed esalti, in ruoli e con modalità diverse, il contributo delle sagge tartarughe.

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  16. Aston domanda non polemica, solo per info:

    Gramellini non ha scritto nulla riguardo le torture da carne da macello condannate ieri da dalla Corte Europea?

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  17. Non credo, anche se la tua domanda la capisco poco. . .

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  18. visto che spesso riporti il grande Gramellini...ti chiedevo se avesse scritto un' articolo sui fatti di Genova condannati ieri dalla Corte Europea dei Diritti dell' Uomo...

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  19. Non mi risulta. Comunque sulla destra, fra i siti da seguire, trovi la sua rubrica BUONGIORNO, quello che scrive lo trovi li'

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  20. Non lo sapevo della rubrica...beata ignoranza, cmq grz..

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  21. Sì parla di introdurre il reato di tortura. Pinelli sentitamente ringrazia

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  22. io cercherei di tenere i piedi in 2 scarpe altri 12-24 mesi e poi deciderei il da farsi. Mi sembra che le 2 attività che hai in mente siano il giusto inizio per sondare il terreno, e se la tua occupazione qui e' prettamente stagionale ti e' molto più facile far convivere le 2 realtà. Mat

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