domenica 31 maggio 2015

CUBA E'...



DAL LIBRO "L'ALTRO LATO DEL BLOQUEO
Cuba ti insegna che, arrivati a un certo punto del proprio
percorso, si può rallentare e provare a guardarsi intorno traendo
giovamento da quanto vediamo.
Cuba e' fermarsi a parlare con una vecchia sull'uscio di casa
ascoltando i suoi racconti persi nel tempo.
Cuba e' il disordinato, colorato via vai di gente nelle assolate
mattine caraibiche.
Tutti che mangiano, tutti in coda di fronte a un negozio dove non
c'e' un nulla da comprare.
Cuba e' sedersi su una panchina di un parco e non fare altro che
guardare il mondo sinuoso e etnicamente vario che ti passa
davanti.
Cuba e' il suo mare azzurro e inesplorato, le sue spiagge deserte,
l'aragosta a quattro soldi.
Cuba sono i bambini allegri e sorridenti che escono da scuola con
la voglia di vivere addosso e quella allegria che i nostri bambini
grassi e viziati hanno smarrito.
Cuba e' una ragazza che incontri per strada e ti guarda dritto negli
occhi come solo una cubana sa fare.
Uno sguardo a cui non e' facile abituarsi e che bisogna imparare a
sostenere.
Cuba e' la puzza di nafta dei camion nelle strette vie cittadine.
Una puzza che quando capita di sentire in Italia ci provoca brividi
a pelle di nostalgia.
Cuba e' anche lei con la sua pelle di luna ed il suo corpo perfetto
ed orgoglioso.
Un corpo in cui perdersi in una magica notte caraibica, perche'
non esiste molto di meglio su questo pianeta di una notte a Cuba.
Ammesso che Cuba sia di questo pianeta......

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Scotch al motore dell'aereo, ma la compagnia rassicura 

L'immagine postata da un utente su Reddit che mostra l'ingegnere che applica lo speed tape sul motore dell'aereoSembrava proprio un comune nastro adesivo quello con cui un addetto stava riparando il motore di un aereo EasyJet prossimo al decollo. Uno dei passeggeri, nonostante la comprensibile preoccupazione, ha avuto il tempo di scattare una foto e postarla su Reddit che in poche ore ha ottenuto milioni di visualizzazioni. L'immagine è poi 'rimbalzata' su Twitter, dove sono fioccati i commenti tra il sarcastico e l'apprensivo. Qualcuno sospettava addirittura che il nastro servisse a tenere insieme le parti del motore. La stessa compagnia aerea è stata quindi costretta a rassicurare tutti gli utenti preoccupati (diverse decine) a colpi di cinguettii. Secondo la spiegazione di EasyJet l'addetto (un ingegnere) stava eseguendo una normale operazione ''cosmetica'' di manutenzione con uno ''speed tape'' in alluminio in grado di resistere alle condizioni di alta quota e velocità. Assicurando che l'operazione (temporanea) non coinvolgeva niente di strutturale e non avrebbe compromesso in nessuna maniera la sicurezza del velivolo

sabato 30 maggio 2015

MACEDONIA



Esistono situazioni riguardanti il calcio che esulano dal tifo o da qualunque manifestazione che risulti di parte.
Sono convinto che gli Invincibili del Grande Torino non siano soltanto un patrimonio di noi Granata, ma bensi' dell'intero paese. Questo per cio' che hanno rappresentato nel tribolato dopoguerra italiano. In questi giorni cadeva la trentesima ricorrenza della tragedia dell'Hysel.                                                                                      Trentanove persone come noi che, volendo unire la passione calcistica con la voglia di vedere una prestigiosa capitale europea, non sono piu' tornati a casa.                                                                                                      Quei morti non appartengono solo al popolo juventino ma a tutti noi, noi che nello sport crediamo e in quei valori ci riconosciamo.                                                                           Ricordo quella tragica serata di 30 anni fa, ero inorridito davanti alla televisione a vedere quei poveri corpi straziati messi in fila, sul selciato, uno accanto all'altro coperti alla bene e meglio da un pietoso telo.                                                                                            Questo Blog vuole, in questo piccolo modo, ricordare quella povera gente partita per divertirsi ma che non ha fatto piu' rientro a casa.

Blatter e' stato rieletto per la quinta volta a capo dello sport mondiale, questo malgrado le ruberie, le mazzette, le porcherie che ha combinato in questi decenni                                         Spesso critichiamo il nostro paese per gli stessi motivi, ma mi pare che, anche al nord del Sempione le cose non vadano meglio.                                                                                                I mondiali di calcio al Qatar sono un assurdo illogico reso possibile grazie a una corruzione senza confine, giocare a 50 gradi e' l'antisport.                                                                                    Aggiungo che per la costruzione degli impianti pare siano morte gia' oltre 1000 persone, ma tanto sono solo poveri indiani o pakistani di cui non frega nulla a nessuno.

Da ieri Cuba non fa piu' parte, per l'amministrazione americana, degli stati canaglia che fomentano e finanziano il terrorismo.                                                                                    Era il presupposto chiesto da Raul perche' si potesse iniziare a parlare di apertura delle ambasciate.                                         Non entro troppo nel merito, ricordo solo che Cuba da decenni e' vittima del terrorismo e non fomentatrice.                               E' un atto di giustizia che non so pero' quanto possa far felice quel povero uomo di papa' Di Celmo.

Pare che da queste parti si prospetti un week end di sole.

Dal punto di vista turistico si prospetta un'estate complicata....e si sapeva.                                                                                         Per la Pentecoste sono arrivati i tedeschi, ma molti meno del previsto e del solito.                                                                  L'altro giorno sono andato a farmi un frittino di pesce in un ristorante qua' vicino, il proprietario mi diceva che il mercoledi' fanno il pizza day, la pizza a 5 euro.                          Solitamente, in questa stagione ne faceva 350/400, l'altro giorno ne ha fatte meno di 80, questo testimonia come anche i tedeschi cominciano a latitare.

"Sono state lievemente ridotte le pene per gli imputati del processo Thyssen. L’ad Harald Espenhahn è stato condannato a 9 anni e 8 mesi, quattro mesi in meno della precedente condanna a 10 anni. Lievi riduzioni anche per gli altri sei imputati.  
Il processo in corte d’appello era stato ordinato dalla Cassazione, nell’aprile 2014, al solo scopo di ricalcolare le condanne inflitte agli imputati per il rogo che nel 2007 uccise sette operai. La riduzione di pena maggiore è stata quella concessa a Daniele Moroni, dirigente a Terni della Thyssen, che ieri in aula aveva reso dichiarazioni spontanee: è stato condannato a 7 anni e mezzo, dai 9 anni della precedente condanna."  
Se va avanti cosi' a questi assassini finisce che lo stato gli da' pure del grano....

Ultime menate burocratiche per la palestra, ci sono da liquidare i vecchi soci, aprire il conto dopo l'atto costitutivo dell'associazione, fare il contratto d'affitto e altre menate.        Menate che stanno seguendo i miei soci, a cui va il mio sentito ringraziamento, visto che io sono bloccato qua'.

La data prevista per la prima delle 4 discese a Cuba del prossimo autunno-inverno-primavera dovrebbe essere 4 o 11 ottobre, per 2 settimane.                                                          Quindi 3 settimane a dicembre e febbraio e 2 ad aprile, di piu' col Fitness club non posso permettermi, di questa scelta parlero' diffusamente lunedi.                                                       L'altro giorno ho inviato quello che serviva per cercare di risolvere il problema del mio amico “preso”, speriamo basti.

Vi invito ancora ad aderire al gruppo whatsapp del blog che continua a crescere, solo ieri altre 3 adesioni.                          Argomenti di ieri, oltre a Cuba; il Messico e la Cina.

P.S. Vista l'attuale contingenza, la canzone di Arjona mi sembra molto approppriata.

venerdì 29 maggio 2015

I "RICCHI"


Pare che a quella faccenda della cruna, del cammello e dell'ago i ricchi i cubani non siano particolarmente interessati.
Intanto diventiamo ricchi, poi sono eventualmente cazzi del cammello”.
Che ci sia una classe abbiente a Cuba e' il segreto di Pulcinella, questo in barba a tutti i vari discorsi sull'uomo nuovo, il Socialismo e l'uguaglianza fra i cittadini.
Sappiamo bene che, alla fine, le cose non vanno esattamente in questa maniera.
Frequento, da 3 lustri, la provincia di Las Tunas che si gioca, con Guantanamo, la non ambita maglia nera di luogo piu' povero del paese.
Malgrado questo, anche nella capitale della scultura cubana, esiste una robusta middle class che vive di gran lunga meglio del resto della popolazione.
Sostanzialmente si tratta di sue tipi di soggetti, lasciando fuori quelli che rubano allo stato e che rientrano, di conseguenza, in altre categorie.
Le duenas delle case de renta storiche e quelli che il benessere se lo vedono arrivare, sotto forma di rimessa, dall'exterior.
Il primo caso lo conosco bene, anzi conosco bene tutte le case de renta storiche della citta'.
In 3 di loro ho soggiornato per 15 anni, prima di aprirne una tutta mia....ehm...nostra.
Hanno iniziato tutte con il cuarto che avanzava nella casa; arredamento spartano, niente fronzoli, al massimo una rumorosissima aire sovietica.
Poi, piano piano, con gli anni e il buon lavoro hanno aperto (costruendolo quando non esisteva) un secondo, un terzo e anche un quarto cuarto de renta.
Questo anche e sopratutto dopo che l'impuesta mensile e' stata portata a 30/35 cuc a cuarto, invece degli oltre 150 degli anni precedenti.
Hanno lavorato bene, non fottendo mai il cliente, trattandolo spesso (come e' capitato a me) come se fosse un figlio o comunque uno della famiglia.
Hanno saputo, negli anni, conquistarsi e tenersi una consolidata clientela, oggi in alta temporada hanno 4 cuarti pieni, con qualche desajuno e/o comida portano a casa piu' di 100 cuc al giorno.
In baja temporada, come ora, sempre 2 cuarti riescono a riempirli comunque.
Hanno investito i soldi nel negocio, migliorando sopratutto le parti comuni della casa, oltre che le camere.
Non si atteggiano a sborone, raramente le vedi cenare fuori, viaggiano rasenti e non hanno cambiato il loro modo di comportarsi negli anni.
Chi invece ha visto il proprio livello di vita cambiare, grazie alle rimesse dall'exterior, spende e spande a piene mani.
Appena il grano arriva, oltre ad essere gia' speso per pagare i debiti contratti, si sentono in dovere di comunicarlo a tutto il barrio.
Catenazze, mignotte, auto rentate o acquistate.....uno spendere a piene mani, in modo sopratutto evidente a tutto il mondo.
In pieno stile especulador.
In realta si tratta del parallelo di sempre fra chi i soldi se li suda e chi invece se li vede cadere dal cielo, fra chi sa che qua' ci facciamo un culo cosi' e chi invece “oye...para ti no es nada...”
Si tratta, in entrambi i casi, di persone abbienti che vivono nel benessere, ma mentre nel primo caso parliamo di una situazione duratura, in quanto i soldi continuano ad entrare grazie al buon lavoro, nel secondo caso si tratta, o si puo' trattare di una fiesta provvisoria e momentanea.
Nel momento in cui i parenti all'exterior si romperanno le palle di buttare i soldi in quel modo, decideranno di goderseli loro, magari venendo a Cuba una o due volte di piu' all'anno, la farandula si interrompera' bruscamente e si inziera' a parlare di “bei tempi andati”.
Generalmente, a prescindere che si faccia parte ella prima o della seconda categoria, parte del denaro viene comunque investito nella casa, considerato, a ragione, un bene assoluto, vendibile e spendibile in qualunque momento.
Si puo' essere “ricchi” a Cuba in modi differenti, cosi' come anche noi stranieri possiamo spendere il nostro denaro in differenti situazioni.
Ma questi sono altri discorsi che, forse, faremo in seguito.

P.S. La canzone che posto di Ricardo e' una di quelle che avrei voluto scrivere e magari cantare io.
La frase pricipale...."no te enamoraste de mi" l'ho usata spesso col mio solito sorriso da culo con le fanciulle a Cuba, in serate come quelle del video.
Come per dire "anche se mi dici AMOR so bene che ti piace tutto quello che ti sto' offrendo, ma anche a me va benissimo cosi'..."

giovedì 28 maggio 2015

IL BAR MARIO



Sul blog ma anche con amici, parlando di persona e/o telefonicamente ci ritroviamo abbastanza di frequente a parlare della Cuba che vorremmo e di cosa dovrebbe esserci per rendere accettabile un nostro trasferimento in pianta stabile.
Cosi' com'e' ora, a detta di molti, puo 'andare bene per un certo periodo ma poi, essendo italiani, vengono a mancare molte cose che rendono unico lo stile di vita del nostro paese.
Questo anche in periodi sostanzialmente di merda, come quelli che stiamo vivendo.
Non si tratta, quasi mai, di cambiamenti epocali, ma di piccole cose che, qualora si rendessero reperibili, renderebbero piu' piacevole il nostro vivere da quel lato del Bloqueo.
Modo di dire, questo si, che spero presto di poter eliminare, congresso americano permettendo.
Una delle cose italiane di cui, a Cuba, sento la mancanza e' un bel Bar.
Un bar vero, il bar Mario di cui parla sempre il Liga oppure il bar Sport bolognese, cosi' ben raccontato in un film bellissimo di Pupi Avati.
Premetto che non sono un beone, nel mio bar preferito, da anni, a Giaveno faccio sempre colazione, 2/3 volte la settimana bevo l'aperitivo con gli amici.
E' diventato un punto di ritrovo di amici e conoscenti piu' o meno occasionali, gente con cui scambiare 2 parole sul tempo, il calcio o la figa.
Un paio d'anni fa cambio' gestione.
Mi ritrovai esattamente disorientato come il commissario Montalbano nell'episodio in cui il proprietario del suo ristorante preferito, gli annunciava che avrebbe chiuso l'attivita'.
Per fortuna, chi e' subentrato, ha mantenuto tutte le ragazze che nel bar ci lavoravano e il clima e' rimasto lo stesso.
Cuba ha cambiato, almeno nei primi anni, il nostro modo di fare colazione.
Non ditemi che in Italia vi stafocavate di frittate unte di prima mattina.
La nostra colazione cubana e' molto simile a quella americana o a quella che vedo fare dai tedeschi qua' in zona Jesolo.
Paninazzo con tutto dentro e spriz, il cappuccino viene intorno all'ora di pranzo, orario per noi italiani considerato sacrilego per bere una simile bevanda.
A Cuba tutto si giustifica col fatto di....tirare fino a sera.
In Italia opto per una via di mezzo, cappuccino e panino al prosciutto, a Cuba....lo stesso soltanto che al posto del cappuccio ci metto il batido.
Quindi gia' solo per queste ragioni, un bar come si deve servirebbe.
Ovviamente non parlo di un bar dello stato, ci vorrebbe un bel particular, gestito da un'italiano che abbia quella classica dose di ruffianeria che ogni proprietario di locali di successo ha insita nel proprio dna.
Al pomeriggio intorno alle 18.....aperitivo.
Vino o sprizzino o traco accompagnati dalle solite cagatine da mangiare.
Ovviamente ci sarebbero i soliti italiani pezzealculo, gli stessi che impestano il web con le loro padellate di guano sull'isola, che sparlerebbero nel parque sul fatto che 2 cuc per un bicchiere di vino sono una rapina, che con una bottiglia pagata 6 cuc l'oste tira fuori 10 aperitivi e via discorrendo.
Che vadano pure a cagare...
Alla fine mi ritroverei con 4 amici, al bar che come filosofia di vita non sarebbe da buttare via.
Un bel locale, magari un dehor, tavolini da sedere, musica giusta, un arredamento che richiama il nostro paese.
Al limite anche panini ma non i soliti con la carne de puerco....via...un po' di italica fantasia.
Caffe' all'italiana e ovviamente un buon cappuccino SENZA CANNELLA!
Certo col fatto degli stuzzichini occorrerebbe stare attenti coi cubani, che se non li controlli ti mangiano anche il bancone, ma questi sono altri discorsi.
Insomma se dobbiamo esportare qualcosa, che almeno siano le cose che sappiamo fare meglio e che rappresentano le nostre eccellenze.
Un baruccio...il tramonto tunero....uno sprizzino....una con la quinta di....ehm....andiamo oltre....

mercoledì 27 maggio 2015

LA DOMANDA

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Come ho piu' volte sottolineato in questi anni, personalmente, non ho risposte da dare ai tanti che mi fanno domande, sul blog o in privato, su Cuba.
A differenza del folto gruppo di idioti che sostiene di aver capito tutto dell'isola, su molte cose, a distanza di anni, mi tengo il beneficio del dubbio.
Non ho risposte, ma domande quante ne volete...
Una che ho in mente da anni e' la seguente;
VADO A CUBA PER QUELLE DONNE O VADO CON QUELLE DONNE PERCHE' SONO DI CUBA?
Mi spiego meglio.
Ognuno di noi ha raggiunto Cuba in eta' differente, con un suo percorso di vita e un vissuto che e' strettamente personale e non mutuabile con quello di nessun altro.
C'e' chi, nella maggiore delle Antille, ha potuto avere contatti con l'altro sesso che gli erano negati in Italia.
Ci sta', ci puo' stare.
C'e' chi invece; vuoi per una certa faccia di tolla, per un minimo di predisposizione...genetica, vuoi per certi tipi di lavoro che favoriscono questo genere di incontri, a Cuba ha continuato, in modo sicuramente differente, un percorso iniziato in Italia.
Vengo da mondi; Villaggi Turistici, palestre ecc, dove relazionarsi con l'altro sesso non e' mai stato particolarmente complicato, non sono sceso esattamente dalla montagna con la piena.
Il primo giorno a Cuba, nel dicembre del 2000, al parque tunero mi ritrovai a passare accanto a decine di fanciulle che mi chiamavano (esattamente come accadeva ad altri stranieri in quegli anni) da ogni direzione.
La cosa mi sorprese ma...non mi sconvolse.
Per alcuni viaggi le donne furono il motore che mi spinse a muovermi, lo ammetto senza problema.
Donne che non creavano problemi, di bell'aspetto con le quali, per citare un noto spot, si vinceva facile.
Dopo qualche viaggio pero', il contorno, il contesto ha preso il sopravvento su questi istinti diciamo...primordiali.
Ho iniziato ad andare a Cuba.....per Cuba.
Poi certo c'erano, ci sono, le donne, ma non e' che in Italia il genere sia particolarmente carente.
Oggi posso tranquillamente dire che senza tutto il resto che Cuba sa darmi, di quelle donne, non mi fotterebbe piu' nulla.
Se le donne fossero la ragione unica dei miei spostamenti posso tranquillamente dire che ne farei a meno.
Vado con QUELLE donne dopo un viaggio di 10 ore perche' sono le donne di QUEL paese.
Anche perche', e qua' torna in ballo il vissuto personale, quelle donne hanno caratteristiche di carineria oramai difficilmente riscontrabili da noi, ma non e' che ce l'abbiano.......messa di traverso....
Voglio dire che le performance di cui sento ogni tanto parlare alla fine sono normali....in linea col resto del mondo, non e' che le cubane abbiano inventato il sesso.
E' tutto il contesto che ci porta, spesso, a sopravalutare le situazioni amorose che viviamo.
Anche il mio rapporto con la sessualita' e' differente a seconda che io sia da un lato o dall'altro del bloqueo.
Qua' ci sono 3000 cazzi per la testa, non dico che non si faccia, ma non c'e' (almeno io non sento) quella voglia di non perdere una notte che sia una.
Ho le mie cose, le mie storie ma essendo appunto inserite in un contesto problematico, sono marginali.
A Cuba, con molte meno menate a cui pensare, si torna a sorridere alle donne, a girare la testa quando passa una buona, a pensare che magari con quella col culo a mandolino.....
Noi siamo sempre gli stessi, come dicevo e' il contesto che cambia.
Giusto per fare un esempio, delle cubane che vivono in Italia non potrebbe fregarmene di meno, fuori dall'isola perdo interesse per situazioni in cui, a Cuba, farei scelte differenti.
Quindi la risposta alla mia domanda iniziale potrebbe essere che sicuramente vado con quelle donne perche' sono di quel luogo.
Senza quel luogo attorno, di quelle donne, non potrebbe fregarmene di meno.

martedì 26 maggio 2015

IL VIAGGIO CHE (NON) FARO'

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Ci sono situazioni che vorremo vivere ma che, per le piu' svariate ragioni, buon ultima una sana dose di pigrizia, non vivremo mai.
Almeno in questa vita....nella prossima vedremo.
Una di queste, che mi riprometto di vivere da anni, ma che temo di non riuscire a mettere in campo mai, e' il viaggio on the road per Cuba.
Io, il mio vecchio zaino militare e i miei eterni 20 anni.
Non e' una questione anagrafica, anche se l'eta' comincia ad essere quella del dattero e le candeline non ci stanno piu' nella torta.
Il meglio deve ancora venire, ne sono certo, ma so anche che in quel meglio ci sono altri progetti italiani e cubani che mi impediranno di fare quest'avventura.
Dopo la stagione attuale e l'inizio del lavoro nel nuovo Fitness Club, saro' a Cuba a ottobre, poi probabilmente a dicembre, febbraio e aprile ma per un tempo di 2/3 settimane ogni volta e non di piu'.
A ottobre dovro 'verificare la condizione della renta, ci sara' da fare qualche lavoretto, valutare se e' il caso, gia' da ora, di aprire un secondo quarto.
Poi saro' a Camaguey per vedere come vanno le cose nella costruzione della casa del mio amico da cui nascera' il paladar, se sara' il caso di prendere a calci in culo qualcuno che dorme...
Non e' detto che coi miei soci ci si fermi qua'...c'e' altra carne al fuoco, non saprei proprio come infilarmi nei miei jeans stracciati per dare vita a questo viaggio.
L'ultima volta che ho controllato il mio stato civile non c'erano mogli e figli ma qualcuno c'e', e anche al familion un po' di tempo va dedicato.
Se pero'.....un giorno riuscissi a mettere in pratica il mio progetto credo che partirei da Santiago per arrivare a la Habana.
Due settimane partendo dalla piu' impegnativa, anche dal punto di vista logistico, Palestina per spostarmi poi verso l'occidente, con particolare attenzione alla parte centrale del paese, ingiustamente sottovalutata.
A oriente vorrei tornare in posti che non vedo da anni; Baracoa e i suoi granchi di fiume, Manzanillo, Bayamo, Gibara e tanti altri posti.
Del centro di Cuba mi ha sempre incuriosito Sancti Spiritus.
Si ferma sempre, di prima mattina, il Viazul che mi riporta nella capitale quando ho il volo di rientro da la'.
Mi e' sempre sembrata una bella citta' moderna ed efficiente.
Poi Trinidad, Varadero, Matanzas, una puntata nella valle di Vinales, per finire nella capitale de todos los cubanos.
Un viaggio non necessariamente da fare sempre con mezzi di fortuna, un Viazul ogni tanto sarebbe anche gradito.
Una donna in ogni porto, come ogni vecchio marinaio dovrebbe fare, ma una donna che in quel porto ci resta senza averla appiccicata ai creapopoli per il resto del viaggio.
Anche questo a Cuba...e' un bel proposito non facilissimo da mettere in atto.
Mangiare dove capita, parlare con tanta gente, fermarmi in un posto in culo al mondo, un posto che non c'e' neanche nelle cartine geografiche ma in cui io possa dire “ Ecco io qua' ci sono stato e a culo tutto il resto”.
Trovare orizzonti e spiagge sconosciute, mari a colline che voglio rivedere e amici che aspettano ancora me per giocare insieme...
Mangiare pesce e mariscos in povere case, come d'altronde ho sempre fatto in questi anni, parlare del piu' e del meno con un pescatore per ore ed ore.....
Insomma il progetto c'e', chissa' che un giorno....
A seguire posto un racconto che scrissi nel 2010, dopo un 3 giorni on the road, in scooter, per la provincia tunera.
Un racconto che chiamai, in omaggio di una cosa ben piu' seria e famosa “ I diari dello scooter”.
Voi non avete in testa una avventura simile?
Ci avete mai pensato o l'avete gia' fatta?
Quale itinerario vorreste fare e con che stile di viaggio?
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Una delle cose che ho amato di piu' in questa ultima vacanza sono stati i giorni solitari on the road.
Dopo una settimana a Tunas,una settimana fatta di piscina, novia, Cadillac e le solite cose mettevo alcune cose dentro lo zaino militare,facevo dare una controllata allo scooter,il pieno di benzina e via verso una destinazione imprecisata.
Di solito stavo via 2/3 giorni, diciamo un paio di notti, mi davo una localita' come punto di riferimento, poteva essere Guaymaro,come Buenaventura come Colombia, Manati' o Puerto Padre e rimanevo in un ambito di 20 km da li'.
Partivo solo,senza menate, senza orari, senza un cazzo da fare e con non piu' di un centinaio di cuc e 3/400 pesos in mn.
Una figata pazzesca, solo, senza nessuno che rompeva i coglioni, senza donne fisse, senza nessun vincolo.
A Puerto Padre mi sono fatto il giro di tutte le spiagge scoprendo calette incredibili con un sole pazzesco.
Parcheggiavo, mi mettevo il costume ...ma potevo anche fare il bagno nudo tanto non c'era nessuno, e me la scialavo in quell'acqua fantastica.
Oppure finivo in qualche paese di campo, mangiavo qualche frutto preso in qualche chioschetto, se trovavo una bella fanciulla, passavo un ora come si deve dove capitava...ma davvero dove capitava.
Quando arrivavano le 5 del pomeriggio cercavo di arrivare in un centro un po' piu' grande per passare la notte, non guidare al buio.
Se c'era una casa de renta bene, altrimenti un posto l'ho sempre trovato, di solito ci pensava la fanciulla che trovavo, sempre con un occhio alla sicurezza, anche per questo giravo con non molti soldi in tasca.
Non saranno i diari della motocicletta, ma sono stati giorni bellissimi, da solo, dall'altra parte del mondo, completamente libero e padrone del mio tempo.
Non vi e' mai capitato di andare in giro per giorni alla cazzo senza una meta precisa e divertirvi come dei matti?

lunedì 25 maggio 2015

SICUREZZA

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Da quando ci sono stati i primi segnali di riavvicinamento, fra gli Usa e Cuba, molti vedono con preoccupazione il loro eventuale futuro nella maggiore delle Antille.
La preoccupazione per l'eventuale, e per il momento ancora remoto, arrivo di milioni di turisti americani, con le tasche rigonfie di dollari toglie il sonno a chi ha potuto, grazie a 4 centavos nel borsillo, vivere molto al di sopra del proprio standard italiano permettendosi “situazioni” che nel bel paese poteva, forse, vedere da lontano col binocolo.
La paura che certe porte si chiudano irrimediabilmente preoccupa tanta gente, ma non il sottoscritto e tutti quelli che, in questi anni, hanno seminato bene, potendo contare su una rete di conoscenze tali che oramai prescindono dal colore del nostro passaporto.
Esiste pero' una valenza che potrebbe, almeno per il sottoscritto, mettere in discussione un'eventuale futuro cubano.
Il venir meno dei parametri di sicurezza personale attuali.
Probabilmente questo potrebbe avvenire in caso di un cambio di linea, ma sopratutto di sistema politico, piuttosto che a causa di un'impennata di un certo tipo di turismo.
Avendo frequentato alcuni paesi socialisti prima del crollo, so perfettamente che la sicurezza delle persone, e in primo luogo dei turisti, era una priorita' inderogabile.
Quindi fino a quando c'e' il Socialismo, che mette al centro del proprio progetto L'Uomo, non credo che di rischi ne correremo molti.
Pero' se cambia anche il sistema politico, il rischio che l'Isola si trasformi in una sorta di Santo Domingo e' concreto, con in aggiunta tutte le problematiche di un'eventuale rientro nel paese della delinquenza cubano americana.
E' un problema sociale.
Oggi lo stato, sicuramente in modo insufficiente, assicura un minimo di livello di vita a tutti i cittadini.
Uno stipendio basso, qualche ruberia sul lavoro, el negocito messo in piedi come possibile, hanno fatto in modo che nell'isola nessuno ma proprio nessuno muoia di fame.
Ma se in una tienda dove oggi lavorano in 10, domani ci lavorano in 3 (che sarebbero quelli che servirebbero....) vuol dire che 7 saranno sulla strada.
Moltiplichiamo questo semplice parametro per tutta l'isola e ci troveremo ad avere a che fare con alcuni milioni di persone non piu' in grado di mantenere le proprie famiglie.
Questo portera' inevitabilmente ad un aumento della delinquenza, si sa che i soldi vanno presi a chi ce li ha.
I turisti e gli stranieri in genere.
Quindi assalti por la calle, policia corrotta e nessuna garanzia di portare a casa le piume.
In questi anni c'e' gia' stato un'aumento di scippi e furti ai danni degli stranieri ma, in linea di principio, uno le rogne doveva andarsele a cercare.
A un mio conoscente temba torinese, due volte a Santiago, hanno strappato la catena d'oro dal collo, ma con una catena d'oro al collo io non vado in giro neanche a S.Salvario a Torino.
Ci sono barrios nelle nostre citta' di adozione cubane che e' meglio non frequentare, se siamo da soli, sopratutto di notte.
Eppure c'e' sempre chi, a 9000 km da casa, si dimentica le elementari regole di prudenza che ci dovrebbero accompagnare ovunque.
La policia cubana magari meno di prima, anche a causa nostra, continua a cuidarci in modo particolare.
Se facciamo una vita normale e non cerchiamo rogne, Cuba e' ancora il posto piu' sicuro al mondo.
Ho girato parecchio globo e vi posso assicurare che parlo con cognizione di causa.
Certo, se appoggi la bicicletta a un muro e non la amarri te la fottono, ma la scorsa settimana sul gazzettino veneto parlavano proprio dei furti di biciclette sulla costa da queste parti.
Io giro in bici qua', ma ho tanto di lucchettazzo....voglio dire che ci sono situazioni uguali in entrambi i lati del bloqueo.
Tornando a bomba del discorso, soltanto se venissero meno queste garanzie di sicurezza prenderei in considerazione altre destinazioni.
Non certo per i turisti americani che, anzi, ben vengano.

domenica 24 maggio 2015

RAMON

Anteprima

Tratto dal libro; "Cuba;un'isola nel sole"
Ramon se ne è andato, i primi giorni di un gennaio
qualunque, stroncato da una lurida leucemia con cui
combatteva orgogliosamente da 2 anni.
Ramon era il proprietario della casa non legale dove ho
soggiornato per 2 anni nel 2004/2005, periodo in cui a
Las Tunas, nelle case de renta legali, se non eri sposato,
non potevi portare nessuna fanciulla.
Lo conobbi alla piscina dell'hotel una domenica, il
giorno preciso in cui iniziavano quei 2 anni di
pentecoste.
Ero al sole con un amico chioggiotto, discutevamo fra di
noi sul come affrontare quella scomoda situazione.
Al momento la soluzione più logica ci sembrava quella
di prendere un’ unica casa per tutti e due, dividendo la
spesa, per poi andare a divertirci in case “alternative”.
Si avvicinò a noi, con quella faccia da bandito e i non
molti denti in bocca.
Sul suo tavolo giacevano non meno di una ventina di
lattine di Bucanero defunte.
Si presento’, ci chiese se eravamo interessati ad andare
a vedere casa sua, aveva un paio di camere libere.
Ovviamente illegali.
La casa, all'epoca, non era il massimo, ma le camere
erano pulite, coi ventilatori funzionanti.
Per pochi cuc al giorno decidemmo di andare a
soggiornare, in pianta stabile, in quella casa.
Inizio cosi' una lunga e bella amicizia con questo temuto
bandolero.
Era più giovane di me, ma una vita di cerveza, ron e non
meno di 2 pacchetti di popular al giorno lo avevano
segnato.
Viveva con la sua donna, non bella ma, probabilmente,
l'unica capace di tollerare le sue scorribande dietro a
ogni cosa che sculettasse.
più volte lei, incazzata e delusa, se ne andò da casa, più
volte lui le corse dietro per farsi perdonare.
Ramon aveva il padre e la sorella nel New Jersey, i soldi
iniziavano ad arrivare.
Vacanza dopo vacanza le camere erano sempre piu’
belle.
Arrivo’ anche l’aria condizionata.
Di sera mangiavamo tutti insieme come una famiglia.
Visto che continuava a farmi pagare una miseria mi
occupavo io del cibo fornendo i soldi per la spesa alla
moglie.
Coi soldi delle rimesse e quelli che tirava su rentandosi
due e, successivamente, 3 cuarti divenne uno dei
cubani che viveva ben al di sopra della media.
Questo fu l'inizio dei suoi problemi.
Anche il proprietario della casa di sopra la nostra, casa
vendutagli da Ramon quando aveva cercato la fuga per
le Bahamas, proprio mentre i 2 governi trovavano
l'accordo per l'immediato rimpatrio dei fuggiaschi,
rentava illegalmente 2 camere.
Vi lascio immaginare il via vai di stranieri, venditori,
femmine e chulitos...
Ramon pagava chi di dovere perché’ chiudesse gli occhi,
consentendogli di proseguire il redditizio negocio.
Da giovane era stato pilota motociclistico (credo che la
sua famiglia non se la passasse male) o qualcosa di
simile.
Sbavava dietro a qualsiasi motore.
Quando rentavo lo scooter, di nascosto, mentre
dormivo, mi fregava le chiavi per scorrazzare in città a
caccia di fanciulle...
Il buon vecchio Ramon.
Quando permisero nuovamente l’ingresso delle ragazze
nelle case legali restammo in contatto, spesso
cenavamo insieme.
Un giorno, dopo 8 mesi che mancavo da Cuba, lo andai
a trovare, mi ritrovai davanti uno scheletro.
Leucemia.
Aveva già avuto, in passato, una strana serie di problemi
di salute, ma i medici non avevano riscontrato nulla di
strano. Oramai era tardi per il trapianto di midollo.
Iniziò una costosa cura con farmaci che la sua famiglia
inviava, in vari modi, dagli Stati Uniti.
Trovai lui conciato cosi' e la moglie incinta.
Visto che non aveva parenti a Cuba e che, in caso di
morte, lo stato, si sarebbe impadronito della bella casa
dove vivevano, decise di sposarla e di metterla incinta,
in modo che la casa rimanesse a lei e alla bambina che
doveva nascere.
A novembre di quell’anno vidi per la prima volta la
bimba, stessa faccia da bandolero del padre.
Lo trovai un po' meglio, erano gli ultimi fuochi.
Durante la vacanza successiva, appena arrivato a Tunas,
a fine gennaio, mi comunicarono la morte del mio
amico.
Ci misi 10 giorni per decidermi ad andare a trovare la
moglie e la bimba.
Non ce la facevo a rivedere quella casa dove ero stato
per anni cosi' bene, la casa in Lico Cruz.
Trovai la moglie che giocava con la bimba, mi vide,
venne silenziosamente ad abbracciarmi in lacrime.
Le stesse lacrime che, inaspettatamente, vidi scorrere
sulle mie guance.
Era una vita che non mi succedeva, non c’ero abituato.
Mi raccontò gli ultimi giorni e non fu in bel sentire.
Che la terra ti sia lieve Amico mio.
Non adesso, ma ci ritroveremo, prima o poi…

sabato 23 maggio 2015

LA SETTIMANA

 Risultati immagini per pioggia sul mare

Seconda settimana in zona Jesolo, settimana cominciata col gran sole e terminata con un tempo che sembra novembre.
Piove ininterrottamente da ieri mattina.
Pare che fino a fine mese, questo clima, ci tocca sciropparcelo.
Invece che braghette, maglietta e bike mi tocca girare coi pantaloni della tuta, la felpa e muovermi in macchina.
In piu' con queste giornate uggiose uno si alza gia' coi maroni capovolti.
Per il resto solito inizio di stagione coi problemi di sempre, un paio di fanciulle che avrebbero dovuto parlare tedesco in realta' lo parlano come lo parlo io.
Ieri sono arrivati i bimbi alemanni e queste arrancavano, oggi dovro' farci un salto e gia' mi immagino le occhiatacce della proprietaria....fa' tutto parte del pacchetto..
Sicuramente dovro' sostituire le fanciulle e...anche in fretta..
Ho un bagnino di 27 anni che non riesce a far funzionare la macchina per il dosaggio del cloro....a 27 anni trombavo anche gli alberi ma le nuove leve sono queste.
Ieri mi ha chiamato uno che aveva lavorato con me come bagnino ed e' di queste parti, anche in questo caso il cambio e' piu' che probabile.
Il tutto per la salvaguardia del mio organo epatico.
Non c'e' quasi gente, i Sassoni non sono pirla, visto il tempo sono rimasti a casa loro.
Hanno invece iniziato a lavorare, in ottemperanza con l'ordinanza della capitaneria di porto di Venezia, i bagnini, che, imbacuccati come sherpa tibetani, guardano il mare mosso sulla torretta sopra una spiaggia deserta.
Ho trovato una palestra dove fare un po' di mantenimento 3 volte la settimana giusto per far passare il tempo.
Speriamo cambi.

Per quanto riguarda la nostra di palestra non dico ancora Gatto per scaramanzia ma ci siamo, a fine mese ci sara' il passaggio di denaro e di consegne.
Accordo trovato con chi vende e col proprietario dei muri, abbiamo in settimana creato la nuova associazione sportiva dilettantistica, insomma dovremo proprio esserci.
Alla fine si chamera' Fly Gym....lo so...ci sono volute 4 teste (noi 3 piu' la cubanita) per partorire questo nome per una palestra dove c'e' un'aeroporto, ma non avevamo voglia di sbatterci piu' tanto, abbiamo gia' abbastanza casini.

I lavori nella casa di Camaguey, come si evince dalla foto, procedono mooooooolto lentamente.
Il mio amico, proprietario della struttura si e' reso conto che se non e' presente in loco tutto marcia con un passo in avanti e due indietro, quando sara' pronta e finita inizieremo a pensare al paladar.

Nella renta tunera abbiamo di nuovo gente, dopo una decina di giorni vuoti che hanno allarmato il familion, ho spiegato loro che siamo oramai en baja temporada a che tutto quello che si porta a casa e' oro.
Con calma ma si procede.

Il gruppo whatsapp del blog e' partito come una bomba.
Questi gruppi hanno come fattore positivo che, come sta' accadendo da noi, si aprono mille dialoghi fra gente che non si conosce, dialoghi che portano spesso ad informazioni e buoni consigli.
Pero' ogni volta che qualcuno scrive arriva un messaggio a tutti i partecipanti e visto che si e' scritto molto, di messaggi ne sono arrivati a vagonate.
Diciamo che per qualcuno che magari col movil non ha una gran confidenza puo' essere una cosa un po' eccessiva.
Chiunque volesse partecipare al gruppo, siamo ora una ventina, e ha la app, puo' inviarmi il suo numero orienteavana@libero.it

Alcuni mi chiedono come fare per postare commenti sul blog.
Semplicissimo.
Cliccate “commenti” sotto il post e scrivete quello che volete, se avete un account google postate con quello altrimenti cliccate sotto dove avete scritto il commento e selezionate “anonimo”.
Ovviamente mettere una firma al vostro commento, il vostro nome, o un nick o quello che volete voi.

 

venerdì 22 maggio 2015

LA SUEGRA



In settimana abbiamo parlato del Familion, ma non possiamo non mettere l'accento su colei, in una societa' matriarcale come quella cubana, che e' il motore pulsante di tutto il meccanismo.
La temutissima Suegra.
Ognuno di noi sicuramente ha le sue storie in materia da raccontare, storie non necessariamente cubane, ci sono situazioni che si ripetono in ogni parte del mondo.
Fra villaggi turistici, palestre e Cuba non e' che, in vita mia, di morose vere ne abbia avute molte, di conseguenza la mia conoscenza della materia e' piuttosto limitata.
Di suocere ne ricordo 2, la prima e l'ultima, fra le due un intervallo di tempo di 35 anni.
La prima avevo 16 anni e una delle prime fidanzatine di un'anno piu' giovane, se volevo portarla fuori, la domenica pomeriggio, dovevo andarla a prendere a casa.
Mi fece salire perche' i suoi volevano conoscere con chi la figlia andava in giro.
Col suocero fu facile, la buttammo sul calcio e chao pescao, mentre la suegra, diffidente come una mangusta, mi squadro come se fossi il mostro di Firenze per tutto il periodo in cui frequentai la fanciulla.
L'ultima e' quella attuale, che gestisce la renta.
E' piu' giovane di me, e' stata una bella donna e lo e' ancora conservando i tratti e le forme di un'antica bellezza contadina.
Mi sono affezionato, io che non sono proprio il massimo in questo tipo di cose, alla la sua dolcezza, al suo sorriso e al suo parlare sempre pacato.
Ogni volta che la vedo mi viene in mente una vecchia canzone di Sandro Giacobbe “Gli occhi verdi di tua madre”.
Non so come andra' con la fanciulla, neanche in queste cose sono proprio il massimo, sicuramente pero' l'amicizia che mi lega a quella gente e il negocio che abbiamo messo in piedi insieme continueranno in ogni caso.
Ci sono pero' suocere che, con la figlia, costituiscono vere e proprie associazioni a delinquere finalizzate all'estorsione nei confronti del povero yuma che arriva loro a tiro.
Quando uno straniero piomba in determinate famiglie la priorita' e' il sapere esattamente quanto dinero tiene e quanto gliene si puo' spillare in ogni modo possibile e immaginabile.
Si tengono veri e propri consigli di guerra sull'argomento.
Se il culo bianco non si dimostra.....”collaborativo” diventa subito un taccagno, uno que se cree cosa, un creente.
E' meno rischioso finire nella vasca degli squali all'acquario di Genova che capitare fra le grinfie di certe megere.
Ci sono poi suocere che fanno copia con la figlia, in formazione collaudata, por la calle.
Vestono uguale, persino la licra che, vista l'attillatezza, dovrebbe suggerirne un uso...moderato, e' parte della divisa da combattimento.
Quando acchiappano il culo bianco, lo stesso puo' optare o per la carne giovane della figlia o per quella piu' frollata della madre.
In alcuni casi questi stranieri si dimostrano dei veri e propri amanti dell'archeologia....
In situazioni piu' normali e' la figlia che solitamente si preoccupa, comprensibilmente, che una parte, magari piccola del benessere che le e' toccato grazie a noi, si riversi anche sulla madre.
Dico sulla madre perche', quasi sempre e' la sola genitrice presente, spesso il padre se ne e' andato da anni e non da' notizie di se, quando le da', solitamente, sono sempre foriere di problemi di cui farebbero volentieri a meno.
Ognuno di noi, col la propria suegra, ha instaurato il rapporto che preferisce o che cultura, carattere e vissuto personale gli hanno consentito di mettere in piedi.
Personalmente non mi dimentico mai che e' la madre di lei, ma neanche confondo la madre di lei...con lei.
Quindi va bene tutto, il regalito, l'aiutino se necessario, ma ognuno a casa sua.
Quando dico a casa sua dico....Cuba anche se comprendo, rispetto e ammiro chi si sta', come dicevamo l'altro giorno, apprestando a invitarle nel bel paese.
Che gli Orishas camminino sempre accanto a questi miei coraggiosissimi compatrioti.