venerdì 29 maggio 2015

I "RICCHI"


Pare che a quella faccenda della cruna, del cammello e dell'ago i ricchi i cubani non siano particolarmente interessati.
Intanto diventiamo ricchi, poi sono eventualmente cazzi del cammello”.
Che ci sia una classe abbiente a Cuba e' il segreto di Pulcinella, questo in barba a tutti i vari discorsi sull'uomo nuovo, il Socialismo e l'uguaglianza fra i cittadini.
Sappiamo bene che, alla fine, le cose non vanno esattamente in questa maniera.
Frequento, da 3 lustri, la provincia di Las Tunas che si gioca, con Guantanamo, la non ambita maglia nera di luogo piu' povero del paese.
Malgrado questo, anche nella capitale della scultura cubana, esiste una robusta middle class che vive di gran lunga meglio del resto della popolazione.
Sostanzialmente si tratta di sue tipi di soggetti, lasciando fuori quelli che rubano allo stato e che rientrano, di conseguenza, in altre categorie.
Le duenas delle case de renta storiche e quelli che il benessere se lo vedono arrivare, sotto forma di rimessa, dall'exterior.
Il primo caso lo conosco bene, anzi conosco bene tutte le case de renta storiche della citta'.
In 3 di loro ho soggiornato per 15 anni, prima di aprirne una tutta mia....ehm...nostra.
Hanno iniziato tutte con il cuarto che avanzava nella casa; arredamento spartano, niente fronzoli, al massimo una rumorosissima aire sovietica.
Poi, piano piano, con gli anni e il buon lavoro hanno aperto (costruendolo quando non esisteva) un secondo, un terzo e anche un quarto cuarto de renta.
Questo anche e sopratutto dopo che l'impuesta mensile e' stata portata a 30/35 cuc a cuarto, invece degli oltre 150 degli anni precedenti.
Hanno lavorato bene, non fottendo mai il cliente, trattandolo spesso (come e' capitato a me) come se fosse un figlio o comunque uno della famiglia.
Hanno saputo, negli anni, conquistarsi e tenersi una consolidata clientela, oggi in alta temporada hanno 4 cuarti pieni, con qualche desajuno e/o comida portano a casa piu' di 100 cuc al giorno.
In baja temporada, come ora, sempre 2 cuarti riescono a riempirli comunque.
Hanno investito i soldi nel negocio, migliorando sopratutto le parti comuni della casa, oltre che le camere.
Non si atteggiano a sborone, raramente le vedi cenare fuori, viaggiano rasenti e non hanno cambiato il loro modo di comportarsi negli anni.
Chi invece ha visto il proprio livello di vita cambiare, grazie alle rimesse dall'exterior, spende e spande a piene mani.
Appena il grano arriva, oltre ad essere gia' speso per pagare i debiti contratti, si sentono in dovere di comunicarlo a tutto il barrio.
Catenazze, mignotte, auto rentate o acquistate.....uno spendere a piene mani, in modo sopratutto evidente a tutto il mondo.
In pieno stile especulador.
In realta si tratta del parallelo di sempre fra chi i soldi se li suda e chi invece se li vede cadere dal cielo, fra chi sa che qua' ci facciamo un culo cosi' e chi invece “oye...para ti no es nada...”
Si tratta, in entrambi i casi, di persone abbienti che vivono nel benessere, ma mentre nel primo caso parliamo di una situazione duratura, in quanto i soldi continuano ad entrare grazie al buon lavoro, nel secondo caso si tratta, o si puo' trattare di una fiesta provvisoria e momentanea.
Nel momento in cui i parenti all'exterior si romperanno le palle di buttare i soldi in quel modo, decideranno di goderseli loro, magari venendo a Cuba una o due volte di piu' all'anno, la farandula si interrompera' bruscamente e si inziera' a parlare di “bei tempi andati”.
Generalmente, a prescindere che si faccia parte ella prima o della seconda categoria, parte del denaro viene comunque investito nella casa, considerato, a ragione, un bene assoluto, vendibile e spendibile in qualunque momento.
Si puo' essere “ricchi” a Cuba in modi differenti, cosi' come anche noi stranieri possiamo spendere il nostro denaro in differenti situazioni.
Ma questi sono altri discorsi che, forse, faremo in seguito.

P.S. La canzone che posto di Ricardo e' una di quelle che avrei voluto scrivere e magari cantare io.
La frase pricipale...."no te enamoraste de mi" l'ho usata spesso col mio solito sorriso da culo con le fanciulle a Cuba, in serate come quelle del video.
Come per dire "anche se mi dici AMOR so bene che ti piace tutto quello che ti sto' offrendo, ma anche a me va benissimo cosi'..."

18 commenti:

  1. REPUBBLICA 2012

    Il ceto medio emerge, ormai senza barriere, nell' isola dell' egualitarismo forzato. Lo ammette perfino un noto giornalista economico vicino al regime come Ariel Terrero, caporedattore a Bohemia e blogger tollerato, che ha descritto apertamente la nuova società cubana divisa in quattro diverse classi sulla base del potere d' acquisto: basso, medio, alto e molto alto. Parlare di un' alba di nuovi ricchi a Cuba è forse esagerato ma dopo mezzo secolo di persecuzione dell' iniziativa privata, di abolizione della proprietà e di massificazione della povertà uguale per tutti, le riforme economiche di Raul Castro stanno modificando la società caparbiamente imposta dal fratello e creando nuove figure consumistiche. Dai proprietari dei ristoranti privati agli affittacamere, dai medici che svolgono missioni all' estero (Venezuela, Nicaragua, Bolivia) a chi lavora nelle costruzioni, fino agli oligarchi in nuce dell' industria di Stato. Tutte situazioni già affiorate negli anni Novanta, dopo la grande carestia per la fine dell' Urss, ma che per molto tempo sono state clandestine e illegali; mentre oggi, con le licenze di Stato per chi svolge attività in proprio, sono promosse a modello per la società del futuro. Venditori di Cd o di libri, caffetterie, ristoranti, paninerie, piccole agenzie di viaggio, guide turistiche ma anche contadini liberi di commerciare i loro prodotti o famiglie con parenti negli Stati Uniti che ricevono rimesse. Un magma ancora informe che guadagna e consuma. Notava la France Press dall' Avana come nei nuovi negozi di grandi catene internazionali (Mango, Adidas, Benetton, Victorinox), che non vendono in pesos ma in valuta (i Cuc che equivalgono ai dollari), i clienti non siano più solo stranieri di passaggio ma anche moltissimi cubani. Oppure come alcuni dei ristoranti più alla moda della capitale siano frequentati per la prima volta soprattutto dai cubani. La possibilità di vendere le case, le auto usate, di intraprendere una piccola attività economica e di avere credito dalle banche hanno messo in moto il mercato in un contesto molto favorevole. Le presenze turistiche (ora arrivano anche cinesi, russi, venezuelani e messicani) hanno sfiorato l' anno scorso la cifra record dei 2,5 milioni mentre l' abolizione delle restrizioni volute da Bush sull' invio di dollari dagli Stati Uniti ha raddoppiato il budget delle rimesse: 2 miliardi di dollari nel 2011. Quanto possa essere effimera questa formazione di una nuova classe media che si regge soprattutto sul turismo e le rimesse è presto per saperlo ma l' anno scorso per la prima volta si sono viste famiglie cubane comprare pacchetti turistici per una villeggiatura nelle spiagge chic, come Varadero, o negli alberghi a cinque stelle. Altri ristrutturano l' abitazione, altri ancora la comprano nuova. La prima vittima della scommessa di Raul, la via cinese del partito unico nel mercato, sta dall' altra parte dello Stretto della Florida ed è quella parte dell' esilio cubano che impone ancora oggi la linea politica della Casa Bianca verso l' isola. L' America - dicono ormai i commentatori meno ideologici - dovrebbe accompagnare i cambiamenti in corso a Cuba piuttosto che inibirli con un embargo logoro e obsoleto.
    OMERO CIAI

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  2. Nella "nuova" Cuba i ricchi saranno sempre piu' ricchi e i poveri piu' poveri. Giuseppe

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  3. Report impeccabile...

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  4. Scusate ma per me Omero Ciai rappresenta il più bieco e cieco giornalismo anti cubano da me chiamato semplicemente capra o velinista di Miami. Saluti dado

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    1. Quando dico report impeccabile mi riferisco al post di Milco...

      detto questo, senza polemica, ľ art di Repubblica oggettivamente non mi pare scandaloso...anzi...

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    2. Alla fine sembra sempre che i giornalisti ci godano se le cose a Cuba vanno dal culo.
      Uno dei miei bagnini liguri ha portato pesto e pansotti.....vado....

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    3. di sano e vero giornalismo credo ne esista ormai ben poco...purtroppo...

      Anche noi amanti delľ Isla Grande, sottoscritto in primis, dobbiamo peró far attenzione a non cadere vittime della sindrome "solo noi conosciamo e capiamo Cuba"...

      Un punto di vista differente giusto o sbagliato che sia, in buona o cattiva fede é sempre utile per rafforzare o mettere in discussione le nostre idee...con il confronto...il dialogo...

      Estremizzando forse le nostre convizioni sono tali anche grazie a chi ci propone una diversa prospettiva...a condizione del rispetto reciproco, senza prevaricazioni...

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    4. pero' accusano Cuba di mancanza di pluralismo perche' c'e' solo il Granma.
      Provate a fare un giro fra i siti on line dei vari giornali e ditemi poi se notate delle differenze.

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  5. Santa Fè-Buongiorno hermanos, il grande Silvio Rodríguez, che è vicino ai Castro e alla revolucion, durante un tour durato 2 anni nei quartieri più disagiati ha raccolto queste impressioni in un bel video documentario che vi invito a vedere:
    https://www.youtube.com/watch?v=ccqpw_q3Icw
    Anche questa è Cuba e anche nel disagio più profondo emerge lo spirito cubano e la forza ostinata di chi non mollerà mai.

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  6. Non dimenticarti politici, faccendieri e portaborse.
    Ne conosco un a Guanabo che ha una casa da urlo...

    Simone

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    1. Questi, che pirla non sono, le case se le fanno lontani da occhi indiscreti. A Tunas, al Cornito, fuori mano, è pieno di belle case di jefes...

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  7. Ufficiale
    Cuba rimossa dalla lists Usa dei paesi patrocinatori del terrorismo.

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  8. Parlando di musica....escludendo quella Cubana....a me viene sempre una grande nostalgia quando risento...l'Italo-dance(Gigi D'Agostino,ecc...) A fine anni 90,a Cuba,andava di brutto....sembrava di essere in una discoteca Italiana....con un piccolo particolare....eri al Johnny o al Comodoro....!! blanco79

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  9. Personalmente credo che quel tipo di musica in quel tipo di discoteche non sia stata una grande conquista....ma forse sono io che sono un nostalgico.

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