giovedì 14 maggio 2015

LA BICICLETTA

 Risultati immagini per BICICLETTE A CUBA

Il mezzo di trasporto per antonomasia dei cubani, e' sicuramente la bicicletta.
Ho visto gente cavalcare qualunque cosa che avesse due ruote e due pedali.
Il classico del genere e' la bicicletta cinese.
Pare che, in pieno periodo especial, la Repubblica Popolare dono' un paio di milioni di queste biciclette a Cuba.
La bicicletta china la si riconosce per la sua estrema semplicita'; un telaio molto fine, due ruote e due pedali.
Niente cambio, nessun fronzolo particolare.
Una bicicletta a Cuba puo' cambiare la vita di una famiglia.
Spesso il lavoro e' a km da casa, i trasporti sono quelli che sono, di conseguenza la bicicletta e' un vero salvavita che permette di accorciare i tempi di percorrenza delle distanze.
Col tempo sono state immesse sul mercato altri tipi di biciclette, quasi sempre anche queste cinesi, pero' col cambio.
Diciamo che, con una certa fantasia si possono considerare, a una prima occhiata, vagamente simili alle nostre.
In realta' si tratta di porcherie assolute.
Ne comperai una anni fa, la piu' cara che trovai in una tienda in divisa, se non ricordo male mi costo' quasi 300 cuc.
Dopo una settimana il cambio entrava quando voleva, i pedali si staccavano e il sellino era un'impresa riuscire a alzarlo o abbassarlo.
Esiste, almeno a Las Tunas, tutto un fiorente mercato di bike occidentali, italiane o tedesche, che, negli anni i culi bianchi di turno, hanno portato nel paese.
A Tunas il boss di questo tipo di commercio era, anni fa, un certo “conejo” che viveva di fronte al terminal dove si prendeva il Viazul.
Ovviamente il nome derivava dai dentoni anteriori sporgenti.
Andavi da lui e ti rimediava...quello che aveva, quando a me serviva, ovviamente, non aveva nulla.
Oppure vai di fronte al mercato ortofrutticolo e puoi trovare decine di biciclette in vendita.
Essendo un mezzo di trasporto cosi' diffuso e' anche uno di quelli piu' rubati por la calle.
Non puoi lasciarla un'attimo in giro senza amarrarla, che te la fottono.
Una buona bicicletta e' in cima alle richieste di ogni fanciulla che si rispetti, salvo poi ricevere la classica telefonata o correo in cui venivi informato que “ahi...me la rubaron los ladrones”.
In realta la maggior parte delle volte e' la fanciulla che ha effettuato la vendita in momenti di magra, inventandosi poi, per giustificare l'assenza del mezzo, il ladrocinio.
Una bicicletta e' una sorta di bancomat e non solo a Cuba.
In Italia il furto di questo mezzo di trasporto e' aumentato in modo esponenziale.
A fine scritto, posto cio' che ha riportato Linus nel suo blog riguardo ad un furto di bicicletta, a cui ha assistito, nel pieno centro di Milano.
Dicevo che e' un bancomat perche' a Cuba una bicicletta si vende subito, c'e' sempre qualcuno che ne ha bisogno e la sta' cercando.
In Italia...uguale.
Chi fotte una bella bike da 2000 euro la puo' rivendere a brevissimo giro a 300/400 euro, un compratore lo trova seduta stante.
Chi ha una bike di valore non la tiene oramai quasi mai in garage ma, come avviene a Cuba, la porta in casa e la piazza nel salotto buono.
In tutte le nostre citta' ci sono luoghi in cui la domenica mattina si ritrova gente che vende e compera biciclette, quasi sempre di dubbia provenienza.
Ne possiedo 3, un paio di discreto livello e una un po' piu' da battaglia.
Da anni mi ripropongo di portarne a Cuba una ma al momento di partire mi sale la carogna sulla testa e mi evito lo sbattimento di smontare la ruota anteriore, sgonfiare le gomme, togliere i pedali, imballare ecc.....
Anche se laggiu' servirebbe, la fanciulla ne ha una datata (il Peugeot....) che viene utilizzata a turno dai componenti della famiglia.
Se la compro' criando e vendendo due puerquitos nel corral di casa qualche anno fa.
Ieri ne ho caricata una in macchina e me la sono portata qua' in Veneto, dove spero di usare il carro il meno possibile.
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Ieri a pranzo ho mangiato un panino al bar sotto la radio, seduto fuori, a due passi dall’incrocio.
Un via vai continuo di persone di ogni tipo, prevalentemente donne, prevalentemente al telefono.
La classica pausa pranzo di ogni zona ricca di uffici.
Arriva un tipo più o meno della mia età, completamente vestito da ciclista, che appoggia la bici a lato della porta del bar. Ovviamente lo noto. Noto lui, la sua bici, tutti i particolari.
Poi me ne dimentico, distratto dal panino che nel frattempo è arrivato e da altre donne al telefono.
Chissà cosa avranno da dire.
Mi ricordo della bici quando la vedo andar via, sotto il culo di uno che no, non è quello di prima: non è vestito da ciclista e non ci sa neanche tanto andare, visto che lo noto proprio perché quasi si stampa contro il marciapiede di fronte.
Il tempo di collegare tutte le sinapsi e corro dentro al bar: mi scusi, le stanno rubando la bicicletta!
Il tipo corre come un pazzo, col panino in mano e la tutina da ciclista, ma ormai non c’è più nulla da fare.
Proprio ieri, parlando con una mia amica alla quale avevano appena rubato la bicicletta, avevo cercato dì consolarla con un veloce calcolo dal quale risultava che finora me ne hanno rubate almeno sette. Almeno.
Dalla Roma Sport di quando avevo tredici anni alla Tarmac presa dal garage.
Adesso la tengo in salotto.

23 commenti:

  1. ...ed in linea teorica vista l' importanza del mezzo a due ruote dovrebbero pure curarle e custodirle come un tesoro...

    invece compra un bicicletta oggi, lasciala ad un familiare per 6 mesi (che poi la ripresterà a tutto il familion...) e vedrai come te la ritrovi...

    Conosco un paio di amiche (cubane...il che la dice lunga...) di mia moglie che quando partono da Cuba smontano la bici e "la esconden en le escaparate con el candado" per esser sicure si non aver buttato i soldi dalla finestra...

    io continuo a preferire la bicicleta china...minimale, resistente...e neppure troppo scomoda...

    Freccia

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    1. Dipende, la famiglia tiene la bici come fosse una Ferrari. È il loro solo mezzo per muoversi. Al padre sul lavoro hanno dato un sidecar. Lo tiene in garage e si vende la dotazione mensile di benzina. Devono pur vivere.

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  2. Io uso solo la bicicletta a Cuba. Stefano

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  3. Se a qualcuno può interessare il tipo di Torino che è fuggito qualche mese fa con i soldi dei biglietti falsi ha avuto la brillantissima idea di rifugiarsi a Baracoa a casa della famiglia.In rete circola pure l'indirizzo esatto.

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    1. Può essere amico mio ma chi ha pubblicato su un forum l'indirizzo è uno dei più grossi idioti in circolazione. Non so quanto sia attendibile

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    2. Ciao,
      chi sarebbe l'idiota in questione?Tanto per stargli alla larga......

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    3. Lascia stare. Atteniamoci alle notizie vere e non al chisme riportato

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    4. Visto che a Cuba lo stanno cercando, perchè oltre che i biglietti ha dato qualche visa non proprio regolare, dove si trova questo indirizzo? Comunque ci credo poco che è entrato a Cuba senza problemi Grazie Beppe.

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    5. Non ne ho idea. Sicuramente non qua' sopra.

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  4. Santa Fé- Non sò se sia attinente ma visto che si parla di bici..FORZA ARU!!

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    1. L'ho salutato in palestra un mese fa
      Per la cronaca sto'piazzando gli ombrelloni in spiaggia, sempre dare l'esempio
      Quanto mi mancava tutto questo. . .

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    2. Quanto ti invidio vecchio lupo di mare...eee tra un po' su quei lettini si sdraieranno olandesine...tedesche...svizzerine...

      Io invece sono chiuso in una stanza per riunione con alcuni alienati...ragazzo fai tu...

      Freccia

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  5. Nel pomeriggio vado in acqua coi bagnini a piazzare i corpi morti. Poi a Venezia a prendere le ragazze che arrivano per un altra struttura

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  6. DA HABITAT

    La bicicletta, mezzo di trasporto che assume connotazioni differenti in base al luogo dove si trova, alla cultura di cui fa parte e agli utilizzi che ne vengono fatti. La bicicletta ha una storia e una specificità territoriale che molto spesso non vengono valorizzate se non del tutto ignorate.
    Abbiamo visto come in alcune società la bici sia un oggetto agognato e irragiungibile. Proseguendo in un immaginario continuum spazio-temporale e andando al lato opposto, si annoverano casi in cui la “due ruote” è addirittura imposta dalla contingenza. Mentre le donne afgane e chissà quante altre in altre parti del mondo sognano di poter pedalare, per alcuni individui la bicicletta non è né una scelta, né una moda, né uno sport, né tanto meno un hobby ma l’unico modo per potersi spostare, il solo mezzo di trasporto che possono possedere. È questo il caso di Cuba, l’isola caraibica in cui la bicicletta sta riprendendo faticosamente a diffondersi da poco più di un ventennio.
    Attenti allora a non definire la mobilità cubana “alternativa”, perchè di alternativo non ha nulla. A parte la facile ironia che si può fare sull’utilizzo dei termini, dalle immagini che provengono da quei luoghi meravigliosamente belli, si intuisce che si tratta di una mobilità senz’altro molto creativa nei mezzi e nelle intenzioni. Uno shortfilm dal titolo “Havana Bikes” può aiutarci a capire perchè e può spiegarci molti aspetti socio-culturali che ruotano intorno al rapporto tra i Cubani e la bicicletta.
    Le immagini raccontano di una vita certamente povera economicamente ma ricca di passione e poesia, in cui non è proprio pensabile sprecare o buttare via nulla.
    L’embargo statunitense, attualmente ancora in vigore, e il controllo dell’informazione da parte del governo hanno senza dubbio contribuito a fare dei Cubani un popolo molto più che fantasioso, che si arrangia con quel poco che ha a disposizione e fa di necessità virtù.
    Storicamente, la bicicletta a Cuba fu molto presente negli anni ’50 del secolo scorso grazie al forte contributo della Cina. L’embargo commerciale ed economico che ebbe inizio con la Guerra Fredda fece della bicicletta l’unico mezzo di trasporto. Il trasporto pubblico era praticamente inesistente anche perchè non sarebbe stato possibile alimentarlo in quanto la maggior parte del petrolio mondiale era già da allora sotto il controllo statunitense. Il petrolio risultava comunque un combustibile troppo costoso per un paese così povero e con una valuta molto debole. La bicicletta fu quindi destinata a scomparire lentamente proprio a causa dell’isolamento che non permetteva l’arrivo nemmeno dei pezzi di ricambio. Nel suo eclissarsi la bicicletta lasciò però molti ciclisti e molti estimatori.
    Negli anni ’90, con la caduta del Blocco Socialista, la bicicletta ricominciò a riapparire e a diffondersi. Attualmente la bici a Cuba ha molti utilizzi soprattutto in ambito lavorativo: dai taxi, al trasporto di frutta, alla vendita dei fiori. La bici si è adattata ad ogni bisogno. Ciò che è più interessante è che attualmente non esistono officine di stato. Il settore è totalmente affidato all’iniziativa privata. Le officine risiedono infatti nelle abitazioni dei cittadini e chi vuole ha la possibilità di vendere la propria bicicletta in cambio di denaro, caso del tutto anomalo nello stato cubano.
    Anche se la situazione sta cambiando, per i Cubani la bicicletta rimane sempre una necessità e un bene difficile da reperire, per questo esistono associazioni che forniscono biciclette soprattutto ai giovani come ad esempio, Bikes for Cuba
    Bici come simbolo di libertà e liberazione e bici perchè non esistono alternative. In tutti e due i casi la bicicletta regala sempre e comunque emozioni

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    1. Faccio una piccola premessa.
      Sono un fanatico delle bici e delle varie discipilne ad esse associate.
      Quando sono a Cuba faccio minimo 25 km al giorno in bici. A volte arrivo a 90 ( manatì ida y vuelta).
      La bicicletta e' da sempre il mezzo di trasporto piu' economico non solo a Cuba ma anche in altri paesi.........
      negli anni ho portato già 2 bici a Cuba. A parte il prezzo della tratta di 60 euro la prima volta e 75 l'ultimo viaggio sempre con Blue Panorama, la bicicletta e' un bene che entra nel paese che e' obbligatorio dichiarare. quindi la dogana dovrebbe..... farti pagare 50 CUC per la bici.
      E qui si apre un mondo a parte. Piccola propina al tizio di turno che te la fa passera per molto meno. oppure fai finta di niente la prendi e ti alleghi ai gruppi turistici numerosi; a volta va bene a volte no.....
      Sono d'accordo un po' su tutto quello che e' stato detto dai Voi amici del Blog. Alcuni le mantengono bene. atri se ne fregano mai poi "piangono" ripensando che era veramente meglio averla che debaratarla.
      In tutta onesta' ho sempre curato le due bici che avevo. adesso una l'ho regalata ad un ragazzo che fara' la scuola di meccanico.
      vediamo come va'.
      Anche vicino alla funeraria v'e' un ragazzo che vende bici.
      Anche diero allo stadio "J. A. Mella" c'e' un ottimo meccanico a cui quasi tutti gli studenti che ritornano in patria vendono le bici ( e che bici !!!).
      prezzi proibitivi per un Cubano.
      Consiglio cmq a tutti di comprarsi una bici masomenos buona direttamente a Cuba.
      Il rapporto costi/benefici non volge a favore dell'acquisto in Italia delle bici ed relativo trasporto a CUba.


      Fabio BS

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  7. Fabio infatti se mi decido a portarla la userò per allenarmi e non come mezzo di trasporto

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  8. Certamente girare in bici senza luci, di notte, sulla caretera è da inconscienti ma, come mi disse un cubano anni fa: Cuba termina donde empieza la lógica, equindi su l'isla è una cosa normale.
    Un po di tempo fa ho voluto provare a percorrere un tratto di superstrada con la bici da corsa, ma non avevo calcolato la lunghezza delle gallerie. Ad un certo punto sono stato fermato dalla patrulla e i caramba mi hanno detto che stavo rischiando molto. Per mia fortuna ero ero arrivato quasi all'uscita del tunnell e stavo per immettermi su una strada secondaria, quindi mi hanno lasciato andare.. P68

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  9. Pedro tu sei sicuramente il ciclista ufficiale del blog!

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  10. E' un onore detto da uno sportivo P68

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  11. Lo hai più incontrato Fabio Aru ?P68

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  12. Circa un mese fs in palestra. La morosa lavora al desk

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