domenica 17 maggio 2015

UNA NOTTE COSI’

 Risultati immagini per cuba di notte

TRATTO DAL LIBRO "L'ALTRO LATO DEL BLOQUEO" Finalmente il grande giorno e' arrivato.
E' un inverno freddo, uggioso.
Il lavoro va' cosi' cosi',il mondo sembra andare in senso contrario
da come ci aspetteremo.
Non importa, è ora di andare a Cuba.
Si inizia una settimana prima a mettere cose in valigia, un
regalino, un presente, un pensiero....
Finalmente arriva la mattina della partenza.
La notte e' passata con poco sonno tanta e' la voglia di partire.
E' sempre cosi'.
Non importa se si hanno alle spalle 2 o 20 viaggi, le sensazioni
sono sempre le stesse.
L'autostrada per Milano, l'uscita per Malpensa.
Il solito parcheggio, il breve viaggio col pulmino per arrivare al
terminal 2.
Se non si ha il biglietto dell'aereo e si vola con un charter si cerca
l'area gruppi per ritirarlo.
Si butta un occhio al movimento, solite cubane con gli occhi tristi,
soliti italiani male assortiti.
Una volta mollato il bagaglio al check e' il momento dell'ultimo
caffe' al bar.
Quindi l'attesa, leggendo il giornale e godendosi la
trasformazione delle cubane che, lontano dai mariti, ritrovano
l'antica vena.
Il volo e' sempre il solito, con la speranza di non finire accanto a
un bambino frignone o a un enorme Mami.
L'arrivo, l'applauso al pilota e poi, come una faina, rapido
all'immigration.
Solita faccia seria del tipo nel gabbiotto, solite domande e solito
augurio di buona vacanza.
Si attende il bagaglio buttando l'occhio verso l'uscita a quei
maledetti tavolini per il controllo del contenuto delle nostre
valigie.
Arrivato il bagaglio ci si intrufola in mezzo a un gruppetto che
esce in modo che l'ultimo controllo passi senza problemi e
finalmente....Cuba.
L'assalto dei taxisti.
Il mercanteggiamento fino a quando non trovi chi ti porta a una
cifra accettabile.
Il viaggio in taxi, attraversando il campo cubano.
Dopo mesi di Italia e' un emozione forte.
Rivedere quelle case, la gente che rientra dopo un giorno di
lavoro, i ragazzini a dorso nudo che prendono a bastonate una
pietra fino in seconda base.
Le innumerevoli biciclette, i carretti, le ragazzine con le divise
immacolate, i macheteros che tornano a casa sporchi e sudati,
con lo strumento di lavoro appeso alla cintura.
La gente sull'uscio di casa, senza un cazzo da fare, guardando il
mondo che passa davanti.
Finalmente la citta'.
I brividi riconoscendo le piazze, le strade, i negozi.
Ci si accorge che non e' cambiato nulla, che tutto e' esattamente
come lo avevamo lasciato, come doveva essere, come ce lo
aspettavamo.
La nostra casa de renta, la proprietaria in carne che ti abbraccia
sorridente, la tua camera e pochi minuti dopo...lei che arriva
trafelata.
Ti racconta che ti ha aspettato per mesi accanto al telefono, che
non e' mai "salita" neppure una volta, che ha sempre e solo avuto
te per la testa.
Sorridendo guardi le sue Nike fiammanti, nuove..nuovissime e ti
accorgi che alla fine non ti importa nulla di tutte le mentiras che
puo' raccontarti.
Lei e' li'.
Bella come il sole.
Tutta per te.
Fuori c'e' la notte cubana, la notte che hai sognato nei lunghi,
noiosi, giorni d'inverno.
Hai la consapevolezza che la felicita' forse esiste.
Quei seni ambrati grandi e duri premuti contro il tuo petto ne sono
una prova.
In fondo non c'e molto di meglio al mondo di una notte cosi

7 commenti:

  1. Ragazzi. Ieri sono andato all'expo. Bellissimo. Vale davvero la pena. Tutto organizzatissimo e pulitissimo. Abbiamo fatto un ottimo lavoro. Ci tornerò perché x vederlo tutto ci vanno due o tre puntate. Nota a margine: lo stand di Cuba era chiuso. Pare arrivino la prossima settimana con solo un mese di ritardo. Non cambieranno mai...

    Simone

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  2. Voi che potete andateci...io son qua' a tirare il carretto....

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  3. Guarda Milco, se prima di dicembre riesci a prenderti una giornata cerca di andarci.
    E' davvero un melting pot di idee, razze e costumi. In italia non capiterà più una cosa del genere per anni.
    L'architettura degli stand lascia allibiti. La topa che gira pure...

    Chiaro che 10 ore sotto il sole tra camminate e code lasciano il segno (ti sto scrivendo dal letto...)

    Simone

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  4. Ho fatto un voto....non parlo di calcio fino a fine campionato...
    Si e' vinto....ma ho fatto un voto....

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  5. I tuoi racconti mi fanno sempre salire l' añoranza, per quel teatro a cielo aperto che è Cuba oppure come diceva quell'altro,: se Eduardo fosse stato a Cuba, chissà quanto commedie avrebbe scritto.P68

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  6. Forse le stesse.....dicono che Napoli sia' l'altra faccia de La Habana.

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