martedì 30 giugno 2015

ALTERNATIVA AL MATERASSO


  Colui che si volge a guardare il suo passato, non merita di avere futuro avanti a sé.

Un blog, anche tematico come il nostro, ha la necessita', per essere credibile, di stare come dicono quelli bravi, sul “pezzo”.
Molte volte situazioni, che si verificano in altre parti del mondo, possono avere una corrispondenza o comunque uno o piu' punti di contatto con noi e la nostra isola.
Starete sicuramente seguendo cio' che sta' avvenendo in Grecia.
Banche chiuse, bancomat che, quando erogano, lo fanno non oltre i 60 euro giornalieri a persona, il paese oramai sull'orlo del fallimento.
A tutto c'e' una causa; pare che i greci stiano reagendo con orgoglio a questa situazione, orgoglio che non ho mai constatato nei 7 mesi in cui lavorai in quel paese.
Leggevo che fino a poco tempo fa, ma la cosa continua anche oggi, la maggior parte di loro andava in pensione molto presto e col calcolo della stessa basato sugli ultimi anni di stipendio, com'era da noi anni fa, prima che il governo Dini modificasse questo stato di cose.
Ora hanno tagliato tutto ma la popolazione greca, percentualmente, e' piu' vecchia rispetto al resto d'Europa, di conseguenza ci sono troppi pensionati e lo stato non riesce a stare dietro a tutti.
L'ho detta in modo semplice, ognuno di voi puo' approfondire come meglio crede.
Tsipas si sta' rendendo conto che non potra' mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, che oramai i paesi non li governano piu' i politici, di qualunque colore siano, ma la BCE e le banche.
Non commettiamo pero', tutti noi, l'errore di pensare che la Grecia sia lontana e che da noi tutto questo non possa accadere.
Grillo, non so quanto con ragione, afferma che l'Italia e' fallita nel 2011, ma che siamo talmente indebitati che l'Europa non puo' permettersi un paese come il nostro col culo a terra.
Di sicuro e' che, fino ad oggi, siamo stati uno dei paesi che ha aiutato non che e' stato aiutato.
Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Cipro hanno beneficiato pesantemente degli aiuti europei, non l'Italia.
Detto questo immaginiamoci di andare al bancomat e trovarlo inattivo, di andare in banca e trovarla chiusa.
La banca e' ancora il posto giusto dove tenere i nostri denari?
Personalmente, da circa un'anno, ho iniziato a spostare qualcosa in altre location, in modo che, se capitasse una cosa simile non mi ritrovero' palmao, ma avro' a disposizione, subito, una somma disponibile senza dover fare ore di coda, penose, davanti ad un bancomat.
Una soluzione potrebbe essere la Residenza Permanente a Cuba.
Ci si apre un conto intestato solo a noi e dove solo noi possiamo operare e si inizia a metterci dentro del denaro.
Come?
Ognuno trovera' il suo modo, non e' certo fra le prerogative di questo blog indicare sistemi per esportare capitale o per atti non in linea con le leggi vigenti nel nostro paese.
Non parlo di milioni di euro, ma di qualche migliaio o decina di migliaia.
Denaro messo al sicuro da questo incerto presente, trasferito in un paese che, fra le altre cose, non ha relazioni di “collaborazione” bancaria o fiscale con altri paesi.
I nostri denari potrebbero restare la', tranquilli e al sicuro anche da avide mani...istituzionali.
Puo' essere una buona alternativa al sempre amato e, oggi tornato di moda, materasso.
Mettere i soldi in banca qua' e' oramai diventato un rischio, se dovesse succedere cio' che sta' avvenendo in Grecia, ci ritroveremo a sgomitare per poter ritirare i pochi soldi non per i vizi ma per la sogliola limanda.
Puo' essere un'idea, magari bizzarra, ma se abbiamo in mente un futuro a Cuba non la butterei in mare a prescindere.
Il futuro si disegna incerto e con poche certezze, senza fare il catastrofista da 4 soldi, non e' eresia affermare che quello che abbiamo oggi in mano non e' detto che sia a nostra disposizione anche domani.
Cuba, e la situazione che ho indicato, possono essere una valida alternativa per poter essere padroni del nostro denaro e del nostro destino.
Prima che sia troppo tardi.

P.S.Oggi e' il giorno della Dead Line indicata da Cairo oltre la quale i big non saranno piu' venduti.
La parola del madrogno vale quello che vale, ma a tutt'oggi Darmian, Glik, Maksimovic e Bruno Perez sono ancora qua'.
Nessuno di loro e' in scadenza di contratto e nessuno ha chiesto di andarsene.
Se Cairo li trattiene diventera', a pieno titolo, il Pontefice Urbano I.

lunedì 29 giugno 2015

PALMAO


"A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio."

In oltre 15 anni di frequentazione di terra cubana credo, in almeno 3 episodi, ma probabilmente sono di piu', di essermi guadagnato qualche punto per non finire, una volta passato a guardare le margherite dalla parte della radice, a giocare a briscola tresette con Satanasso in persona.
Episodi che mi sono venuti in mente giorni fa quando, un'amico rientrato da Tunas, mi ha raccontato che uno di coloro che aiutai anni fa si e' rimesso in casini evitabili.
Il primo di questi episodi risale almeno a 7/8 anni fa, degli amici napoletani mi chiesero la cortesia di tenere d'occhio un loro paisa' che avrei trovato nell'altro cuarto di una delle case de renta storiche che frequentavo.
Purtroppo o per fortuna il mio lavoro, fatto di gente, mi porta a riuscire a dare un prezzo a una persona 5 minuti dopo che ha iniziato a parlare, mi sbaglio di rado.
Il tizio, appunto in 5 minuti, mi racconto' la sua vita, era stato di qua' e di la', aveva fatto questo e quello, sapeva praticamente tutto di ogni parte del mondo ed era, ovviamente, pieno di soldi.
Iniziai a maledire in silenzio gli amici che mi avevano chiesto la cortesia di cuidarlo.
La sera andiamo in disco, ovviamente dopo un'ora e' gia' ubriaco marcio, a fine serata raccatto' un troione che conoscevo bene.
Una tipa da non prendere in saldo, una che i suoi 50/60 li voleva comunque e sempre.
Vado in branda e dormo come un sasso, al mattino la duena mi racconta che di notte e' successo di tutto.
Il tipo pare che dopo l'ambaradan abbia allungato un bel 10 cuc alla fanciulla, che a quel punto ha iniziato a lanciare tutti i suppellettili che aveva sotto mano.
E' intervenuta la duena col marito calmando la fanciulla, che ha minacciato il fenomeno italiano dicendogli che il i fratelli e i cugini avrebbero risolto la cosa.
L'italiano, per la paura, per due giorni non usci' praticamente di casa, alla terza sera in disco andai a parlare con la fanciulla, ancora incazzata come una biscia, le allungai 20 cuc, che poi mi feci ovviamente ridare dello scienziato, a chiusura della “vertenza”, la cosa si risolse in quel modo.
Ancora aspetto un “grazie”.
Altro episodio in un'altra casa de renta storica, conosco un ragazzo giovane che era arrivato, giorni prima, con due suoi cugini, tutti veneti.
Avevano litigato e i cugini lo avevano sfanculato al suo primo viaggio a Cuba.
Il giovane aveva trovato una fanciulla che per 70/80 cuc, cadauno, gli aveva fatto comperare, direttamente dal pittore, dei quadri che normalmente si trovano a 15/20 cuc por la calle.
Ovviamente molta proprina era passata di mano.
La cassa comune la tenevano i cugini, con cui non si parlavano piu', lui era agli ultimi 3 giorni di vacanza e non aveva neanche piu' i soldi del taxi per Holguin.
Ovviamente, finiti i pikiklini la fanciulla si era eclissata adducendo come motivo la madre malata....
Gli prestai un centinaio di cuc che mi restitui', con un bonifico, appena rientrato in Italia, e un paio di sere feci cucinare la duena per tutti due, pagando io la comida.
Terzo episodio, un calabrese che conoscevo da tempo e che aveva la nefasta abitudine di, appena arrivato a Cuba, consegnare tutto il denaro che aveva con se per la vacanza, alla novia e alla madre, in modo che lo cuidassero e lo gestissero.
Quando aveva bisogno di qualche soldo chiedeva....
Giuro che e' tutto vero.
Un bel giorno, la novia gli racconta che sono venuti a rubarle in casa e che i soldi erano spariti.
Anche in quel caso era a fine vacanza, anche in quel caso gli prestai quello che serviva per arrivare all'ultimo giorno.
Per fortuna, come nel caso precedente, la casa de renta l'avevano pagata appena arrivati per tutto il periodo.
Pochi giorni dopo il mio rientro in Italia mi arrivo' un versamento sulla postapay della cifra prestata.
Giusto per chiarire non ho fatto nulla di speciale, molti di voi si sarebbero comportati nello stesso modo ma e' incredibile come ci sia gente che viaggia, per il mondo, senza una carta di credito, un bancomat, una ricaricabile e che riesca a gestire cosi' male il proprio denaro da rimanere impantanata in situazioni simili.
Davvero i passaporti sono dati con troppa, ingiustificata generosita'.

domenica 28 giugno 2015

L'INSEGNA



Uno dei miei due soci, rigorosamente con la maglietta del Che, ha piazzato la nuova insegna della palestra che riaprira', con la nostra nuova gestione, il 30 agosto.

FATTI, NON PUGNETTE!

DEPORTE


 
"Il rugby è il modo migliore per tenere trenta energumeni lontano dal centro".

Dopo qualche settimana di riposo, riapre questa piccola rubrica domenicale dedicata al deporte.
Riapre con l'ennesima porcheria legata al calcio e al suo mondo oramai, in buona parte, corrotto.
Avrete letto di Pulvirenti e di come sia riuscito a salvare il Catania a botte di partite comprate.
Quello che noi sappiamo e' la punta di un iceberg.
Il caos e' scoppiato perche' il presidente etneo, a seguito di minacce ricevute dai suoi tifosi, aveva chiesto alla digos protezione, cosi' si e' ritrovato col movil messo sotto controllo.
Per questa ragione, casuale, si sono scoperti tutti i casini che stava combinando.
Ho letto che sono inquisiti alcuni giocatori di squadre di B, solitamente uno per squadra e gia' qua' la cosa e' curiosa.
Chiunque abbia giocato a pallone sa benissimo che non basta un giocatore per perdere appositamente una partita, minimo ce ne vogliono3-4.
Sicuramente, per salvare la B, saranno insabbiate molte situazioni e molte squadre che hanno fatto come il Catania saranno salvate per il quieto vivere...ma andiamo avanti.
Pirlo e Tevez hanno lasciato la squadra di Mughini; l'addio del secondo e' un problema mentre Pirlo non mi pare abbia scatenato, con la sua partenza, suicidi di massa.
La sua ultima stagione, tolta qualche punizione, l'ha trascorsa camminando per il campo, perdendo una quantita' industriale di palloni potendo godere di un'immunita' dovuta alla sua straordinaria carriera.
Gli anni passano per tutti, anche per i grandi.
Il Milan, grazie ai mister Bee di turno, doveva spaccare il mondo, invece pare che i fondi, non illimitati, per fare mercato continui a metterli il condannato di Arcore.
Sicuramente Sinisa e' una garanzia ma se non gli comperano giocatori veri potra' fare poco.
Mancini, il piu' grande allenatore di giornalisti al mondo, continua a far comperare giocatori ai suoi dirigenti, vedremo se sara' anche in grado di portare qualche risultato, cosa che fino ad oggi si e' ben guardato dal fare.
Girano cifre folli, 40 milioni per il negher preso dall'Inter, quasi 40 per Dybala, 20 per Bertolacci (?)....mi pare che siano diventati tutti pazzi.
Chi non e' impazzito e' il nostro mandrogno che sta' lavorando bene; 2.5 milioni per Avelar, 3 per Acquah, 1.5 per l'Islandese, 3.5 per il riscatto di Benassi piu' il prolungamento di Molinaro e Castellazzi.
Mancano ancora almeno 3 giocatori e almeno 2 big ci lasceranno, uno sara' Darmian che rimpiangeremo come uomo e come calciatore, se andra' a Napoli spero che arrivino Jorginho e Zapata oltre che palanche.
Per il momento sono contento di quanto abbiamo fatto, Cairo disse che oltre il 30 giugno non avrebbe piu' venduto nessuno ma credo sia l'ennesima palla che ci ha rifilato.
L'Under 21 e' stata cacciata fuori dagli europei di categoria dimostrando, una volta di piu', che il nostro calcio e' in crisi profonda.
In Copa America il Brazil eliminato dal Paraguay dei vecchietti terribili, davvero questa generazione di verdeoro e' Neymar e poco altro.
I giocatori di Rugby sono tornati in ritiro in vista dei mondiali, ritiro che avevano abbandonato quando il presidente federale aveva osato proporre dei premi in funzione dei risultati, invece che assicurati comunque a prescindere dalle figuracce in campo.
Questa e' l'Italia, paese in cui la meritocrazia oramai e' un optional.
Se i giocatori inglesi o francesi per non parlare degli All Blacks avessero osato fare una cosa simile, li avrebbero cacciati a vita con ignominia.
Valentino continua a stupirci e a divertirsi, in un'eta' dove non dovrebbe piu' dimostrare nulla a nessuno, continua a vincere e a fare sportellate con chiunque arrivi a tiro.
Inizia Wimbledon, speriamo in Camila (che gli Orishas la mantengano sana e linda) che sull'erba vale le prime 10 al mondo.
Nibali, sotto il Sacro Colle di Superga si e' confermato campione italiano di ciclismo, dopo una brutta annata, finalmente un raggio di sole.
Sassari vince per la prima volta il titolo di Basket dimostrando che in quello sport non si vince solo coi milioni ma anche con tanta passione
P.S. Sempre Mods

sabato 27 giugno 2015

BEAGLE

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"Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni."

Inizio il post con un'adeguato aforisma di Oscar Wilde, nelle prossime settimane ne postero' uno al giorno, male non ci fara' di sicuro.
Alla fine dopo ben 4 anni di assenza, la mia casa sara' allietata dall'arrivo di un cachorro.
Ci pensavo da settimane, la mia vita e' gia' abbastanza incasinata di suo, ma all'istinto non si comanda.
Inizialmente ho pensato di andare a prenderlo in canile, in questo periodo a causa dei figli di puttana che li abbandonano per andare in ferie, quelle benedette strutture sono piene.
Poi pero' ho pensato che te lo danno gia' grande, ho optato per una soluzione piu' tradizionale.
Ho subito accantonato, a malincuore l'idea di prendere un Akita, il cane che ho avuto per 14 anni.
E' un cane di grande taglia, quando cambia il pelo e' un disastro, troppo impegnativo anche considerato che ho 50 mt di casa piu' un grande terrazzo.
Avevo pensato allo Shiba, una specia di Akita di piccola taglia, ma mi sarebbe sembrato di avere un surrogato in casa, e ho deciso di cambiare completamente genere.
La scelta e' caduta sul Beagle, un cane simpaticissimo di taglia media che, sostanzialmente, ho scelto per 3 ragioni, pur non conoscendo nessuno che ne possedesse uno;
  1. Snoopy, il simpatico cagnetto di Charlie Brown, irresistibile quando sul tetto della sua casetta, con gli occhialoni da aviatore narrava, impersonandolo, le gesta del Barone Rosso.
  2. Forse ricorderete, un paio d'anni fa, gli animalisti che ne liberarono a decine da un laboratorio nel bresciano dove altri figli di puttana facevano esperimenti sui cani di questa razza credo per una multinazionale di cosmetici. Li ricordo in braccio a quei ragazzi con gli occhioni impauriti e spaventati. Vennero poi dati in adozione in alcune citta' fra cui Torino.
  3. La serie televisiva Star Trek Enterprise, dove fra l'altro c'era quella gnocca “Vulcaniana” di Tpol. Il capitano dell'astronave si era portato dalla terra due cose; un pallone di pallanuoto e un beagle, simpaticissimo.
Dopo una ricerca in rete, giovedi pomeriggio sono andato dalle parti di Chivasso dove una coppia aveva una cucciolata di 8 cachorros, nati a meta' maggio.
La scena che ho trovato e' stata questa.

  
Mentre quando andammo a prendere Tifon, a Tunas, c'era solo lui, quasi 20 anni fa andammo a prendere l'Akita in un'allevamento in Lombardia.
Appena arrivati Kira mi si infilo' fra i piedi e compresi subito che avrei preso lei.
In quel caso imparai che non e' l'uomo che sceglie il cucciolo ma il cucciolo che sceglie l'uomo.
L'altro giorno dormivano tutti, ma appena ho messo il naso nella stanza uno di loro, un maschio, alza la testa e inizia a guardarmi.
Solo lui, gli altri continuano a dormire.
Il cucciolo fa' qualche passo verso di me, lo prendo in braccio e lo tiro fuori, mettendolo a giocare in un'altra stanza dove c'era la madre.
La signora mi dice che quello e' il terrorista della cucciolata, che se ne volevo uno tranquillo ne aveva un paio che facevano al caso mio.
A quel punto la scelta era fatta; “Signora non voglio un peluche ma un bandito”.
Anche in questo caso il cucciolo aveva scelto l'uomo.
La cucciolata era composta da 2 femmine e 6 maschi, caso vuole che il piccolo non fosse ancora stato prenotato.
Ho pagato e l'ho lasciato con la madre fino almeno al 15-20 luglio, quando andro' a prenderlo, me lo consegneranno vaccinato, sverminato e col microchip.
Dal 30 agosto almeno 7/8 ore al giorno saro' impegnato in palestra, alcuni giorni verra' con me (al club abbiamo tutto lo spazio che vogliamo) diventandone sicuramente la mascotte, mentre altri mi aspettera' a casa.
Prima mi seguira' nei miei spostamenti fra il Piemonte e il Veneto.
Quando andro' a Cuba, nel prossimo futuro 3-4 viaggi all'anno da 2-3 settimane, lo affidero' a un vicino che ha cani e spazio, oppure a qualche amico.
Nella peggiore dei casi ci sono i dog sitter o le pensioni per cani.
In fondo si tratta di piccoli periodi, se dovessi fermarmi piu' tempo me lo portero' dietro, andra' cosi' a fare compagnia a Tifon e alle due cockerine.
Il Nome? Per uno cresciuto nel mito di Rocky la scelta e' stata fin troppo facile...

  
Domani riprendiamo a parlare di sport, la vacanza e' finita e c'e' molto da dire.

venerdì 26 giugno 2015

A LO CUBANO



Vista l'attuale contingenza che sta' attraversando il nostro paese, sempre piu' italiani stanno pensando di trasferirsi all'estero.
Ricorderete qualche settimana fa che parlavamo dei pensionati che vanno a svernare in Bulgaria, vedendo la loro pensione riprendere valore e colore.
In rete stanno proliferando i siti che hanno lo scopo di indicare nuovi itinerari e nuove mete dove andare ad appoggiare il meritato catetere.
Ovviamente, visto che come dicevo ieri, siamo il paese col maggior numero di estafador per km2, e' nato tutto un mondo di “consulenti” o presunti tali che, dietro lauto “compenso” inseriscono i fuggitivi nel nuovo contesto.
Cuba, essendo diventata improvvisamente di moda, grazie a tutto cio' che sta' accadendo con l'ingombrante vicino del nord, e' diventata una meta per questi connazionali che vogliono abbandonare o'paese do sole.
Tutto giusto, tutto bello.
Se la situazione economica italiana lo consente, non esistono vincoli famigliari importanti o quelli che ci sono possono mettersi anche loro in viaggio, Cuba rappresenta davvero un gran posto dove fare il salto.
A patto di sapere di cosa si sta' parlando.
L'altro giorno sul Vascello, il gruppo whatsapp del blog, si chiacchierava proprio di questo.
C'era chi affermava che con 500 cuc al mese si poteva vivere a La Habana, facendo base al Vedado o in municipio Playa.
Sommessamente, ho ribattuto che con quel budget, al massimo, si poteva fare base nella Sierra Maestra.
Al di la' delle battute ho l'impressione che molta gente che si appresta a fare il gran salto, non abbia ben presente la situazione, i costi e il tipo di vita che andra' ad affrontare.
Quando sui forum i soliti milionari del club “una tucola con due cannucce” pontificavano che a Cuba occorrevano migliaia di euro ogni mese per vivere (loro poi....), ribattevo che in una citta' come Las Tunas, se hai casa e ti adegui a una vita tutto sommato tranquilla ce la potevi anche fare con 500 EURO al mese.
Il cambio era 1.30/1.35 quindi parlavo di 650/700 cuc al mese.
Viaggiavi schiscio, ma ce la potevi fare.
Ora leggo e sento dire che c'e' gente che parte con poche pretese per vivere “a lo cubano”.
Ma questa gente sa cosa vuol dire vivere a lo cubano?
Per il cubano, che a lo cubano ci ha sempre vissuto, si tratta di una condizione abituale, ma se sei nato da questa parte del bloqueo e hai sempre vissuto in un certo modo, adeguarsi a quel tipo di vita PER SEMPRE e' tutt'altro che semplice.
Se mi trovo in un campo e corro dietro ad una guajira con una quinta di davanzale, per un giorno, posso anche adeguarmi a cagare in un buco.....per un giorno.
Il giorno dopo pero' voglio il mio bel bagno con tutte le sue comodita'.
Posso anche mangiare arroz con frjoles ma deve essere una mia scelta alimentare, non una necessita' perche' il frigo e' vuoto e persino i topolini col loro bravo zainetto hanno lasciato casa.
Posso anche bere cerveza dal pomo o ron dal tanke ma non e' per quello che ho attraversato l'oceano.
La fanciulla che sta' al nostro fianco puo' anche adeguarsi a quello stile di vita, ma se si mette con uno straniero, spesso decisamente piu' stagionato, e' anche per cercare di campare meglio.
Altrimenti tanto vale stare con un cubano.
La casa e' la prima cosa a cui si deve pensare, conosco gente che vive a Tunas in un cuarto de renta a 8 cuc al giorno.
Visto che sono clienti da 9/10 mesi all'anno, il dueno ha fatto pure una cucina nel cuarto, sara' anche una cosa carina ma vivi pur sempre in un cuarto.....
Quindi la prima cosa e' una casa a nostro gusto, fatta secondo lo stile di vita a cui siamo abituati da sempre.
La capitale costa, non ci sono cazzi.
Una casa decente in un buon barrio oggi non viene via a meno di 25/30 mila, poi ci devi mettere le mani e ristrutturare.
Ci vogliono soldi per partire nell'avventura, una volta sistemati bene, a quel punto bisogna pianificare un budget adeguato alla provincia dove si vive e allo stile di vita che si sceglie.
Ce' poi anche il discorso di potersi muovere con un mezzo...e sono altri soldi.
Tutto si puo' fare, ma essendo consapevoli che le cifre non sono quelle che si leggono in giro.

giovedì 25 giugno 2015

IL SOCIO



Il post di oggi e' la conseguenza, o se vogliamo la continuazione, di quello di ieri.
Ricorderete che affermavo che difficilmente prendero', in vita mia, la decisione di lasciare il mio paese per trasferirmi in pianta stabile e definitivamente nell'...altro mio paese.
La vita a cavallo dei due mondi diventera' quindi una costante, come del resto accade da 15 anni.
Magari potra' cambiare la lunghezza dei periodi, ma si trattera' di un discreto zompettare da un lato all'altro dell'oceano.
I miei progetti vanno avanti, la casa de renta funziona ed e' possibile che in autunno apra un secondo cuarto.
Il ristorante e' in progetto ma, come sapete, non dipende dal sottoscritto, quando questo non accade, solitamente, i tempi si allungano sempre.
Di conseguenza se si vogliono mettere in piedi delle situazioni senza vivere in pianta stabile a Cuba, e' indispensabile avere almeno un socio in loco.
Le opzioni sono soltanto due; un cubano oppure un'italiano (o uno straniero) con la Residenza Permanente.
La logica direbbe che la seconda ipotesi sarebbe da preferire rispetto alla prima, per tutta una serie di ragioni, ma....non mi ci giocherei la strada di casa...
Ricordo a tutti, ma sopratutto a me stesso, che ho lo stesso tipo di passaporto del popolo che vanta la piu' alta percentuale de estafador al mondo per km2.
Mi pare, se non ho letto male, che anche un “prestigioso” progetto a La Habana messo in piedi da un paisa' e per cui, in rete, si cercavano investitori, si e'....diciamo arenato.
E qua' mi fermo...
Il mio avvocato, che e' anche un'amico, mi racconta spesso che buona parte del suo reddito viene da controversie fra soci di attivita' che spesso sono fratelli, mariti e mogli, genitori e figli o parenti di diverso grado.
Figuriamoci fare una societa' con un'estraneo.
Non dico non possa funzionare ma il vecchio detto che “l'occhio del padrone ingrassa il cavallo” andrebbe insegnato alle elementari.
Il problema e' che se non siamo presenti il breve percorso che il cash dovrebbe fare, dalla mano del socio alla cassa, potrebbe avere alcune sgradite variazioni sul tema.
Ovviamente questo' puo' accadere anche col cubano, in realta' avere soci e' sempre un casino, anche se a volte, sopratutto nel mio caso, indispensabile.
Personalmente, per la casa de renta ho fatto un certo tipo di scelta. Un'altro degli errori che spesso vengono fatti e' quello di mischiare negocio con gli ormoni in libera uscita.
La fanciulla c'e' ma il mio negocio e' con la famiglia.
Per carita' la trampa e' sempre possibile, ma perlomeno ho eliminato il fatto che possa dipendere dai miei o suoi eventuali scazzi.
La famiglia la conosco quasi da prima di conoscere lei, cubani vecchia maniera che, in questo anno e mezzo da quando abbiamo la casa, si sono comportati in modo perfetto.
Con un solo cuarto de renta d'altronde non c'e' nessuna carovana da assaltare, gli utili li dividiamo al 50%, la mia parte non me la metto certo in saccoccia ma la utilizzo per le migliorie da fare nella casa stessa.
Il mio vantaggio e' rappresentato dalla visa familiar e dal fatto che, economicamente, ora sono indipendenti e non c'e' piu' bisogno di me.
Queste due cose insieme rappresentano, ogni anno, migliaia e migliaia di euro che non volano via.
Quindi e' una cosa che mi sento di consigliare ma, come sempre, il tutto dipende dalla rete di relazioni che avete saputo mettere in piedi negli anni.
In linea generale non intestare una casa, un attivita' o quello che volete voi a una ragazzetta, credo rappresenti un buon viatico per un lieto vivere.
Quindi attuate i vostri progetti se avete un socio di livello, meglio se cubano, meglio se conoscete da anni, meglio se ha gia' una situazione economica sua perlomeno accettabile a prescindere da voi.
La collaborazione con voi deve migliorare, eventualmente, la loro vita, senza che nessun Papa' Noel appaia all'orizzonte.
Io mi sono mosso in questo modo, per ora, i fatti mi hanno dato ragione, per il resto...siamo nelle sapienti mani degli Orishas.

mercoledì 24 giugno 2015

UNO STATO DELL'ANIMA



È difficile spiegare lo strano rapporto che si ha con l'Italia vivendo all'estero.
Fra due settimane torno a Roma per una quindicina di giorni ed è un evento che si fa sentire.
L'Italia si muove come una malattia autoimmune.
Per lunghi periodi rimane sotto pelle ma sai che c'è ed ogni tanto torna in superficie.
Fenomeni strani. Inquietudini. Stanotte ho sognato la perifrastica passiva e non so sinceramente cosa voglia dire se non che, in fondo, sono rimasto a cazzeggiare sempre fra i banchi di un liceo della capitale.
Due giorni fa ho guardato un dvd che mi ha regalato un'amica italiana sulla trattativa stato-mafia, di Sabina Guzzanti. Niente di inimmaginabile ma, certo, quando lo vedi così, spiattellato come in un documentario sugli elefanti, fa un certo effetto.  Forza Italia sarebbe stato un partito nato dalle intuizioni congiunte di mafia, massoneria e destra eversiva. Ma va?
Poi ieri mi sono ritrovato per una mezz'ora al telefono col mio amico Maurizio a fare la formazione della Roma 2015/2016. La nostra formazione. Un budget di circa un miliardo di euro e, per dirne una, Ibrahimovic in panca a fare la riserva a Messi e a Ronaldo. Facile.
Ossessioni e perversioni. L'Italia c'è sempre.
C'è nella comunità che guardi di sbieco. Con diffidenza.
Nelle categorie con cui seppellisci facce o anche soltanto modi di essere: fascista, mignottaro, mignottaro e fascista, idiota, imprenditorino-di-questo-cazzo, pensionato squallido, monnezzaro, leghista, meridionale, comunistello.
Li conosco troppo bene. Non ce la faccio. Amo l'apertura di credito dei cubani che guardano certi esseri umani, che ci guardano, senza filtri. Italiani, e questo gli basta. A me no. Io no. Basta un'occhiata e so tutto. L'Italia dicevo.
Quel nervo scoperto o quell'articolazione che torna a far male con i cambi di tempo.
Cose che sei costretto a mettere in cantina perché se le tieni in salotto finisci disperato. Tua madre, tuo fratello, tua sorella, la Roma, cappuccino e cornetto, parlare romano, Totti, alcuni amici a cui dire "bella" o "se beccamo", parole a cazzo di cane.
Ma anche quella bruttezza che ti ha fatto scappare. Un mondo scomodo. Essere troppi e traditi.
Non essere più romani in fondo, non essere più qualcosa.
Una somma infinita di diritti ragionevoli a costruire un mondo irragionevole e inabitabile. I figli di troia, le file in macchina, le donne che hanno perso la vena della loro femminilità, i troppi tatuaggi, il botulino, le radio private, le donne che bevono troppo, troppa palestra, le depilazioni, i maxiscooter, gli smartphone, i romeni che vogliono fare gli italiani, gli italiani che vogliono farsi le romene, una sinistra imbarazzante, il culto per gli animali domestici, le degustazioni di vini, il lardo di Colonnata, la rucola, le diete, il fisico (la parola di chi ha paura del corpo), le cannette, i "so' tre etti, lascio?", gli agriturismi, le App utili, quelle spiritose, Crozza, Fazio, Lapo. Ok, finisco sempre a cercare le ragioni di un allontanamento e non è difficile trovarle.
Poi, quando sono a Roma, tiro fuori a me stesso le solite formule: "a Roma è bello fare i turisti";
"Lontano da questa follia".
Ma rimane sempre una certa amarezza.
È quella che ti rende inquieto quando sei qui e stai per tornare.
Cuba, certo, paese incredibile, gente incredibile.
Un luogo dove sono felice.
Ma dall'altra parte c'è l'anima. La lingua. Un linguaggio privato che è diventato un labirinto e ti ci perdi, e quando torni ti ci ritrovi, ed ha creato la forma dei tuoi pensieri. La tua chimica, i tuoi odori.
Quelli non hanno sostituti. Puoi solo metterli in uno scatolone e  stiparli in cantina.
E chiudere a chiave per non vederli, perché fanno male. Per non farli scappare perché sei tu stesso

Ho postato questo bellissimo scritto di Alessandro Zarlatti dal suo blog Il bello dell'Avana, perche' questi sentimenti e questi stati d'animo sono e sono stati anche miei.
In fondo, siamo qua' a scrivere per condividere emozioni e sensazioni, come e' avvenuto in questo caso.
Il periodo piu' lungo che ho trascorso a Cuba, in 3 momenti differenti, e' stato di 2 mesi.
In tutte tre le situazioni, alla fine del periodo, non ne potevo piu', non vedevo l'ora di tornare in Italia.
Quando ero decisamente piu' giovane ho passato alcuni inverni in giro per il mondo, dove mi ha portato il mio lavoro di saltinbanco.
Sette mesi alla Seychelles, sei e poi 3 alle Maldive, 4 alle Turcks and Caicos, 3 in Honduras, 7 in Grecia.
Erano anni in cui comunicare non era semplice come ora, non c'erano movil ne' internet, una telefonata a settimana se andava bene.
La voglia di tornare in Italia dopo mesi buttato su una spiaggia, i brividi a pelle ogni volta che ascoltavo “Una notte in Italia” di Fossati o “Dolce Italia” di Finardi me li ricordo molto bene.
Il problema vero e reale e' che siamo...italiani.
Probabilmente venissimo dal Canada, dalla Germania o dalla perfida Albione il distacco dal nostro paese sarebbe molto piu' facile, ma l'Italia e'...l'Italia.
Possiamo odiarla, sfancularla, non poterne piu' di tutte le menate che dobbiamo sopportare, ma il legame col nostro paese si manifesta specialmente quando ne siamo lontani.
A volte, da lontano, rimpiangiamo un paese che, nella realta' esiste solo nella nostra testa, che non e' reale e non corrisponde alla realta' dei fatti.
Anche a me, in giro per Las Tunas capita di vedere quel tipo di italiani che cita il post, anzi forse anche peggio visto che Tunas, rispetto alla capitale, e' decisamente piu' a buon mercato.
Non mi sono mai chiamato fuori, anche io faccio parte di quegli italiani, magari ho atteggiamenti differenti nei confronti del paese che mi ospita ma la mia italianita', anche negli aspetti meno invidiabili, non puo' non venire fuori.
Dopo due mesi fuori dal paese mi manca tutto.
Il cappuccio del mattino, la palestra, l'aperitivo, il pallone, i Villans, le partite del Toro, gli amici da abbracciare e con cui ridere fino alle lacrime, le donne italiane con le quali la pagnotta te la devi guadagnare senza le tante cazzate che il nostro borsello, con qualche centavos, ci permette a Cuba.
Il nostro cibo, un bel ristorante, la televisione, un buon cinema, svegliarmi nella mia casa, le piacevoli consuetudini che, tutto sommato fanno la nostra vita degna di essere vissuta.
L'Italia non e' soltanto il nostro paese ma e' un luogo che abbiamo dentro, uno stato dell'anima, un progetto magari inespresso, profumi, odori, sensazioni che non possono non mancarci quando siamo lontani.
E' un posto da lasciare, ma anche un posto in cui ritornare.
Forse per questa ragione, alla fine, la decisione di abbandonarlo definitivamente non la prendero' mai.
Lasciare un luogo per poi rimpiangerlo negli anni a venire non mi sembra un buon investimento emozionale.
Alla fine restero' sospeso fra i due mondi, rimpiangendone uno mentre sto' vivendo nell'altro.
Non riesco ad immaginare una partenza senza un ritorno, sia nei confronti di Cuba ma sopratutto nei confronti dell'Italia, cosi' bella da vivere specialmente nella stagione soleggiata e calda.
Probabilmente ci sara' sempre un po' di Cuba nella mia Italia.
Sicuramente ci sara' sempre tanta Italia nella mia Cuba.
Non so se riusciro' a mantenere questo equilibrio per sempre, forse la mia indole di zingaro con vestiti sparsi, come in questo momento, in 4 case mi aiutera'.
Essere italiani e' una cosa bellissima ma, a volte, anche una maledizione.
Comunque ieri sera sono rientrato a casa.

martedì 23 giugno 2015

PAESI DI VECCHI


 
Leggevo un'articolo su un sito che parla di Cuba che raccontava come l'isola stia, lentamente, diventando un paese di vecchi.
In un'altro articolo il sistema sanitario italiano veniva descritto come “cubano” in quanto il solo, fra quelli della Ue, quasi totalmente a carico dello stato, anche se su questo ci sarebbe da discutere, e non poco.
L'invecchiamento della popolazione e il sistema sanitario viaggiano, da sempre a braccetto.
Piu' oggi investi in istruzione e per migliorare gli stili di vita meno dovrai farlo domani sulla sanita'.
Per il primo anno dal dopoguerra l'Italia, nel 2014, ha dichiarato una crescita demografica zero della sua popolazione, questo nonostante la marea di stranieri, quelli censiti, che hanno rimpolpato la nostra esangue progenia.
Nello stesso modo, l'articolo che parlava di Cuba, spiegava che sempre meno cubani fanno figli e sempre piu' gente vive a lungo rispetto al passato.
Il sistema sanitario cubano lo conosciamo, non puo' essere comparato con gli standard europei ma, entro certi limiti, non lascia indietro nessuno.
Il nostro sistema sanitario, pur con tutte le sue pecche, ci garantisce le medicine e l'assistenza necessaria per poter allungare la nostra vita.
Negli Stati Uniti, giusto per fare un'esempio, se non hai una assicurazione privata, malgrado gli sforzi fatti dall'amministrazione Obama, rischi davvero di non poter accedere a nessuna medicina o assistenza medica.
In Europa molti paesi, l'Inghilterra in testa, stanno passando ad un sistema misto in cui alcune prestazioni mediche sono assicurate dallo stato mentre altre il cittadino se le dovra' pagare.
In Francia gia' le cose piu' o meno funzionano in questo modo.
In Italia, ahime' ci stiamo arrivando o ci arriveremo presto.
I progressi della medicina hanno fatto si che, giusto per fare un'esempio, i diabetici e chi ha problemi di pressione, grazie a farmaci mirati abbiano visto allungare di molto la propria aspettativa di vita rispetto a qualche decennio fa.
Farmaci spesso costosi che il paziente difficilmente potrebbe permettersi se lo stato non li passasse.
La situazione economica incide poi in modo importante sulla scelta di fare o meno figli.
A Cuba, col venire meno di alcune garanzie statali, la gente si sta' rendendo conto che i figli saranno anche una cosa meravigliosa ma sono anche un costo da affrontare.
In Italia ce ne siamo accorti da tempo, la crescita demografica zero del 2014 e' anche la dimostrazione di quanto questa tesi sia assolutamente giusta.
A Cuba le generazioni passate sfornavano figli peggio che i conigli, in Italia mia nonna aveva 9 fra fratelli e sorelle.
In pratica nell'isola, con decenni di ritardo, sta' accadendo quello che e' successo da noi dal dopoguerra in poi.
Non a caso molti che frequentano Cuba per la prima volta la descrivono come l'Italia di decenni fa.
Il futuro purtroppo non sara' roseo, la crescita dell'eta' media della popolazione, in entrambi i paesi portera' lo stato a non essere piu' in grado di soddisfare i fabbisogni sanitari di tutti, sopratutto delle classi meno abbienti e le strutture private sbucheranno come funghi.
Finiremo con lo stato che ci garantira' a malapena il minimo sindacale, mentre il resto ce lo dovremo pagare profumatamente.
Per noi stranieri questo a Cuba gia' avviene ogni volta che entriamo in contatto col loro sistema sanitario, non a caso da qualche anno abbiamo l'obbligo di farci un'assicurazione.
Assicurazione che, eventualmente, ci rimborsa al nostro rientro in Italia (tolti pochi casi), quando siamo a Cuba in quelle situazioni la mani nel borsillo le dobbiamo mettere noi.
Sara' questo piu' o meno il futuro che ci attende, da entrambi i lati del bloqueo, assicurazioni sanitarie, farmaci costosi da pagare e chi non ne avra' le possibilita' andra' a giocare a briscola tresette con Satanasso in largo anticipo rispetto alla tabella di marcia.
L'Italia forse sara' anche un paese “cubano” dal punto di vista dell'intervento statale, ma intanto gli ospedali chiudono e il personale e' sempre piu' scarno.
A Cuba e' sempre bene....stare bene, ma oramai anche da noi e'...perlomeno consigliabile.

lunedì 22 giugno 2015

IL MONDO SI AVVICINA

 Risultati immagini per internet cuba

Uno degli scopi di questo blog e' quello di riportare le novita' che riguardano la nostra isola e di commentarle, cercando di capire quale impatto possano avere sui nostri progetti e il nostro, eventuale, futuro cubano.
In questa ottica si inquadra la notizia della prossima apertura, nell'isola, di 35 spazi pubblici per connessione wi fi, ognuno dei quali con capacita' di gestire in contemporanea 50/100 utenti.
Cinque nella capitale e gli altri 30 disseminati nelle altre provincie del paese.
Internet di un certo livello vuol dire, per molti, la possibilita' concreta di un trasferimento totale o parziale potendo continuare a fare, maomeno, il mestiere attuale vivendo a ritmi e velocita' piu' adeguate per l'organo epatico.
Questa nuova direttiva non si muove ancora in funzione del soddisfacimento di questa esigenza, ma perlomeno e' un'ulteriore passo avanti.
La tariffa oraria passera' dagli attuali 4.5 cuc ai 2.5 che e' gia' un bel calare, assolutamente in discontinuita' con le abitudini in voga a quelle latitudini.
Gia' adesso, giusto per fare un esempio, a Las Tunas, l'hotel Cadillac ha il wi fi, i ragazzi si piazzano sulle panchine del parque di fronte al bar dell'hotel e da li riescono a connettersi in rete.
Lo scopo del governo, quello dichiarato, e' di fare in modo che tutti i cubani, entro il 2020, possano avere la possibilita' di connettersi.
Questo vorra' dire permettere anche di poterlo fare da casa a una tariffa abbordabile, ma anche e sopratutto a una velocita' che non sia quella del maturare del dattero.
Questo e' il vero problema che dovra' essere risolto con la caduta, si spera prossima, del bloqueo.
Se non sono rimasto indietro nelle informazioni mi pare che Cuba continui ad utilizzare quell'unico, benedetto, cable sottomarino col Venezuela.
La velocita' e' quella che e', miracoli non se ne possono fare.
L'eventuale fine del bloqueo porterebbe in dote l'opportunita'' di nuovi collegamenti e nuovi cable con gli Stati Uniti che sono giusto ad un tiro di schioppo.
Questa sarebbe la vera Rivoluzione per chi volesse fare il grande salto, continuando pero' a lavorare nel proprio ambito professionale grazie al pc.
Una velocita' di connessione simile alla nostra, che permetterebbe di poter restare collegato col resto del mondo in modo fattivo e consentirebbe discorsi professionali al momento assolutamente prematuri.
Il costo attuale, anche se portato a 2.5 cuc, resta alto se si tengono come paragone i salari cubani, e' come se qua' la connessione ci costasse, tenuto conto di un salario medio, piu' di 200 euro al mese.
Saremo ancora tutti li' coi piccioni viaggiatori.
Ovviamente qualunque cosa, comparata al salario cubano, risulta fuori mercato...
Personalmente accolgo queste novita' con piacere ma senza particolare enfasi.
So che questo permettera' di potersi connettere dal movil o coi tablet, leggere le mail, presto poter utilizzare wathsapp.
Una delle cose che amo di piu' quando sono a Cuba e' proprio il fare a meno di tutto cio'.
Lascio il mio sofisticato e ultramoderno Samsung nel comodino della nostra camera, per andare in giro col mio Nokia dell'eta' della bomba, che possiede solo 4 funzioni.
Chiama e riceve telefonate, manda e riceve messaggi.
Stop.
I miei lavori, qualunque siano, non richiedono che, a Cuba, debba essere connesso col mondo, al limite un paio di volte la settimana in un punto Etecsa e sono piu' che contento.
Sto' passando l'estate con sto' cazzo di telefono sempre in mano, a volte per lavoro altre per diletto, quando sono a Cuba mi piace evitarmi tutto cio' e vorrei che le cose continuassero in questo modo.
Mi rendo conto pero' che per i cubani, sopratutto per chi ha la famiglia all'exterior, sia un passo avanti enorme e rispetto in pieno i loro sentimenti, dico solo che per me alla fine non cambiera' molto.
Cuba invece continua a cambiare....

domenica 21 giugno 2015

CAMBIO DI PROSPETTIVA


 
TRATTO DAL LIBRO "CUBA;UN'ISOLA NEL SOLE"
Lavoravano tutti e due nello show del Cabaret Taino, a
Las Tunas.
Tutti e due cantanti...e che cantanti!
Lui era un bel tipo, bianco, ben messo, molto macho.
Sul palco indossava sempre un’ elegante camicia di raso
nero.
Un repertorio robusto con poche concessioni al
melodico.
Cavallo di battaglia "Fiesta", cantata a centro palco con
le gambe ben piantate e la mano aperta verso il cielo.
Esattamente come fanno i cantanti latini quando
vogliono rappresentare forza ed energia.
Lei era un sogno.
Bianca, bellissima, corpo flessuoso, sempre fasciato in
lunghi abiti aderenti.
Capelli neri, lunghi "fino al mandolino" , come cantava
Ivan Graziani. 

Una voce splendida, un' interpretazione
da applausi.
Erano sposati de papel, la famiglia di lei molto religiosa :
per lasciarla vivere con lui , pretese che tutto fosse
fatto per bene.
Lei era la principessa e lui il principe dello show cantato.
Si amavano alla follia, fino a quando un giorno...
Lui decise di aprire i propri orizzonti e scopri' l'altra
faccia del cielo.
Forse favorito dal clima artistico cubano, (nel quale il
90% degli artisti uomini, si rivolge a quell'altra parte del
cielo) scopri’ che gli uomini potevano non essere solo
colleghi di lavoro.
Inizio’a frequentare il costumista, poi con un altro e via
di seguito.
Lei la prese male, malissimo. 

Per una donna deve essere
una ferita da cui è difficilissimo guarire.
Si apri' le vene.
La presero in tempo, la salvarono.
Successivamente è tornata a cantare, forse, e’ rimasta
anche in buoni rapporti con l'ex principe azzurro.
Si narra che una sera, durante lo show alla Bolera, con
lui presente, abbia cantato, divinamente, una canzone
sul rimpianto per ciò che aveva perduto.
Pare che quella sera non tutti gli occhi restarono
asciutti.
L'emotività ed il "sentido" cubano presero il
sopravvento.
Rividi lui pochi giorni prima di un mio rientro in Italia da
quella vacanza tunera.
Camminavo con accanto una ballerina dello show.
Lui la chiamò, le corse incontro abbracciandola.
Era col suo partner, del macho che avevo conosciuto
neppure l'ombra, i gesti erano diventati effemminati,
quasi forzati.
Sopracciglia truccate, mascara intorno agli occhi.
Frequentava anche un canadese che stava preparando i
documenti per invitarlo.
Mi è sembrato felice, ma la felicità è un attimo.
Forse quello era il suo.

sabato 20 giugno 2015

LA SETTIMANA



Come ogni sabato dedico il post a facezie generali, al di fuori dalla nostra amata isola.

Nelle scorse settimane ci sono state le elezioni in alcune regioni e comuni.

Il Pd di Renzi ha confermato alcuni personaggi, ma ha perso la Liguria e altri comuni importanti.

Alle europee, mancando l'amato simbolo, ho votato questo giovin signore fiorentino.

Parto dal presupposto che governare questo troiaio di paese senza capovolgerlo sia un'impresa titanica, ma e' sicuro che dal toscano mi aspettavo di piu'.

Capisco che si trova a capo di un partito che e' la nuova balena bianca, che molti candidati li abbia dovuti accettare piuttosto che proporli, ma il voto credo gli abbia dimostrato che la strada e' da correggere.

Di principio non sono contrario ai pentastellati anche se li voglio vedere governare, sicuramente quei ragazzi mi sembrano meglio del loro leader.

A Venaria Reale, un paesone attaccato a Torino, hanno vinto con quasi l'80% dei voti.

Quando, a Torino, il PCI prendeva il 30% a Venaria superava il 50%...e ho detto tutto.

Che nostalgia per Berlinguer....anche perche' a S.Giovanni sotto la grande bandiera, quel giorno, c'ero anche io.

In Europa sta' succedendo di tutto.

La Grecia e' praticamente fuori dall'euro stroncata dai debiti.

Nel 1998 lavorai in quel paese, a Skiatos, per 7 mesi come Capo Villaggio.

Non ho mai conosciuto un popolo piu' scansafatiche, cazzaro, inutile e parassita di quello, tutto cio' che sta' avvenendo non mi stupisce per nulla.

La Francia ci rimanda indietro i migranti a Ventimiglia, e' un suo diritto come paese sovrano, pero' non mi si venga piu' a parlare di Europa e di politica comune perche' mi pare che, in questo contesto, si stia viaggiando ognuno in ordine sparso e nella tutela dei propri, singoli interessi.

L'Ungheria vuole tirare su un muro che la divida dalla Serbia, per lasciare fuori i migranti dal paese.

La storia e' strana.

Il paese dei magiari faceva parte di un blocco politico che aveva un muro come simbolo, un muro costruito perche' gli abitanti di un paese Fratello non se ne andassero.

Ora se ne costruisce uno perche' abitanti di altri paesi non possano entrare...mah....

Sta' per scoppiare una nuova guerra stellare?

Il governo russo ha fatto sapere che, se non verra' rivisto l'atteggiamento americano nei confronti della crisi ucraina, potrebbe rivelare sconvolgenti notizie sul presunto sbarco sulla luna avvenuto alcuni decenni fa.

Anni indietro su questo blog scrissi un pezzo che parlava proprio di questo.

Ci siamo davvero andati sulla luna o il film Capricorn One ci ha raccontato la giusta storia?

E' mai possibile che il moderno Shuttle sia naufragato fra incidenti e morti per un percorso poco al di fuori della nostra atmosfera, mentre negli anni 60' siamo riusciti ad andare su un altro pianeta?

Propendo per l'ipotesi finzione.

I russi avevano lanciato il primo uomo nello spazio, Gagarin, poi la prima donna, Valentina, quindi persino il primo cane, Laika.

Si era in piena guerra fredda, gli americani avevano bisogno di un successo tangibile per contrastare i voli dei sovietici.

Misteriosamente sono scomparse tutte le registazioni originali dello sbarco, piu' di 200, mentre le famose pietre lunari si sono rivelata una sorta di tarocco o poco piu' e sono scomparse pure quelle.
Il tempo qua' nella terra di Marco Polo e' variabile, iniziano a giungere altre etnie, ieri sono arrivati un po' di ungheresi e oggi dovrebbero calare i danesi freschi di elezioni.

Ieri e' venuto a trovarmi un'amico del blog, ci siamo conosciuti condividendo una buona mangiata di pesce in un bel ristorante a Cavallino.

Ancora una volta ho avuto la conferma che la tolleranza zero, il lasciare fuori la basura (e i trovatelli...), l'aggregare gente come si deve che ama veramente Cuba e la vita, siano state davvero le scelte vincenti.

Mai avuto dubbi.

venerdì 19 giugno 2015

ORTO DOMESTICO



Ieri nel primo pomeriggio ho fatto un giro con la bike su una stradina sterrata che fiancheggia la laguna che porta a Punta Sabbioni, dove c'e' l'attracco dei traghetti che portano nella citta' del Doge.
E' un giro che mi piace, in generale mi piace questa zona d'Italia operosa ed efficiente.
Vedevo nel mio viaggiare, accanto a campi coltivati dal lato opposto rispetto alla melmosa acqua lagunare, case private con un piccolo pezzo di terra.
Non c'era un centimetro quadrato di quegli appezzamenti in cui non ci fosse coltivato qualcosa; pomodori, insalata, radicchio, asparagi.
Venendo alle mie parti, il comune di Avigliana, paesone ricco di storia medioevale, situato verso Torino rispetto a dove vivo io e che ospita due laghi piuttosto noti, ha deciso, da un paio d'anni di dare in affido alcuni piccoli lotti di terra incolta, a degli arzilli pensionati.
Questi vecchiarilli passandoci le ore e sono riusciti a coltivare, in quei piccoli spazi, di tutto.
Vado a correre da quelle parti e li vedo lavorare, o ritrovarsi insieme, seduti su sedie di plastica a bersi il vinello fresco belli contenti.
Parlo, in entrambi i casi che ho citato, di gente che potrebbe anche fare a meno di prendersi il mal di pancia, anche se un'aiuto, vista l'attuale contingenza, fa sempre piacere.
Da un lato discrete case di laguna, dall'altro gente che comunque ha una rendita assicurata, dallo stato, a vita.
Coi tempi che corrono tanta roba.
Eppure passano il loro tempo coltivando verdure che poi, sicuramente, ritroveranno alla loro tavola, quello che cresce lo venderanno o lo regaleranno agli amici.
Il clima di Cuba consente, o meglio consentirebbe, di coltivare praticamente quasi tutto.
I prezzi della verdura al mercato, in questi ultimi anni hanno subito un' impennata notevole verso l'alto.
Guardavo a gennaio “Cuba dice”, un interessante e apparentemente libero programma televisivo, in cui la gente le dice chiare e tonde raccontando e lamentandosi di tutto quello che non funziona.
Qualcuno aggiunge anche “tanto non manderete mai in onda quello che dico”.
Invece tutto viene mandato in onda.
La gente si lamentava che, a La Habana, i prezzi erano volati alle stelle e che il mercato agropecuario era carissimo.
I venditori raccontavano che c'erano molti passaggi di mano fra il contadino e la popolazione, ad ogni passaggio il prezzo del prodotto saliva.
Visto che, tolta la Capitale (forse), il 90% dei cubani possiede un patio o comunque un piccolo pezzo di terra perche' non mettersi di buzzo buono provando a coltivare qualcosa?
La maggior parte dei cubani non ha una amata minchia (Montalbano docet) da fare dal mattino alla sera.
Perche' non dedicare un po' del proprio ampio tempo libero per coltivare pomodori, insalata, melanzane, boniato e tutto cio' che puo' crescere in quella assolata ma piovosa isola, in modo da avere un'aiuto economico dalla possibilita' di poter consumare tutti quegli alimenti senza doverseli andare a comperare al mercato?
Se lo facciamo noi che, anche se le contingenze stanno cambiando, potremo farne a meno perche' non lo possono fare loro visto che, coi loro salari e con le loro entrate, non arrivano alla seconda settimana del mese?
Certo qua' parlo di pensionati o di gente comunque abituata a lavorare, a sporcarsi le mani, gente che se si ritrova un po' di tempo libero, culturalmente, cerca subito di impiegarlo in qualcosa di utile, sappiamo bene che la' “qualcosa di utile” e' un tavolo pieno di cerveza o di ron di dubbia qualita'.
Lamentarsi e' uno degli sport nazionali del cubano (lo sta' diventando anche dell'italiano, purtroppo) ma visto che le soluzioni per tentare di vivere un po' meglio, impiegando in modo positivo il proprio tempo esistono, perche' mai non metterle in pratica?
Appena arrivato qua' sono andato da un contadino che conosco a comperare un po' di verdure.
Mani callose, faccia abbronzata e un campo pieno di ogni ben di Dio.
Non sarebbe possibile a Cuba?

giovedì 18 giugno 2015

INDIETRO NON SI TORNA



Avrete sicuramente letto la notizia dell'imminente apertura delle rispettive ambasciate fra Cuba e gli Usa.
La cosa dovrebbe concretizzarsi a luglio, suppongo con un atto formale da entrambe le parti.
Per gli americani la cosa si sarebbe potuta fare anche prima, ma Cuba non aveva e non ha fretta.
Occorreva che l'isola fosse tolta dall'iniqua lista dei paesi canaglia stilata dal dipartimento di stato Usa, poi si poteva iniziare a parlare di ambasciate.
Visto che questo problema e' stato risolto, ora si tratta soltanto di trovare la tempistica giusta.
In questo momento la priorita' americana e' il trattato sul nucleare con l'Iran, e per di piu' Kerry si e' fatto male facendo il pirla in bicicletta in Francia.
Comunque dovremo esserci, a quel punto manchera' soltanto il voto del congresso sul sollevamento dell'embargo e io non potro' piu' parlare di questo o quel lato del bloqueo.
Intanto si accende la campagna elettorale americana; da una parte probabile la candidatura di Hilary mentre dall'altro sta' salendo alla ribalta Jeb Bush il terzo, in ordine di tempo, di quella inutile e dannosa dinastia.
Qualche giorno fa il fratello di dabliu ha tenuto un comizio in quel di Miami, di fronte ad una platea di repubblicani, molto probabilmente anticastristi.
Pur criticando, come e' suo mestiere fare, l'operato di Obama non ha sconfessato quello che sta' succedendo fra Cuba e gli Stati Uniti.
Molti temono che se non venisse tolto ora el bloqueo, il prossimo presidente, magari repubblicano, magari il fratello di dabliu, potrebbe cambiare idea e mandare tutto il lavoro fatto a donne di facilissimi costumi.
Pero' il sistema americano non funziona in questo modo.
I padri fondatori, basandosi sul diritto inglese, quindi sul diritto romano, non l'avevano pensata male.
Gli Stati Uniti sono una federazione, il potere centrale ha mano abbastanza libera in politica estera e in altre materie ma su molte cose ogni stato viaggia con le sue gambe.
Questo sopratutto in politica economica.
Il presidente e' rieletto ogni 4 anni e puo' restare in carica, costituzionalmente, per non piu' di 2 mandati.
Gli Usa sono realmente governati da una decina di vecchie famiglie storiche e da alcune lobby che decidono chi deve essere il presidente ed entro quali risicati limiti puo' muoversi.
Se tutto funziona come deve, la rielezione per il secondo mandato e' praticamente certa.
Se invece il Presidente piscia fuori dal vaso (Kennedy), fa cazzate immani (Nixon), o si dimostra un inetto (Carter) allora la storia finisce in modo differente.
Obama che fesso non e', prima di fare un passo cosi' importante di fronte al mondo e con la benedizione di Francisco, ha avuto l'Ok da chi di dovere e vedrete che il congresso, magari con qualche mal di pancia, ratifichera' la fine dell'embargo nei confronti di Cuba.
Cuba e' un paese a 90 miglia dalle proprie coste, una sorta di terra economicamente inesplorata dove tutto e' da fare, dove servono investimenti enormi che pero' potrebbero portare profitti altrettanto grandi.
In questo momento stanno haciendo negocios la Cina, la Russia, il Brasile e l'Europa, non gli Stati Uniti che sono a un tiro di schioppo e che l'hanno sempre considerata il giardino di casa.
Quindi nessuna menata politica, il debito estero americano e' interamente nelle mani di un paese Comunista e agli Usa va bene cosi', ma semplicemente un mero calcolo economico bipartisan.
Democratici e Repubblicani possono, forse, essere diversi fra loro nelle rispettive basi elettorali, ma chi viene eletto al congresso lo fa grazie a milioni di dollari investiti in campagna elettorale, a favori promessi e che poi, una volta seduti su quelle cadreghe, andranno mantenuti.
Quindi e' l'America che ha scelto di chiudere una dannosa pagina di storia con Cuba, non una parte del suo elettorato o del congresso.
Le cose andranno come dovranno andare, oramai ci si e' spinti troppo oltre e chiunque si ritrovasse ad essere il nuovo presidente non dovra' fare altro che accettare decisioni prese molto piu' in alto rispetto al suo pur importante ruolo.
P.S. Ciao Oskar e...sempre Mods!