venerdì 19 giugno 2015

ORTO DOMESTICO



Ieri nel primo pomeriggio ho fatto un giro con la bike su una stradina sterrata che fiancheggia la laguna che porta a Punta Sabbioni, dove c'e' l'attracco dei traghetti che portano nella citta' del Doge.
E' un giro che mi piace, in generale mi piace questa zona d'Italia operosa ed efficiente.
Vedevo nel mio viaggiare, accanto a campi coltivati dal lato opposto rispetto alla melmosa acqua lagunare, case private con un piccolo pezzo di terra.
Non c'era un centimetro quadrato di quegli appezzamenti in cui non ci fosse coltivato qualcosa; pomodori, insalata, radicchio, asparagi.
Venendo alle mie parti, il comune di Avigliana, paesone ricco di storia medioevale, situato verso Torino rispetto a dove vivo io e che ospita due laghi piuttosto noti, ha deciso, da un paio d'anni di dare in affido alcuni piccoli lotti di terra incolta, a degli arzilli pensionati.
Questi vecchiarilli passandoci le ore e sono riusciti a coltivare, in quei piccoli spazi, di tutto.
Vado a correre da quelle parti e li vedo lavorare, o ritrovarsi insieme, seduti su sedie di plastica a bersi il vinello fresco belli contenti.
Parlo, in entrambi i casi che ho citato, di gente che potrebbe anche fare a meno di prendersi il mal di pancia, anche se un'aiuto, vista l'attuale contingenza, fa sempre piacere.
Da un lato discrete case di laguna, dall'altro gente che comunque ha una rendita assicurata, dallo stato, a vita.
Coi tempi che corrono tanta roba.
Eppure passano il loro tempo coltivando verdure che poi, sicuramente, ritroveranno alla loro tavola, quello che cresce lo venderanno o lo regaleranno agli amici.
Il clima di Cuba consente, o meglio consentirebbe, di coltivare praticamente quasi tutto.
I prezzi della verdura al mercato, in questi ultimi anni hanno subito un' impennata notevole verso l'alto.
Guardavo a gennaio “Cuba dice”, un interessante e apparentemente libero programma televisivo, in cui la gente le dice chiare e tonde raccontando e lamentandosi di tutto quello che non funziona.
Qualcuno aggiunge anche “tanto non manderete mai in onda quello che dico”.
Invece tutto viene mandato in onda.
La gente si lamentava che, a La Habana, i prezzi erano volati alle stelle e che il mercato agropecuario era carissimo.
I venditori raccontavano che c'erano molti passaggi di mano fra il contadino e la popolazione, ad ogni passaggio il prezzo del prodotto saliva.
Visto che, tolta la Capitale (forse), il 90% dei cubani possiede un patio o comunque un piccolo pezzo di terra perche' non mettersi di buzzo buono provando a coltivare qualcosa?
La maggior parte dei cubani non ha una amata minchia (Montalbano docet) da fare dal mattino alla sera.
Perche' non dedicare un po' del proprio ampio tempo libero per coltivare pomodori, insalata, melanzane, boniato e tutto cio' che puo' crescere in quella assolata ma piovosa isola, in modo da avere un'aiuto economico dalla possibilita' di poter consumare tutti quegli alimenti senza doverseli andare a comperare al mercato?
Se lo facciamo noi che, anche se le contingenze stanno cambiando, potremo farne a meno perche' non lo possono fare loro visto che, coi loro salari e con le loro entrate, non arrivano alla seconda settimana del mese?
Certo qua' parlo di pensionati o di gente comunque abituata a lavorare, a sporcarsi le mani, gente che se si ritrova un po' di tempo libero, culturalmente, cerca subito di impiegarlo in qualcosa di utile, sappiamo bene che la' “qualcosa di utile” e' un tavolo pieno di cerveza o di ron di dubbia qualita'.
Lamentarsi e' uno degli sport nazionali del cubano (lo sta' diventando anche dell'italiano, purtroppo) ma visto che le soluzioni per tentare di vivere un po' meglio, impiegando in modo positivo il proprio tempo esistono, perche' mai non metterle in pratica?
Appena arrivato qua' sono andato da un contadino che conosco a comperare un po' di verdure.
Mani callose, faccia abbronzata e un campo pieno di ogni ben di Dio.
Non sarebbe possibile a Cuba?

22 commenti:

  1. DAL BLOG AMMIRAGLIO 61

    testo di Federico LabantiCuba, Santiago de Cuba - Cultivated cities in Cuba
    L’agricoltura urbana è oggi un fenomeno in grande crescita in molte città del mondo. A Cuba coltivare in città è una pratica diffusa e organizzata almeno dall’inizio degli anni Novanta, quando l’isola venne schiacciata economicamente dal crollo del blocco socialista e dal pesante embargo statunitense.
    Durante il cosiddetto “Periodo Especial” Cuba si trovò ad affrontare, tra le altre, una gravissima crisi alimentare dovuta alla mancanza quasi totale di gasolio per i trasporti e le macchine agricole, oltre che di fertilizzanti, pesticidi, e dei prodotti necessari al suo modello agricolo, fino ad allora fortemente industrializzato.
    Per far fronte all’emergenza gli abitanti di alcune città cominciarono a coltivare le aree abbandonate nelle vicinanze delle loro case, a convertire i propri giardini in piccole coltivazioni e ad allevare qualche animale.
    Il governo si rese conto delle potenzialità di questa pratica e avviò rapidamente un processo di istituzionalizzazione e diffusione del fenomeno su larga scala, all’interno di una più generale trasformazione del modello agricolo convenzionale verso uno minimamente sostenibile coi mezzi disponibili.
    Negli ultimi vent’anni la rete degli orti urbani (conosciuti a Cuba come organoponici, dal nome di una particolare tecnica di coltivazione) si è estesa a tutte le città dell’isola. Gestiti direttamente dai cittadini o da cooperative statali, con metodi di coltivazione esclusivamente organici, forniscono lavoro e prodotti alimentari freschi alle aree urbane circostanti attraverso i punti vendita inseriti negli orti stessi.
    All’esperienza degli organoponici ufficiali si affianca un numero indefinito di cortili privati coltivati, piccoli allevamenti domestici, tetti verdi, vivai di piante medicinali, religiose e ornamentali, i cui prodotti vengono consumanti dalla famiglia, scambiati coi vicini o venduti nei mercati.

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  2. Vado OT ma ho trovato questo interessante articolo sulla Grecia. Giuseppe

    “Se ho un debito di 10.000 euro ho davvero un grosso problema, se ho un debito di 10.000.000 di euro, ad avere un grosso problema … è il mio creditore”.
    Come tutte le battute, se fa ridere, significa che nasconde un fondo di verità.
    Figuratevi così se ho un debito di 330.000.000.000 (330 MILIARDI) di euro, ed in cassa non ho nemmeno un euro, che razza di problema ha il mio … anzi … i miei creditori.
    Il debitore può persino riderci su, tanto, che può fare? Certo, i creditori non hanno molta voglia di ridere e pretenderebbero perlomeno che il debitore la smettesse di fare lo spiritoso e che invece dicesse loro in che modo intende pagare.
    Ma che volete che faccia? Lui va avanti a divertirsi, povero lo è già, cosa pretendete? Che muoia di fame solo per restituire al massimo un 1 o un 2% del suo debito? Fare la fame per restituire circa 7 miliardi e rimanere con un debito di 323 miliardi? Dai, siamo seri.
    Ed i creditori incalzano: dicci come intendi ritornarci i soldi che ti abbiamo prestato!
    E lui: “Dunque, fra non molto saranno in scadenza 27 miliardi del mio debito, allora voi prestatemene altrettanti e io vi pago le rate in scadenza. Ah! Dimenticavo! Non deve essere un finanziamento a breve termine, altrimenti fra poco siamo ancora punto e a capo, diciamo che la scadenza del nuovo prestito sia … fra 30 anni! Ah, ancora una cosa! Naturalmente venitemi incontro con un tasso di interesse sopportabile, beh … diciamo … l’1,5%.”
    A quel punto i creditori si alterano ed urlano: “Non siamo mica qua a farci prendere per il c…lo, è una proposta offensiva!”, ma si sentono rispondere: “Sentite, a suo tempo siete stati voi ad accogliermi nella Comunità, voi lo sapevate certamente in quale situazione mi trovavo, non raccontate la balla che ho truccato i conti, perché siete stati proprio voi a dirmi come dovevo truccare i conti, quindi non venite ora a farmi la morale, da voi non l’accetto!”
    Ed ancora i creditori: “Dai, sei un politico anche tu, mettiti nei nostri panni, se ti diamo ancora i soldi i nostri elettori non ci votano più perché non vogliono che continuiamo a finanziarti, se non te li diamo i nostri elettori non ci votano più perché abbiamo perso 330 miliardi di euro, come ne usciamo?”
    Ed il debitore “Quelli sono fatti vostri, i miei elettori mi hanno votato proprio per questo, sono già pieno di problemi, i vostri ve li dovete risolvere da soli”.

    Tutto chiaro?

    Solo una precisazione: non mi sono inventato nulla, soprattutto per quanto riguarda i numeri.

    Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro

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    1. FOSSE SOLO LA GRECIA....

      La sciura Maria va al mercato. Vuole comprare quattro banane per cena, una per ognuno dei componenti della sua famiglia: lei, suo marito e i suoi due figli. Arrivata alla cassa, scopre che il prezzo di quelle quattro banane è “otto banane”. Strabuzza gli occhi, scuote la testa. Deve aver capito male. Invece è tutto vero: quattro banane, alla sciura Pina, costano otto banane. Ma non deve per forza pagare subito: può metterle tranquillamente sul suo conto, ovvero contrarre un debito. Nel frattempo, lei e la sua famiglia possono iniziare a mangiarsi le banane. L'importante è che si ricordino di restituirne otto al mercato.
      “Il fatto è – le spiega il cassiere, con aria zelante – che il nostro mercato ha comprato quelle quattro banane da un grossista europeo, il quale a sua volta gliele ha concesse a debito, con l’interesse del 50%. Dunque noi, in quanto mercato nazionale al dettaglio, per prendere quattro banane dal grossista europeo dobbiamo garantirgliene sei. Quindi ci indebitiamo di due banane. E' per questo che dobbiamo alzare i prezzi. Di quelle otto banane che lei ci darà per estinguere il suo debito, sei dovremo restituirle al grossista. Due ce le teniamo noi. Così anche il nostro mercato ci guadagna qualcosa.”

      La sciura Maria, con le banane ancora in mano, ci riflette un po' e poi protesta: “Quindi il debito che voi contraete col grossista europeo ricade interamente sulle spalle del cittadino. In fondo, voi non fate altro che alzare i prezzi delle banane: i rincari sono esclusivamente a carico nostro!”.
      “Esatto, ha capito alla perfezione”, osserva il cassiere, compiaciuto.
      “Così non vale, però!” – mormora la sciura Maria, in un rigurgito di dignità. Ma poi, ripensando a suo marito che ogni sera torna a casa distrutto dal lavoro e ai suoi figli che sono sempre affamati, sebbene riluttante si arrende e compra le quattro banane. Al loro prezzo di mercato. Il grossista europeo si mette in tasca due banane. Il mercato al dettaglio si mette in tasca due banane. La sua famiglia, invece, sarà in deficit di quattro banane. Avrà sempre meno banane in bocca e sempre più banane altrove.

      Ora al posto del grossista europeo mettiamo la BCE, cioè Banca Centrale Europea. Poi, al posto del mercato al dettaglio, mettiamo le banche nazionali. Infine, al posto della sciura Maria mettiamo noi stessi, i cittadini italiani. Adesso proviamo a rileggere la storia, tenendo presente che la BCE non vende banane, ma crea denaro.

      Freccia

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    2. Non fa una piega....
      Ogni volta che aumenta l'Iva alla fine su quali spalle pensate ricada il rincaro?

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  3. EL LOCO Non vorrai mica farli...lavorare spero?

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    1. Ahahahahaha almeno la smetterebbero di lamentarsi sempre, forse

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  4. Santa Fè- Il problema dell'Havana e zone limitrofe è l'acqua, razionata con cisterne nel centro Havana, fuori dalla capitale, per esempio nel Municipio Playa, l'acqua viene erogata a giorni alterni e ci si arrangia ovviamente con le cisterne.
    I pozzi come potete ben immaginare non sono alla portata di tutti.

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  5. Certo però è anche vero che con tutto quello che ha piovuto basterebbe un tanke

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  6. Santa Fè- ..e il dengue? poi passano a formigar ti rompono le palle perché hai piccoli contenitori che possono, e sono, focolai larvali non eliminabili.
    No es facil, en Cuba todo ha sido inventado.

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  7. Il Torino Football Club è lieto di annunciare di aver acquisito a titolo definitivo dall’Hoffenheim Fc il diritto alle prestazioni sportive del calciatore Afriyie Acquah. Per il centrocampista ghanese contratto sino al 2019

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  8. Io avevo portato una scorta di semi di un po di ogni verdura...finite come arredamento in salotto..Raul ci aveva provato a incrementare forza lavoro nei campi(in larga scala )..nada...peccato però..anche se quando una cosa non è nella tua natura c'è poco da fare..forse anche il concetto di lavorare duro in um orticello x raccogliere frutti solo a lungo termine non rientra in natura cubana..finché nessuno muore di fame..ciao Milco
    Stefano

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    1. Diciamo anche che lavorare unicamente con arnesi del medioevo non invoglia la gente a buttarsi nei campi.
      L'orticello e' un'altro discorso.

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  9. Hai mai comprato i prodotti che vendono i campesinos a lato autopista in provincia?un aglio supremo che insaporisce piatti superbamente..la loro piña cosi strana ...solo una forma di queso mai avuto coraggio di comprarla nonostante la avessi comprata...
    stefano

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    1. Mi piace parecchio, se ben fatto, il formaggio che si vende por la caretera, ma non e' facile trovarlo di buona qualita'.

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    2. Non ci crederai ma ho visto mio suocero spazzolarsi in 2gg una forma intera di queso che gli avevo comperato por la carretera...

      io probabilmente sarei ancora seduto sul cesso in preda a crampi e dolori...grondante di sudore...

      Apppropostio...maaa che stomaco hanno certi cubani?!?!?!

      Freccia...

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  10. Abituati da decenni a mandare giù ogni cosa commestibile o meno.....

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  11. Ho diversi terreni qua, ma purtroppo essendo zona di media montagna non sono molto redditizi. Purtroppo alla luce dell'attuale crisi anche un progetto di edificabilità sugli stessi spazi che mi avrebbe consentito una discreta rendita è stato rigettato dal costruttore che si era proposto per realizzarci degli edifici. Forse se avessi abitato in zone collinari avendo la stessa situazione mi sarei dedicato alla campagna, anche se un mio amico (abbastanza anziano da avere esperienza da vendere) dal quale vado a prendere l'olio e il vino che produce con i frutti del suo raccolto mi ha ribadito che, anche dalle sue parti, con l'agricoltura non ti fai ricco. Quindi, a parte mia zia che superati gli 80 anni si dedica alla cura di un orticello, in questo perido l'unica cosa che raccoglie sono delle fragole buonissime, non credo ci sia molta passione per la cura dei campi, soprattutto da parte delle nuove generazioni e anch'io nonostante non sia più di primo pelo amo poco dedicarmcii, (lo stesso discorso varrebbe se abitassi a Cuba) soprattutto perchè ho adottato la massima: l'orto vuole l'uomo morto. Potrei concludere dicendo che, nonostante ciò, nel mio DNA ci sarebbero tracce diverse, infatti il mio bisnonno andava alle fiere per vendere gli ortaggi ed era conosciuto come Angeluccio l'ortolano. P68

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    1. pedro mi sto organizzando per andare a vivere en el capri bajo la loma de la guinera.......cosa aspetti a trasferirti......paolino.

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  12. Sono cose che ti entrano dentro da ragazzo o non ti entrano più. Credo

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