martedì 23 giugno 2015

PAESI DI VECCHI


 
Leggevo un'articolo su un sito che parla di Cuba che raccontava come l'isola stia, lentamente, diventando un paese di vecchi.
In un'altro articolo il sistema sanitario italiano veniva descritto come “cubano” in quanto il solo, fra quelli della Ue, quasi totalmente a carico dello stato, anche se su questo ci sarebbe da discutere, e non poco.
L'invecchiamento della popolazione e il sistema sanitario viaggiano, da sempre a braccetto.
Piu' oggi investi in istruzione e per migliorare gli stili di vita meno dovrai farlo domani sulla sanita'.
Per il primo anno dal dopoguerra l'Italia, nel 2014, ha dichiarato una crescita demografica zero della sua popolazione, questo nonostante la marea di stranieri, quelli censiti, che hanno rimpolpato la nostra esangue progenia.
Nello stesso modo, l'articolo che parlava di Cuba, spiegava che sempre meno cubani fanno figli e sempre piu' gente vive a lungo rispetto al passato.
Il sistema sanitario cubano lo conosciamo, non puo' essere comparato con gli standard europei ma, entro certi limiti, non lascia indietro nessuno.
Il nostro sistema sanitario, pur con tutte le sue pecche, ci garantisce le medicine e l'assistenza necessaria per poter allungare la nostra vita.
Negli Stati Uniti, giusto per fare un'esempio, se non hai una assicurazione privata, malgrado gli sforzi fatti dall'amministrazione Obama, rischi davvero di non poter accedere a nessuna medicina o assistenza medica.
In Europa molti paesi, l'Inghilterra in testa, stanno passando ad un sistema misto in cui alcune prestazioni mediche sono assicurate dallo stato mentre altre il cittadino se le dovra' pagare.
In Francia gia' le cose piu' o meno funzionano in questo modo.
In Italia, ahime' ci stiamo arrivando o ci arriveremo presto.
I progressi della medicina hanno fatto si che, giusto per fare un'esempio, i diabetici e chi ha problemi di pressione, grazie a farmaci mirati abbiano visto allungare di molto la propria aspettativa di vita rispetto a qualche decennio fa.
Farmaci spesso costosi che il paziente difficilmente potrebbe permettersi se lo stato non li passasse.
La situazione economica incide poi in modo importante sulla scelta di fare o meno figli.
A Cuba, col venire meno di alcune garanzie statali, la gente si sta' rendendo conto che i figli saranno anche una cosa meravigliosa ma sono anche un costo da affrontare.
In Italia ce ne siamo accorti da tempo, la crescita demografica zero del 2014 e' anche la dimostrazione di quanto questa tesi sia assolutamente giusta.
A Cuba le generazioni passate sfornavano figli peggio che i conigli, in Italia mia nonna aveva 9 fra fratelli e sorelle.
In pratica nell'isola, con decenni di ritardo, sta' accadendo quello che e' successo da noi dal dopoguerra in poi.
Non a caso molti che frequentano Cuba per la prima volta la descrivono come l'Italia di decenni fa.
Il futuro purtroppo non sara' roseo, la crescita dell'eta' media della popolazione, in entrambi i paesi portera' lo stato a non essere piu' in grado di soddisfare i fabbisogni sanitari di tutti, sopratutto delle classi meno abbienti e le strutture private sbucheranno come funghi.
Finiremo con lo stato che ci garantira' a malapena il minimo sindacale, mentre il resto ce lo dovremo pagare profumatamente.
Per noi stranieri questo a Cuba gia' avviene ogni volta che entriamo in contatto col loro sistema sanitario, non a caso da qualche anno abbiamo l'obbligo di farci un'assicurazione.
Assicurazione che, eventualmente, ci rimborsa al nostro rientro in Italia (tolti pochi casi), quando siamo a Cuba in quelle situazioni la mani nel borsillo le dobbiamo mettere noi.
Sara' questo piu' o meno il futuro che ci attende, da entrambi i lati del bloqueo, assicurazioni sanitarie, farmaci costosi da pagare e chi non ne avra' le possibilita' andra' a giocare a briscola tresette con Satanasso in largo anticipo rispetto alla tabella di marcia.
L'Italia forse sara' anche un paese “cubano” dal punto di vista dell'intervento statale, ma intanto gli ospedali chiudono e il personale e' sempre piu' scarno.
A Cuba e' sempre bene....stare bene, ma oramai anche da noi e'...perlomeno consigliabile.

42 commenti:

  1. DA ITALIA CUBA

    Potremmo dire che Cuba rimane un paese dalle molte contraddizioni, ma sempre più facile da amare.
    Uno dei suoi contrasti più palesi riguarda il Sistema Nazionale di Salute, figlio della riforma sanitaria avviata dal Leader Maximo nel 1959. Da un lato la meticolosità e l’efficienza di una medicina "umanizzata" (a Cuba c’è uno dei tassi di mortalità infantile più bassi del mondo), il decentramento delle strutture ospedaliere, l’enorme sforzo profuso per lo sviluppo delle biotecnologie, per la prevenzione e la vaccinazione. Dall’altro le nefaste conseguenze di un blocco commerciale che ha come diretta ripercussione la mancanza dei medicamenti di base. Nonostante le Nazioni Unite abbiano recentemente votato, con 167 voti a favore e 3 contrari, una mozione a favore della fine di questo blocco, gli Stati Uniti continuano a esercitare il loro diritto di veto.
    Al di là delle considerazioni di carattere politico e "umano", è comunque evidente come l’organizzazione del Sistema Sanitario Cubano possa offrire idee e suggerimenti di particolare interesse. Partendo da queste considerazioni il nostro direttore ha lanciato l’idea di un convegno in cui si potessero confrontare il sistema sanitario italiano e quello cubano. Al suo appello hanno risposto l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, l’Istituto S. Lucia di Roma, le istituzioni regionali, provinciali e comunali del Lazio assieme a numerose personalità del mondo della medicina e della politica. A rappresentare Cuba, oltre all’Ambasciatrice Maria de Los Angeles, è stata invitata una donna dal cognome altisonante, ma che è soprattutto una pediatra, profonda conoscitrice della realtà sociale e sanitaria cubana: Aleida Guevara, figlia del "Che". Dal convegno abbiamo estratto le sintesi di alcuni interventi che qui vi proponiamo.

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  2. ...insieme al nuovo sistema sanitario é stato necessario creare una mentalità nuova per i medici.

    "Per capire il funzionamento del Sistema Sanitario Cubano è importante capire i motivi che lo hanno creato. Per questo faccio una rapida premessa storica che parte dal 1959, l’anno della Rivoluzione a Cuba.
    Prima di allora, nella nostra isola, non esisteva alcun sistema sanitario, l’attività di prevenzione dei medici era praticamente nulla, i dati sulla mortalità infantile erano sconvolgenti. Dunque, uno dei motivi che portò il nostro popolo alla rivoluzione fu proprio il desiderio di un equo sistema di salute pubblica. Negli anni ‘60, tra gli immediati provvedimenti del Governo di Fidel Castro, vi fu la creazione di un Sistema Nazionale di Salute e di un Servizio Medico Rurale; si pensi, infatti, che i primi medici rivoluzionari combattevano nella Sierra Maestra assieme ai guerriglieri e, quando andarono al Governo, conoscevano benissimo la realtà sociale e sanitaria delle campagne e delle montagne.
    Un altro dato riguarda le fortissime pressioni, da parte degli Stati Uniti, che abbiamo sempre dovuto subire, anche per ciò che concerne la gestione della sanità. Assieme al nuovo sistema sanitario bisognava, naturalmente, creare una nuova mentalità per i medici. Uno Stato socialista non può prescindere dalla completa gratuità delle prestazioni mediche, mentre fino al 1959 quasi tutti i medici di Cuba avevano esercitato la loro professione a pagamento e in consultori privati.
    Dopo la Rivoluzione, più della metà dei 1200 medici presenti sul territorio cubano decisero di andare via e, chiaramente, il primo provvedimento governativo riguardò la formazione di nuovo personale sanitario. Vi basti pensare che a fronte delle 2 facoltà di Medicina che c’erano a Cuba nel 1959, oggi abbiamo ben 21 facoltà su tutta l’isola!
    Si realizzarono poi delle grandi campagne di vaccinazione mentre prendeva il via il primo programma contro le malattie infettive. Vennero pure ridotti, in maniera drastica, i prezzi dei medicinali e si creò una rete di attenzione primaria alla salute, ovvero la costruzione di ospedali rurali, policlinici e presidi medici.
    Negli anni ‘70 viene regolamentato il Modello di Medicina Comunitaria: l’amministrazione del servizio sanitario è decentrata ai governi provinciali e municipali, le facoltà di medicina vengono trasferite al Ministero della Salute Pubblica e la docenza medica giunge in tutte le province del Paese. Nel contempo si incrementa la produzione di medicinali e si lavora ai programmi di base riguardanti donne incinte, bambini e adulti. Un fatto importante riguarda la produzione di medicinali nazionali. Cuba, appartenendo all’area socialista, poteva acquistare dall’Unione Sovietica e dai paesi del Patto di Varsavia, le materie prime necessarie alla produzione di medicamenti.
    Negli anni ‘80, poi, grazie all’acquisizione di nuove competenze tecnologiche, siamo stati in grado di creare nuovi medicinali e nuovi vaccini che hanno potuto essere venduti anche all’estero. Una tappa fondamentale per il nostro sistema sanitario è il 1984. Partendo da un’idea dello stesso Fidel Castro, comincia la sperimentazione del medico di base o medico di famiglia. Le stesse famiglie costruiscono gli alloggi per il medico e per gli infermieri. Medico e infermieri lavorano nel Consultorio del medico di famiglia, una struttura a disposizione di circa 120 famiglie (in media 600 persone) e che consente allo stesso medico di conoscere singolarmente le patologie e i rischi di ogni malato, di avere un quadro completo della situazione sanitaria del quartiere dove opera. In tal modo egli può fornire dati precisi ai livelli superiori di sanità.

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  3. Da questi dati possono partire ricerche specifiche sul perché, ad esempio, in una zona si verifichino più casi di infarto o di diabete piuttosto che in un’altra; si può anche stabilire quali medicine sono consumate in maggior misura in ogni zona del Paese e razionalizzare al meglio le forniture alle farmacie. Ogni consultorio dispone pure di un gruppo basico di lavoro che comprende lo psicologo, lo psichiatra, il sociologo e così via... così qualsiasi paziente che abbia bisogno di cure specialistiche non è costretto ad andare all’ospedale ma ha il medico specialista a propria disposizione direttamente nel Consultorio. In sintesi posso dire che il nostro Sistema Sanitario Nazionale si basa su tre principi fondamentali: la gratuità, l’universalità e l’accessibilità a tutti.
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    Parlo adesso del bloqueo (blocco). Il lingua spagnola è molto chiara la differenza tra bloqueo ed embargo. L’embargo si verificherebbe qualora gli Stati Uniti ci vietassero di commerciare con loro, il bloqueo degli USA, invece, impedisce a qualunque nazione di avere rapporti commerciali con Cuba! Dal 1965 al 1989 il Prodotto Interno Lordo di Cuba è cresciuto alla media del 3.1 % l’anno ma dopo il crollo dell’Unione Sovietica le cose sono cambiate; terminarono gli scambi commerciali con l’Europa dell’Est e nel 1993 il nostro PIL perse il 35 %, praticamente l’economia cubana si fermò.
    Queste enormi conseguenze commerciali hanno riguardato e riguardano anche e soprattutto la sanità. La nostra capacità di spesa per le importazioni di prodotti per la salute è crollata da 227 a 80 milioni di dollari l’anno. Valga un esempio per tutti: gli Stati Uniti hanno imposto a qualunque azienda con capitali statunitensi di non avere alcun rapporto commerciale con Cuba e, per questo, siamo costretti a comprare il latte in polvere per i nostri bambini in Nuova Zelanda!
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  4. Pur tra mille difficoltà la sanità del nostro Paese va avanti. Lavoriamo per migliorare ancora il sistema, promuoviamo la ricerca e la prevenzione, ci sforziamo, in mancanza di alcune materie prime, di trovare sempre nuove alternative farmacologiche, tanto da aver già integrato la medicina verde e l’omeopatia nel nostro Sistema Sanitario.
    Alcune sostanze derivanti dalle piante possono benissimo sostituire i medicinali chimici. La sanità cubana persegue infine un carattere internazionalista. Abbiamo fondato una Scuola di Medicina Latino-Americana che offre ai giovani provenienti da tutto il continente la possibilità di studiare gratuitamente e di acquisire le competenze per l’esercizio della professione medica. A questi studenti chiediamo soltanto, dopo aver conseguito la laurea, di tornare nei Paesi d’origine per svolgere il loro servizio.
    E poi c’è la riconosciuta valenza dei nostri medici: dal 1963 al 1999 più di 40.000 operatori sanitari cubani hanno esportato la loro esperienza in 83 nazioni; in questo momento abbiamo circa 2.200 medici sparsi per il mondo. Capite allora quali sono le nostre difficoltà ma anche gli aspetti positivi del nostro Sistema Nazionale di Salute. Un’ultima cosa che vorrei dire riguarda la grande solidarietà e gli aiuti che, soprattutto negli ultimi anni, ci sono giunti da tantissimi popoli del mondo: in prima fila c’è sempre stato quello italiano."

    ...avere uno specialista sul territorio rappresenta un fatto straordinario

    "Ho avuto occasione di visitare recentemente Cuba, nel corso di un viaggio istituzionale. Il loro Servizio Sanitario Nazionale deve far fronte a molte difficoltà tra le quali c’è la necessità di ammodernare la rete ospedaliera, dal punto di vista strutturale e tecnologico. Penso, poi, alla questione ambientale: in un paese con il tasso di inquinamento così elevato come quello di Cuba è evidente la grande incidenza che ha sulle malattie respiratorie, sia per i bambini che per gli adulti. Ma, oltre a questi elementi negativi ce ne sono altri che voglio sottolineare come positivi. Intanto, il ruolo forte che ricopre, nel sistema cubano, il medico di base o medico di famiglia.
    Avere uno specialista che gestisce completamente la sanità territoriale, la prevenzione e gli screening, è un fatto straordinario. Ne ho fatto un confronto con il sistema sanitario italiano, in cui la componente territoriale è fortemente arretrata rispetto a quella ospedaliera e dove quasi il 60 % delle risorse sono destinate all’ospedale, a fronte di un 38 % per il territorio, quando invece le due percentuali dovrebbero essere equivalenti. La diversa organizzazione del sistema sanitario cubano, dunque, può e deve farci riflettere sull’importanza di un riequilibrio della destinazione delle risorse, soprattutto per quanto riguarda quelle per il territorio e la prevenzione.
    Un altro aspetto che mi ha molto colpito, visitando un centro di riabilitazione per i bambini di La Habana, è l’umanizzazione della medicina cubana. I piccoli degenti affrontavano il percorso di riabilitazione a strettissimo contatto con i familiari e con il personale medico: davvero uno splendido esempio di umanizzazione della sanità pubblica!

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  5. Infine, un elemento che mi riguarda non solo dal punto di vista politico ma anche da quello professionale. A La Habana ho trovato più di 350 specialisti in fisiatria, mentre a Roma i fisiatri sono una cinquantina (un fisiatra ogni 6.500 abitanti nella capitale cubana, un fisiatra ogni 50.000 abitanti a Roma).
    Il loro sistema sanitario, dunque, si concentra con particolare attenzione non soltanto nella prevenzione ma anche nella riabilitazione e questo è un dato che non deve lasciarci indifferenti. Stesso discorso valga per la medicina non convenzionale anch’essa in forte sviluppo. In Italia, invece, siamo un po’ vittime della medicina tecnologica. Se per i livelli essenziali di assistenza il Governo Nazionale ha escluso tutte le medicine non convenzionali (agopuntura, omeopatia ecc ..), allora è necessario, anche in questo campo, aprire una discussione seria; personalmente, osservando la realtà di Cuba, ho avuto l’impressione che lo sviluppo di queste medicine alternative possa dare risultati soddisfacenti."

    ...abbiamo siglato una collaborazione per un progetto presentato all’UE

    "La trasferta della Dottoressa Aleida Guevara in Italia risponde, per così dire, al viaggio che una delegazione dell’Istituto S. Lucia ha fatto, qualche tempo fa, a Cuba. L’idea fu di Ivano Selli e devo dire che da quella proficua esperienza, assieme a quest’ulteriore confronto, il nostro istituto sta traendo degli spunti molto interessanti che potranno essere recepiti anche da altre realtà sanitarie. Ho avuto l’occasione di visitare alcune strutture sanitarie cubane e, riferendomi in particolare ai centri di riabilitazione, sono certo che il confronto con i colleghi d’oltreoceano possa essere molto produttivo. Abbiamo, inoltre, già firmato una convenzione di collaborazione scientifica con Cuba che ci ha portato alla presentazione di un importante progetto di riabilitazione neurologica finanziato dall’Unione Europea.
    Al di là dell’arretratezza in cui, purtroppo, versano alcuni settori della medicina cubana, il loro sistema nazionale di sanità può godere di un eccellente livello di umanizzazione.

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  6. Le migliori apparecchiature, infatti, non servono a nulla se non si riesce a instaurare un buon rapporto tra paziente e personale medico e paramedico. Visitando l’Istituto diretto da Aleida Guevara, ci siamo resi conto di come, a Cuba, l’umanizzazione della medicina sia una realtà perfettamente funzionante; per questo la collaborazione tra i nostri due popoli può rappresentare una grande occasione di arricchimento umano e professionale."

    ...la formazione degli operatori sanitari a Cuba merita la massima attenzione

    "Il confronto tra i due sistemi sanitari, quello di Cuba e quello italiano, può rappresentare, a mio avviso, un oggettivo elemento di arricchimento reciproco.
    In Italia la prima sfida che il sistema sanitario deve affrontare riguarda la formazione. C’è un’impellente e assoluta necessità di adeguare i nostri medici ai nuovi percorsi diagnostici e terapeutici; a proposito di questo, gli enormi sforzi che vengono compiuti da Cuba per la formazione degli operatori sanitari meritano la massima attenzione.
    Un altro punto di fondamentale importanza riguarda la ricerca, cioè lo strumento con cui si incide direttamente sulla salute dei cittadini. Possiamo fare molti esempi a proposito della ricerca: in Italia, così come in tutto il mondo, la mortalità per malattie tumorali e AIDS è in costante diminuzione da quando sono stati introdotti nuovi farmaci e nuovi metodi di cura. Anche in questo caso, pur dovendo fare i conti con enormi limiti economici e strutturali, Cuba profonde i massimi sforzi per investire nella ricerca. E non voglio dimenticare la prevenzione: quello che si fa a Cuba per la prevenzione è veramente importante. In Italia, sfortunatamente, ci dobbiamo confrontare con una medicina ancora basata sull’impostazione terapeutica piuttosto che sull’impostazione preventiva e questo è un limite. Le esperienze di altri sistemi sanitari e il confronto con essi, come è avvenuto in questo convegno, possono essere utili al superamento di questo limite."

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  7. Lo schifo , in Italia , é che il servizio sanitario nazionale pur godendo di congrue disponibilità , basti pensare alla fetta che viene scremata dai redditi di chi lavora , non riesce a fornire un servizio decente .
    Con un decimo alle assicurazioni private otterremmo un servizio superiore :-(

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    1. Torniamo al discorso di sempre; cosa mi da lo stato in cambio delle mie tasse?

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  8. Mio padre la scorsa settimana ha fatto delle semplici analisi del sangue: ha pagato 68 euro. Mia moglie se non andava prima privatamente (pagando 275 euro) non si sarebbe operata nell'arco di 30 giorni bensì dopo 9 mesi. Tra l'altro quando era incinta aveva prenotato un esame che si fa obbligatoriamente in un determinato periodo della gravidanza: le hanno dato appuntamento 8 mesi dopo, quando avrebbe già partorito. L'ha dovuto fare privatamente pagando 80 euro. Chiaramente sto parlando dell'Italia.Vale

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    1. Vero, ricordo quando mi tamponarono, andai in ospedale a Giaveno per una visita e mi dissero di ripassare a novembre...era giugno.
      Privatamente ci misi due giorni....

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  9. Meglio pregare per stare bene e tenere gli ospedali alla larga :-)
    Milco sto partendo per Expo vado per servizio, resto a Milano fino al 14 luglio, se capiti da quelle parti...fammi un fischio!

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    1. Ok ma tu butta sempre un occhio al blog.

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    2. solo un idea...

      si potrebbe organizzare "un aperitivo rinforzato + degustazione ron" all' Expo...mi pare che dopo le 19.00 ingresso costi solo 5,00€...fino alle 23,00...

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    3. Guarda in questo periodo proprio non riesco.
      oggi o domani mattina rientro a casa, giovedi' e venerdi ho incontri importanti, poi devo rientrare qua'....un casino Freccia

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    4. no problem figurati...

      ...era solo un' idea visto che Walter è in zona...Simone ci è appena stato...e altri del blog potevano unirsi...

      ci sarà sicuramente modo...alla prox...

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    5. E un estate cosi'....ho roba da vestire in 4 case....

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    6. guarda il lato positivo della situazione: di certo non ti annoi...

      cmq siamo sulla stessa barca...a volte vado in stress perché mi servirebbero giornate da 48h...credimi non voglio esagerare o fare il fenomeno di turno...

      poi arrivo al WE che devo disconnettermi dal mondo...

      è un periodo così...prendere o lasciare...quando soffia il vento bisogna spiegare le vele...il mare piatto è dietro l' angolo...

      Freccia

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  10. Trovo molte difficoltá a comparare ľ Italia a Cuba e viceversa...soprattutto quando si parla di sistema sanitario...istruzione...

    Freccia

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  11. Lo so
    Volevo solo sottolineare alcuni punti in comune

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  12. Purtroppo è un bel casino quando si ha a che fare con problemi di salute,adesso qua da noi curarsi costa veramente troppo come poi negli altri paesi.paolino.

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  13. Santa Fè- Lo scorso Luglio per la prima volta ho dovuto dare tre dollari per far visitare mia figlia dalla guardia medica, mai successo prima, ho scoperto da mia suocera che oramai il discorso vale anche per i cubani, si no le das un dollar no te atienden.
    Comprendo che facciano pagare me, anche se ovviamente qualche regalino glielo portavo anche prima in ogni caso, però per un cubano trovare un dollaro non è semlice.
    Se termino la revolucion o esta empezando?

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    1. Vero ...confermo..anche i cubani senza yuma per essere attesi devono sempre pagare qualcosa..anche io spontaneamente quando ho usufruito a cuba di servizi medici diciamo fuori dai canali ufficiali ho sempre lasciato qualcosa..ma al cubano è ingiusto chiedere anzi pretendere il peso..c'è sempre il giuramento di Ippocrate..ma forse sono romantico io...comunque i ragazzini manco laureati che ti visitano(c'è ne è alcuni manco cubani che parlano addirittura male spagnolo)sono un insulto..e io amo Cuba per qusto ste cose mi indignano altrimenti me ne fregherei
      Stefano

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    2. Più che altro ci sono quei salari....

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    3. Santa Fè- I medici cubani in Africa o Venezuela mentre i medici stranieri, specializzandi della Scuola di Medicina Latino Americana, fanno i turni negli ospedali e ambulatori dei vari municipi, questo non vuol dire che siano scarsi però che tutto sia un po' più approssimativo e soprattutto sulla pelle dei cubani è indubbio.
      Gli ospedali di eccellenza della capitale, per soli stranieri e/o ministri e classe agiata cubana, son carissimi anche per noi.(esami del sangue completi per 360 dollari)

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    4. I medici buoni sono tutti in missione

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  14. Una specie di ticket statale o en negro?

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  15. Occorre solo stabilire se ufficiale o ufficiosa...

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  16. Il problema è che noi paghiamo tasse che dovrebbero garantirci servizi da clinica svizzera a 7 stelle invece non solo non riceviamo niente noi ma ricevono poco pure i bisognosi per i quali(giustamente in uno stato sociale)noi versiamo..esempio:nella civilissima lombardia volevo togliere dente del giudizio in ospedale x risparmiare 500euri...a maggio preso appuntamento x metà dicembre...chapeau...a Cuba concordo..meglio stare bene e meglio leggere attentamente le polizze seguro sanitario...mi sorprende dato su natalità nell'Isla..io continuo a vedere marea di bimbi di tutti i colori..boh...p.s. i bimbi cubani sono bandoleri ma hanno negli occhi e nel sorriso qualcosa di unico..forse sono l'icona più bella della rivoluzione..chi ha visitato come me paesi come il brasile capirà differenza tra un niño che vive serenamente e uno al quale non è permesso..buona giornata milco
    Stefano

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  17. Da 20 anni ho la polizza Doctor di Toro Assicurazioni.
    Tutte gli esami, checkup, piccoli interventi (appendice, tonsille...) sempre fatte nel giro di pochi giorni presso Fornaca o Cellini (con suorine e infermiere che alla prima scoreggia fanno a gara nell'aiutarti).

    1700 euro l'anno che garantiscono un trattamento adeguato a me e mia figlia. Se dovessi affidarmi alla mutua, ciao balle...

    Per patologie gravi o interventi importanti ritengo invece che la nostra sanità sia all'avanguardia, specialmente a Torino.

    Simone

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  18. Certo ma 1700 euro ogni anno non tutti se li possono permettere

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  19. No, è chiaro, ma se uno può farlo è senza dubbio una spesa ben fatta. Considera che la scarico quasi completamente. Conosco gente che si lamenta e poi si fa i leasing per una bmw o per le vacanze...

    Simone

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  20. Io ho senza dubbio contribuito al ripopolamento di Cuba.

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  21. Glick vicinissimo al galatasaray. Sarebbe un errore anche a fronte di 15 milioni.
    Simone

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  22. Per meno di 20 il mandrogno non lo molla. Ha detto che dopo il 30 non vende più i big.
    Probabilmente perderemo Darmian e Maksimovic.

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