domenica 7 giugno 2015

RIENTRARE A CASA



TRATTO DAL LIBRO "CUBA;UN'ISOLA NEL SOLE"
Sto’ partendo.
Rientro in Italia.
Il Terminal 3 dell’aeroporto José Martì mi accoglie come
sempre. 

Mille pensieri si accavallano in questi momenti.
Cose tristi, sensazioni che si teme di non poter provare
più.
Al di là delle coppie italiane, allegre, che ritornano in
Italia portando con loro un bel ricordo che regalerà loro
serenità e gioia quando ripenseranno a Cuba, gli altri
passeggeri girano smarriti fra i punti di ristoro ed i duty
free.
Tutti alla ricerca di un qualcosa che faccia loro smettere
di pensare alla novia lasciata qualche ora prima.
Ingannano se stessi, elaborando progetti che non
realizzeranno mai.
Quanti pensieri si accalcano: il matrimonio, un
investimento, una prossima vacanza…
Complice l’eterna colonna sonora che ci trasciniamo
dietro e che non smetterà mai di suonare.
La languida canzone di Cuba.
Anime in pena che terminano i loro ultimi dollari prima
di imbarcarsi, regalando tutto il possibile alla loro
ragazza.
A questo punto non è importante sapere se si tratti di
una jinetera oppure di una che fa una vita diversa.
Sempre di “amore” si parla.
Un “amore” sincero, da parte dell’uomo ferito nel
profondo del suo cuore.
Un sentimento oramai sconosciuto in Italia dove ci sono
abitudini differenti, climi diversi, interessi divergenti.
A Cuba si scommette per la strada clandestinamente,
com’è spesso clandestino l’amore per una Barbie dei
tropici dal poco seno ma dal culo ben pronunciato.
Il ricordo di quello sguardo cubano, a volte languido a
volte assassino, ci insegue inesorabilmente anche dopo
aver passato il controllo di frontiera.
Ci rendiamo conto che ci seguirà per ogni dove,
accompagnandoci inesorabilmente.
Si rifarà vivo insistentemente.
Saranno quelli momenti di intensa malinconia dove ci
porremo mille domande senza risposta.
A volte saranno latenti, nascosti solo dal nostro
inevitabile ritmo di vita italiano.
Vita italiana che sarà l’artefice dell’appannamento dei
nostri ricordi.
Ricordi che usciranno fuori nei momenti in cui il nostro
subconscio sarà alla ricerca di un po’ di felicità.
Ci si potrà collegare ad internet e, forse, trovare un
surrogato di ciò che si cerca, chattare con lei per
scambiarsi dolci promesse d’amore.
Ma per i più, resterà solo un costoso telefono che, a
volte, entrerà in conflitto coi ritmi cubani che non sono
omogenei con la nostra realtà.
Non sempre troverà la linea libera, non sempre troverà
la persona a casa e questo aprirà nuovi dolorosi
interrogativi.
Lei chissà.....forse starà jineteando al Las Vegas o al
Tunnel oppure sul Malecon,.
Sara’ in compagnia di qualche italiano al quale chiederà
100$ per una notte di sesso frugaltropicale.
E’ differente la vita cubana e non ce ne vogliamo
rendere conto.
Viviamo nell’eterna illusione che tutto sia nostro…basta
volerlo.
Si finirà coi nostri occhi tristi che guardano dall’aereo il
paesaggio della campagna cubana che fra poco sparirà
dalla nostra vista.

17 commenti:

  1. direi che in molti si potrebbero rivedere, almeno in parte, in alcuni passaggi di questo spezzone... :-) mat

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  2. Il banchiere Pablo Dana, 48 anni, italiano di origini ferraresi trapiantato a Dubai, una lunga carriera nel mondo della finanza e un'esperienza in Fininvest nel ramo internazionale di Publitalia durante gli anni Novanta, è stato l'artefice dello storico passaggio del Milan di Berlusconi in mani orientali: ha avviato la trattativa che consegnerà metà del Milan alla cordata guidata dal broker thailandese Bee Taechaubol.

    Dana, può raccontare com'è andata?
    "La scintilla è nata da Fabio Cannavaro, di cui sono diventato amico quando giocava a Dubai: non lo trattavo come un divo, ma come una persona normale e lui ha apprezzato".
    Ok e poi?
    "Poi Fabio mi ha proposto di entrare in GLS, la Lega che organizza partite tra leggende del calcio in Asia, perché io ho gli ho spiegato la mia idea: GLS andava strutturata stile Formula Uno, con un imprenditore che si comprasse i diritti, alla Bernie Ecclestone. Il sottoscrittore l'ho trovato io grazie al mio lavoro: nella mia clientela ci sono alcune tra le più importanti famiglie asiatiche".
    Bee Taechaubol?
    "Esatto. Bee, che è giovane, ricco e intraprendente, ha subito capito le potenzialità di GLS. Ha raddoppiato il budget, da 6 a 12 milioni di dollari, e ha voluto due squadre di Leggende che si sfidassero tra loro, invece di una sola itinerante. Il primo evento, a Bangkok, è stato un grande successo".
    Non siamo ancora arrivati al punto.
    "Un attimo. Di fronte all'entusiasmo di Bee, Cannavaro gli ha buttato lì: perché non compri il Napoli? E lui: ho saputo che in vendita c'è il Milan, la squadra italiana più famosa nel mondo. Così io, con i miei contatti, avendo lavorato in Publitalia, sono arrivato dritto a Berlusconi. E' stato il segreto della trattativa".
    In che senso?
    "Nel senso che è stato decisivo il contatto diretto, favorito dalla politica di Forza Italia Licia Ronzulli che ci ha aiutato a creare un rapporto stretto e senza filtri e a rafforzarlo, anche per la fiducia di cui gode da parte di Marina e Barbara, le figlie di Silvio Berlusconi. Ma già a dicembre, quando lui e Bee si erano guardati negli occhi e si erano piaciuti, si era capito subito che avrebbero lavorato insieme. Non necessariamente nel calcio, visto che in quella prima cena, divertentissima, di pallone non si era parlato proprio. La verità è che uno accanto all'altro B. e B. sono davvero una potenza".
    L'offerta indecente è arrivata a gennaio.
    "Bee è stato molto deciso con Silvio. Se le offro 100-200 milioni di euro per il Milan, lei mi prenderà per uno sciocco. Se gliene offro 400, qualcun altro rilancerà. Allora io le dico che il Milan, valorizzato sul mercato asiatico, per me vale un miliardo".
    Valutazione folle: la rivista Forbes lo quota al massimo 700.
    "Perché i parametri sono quelli del bilancio 2014 del club. Invece contano la strategia futura e le potenzialità straordinarie del marchio. Faccio un esempio. A Pechino ho cercato per due ore una maglia originale da fare autografare a Nesta per mio figlio e non l'ho trovata, mentre c'erano quelle di tutte le principali squadre europee".
    Qual è il vostro piano?
    "L'espansione su un mercato enorme e non sfruttato, a partire da Cina, Vietnam, Giappone, Thailandia, Cambogia. L'utilizzo del marchio per carte di credito, locali dove guardare le partite, bevande e profumi è solo un piccolo esempio dei tanti possibili canali di sviluppo. Berlusconi e Fininvest hanno capito subito quanto valga commercialmente l'Asia. Così i legali delle due parti hanno cominciato una lunga e complessa due diligence. Ci sono stati anche momenti di stallo e a un certo punto Berlusconi è stato tentato di rilanciare il Milan da solo. Ma non appena lui e Bee parlavano, si ricreava l'alchimia".

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  3. I cinesi accostati a più riprese alla trattativa sono stati concorrenti temibili?
    "Credo che si sia fatta un po' di confusione. Innanzitutto Bee è di origine cinese, anche se ha il passaporto thailandese e australiano. E poi GLS ha creato la più grande accademia del mondo proprio col governo cinese: insegnerà calcio per i prossimi 8 anni a 260 milioni di studenti all'anno di età dai 7 ai 17 anni, nelle ore di educazione fisica. Sa qual è la cosa che ha fatto strabuzzare gli occhi a Berlusconi?".
    Dica.
    "Appunto questa accademia, che il governo di Pechino ha deciso di appaltare a noi perché GLS, con i suoi grandi campioni di tutti i paesi, rappresenta un po' le Nazioni Unite del calcio, ha una dimensione sovranazionale. Berlusconi ci ha detto che abbiamo realizzato una sua vecchia idea: la Lega delle Leggende è sempre stata un suo pallino".
    E la quotazione in Borsa?
    "E' prevista entro luglio-settembre 2016, a Hong Kong o a Singapore. Bee ha detto a Berlusconi che il futuro è nel merchandising, ma anche nella finanza. Prima della quotazione c'è il progetto di aprire all'azionariato dei tifosi: un azionariato pubblico, definirlo popolare è improprio e non rende bene l'idea".
    Resta il dubbio di tutti: perché accontentarsi della minoranza?
    "L'interesse di Bee, con la sua cordata garantita da banche e investitori forti, è ottenere successi reali e concreti, non fare parole. Le decisioni verranno prese insieme a Fininvest. E se la nostra strategia di sviluppo si rivelerà corretta, la nostra posizione si rafforzerà nel tempo".
    E perché mettere tanti soldi lasciando comandare ancora gli altri, cioè Berlusconi padre e figlia e Galliani?
    "L'ha già spiegato benissimo Bee. Lui è un investitore, non lo vedrete mai fare passerella in tribuna. Il Milan è italiano e lo deve restare. Ho passato questi mesi a consolidare questo concetto, alimentando la rete dei tifosi milanisti nel mondo. Io sono italiano e rappresento il ponte tra l'Asia e Milanello. Il Milan è un prodotto italiano doc, come la moda. Un prodotto da assaporare e posso ben dirlo io, che faccio parte della consulta nazionale dell'Accademia italiana della Cucina".
    Avrà incarichi nel futuro Cda?
    "Questo non lo so, Di sicuro io rappresento Bee, conosco bene l'Italia e il mondo Fininvest. L'obiettivo non è cambiare o rivoluzionare, ma aggiungere competenze e internazionalizzare".
    Il fondo Doyen di Nelio Lucas, criticato dal presidente dell'Uefa Platini, si occuperà della ricostruzione della squadra?
    "Lucas è una risorsa: mette a disposizione la sua capacità di consigliare e individuare grandi calciatori. Non è un caso che si stia incontrando a Berlino con Galliani, per definire lavoro e strategie di mercato".
    L'investimento per la campagna acquisti è stato quantificato in almeno 120 milioni.
    "La cifra non la so, ma Berlusconi non è fesso: non può continuare all'infinito a spendere soldi a fondo perduto. Se ha accettato di fare un passo così enorme per lui, come la cessione di una parte del Milan, è perché abbiamo contribuito a fargli tornare la fiducia e l'entusiasmo".
    Non le sembra di avere descritto uno scenario un po' troppo idilliaco, per una squadra esiliata dalle coppe europee per il secondo anno consecutivo e per un club gravato da un deficit pesante e dai debiti con le banche?
    "Verremo giudicati dai fatti. E naturalmente dai tifosi. Perché il nostro slogan è chiarissimo: il Milan è dei suoi tifosi".

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  4. Solo tu potevi dopo un sabato sera di goduria immane...riempirmi con questo racconto ľ animo di nostalgia...sento ancora il pugno allo stomaco in aeroporto prima di lasciare ľ Isla e la malinconia che mi assale una volta giunto nelľ italica giungla...

    In questo momento poi su Capital tv i Maná con En el muelle de San Blas...

    apposto siamo...

    Freccia

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  5. Pensa che a me mancano 4 mesi alla partenza.....

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  6. Credo che per quanto possiamo essere sicuri delle nostre novie che sono a Cuba, un pizzico di paranoia ci sia sempre, me per un solo motivo, perchè i cubani la puteria ce l'hanno dentro, non c'è un cazzo da fare....poi ogni persona è diversa dalle altre, non tutte sono fatte con lo stampino, ma i "dubbi" a distanza di migliaia e migliaia km uno li ha.
    O sbaglio?

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  7. Personalmente nessuna paranoia.
    Le cose che faccio a Cuba, tutte, prescindono oramai dalle donne e le tempeste ormonali

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  8. No Milco non intendo in quel senso, intendo nei rapporti di coppia stabili, il culo bianco in Italia e la fanciulla a Cuba.

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  9. Ho capito ma ti sembrano stabili oggi i rapporti con le italiane?

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  10. Assolutamente no, anzi, a livello di puteria non le batte nessuno le italiane.

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  11. Niente triplete, qualche rimpianto e tanti applausi. La maledizione ha colpito ancora: la Juve ha perso la sua sesta finale di Champions League, la quarta consecutiva. A parziale consolazione, l'essere uscita a testa alta dal confronto all'Olympiastadion di Berlino con una delle squadre più forti di tutti i tempi, il Barcellona, questo Barcellona. "Ci abbiamo provato #finoallafine con coraggio e orgoglio - è l'immancabile tweet di Massimiliano Allegri dopo la sconfitta per 3-1 contro i blaugrana - Questa #Champions va a chi l'ha meritata, come l'avremmo meritata noi #ProudOfJu!".
    Ma lo slogan bonipertiano per cui "vincere è l'unica cosa che conta" impone ai bianconeri una certa insoddisfazione di ordinanza. Buffon e compagni hanno trovato il conforto di un comitato accoglienza predisposto intorno alle 4 di notte a Caselle da circa cinquecento tifosi bianconeri, quelli che si erano concentrati nelle piazza auliche torinesi in attesa della grande festa poi saltata, tra bancarelle con ottimistiche magliette inneggianti al triplete. Molti giocatori hanno voluto immortalare con lo smartphone l'affetto incondizionato della loro gente. Tra i più commossi c'era Buffon, sull'orlo del pianto.
    "Accoglienza fantastica! Grazie a tutti! Non siamo riusciti a tornare con la Coppa, ciò non toglie che questa squadra ha disputato una stagione incredibile. Orgogliosi!", è il messaggio affidato da Marchisio a Instagram, a corredo di un video che testimonia il grande affetto dei fedelissimi bianconeri presenti all'aeroporto torinese.
    A proposito di lacrime, a Berlino ci sono state quelle di Pirlo che hanno immediatamente sollevato il grande interrogativo: pianto di delusione o pianto d'addio? La Juve tende verso la prima soluzione, ma in settimana affronterà l'argomento futuro con il regista, sempre più attratto dalle sirene del calcio ricco e comodo, quello a stelle e strisce dei New York City Fc.
    Già perché se oggi è scattato il "rompete le righe" per i giocatori, in vacanza fino alla metà di luglio, è invece cominciato il periodo di lavoro più intenso per il duo Marotta-Paratici. L'ad e il ds bianconero conosceranno il destino di Pirlo nei prossimi giorni, così come quello di Tevez, l'altro bianconero finito al centro di quello che Marotta non ha esitato a chiamare "un caso delicato": "Saremmo molto felici se Andrea volesse continuare con noi - ha aggiunto Marotta -, e lo stesso discorso vale per Tevez. La volontà del giocatore è predominante rispetto a quella della società. Sarà Carlitos a decidere se restare qui oppure andare a vivere un'esperienza diversa".

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    1. Vamosssssss BARCAAAAAAAA!!!!!! Campeooooooneeeessssss Campeooooooneeeessssss Oleeeeeee Oleeeeeeeeee Oleeeeeeeeeeeeeee!!!!!! Alessio

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    2. I cani gioiscono sul cadavere del leone pensando di aver vinto ma i cani restano cani i leoni restano leoni.dado

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  12. La scelta arriverà nei prossimi giorni: l'Apache è chiamato a definire il suo futuro prima di partire per la Coppa America. Più della voglia di cedere alla corte di Psg e Atletico Madrid, Tevez sarebbe alle prese con un rigurgito di saudade in salsa argentina, e dunque a metà strada tra Juve e Boca Juniors.
    "Il contratto fino al 2016 è un aspetto formale - ancora Marotta -. C'è grande rispetto verso il professionista e l'uomo: se Tevez farà delle scelte di vita diverse, la Juve avrà l'obbligo di rispettarle". In definitiva: "Saremmo dispiaciuti di un suo addio - ha concluso l'ad bianconero -, ma la forza della Juve è il collettivo: troveremo le giuste alternative".
    Per la verità le alternative a Tevez e Pirlo sono già state bloccate: l'attaccante 21enne argentino Dybala, operazione high-cost da 32 milioni più 8 di eventuali bonus, e il centrocampista 28enne tedesco Khedira, il cui ingaggio a parametro zero verrà ufficializzato in settimana. E' imminente anche l'approdo a costo zero del portiere 25enne brasiliano Neto, candidato al ruolo di vice-Buffon. Il nome nuovo per l'attacco che verrà è quello del 29enne croato Mandzukic, in uscita dall'Atletico Madrid dove ha collezionato 48 presenze e 20 gol. Ma dalle colonne del Daily Mail rimbalza anche l'autocandidatura di van persie, l'attaccante olandene in uscita dal Manchester United: "La Juve ha uno spirito fantastico: vuole sempre arrivare al successo. Il mio amico Evra mi ha spiegato che ci sono strade diverse per riuscire a vincere".
    Intanto sta per entrare nel vivo anche la caccia al trequartista, elemento cardine per il calcio di Allegri. Sul taccuino di Marotta ci sono i nomi di tre interpreti 23enni dal grande presente e sicuro avvenire: la prima scelta è il brasiliano Oscar (Chelsea), seguito dal belga De Bruyne (Wolfsburg) e dallo spagnolo Isco (Real Madrid). Operazioni molto costose, ognuna superiore ai 30 milioni, da finanziare con i circa 90 milioni entrati in cassa dall'ultima incredibile campagna europea.

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