mercoledì 22 luglio 2015

LA HABANA E I PALESTINI



I pochi, sparuti, vecchi torinesi rimasti asseriscono che i veri torinesi non esistono piu', inghiottiti dalla grande marea prima dell'immigrazione dal sud del paese e poi dai migranti giunti in citta' da ogni parte del mondo.
Allo stesso modo se parli con un habanero, uno vero, ti dira' che gli habaneri non esistono piu' e che oramai la capitale de todos los cubano e' invasa dai palestini.
Noi pero' supponiamo che gli abitanti della capitale dovrebbero, essere minimo, milioni su milioni visto che ogni cubano che arriva qua' ed esce dal paese, afferma di essere dell'Avana, anzi dell'Avana centro, anzi di quella precisa esquina, anzi di quel preciso solar.
Che La Habana sia piena di palestini e' assolutamente vero, leggevo tempo fa un'articolo su On Cuba che raccontava di interi barrios periferici abusivi dove vivono, illegalmente, migliaia e migliaia di abitanti di altre province, non solo palestine.
Gente che si e' trasferita nella capitale in cerca di fortuna e che in qualche modo si affanna per mettere faticosamente insieme il pranzo con la cena.
Le costruzioni abusive hanno preso piede in tutto il paese, anni fa, chi tirava su un muro senza los papeles si vedeva arrivare subito gli ispettori di vivienda che gli ordinavano di tumbarlo all'istante.
Poi la cosa e' diventata cosi' diffusa che lo stato si e' reso conto che era un po' come fermare il mare con le mani, e ha lasciato perdere.
Quasi di fronte alla facolta' Lenin di Tunas c'e' tutto un barrio costruito abusivamente, conoscevo una fanciulla che viveva la'.
Ora, coloro che hanno costruito quelle case, pagando un'impuesta, hanno la possibilita' di regolarizzare la loro situazione e di accedere a quei servizi basici che lo stato fornisce.
La costituzione cubana permette la libera circolazione dei propri cittadini all'interno del paese, questo senza apparenti vincoli temporali.
In realta' se la polizia ti becca fuori provincia ti rimanda al paesello, senza troppi complimenti.
Se poi fuori provincia, di conseguenza nella capitale, ci sei per esercitare il mestiere piu' antico del mondo allora la prima volta ti rimandano a casa, la seconda ti mettono al gabbio.
Alcune carissime amiche sono passate dolorosamente sotto queste forche caudine.
Premettendo che la prostituzione e' un reato in buona parte dei paesi del mondo, e' indubbio che la stragrande maggioranza delle fanciulle che esercitano nella capitale siano palestine.
Ovviamente La Habana offre dal punto di vista sia quantitativo che qualitativo un panorama professionale sicuramente migliore rispetto, ad esempio, Las Tunas oramai infestata da connazionali del club “una tucola con due cannucce”.
Le fanciulle si affittano un cuarto, magari in zone periferiche e cominciano a frequentare calle 23 e tutti i luoghi capitolini di maggior frequentazione turistica.
Quando la policia le ferma, e loro non riescono a risolvere....in altri modi, il poliziotto stesso ricorda loro che sono fuori provincia (da qua' il mio dubbio sul quanto quella parte che assicura la libera circolazione dei cubani nel paese sia applicata) e che devono rientrare da dove sono arrivate.
Come capita poi agli italiani anche gli Habaneri certi lavori faticosi non li vogliono piu' fare, qua' entrano in ballo i palestini che oramai troviamo in massa nel settore delle costruzioni e, in generale, dei lavori manuali faticosi e poco remunerati.
Come accade in ogni “sud” di ogni paese esiste anche a Cuba una sorta di sfruttamento da parte degli opulenti habaneri nei confronti dei loro connazionali arrivati dalle terre palestine.
Sicuramente la capitale offre ai giovani un futuro che, a tutt'oggi, le province non sono in grado di dare.
La mia fanciulla credo che non perdonera' mai i suoi genitori per averla portata, a 13 anni dal Vedado a vivere a Las Tunas, dove le prospettive per una ragazza giovane sono pressappoco inesistenti o comunque molto ma molto scarse.
Dell'atteggiamento dei turisti che frequentano la capitale rispetto a quelli che preferiscono altre citta' parlero' magari la prossima settimana.

32 commenti:

  1. NON SI È FATTA commuovere dalla Grecia, abbracciando fino in fondo il suo ruolo di guardiana delle regole dell'Unione europea. Ma una piccola richiedente asilo mediorientale con le lacrime agli occhi, la settimana scorsa, ha messo in difficoltà la cancelliera tedesca Angela Merkel, sollevando dubbi sulla sua capacità di compassione e richiamando l'attenzione sul cruciale dilemma umanitario che attanaglia l'Europa.
    E dire che questo episodio è avvenuto quasi per caso. "Non avevo assolutamente in mente di parlare alla cancelliera del problema dei rifugiati", dice Reem Sahwil, una ragazzina palestinese di 14 anni, intervistata lunedì scorso nell'appartamento di Rostock dove vive la sua famiglia. Eppure lo ha fatto, in occasione di un forum pubblico con ragazzi e ragazze organizzato mercoledì scorso in questa città, e il video del botta e risposta ha avuto ampia diffusione in rete. Le lacrime versate da Reem quando Frau Merkel le ha detto che no, non tutti i richiedenti asilo possono rimanere in Germania, hanno trasformato questa timida adolescente nel volto simbolo dell'ondata di sbarchi che sta colpendo l'Europa.
    Merkel: "Non potete venire tutti qui". E la bimba palestinese scoppia in lacrime
    Reem è una delle migliaia di persone arrivate negli ultimi anni in Europa occidentale dal Medio Oriente, dall'Africa e da altre parti del mondo alla ricerca di sicurezza e opportunità. La Germania è uno dei Paesi che ricevono più richieste di asilo di tutta l'Ue. Possono volerci anni per esaminare ogni domanda, e come ha fatto notare la Merkel, molte vengono respinte.
    Ma una legge attualmente all'esame del Bundestag sta offrendo a richiedenti asilo ben integrati come Reem nuove speranze di poter restare più a lungo nel Paese di adozione. Una revisione della normativa consentirebbe ad alcuni richiedenti asilo minorenni, che hanno frequentato le scuole tedesche e si sono integrati, l'opportunità di rimanere nel Paese a tempo indefinito, insieme ai genitori.
    Reem si sente a casa sua in Germania. "Sono stata trattata bene", ci dice, seduta su un copriletto disseminato di peluche. Insieme ai due fratelli più piccoli e ai genitori, Reem vive in un anonimo palazzone nella periferia della città. L'appartamento è stato messo a disposizione dalle autorità. I genitori di Reem non possono lavorare finché che la loro domanda d'asilo non è stata presa in esame, la famiglia vive grazie a un piccolo sussidio statale. Reem, che dopo cinque anni in Germania parla un tedesco fluente, dice che vuole studiare e rimanere a vivere qui. Vuole lavorare come interprete o come insegnante di inglese, per aiutare altri a superare quelle barriere comunicative che lei stessa ben conosce. "Vedo quant'è fondamentale questa cosa, quando gli immigrati arrivano qui".

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  2. È nata in un campo profughi a Baalbek, in Libano, nel 2000. È nata settimina e ha un tendine di Achille più corto e una paralisi cerebrale infantile che le ha paralizzato parzialmente il lato sinistro e le rende difficile camminare. Suo padre Atef faticava a pagare le sue cure mediche con il suo stipendio da saldatore. Nell'estate del 2006, quando la guerra fra Israele e Hezbollah sconvolse la loro esistenza a Baalbek, i Sawhil scapparono in Siria per qualche mese, stabilendosi in altro campo profughi. Quando la famiglia tornò in Libano, Reem si ruppe la gamba destra in un incidente d'auto. "Doveva essere la mia gamba sana", dice ridendo e indicandosi una profonda cicatrice sulla fronte, altro ricordo dell'incidente.
    Dopo anni di cure inadeguate, i Sawhil nel 2010 fecero domanda per ottenere un visto sanitario per la Germania, e volarono a Düsseldorf per far operare Reem alla schiena, pagando il viaggio con soldi prestati dal datore di lavoro del padre e donazioni della Croce Rossa, parenti e vicini. "Ci rivolgevamo a persone che non conoscevamo neppure: bussavamo alla porta e chiedevamo aiuto", racconta Reem. Quell'operazione è stata la prima di una serie di procedure mediche a cui si è sottoposta in Germania, che hanno spinto la sua famiglia a decidere di rimanere presentando domanda di asilo. "Papà non riusciva più a sopportarla ", dice Reem alludendo alla difficile vita della famiglia in Libano.
    I Sawhil inizialmente hanno presentato domanda d'asilo in Svezia, che però l'ha respinta perché le regole Ue stabiliscono che la domanda dev'essere gestita dal primo Paese dell'Unione in cui entra il rifugiato. La famiglia è quindi tornata in Germania e ha presentato domanda d'asilo. Le autorità tedesche (come ha detto Reem alla Merkel durante il loro drammatico incontro) l'hanno respinta, ma la famiglia ha presentato appello. Indipendentemente dai risultati di questi sforzi, Roland Methling, il sindaco di Rostock, ha detto che farà tutto quanto è in suo potere per aiutare famiglie residenti nel suo territorio come i Sawhil a rimanere in Germania. "La Germania, l'Europa e specialmente la Palestina hanno bisogno di figure come Reem", scrive il borgomastro di Rostock.
    La ragazza frequenta una scuola con strutture per studenti disabili. Ha iniziato le vacanze estive questa settimana. "Quando sono a scuola, sento che sto facendo qualcosa per la mia vita ", dice. Aggiunge che le sue materie preferite sono inglese e tedesco, in cui quest'anno è stata l'unica della sua classe ad avere il massimo dei voti. Reem era una delle studentesse invitate a partecipare al forum con la cancelliera. "La politica a volte è dura", aveva detto la cancelliera, dimostrando, secondo alcuni commentatori, mancanza di empatia. Altri hanno applaudito il candore della cancelliera, perfino la stessa Reem. "È stata sincera, trovo che sia una buona cosa".

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  3. In effetti la capitale ospita chiunque. Ste1

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  4. C'è un decreto legge del 1997 del consiglio di stato che permette ai cubani di stare all'avana solo con un'autorizzazione in tasca. E' un modo sbrigativo, ed incostituzionale, ideato per impedire che la capitale dei cubani si riempia a dismisura.Però le fanciulle o i fanciulli, dediti all'attività piu' antica del mondo, hanno un modo per stabilirsi nella capitale: comprare casa. Con la casa non hanno piu' bisogno di autorizzazione, perchè ottengono la residenza nella capitale.
    Nel codice penale cubano,infine, non si parla di reato di prostituzione. Per cui il lavoro piu' antico del mondo sarebbe legale. Il fatto è che molte fanciulle e fanciulli, facendolo, importunano, secondo la legge cubana, i turisti e questo fastidio può portare prima alle multe, poi al carcere. Considerando, inoltre, che molti dei disturbatori di turisti non hanno l'autorizzazione per vivere nella capitale, ecco che è facile per la polizia fermarli e riportarli nel luogo di residenza.



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  5. In effetti esiste il reato di asedio al turista.
    Un decreto legge incostituzionale non e male.....
    Sei preciso come sempre

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  6. E' incostituzionale proprio perchè nella costituzione cubana non c'è un paragrafo in cui si parli di autorizzazione a stare nella capitale per i non residenti.
    Poichè la stessa costituzione prevede che a decidere della costituzionalità o meno di una legge o decreto legge è il parlamento e non un organo terzo, come la corte costituzionale, è chiaro che il parlamento non ha alcun interesse a dichiarare incostituzionale un atto suo o del consiglio di stato.

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    1. Mi unisco ai complimenti di Aston per la precisione...grazie per aumentare il grado di conoscenza su argomenti spesso conosciuti solo marginalmente.

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    2. Nino appena posto un'argomento che sfiora la politica...zacchete...ti piomba preciso ed informato.
      Forse gli altri giorni si annoia a leggere il blog....

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    3. Lo leggo, ma non intervengo. Lo faccio solo quando penso di poter dire qualcosa.

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    4. Buona scelta anche se un pò di sano cazzeggio con questo caldo non fa mai male

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  7. Sarebbe come il cane che si morde la coda.

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  8. L'avvento degli orientales a La Habana ha dato l'avvio alle costruzione delle
    " barbacoas " , ossia soppalchi di fortuna realizzati in un " cuarto" già esistente.
    Per un/a avanero/a Cuba é La Habana ...lo demas es jardin... razzisti della peggior lega :-(

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    1. Seriamente...
      sul razzismo tra cubani si potrebbe pensare ad un post...chiedo venia se forse argomento giá trattato in passato...

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  9. Soppalchi su cuarto?
    Un pò come accade nelle nostre regioni a statuto speciale

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  10. Se vai a Barcellona troverai il classico vecchietto in metro',sul bus,su una panchina sulle Ramblas o in Park Guell che ti dirà che di veri catalani non c'è ne più..è così...vero la habana è piena di palestini e mi permetto dire che i palestini habaneri hanno meno fascino dei palestini non habaneri...vero che la maggior parte delle fanciulle che van pescando sono palestine vero altresi che anche il 99% dei pnr sono palestini (e anche per questo ferocemente odiati dai capitolini)e diciamo un accordo...lo trovano..rispetto al passato dove erano intransigenti e le rimandavano al paese dopo due/tre notti di gabbio ora questi casi sono piuttosto rari..devi proprio farla grossa...tipo non pagare il dovuto..litigare in un locale..rubare allo yuma etc etc....qualche anno fa quando Diaz Canel era governatore ad Holguin fece abbattere un intero barrio abusivo ai piedi loma de la cruz...volevano fargli la pelle..girava con un esercito..ciao Milco bel post
    stefano

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  11. Rispetto ad un secolo fa oggi la gente ha piu' possibilita' di viaggiare, nelle citta' ci sono piu' opportunita' sia per migliorare la propria situazione che per sfuggire al hambre.
    Vero che la policia habanera nella quasi totalita' e' palestina ma e' una scelta strategica ben precisa.

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  12. E nn solo la policia...anche quasi tutti i sepsa...

    scelta strategica e soprattutto socio-politica...ma mi viene il dubbio che funzioni cosí in gran parte del mondo...

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    1. In effetti, negli anni di piombo, poliziotti e carabinieri a Torino erano tutti del sud.

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    2. A Barcellona non c'è un solo catalano nelle Moss d'esquadra...a parte che di catalani veri c'è ne pochi tranne che in qualche quartiere(quelli a ridosso di carrer llul per esempio),sull'italia direi che è cosi principalmente per motivi sociali...i ragazzi del sud che hsnno spintarella o sono in esercito e forze dell'ordine o senza lavoro
      Stefano

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    3. C'è poi a Torino stato il discorso di Italia 61

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  13. Io rigiro la frittata....perchè il governo non desarolla anche le altre principali città anzichè praticare il desarollo solo all'Havana? Se facesse così ci sarebbe un desarollo più uniforme nell'isola, e i palestinesi resterebbero a casa loro con le loro,felici di non lasciare le loro famiglie.

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  14. Lo sviluppo di un luogo dipende da tanti fattori non tutti controllabili da un governo

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  15. Leggo ora il commento di Francesco...eeedddai tutto sommato simpatico...

    Propongo Aston catechista...e tutti noi chierichetti...jajaja

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  16. Con le cose dei baciapile ho poca confidenza ahahah

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    1. Miscredente infedele eretico...al rogo...al rogo...

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  17. Qualcosa di simile. ..
    I predicatori di ogni genere....non mi sono mai piaciuti

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  18. Air Canada sta facendo ottimi prezzi, ma solo da Roma e Milano: 590 euro.
    Date partenza:fra il do. 1-nov., 2015 e il mer. 16-dic., 2015
    Durata del soggiorno: min. sabato notte e max. 12mesi

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  19. Si ma con lo scalo in Canada non arrivi piu

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    1. No Milco, ci sono anche voli in cui sono previsti due scali da 2 ore circa l'uno....non male, oltre al prezzo, puoi anche sgranchirti le gambe, due ore volano in aeroporto....Preferisco fare 2 scali da 2 ore l'uno, risparmiando 250/300 euro, che volare diretto a 800/900 euro.
      Ovvio che scali lunghi, come il dover dormire in Canada, non sono affatto convenienti.

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  20. Ovviamente parli di una vacanza lunga. Due scali non sono uno scherzo

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