sabato 11 luglio 2015

LA SETTIMANA

 Risultati immagini per morales e il Papa

 "L'esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l'esame, poi ti spiega la lezione"

Dal punto di vista personale, quel 10% di personale che racconto sul blog, questa settimana e' stata decisamente tranquilla.
Sono in Veneto, ci restero' fino a lunedi o martedi dopodiche torno in Piemonte.
I miei soci vanno in vacanza e devo occuparmi di tante cose che ancora mancano per l'apertura, il 31 agosto, del club.
Con altri 2 soci abbiamo fatto un'offerta per un'altra situazione ma ne parlero', eventualmente, quando ci sara' un po' di ciccia attorno all'osso.

Ieri e' arrivata la conferma ufficiale dell'arrivo al Toro di Baselli e Zappacosta che insieme a Obi, Avelar e Acquah rappresentano una bella botta di gioventu' nelle mani del Vate.
E' partito Darmian, raramente ho visto la Gente del Toro triste per averlo perso ma contenta per la grande opportunita' che Matteo avra' allo United.
Nella vita quando ti comporti da uomo e da persona per bene...tutto ti ritorna.
Io sono un Villans e la mia casa e' il Villa Park ma un' occhio di riguardo per lo United sara' d'obbligo.
Forse partira' ancora Perez e andra' sostituito, se arriva una buona punta da affiancare alla Quaglia e alla Galina allora il Pontefice Urbano I, signore delle terre mandrogne e del casato di Masio, avra' fatto davvero un gran lavoro.

La Grecia ha scelto il No al referendum e il giorno dopo era gia' li a chiedere altro grano all'Europa.
Si parla di oltre 50 milioni in 3 anni....
Il discorso e' che se domani la BCE cancellasse il debito, quel paese non sarebbe in grado di reggersi da solo, occorrera' come e' sempre capitato nella sua storia, mantenere quella banda di fancazzisti, il 75% dei quali continua ad andare in pensione al di sotto dei 60 anni.
E' cambiato il ministro delle finanze, il tipo da discoteca si e' dimesso....bella idea mandare quello a Bruxelles a discutere del debito...

Oggi come oggi se voglio sentire qualcuno dire cose di sinistra mi tocca ascoltare il Papa.
Francisco ha detto altre cose importanti durante il suo viaggio in America Latina, fra cui il fatto che, con quello che si spreca, si potrebbe mantenere una buona parte della popolazione mondiale che sta' soffrendo.
Mitico Evo che gli ha regalato, come potete vedere, una croce montata sulla falce e martello.
Del resto Jesus e' stato davvero il primo Comunista della storia.

Leggevo l'altro giorno che gli appunti di Madame Curie, dopo oltre un secolo, sono ancora contaminati.
La casa parigina, alla sua morte era diventata una sorta di museo, salvo poi accorgersi che nel quartiere l'incidenza delle morti per cancro era superiore al resto della citta' e bonificare l'edificio.
La scienziata ha scoperto il radio e il polonio ma, esattamente come Sabin, non ha voluto un penny, dichiarando che il tutto doveva essere, gratuitamente a disposizione dell'umanita'...altri tempi, altra dimensione morale.

Da qualche giorno la bandiera confederata non sventola piu' negli edifici pubblici della Carolina del sud, il primo paese che si stacco' dall'unione e che creo' le basi per la nascita della confederazione.
La decisione della governatrice e' stata causata dal pazzo che ha ucciso alcuni neri raccolti in preghiera.
La bandiera confederata, cara al Klan, e' sempre stata, fra le altre cose, da certa gente usata come simbolo razziale.
Leggendo i racconti di Grisham tutti ambientati nel profondo sud, ho preso un po' in simpatia la causa confederata.
In realta' la fine della schiavitu' fu un pretesto, gli stati del sud volevano poter commerciare liberamente con l'Europa senza dover dividere il companatico con i ricchi nordisti.
Fini la schiavitu' ma la segregazione continuo' fino oltre il 1960.

La prossima settimana vado a prendere Birillo.....ricordo a tutti che in moltissime strutture turistiche i cani sono accettati, che il perro' e' parte della famiglia e che....nel pedaggio autostradale non e' compreso l'abbandono del cachorro.

10 commenti:

  1. È un normale pomeriggio di luglio a Roma. Sono terminate le proteste dei giorni scorsi che avevano provocato malori, liti, ressa e interventi della polizia nella metro. È solo un normale pomeriggio con la temperatura da Africa subsahariana ed un tasso di umidità da premonsone. Roma appare come una città liquefatta, diluita, sempre più inafferrabile. Non per il caldo ma per quella disarmante certezza di non avere più certezze.
    Alla fermata degli autobus a trenta metri dal Campidoglio un grappolo di persone sudate aspetta guardandosi intorno con aria disorientata: la palina degli arrivi è fuori uso. Da lì ci sono almeno 6 linee diverse di autobus in grado di portare ad una fermata della metropolitana. La prima passa dopo dieci minuti di attesa. In pieno centro. Le porte si spalancano su un abisso di umanità accaldata: se c’è dell’aria condizionata accesa nessuno se ne accorge. Una turista chiede all’autista se è l’autobus per andare alla stazione. «Ahò, e che domande so’? E io me fermo pure».
    Sono le due e mezza del pomeriggio. Alla stazione della metropolitana di Piramide le possibilità di attesa sono due. Di lì parte il trenino per Ostia, frequenza uno ogni mezz’ora che con il trascorrere delle ore diventano almeno 45. Da un altro marciapiede passa la linea B della metropolitana, minimo dieci minuti. Sulla banchina hanno il tempo di affollarsi stuoli di persone. Alessandra ha il costume sotto i vestiti e una bambina per mano, sta arrivando da Ostia: «E’ sempre così: ora hanno anche portato la frequenza dei treni per Ostia da dieci minuti a mezz’ora. Noi però paghiamo sempre la stessa cifra. Anzi, di più».
    Quando finalmente arriva il treno ci si ammassa dentro come si può, ognuno con la mano sulla borsa. Non solo non c’è aria condizionata, non c’è proprio aria. Si respira soltanto quando si aprono le porte e viene voglia anche di ringraziare per essere arrivati. In fondo, non è successo nulla di grave: non c’è un’emergenza né uno sciopero, si impiega solo il triplo del tempo. E’ colpa di Alemanno, di Marino e di tutti i sindaci di Roma ma andrà di sicuro meglio se si lasciano le linee dell’Atac, l’azienda municipale dei trasporti.
    Il prossimo treno delle Fs per Fiumicino parte alle 15,35. Le macchine self-service per acquistare il biglietto sono ovunque nella stazione. Spingendo il primo tasto appare una scritta enorme sullo schermo: «Attenti ai borseggiatori». In effetti intorno alle macchine circolano da anni inquietanti personaggi che con la scusa di aiutare sono pronti a tutto. Il treno è puntuale e anche dotato di aria condizionata, la prima in due ore. C’è solo uno strano andirivieni di addetti alla protezione dell’azienda e poi di polizia: hanno trovato una valigia incustodita, è scattato l’allarme. Dopo alcune verifiche la valigia viene portata via, si parte. «A Roma c’è sempre qualcosa che non va», commenta Leonardo, 50 anni, che sta andando a prendere l’aereo per tornare a casa.
    Si arriva a Fiumicino dopo le quattro. Alle partenze internazionali non c’è folla. Tutto sembra procedere a meraviglia finché non si intravede la prima mascherina, poi la seconda. Sono passati più di due mesi dall’incendio che aveva messo in ginocchio lo scalo, il terminal T3 è stato riaperto ma la normalità è lontana. Accanto agli schermi luminosi delle partenze è stato installato un pannello con un avvertimento molto chiaro: «Velocizzare l’arrivo presso l’area di imbarco». Come dire: allontanatevi in fretta da qui. E tutti si allontanano in silenzio. In fondo non è successo nulla di grave, non c’è un’emergenza né uno sciopero. E’ solo un normale pomeriggio fra i trasporti della capitale d’Italia.

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  2. Continua a peggiorare la crisi del Venezuela, con la moneta locale - il bolivar - che si svaluta sempre più verso il dollaro, sul mercato non ufficiale. Secondo quanto riporta Reuters, che cita il sito di ampia diffusione e antigovernativo DolarToday, il bolivar è precipitato oltre quota 600 verso il dollaro americano, nella giornata di giovedì, appena una settimana dopo aver infranto la quota di 500. Il cambio è arrivato in particolare a 616 bolivar per 1 dollaro, secondo gli scambi di moneta che si tengono presso il confine colombiano.
    L'agenzia ricorda che la pesante recessione e il crollo dei prezzi del petrolio hanno impedito al Paese - membro dell'Opec e che dipende proprio dall'oro nero - di mantenere in equilibrio il sistema di approvvigionamento di dollari, che si basa su un complesso sistema tripartito. Ora, il cambio non ufficiale è quasi 100 volte più debole rispetto a quello ufficiale, per il quale per comprare 1 dollaro bastano 6,3 bolivar.
    La popolazione, però, sente il tracollo del 72 per cento del valore del bolivar sul mercato parallelo, che si traduce in una fortissima riduzione del potere d'acquisto. Un malanno che si affianca all'inflazione galoppante: ora si calcola che un salario minimo mensile vale 12 dollari, mentre la banconota di maggior valore in circolazione - quella da 100 bolivar - basta appena per comprare un caffè.
    Secondo i critici del governo Maduro, l'inazione e l'incapacità di controllare questa crisi non faranno che avvitare ulteriormente la spirale di recessione. Ma secondo il presidente, le informazioni che emergono da portali come DolarToday sono parte di un piano della destra per spazzare via il suo governo attraverso una guerra economica. Accusa il sito di manipolare il cambio per generare malcontento presso la popolazione, nei suoi confronti. L'analista Luis Vincente Leon commenta a Reuters che in effetti
    "il mercato nero non è trasparente e le transazioni non possono essere monitorate in maniera oggettiva. Ciò lo rende aperto alle manipolazioni. L'unico modo per uscire da questa situazione sarebbe aprire il mercato valutario", rompendo i lacci che ora lo imbrigliano.

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    1. Un caro amico italiano imprenditore nel campo ittico ,sposato con ragazza di la e residente a Caracas è appena tornato e mi ha raccontato di scene apocalittiche nella capitale,lui vive in un quartiere bene,Las Mercedes,e nonostante cio' mi parla ormai di coprifuoco e di assoluta mancanza sicurezza ,un paese sull 'orlo della guerra civile dove la vita non vale niente...mi diceva che un tempo elegante albergo il Caracas Hilton è stato requisito dallo stato e funge da quartier militare forze paramilitari cubane...Caracas probabilmente la città più invivibile e pericolosa del latino america...della settimana a me ha colpito una non notizia in realtà..la scomparsa dai radar di Renzi..quando le cose non vanno meglio tramare nelle segrete stanze...ultima cosa:Roma capitale d'Italia ..suo aeroporto da chiudere per diossina..una vergogna senza fine..a Malpensa diossina forse no c'è ma parlavo ieri al ristorante terminal con alcuni turisti russi scandalizzatti dall'assalto di zanzare...non hanno torto ...io ci lavoro e torno a casa con bubboni ..Milco ti giuro qualcosa di anormale..nessuno nel periodo incubazione uova ha disinfestato..dopo le 19pare di stare a herradura!! Ti saluto
      stefano

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    2. Anche qua' sulla costa veneta non scherzano, pero' ogni struttura....maomeno fa la sua disinfestazione.
      Cuba fara' bene al piu' presto a sfilarsi dal gran casino venezuelano.

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  3. Piccola correzione....riguardo alla Grecia...la cifra sicuramente è di 50 miliardi e non 50 milioni di euro....con 50 milioni ci prendi Jovetic e Perisic ahahaha Alessio

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  4. Ooopppsssss......sai anagraficamente sono ancora legato alla lira......

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  5. Mi ha colpito la notizia di madame Curie..non avevo letto..ho pensato subito alla terra dei fuochi..probabilmente la casa del suo quartiere parigino deve essere un orto botanico rispetto a quelle martoriate zone Campania..ciao
    Stefano

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  6. Comunque pur lavorando, lei e il marito, senza protezioni ha comunque campato 66 anni....

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  7. il debito greco nel 2010 era del 132% il pil, come quello italiano nel 2015. Perciò se il debito pubblico indica che sono una banda di fancazzisti, lo stesso si dica degli italiani. Perchè fare affermazioni categoriche, senza coinvolgere chi sta nella medesima situazione, non è giusto.

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  8. Vedi Nino, l'ultima volta che ho controllato il mio estratto conto non c'erano bonifici da parte dello stato italiano, dello stato greco, di una qualsiasi testata giornalistica ne' della accademia della crusca.
    In cima a questo blog non c'e' scritto che la legge e' uguale per tutti.
    Quindi il problema di essere "giusto" non mi passa neanche per la testa, men che meno quello di essere politicamente corretto.
    Considero i greci gentaglia fancazzista perche' ho lavorato in mezzo a loro per 7 lunghi mesi e parlo con cognizione di causa.
    Per il resto vale quello che c'e' scritto nella foto di copertina di oggi.

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