mercoledì 1 luglio 2015

UNA VOLTA NON BASTA

 

Non si può dire che un'atmosfera di alta moralità sia molto propizia alla salute, o alla felicità.”

Anche voi siete tra quelli che, quando si preparano per un viaggio, leggono di tutto un po’ – guide, diari di viaggio, blog e tutto quanto vi capita sotto tiro? Beh, io sono una lettrice piuttosto avida, cerco sempre informazioni sui posti che mi accingo a visitare, un po’ perché incuriosita, un po’ perché vorrei evitare brutte sorprese ed essere preparata per ogni eventualità.
Tuttavia, nel corso degli anni ho notato che in tanti (non solo i blogger), tornati dal viaggio mostrano un entusiasmo enorme per il Paese che hanno appena visitato e per la sua gente. Parole come “meravigliosa”, “gentile”, “amichevole” si sprecano per descrivere gli abitanti del posto, e la visione generale che ne esce è decisamente positiva. Non sono in molti quelli che effettivamente mettono in guardia contro eventuali problemi, un po’ perché veramente non ne hanno riscontrato, un po’ perché si ha quasi paura di criticare un luogo e dandone un’immagine negativa si corre il rischio di sottoporsi ad un vero linciaggio mediatico, passando per razzisti e incontentabili.
Ammetto che anche io sono tra quelle che raccontano quasi solo di esperienze positive, perché effettivamente mi è quasi sempre andata bene. Giorni fa, tornata da poco da un viaggio in solitaria in America del Sud, raccontavo le mie avventure ad alcuni amici che mi domandavano se mi fossi mai sentita in pericolo. La risposta era semplice: no, non ho mai avuto un problema.
C’è anche da aggiungere che, con il passare del tempo, tendo a filtrare le esperienze, e per qualche motivo solo quelle positive mi restano impresse, così che quando mi ritrovo a scrivere un post su una determinata località a volte faccio fatica a mettere insieme una lista di possibili problemi che chi viaggia potrebbe riscontrare. Faccio comunque del mio meglio per mettere in guardia contro pericoli e imbrogli, e di certo parlo sempre sulla base della mia esperienza, con onestà e cercando di evitare ogni generalizzazione. E credo che anche gli altri blogger dovrebbero fare altrettanto.
Facendo fede a quello che leggevo prima di andare a Cuba su diari di viaggio e blog, ero pronta ad incontrare un popolo fantastico e accogliente. Certo, immaginavo che la realtà delle cose si discostasse un pochino da quella dipinta sul web, ma ero convinta che mi sarei divertita come una matta. Ebbene, mi sono divertita, ma di certo non grazie ai Cubani, che nella mia esperienza si sono rivelati così diversi da come mi erano stati descritti che mi sono anche domandata se in effetti tutti i diari e blog che avevo letto prima di partire parlavano proprio di Cuba. Io non ho di certo incontrato quelle persone simpatiche, amabili e amichevoli che tutti descrivevano
La mia esperienza a Cuba è stata talmente forte che mi ha portato ad aprire il mio blog, così che potessi raccontare delle mie esperienze liberamente, senza filtri, e con l’ambizione di mettere in guardia chiunque fosse intenzionato ad andarci. Ci ho mezzo un po’ a metabolizzare la forte delusione che ho provato e per cominciare a raccomandare a parenti, amici e lettori di visitarla, e ora mi ritrovo a pensare che mi piacerebbe tornarci e a dare consigli su come prepararsi al viaggio e sulle cose da fare a Cuba.
Dico sempre che Cuba è uno dei Paesi più interessanti che io abbia mai visitato, e che mi piacerebbe tornarci. Non mento, anzi. Solo che cerco di essere obiettiva, e ammetto che se viaggiare a Cuba per molti viaggiatori zaino in spalla è un’esperienza esilarante per un viaggiatore zaino in spalla, per altri può essere molto frustrante. Nel mio caso, è stata soprattutto frustrante.
Per me mischiarmi alla gente del posto è buona parte del divertimento, ovunque vada. Con lo spagnolo me la cavo decisamente bene, e questo mi aiuta tanto nei miei viaggi in America Latina. È così che riesco a carpire meglio i tratti caratteristici della cultura locale, e infilarmi in conversazioni che diventano veri e propri scambi, in cui io apprendo tanto della vita del posto che sto visitando, ma posso anche raccontare della mia cultura e del mio Paese. Niente di tutto questo è successo a Cuba. Di certo, non a me. Per quanto provassi, sono riuscita a malapena a scambiare due parole con i locali giusto per il gusto di farlo. Ogni tentativo di conversazione si concludeva sempre allo stesso modo: mi veniva chiesto di fare sesso (a pagamento), mi veniva chiesto di cedere i vestiti che indossavo, o di comprare qualcosa da bere o mangiare in un posto specifico (per ricevere, oltre che al pasto o al drink, anche le commissioni).
Altro che scambio culturale. Le persone che ho incontrato mi sembravano più che altro squali, che mi trattavano come il pollo da spennare di turno, come un vero e proprio bancomat da spremere al massimo, come un oggetto sessuale, come un passaporto, o come tutto quanto sopra. Era noioso, stancante e svilente. Mi sono sentita meno che umana. Mi sono domandata spesso il motivo delle mie sensazioni, mi sono chiesta come mai non riuscissi a comunicare coi Cubani in maniera costruttiva per entrambe le parti. Ho anche pensato che parte della mia sfortuna fosse dovuta al fatto che sono donna (ne ho incontrate tante a Cuba che hanno avuto esperienze simili alle mie). Ho tenuto conto della situazione politica ed economica a Cuba, del fatto che i Cubani per tanto tempo non potessero nemmeno avere accesso a posti riservati solo ai turisti, se non per lavorare. Ma per quanto cercassi una spiegazione, non riuscivo comunque a prendere con più filosofia il modo in cui venivo trattata e a farmi piacere la gente del posto. Non vorrei essere fraintesa e passare per ipersensibile, ma insomma, dov’erano i fantastici Cubani che restavano nel cuore di tutti quelli che erano andati a Cuba?
Mi rendo conto della povertà estrema che attanaglia Cuba. Ma sono stata in Paesi ben più poveri, dove tuttavia non mi sono mai sentita trattata come un oggetto. Ho incontrato persone fantastiche in tutto il mondo – persone che non avevano niente, e che quel niente erano contente di condividerlo con me, la perfetta sconosciuta che magari aveva bisogno di aiuto, dimostrandosi così gentili da cambiare letteralmente in meglio le sorti del mio viaggio. La mia esperienza a Cuba non è stata così piacevole. La stessa povertà che in tanti posti ha reso la gente generosa e accogliente, ha indurito il cuore dei Cubani che, invece, hanno organizzato tutta una serie di sistemi, più o meno sgradevoli, per spillare più soldi ai turisti. Il principio da cui si parte è che, se uno si può permettere un viaggio a Cuba, evidentemente è ricco e va bene imbrogliarlo e rubargli tutto il possibile. Non si tratta solo di sparare prezzi altissimi per i taxi – che vanno negoziati assolutamente, compito che a dire il vero io ho affrontato egregiamente e anche divertendomi. È una cosa più contorta, e ci ho trovato una crudeltà di fondo da cui era difficile fuggire. È molto pragmatica, ma anche tanto cattiva. A nessuno interessava sapere che magari io, per permettermi il viaggio, avevo risparmiato per anni e rinunciato a tante altre cose (dalle scarpe nuove alla pizza con gli amici). A nessuno interessava che io viaggiavo con lo zaino in spalla e non andavo di certo in un resort all inclusive di lusso. E ogni spiegazione sul costo della vita in Italia e sulla disastrosa situazione lavorativa in Sardegna, dove i salari sono bassissimi rispetto al costo della vita e dove il tasso di disoccupazione è altissimo, non veniva ascoltata – eppure, in tanti altri posti, ho trovato gente intessata a saperne di più.
Del mese che ho passato a Cuba, le prime due settimane ho passato il tempo a guardarmi le spalle per non essere sempre fregata. La cosa peggiore che mi è successa – così spiacevole che a pensarci mi viene ancora il voltastomaco – è stato quando la guida che avevo assoldato a Viñales, dopo avermi portato in giro per qualche ora, ha iniziato a comportarsi in maniera scortese e maleducata, per ragioni che non riuscivo a spiegarmi. Io ero sempre stata molto cortese con lui, non lasciando mai spazio al flirt che lui cercava – come molti. Ero semplicemente interessata a godermi la bellezza del posto e la giornata. Eppure ad un certo punto, durante una sosta, come se io non fossi accanto a lui o potessi capire quello che diceva, si è messo a parlare con un mio amico messicano che era con noi e gli ha chiesto se era intenzionato a portarmi a letto, perché in caso contrario lo avrebbe fatto lui. Non mi guardava nemmeno mentre lo diceva, e di certo non gli interessava la mia opinione in materia. Mi sono sentita mortificata.
Non fraintendetemi, ci sono stati anche incontri piacevoli: i proprietari delle casa particular erano sempre molto gentili. Uno parlava inglese, e quando ha scoperto che pure io lo parlo, ne ha approfittato per fare esercizio. Alcune guide erano talmente protettive che si offrivano di andare a dare una lezione a chi mi aveva imbrogliato. Un ragazzo carinissimo a Baracoa si è offerto di portare il mio zaino sino alla stazione, quando ha visto che ero piegata sotto il peso, e quando ho obiettato dicendo che non avevo niente da offrirgli in cambio, ha ribadito che non c’era nessun problema.
Ecco, in generale credo che Cuba sia un bellissimo Paese da visitare, ma è meglio andare ampiamente preparati per una cultura che è terribilmente diversa dalla nostra. Mi piacerebbe tornarci, con un bagaglio di esperienza di viaggi molto più ampio, per poter capire meglio la cultura e la gente e trovare quelle persone accoglienti e simpatiche di cui tutti sembrano parlare. Quello che mi limito a dire, per ora, è che come (aspirante) blogger e come lettrice, preferisco leggere di esperienze che sono veramente personali, in cui chi scrive sviscera le sue sensazioni ed è come se si volesse confidare con me, raccontando il meglio, invogliandomi a viaggiare, ma anche mettendomi in guardia contro le fregature. Mi dà fiducia. Ma tanti, troppi blogger preferiscono non farlo.
Io, con questo mio post, ho preferito raccontare la mia verità.

Questo interessante report di viaggio, lo potete trovare sul blog.
http://www.fraintesa.it/
Parla del viaggio della guest blogger Claudia di My Adventures Across the Wordl, a Cuba
Parto dal presupposto che ogni parola scritta dalla blogger sia veritiera, non mi permetto di mettere in dubbio una sola virgola, credo pero' che si possano fare alcune considerazioni. 
Lei dice che, prima di partire, ha letto un po' di informazioni su forum e blog, probabilmente non ha dato un occhiata da noi. 
In quel caso avrebbe trovato notizie di una Cuba reale, la stessa che frequentiamo ogni giorno. 
Senza paraocchi, bandierine da sventolare o barriere ideologiche. 
Il risultato di un viaggio e' sempre figlio delle aspettative che si hanno prima di partire. 
Mentre della maggior parte dei paesi al mondo, dopo un solo viaggio, si e' compresa l'essenza, per Cuba il discorso e' differente. 
Occorrono piu' viaggi, piu' esperienze, piu' fregature per riuscire a entrare nel tessuto vivo del paese. 
C'e' gente che non c'e' riuscita in 50 viaggi. 
Tutti noi, nei primi soggiorni, siamo stati avvicinati dalla consueta corte dei miracoli che gira intorno al mondo del turismo. 
Tutti abbiamo avuto appesi agli zibidei i soliti cagacazzo, gli untuosi, i fastidiosi, gli “hey Italia” durante i nostri primi viaggi a Cuba. 
Nel mio caso si trattava di oltre 15 anni fa, ma vedo che le cose non sono troppo cambiate. 
La fanciulla parla genericamente di “cubani”, mentre la parte di popolazione che si dedica a quei “mestieri” credo sia al di sotto dello 0,01%. 
Il resto del popolo cubano e' fatto da gente normale che si rapporta con te in funzione di come tu ti rapporti con lui. 
Quindi prima di parlare di “cubani” in modo generico...aspetterei qualche altro viaggio.
Cuba e' il paese al mondo in cui il machismo ha attecchito di piu'. 
In ogni paese latino questo discutibile modo di fare e' in primo piano, ma i cubani, per motivi che conoscono solo loro, sono convinti di essere i piu' grandi machos del mondo. 
Quindi e' assolutamente normale che ogni cubano dai 12 ai 90 anni ci provi con una ragazza carina, sopratutto se e' straniera. 
Se poi e' carina forte....anche gratis. 
Forse pero' la fanciulla non sa che migliaia e migliaia di straniere viaggiano, sole, a Cuba proprio per trovare cio' che a lei e' stato offerto e che dice di aver rifiutato. 
Esattamente come accade in Jamaica col Big Bamboo, anche Cuba e' meta di un certo turismo femminile. 
I cubani lo sanno bene e agiscono di conseguenza. 
Non dico che sia giusto, ma se lo facciamo noi hanno tutto il diritto di farlo anche le donne, a patto che poi non partano con pistolotti moralistici fuori luogo. 
Quante volte abbiamo visto attempate europee o canadesi con accanto il ragazzotto negro o mulatto di turno?
Alle tante domande che la blogger si e' posta una ha gia' trovato la sua risposta. 
I proprietari della casa de renta si sono dimostrati affabili e piacevoli. 
Ma si tratta di gente che dai turisti, diariamente, ricava il sostentamento che consente loro di vivere in modo piu' che decoroso. 
I 20/30 cuc al giorno sono assicurati piu' magari colazione, pranzo e cena. 
Quindi loro non hanno la necessita di luchar el peso e questo aiuta a creare un clima gioviale e sereno, nella speranza di un pronto ritorno. 
Quindi prima di dare giudizi affrettati, fossi in lei, mi prendere un po' di tempo e farei altri viaggi a Cuba.
Come diceva un minuscolo cantante toscano “A Firenze, sulla mia parola, non vedi niente in una volta sola”.

30 commenti:

  1. Mi sembra un racconto credibile, condivido il fatto che per conoscere Cuba occorrano diversi viaggi. Giuseppe

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    1. Si tratta di un racconto ben scritto, mi limito a dire che le occorrono altri viaggi per poter dare un giudizio piu' completo.

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  2. FINALMENTE!!!!!!

    Disgelo Usa-Cuba, passo avanti: riaprono ambasciate a Washington e l’Avana.

    Il 1° luglio, secondo fonti dell'amministrazione americana, potrebbe essere la data dell'annuncio ufficiale. La decisione facilita il proseguimento sulla strada di una normalizzazione delle relazioni non solo diplomatiche ma anche economiche, commerciali e turistiche tra i due Paesi.
    Per Stati Uniti e Cuba è arrivato anche l’annuncio ufficiale del disgelo diplomatico. Dopo la stretta di mano tra Barack Obama e Raul Castro che ha segnato la fine di 50 anni di ostilità e il via libera ai collegamenti tra i due Paesi, il presidente americano e del segretario di stato John Kerry oggi annunciano l’apertura delle reciproche ambasciate a Washington e l’Avana. Una decisione che arriva in seguito a una lunga tornata di colloqui e negoziati, e che rappresenta un passo in avanti fondamentale per ristabilire le normali relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Secondo fonti dell’amministrazione statunitense, il giorno dell’annuncio potrebbe essere il 1° luglio. Mentre secondo il sito web Cubadebate, che cita un comunicato, il ministro degli esteri cubano Marcelino Medina Gonzalez nelle prossime ore incontrerà Jeffrey De Laurentis, capo della “sezione degli interessi” Usa che consegnerà una lettera del presidente Barack Obama, indirizzata al presidente Raul Castro sul “ristabilimento dei rapporti diplomatici tra Usa e Cuba e l’apertura delle ambasciate”.
    L’ultimo passo verso un ritorno alla normalità tra i due Paesi era stato compiuto lo scorso 29 maggio, con l’annuncio del Dipartimento di stato americano della cancellazione di Cuba dalla ‘lista nera’ degli stati considerati sponsor del terrorismo, dopo ben 33 anni.

    Una decisione che era stata preceduta da tanti altri passi più piccoli che però tutti insieme hanno finito per rafforzare la fiducia tra le due capitali, che hanno finora sfruttato al massimo lo spiraglio che fu aperto dalla ormai storica stretta di mano tra Barack Obama e Raul Castro alle commemorazioni in Sudafrica per la morte di Nelson Mandela.

    Ora, una volta riaperte le ambasciate, sarà molto più facile proseguire sulla strada di una normalizzazione delle relazioni non solo diplomatiche ma anche economiche, commerciali e turistiche tra i due Paesi. E affrontare la sfida più grande: quella della fine dell’embargo verso l’isola caraibica. Una decisione per la quale non basterà la volontà della Casa Bianca, ma che dovrà passare dall’approvazione del Congresso americano.

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07/01/disgelo-usa-cuba-nuovo-passo-avanti-riaprono-ambasciate-a-lavana-e-washington/1831767/

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  3. Le hanno fatto soltanto un po' di "meccanica" ancora un paio di viaggi e sarà vaccinata.Dado

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    1. Dado....ci siamo passati tutti....è un pò come la naja.

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  4. Comprendo le perplessità della blogger e condivido il tuo appunto.
    Cuba può essere anche quella descritta nel suo post.

    Tuttavia chi ama viaggiare difficilmente torna più volte nelle medesime località. Io stesso, se non fosse perchè ci vive la famiglia della mia compagna e perchè in futuro potrei viverci anche io, difficilmente mi ostinerei ad andare in vacanza a Cuba, ma continuerei ad esplorare nuove mete.

    Da buon viaggiatore so però che nei pochi giorni di visita non si può pensare di aver compreso un paese, i suoi usi e costumi e la sua gente. Dopo 39 anni non ho ancora capito chi siano davvero gli italiani...

    Simone

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    1. Per questa ragione quelli che si vantano di essere camajan sono,in assoluto,una categoria di idioti senza precedenti

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  5. Mah io ho idea che il racconto sia in alcuni punti leggermente romanzato..cioè per esempio una guida ufficiale non si permette mai di avere atteggiamento che lei dice..se turista lo riferisce e protesta gli fanno un c..o grande come una casa..comunque Cuba è a mio avviso un posto che al primo impatto o ami subito e lo amerai per sempre o odierai fortemente....unica cosa sicura è che certo lei non si è documentata granché su ciò che la aspettava faccia almemo altri due tre viaggi magari da stanziale e non girovagando e forse vedrà cose diverse,sono d'accordo solo si una cosa che lei dice e cioè il fatto che mediamente i cubani sono propio convinti di essere più furbi di te..ed è anche vero che in altri paesi anche più poveri sono meno asfissianti...certo in Brasile o Jamaica non hanno bisogno di esserlo..passano direttamente alla violenza..in sostanza ho serissimi dubbi sulla veridicità del racconto..Cuba può essere anzi è anche ma non solo questo..scrive bene comumque ma freddamente emozioni no me ne da..buona giornata Milco
    stefano

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  6. P.s. non per farti complimenti ma prima volta che ho letto un tuo post mi è venuta subito voglia visitare blog per leggerli tutti....qui non passa manco per la testa visitare il suo...su su che Adl offre 14 e jorginho.....ops..siamo già al 1luglio...ciao
    Stefano

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  7. Sinceramente a me sembra lo scritto di una che è davvero scesa dalla montagna con la piena.

    Venga zaino in spalla a Roma, tra zingari, cingalesi e arrastra chancleta assortiti, rimpiangerà la guida di Viñales.

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  8. Aston condivido la tua serena risposta alla blogger...

    Detto questo con massimo e sincero rispetto per ľ emisfero femminile...la fanciulla in questione per certi versi sembra la classica principessa sul pisello...

    Sarebbe interessante conoscere ľ etá perché si definisce viaggiatrice ma, per alcune considerazioni generiche pare una qualsiasi turista...poca esperienza...tante chiacchere...

    Freccia

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  9. Ma sai ognuno alla fine si ritaglia il suo piccolo angolino.....

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  10. Ho fatto un giro sul sito...ben fatto nulla da eccepire...tuttavia in stile Dove o Alle falde del Klimangiaro...ľ impressione da principessina forse forse non é cosí lontana dalla realtá...

    Un sapore tra il patinato ed il pitonato...

    Lo zaino in spalla non é sempre sinonimo di veri viaggio... ultimamente é di moda anche tra i manager giovanil-alternariv...

    Freccia

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    1. Probabilmente si aspettava un'altro impatto

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    2. Sono pienamente d' accordo...la ragazza è andata a Cuba carica di aspettative e probabilmente è rimasta delusa da qualcosa e/o qualcuno...

      per non essere frainteso visto che si parla di Fraintesa con lo stesso metodo di ragionamento da una persona che si definisce:

      "Sono una travel blogger e grazie al mio blog di viaggi fondato nel 2009 sono conosciuta come Fraintesa...
      Ho preso il primo aereo da sola a 12 anni e da allora ho perso il numero dei viaggi che ho fatto..."

      mi aspetto commenti meno affrettati (anche se i suoi a volte sembrano sentenze, giudizi...)
      e soprattutto reclamo una maggiore esperienza...

      rileggete alcuni passi e poi ditemi se nono vi sale l' incazzatura...una su tutte:

      "È una cosa più contorta, e ci ho trovato una crudeltà di fondo da cui era difficile fuggire. È molto pragmatica, ma anche tanto cattiva."

      ma per favore!!!

      Freccia

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  11. Santa Fè- Probabilmente la Cuba che lei cercava non si trova sicuramente nella capitale..però basta spostarsi di alcuni km e ritrovi la serenità dei campesinos e guajros, non posso dargli torto per alcuni versi ma per altri mi pare troppo selettiva e con poca propensa al divertimento, se non si è lievi e spensierati a Cuba si è fuori luogo.
    Ps-Usa-Cuba, oggi l'annuncio: riaprono le ambasciate.

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    1. Infatti penso che per la poca conoscenza che ha avuto dell'isola il suo giudizio sia stato affrettato.

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  12. Comunque i cubani che hanno a che fare col turismo,quelli che vivono per la calle tentando la fortuna,uomini e donne,quel che ci fan su la cresta,tassisti,jineteros e chi più ne ha più ne metta son dei gran cagacazzo. Dal racconto della Tipa mi è venuto in mente il Marocco,mai vista gente più insistente e rompipalle ma poi se si conosce meglio il Paese e la sua cultura si conoscono tanti altri aspetti positivi, Pablo

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  13. Comunque il passo che mi ha colpito di più nel racconto della blogger è quando dice che ha trovato difficoltà ad avere uno scambio di opinioni,culturale attraverso una conversazione perché nella maggior parte dei casi si trasformava in una richiesta o uno scambio di beni materiali quasi sempre a senso unico,cioè dal turista al cubano di turno.
    Dispiace ammetterlo ma certe volte i cubani vivono nel loro mondo,come noi europei viviamo nel nostro ed è molto difficile avere una conversazione di politica,economia,attualità eccetera.
    Questo non vuol dire che non ci sia interazione ma provate a fare un discorso con un colombiano un brasiliano o un messicano,per stare in latinoamerica,anche di ceto basso,nel 100% dei casi sarà più interessante e partecipativo e ci sarà molta più affinità mentale e di pensiero nel giungere a delle conclusioni ragionevoli,anche nel caso che il nostro pensiero sia completamente diverso dal loro.
    Poi Cuba è si piena di arte cultura musica e orgoglio ma il turista che ci mette piede la prima volta e vuole alzare il velo sopra tutte le aspettative che si è fatto prima di partire dall'Italia alla centesima richiesta di denaro forse si stufa anche un po'. Giustamente. Pablo

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  14. Ci sta', anche se personalmente l'ultimo dei problemi che ho avuto nei miei primi viaggi e' stato quello di avere scambi di opinioni.
    Ripeto dipende da come uno si rapporta col prossimo, a Cuba come altrove.

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  15. La via del disgelo tra Stati Uniti e Cuba è oramai spianata e una delle ultime vestigia della guerra fredda sta per essere spazzata via per sempre, senza tanti rimpianti. Barack Obama e Raul Castro annunciano la prossima riapertura delle reciproche ambasciate a Washington e a l'Avana. Il primo passo formale è stato la lettera che il presidente americano ha fatto recapitare al suo omologo cubano contenente la richiesta di riprendere le relazioni diplomatiche tra i due Paesi, sospese dal gennaio 1961 per decisione dell'allora presidente Usa John F. Kennedy a seguito dell'entrata della rivoluzione castrista nella sfera di influenza dell'Urss e la confisca dei beni americani nell'isola. Nell'aprile dello stesso anno la "Baia dei Porci", il tentativo, ordito dalla precedente amministrazione Usa guidata da Eisenhower ma effettuato sotto Kennedy, di rovesciare militarmente il regime castrista spedendo sull'isola un commando composto di esuli cubani e mercenari al soldo della Cia, che fallì il suo compito e fu ricacciato in mare. Pagine della guerra fredda, vicende mai come oggi percepite così lontane nel passato, ancora vibranti solo sui libri di storia.
    Obama ha affidato la sua lettera a Jeffrey DeLaurentis, diplomatico di grande esperienza e capo della "sezione interessi americani" all'Avana, che l'ha consegnata personalmente al ministro degli Esteri ad interim cubano Marcelino Medina perché la facesse pervenire al suo presidente. In un comunicato, il ministero degli Esteri cubano ha quindi spiegato che nella lettera Obama ha indicato come termine per la riapertura delle rispettive ambasciate il 20 luglio o uno dei giorni successivi. Da parte sua, ha annunciato la tv di Stato cubana, Raul Castro ha a sua volta scritto a Obama per comunicare al presidente americano che Cuba ha deciso di riprendere le relazioni diplomatiche con gli Usa, confermando che le ambasciate saranno riaperte dal 20 luglio.
    Poi, alle 17 ora italiana, come preannunciato, Obama ha aperto la conferenza stampa dal giardino delle rose della Casa Bianca salutando "una tappa storica nelle relazioni Usa-Cuba. Siamo vicini e ora possiamo essere amici". "Gli Stati Uniti hanno concordato con Cuba la ripresa delle relazioni diplomatiche - ha quindi annunciato il presidente Usa -. Non dobbiamo essere prigionieri del passato. La storia ha posto i due Paesi su posizioni molto differenti, ma gli sforzi di isolare Cuba hanno sortito l'effetto opposto, cementando lo status quo e isolando gli Stati Uniti da un nostro vicino. Le differenze con Cuba restano, ad esempio sulla libertà di espressione. Gli Usa continueranno a sottolineare queste differenze nei valori, ma questa estate il segretario di Stato John Kerry si recherà sull'isola per issare la bandiera a stelle e strisce sulla nostra ambasciata". "Grazie a questo cambiamento - ha sottolineato Obama -, gli Usa potranno impegnarsi più ampiamente per favorire la democrazia e il rispetto dei diritti umani a Cuba. E potremo trovare modi nuovi di collaborare con Cuba su questioni di comune interesse, come l'antiterrorismo, la risposta ai disastri naturali e sulle tematiche legate allo sviluppo".

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  16. A proposito di valori e più in particolare di diritti umani, è il caso di evidenziare come anche Raul Castro abbia affrontato il tema nella lettera inviata a Obama, i cui contenuti sono stati rivelati dalla Casa Bianca. Quasi a respingere preventivamente le riserve americane sulla "diversa posizione" di Cuba espresse da Obama, nella missiva Castro sottolinea come Cuba si ispiri ai principi della Carta delle Nazioni Unite, compresa la promozione del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali per tutti.
    Tornando al discorso di Obama, di particolare rilevanza il passaggio in cui il presidente americano ha rivolto un nuovo appello al Congresso Usa affinché, alla luce della distensione e della riapertura delle relazioni diplomatiche, sia rimosso l'embargo americano eretto il 7 febbraio del 1962 contro Cuba per decisione di John Kennedy. "Ci sono americani che vogliono andare a Cuba. Ci sono imprenditori americani che vogliono investire a Cuba. Americani e cubani sono pronti ad andare avanti. Credo che sia il momento che il Congresso faccia lo stesso, ascoltando il popolo cubano e americano e adottando le misure per revocare l'embargo che impedisce agli americani di viaggiare e fare affari a Cuba".
    L'ultimo ostacolo verso la piena normalizzazione delle relazioni Usa-Cuba, l'embargo. Questione su cui Obama non può agire a prescindere dalla volontà del Congresso. Riaprono le ambasciate, ma per porre fine alla morsa che soffoca gli scambi commerciali cubani occorre il voto favorevole del Parlamento americano, a maggioranza repubblicana e in cui la lobby degli esuli cubani riesce ancora a far sentire il suo peso. Anche se il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, dichiara che in realtà "c'è un forte sostegno in Congresso per la rimozione dell'embargo a Cuba".
    In attesa delle decisioni del Congresso, oggi si annota sul calendario il più importante passo nel processo di riavvicinamento iniziato il 17 dicembre scorso con Raul Castro. Entrambi i Paese eleveranno le loro attuali "sezioni di interesse" al rango di ambasciata, anche se la nomina dei rispettivi ambasciatori avverrà in un secondo momento. Tra l'altro il dipartimento di Stato deve dare un preavviso di 15 giorni al Congresso prima di aprire un'ambasciata. I colloqui segreti, mediati anche da Papa Francesco - che a settembre sarà a Cuba prima di giungere negli Usa - erano iniziati a metà del 2013.
    Il precedente passo formale di Obama era stata la rimozione di Cuba dalla 'lista nera' degli stati considerati sponsor del terrorismo, in cui era stata inclusa nel 1982, avvenuta lo scorso 29 maggio, con l'annuncio del Dipartimento di Stato americano. Una decisione che era stata preceduta da tanti altri passi più piccoli che però tutti insieme hanno finito per rafforzare la fiducia tra le due capitali, che hanno finora sfruttato al massimo lo spiraglio che fu aperto dalla ormai storica stretta di mano tra Barack Obama e Raul Castro alle commemorazioni in Sudafrica per la morte di Nelson Mandela.
    L'ambasciata americana a Cuba fu sigillata nel gennaio del 1961 per ordine del presidente Dwight D. Eisenhower, per le tensioni
    crescenti con Fidel Castro. Ora, una volta riaperte le sedi diplomatiche, sarà molto più facile proseguire sulla strada di una normalizzazione delle relazioni anche economiche, commerciali e turistiche tra i due Paesi. E affrontare la sfida più grande: la fine dell'embargo.

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  17. Caro Milco.....Cuba a mio parere è difficilissima da capire,anche dopo 20 viaggi....figuriamoci dopo il primo,come questa ragazza....e questo è uno dei motivi,che mi hanno sempre spinto a tornarci....non capirci niente....essere continuamente spiazzato....per farti un esempio...,come quando nella stessa via vieni fermato da quello che vuole solo venderti qualcosa....e come dice lei,ti vede come un dollaro che cammina....e poi come per magia....dopo 50 metri,invece...ti ritrovi a parlare....(magari,anche per delle ore....) con persone gentili e simpatiche....solo per il piacere di parlare e conoscersi....! Mi sembra strano che questa ragazza abbia conosciuto solo questo tipo di Cubani....io potrei fare decine di esempi,di amicizie Cubane,disinteressate....ma magari è stata molto sfortunata....blanco79

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  18. Sono amicizie arrivate negli anni,difficile da avere dopo in solo viaggio

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  19. ciao, ma girando un pò la questione, pensi che ad un turista che viene qui in italia, tutti quanti noi siamo così disposti, (tutti, e subito) a dare confidenza, scambiare opinioni, ecc, ecc, ???? ragazzi, ci vuole tempo, confidenza, rispetto, pazienza, conoscenza.. e questo si paga, con tanti viaggi. non certo al primo viaggio, "visita cuba/italia in un mese". la ragazza si è informata poco e male, e mi sembra francamente ingenua. ciao patrizia

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