martedì 4 agosto 2015

COCORICO'

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Avrete forse letto o sentito della chiusura, per 4 mesi, della discoteca Cocorico' di Riccione.
Il provvedimento e' stato preso dalle autorita' competenti a seguito della morte, all'interno della discoteca, di un sedicenne a causa di un ingestione di svariate pastiglie di Ecstasy.
Opero nel turismo da decenni, per meglio dire mi guadagno il pane fornendo servizi alle strutture turistiche, di conseguenza questa chiusura, in pieno agosto, la ritengo l'ennesima cazzata di un paese oramai allo sbando.
Parliamo di 200 famiglie che perdono la loro fonte di sostentamento, di un danno economico valutabile oltre 2 milioni di euro e di una bella botta all'economia di quella famosa zona dell'Adriatico.
Il Cocorico' e', con ogni probabilita', la discoteca italiana piu' famosa al mondo e molti di noi, almeno una serata nella vita, l'ha passata seduto su quei divanetti.
E' sicuramente avvenuta una tragedia, ma e' giusto incolpare una discoteca se un ragazzino di 16 anni si riempie di merda?
In ordine di importanza non ci sono prima altri responsabili, dalla famiglia a tutto il resto?
La droga l'avra' acquistata probabilmente nel locale, ma non e' reperibile oramai ad ogni angolo di strada?
L'eventuale spacciatore, a seguito della chiusura del locale, andra' in pensione o vendera' la sua merda altrove?
Quindi cosa serve, ripeto ad agosto, un procedimento simile se non a dimostrare la debolezza dello stato e di chi si deve occupare di sicurezza e controlli?
Posto questa notizia sul blog perche' questa cazzata l'ho vista fare diverse volte a Cuba.
Un decennio fa, forse di piu', frequentavo Santiago de Cuba e la sua splendida e ben frequentata discoteca Las Americas.
Pochi mesi dopo il viaggio precedente rientro a Cuba, prendo casa in S.Barbara giusto in tempo per sapere che la disco era stata chiusa...per droga.
Una decina di anni fa a Cuba di droga ne girava ben poca e anche oggi, per ora, e' un territorio dove trovarla non e' facilissimo, anche se meno di qualche anno fa.
Quindi per qualche imbecille che si era fatto una canna, la policia non trovo' nulla di meglio che chiudere una disco che era la meta preferita dei turisti, portava un sacco di soldi e collaborava al successo turistico di Santiago.
A Tunas quando misero al gabbio tutto il personale del Luanda perche' rubavano come tori, chiusero per un certo periodo il locale prima di designare il nuovo staff che, detto per inciso, ruba come e piu' dei predecessori.
Ovviamente con denaro perso, turisti che andavano altrove e perdita di appeal per una citta dove, di sera, non c'e' un cazzo da fare, o quasi.
Due volte, mentre andavo in una delle spiagge di Puerto Padre l'esercito, non la policia, mi fermo' rimandandomi indietro.
Una volta ero in scooter e un'altra con un particular.
Pare che una volta un aereo superleggero avesse scaricato, dal cielo, una partita di droga, mentre un'altra volta chiusero la spiaggia perche' pare ci fosse stata una fuga di massa in balsa.
In casi simili le autorita' cubane non ci pensano due volte, chiudono discoteche e spiagge tanto nessuno puo' seriamente impedirglielo, visto come e' strutturato il potere a Cuba.
In tutti quegli episodi ricordo che mandai per la pinga lo stato cubano, le sue autorita' e tutti coloro che ostacolavano il lieto svolgersi della mia vacanza.
Ma qua' siamo in Italia.
Che un paese come il nostro, di fronte ad un problema, comune a tutte le discoteche d'Italia, in pieno agosto, nella zona turistica italiana di maggior richiamo decida di chiudere il locale e' una chiara dimostrazione di impotenza unita alla voglia di nascondere la testa sotto la sabbia.
La prossima estate il locale riaprira' e i problemi saranno gli stessi, su questo ci potete mettere la mano sul fuoco.
Eppure ci sono mille sistemi per cercare di controllare la situazione, dai tamponi all'ingresso per verificare se qualcuno entra gia' fatto, ai poliziotti infiltrati e via discorrendo.
Oggi potete trovare il post “La Profezia” di qualche giorno fa inserito, con traduzione in spagnolo, su Quintavenida.
Grazie ancora, cosi' come ringrazio tutti voi che, anche quest'estate, seguite numerosi (oltre 1500 al giorno) questa nostra piccola creatura.

17 commenti:

  1. Punta il dito contro i 200 lavoratori che ora restano a piedi, contro il fatturato che probabilmente risulterà dimezzato, ma soprattutto contro un provvedimento a suo dire inefficace a combattere lo sballo in pista. Fabrizio De Meis, uno dei cinque azionisti del Cocoricò, il noto locale riccionese che dovrà chiudere per quattro mesi, per decisione della Questura, a seguito della morte di un 16enne umbro per ecstasy, parla di fatto di "una chiusura a tempo indeterminato", che lascia i gestori "senza mezzi utili per battere la logica dello sballo, logica che il Cocoricò ha sempre tentato di battere, favorendo un divertimento sano e sicuro". De Meis ricorda di aver proposto recentemente in ambito parlamentare l'applicazione "di un Daspo per chi avesse spacciato o usato droghe e l'utilizzo di un tampone all'ingresso dei locali per verificare che gli avventori non avessero già assunto droghe". Ma "chiudere oggi il Cocoricò non serve a nulla, anche perchè senza decisioni importanti per battere la cultura dello sballo, fatti luttuosi come quelli del sedicenne morto per ecstasy purtroppo continueranno ad accadere", è convinto De Meis, che annuncia un ricorso al Tar contro il provvedimento della Questura di Rimini.
    Un provvedimento che il Silb, il sindacato dei locali da ballo, definisce "una misura senza cognizione". "L'impressione - commenta Gianni Indino, presidente Silb Emilia-Romagna - è che si sia voluto punire la discoteca dopo avere calcolato la somma degli avvenimenti accaduti negli ultimi anni, avvenimenti per cui, invece, il Cocoricò era già stato punito, a colpi di multe e sospensioni della licenza". E la chiusura, denuncia il sindacato, viene imposta in base al regio decreto del 1931, "una legge di 84 anni fa, va rivista e adeguata ai tempi", chiede il sindacato al ministro dell'Interno Angelino Alfano.
    Critico sul provvedimento anche il dj Claudio Coccoluto. "Chiudere il Cocoricò, ma anche mettere i sigilli a tutti i locali d'Italia, non è un argine al problema vero che è quello della droga e dello spaccio. Non credo che uno spacciatore sia affezionato al Cocoricò e ora che è chiuso decida di mettersi in pensione: cercherà altri posti e li troverà. Si sta puntando l'indice contro il soggetto più semplice da colpevolizzare, e cioè una discoteca, ma lo spaccio avviene nei posti più disparati", anche nelle stazioni, "dove si sa che alberga questo tipo di commercio. Non voglio fare l'avvocato difensore del Cocoricò, non ho alcun interesse personale a farlo, ma con la decisione del questore è stata colpita la sede dell'utilizzazione finale, lasciando integra la filiera dello smercio. Mi chiedo da cittadino se risalire la catena dello spaccio sia così difficile per gli inquirenti. Il fatto che si fermino soltanto all' ultima tappa del percorso mi preoccupa".
    Ma i frequentatori abituali del Cocoricò non rimarranno orfani, perché la sua musica le sue serate, declinate in toni diversi, vengono ospitate da tempo in altri locali della zona, come il Peter Pan o Villa Titilla. Eventi in programma anche questa settimana.

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  2. Effetti collaterali. Obama dialoga con Castro, apre a Cuba, finisce l’embargo. E dagli archivi Rai riemerge, 20 anni dopo, Isola Margherita, miniserie diretta da Renzo Badolisani, che proprio a Cuba venne girata. Prima e unica produzione italiana di questo tipo, non era mai andata in onda. Rai Premium l’ha programmata nel cuore di quest’estate: il 31 luglio la prima puntata, oggi e domani la terza e quarta puntata (ore 15). Badolisani, allora trentenne, torinese di formazione, autore di un piccolo cult anni 80 come I ragazzi di Torino sognano Tokyo e vanno a Berlino, tra i registi della prima avventurosa stagione di Centrovetrine, parla di “Isola” perduta.

    Cosa accadde?

    «Bastò che cambiasse il direttore di rete e il responsabile del progetto andasse in pensione. A Rai1 iniziarono a procrastinare, a prendere tempo. Anche la Tiber che lo aveva prodotto chiuse. Così Isola si “perse” nelle teche».

    E lei?

    «Periodicamente tornavo a perorarne la causa. Oggi Cuba è di moda, riportata d’attualità dalle scelte politiche americane. Sui canali digitali tematici c’è spazio anche per le opere dimenticate. E poiché Rai Premium è nel bouquet di Rai International, Isola Margherita verrà vista nel mondo».

    Come mai Cuba?

    «Un caso di delocalizzazione ante litteram. Il protagonista era un giornalista coinvolto in pericolose inchieste in America latina. Dovevamo girare in Cile ma all’ultimo si optò per Cuba. Una scelta azzardata che si dimostrò meno problematica del previsto: trovammo maestranze professionali ed entusiaste. Noi italiani eravamo pochissimi: io, i protagonisti Debora Caprioglio e Alberto Gimignani, un paio di incaricati della produzione e poco più. Ma alla realizzazione lavorarono più di 150 persone. Partivamo da zero: restai là per 7 mesi».

    Come era Cuba?

    «I russi erano andati via e avevano sospeso ogni aiuto. L’embargo americano era duro. L’Avana era un luogo anomalo, fuori dal tempo. La gente era meravigliosa. Per anni ho sperato di trovare un’occasione di lavoro per tornarci».

    Debora Caprioglio: altra scelta a rischio. Allora era nota soprattutto per la relazione con Kinski e per Paprika di Brass.

    «Era un nome popolare. E stava cercando una svolta alla sua carriera. Subito dopo infatti arrivarono il film con Francesca Archibugi e il teatro. Fu molto disponibile. Ricordo che portò lei i costumi di scena: arrivò carica di bellissimi abiti, tutti firmati».

    Parafrasando: lei non è finito a Berlino, bensì a New York.

    «Come scrisse Stefano Reggiani su La Stampa, quella di Centovetrine era una realtà produttiva di tipo americano. Finita quell’esperienza, dopo qualche anno a Roma, volendo fare una scelta radicale e temeraria, ho deciso di ripartire da qui. Ho ripreso a dipingere, faccio l’illustratore. E intanto sviluppo nuovi progetti: uno che riguarda Cuba, un altro che è coproduzione italiana con partnership Usa. Ho appena finito il doc Long Lasting Love, sul fotografo Harvey Stein (sto studiando una piccola serie su artisti americani). Ogni tanto mi capita di ripensare agli anni di quel mio film, i primi del Torino Film Festival ancora Torino Giovani: c’era una generazione di giovani registi che cercava di ripensare il cinema. C’è riuscita? Si è persa? Sarebbe bello scriverne in un libricino, dedicarle una retrospettiva. Giusto per non disperderne la memoria».

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  3. Risposte
    1. Con tutta la fatica che facciamo per fare girare il turismo....

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  4. Decisione delirante ,mandi x strada 200famiglie per cosa? È morto un 16enne e questa è tragedia immane ma che colpa ne ha la gente che al Cocorico' si guadagna il pane?il giudice è stato di una miopia assoluta; ti dico di più Milco nel mio quartiere di nascita qualche mese fa hanno chiuso un supermercato che dava lavoro a molto più di 200persone in quanto bene della camorra mandando in strada in una delle zone più disgraziate d'Italia qualche centinaio di giovani che mantenevano tutte le famiglie..ok togliere beni alle mafie ma è così difficile porli in amministrazione controllata continuando a farli funzionare? Bah. ...a cuba io ricordo la chiusura della splendida disco del Commodoro anni e anni fa per droga e puteria e la chiusura definitiva o temporanea di parecchi altri locali (di solito i più belli); quello che è capitato a te a puerto padre è capitato a me a Herradura almeno un paio di volte...brillantemente risolte dal mio Hermano bandolero (ah se mi manca...) di Holguin che sale su carro polizia va a Herradura porta al posto blocco dueña della casa che ci ospita che fa da testigo che noi andiamo la e...promette propina. ..solo a Cuba. .mi sono dilungato troppo..ti abbraccio Milco
    Stefano

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  5. Solito rimedio populista, che dimostra la totale incapacità di governare delle persone preposte. E sinceramente sta cosa ha rotto veramente i coglioni.
    Uno zingaro fa quello che fanno gli zingari? ruspe sui campi.
    Un ubriaco uccide qualcuno con l'auto? Reato di omicidio stradale.
    Un autista parla dello schifo in cui lavora? Sospeso dal lavoro.
    ...
    La lista sarebbe davvero troppo lunga per continuare e so a che a ciascuno di voi stanno venendo in mente 1000 altri episodi assurdi del genere.

    Basta, non se ne può più.

    -4 alla partenza.

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  6. Meglio una mezza dittatura illuminata che questa democrazia zoppa.
    Divertiti io fra un paio di giorni torno in veneto

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  7. Anche io mi sono sempre professato di sinistra, non comunista, ma di sinistra. Perchè credo nei valori dell'uguaglianza e della solidarietà. Che è meglio un bene comune che un vantaggio personale.

    E' triste vedere che ci hanno ridotto anche a questo: Tu che lodi una mezza dittatura ed io che mi trovo ad essere d'accordo.
    Ci hanno tolto anche questo.

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  8. Le mie idee politiche sono note.
    Detto questo oggi la sola cosa che vorrei e' un paese che funzioni, almeno per i 2/3 anni in cui devo trovare qua' le risorse per cio' che vorrei fare a Cuba.
    Queste cose sono il classico esempio di debolezza di un paese.
    Il 31 agosto apro una grande palestra, se un pirla imbosca, a mia insaputa, due flacconi di Gh nell'armadietto, arrivano i Nas e li trovano cosa fanno?
    Mi chiudono la palestra?
    Nel 90% dei locali dei Murazzi torinesi o in quelli del quadrilatero romano gira di tutto e vengono dati superalcolici ai minorenni eppure nessuno li tocca.
    Negli stadi muore la gente ma al massimo chiudono la curva per un turno, il Cocorico' lo hanno chiuso per 4 mesi, in agosto...

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    1. Non sono un grande esperto in materia, sebbene sia un informatico, ma credo che tu possa rischiare grosso anche solo per un commento "fatto male" in questo blog.
      E non ci giurerai manco che nell'esempio della palestra tu possa passare indenne.

      Quando leggo ste cose mi viene una gran voglia di chiudere tutto e di ritirarmi sulla Sierra Maestra.

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    2. Sul discorso blog mi pteoccupo poco anche se cerco di stare più attento rispetto al passato anche perché siamo davvero in parecchi.
      La palestra come altre attività corre i suoi rischi

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  9. Condivido ogni tua singola parola del post, purtroppo l'ipocrisia e l'ignoranza regnano sovrane in Italia, e per gente come te Milco che ha un attività non c'è da star tranquilli, se qualche pazzo spaccia in palestra anabolizzanti a tua insaputa, purtroppo fanno il culo anche a te....io coi clienti, al momento giusto, ci parlerei da "amico", per dirgli come devono comportarsi...
    A Santiago vado spesso al Las Americas, perchè prendo sempre casa a 300 metri dal locale (è una coincidenza), a vedere gli spettacoli, ballerine cubane che ballano, bellissimo.

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  10. Aspettavo il tuo commento perché sei della zona e ti occupi di sicurezza
    La palestra ha una tradizione di ghisa dura ma ti posso assicurare che a casa mia nessuno spaccera' nulla.
    Sto' guardando i mondiali di nuoto. Ascoltare l'Inno russo che fu Sovietico è sempre una bella emozione.

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  11. Che paese....come quando magari,scoppia una rissa in un pub....e lo chiudono per una settimana...magari iniziando dal weekend....! Per quanto riguarda Cuba.....ci rimasi veramente di m....quando nel 2002 tornai al Comodoro(Secondo me,la migliore discoteca di Cuba...)....e ci ritrovai un ristorante vegetariano.....! Chiuso per droga,risultato.....stessa droga e più puteria,trasferita alla Macumba....saluti! blanco79

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  12. Infatti il problema non si risolve certo chiudendo tutto

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  13. "Il Cocoricò è solo la punta di un iceberg. In tutto il mondo i giovanissimi vanno in discoteca per sballarsi". Non ha dubbi Linus, direttore artistico di Radio DeeJay che ogni estate si trasferisce a Riccione. "È inutile che i proprietari e le istituzioni facciano le verginelle, tutti sanno quel che succede, le discoteche sono delle giungle".

    È stato giusto chiudere il Cocoricò?
    "Questi quattro mesi vanno visti come un contentino inevitabile per placare l'opinione pubblica, ma anche una consolazione per la famiglia del ragazzo morto. Il problema è che tra quattro mesi saremo di nuovo al punto di partenza e bisognerà trovare una soluzione ".

    In che modo?
    "Non siamo ipocriti, non si può fermare per legge l'adolescenza in una discoteca trasgressiva come il Cocoricò. Quello che è successo non è certo un caso isolato, ormai il modo di divertirsi è cambiato".

    Cioè?
    "In tutte le discoteche del mondo hanno preso piede locali dal tono aggressivo. Bisogna considerare che sono frequentate all'80% da maschi tra i 16 e i 18 anni, in piena tempesta ormonale, che vanno a ballare perché vogliono sballarsi al massimo. E non ci sono solo le pasticche ma anche l'alcol. Se vogliamo essere seri dovrebbe esserci il divieto di vendita di alcolici, a tutti i minori, e non dovrebbe essere loro permesso di portarseli da casa".

    Cosa si può fare per prevenire altri episodi?
    "Sicuramente è impensabile fare dei controlli ogni sera, basterebbe fare delle ispezioni random ma in modo molto serio".

    Secondo lei i proprietari del Cocoricò hanno chiuso un occhio?
    "Ripeto, il Cocoricò è la punta di un fenomeno quindi la riflessione va allargata perché domani ci sarà un'altra tragedia. Visto il tipo di mondo che ruota attorno alle discoteche è assurdo che i proprietari facciano le verginelle, mentre sanno perfettamente cosa succede. Lo stesso discorso vale per le istituzioni che sapevano e dovevano controllare prima".

    Cosa accadrà al Cocoricò?
    "Lo conosco bene, è ormai un'industria e riuscirà a cambiare pelle come ha fatto tante volte restando un punto di riferimento ".

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