mercoledì 5 agosto 2015

LA VALIGIA

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Sia sul blog che sul Vascello, il gruppo whatsapp dello stesso, (chi ne vuole fare parte mi contatti orienteavana@libero.it) oramai per molti e' il momento del conto alla rovescia, prima della partenza per Cuba.
Qualcuno parte in questi giorni, altri in agosto mentre la maggior parte dei viaggiatori aspetta settembre.
Il vostro umile scriba si muovera' ad ottobre, poi a dicembre, relativamente a questo 2015.
Per tutti coloro che si stanno preparando a volare, uno dei momenti piu' belli e' sicuramente quello in cui si inizia a fare la valigia.
Ci sono diverse scuole di pensiero sull'argomento.
C'e' chi inizia a mettere via cose un mese prima e chi invece ci pensa la sera prima della partenza.
Personalmente, se ho tempo, inizio 2/3 giorni prima a mettere via cio' che serve di base, per poi aggiungere altre cose il giorno prima della partenza.
E' comunque sempre un gran bel momento, in questi giorni che sono a casa, mi capita di passare accanto all'armadio sopra il quale giace la maleta e di lanciarle ogni tanto uno sguardo carico di attesa, come per dirle “Tranquilla presto tocchera' anche a te”.
Da quando c'e' la casa a Cuba il fare la valigia ha assunto un carattere differente.
Un buon 80% del mio guardaroba “cubano” e' nel mio armadio dall'altro lato del bloqueo, ovviamente abbigliamento estivo che rimpolpo ad ogni viaggio vista anche la mia abitudine di regalare ad amici magliette e altri capi d'abbigliamento.
Diciamo che la roba da vestire la sistemo oramai sempre unicamente nel bagaglio a mano.
Nella valigia piazzo cose per la casa; regali, qualcosa da mangiare (nutella, sughi per la pasta e altre menate ma in generale poca roba) tende, tappetini, piccoli oggetti, pentolame, cose di cucina e altro che mi puo' servire da quel lato del bloqueo e che non si trova facilmente a Cuba.
Alla fine parto con l'idea di non caricarmi troppo, visto che molte cose le ho gia' a Cuba, ma poi mi ritrovo puntualmente a smadonnare per riuscire a chiudere la valigia visto che la riempio come un'uovo.
Ovviamente peso a casa sia la valigia che il borsone, non ricordo di aver mai pagato qualcosa in aeroporto, a volte per la bonta' della fanciulla al desk, altre grazie ai soliti piccoli trucchetti.
Prima di avere la casa, l'arrivo della valigia sul rullo dell'aeroporto a Cuba, dava inizio ufficialmente alla vacanza.
Fino a quando non la vedevo arrivare restavo col patema pensando al rompimento di coglioni di doverla rincorrere in giro per Cuba o per il mondo.
Solo una volta non mi e' arrivata, ero a Camaguey e si era fermata a La Habana da dove mi arrivo' 3 giorni dopo.
Per fortuna ho sempre messo un paio di cambi nel bagaglio a mano.
Dovesse succedere oggi, darebbe sicuramente fastidio ma alla fine sarebbe un problema superabile visto che ho tutto cio' che serve per una vacanza in loco.
Se arrivo a La Habana combatto col solito delirio di valigie di 3 aerei che arrivano nello stesso momento, a volte passa anche un ora prima di lasciare lo scalo.
A Holguin tutto e' piu' rapido e veloce.
Solitamente, una volta arrivata la valigia, preferisco evitare l'ultimo controllo quello prima di uscire, aggregandomi ad altra gente che esce.
Ha sempre funzionato, non porto mai cose strane, quelle che farebbero guadagnare un segno alla valigia grazie al quale vincerei...un'ulteriore controllo.
In linea generale, da vero giramondo, viaggio piuttosto leggero, anche la valigia “grande” in realta' e' un comodo trolley.
Ho smesso di farmi domande sul perche' una valigia esca presto o tardi dall'aereo, per essere piazzata sul rullo.
Sono stato a volte il primo a fare il check a volte l'ultimo ma questo non ha mai influenzato il fatto che la maleta mi arrivi prima o dopo.
Certo e' bello, a Holguin, uscire dal gabbiotto dei controlli per trovarmela gia' li' sul pavimento che mi aspetta.
Manca ancora un po' di tempo ma la mia maleta sa...sente che sta' per arrivare il suo momento.
Un paio di mesi, che passeranno rapidi e poi tocchera' a lei.
FLY GYM 

38 commenti:

  1. massimo gramellini

    Gentile signor Furfaro, autista della linea 1 di Genova, a nome dell’associazione «Tengo famiglia» vorrei congratularmi per il premio Menefreghista dell’Anno da lei vinto con pieno merito. Ricorderò i fatti che hanno portato la giuria ad assegnarle il prestigioso riconoscimento. Saranno state le tre e mezza di notte sul suo autobus fermo al capolinea, quando dei bulli, aizzati dalla ragazza del capo, hanno ridotto in fin di vita a suon di sprangate un passeggero che avevano preso per gay.
    Durante l’aggressione, lei è sceso a mangiare un panino. Tornando sull’autobus lo ha trovato sporco di sangue, ma ha pensato fosse birra: immagino birra rossa, irlandese. Interpellato dalla questura sulle ragioni del suo distacco dalle miserie terrene, ha spiegato di avere seguito l’aureo consiglio del nonno, quello di farsi sempre i fatti propri.
    Forse lo ignora, ma il suo disinteresse assoluto per i destini di qualsiasi comunità diversa dalla «famigghia» di appartenenza si inserisce in una luminosa tradizione che percorre i secoli e i racconti di mafia, attraversa gli osti dei «Promessi Sposi» e passando da suo nonno e dal senatore Razzi arriva fino a lei. Se avesse affrontato la banda a mani nude sarebbe stato un eroe e a nessuno francamente si può chiedere tanto. Ma se avesse fatto una telefonata al 113, magari mentre aspettava che le farcissero il sandwich, sarebbe stato un cittadino. Troppa fatica.

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  2. Cari genitori,

    mi rivolgo a voi in quanto esseri adulti, razionali e con la testa ben piantata sulle spalle. Preferisco essere proprio io a dirvelo, con cognizione di causa e prima che lo scopriate sulla vostra pelle: la pallavolo è lo sport più pericoloso che esista.
    Vi hanno ingannato per anni con la storia della rete, della mancanza di contatto fisico, del fair play. Ci siamo cascati tutti, io per primo, il rischio è molto più profondo subdolo. Prima di tutto questa cosa del passaggio…In un mondo dove il campione è colui che risolve le partite da solo, la pallavolo, cosa si inventa? Se uno ferma la palla o cerca di controllarla toccandola due volte consecutivamente, l’arbitro fischia il fallo e gliavversari fanno il punto. Diabolico ed antistorico: il passaggio come gesto obbligatorio per regolamento in un mondo che insegna a tenersi strette le proprie cose, i propri privilegi, i propri sogni, i propri obiettivi. Poi quella antipatica necessità di muoversi in tanti in uno spazio molto piccolo. Anzi lo spazio più piccolo di tutti gli sport di squadra! 81 metri quadrati appena… Accidenti, ci mettiamo tanto ad insegnare ai nostri figli di girare al largo da certa gentaglia, a cibarsi di individualismo (perché è risaputo che chi fa da sé fa per tre), a tenersi distanti da quelli un po’ troppo diversi e poi li vediamo tutti ammassati in pochi metri quadrati, a dover muoversi in maniera dannatamente sincronica, rispettando ruoli precisi, addirittura (orrore) scambiandosi ‘cinque’ in continuazione.
    Non c’è nessuno che può schiacciare se non c’è un altro che alza, nessuno che può alzare se non c’è un altro che ha ricevuto la battuta avversaria. Una fastidiosa interdipendenza che tanto è fondamentale per lo sviluppo del gioco che rappresenta una perfetta antitesi del concetto con cui noi siamo cresciuti e che si fondava sulla legge: ‘La palla è mia e qui non gioca più nessuno’. Infine ci si mette anche il punteggio e il suo continuo riazzeramento alla fine di ogni set. Ovvero, pensateci: hai fatto tutto benissimo e hai vinto il primo set? Devi ricominciare da capo nel secondo. Devi ritrovare energia, motivazioni, qualità tecniche e morali. Quello che hai fatto prima (anche se era perfetto) non basta più, devi rimetterlo in gioco. Viceversa, hai perso il set precedente? Hai una nuova oggettiva opportunità di ricominciare da capo. Assolutamente inaccettabile per noi adulti che lottiamo per tutta la vita per costruire la nostra zona di comfort dalla quale, una volta che ci caschiamo dentro, guai al mondo di pensare di uscire. Insomma questa pallavolo dove la squadra conta cento volte più del singolo, dove i propri sogni individuali non possono che essere realizzati attraverso la squadra, dove sei chiamato a rimettere in gioco sempre ed inevitabilmente quello che hai fatto, diciamocelo chiaramente, è uno sport da sovversivi! Potrebbe far crescere migliaia di ragazzi e ragazze che credono nella forza e nella bellezza della squadra, del collettivo e della comunità. Non vorrete correre questo rischio, vero? Anche perché, vi avviso, se deciderete di farlo… non tornerete più indietro.

    Mauro Berruto

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  3. Da sempre odio fare le valige.
    E' un compito che hanno quasi sempre svolto le mie donne. La mia povera mamma, le fidanzate, la mia ex moglie e ora la mai cubanita.
    Non sono in grado di farle, non so cosa mettere prima e quanta roba mettere.

    Quando arrivo a destinazione è sempre una sorpresa scoprire quello che mi sono portato dietro!

    Simone

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    1. A me invece piace da matti. Mai permetterei ad altri di mettere le mani

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    2. Dopo che mi sono ritrovato più volte senza costume o scarpe oppure mutande, ci ho rinunciato. Mi dicono di farmi una lista, ma non sono proprio il tipo da lista.

      Simone

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    3. Ahahahah
      Sei ancora in mezzo ai francesi?

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    4. No, purtroppo sono a Settimo Beach, in mezzo ai mandarini...

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    5. Io oggi a tirare la lima a Caselle poi venerdi fino dopo ferragosto in Veneto con microfono e......brigitte bardot bardot....a e i o u ypsilon.....

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    6. Ahahahah. Siamo ben messi tutti e due. Il fatto è che io fino al 28 febbraio son qui a lavorare. 3500 euro per tre biglietti a dicembre sono davvero troppi...

      Simone

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    7. Muoversi col familion e' davvero un bagno di sangue.
      Io aspetto che Simone, a settembre, mi trovi il biglietto...giusto.
      A quel punto potrei gia' anche acquistare quello per dicembre.

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  4. Io e la mia valigia aspettiamo settembre. Giuseppe

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  5. fare la valigia e' un po' come giocare al lego.

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  6. Solo che le prospettive sono migliori

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  7. Idem come Aston...tutto l' importante nei bagagli a mano...nelle valigie cazzate per la casita y familion...

    venerdì si parte per la Maremma...a dicembre si vedrà ma, mia moglie con la scusa che l' anno prossimo verrà mammina...continua a tener spenta la luce...quindi probabile si tradisca l' Isla Grande per altro destino...c'è già nà mezza ideuzza...

    Auguro buon viaggio a tutti i fortunelli del blog...con sana invidia!

    Freccia.

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    1. Ovviamente aspettiamo resoconto dettagliato della visita.....
      Veterinaria....un bagno di sangue....

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    2. Todo bien por suerte...

      il veterinario ormai è un amico...pago 1 volta e 3 no...mas o meno...

      un po' come te con i prezzacci di Simone...fortunello che non sei altro...

      L' importante è, dove possibile, non regalare soldi...

      Freccia

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    3. Ieri iniezione di richiamo,pipette antiparassitarie ,tavolette per la filaria....GASP....

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  8. Ricevuto nei gg scorsi sms di mia cognata da Cuba dove ci informa che mia nipote e mio cognato sono a Miami per 30 gg di vacanza ospiti di parenti...

    Il mondo è cambiato...davvero!

    Freccia

    Freccia

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  9. Io mi preparo da mesi prima, compro cose, le conservo siggillate ma la preparazione vera e propria è un po' come fare il presepe in casa Cupiello.. rigidamente (forse pure x scaramanzia)la notte della partenza (tanto non dormo ..è un po come la notte prima degli esami) e di solito tutto quello che ho preparato da mesi c'entra si ma solo dopo averla fatta e smontata tre o quattro volte..di solito finisco verso le 2/3 di notte..ci sarebbe da fare un trattato sul rapporto con la preparazione valigia (e anche pre-peparazione ...nel senso acquisti) delle cubane di ritorno nell'isla..a me i primi tempi faceva sorridere poi un po irritare....al ritorno da Cuba invece io tutto alla rinfusa buttato in valigia..quasi scaricassi sulla maleta la tristezza di ritornare qui..ciao Milco
    Stefano

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    1. Anche io la notte prima della partenza dormo poco e male. Malgrado metta 3 sveglie ho sempre il timore di restare in branda

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  10. Io dopo che una volta abbiamo ricevuto aspre critiche su quello che avevamo portato (mi pare un paio di adidas del colore non desiderato), per il familion me la cavo con un pensierino chino da 5 euro.

    Se proprio devo spendere faccio un giro con il parentado da carlo terzero e striscio due o tre volte la carta.

    La valigia è destinata soprattutto alle cose della bimba,

    Simone

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  11. Risposte
    1. pane e acqua + un calcio in culo...

      anche se per il quieto vivere familiare a volte è più facile a dirsi che a farsi...

      Freccia

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  12. Sopratutto per voi con la moglie qua'...

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  13. La valigia la si prepara la sera prima anche se mia moglie sono mesi che ammassa ropa. 23kg a testa vanno sempre troppo stretti ed io finisco col partire con una chancleta e un calzoncello.

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  14. Alla fine ogni spazio va alla moglie e alle sue cose.

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  15. EL LOCO
    Una volta portai un paio di pantaloni alla novia dell'epoca, non apprezzo' il modello, la mandai por la pinga e da quella volta coi regali ho finito.

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  16. Ma sai se si parla della famiglia della moglie che vive qua' con noi la prudenza e la pazienza non sono mai abbastanza.
    Nel tuo caso hai fatto benissimo.
    Nella vita bisogna scegliere se essere persone che oltre una certa linea non vanno o accontentarsi di essere dei Bonvys qualunque.
    Nel primo caso saremo apprezzati per la nostra giusta determinazione, nel secondo possiamo solo prendercela con gli Orishas per la poca fortuna che ci e' toccata.

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    1. Quando mi capitò l'episodio delle adidas la mia cubanita ci rimase molto male. Premetto che è lei che mette da parte un tot ogni mese per mantenersi laggiù e fare regali. Ma da quel giorno anche lei smise e ora si portano solo alcune cose che laggiù non si trovano e solo ed esclusivamente per los padres y la hermana. Los otros (abuelos, tios, primos, amiguitas) por la pinga.

      Io, chiaramente, non posso far altro che sottoscrivere.

      Simone

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    2. E ti credo....tu non cacci un penny... ahahahah

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  17. Vi insegno il modo mio che funziona a non sbattersi troppo....sul pc ho salvato un elenco di cose che mi porto sempre a cuba, cose personali che si userebbero per ogni viaggio, vestiti, calze, rsoio, ecc ecc, poi man mano che mi vengono in mente altre cose, regali nutella, ecc, le aggiungo alla lista sul pc....15 giorni prima di partire stampo la lista, vado a comprare quello che mi serve, e al final il giorno prima di partire ho già tutto pronto, devo solo mettere in maleta le cose.
    Questo metodo che mi sono inventato è efficacissimo e soprattutto ti evita stress e dimenticanze, provatelo.

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  18. La lista è ben impressa nella mente....

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    1. Per te che hai memoria si :-) Tu in genere porti poche cose, perchè la maggior parte le hai direttamente dall'altro lato del bloqueo, io no...anche se potrei lasciarle a casa della suegra, ed evitare di portarle ogni volta.

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    2. Non sarebbe male per semplificarti la vita

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  19. C'è il rovescio della medaglia....almeno per chi come me a Cuba non riesce ad andare tutti gli anni.....la valigia del ritorno....grande tristezza....!! blanco79

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  20. Ecco quella la faccio all'ultimissimo momento

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