mercoledì 9 settembre 2015

ALL INCLUSIVE

 Risultati immagini per hotel playa pesquero

Leggevo in settimana di un aumento, nel 2014, di frequentatori cubani nei villaggi turistici dell'isola di ben il 30%.
L'articolo, impropriamente, parlava di Hotel in generale ma non ce lo vedo un cubano che, per farsi una vacanza, soggiorna in quella porcheria che e' l'hotel Tunas a 70 km dalla battigia.
Nel 2017 festeggero' i 30 anni di lavoro nel campo dell'animazione turistica.
Ho avuto la fortuna di lavorare in alcune delle location piu' belle del pianeta, di conseguenza non mi emoziono certo per una spiaggia cubana, anche se e' sempre bello sentire l'amata sabbia sotto i piedi e vedere davanti ai miei occhi il grande e amato fratello blu.
Operando, da professionista del settore, i villaggi turistici cerco, in modo assoluto di evitarli, quando tocca a me diventare cliente con la barriga al sole.
Questo per tante ragioni, non ultimo il fatto che amo essere indipendente in tutto e per tutto senza orari o convenzioni sociali da rispettare.
Una volta all'anno, quasi esclusivamente per compiacere la linda cubanita di turno, permettendole di fare la figa col due pezzi nuovo che il culo bianco le ha portato dall'Italia, scelgo di farmi 3 giorni in un 5 stelle cubano.
Quasi sempre a Playa Pesquero, provincia di Holguin dove ci sono strutture di discreto livello.
Questi grandi hotel, in realta' veri e propri villaggi turistici con animazione, utilizzano la formula dell'all inclusive.
Paghi alla fonte e poi puoi bere e mangiare tutto quello che vuoi.
Con me fanno un'affarone, se va di lusso bevo, in un giorno, 2 caffe', una birretta e un traco, al limite due.
In queste strutture incontro solitamente clienti di 3 nazionalita'.
Canadesi, cubani ed, in misura molto inferiore, italiani.
I primi sono di gran lunga la maggioranza, il paese della foglia d'acero e' a un tiro di schioppo, per loro passare dagli orsi bianchi al caldo caraibico deve essere un vero e proprio rinascere.
La formula dell'all inclusive per loro e' perfetta.
Iniziano a bere alle 8 del mattino e non finiscono piu'.
Alcuni professionisti della bevuta si portano, da casa, una specie di contenitore termico dove mettere la lattina o la bottiglia in modo che il fresco duri il piu' a lungo possibile.
Solitamente, anche da mbriaghi, sono educati e non rompono le palle, tutto sommato e' una buona clientela.
Discorso differente per i cubani che da qualche anno, in numero sempre maggiore, frequentano le loro strutture turistiche.
Solitamente e' gente che e' li' grazie al parente che manda soldi, al culo bianco che mantiene la ragazza o comunque a rimesse che arrivano dalla luna.
Non voglio parlarne male per partito preso, racconto solo quello che vedo.
Si tratta di gente totalmente inadatta, nella maggior parte dei casi (mai generalizzare) a frequentare strutture di quel livello.
In piscina fanno praticamente di tutto, dal pisciare al mangiare, dal rompere i coglioni all'ingropparsi.
Sicuramente la desuetudine a certi luoghi, il benessere improvviso, la formula che permette loro di bersi un tanke senza pagare, favorisce questo modo di comportarsi.
Saranno anche in forte aumento come numero, mi auguro solo, da operatore del settore, di vedere anche un'aumento dell'educazione e una capacita' di adeguarsi al vivere comune ancora molto lontana dal venire.
Poi ci sono gli italiani.
Molti sono tranquilli, alcuni come il sottoscritto ci vanno per la cubanita di turno ma in realta' vorrebbero essere altrove, altri esattamente come i cubani non sono abituati a certe situazioni.
Chi risiede a Cuba si mette all'opera per comprare da cuochi e camerieri compiacenti tutto cio' che nelle tiendas non si trova, lasciando poi il villaggio carico come un mulo da soma.
Altri, poco avezzi all'all'inclusive, sono sempre al bar anche quando non vogliono nulla....tanto e' tutto pagato.
Ne ricordo uno che bicchierino dopo bicchierino si e' riempito una bottiglia di crema di whisky.
In linea generale i 5 stelle in realta' sono di livello inferiore allo standard solitamente riconosciuto nel resto del mondo.
Dopo 30 anni mi basta un'occhiata al buffet per capire se mi prendono per il culo.
Quando vedo poco pesce e carne e tanta verdura, cucinata in mille modi differenti, so che in quella struttura l'aumma aumma e' una regola di sopravvivenza.

14 commenti:

  1. A Varadero ho visto cubani arrivare con le valige vuote e portarsi a casa ron, dolciumi e asciugamani. Nei cayos, a 150 cuc al giorno, ho visto solo bella gente.

    Simone

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    1. Per loro dire di essere stati a Varadero...fa figo.
      Nei Cajos meno....

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    2. El Loco Con quella cifra si fanno 3 giorni se beccano l'offerta.

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  2. La migliore Italia. Straordinaria prestazione della squadra di Pianigiani, che batte la Spagna nella terza partita del gruppo B dei campionati Europei. Al di là di ciò che dice il punteggio (105-98), la vittoria degli azzurri è stata molto netta dal punto di vista del gioco e dell'applicazione tattica.
    Marco Belinelli è stato il grande protagonista della vittoria azzurra, considerando le imperfette condizioni di salute: partenza con handicap per lui con un 1 su 6 dal campo nel primo quarto, poi d'incanto e a suon di triple manda al tappeto gli spagnoli, cui non è bastato un Paul Gasol da 34 punti e in doppia cifra coi rimbalzi. Sensazionale anche la prestazione di Danilo Gallinari, autore di 29 punti. Senza il suo capitano Gigi Datome, fuori per tutto l'Europeo per un problema fisico, coach Pianigiani lancia in quintetto Andrea Bargnani, poco impegnato nella sfida contro l'Islanda. E il "mago" risponde subito presente realizzando 10 punti pesanti nel primo quarto e provando a limitare Gasol (12 punti per lui nel primo quarto) in fase difensiva.
    Grazie ad una prova molto gagliarda, gli uomini di Pianigiani riescono a chiudere attaccati agli spagnoli il primo quarto sul punteggio di 19-20. Pietro Aradori dà il via a un mini allungo nella seconda frazione, ma il giovanissimo Hernangomez riporta sotto le "Furie Rosse". Grazie ai centimetri del capitano del Real Madrid Reyes la Spagna riesce a rimettere la testa davanti all'Italia e all'intervallo lungo è in vantaggio sul 45 a 42.
    C'è convinzione negli azzurri, ma anche una legittima preoccupazione. Gli uomini di Scariolo infatti dominano in area, mentre l'Italia non può puntare sul migliore Belinelli. Il Beli però inizia il terzo quarto facendo vedere la sua classe, mettendo a segno ben 11 punti consecutivi (quattro triple di fila) per un parziale di 15 a 0 per gli Azzurri e un vantaggio che va in doppia cifra sul 57 a 47. Gasol e compagni provano a rifarsi sotto, ma la difesa italiana è stoica e il terzo parziale si chiude sul 73 a 63 (31-18 un paziale che la dice tutta), con l'ennesima tripla di Belinelli sulla sirena. Il quarto decisivo si apre con due triple consecutive della coppia Belinelli-Gallinari che tarpano le ali al tentativo di rimonta iberico. Nel resto del parziale gli Azzurri si esaltano in difesa e mostrano una pallacanestro frizzante, tanto che l'incontro si chiude con Gallinari e compagni che superano quota cento per il 105 a 98 finale. Per l'Italia si tratta della seconda vittoria dopo quella con l'Islanda, ora la sfida ai padroni di casa della Germania.
    "Volevo giocare questa partita per aiutare la squadra. Non siamo partiti benissimo, ma giocare contro la Spagna dà qualche motivazione in più. Nei primi due quarti sentivo un pò di dolore, ma poi sono riuscito ad andare meglio. Siamo riusciti da squadra a tirare fuori gli attributi", è il commento di Belinelli. Su Bargnani: "E' un giocatore super e ci dà sempre una grande mano. Pochi sono bravi come lui a mettere la palla a terra. In generale però è stata una serata positiva perchè abbiamo fatto sempre canestro. Speriamo di continuare così". Sul clima che si respirava prima della gara Belinelli ha commentato: "Abbiamo sentito tanta pressione, ma fa parte dello sport. Noi diamo sempre il massimo. Ci meritiamo questa vittoria, ma stiamo sempre con i piedi per terra".
    "E' stata una partita importantissima -gli fa eco Bargnani-. Abbiamo giocato bene tutti, ognuno di noi ha fatto il suo con grande fiducia. Più che pressione c'era frustrazione perchè avevamo giocato male. Però oggi abbiamo giocato al 100% e siamo riusciti a vincere. Siamo contenti ma dobbiamo cancellare tutto e pensare alla partita di domani contro la Germania".

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  3. Dopo il divorzio agonistico da Sara Errani, più d'uno aveva pensato che Roberta Vinci avrebbe ragionato su tempi e modi di un suo morbido addio al tennis che conta. A favore della pensione molto anticipata (Roberta è del febbraio 1983) c'erano solidi argomenti: la disabitudine al singolare trascurato negli ultimi due anni per perseguire con il massimo della concentrazione l'obiettivo di conquistare Wimbledon, l'unico Slam di doppio mancante nel palmarès comune; la certezza che nei tornei in coppia ogni possibile compagna non avrebbe retto il confronto costante con Sara. Sentivo e leggevo cose così all'inizio della primavera.
    Battendo oggi Kristina "Kiki" Mladenovic per 6-3 5-7 6-4 e raggiungendo le semifinali di Flushing Meadows, Roberta non ha più nulla da invidiare alle altre tre grandi della nazionale, Francesca Schiavone, Flavia Pennetta e Sara Errani. Come loro, entra nel virtuale Superclub che accetta solo chi ha giocato una semifinale dello Slam. Missione compiuta.
    E' stata lenta e faticosa la marcia di avvicinamento al risultato di oggi. Dalla fine di marzo Vinci ha ripreso a girare il mondo con soddisfazioni saltuarie - la finale a Norimberga a fine maggio, il cinquecentesimo successo in carriera, il quarto turno a Toronto il mese scorso - e fiducia incrollabile nel ritorno tra le migliori (con la vittoria di oggi scala 16 posizioni nel ranking WTA, da 43 a 26).
    Nei turni precedenti degli UsOpen ha eliminato con notevole sicurezza King, Allertova e Dunque-Marino e ha avuto un pizzico di fortuna, che prima o poi tocca a tutti, con la rinuncia di Eugenie Bouchard negli ottavi di finale. Poi l'ostacolo psicologicamente non facile costituito da "Kiki" Mladenovic, 22 anni, WTA 40, mai affrontata in singolare ma coprotagonista di due match forse decisivi nello sviluppo della crisi tra lei e Sara: l'anno scorso in luglio era in campo con l'ungherese Timea Babos nella storica finale di doppio vinta dalle azzurre (6-1 6-3) a Londra; quest'anno all'inizio di febbraio in coppia con Caroline Garcia aveva inferto alle pluridecorate italiane l'umiliante e decisiva batosta (6-1 6-2) in FedCup a Genova. Due match che hanno segnato la fine del ciclo straordinario delle "Chichis".
    Quello di oggi non è stato un match da incorniciare ma da ricordare per intensità e incertezza. Molto tesa, così come la francese, Roberta ha saputo gestire le emozioni prima e meglio dell'avversaria. Il coach Francesco Cinà e il capitano azzurro Corrado Barazzutti, incollato sulla seggiola nell'angolo italiano, le hanno consigliato di fare semplicemente la sua partita, non risparmiando sul rovescio in back che è il suo marchio di fabbrica e che Mladenovic, come tutte le ragazze abituate al tennis di potenza, controlla a fatica. Ha cercato di variare il più possibile il ritmo per non dare punti di riferimento e d'appoggio all'avversaria. Ha servito con efficacia e non ha quasi mai perso la misura del campo. Ha sbagliato meno (25 errori contro 64) prendendosi pochi rischi (da qui la differenza nei vincenti: 51 a 22 per Kiki). Per una che sa stare sotto rete come poche altre colleghe, non avere attaccato di più ha sottratto parecchio allo spettacolo, però è servito a non farle mai perdere di vista il risultato. Primus, vincere. Avrebbe potuto chiudere la partita già al secondo set. La paura del grande risultato l'ha frenata. Poi ha giocato un terzo set quasi perfetto nonostante Mladenovic abbia via via affinato i diversi modi di perforare la sua difesa da fondocampo.

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  4. Li ho visti anche io gli zozzoni, gentaglia. Giuseppe

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  5. Ho visto il volantino della palestra... Ho letto Yoani Sanchez e mi è preso un colpo! Per un attimo ho creduto che eri passato al nemico
    Complimenti alle signorine delle foto!

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  6. Ahahah nessun pericolo. In effetti un paio sono notevoli

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  7. Come dar torto al gerente ( spagnolo ) del Melia Cohiba ( a L'Avana ) che i cubani non li voleva nell'hotel ... pare l'avesse messo a contratto ...

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  8. Onestamente anche io nei miei soggiorni cubani mi sono quasi sempre regalato 3/4 giorni in una struttura all inclusive (tra l'altro molto economici prenotando a Cuba) vuoi x compiacere la donna vuoi quando ero solo x staccare un po la spina della farandula..finché frequentavo holguin andavo sempre a las brisas o club amigo e leggendo tuo post mi pare di rivivere qui momenti. .ne fai affresco perfetto..i pochi italiani presenti sempre con ragazza al seguito di solito molto sobri , timidi ed educati (molto differenti evidentemente da quelli della tropi cola e due cannucce), canadesi intenti a tomare h24 ma senza rompere a nessuno e cubani chiassosi ed eccessivi..a settembre da soltero fui a cayo santa maria..qui atmosfera più soft ma le 5stelle di cui si fregiava il resort onestamente non le valeva..ho da sempre il sogno di una vacanza a cayo levisa immerso nella natura selvaggia..credo no si realizzerà manco a sto giro..troppi pochi giorni..ciao Milco
    Stefano

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  9. Molti oggi hanno problemi col discorso dei 30 anni di differenza...

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