sabato 26 settembre 2015

LA SETTIMANA


Siamo a quasi un mese dall'apertura del ginnasyo, piano piano la gente sta' arrivando e si iniziano a vivere serate con un discreto movimento, non ho fretta, il buon lavoro, come il buon governo paga sempre.
Mancano 4 settimane alla partenza e alle vacanze mie e del blog, sto' iniziando a comprare cio' che mi serve per non arrivare, come sempre, a fare le cose all'ultimo momento.
E' possibile che mi porti giu' una bike, la meno bella, per lasciarla giu' ed avercela in casa ad ogni viaggio.
La familia ha gia chiesto in inmigration per la visa familiar, per la loro casa, non ci dovrebbero essere problemi.
Grande Torino anche questa settimana ha gente, un'amico che legge il blog e chi mi ha contattato, siamo anche andati a prenderlo in aeroporto, forniamo pure questo servizio per chi lo desidera.
Ho trovato dove lasciare Birillo quando partiro' per Cuba, visto che in ambito annuale parliamo di una centinaio di giorni cercavo una sorta di seconda casa, non certo una pensione per cani.
Cosi' come l'umile scriba non e' mai stato servo di nessun padrone, il suo cane non dovra' mai passare un solo giorno in una gabbia.
Dalle mie parti ci sono parecchie opzioni, cercavo una cascina con tanto verde.
Ho trovato una signora che fa la dog sitter aumma aumma, vicino a casa mia.
Ha uno spazio grande e 2 labrador suoi, la femmina ha appena partorito, Birillo e' subito andato d'accordissimo col maschio e potra' cosi' scorrazzare libero nell'aia.
Mi costera' un millino in ambito annuale ma perlomeno so che stara' bene, sta' crescendo sano e sereno in mezzo a tanta gente ma a pochi cani, perlomeno in quei mesi potra' colmare questa lacuna.

Ho seguito l'incredibile vicenda della Volkswagen, i tedeschi sempre cosi' rigorosi e pronti a fare le pulci a tutti che si fanno beccare con le mani nella marmellata....
La cosa e' piuttosto semplice, hanno taroccato il sistema di emissione dei gas in modo che, durante i controlli, il sistema stesso captasse la simulazione, riducendo l'emissione di gas di scarico al di sotto dei termini di legge.
Fare automobili che inquinano di meno costa decisamente di piu', come sempre e' una storia di quattrini.
Lo hanno scoperto gli americani, ma sono convinto che anche in Europa la cosa era nota solo che...io non rompo le palle a te e tu non le rompi a me.....
Essendo tedeschi hanno subito ammesso la loro colpa e pagheranno quello che dovranno pagare.
Certo che il castigo per il loro amministratore delegato e' stato perlomeno originale.
30 milioni di buonauscita....davvero in certe situazioni ogni mondo e' paese.

Leggevo che, nei primi 8 mesi del 2015 e' morta piu' gente per i selfie che per attacchi di squali....
12 persone nel mondo sono morte mentre si facevano un selfie in situazioni pericolose ; in cima ad un cucuzzolo, su una scogliera ecc....mentre i morti da attacchi di tiburones sono stati 8.
Davvero il mondo sta' decisamente andando dal culo....

Torino e' una citta' strana....due carabinieri ubriachi hanno scorrazzato per ore in citta' con sirene a paletta spiegate, hanno fermato un taxista minacciandolo di arresto se non diceva loro l'indirizzo di un locale per scambisti.
Sono stati poi fermati da alcuni loro colleghi sobri....

Torino e' una citta' strana, a Moncalieri, in prima cintura, sono stati arrestati 3 funzionari di equitalia.
Se avevi un problema ti rivolgevi a loro che, dietro propina adeguata, te lo risolvevano facendo sparire la cartella giusta.
Il problema e' sempre lo stesso...chi controlla i controllori?

Per il resto continua il tempo estivo di questo verano che non vuole finire....per fortuna.

15 commenti:

  1. È passato un anno dal rapimento dei 43 studenti messicani della scuola Normale rurale di Ayotzinapa e non si può dire che le notizie sul loro conto siano incoraggianti. Il presidente del Messico, Enrique Peña Nieto, ha chiesto ai genitori di «superare il dolore della perdita» e ha messo nuovi uomini a capo dell’inchiesta, per arrivare finalmente alla verità. Le madri e i padri dei liceali scomparsi, però, non credono alla versione ufficiale per cui i ragazzi sarebbero stati rapiti, uccisi e cremati la stessa notte del 26 settembre 2014, e quando parlano di loro, usano sempre il tempo presente.
    Bernardo Campos, per esempio, è un po’ avanti negli anni. Lo sciopero della fame che realizza alla vigilia dell’anniversario gli taglia il fiato: «Quando rivedrò José Angel gli dirò che questa storia non dev’essere una scusa per smettere di studiare». Il figlio che hanno catturato vivo e rivuole indietro vivo, stava per prendere il diploma da maestro alla Normale di Ayotzinapa e, come tutti gli altri iscritti, partecipava alle attività di una scuola storicamente contestataria e criticata per i suoi metodi radicali.
    Politica e «narcos»
    Secondo la prima indagine della procura, quel venerdì sera di un anno fa José Angel e decine di altri «normalistas» si trovarono a fare volantinaggio per le strade della città di Iguala, stato di Guerrero, 250 chilometri da Ayotzinapa. Quando il gruppo confiscò quattro pullman dalla stazione locale per andarsene, il sindaco José Abarca credette che volessero in realtà raggiungere un suo comizio e mandarlo a monte per protesta.
    Così, diede l’ordine alla polizia e alla banda narcos dei «Guerreros Unidos» (con cui era in società), di bloccarli ad ogni costo. Dopo una notte di caccia all’uomo, agenti e sicari uccisero tre persone, ne ferirono 180 e ne fecero sparire 43. Le ricerche delle settimane successive hanno portato alla scoperta di numerose fosse comuni, tutte nei dintorni, tutte piene di corpi senza nome e tutte senza responsabili certi. In quanto ai 43 «desaparecidos», gli investigatori affermano che sono stati fatti prigionieri dai «Guerreros Unidos», portati in una discarica, giustiziati e bruciati su una pira.
    Le indagini indipendenti
    A riprova di questa tesi, ci sono tre confessioni e l’identificazione dei resti di due ragazzi, ma i frammenti ossei sono piccoli e non è chiaro dove siano stati raccolti. Fin da subito la storia sembrò inverosimile e, la settimana scorsa, la squadra di esperti inviata dall’Organizzazione degli Stati Americani per condurre un’indagine parallela ha dimostrato scientificamente che è del tutto impossibile. Nella discarica non ci sono tracce del fuoco che avrebbe polverizzato 43 corpi e il timore di una protesta al comizio, difficilmente giustifica la brutalità dell’attacco.
    Gli inviati internazionali si sono anche accorti che le testimonianze dei sopravvissuti parlano della confisca di cinque pullman, ma gli inquirenti ne hanno messi a rapporto solo quattro. Le loro ricerche non hanno portato al ritrovamento di questo Volvo della compagnia Estrella Roja, scomparso nel nulla come gran parte dei suoi passeggeri. Quello che è saltato fuori, invece, è un dossier della Dea americana per cui i «Guerreros Unidos» trafficano eroina da Iguala a Chicago, nascondendola negli autobus.
    Questi carichi, di un valore tra 100 e i 600 mila dollari, potrebbero essere un movente più credibile per una vendetta di tale portata. Ernesto Guerrero quella notte ad Iguala c’era. È sopravvissuto per miracolo e dice che da allora la Normale di Ayotzinapa non è più la stessa: «I professori hanno paura e non vengono a insegnare». I famigliari, però, non demordono e giurano: «Nei nostri panni voi fareste lo stesso».

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  2. La bufera giudiziaria che ha sconvolto la Fifa ha investito oggi direttamente anche l’uomo che del governo mondiale del calcio è stato per decenni il dominus assoluto, Joseph Blatter. Costretto ad annunciare le dimissioni subito dopo essere stato rieletto, e per la quinta volta, a inizio giugno dallo scandalo sollevato dalle inchieste aperte negli Stati Uniti e in Svizzera, l’ex colonnello elvetico è ora formalmente indagato dalla procura generale di Berna per gestione fraudolenta e appropriazione indebita. L’inchiesta riguarda due distinte vicende, una delle quali coinvolge, solo come testimone, il n.1 dell’Uefa, Michel Platini, tra i maggiori candidati alla successione di Blatter nelle elezioni previste a febbraio. I magistrati elvetici, in particolare, hanno puntato la lente su un versamento illegale di due milioni di franchi svizzeri (poco meno di due milioni di euro) effettuato da Blatter a Platini nel 2011 per non meglio precisati «lavori non effettivamente svolti» fra il 1999 ed il 2002. In serata la difesa dell’ex numero 10: «Sono stato pagato per un lavoro che ho svolto. Mi è stato chiesto di fornire informazioni utili alle indagini: ho chiarito tutto e resto disponibile a collaborare in qualsiasi momento con le autorità».
    GLI INTERROGATORI
    I due, insieme agli altri componenti del comitato esecutivo Fifa riunitosi oggi a Zurigo, sono stati interrogati nel pomeriggio, Platini solo come «persona suscettibile di fornire informazioni», mentre altri uomini della procura perquisivano l’ufficio di Blatter e altre stanze del quartier generale Fifa, prelevando documenti. L’inatteso impegno ha impedito a Blatter di dirigere la tradizionale conferenza stampa post-comitato esecutivo, cancellata a sorpresa per motivi chiariti solo dal comunicato ufficiale della Procura. Il colpo di scena, peraltro non inatteso, potrebbe accelerare il tramonto di Blatter: il comitato di etica Fifa può decidere di sospenderlo dalle funzioni presidenziali e in quel caso il camerunense Issa Hayatou, vicepresidente vicario, sarebbe il primo sulla lista per ricoprire la funzione sino al voto di febbraio.
    DESTITUZIONE PIU’ VICINA
    Il comitato di etica aveva già sospeso la scorsa settimana il segretario generale Jerome Valcke, sospettato di aver lucrato sulla rivendita dei biglietti del Mondiale 2014. Il francese è stato rilevato dalla proprie funzioni sulla base di accuse apparse nei media ma non è ufficialmente indagato. La «destituzione» di Blatter, non fosse che per una questione di coerenza, sembra quindi imminente. La Fifa ha solo confermato, tramite un comunicato stampa, che «oggi rappresentanti dell’ufficio della procura generale svizzera hanno effettuato interrogatori e raccolto documenti per proseguire le indagini iniziate il 27 maggio. La Fifa, che ha sempre cooperato con la giustizia, ha facilitato le interviste». Poco prima, la procura di Zurigo era stata molto più precisa annunciando l’apertura di un procedimento penale contro Joseph Blatter per due distinte vicende. In primis, il presidente è sospettato di aver firmato un contratto sui diritti tv sfavorevole alla Fifa con l’Unione caraibica di calcio, all’epoca presieduta da Jack Warner, un ex-dirigente della Concacaf che fu fra i primi arrestati all’inizio dello scandalo, il 27 maggio. Il secondo è quello che riguarda Michel Platini.

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  3. La Germania si è sempre vantata di essere la prima della classe, sputando addosso agli altri....Mia nonna diceva sempre che alla fine lo sputo cade sulla testa di chi sputa agli altri.

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  4. vogliamo parlare del DPF sulle auto diesel? meglio di no.
    altro stratagemma per far inquinare meno i diesel ma che e' una spada di damocle per gli automobilisti. costosissimo da sostituire ed in piu' dura relativamente pochi kilometri in relazione a quelli che un auto diesel puo' percorrere. un macello.
    nota per Milco.... mi sa che quest'anno se ti porti la bike sarai invitato a fare un "giretto" a puerto padre..... ;-)

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    1. Caro "Anonimo" mi aspetta un mese e mezzo di autentica gozadera e un invito...non si rifiuta mai.

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    2. scusa nn mi sono firmato.....
      Fabio da BS
      una volta che commento non mi firmo...... brao furbo

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    3. Caro Fabio a PP ci vengo volentieri....in scooter....

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  5. Forse «Ferruccio» non ha neppure compreso cosa capitava tutt’intorno. O forse no, uno come lui, con quei suoi occhi sempre spalancati su un mondo di cui ha visto le brutture più atroci del secolo, ha compreso e capito. Che anche a 91 anni, con una malattia come il Parkinson addosso, un uomo può restare per due giorni sdraiato su una barella, in un pronto soccorso. Assistito, per carità, anche bene, ma sempre in mezzo a tanta gente che va e viene, che guarda, che soffre e ti spia la vita, legge la tua sofferenza. Due giorni o poco meno, facendo bene i conti delle ore. Ecco, quella è l’ultima sofferenza inflitta a Raffaele «Ferruccio» Maruffi, uno degli ultimi testimoni della grande deportazione nei campi di concentramento nazisti, durante la seconda guerra mondiale. Un anno di prigionia a Mauthausen. E una vita passata a raccontare quell’inferno da cui ne è uscito vivo. Con libri e incontri - «Perchè quel che stato non si può e non si deve dimenticare» - diventando presidente dell’associazione che raccoglie chi ha avuto la fortuna di poter tornare dai lager.



    Un letto, alla fine

    Quando alle cinque l’infermiera del Martini annuncia alla figlia di «Ferruccio» che un letto, nella degenza temporanea, è stato trovato, in ospedale sanno già tutti chi è. E non gliel’hanno dato come «trattamento di favore» ma perché, alla fine, se n’è liberato uno. «E questa è la dimostrazione che, in questo ospedale, la situazione è sempre complicata. I posti letto sono sempre meno e, con la riforma che è in atto, andremo incontro ad altre mille difficoltà» sintetizza Antonio Pilla, battagliero sindacalista della Uilfpl. Che sulla questione disponibilità di posti letto e riorganizzazione, l’altro giorno ha scritto una lettera al sindaco Fassino, all’assessore regionale alla Sanità e ai vertici della Asl To1. Con questa frase: «Il taglio di 50 posti letto al Martini sono per noi inaccettabili e provocheranno importanti e negative conseguenze sul livello delle prestazioni erogate alla cittadinanza». Profetico, Pilla. Anche se i problemi si sono verificati ancora prima dei tagli, prima che i posti letto passassero dagli attuali 249 ai 199 ipotizzati.



    Non c’è la geriatria

    E non è finita lì. La riorganizzazione non prevede per questo ospedale la presenza di un reparto di geriatria. Pilla su questo dà fuoco alle polveri, parla di atteggiamento «contraddittorio» e spiega: «Mentre da un lato la Regione dichiara di impegnarsi, con politiche sanitarie, al progressivo invecchiamento della popolazione, dall’altra non dota il Martini di un reparto che è un servizio necessario al nostro bacino di utenza di quasi 500 mila abitanti». Insomma: se ci fosse stata la geriatria, forse, a Ferruccio, sarebbe stato riservato un altro trattamento.



    Quaranta in attesa

    Alle sei di sera, quando Ferruccio è finalmente in un letto, gli infermieri e i medici del «Pronto» non si riposano ancora. Ci sono quaranta persone sulle barelle. E altri in attesa. Una situazione che fa dire al direttore sanitario Marinella Sammartino: «Da qualche giorno c’è una superaffluenza» dopo il periodo relativamente tranquillo dell’estate. Ma una spiegazione al fenomeno nemmeno lei è in grado di darla. Resta il fatto che un uomo di 91 anni è rimasto su una barella per troppo tempo. Sammartino replica pronta: «L’assistenza in Pronto è di altissimo livello. Non è stato sottovalutato nulla. Abbiamo fatto tutto ciò che si poteva fare». Certo. Ma per quest’uomo non c’era un letto, un po’ di riservatezza, un angolo dove ritrovare la dignità della malattia e dell’età.

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  6. La Roma, col Carpi, sta' passeggiando....

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