martedì 13 ottobre 2015

ANDARE



L'altro giorno leggevo su un quotidiano che, secondo i dati dell' AIRE, 4,6 milioni di italiani risiedono all'estero.
Nell'ultimo anno la cifra si e' incrementata del 4% ma il dato inquietante e' che negli ultimi 10 anni la cifra e' raddoppiata.
Dal 2005 ad oggi ben 2,3 milioni di italiani hanno abbandonato o'paese do sole per piu' o meno note destinazioni estere.
Tempo fa feci un pezzo sui pensionati italiani che scelgono di vivere in Bulgaria, l'altro giorno ho visto uno special su quelli che scelgono la Tunisia.
Ovviamente si tratta di scelte economiche e di dignita', non certo turistiche.
Con una pensione di 800/1200 euro al mese devi sperare che da noi non ti si rompa un dente, mentre in quei paesi meta' della cifra si riesce ad accantonare, anche grazie ad una tassazione ridotta.
Per questa ragione quella associazione a delinquere che e' l'INPS, nella persona del suo attuale presidente, sta' pensando CONCRETAMENTE di tagliare le pensioni, (diritto acquisito dai lavoratori in 40 anni di contributi versati) di coloro che risiedono all'estero.
So di dare un consiglio a delinquere ma....non dite un cazzo.
Se prendete una residenza estera non comunicate nulla all'Aire, tenetevi quella italiana, fatevi versare la pensione qua' e poi trasferitela in qualche modo dove vivete.
Siate invisibili.
Saranno poi cazzi vostri dove decidete di vivere dopo una vita di lavoro.....o no?
Una delle cose piu' belle di avere una palestra e' quella di poter relazionarsi con tanta gente di tutte le eta' e condizioni sociali.
Ho 2 ragazzi ed una ragazza che, col nuovo anno, perdero' come clienti perche', in modi e con modalita' differenti si trasferiranno in Australia.
Attenzione, non parlo di imprenditori pronti ad investire nel paese di adozione, ma bensi' di ragazzi che vanno a cercare un lavoro, che sia in una farm o da altre parti.
Pare che diano una visa piuttosto ampia, per chi ha meno di 30 anni, che permette di trovare un lavoro con una certa tranquillita'.
Il mito di partire con lo zaino in spalle, per imprecisate destinazioni, e' della mia generazione, ma oggi il mondo e' cambiato, esiste con la rete la possibilita' di un minimo di programmazione, vista l'ariaccia che tira nel mondo, sarebbe bene organizzarsi al meglio per un passo cosi' importante.
Invece tolto uno che ha un gancio, gli altri due vanno ad minchiam dall'altra parte del mondo.
Non conoscono nessuno, si appoggeranno in un'ostello per iniziare, non parlano quasi la lingua, partono armati solo di tanta buona volonta', consapevoli che nella nostra barzelletta di paese tutte le porte per loro sono sbarrate.
Resto dell'idea che, prima di un passo simile, occorrerebbe conoscere un minimo il paese dove si intende giocarsi il futuro.
Con il nuovo corso, a Cuba, un discreto numero di persone mi ha contattato per chiedermi consigli sul dove e come investire nella maggiore delle Antille.
La mia prima domanda e' sempre stata “Sei gia' stato a Cuba? La conosci?”
Nella maggior parte dei casi la risposta e' stata negativa, si parla di persone che non sono mai state da quelle parti, ma che ci vorrebbero investire del dinero.
Persone inconsapevoli delle tante variabili che a noi, vecchie baldracche con le piccole labbra come la giacca di Kit Karson, l'isola pone davanti ogni volta che pensiamo di muoverci in una direzione.
Da un lato lo stato ti impone una donna cubana per potersi muovere in una certa direzione, ma dall'altra e' proprio questo tipo di imposizione che rappresenta il ventre molle di ogni scelta e situazione.
Per questa ragione ho preferito rischiare con gente a cui non mettessi la lingua in bocca, piuttosto che mischiare la rava con la fava.
Questo per dire che prima di fare una scelta imprenditoriale, anche soltanto la scelta di un luogo dove cercare lavoro, occorrerebbe avere un minimo di carte decorose in mano.
Non sono piu' anni in cui e' possibile andare all'avventura, proprio qualche giorno fa' hanno ucciso un'italiano ristoratore nelle Filippine.
Quindi va bene andarsela a giocare ma....prudenza e tanto bus del gnau, amici miei.

18 commenti:

  1. Walter Palmer non sarà incriminato per aver ucciso, nel luglio scorso, il leone Cecil, simbolo del parco nazionale Hwange, nello Zimbabwe. Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente del Paese africano, spiegando che il dentista statunitense aveva «tutti i permessi in regola» per effettuare la battuta di caccia. Il ministro, Oppah Muchinguri-Kashiri, ha sottolineato che il governo ha eseguito le verifiche con la polizia e con il procuratore generale ed è emerso che il dentista era autorizzato. Se Palmer fosse stato accusato di pratiche illegali rischiava fino a 15 anni di carcere.
    L’uccisione di Cecil, leone maschio di 13 anni morto dopo 40 ore di agonia, suscitò sdegno in tutto il mondo scatenando proteste anche di fronte allo studio in cui il 55enne operava. Per oltre un mese e mezzo il 55enne si è dato alla macchia ammettendo di aver ucciso il felino, ma di averlo fatto senza sapere che fosse oggetto di studi. La decisione del governo dello Zimbabwe non mette però il punto finale sulla vicenda: dopo la decisione di Muchinguri-Kashiri, i l gruppo Zimbabwe Conservation Task Force ha già annunciato che prevede di proseguire l’azione legale negli Stati Uniti.
    In Zimbabwe erano stati fermati un cacciatore professionista e un fattore locale, entrambi accusati di caccia illegale per aver aiutato il dentista ad attirare Cecil con un trucco fuori dalla zona protetta del parco nazionale Hwange, nell’ovest dello Zimbabwe. Ora i loro due casi giudiziari continueranno, ma «Palmer può sempre visitare il Paese come turista, e nessuno lo interrogherà» ha detto il ministro.

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  2. Luce soffusa, sexy lingerie per una serata speciale, profumi, caramelle, mascherine alla Eyes Wide Shut, giocattoli per adulti. Colorati, morbidi, di design. Sembrano soprammobili da salotto. Chi direbbe che sono vibratori. Sali un gradino ed entri. L’odore degli oli essenziali si mescola nell’aria della piccola boutique al jazz anni ’50, che mette allegria.
    Fuori c’è il sole e fa ancora un po’ caldo. Ma dentro il negozio di via San Massimo 9 la temperatura è senz’altro più elevata. Siamo al Lovever, il primo «concept store» dedicato al piacere femminile. Un universo dell’amore, dove anche gli uomini si trovano a loro agio. «Le nostre clienti? Per lo più donne dai 25 ai 70 anni - racconta una delle due titolari, Elisa Sevino -. Perchè da noi non si vergognano a farsi vedere, come accade in un sexy shop».
    E quel nome, Elisa Sevino e Lidia Carasso, proprio non vogliono sentirlo, accostato alla loro attività. Che esisteva già dal 2012 in via Rattazzi, ma da due settimane ha deciso di rinnovarsi in via San Massimo (il 23 ottobre ci sarà l’inaugurazione ufficiale, con incursioni artistiche del Teatro della Caduta). «Non vogliamo lasciare l’eros appannaggio dei sex store», spiega Elisa, mentre prepara un tè caldo, dietro il bancone dei chupa chups al gusto di ciliegia. Rivendica la loro idea di diffondere una nuova filosofia nel settore dei negozi del piacere, che si concentra sulle donne. «I nostri “toys” non hanno nulla a che fare con gli altri. Non hanno forme anatomiche o richiami espliciti alle parti intime maschili. Qui la pornografia non la facciamo entrare». Anzi, confessa: «Io nei sexy shop non ho mai messo piede, mi sembra di denigrare la mia immagine».
    Diamanti e ghiaccioli
    Per questo, alle pareti del Lovever non c’è nessuna foto osé. Scatti osceni di uomini o donne svestiti, messi lì come polli allo spiedo, ammiccamento per l’immaginazione del «masculo dal sovraeccitamento facile». Su quattro file di mensole, invece, si adagiano o si ergono (a seconda dei modelli) dildi, palline tailandesi «per cominciare a raccontare quanto ci si piace già a cena, prima della serata insieme», vibromassaggiatori, anche telecomandati. Di tutte le forme, perfino una Tour Eiffel rosa shocking, e per tutte le fantasie. C’è il vibratore a uso esterno che si chiama Donuts ed è fatto come la ciambella di Homer Simpson, c’è quello dorato a diamante, per le fashion victim. E c’è il ghiacciolo «IScream», Io Urlo, che si mette in freezer per tentare con algide sensazioni i bollenti spiriti.
    Orari d’ufficio
    Prima di aprire il negozio per sole donne, Elisa e Lidia erano due professioniste affermate. «Io lavoravo in una nota agenzia di pubblicità, Lidia era una copyright a partita Iva. Stanche di sacrifici e orari infernali, ci siamo decise a fare il salto nel buio». Oggi, il Lovever alza la serranda con l’orario di una panetteria o di una cartoleria. Solo che vende oggettistica per fare l’amore. «Il nostro slogan è “Amatevi per piacere”. Osate. Sentitevi libere di dirlo, farlo, immaginarlo. Una coppia cresce anche attraverso la sperimentazione erotica». Per questo, propongono completini intimi «hot» di marche chic come Stella McCartney, lubrificanti, té esotici dai profumi lussuriosi, articoli per il soft bondage, «a tutte le donne e agli uomini illuminati. Che sanno prendersi anche con un po’ di ironia».

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  3. Almeno la lingua.Giuseppe

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  4. Giah il problema per me che ho 30 anni, alle spalle una sfilza di titoli di studio e contratti di lavoro(ma nulla di stabile) e xcio nulla di costruito concretamente è decidere se continuare vivere qui "a metá" con la sicurezza che ti puo dare l avere una famiglia alle spalle e la conoscenza del tuo paese...o rischiare x costruire qualcosa all estero...ho dato tutte le mie risorse i miei sudori in questo paese perdendo ogni speranza...ora cuba e una realta molto molto difficile dove ti alzi e lotti x trovare qualsiasi cosa...il latte il pollo ...la lucha si dice a trinidad...dove tutti vogliono mettertela si sa dove xche sei occidentale...anche solo x scegliegliere che verdura comprare figurati x il resto...sicuro che la soluzione è conoscere bene la realta in cui si va investire creandosi una situazione tale da poter rischiare il meno possibile...

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  5. Sono scelte che vanno ben ponderate.
    Una volta fatte non ci devono essere rimpianti di nessun tipo.
    Vendi e pentiti....come dicono in borsa.

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  6. io penso che in cuba o altrove nulla si improvvisa, qualunque attività deve partire da un serio piano imprenditoriale e da una effettiva conoscenza del lavoro e dell'attività che si vuole svolgere. Per esempio se non si è mai gestito un bar è difficilissimo farlo iniziando da zero e parlo del bar come esempio perché è uno degli sport preferiti di noi italiani ma sono certo che se farlo funzionare qui è complicato, cento volte di più lo sarebbe a cuba dove solo trovare materie prime o servizi o qualunque cosa è un problema.
    Bisogna fare ciò che si è capaci di fare, sia per esperienze lavorative che per hobbies oppure andare ad imparare il nuovo mestiere che serve al nostro piano e possibilmente da gente che già lo fa.
    Costruire qui quello che vogliamo fare altrove ppoi verificarlo e confrontarlo sul posto e quindi sapere che cuba è cuba e che un investimento di questo genere è soggetto al rischio di irse pa'l carajo là come ovunque, una sorta di back up o piano di riserva sarebbe basilare...
    Alberto

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    1. Parole sante.
      Il chiosco sulla spiaggia lasciamolo ai sognatori..
      Simone

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    2. Anche perche a Cuba....no se puede....

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  7. Un vecchio detto recita "panate' fa el to meste'"

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  8. Andare...e tornare...
    come la canzone di oggi...a corrente alternata...

    Freccia

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  9. 3 mesi ia turno n ognuno dei 2 continenti
    per me sono perfetti e....ci sto' arrivando....

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  10. Non serve farsi trasferire la pensione dall'Italia al pese dove si va a vivere....basta lasciarla in Italia, e prelevare con la carta di credito, così tagliano sto cazzo sti ladroni mafiosi.

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    1. Si ma se fai così paghi le tasse con l'aliquota italiana,bella roba, Pablo

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  11. la similitudine con la giacca di Kit Carson , io vecchio lettore di Tex e Zagor , te la rubo almeno che tu non la abbia già registrata alla Siae...stupenda. ...se posso fare un paragone (anche se non è questo strettamente il tema) ci sono alcuni paesi tipo Australia appunto che rispetto a Cuba ti consentono come dire..di essere più azzardati..non so se sono chiaro..a Cuba devi andare ad investire con grande cognizione di causa e consapevole che stai provando e potrai fallire, insomma non proprio come andare all'ippodromo e puntare sul primo brocco a 50 a 1 ma quasi, oltretutto se posso permettermi Cuba è ancora lontanissima dall'offrire al piccolo imprenditore le seppur minime garanzie, cioè manco una proprietà pioi avere se mischiando affari e sentimenti. .è un gran casino....Inps bah, no capisco la logica, sono soldi miei che ti frega dove li spendo?....lasciar perdere Aire buon consiglio ...e juntos al post di ieri caro mio sei a rischio pure in Italia...di abbraccio Milco
    Stefano

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  12. Solitamente riservo la similitudine a fanciulle di non morigerati costumi...
    Credo che per investire in Australia occorrano mezzi ben diversi rispetto a Cuba

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  13. Sono giornate importantissime per la carriera di Vasyl Pryima, che quest'oggi si è allenato con quella che potrebbe diventare la sua nuova squadra. Il difensore centrale ucraino, classe 1991, deve convincere Ventura e lo staff granata che le qualità mostrate all’inizio della sua carriera non erano un fuoco di paglia. Secondo GianlucaDiMarzio.com, dal punto di vista tecnico le prime impressioni sono positive, sebbene qualche problema sia sorto a livello comunicativo, visto che il ragazzo non conosce ancora la lingua. Considerati i recenti infortuni di Jansson, Maksimovic e Bruno Peres, Pryima farebbe davvero comodo al reparto arretrato di Ventura.

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