lunedì 12 ottobre 2015

DROGA A CUBA



En Cuba no hay droga”.
Questo disse Raul alla cumbre de la Celac nel 2013, se non sbaglio a Citta' del Mexico.
Raul affermo' anche che, al limite, c'era qualcuno che si coltivava nel patio qualche piantina di Marjuana, ma che di droga vera non ce n'era in circolazione.
Disse anche che la battaglia contro la droga andava combattuta a “Sangre y Fuego”.
In realta' le cose non stanno proprio cosi', se un culo bianco, uno dei 10 italiani che non si e' mai fatto una canna come il vostro scriba, sa esattamente da chi e cosa comperare a Las Tunas, e' possibile che lo sappia anche la policia che, spesso, risulta connivente.
Oggi a Cuba gira droga, nulla di paragonabile all'opulento occidente o ad altri paesi della regione, ma comunque volendo si trova.
Sopratutto a la Habana, la droga gira dove gira il grano.
In questo momento il tipo di droga, oltre alla Maria, che gira di piu' e' la “piedra”.
Sopratutto nei barrios periferici della Habana profonda si trovano spacciatori che, utilizzando l'ultimo tipo di movil o l'ipod sono in contatto con tutti coloro che la droga la cercano.
La realta' dice che in certi quartieri capitolini, sia difficile che un ragazzo arrivi ai 15 anni senza mai aver provato qualcosa di...speciale.
Come avviene in ogni paese al mondo, la vera entrata nel mondo della droga avviene in carcere, ed anche qua' e' difficile pensare che la merda entri senza la fattiva collaborazione dei questurini...
Con la droga si fanno i soldi, soldi facili, quando il tipo esce di galera e' naturale che la strada piu' facile di fare soldi sia proprio quella di entrare nel mondo della droga.
Con la droga arrivano i soldi, con i soldi le belle auto e la figa facile.
Anche a Cuba, come in ogni parte del mondo, quando cadi nel vizio della droga questa diventa il punto centrale della vita di quei disgraziati che farebbero di tutto, ma proprio di tutto per procurarsi la dose giornaliera.
Quindi o ci si vende tutto cio' che si ha in casa, o si va a rubare oppure, le fanciulle, fanno il servizietto completo allo spacciatore.
La piedra, contiene una piccola quantita' di cocaina mischiata a bicarbonato, questo anche per la difficolta' di far entrare nell'isola cocaina pura.
Una dose, di norma, costa 10 cuc, i consumatori girano come disperati per tutta La Habana per trovare la loro dose giornaliera.
Si tratta di un tipo di droga distruttiva, moltissimi ragazzi sono finiti all'ospedale psichiatrico dopo un costante uso di questo tipo di stupefacente.
Alcuni la mischiano anche con la marjuana, dicono sia una combinazione perfetta.
Oltre ai soliti disperati i maggiori consumatori di questa droga sono i musicisti e coloro che lavorano in strutture turistiche, suppongo anche per la loro maggiore disponibilita' di efectivo.
Ovviamento il prezzo non e' fisso ma varia a seconda della disponibilita' del prodotto, quando ci sono i momenti di magra si puo' arrivare anche a pagare una dose 90/100 cuc al grammo.
Le fanciulle pare che aspirino coca come matte, e' di moda portarla in discoteca, fa figo.
Anche a Cuba con un bel carro sotto il culo e un po' di neve in saccoccia, le case delle migliori gnocche della capitale ti si aprono come per incanto.
Quindi malgrado quello che disse Raul la realta', come si evince dai rapporti della polizia, e' ben diversa.
Solo lo scorso anno la policia blocco' 49 entrate nel paese di droga, per un totale di 44 kg di cocaina, pero' non si hanno notizie di quanta sia riuscita a passare.
Nella primavera del 2015 nella provincia di S.Spirictus la polizia ha sequestrato 453.252 semi di marjuana in 14 differenti fincas.
Alla faccia dell'ingenuita' de los guajiros....
Concludo con una citazione; “Según un oficial de la policía que prefirió el anonimato, los municipios y barrios de La Habana, donde es mayor el consumo de drogas son Centro Habana, sobre todo Colón; Jesús María y San Leopoldo; 10 de Octubre, y Arroyo Naranjo. "Se conocen casos de vendedores que expenden drogas en puntos cercanos a escuelas secundarias y preuniversitarios", precisa.
Cuando usted les pregunta a vendedores de drogas dónde y cómo obtienen los estupefacientes, sus respuestas varían. Desde los recalos en costas cubanas, hasta componendas con policías corruptos.
"Que no te metan cuentos. La mayoría de los que venden drogas trabajan para la policía. Los dejan vender a cambio de chivatear a pejes gordos. Este es un negocio donde todos se mojan (con dinero)".



27 commenti:

  1. Molte nostre certezze sono diventate più fragili in questi periodi di profonde trasformazioni. Il lavoro innanzitutto. Non è una novità: anche in altri periodi abbiamo vissuto momenti difficili sul mercato del lavoro. Basta andare con la memoria alla disoccupazione giovanile a metà degli Anni 80 per trovare tassi ancora più elevati di quelli attuali.
    Tuttavia, in precedenza derivavano da crisi connesse a fasi di sviluppo: dopo un momento di assestamento, l’economia riprendeva a crescere come prima e la disoccupazione rientrava nei parametri fisiologici. Le imprese ricominciavano ad assumere e le persone potevano trovare un posto di lavoro: fisso. E per «fisso», cioè stabile, sicuro, non si pensava solo al pubblico impiego. Un’occupazione in una grande fabbrica, in un’azienda chimica o dell’energia, piuttosto che in una banca si poteva considerare un’assicurazione sulla vita. Una certezza che consentiva di fare progetti relativamente duraturi.
    Oggi, l’isola felice del posto fisso si è erosa e vede come abitanti solo i dipendenti pubblici. Per tutto il resto, il lavoro stabile nel tempo è un’isola che non c’è (più). Le trasformazioni dell’economia hanno reso tutto più flessibile e volatile, spingendo le imprese a rivisitare i loro modelli organizzativi: all’insegna dell’adattabilità e delle nuove tecnologie per aumentare produttività e competitività. E contenendo l’occupazione.
    IL PESO SULLE FAMIGLIE
    Ma non c’è solo questo. Negli ultimi due decenni si sono realizzati ripetuti interventi nella regolazione di un mercato del lavoro divenuto ingessato, a favore di una sua ineludibile maggiore duttilità. Per contro, però, l’assenza di una rivisitazione del sistema degli ammortizzatori sociali e degli interventi volti a sostenere l’occupabilità dei lavoratori, scarica su famiglie e individui l’onere di un sostegno, della ricerca del lavoro o la ricollocazione di chi viene espulso. Il fatto che solo il 4% circa dei collocamenti transiti dagli uffici dei Centri Pubblici per l’Impiego, la dice lunga sul peso che grava sulle famiglie. L’insieme di questi aspetti rende (anche) il lavoro più incerto e spiega perché quando si palesi un concorso pubblico, il numero dei partecipanti sia di gran lunga superiore alle disponibilità.

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  2. Si potrebbe dire che, nonostante tutti i segnali vadano in senso opposto, la richiesta di un «posto fisso» sia ancora l’aspettativa fondamentale nei confronti del lavoro. Ma è proprio così? La ricerca sugli orientamenti verso il lavoro (Community Media Research, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, per La Stampa) offre risultati controintuitivi, meno scontati rispetto alle rappresentazioni offerte dai media. Potendo scegliere, due terzi degli italiani preferirebbero un lavoro che offra possibilità di crescita professionale e di reddito, anche se flessibile (69,8%), mentre il restante terzo (30,2%) pur di avere un posto fisso rinuncerebbe alle possibilità di carriera.
    CAMBIAMENTO CULTURALE
    Dunque, per la maggioranza della popolazione il lavoro è immaginato più come un «percorso», che un «posto». Si tratta di un cambiamento culturale rilevante rispetto alle epoche precedenti e mette in luce come, a parità di condizioni, la dimensione della gratificazione personale e dell’investimento soggettivo sul lavoro abbiano assunto un ruolo centrale nelle preferenze delle persone. Non è un caso che un simile orientamento sia sostenuto dalle generazioni più giovani e dagli studenti, dai maschi, chi ha un titolo di studio elevato, da chi vive nel Nord-Est. Fin qui le aspettative, i desiderata, che indicano una metamorfosi nelle culture del lavoro, di cui spesso non si tiene conto nel discorso pubblico e nelle relazioni sindacali.
    Tuttavia, queste propensioni si scontrano con una realtà del mercato del lavoro che, nonostante i primi segnali positivi provenienti dalla riforma del Jobs Act del Governo Renzi, appare ancora problematico. Nella popolazione prevale ancora un sentimento di preoccupazione e disorientamento. Se da un lato, si vede nel lavoro in proprio quello che più di altri permette alle persone di valorizzare le proprie capacità (80,9%); dall’altro lato è palpabile la preoccupazione per il futuro: l’84,6% ritiene sia giusto trasferirsi all’estero per fare il lavoro desiderato, il 74,1% prevede che i giovani di oggi occuperanno in futuro una posizione sociale peggiore rispetto a quella dei loro genitori, il 68,5% pensa che i giovani desiderosi di fare carriera abbiano come unica speranza quella di trasferirsi all’estero.
    C’è una distonia fra la propensione diffusa presso larga parte della popolazione a un lavoro che si snoda lungo un percorso di carriera in grado di realizzare una crescita professionale e rimunerativa, da un lato. E, dall’altro, un’immagine del Paese che non è ancora in grado di offrire reali opportunità, soprattutto per le giovani generazioni. Così, si sogna un lavoro professionalmente gratificante, anche se è difficile trovare in questa Italia il lavoro dei propri sogni.

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  3. Sapendo dove cercarla si trova. Ste

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  4. Io una volta una canna me la sono fatta a Cuba, offerta da un chulo mio conoscente. Robaccia. Meglio un buon traco de Anejo.

    Mi raccontarono che la droga arrivava sull'isola "pescata" in mare, in alcune zone specifiche, dove le correnti portavano i pacchi gettati dalle lance o dagli aerei provenienti dal sud america, intercettati dalla polizia.
    Mi sembra poco credibile, ma a me la raccontarono così.

    Simone

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  5. Un paio di volte mentre facevo la sterrata per la plata di PP la policia mi ha rimandato indietro....operativi....

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  6. Santa Fè - Io sapevo che le dosi arrivavano con palomitas addestrate a\r dalla Rep. Dominicana..

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  7. Credo che sia un aistema che consente invii ...limitati.

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  8. Vorrei regalare un libro ad un Amico...pensavo sul Che oppure sulla Rivoluzione...

    Qualcuno saprebbe consigliarmi un buon libro letto...particolare.

    Grazie in anticipo per i consigli.

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  9. la cugina abogada mi dice che le pene detentive per possesso di polvere bianca vanno dai 15 ai 20 anni anche per minimi quantitativi...

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    1. Grazie Aston...

      dalla regia mi suggeriscono anche il libro "Senza perdere la tenerezza"...

      Qualcuno lo ha mai letto per caso?

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    2. Intenditore supponi bene...

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  11. La piedra Milco non è altro che crack (coca cucinata con bicarbonato/ammoniaca), mesi fa in pattuglia in aperta campagna abbiamo arrestato due persone, e sequestrato 100 grammi di crack, che da una dipendenza psicologica pazzesca, avete mai visto i documentari su national geographic?
    Purtroppo i soldi facili piacciono a tutti, ho visto anche un servizio che spiegava come arriva la marijuana a Cuba, la gettano a grandi pacchi su spiaggette deserte dagli aerei piccolini e poi la vanno a recuperare....ma a Cuba non si scherza, ti fanno un culo come una capanna se ti beccano, preferisco mangiare pane e cipolla, ma dormire tranquillo.

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  12. A cuba non si scherza con la droga, le sanzioni sono pesantissime e senza indulti o sconti .
    Tony

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  13. Al mio primo viaggio a Cuba, primi 2000, ero nei pressi del Comodoro di Miramar che correvo appresso ad una fanciulla. Letteralmente.
    Mi ferma un energumeno, ed io credendo che le due cose fossero collegate, pensai al peggio. Quando invece il tizio, veramente in maniera diretta, mi propose di comprare la Bamba...
    Morale della storia: i los Lobos non mi piacciono e la fanciulla non la trovai più.


    Confermo che le pene sono altissime, per esperienza semi-diretta.

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    1. CARLITO da qualche giorno ripesco i tuoi commenti in spam.
      Magari dai una pulita al pc.

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  14. Un puro bello tosto con rum overproof e sei sballato che è un piacere...senza il rischio della galera...

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  15. Droga a Cuba, specie nella capitale, sempre girata, più di una volta a Diablo tun tun, Salon Rojo o altri locali simili fatte retate, alcuni dei locali più belli dell'havana chiusi pure per droga, non so se sia vero ma mi raccontava un amico cubano delle forze dell'ordine che un turista beccato in un locale o altrove con minimi quantitativi si preferisce fargli fare un paio di giorni max al gabbio e poi espellerlo dal paese, senza crearsi altri problemi,comunque come sempre questo tipo di problemi a Cuba se non te li cerchi non ti toccano, non siamo in Thailandia o simili. ..ciao Milco
    Stefano

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    1. Anche Cuba se fai il cazzone può essere un paese pericoloso

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