lunedì 5 ottobre 2015

FIERA E CARNEVALE

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Da quando abbiamo aperto la palestra, la domenica, la dedico al riposo assoluto; aperitivo a Giaveno al mattino e partite per il resto della giornata, godendomi la casa e il cane.
Per restare in questo contesto ieri mattina, all'ora del bianchetto, sono sceso in paese, c'era la fiera.
Quasi ogni domenica, in verita' c'e' qualcosa, ma ieri c'era una grande fiera con stand di abbigliamento e di libagioni assortite.
Un tipo che viene in palestra fa mercati, ieri aveva il banco e avevo promesso di passare a salutarlo.
Classico clima da fiera in un grande paese....italiano.
Tutto bello, tutto pulito, famiglie che passeggiavano, forze dell'ordine e volontari a sorvegliare, tutto nella norma...
Ieri, a Las Tunas si e' concluso el Carnaval.
Dopo anni di mia assidua presenza quest'anno me lo sono mancato, visto che parto con oltre un mese di ritardo rispetto al solito.
Il mio atteggiamento nei confronti del Carnevale a Cuba e' cambiato con gli anni.
All'inizio lo evitavo, dietro consiglio dei soliti “esperti” italiani che raccontavano che era pericoloso, giravano tutti col machete, era pieno di gente ubriaca e le ragazze non cagavano.
Tutto vero meno i machete, pero' col passare degli anni, gradatamente, mi sono avvicinato a questa manifestazione, tanto che negli ultimi anni ne sono stato un discreto frequentatore.
La familia abita proprio dove si fermano i carri per il defile' finale, di fronte alla polivalente.
Il boss affitta ai venditori di uva (uva.....ci vuole fantasia per chiamarla cosi') ogni cm2 libero di casa propria per i giorni della festa.
Ogni giorno del Carnaval avevo preso l'abitudine di farci un giro, magari di mangiare qualche spiedino, unico cibo a cui mi avvicino durante quelle fiere.
Sempre con il mio giro cubano, gli amici di sempre, ma a volte anche da solo devo dire con un certo piacere.
E' vero non e' una cosa per noi turisti, la capiamo poco, non riusciamo ad entrare nella loro ottica.
Si tratta di un momento che il cubano aspetta per tutto l'anno, mette via il grano per poter passare quei giorni nel migliore modo possibile.
Ogni tunero di ogni eta' passa almeno una giornata o una serata in giro per il carnaval, in uno dei 4/5 punti in cui si sviluppa in citta'.
E' parte della loro cultura, della loro tradizione.
Tutto si ferma, tutto si blocca, la gente non va a lavorare, gli uffici e le banche chiudono prima, tutto ruota attorno a quei giorni cosi' festanti.
Certo, dopo una certa ora, e' pieno di ubriachi, a volte scoppiano risse anche pericolose, ma basta starci alla larga, usare la testa e per noi non c'e' alcun pericolo.
Le ragazze, e' vero, cagano poco ma perche' e' una giornata tutta loro, dove vogliono fare festa, noi siamo solo un contorno quando non un impiccio.
Ma poi chi se ne frega....
Musica a palla ovunque e concerti che durano fino al mattino, specialmente se c'e' Candido, una sua canzone sai quando comincia ma non quando finisce.
C'e' puzza di fritto ovunque, l'igiene e' lasciata da qualche parte ma tutto sommato e' una cosa che si puo' aguantare.
Per me e' anche un'occasione per ritrovare gente che non vedevo da tempo, amici e amiche persi/e nella memoria che e' sempre un piacere incontrare di nuovo.
Una Cuba senza il suo Carnevale non e' Cuba.
Fra le altre cose ho anche avuto una fanciulla regina del Carnaval qualche tempo fa.
Oltre a quello di Tunas e' piuttosto popolare quello di Calixto, non so le date ma spero almeno quello di non perdermelo, anche perche' ho Orlandito, Pamplina e tutta una serie di altri banditi in loco.
Ecco, ieri mentre giravo per la silenziosa fiera di Giaveno pensavo al Carnevale di Tunas, a come i modi di vivere situazioni simili siano cosi' differenti.
Mi immagino uno che metta la musica a palla in Piazza Molinas e ai secondi che occorrerebbero prima dell'arrivo di Carabinieri, Vigili urbani, protezione civile e guardie venatorie......

16 commenti:

  1. Un Milan padrone del campo e del gioco come vorrebbe vedere Silvio Berlusconi è un’utopia. La squadra scesa in campo contro i partenopei ha mostrato limiti e insicurezze misti a confusione. Questo è un fatto. Così come lo è la sconfitta per 4-0 contro il Napoli. Un kappaò che inizia a far sgretolare anche l’opinione dell’ex premier per Sinisa Mihajlovic (“Non ci sarà nessun problema con il nostro allenatore che considero una persona non soltanto perbene ma anche capace”, ha detto in settimana il presidente rossonero).
    Forse, l’allenatore più che una letterina all’ex cavaliere per il suo settantanovesimo compleanno, avrebbe dovuto regalargli una vittoria. Invece, è arrivata la quarta sconfitta in sette giornate di campionato. “Se mi chiama Berlusconi gli darò le mie spiegazioni, non mi sono dimesso e non mi dimetterò”, ha sottolineato il tecnico nel post gara. Lo sbandamento, però, inizia ad irritare il ‘palato calciofilo’ di Berlusconi. E soprattutto inchioda il Milan a 9 punti in classifica a sole sei lunghezze dal Bologna ultimo. Per Mihajlovic, però, neanche alla luce dell’attuale momento vanno a farsi benedire i proclami di inizio stagione: “Gli obiettivi restano gli stessi (un posto in Champions)”. Malgrado il pensiero ottimistico di Sinisa l’aspetto del Milan è quello di un gruppo che sta affondando. Per questo in vista della partita contro il Torino di sabato 17 ottobre l’obiettivo è invertire il trend. Non sarà semplice, ma Mihajlovic ci proverà.
    Intanto, tra i dirigenti milanisti cresce l’inquietudine, tant’è che a fine gara l’amministratore delegato Adriano Galliani dopo una lunga telefonata – presumibilmente con Berlusconi - è entrato negli spogliatoi per un confronto con la squadra e con il tecnico. Un fatto che prende la parvenza di un mistero, perché l’allenatore ai microfoni di Sportmediaset - a fine gara - ha affermato: “Non ho visto ancora nessuno”, poi ha proseguito: “E’ brutto dirlo ma è la realtà: abbiamo perso contro una squadra più forte di noi”.
    Mihajlovic è piuttosto imbarazzato e cerca di cavarsela come può: “Nel primo tempo bene abbiamo fatto bene è stata una gara equilibrata, poi come a volte succede abbiamo fatto degli errori che in serie A sono da evitare. Mi dispiace, dispiace a me e ai giocatori. E’ stata una brutta sconfitta ma meritata. Faccio i complimenti a Sarri dopo il 2-0 non abbiamo avuto la forza di reagire. Si deve dare merito agli avversari. Quando si incontrano squadre così forti certe cose possono succedere ed è successo”.
    E ancora: “La squadra che ha giocato è la migliore che abbiamo ora, la differenza l’hanno fatta i loro attaccanti e la nostra fase difensiva. Ora bisogna cercare di lavorare ed evitare gli errori, che sono più individuali che di reparto”.

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  2. DAL BLOG "COME ERAVAMO (GRANATA)"

    Diritto a un Toro migliore

    Ragazzi, non avrei mai voluto scrivere e tanto meno pubblicare quest’articolo, ma la mascalzonata di perdere a Carpi proprio non dovevate farcela. Di colpo l’oscena partita di sabato scorso ci ha fatti tornare coi ricordi e nel gioco ai mestissimi livelli del Torino minore, del Torello che per quasi vent’anni filati ha stentato a giocarsela decentemente in A quando andava bene, vivacchiando su risultati modesti e quasi mai prestigiosi.
    Non è una questione di passato glorioso: dovrebbe essere implicito, ma per troppo tempo il Toro se n’è dimenticato o ha fatto finta di dimenticarsene. È per i tifosi che per quella ventina di anni fangosi e degradanti hanno portato tutta la pazienza di questo mondo e maturato perciò il diritto a un Toro migliore. Parlo in prima persona, ma confido che alcuni, se non molti, si riconoscano nel sottoscritto. Devo ricordare?
    Ho visto un Torino-Ravenna finito 0-4, ultima di campionato di serie B, il coro “siete ridicoli” ancora nelle orecchie; ho assistito a un Torino-Lucchese 2-2 di quella stessa stagione, con i toscani che erano sotto 2-0, le velleità di promozione già buttate al vento da un pezzo e il pubblico infuriato che tifava contro Florijančič, gioendo di rabbia quando la devastante punta slovena si mangiava un goal (ne fece 8 in 36 partite, quell’anno: figuratevi che cuccagna); qualche anno dopo ho dovuto trangugiare un Torino-Padova 1-2 entrato senza bussare negli annali dell’infamia calcistica. Non ero tra i 17 spettatori che seguirono un ignobile Torino-Messina nel 2003-2004, ma credo (crediamo) di aver visto abbastanza da meritare un piccolo risarcimento.
    Vero? Dopo tutte queste bestialità, queste partite indegne (e ne ho lasciate fuori tante altre, per tacere di quelle gravate da dubbi legati al calcio-scommesse), i rospi ingozzati e ingoiati, i saliscendi tra A e B anche in epoca Cairo e le interminabili peripezie societarie, desiderare un primo posto per una notte non era chiedere la luna, anche se a questo punto ci rendiamo conto che, per una squadra che viene a Carpi Modena pensando di vincere in automatico, per diritto di casta, probabilmente lo è (un atteggiamento che sa di Toro come io sono un islandese). E poi c’è un’altra cosa che non mi va proprio giù: non si può ricambiare l’affetto di un’intera curva che ti sostiene in trasferta come se giocassi in casa con una prestazione così indecorosa; eppure i ragazzi ci sono riusciti perfettamente, negandoci anche il più effimero dei primi posti.
    Non si può, non è giusto, non è coerente nemmeno riportare con tanta brutalità sulla terra un tifoso dopo averlo illuso con una vittoria voluta, sofferta e afferrata a muso duro come quella col Palermo: il bimbo granata che era in curva e che è in noi trasecola, non lo può accettare.

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  3. Ciao Biondo,
    si sono già visti i funghi sulle bancarelle o è presto?
    L'anno scorso sono venuto e non c'era granché (rispetto ai funghi intendo).

    Simone

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    1. Da oltre un mese si vedono i banchetti. Trovi anche chi li vende per strada

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  4. Io sono stata al carneval sancti ispirictus con mi novio...e avevo la visa familiar...percio la mia famiglia ci ha pensato un po ma poi bisogna dire che se nn si fa tardi tardi è piu pericolosa la disco di trinidad alle 5 del mattino..io cmq ero in cima al palco dei conceri con il gruppo ...ora il prossimo anno vorrei andare a quello di trinidad dove i miei amici e la mia famiglia scompare proprio x 4 giorni...li nn si va x cuccare...solamente x abbandonarsi alka musica gozar e abbandonar tutti gli schemi...anke quelli igenici!!

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  5. El Loco nella capitale è poco sentito

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  6. Anche a Gallarate ieri fiera , credo non dissimile da quella di Giaveno, a me piace il Carnevale Cubano, vuoi mettere il sapore della birra del tanque? O le giostre retro'? Le prigioni mobili? Fa tutto gran atmosfera. ..vero che tutti specie le ragazze sono troppo esagitate e sguaiate, vero che vedere gente in coma etilico non è granché bello ma insomma..onestamente quello più bello mai visto è a Camaguey più che a Holguin, se un giorno andrò mai a Santiago vorrei vedere il museo del carnevale, infine una domanda:mi sono sempre chiesto perché a Cuba ogni città ha una data diversa per il carnevale? Buona settimana a tutti
    Stefano

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  7. La data del carnevale viene anche decisa in dase a contingenze metereologiche sanitarie politiche ecc

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  8. A proposito di cerveza....Milco a Tunas si usa bere la birra del thermos? A Santiago usano bere questa schifezza, la vidi per la prima volta nel barrio dove vive la novia, in pratica di birra ha solo il nome, sembra birra mischiata con acqua, un' autentica schifezza, e nei periodi del carnevale va a ruba.

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  9. Certo....infatti gliela lascio bere tutta a loro....

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    1. é una pisciazza imbevibile , ma la soglia etilica dei cubani è talmente bassa che si ubriacherebbero anche con l'idrolitina .
      Un bimbetto del Triveneto li svernicia subito !!

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