sabato 17 ottobre 2015

LA SETTIMANA

 

Ieri sera partita coi Villans, serata perfetta, un po' fresca ma ottimale per giocare al calcio.
Calcio a otto, eravamo in 16, tutto perfetto, pochi ragazzi, tutta gente tosta che sa cosa vuol dire trattare la palla.
Facciamo due squadre, diamo le pettorine, nella mia non c'erano attaccanti e, come mi accade da un po', invece di macinare km a centrocampo vado a fare la punta.
Ruolo che, come e' noto non e' fatto di corsa ciclica ma di scatti repentini.
Meta' del primo tempo, avevo combinato poco, un paio di tiri, qualche controllo non esattamente a regola d'arte, il fiato che ancora non si e' rotto, sempre 2 uomini addosso, insomma l'impressione di una serata non da tramandare ai posteri.
Palla lontana, marcatori lontani, faccio un movimento laterale e...traaaaaaacccc!
Il gemello interno, il gastrocnemio, insomma il polpaccio decide che la mia serata era finita li'.
Stramazzo a terra, un male cane.
Un anno e mezzo fa era toccato al femorale sempre della gamba sinistra mollarmi, ieri una forte contrattura al polpaccio...e' il prezzo da pagare al tempo che passa.
Ovviamente ho aspettato i miei compagni al circolo del tennis dove mangiamo, come si evince dalla foto di copertina.
Oggi zoppico vistosamente e fa un male boia appoggiare il piede ma devo aprire palestra, quindi si va avanti.
Quello che non uccide rafforza....ma PINGA!

Una settimana alla partenza, Birillo ha completato il suo adattamento nella cascina dove lo lascero', sono abbastanza tranquillo da questo punto di vista.
Nella foto di questa estate l'allora Birillino, con due delle mie ragazze in Veneto, non pareva passarsela male.....

Settimana con non molti spunti, si e' parlato molto delle unioni civili, gia' tempo fa espressi il mio pensiero.
Sono d'accordo ai matrimoni fra gente dello stesso sesso, con tutte le tutele legali che hanno quelle eterosessuali, ma non mi si venga a parlare di adozioni di bambini o cose simili.
C'e' gia' abbastanza casino in giro, un bimbo deve avere una madre e un padre e non 2 genitori dello stesso sesso.

Si conclude una settimana importantissima per il Toro, la partita di questa sera col Milan, in un comunale strapieno, e' l'evento di gran lunga meno importante.
48 anni fa volava via la Farfalla Granata, Gigi Meroni veniva investito in Corso Re Umberto da un'auto guidata da quella merda di Romero che poi sarebbe diventato presidente del Toro di quell'altra fossa biologica che e' stato Cimminelli.
Meroni, dopo gli invincibili, e' stato, con ogni probabilita' il piu' grande giocatore che abbiamo avuto.
Anticonformista, poeta, ragazzo avanti coi tempi ma sopratutto talento inarrivabile.
Ma la cosa piu' importante accade oggi.
Alle 11.30 verra' posata la prima pietra del Filadelfia alla presenza del Sindaco Fassino, il presidente della regione Fratello Chiamparino, Papa Urbano I, Paolino Pulici e tanto mondo granata.
Il Fila dovrebbe essere finito nel 2016, uno stadio da 4000 posti dove giochera' la Primavera e si allenera' la prima squadra.
Il progetto e' il piu' fedele possibile al Filadelfia originale, dove giocavano Valentino e i suoi Invincibili.
Costera' 8 milioni di euro, 3,5 li mettera' il comune, altrettanti la regione e uno Cairo.....
Solo a quel punto il Torino ritrovera' la sua casa e tornera' ad essere il Toro, gli Invincibili torneranno e la Farfalla volera' sopra quei campi.
Questa sera bisognerebbe vincere col Milan, si tratta della prima partita di una serie importante, Lazio, Genoa, Gobbi e Inter.
Visto gli obbrobri fatti con le cosiddette piccole, ben vengano le squadre importanti.
Recuperiamo Baselli che e' gia' tanta roba.
FORZA TORO!

18 commenti:

  1. A luglio quando gli comunicarono l’ok alla delibera di Camera e Senato, questa fu la sua reazione: «Accetto la decisione». E così pareva che Francesco De Lorenzo, ex ministro liberale coinvolto nelle macerie di Tangentopoli, avesse accolto con un’alzata di spalle la revoca del vitalizio, in quanto condannato a 5 anni per associazione a delinquere, ben sopra i due oltre i quali gli ex parlamentari colpiti da sentenza definitiva vedono volatilizzarsi la loro pensione. Sono 18 ex deputati e senatori, tra cui nomi illustri del passato e del presente politico: Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri, Cesare Previti e appunto De Lorenzo, il quale però nel frattempo ha cambiato idea e ha fatto ricorso per tenersi il suo vitalizio di 4.013 euro mensili. Ma non è il solo.
    Lo stesso hanno fatto altri ex parlamentari. Sono 7 in tutto: Giulio Di Donato e Raffaele Mastrantuono, entrambi ex Psi, Giancarlo Cito, ex Psdi, già impetuoso sindaco di Taranto, e Gianmario Pellizzari, ex Dc. Vecchie conoscenze della Prima Repubblica, a cui si sono aggiunti due volti noti delle recenti cronache politico-giudiziarie di FI: Giancarlo Galan e Amedeo Matacena, i quali, non avendo ancora maturato il diritto per la pensione, hanno pensato bene di cautelarsi con un ricorso «preventivo». L’ex ministro e governatore del Veneto, invischiato nella corruzione del Mose, ha patteggiato 2 anni e otto mesi e dai domiciliari continua a percepire lo stipendio da deputato. Matacena che in Parlamento è stato fino al 2001, e ha sul groppone 5 anni da scontare per concorso esterno in associazione mafiosa, si gode Dubai in attesa di essere estradato.
    I ricorsi sono arrivati sul tavolo del Consiglio di giurisdizione, organo interno della Camera composto da tre deputati-giudici, Alberto Losacco del Pd, Antonio Marotta di Ap e Tancredi Turco, ex grillino di Alternativa libera che proprio sui vitalizi ha presentato un proposta per abbattere anche «gli ultimi privilegi rimasti ai parlamentari». Le motivazioni squisitamente giuridiche degli appelli le elenca Maurizio Paniz, avvocato ed ex deputato di Fi, che dopo essersi allenato contro i tagli dei vitalizi dei consiglieri veneti e friulani, è venuto in aiuto di De Lorenzo e Galan: «L’illegittimità è già stata dichiarata da sei costituzionalisti perché il sussidio non può essere cancellato da un semplice atto regolamentare e perché la norma è retroattiva e tocca diritti acquisiti.
    Come possiamo permettere – si chiede- che De Lorenzo, quasi ottantenne, venga privato di una risorsa di cui vive da 21 anni?». E infatti si scopre che, tra i vari richiami alla Carta, la difesa degli altri ruota soprattutto attorno a un’altra ragione, forse meno nobile ma più sincera: teniamo famiglia. Grane economiche domestiche frutto di separazioni coniugali assillano Mastrantuono e Di Donato, in quanto «la cessazione del vitalizio» (3.884 e 4.035 euro mensili a testa) non permetterebbe loro «di far fronte agli obblighi di assistenza familiare». Mentre per Pellizzari e Cito, l’assegno di 5.481 per il primo e 2.39 euro e per il secondo, rappresenterebbero «l’unica fonte di sostentamento» per se stesso e il coniuge.

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    1. Cito....per un periodo fu una starlet dei salotti politici...ammesso che lui facesse politica e non varietà. .almeno Previti , il cavaliere e dell'Utri che tutti e tre ne hanno tanti di soldi no hanno fatto ricorso...fuori tema:troppo bella moglie di Matacena (quella che fece perdere testa a Scajola) mio ideale di bellezza estetica (e forse pure morale..eh eh) ciao
      Stefano

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    2. Altro che ricorso.....banda di parassiti

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  2. massimo gramellini

    In apparenza il «Fila» è un campo di pallone, inaugurato il 17 ottobre di ottantanove anni fa dal principe Umberto di Savoia; lo stadio dove il Grande Torino disputò cento partite senza perderne neanche una; un ammasso di sterpaglie e un ricovero per gatti e barboni da quando sul finire del millennio venne abbattuto con la promessa mendace di una ricostruzione immediata. Nella realtà è il tempio di una fede laica che mescola amore e morte, speranza e nostalgia; il luogo fisico in cui si tramanda la memoria di un rito che attraversa le generazioni e prende le mosse da una vicenda futile come il calcio per sfiorare valori universali.
    Il «Fila» sono le mie scarpe di bambino che scalpicciano sulla ghiaia del cortile d’ingresso; è il mio respiro trattenuto come sulla soglia di un castello incantato.
    È la manona di papà che mi trasporta lungo le scalinate fino al gradino dei suoi vent’anni, quando la domenica prendeva il tram o la bici e andava in via Filadelfia ad ammirare le imprese di una squadra di campioni che lui non ha mai smesso di chiamare Quelli Là.
    IL MENTORE VATTA
    Il «Fila» è un vecchio alpino con la penna granata nel cappello che parla solo in piemontese e descrive partite come se fossero battaglie e battaglie come se fossero partite a una cerchia di ragazzini che lo ascoltano a bocca aperta. È un giovane attaccante in castigo, obbligato dall’allenatore a calciare palloni contro un muro del cortile, che si lascia andare sfinito sul selciato. Ma siamo anche noi che gli gridiamo: «Non mollare, Pupi!»; lui sorride asciugandosi una lacrima quasi fosse una goccia di sudore e si rialza per diventare Puliciclone, il più grande bomber granata dell’era moderna. Il «Fila» sono io che un sabato mattina evado da scuola fingendo un malore per andare a vedere l’ultimo allenamento prima del derby, con Claudio Sala che prova e riprova le sue micidiali punizioni a foglia morta.
    È la stanza dei trofei dove comanda l’avvocato Cozzolino, il grande sacerdote del tempio, che mi porta a toccare l’elica dell’aereo di Superga, ma io non voglio perché la morte mi fa ancora troppa paura. Sono i pulcini di nove anni che guardano giocare i ragazzi della Primavera, i ragazzi della Primavera che guardano giocare gli adulti della prima squadra, e i tifosi che guardano e rimbrottano tutti - pulcini, ragazzi, adulti - ma alla fine si va sempre via con il sorriso. È il mentore delle giovanili Sergio Vatta che abita poco distante e osserva l’allenamento della prima squadra dal balcone di casa, Radice lo vede e gli grida: «Potresti venire a insegnare ai miei difensori come si marcano gli avversari sui calci d’angolo?» e lui si infila le scarpe e scende giù. È il giorno dello scudetto, la gioia assoluta che già mentre la vivi all’ombra di quei muri scrostati ti sembra un ricordo da rimpiangere......

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  3. ......RICORDI INDELEBILI
    È il mio battesimo da collaboratore, mille lire a notizia e cinquemila ad articolo, una sera gelida di trent’anni fa: nel cortile non c’è più nessuno, io busso tremebondo alla porticina degli spogliatoi e mi viene ad aprire Gigi Radice in persona e accappatoio bianco. «Ostia, ragazzo, e tu chi sei?». «Buonasera mister, mi chiamo Massimo Gramellini e sono un giornalista...» «Mamma mia che paura! Vieni dentro, altrimenti muori di freddo» e mi fa entrare dove neanche mio padre aveva potuto guidarmi mai, negli spogliatoi in cui si cambiava Valentino Mazzola e ora ci sono Dossena e Junior in mutande che incredibilmente accettano di farsi intervistare da me. Il «Fila» è Gigi Radice un anno dopo che, vedendomi per la prima volta vestito in modo decente, interrompe la conferenza stampa e sbotta: «Uèla, ragazzo, è scoppiato il benessere!»
    Il «Fila» è il funerale di papà in un ferragosto di fine millennio, il carro funebre che percorre una via Filadelfia deserta e starebbe per girare in corso Unione Sovietica se non fosse che io impazzisco e dico all’autista: «Non potrebbe fargli fare un ultimo giro intorno allo stadio dove ha passato le domeniche della sua giovinezza?». Il «Fila» è l’autista del carro funebre, più pazzo e più granata di me, che non fa una piega e punta verso quello che resta dello stadio, un rudere spiaggiato in mezzo alle erbacce, e concede a mio padre il giro d’onore. È don Aldo che dice messa davanti allo spunzone della tribuna. Sono i bimbi che la mattina della Marcia dell’Orgoglio Granata corrono sul campo ripulito dagli «angeli del Filadelfia» mentre i loro genitori li seguono con le lacrime agli occhi: «Fate piano, ché state calpestando le orme del Grande Torino!» Quelli Là.
    COME ITACA
    Ecco, se avete resistito fin qui, vi sarete fatti un’idea di che cosa sia il «Fila». Una storia che riguarda tutti, perché tutti conservano in fondo al cuore la memoria di una casa del Padre a cui desiderano fare ritorno. Itaca. Il punto di partenza che in ogni grande romanzo di avventure è anche, sempre, il punto di arrivo. Stamattina, ottantanove anni dopo, con la posa della prima pietra il «Fila» comincia a rinascere e molti di noi con lui.

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  4. Incredibile
    Oltre 10mila persone al Fila!

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  5. Settimana caratterizzata dalla politica, unioni civili (su cui la penso come te) ed ennesimo annuncio riduzione pressione fiscale, vamos a ver se e dove c'è l'imbroglio, poi arresto vice presidente regione Lombardia (ex assessore sanità)..ora Maroni santo subito per carità ma c'era proprio bisogno a suo tempo di fare assessore uno in palese conflitto interessi? Segnalo uscita nelle sale il giorno 14ottobre di un film per me da vedere 'Suburra' , bravi attori, sceneggiatore , regista, tema attuale, credo sia bello poi a me piacciono i noir criminali..resto non saprei..sport se ne parla domani..due partite moltooooo calienti Napoli Fiorentina e Inter Juve...idea mia stasera Milan non perde, ciao Milco pronto recupero (però birillo...in bella compagnia. .avrà preso dal padrone?)

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  6. «Rivogliamo lo scudetto»

    Il Torino vorrebbe riaprire il caso dello scudetto del ’27, il primo vinto dal club granata ma poi revocato per un episodio di corruzione. A rilanciare la battaglia è il presidente Urbano Cairo, nel giorno della cerimonia per l’avvio dei lavori di ricostruzione dello stadio Filadelfia. «In questo impianto - ha detto il patron granata - il Toro ha vinto 7 scudetti, compreso quello della stagione 1926/27 che è stato revocato in circostanze poco chiare. Rivogliamo quel titolo e faremo tutti i passi necessari affinché ci venga legittimamente restituito».
    La revoca fu decisa per il tentativo di corruzione effettuato dal dirigente granata Nanni che avrebbe promesso 50 mila lire al terzino della Juventus Allemandi per addomesticare il derby della Mole. La stracittadina fu vinta dai granata per 2-1 ma con una partita impeccabile del difensore bianconero.

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  7. TORINO (3-5-2) Padelli; Bovo, Glik, Moretti; Zappacosta, Baselli, Gazzi, Acquah, Molinaro; Quagliarella, Maxi Lopez. A disposizione: Ichazo, Castellazzi, Mantovani, Silva, Benassi, Prcic, Vives, Belotti, Martinez, Amauri. Allenatore: Ventura

    MILAN (4-3-3): Diego Lopez; Abate, Romagnoli, Alex, Antonelli; Kucka, Montolivo, Bertolacci; Cerci, Luiz Adriano, Bonaventura. A disposizione: Abbiati, Donnarumma, De Sciglio, Zapata, Mexes, Calabria, José Mauri, De Jong, Poli, Suso, Bacca, Honda. Allenatore: Mihajlovic

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  8. Primo tempo 0-0
    Tiri in porta 0
    Azioni pericolose 0
    Decisamente meglio il Milan, speriamo di scendere in campo nel secondo tempo....

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  9. Gol del Milan
    Prestazione vergognosa delle squadra e del suo tecnico.

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  10. Pareggio di Baselli....cazzo bastava iniziare a giocare a calcio!

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  11. Finale 1-1
    65 minuti di nulla assoluto poi 25 in cui si poteva anche vincere, la svolta e' stata l'entrata di Belotti.
    Non e' concepibile regalare agli avversari 2/3 di partita e svegliarsi solo quando siamo sotto.
    Siamo prevedibili, veniamo fuori solo se gli altri sbagliano.
    I nostri limiti sono questi e con questo allenatore e questo schema di gioco vedo poche vie d'uscita.

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  12. PADELLI 6: si distende bene sul rasoterra di Montolivo, per il resto non viene quasi mai chiamato in causa dagli attaccanti avversari sino al 20 della ripresa quando Bacca lo fulmina da pochi metri. Sul gol non ha colpe.

    BOVO 5.5: dal suo lato ha il cliente più ostico del match, ossia Jack Bonaventura. Il tuttofare rossonero dalla sua parte non passa e combina poco o nulla, se non su calcio piazzato. Come la punizione calciata nel primo tempo che dà l’illusione del gol. Poi il fattaccio nella ripresa: passa Bonaventura, passa anche Bertolacci e lui resta di sale. Palla a Bacca, vantaggio rossonero.

    GLIK 6.5: con lui davanti, Luiz Adriano non tocca un pallone e i rossoneri sono costretti ad allargare la manovra. Nella ripresa il capitano si ritrova duellare con Bacca e l’unica volta in cui il colombiano ha la possibilità di calciare (segnando) è proprio quando Glik intuisce l’errore dei compagni e si sgancia dalla marcatura per stoppare Bertolacci.

    MORETTI 5.5: assieme a Molinaro, tiene a bada Cerci. Da solo, non permette alcun inserimento da parte di Kucka. Il resto è un copione già visto: sempre ordinato e pulito negli interventi, non perde un contrasto neppure questa sera. Purtroppo, sul più bello, non riesce a chiudere in tempo la diagonale difensiva al centro dell’area. Non legge la traiettoria del cross di Bertolacci e non tiene nemmeno Bacca che resta solo e fulmina Padelli.

    ZAPPACOSTA 5.5: questa sera l’esterno di destra appare meno spaesato e spaventato rispetto a quanto visto a Carpi, ma la spinta di Bruno Peres è un lontano ricordo. Aiuta Bovo in fase di copertura, principale mancanza durante la scorsa sfida di campionato, ma in avanti pecca di precisione. Anche lui poco concentrato sul gol del Milan (st 26′ BELOTTI 6: entra in campo con lo spirito giusto, cerca subito l’intesa con le punte ed anche grazie al suo contributo il Toro rialza la testa trovando il pari)

    BASELLI 7: il giovane centrocampista, accelerando vistosamente il processo di guarigione, torna in campo dopo l’infortunio e svolge il compito assegnato senza alcuna sbavatura. Rimedia un giallo ingenuo, è vero, ma in quel frangente era necessario stoppare sul nascere la ripartenza di un certo Alessio Cerci. Con le buone o con le cattive. E quando esce Zappacosta e il Toro passa ad un più cattivo 4-3-3, lui si sgancia e realizza il gol del pareggio. Impressionante
    gazzi a terra in Torino-Milan pagelle
    Gazzi a terra in Torino-Milan

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  13. GAZZI 6: in mediana lotta e recupera palloni a destra e a sinistra, poi si abbassa all’interno dell’area per sbrogliare la matassa sulle palle inattive con le quali i rossoneri riescono a rendersi pericolosi. Subisce fallo ed è costretto ad uscire ad inizio ripresa: ennesimo infortunio per il Toro? (st 1′ VIVES 6: non fa in tempo a scaldare i motori che subito è chiamato ad accorciare all’indietro sul contropiede rossonero. Non lo fa e la squadra subisce gol, ma poi torna padrone della situazione, gestendo bene i palloni che gravitano dalle sue parti).

    ACQUAH 6.5: il centrocampista ghanese, quando schierato a gara in corso, riesce sempre a fare la differenza grazie ai suoi muscoli e al suo temperamento. Questa volta Ventura lo deve schierare dall’inizio e il risultato, seppur non eccellente, non è dissimile. Buona prova.

    MOLINARO 6.5: marca l’ex di turno Alessio Cerci come farebbe un agente di custodia cautelare con il detenuto in libera uscita: incatenandolo. L’esterno di Valmontone non vede mai il pallone e il merito è anche e soprattutto dell’esterno granata. Sul gol di Bacca è l’uomo più lontano dal pallone. In generale, c’è un’altra prova di qualità da registrare.
    Quagliarella in Torino-Milan pagelle
    Quagliarella in Torino-Milan

    QUAGLIARELLA 5: la Nazionale evidentemente gli ha tolto energie utili che forse, restando a Torino ad allenarsi con i metodi di Ventura – e non di Conte -, avrebbe certamente potuto recuperare. Calcia poco e male. Esce senza incidere (st ’35 Benassi sv).

    MAXI LOPEZ 6: l’intesa con Quagliarella, ormai consolidata, in questa occasione sembra venir meno. Sorprende invece la complicità che l’argentino mostra a tutti quando si ritrova a duettare con Belotti. Un buono a sapersi, da qui in avanti potrebbe essere una soluzione in più nel mazzo di Ventura.

    VENTURA 6: la formazione iniziale era pressoché obbligata, la squadra per un’ora fatica a calciare in porta, ma la colpa non può esser certo sua. Mette in campo tre punte e trova il pari, ma alla fine non porta avanti questa scelta coraggiosa e ripropone il 3-5-2 con Benassi largo a destra: un ruolo che il ragazzo non ricopriva dai tempi di Livorno.

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  14. Baselli è un grande giocatore, pensa Milco che anno scorso tutte le tv locali lombarde che parlano h24 di calcio lo davano sicuro al Milan..che invece strapaga Bertolacci che non lo vale, sto ragazzo non ha controindicazioni difende, ha tiro , è intelligente ..a me ricorda un po' il De Rossi vero non quello che vediamo da due/tre anni a sta parte..ciao Milco
    stefano

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  15. A Bergamo faceva panchina a Cigarini.....

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