mercoledì 27 gennaio 2016

PRIMI E ULTIMI GIORNI



Oggi vi parlo di una situazione a cui ho fatto caso in questi ultimi anni, durante vacanze piu' o meno lunghe trascorse dall'altro lato del bloqueo.
Parlo del mio mutante atteggiamento verso Cuba, la sua gente e le sue situazioni a seconda del momento di vacanza che mi accingo a vivere.
L'inizio vacanza e' una cosa, la fine tutta un'altra.
Voi potrete dire che si tratta di una situazione naturale, quando si inizia una vacanza si e' felici, quando la si termina solitamente ...meno, ma io vi parlo di una situazione differente.
Quando arrivo a Cuba, dopo mesi di assenza, il bello inizia gia' durante il viaggio in macchina da Holguin a Las Tunas.
Rivedere quei luoghi, quella gente, i carretti, le persone sull'uscio di casa, il dolce fluire del tempo mi mettono di buon umore predisponendomi positivamente ai giorni che verranno.
Le prime due-tre settimane (in caso di vacanza di almeno un mese) sono una piacevole riscoperta di luoghi, persone, situazioni, odori che sono parte di me e del mio modo di vedere la vita.
Mi va bene tutto, entro in una tienda e nessuno mi caga, vado al ristorante, aspetto un botto e mangio cosi' cosi', per strada la gente mi chiede che ore sono senza alcuna forma decente indicando col dito il polso ecc....
Tutto fa parte della cubania, tutto e' all'interno di un contesto che amo e che accetto come oramai fosse parte di me stesso.
Mi dico sempre....”cazzo sono a Cuba e Cuba e' questa...”.
Mi adatto, a Cuba, perlomeno noi italiani, dobbiamo comunque adattarci da quando ci alziamo al mattino a quando andiamo a dormire.
Mi faccio andare bene situazioni che, in contesti diversi, mi farebbero incazzare.
Entro nel loro mondo, vivendo in un barrio cubano in una casa cubana, tutto e' molto piu' semplice.
Passo sopra a cazzate che, se capitassero in Italia mi troverebbero con un ben diverso stato d'animo.
Sono in vacanza, al sole, al caldo, nel calore di una famiglia che mi vuole bene, in mezzo a gnocca di gran qualita', faccio sport in una delle location migliore del mondo, vivo una vita che la stragrande maggioranza della gente normale non riesce neanche a sognare.
Poi passano le settimane e questo stato di grazia non dico sparisce, ma sicuramente si attenua.
Smetto di dire BUONGIORNO E GRAZIE nei negozi e nei locali dove entro, visto che nessuno si sogna di ricambiare il saluto.
Se in una tienda dormono lo faccio notare, se al ristorante aspetto un botto chiamo la cameriera.
Divento un po' meno tollerante nei confronti di situazioni che, qualche settimana prima definivo figlie della “cubania”.
Quando in un negozio alla mia richiesta di un prodotto mi rispondono “se acabo” o “no hay” mi girano i coglioni anche perche' so che dovro' fare il giro delle 10 chiese per avere, con ogni probabilita' la stessa risposta.
Non dico che l'entusismo finisce ma sicuramente torno coi piedi per terra diventando meno tollerante.
Per questa ragione non ho mai particolari rimpianti al momento di andarmene, mi dispiace lasciare la famiglia dove, contrariamente a quanto accade fuori, il mio modo di vivere le giornate non cambia mai, rimane sempre molto bello.
In aeroporto, ad Holguin sono forse l'unica faccia senza il muso mentre al gate aspettiamo l'imbarco.
Forse perche' faccio, in Italia lavori che mi piacciono, forse perche' se non sono presente fisicamente...non guadagno, forse perche' sono il boss di me stesso, magari perche' sono consapevole che ci sara' sempre un'altro viaggio.
Allo stesso modo appena arrivato a Malpensa non ho il tempo di pensare ai giorni andati, sono gia' attaccato al telefono per gestire le mie cose.
Per questa ragione dico che, oggi, il mio tempo esatto di vacanza e', al massimo di 3 settimane.
In questo lasso di tempo mi va, o mi faccio andare bene tutto, diciamo quasi ogni cosa.
Oltre....faccio fatica e mi puo', a volte, salire la carogna sulla testa.
Sono fatto cosi'.

40 commenti:

  1. DAL BLOG DI LINUS
    Fa sempre strano andare a fare la famosa visita di idoneità di cui parlavo ieri. È il punto di incontro tra due o tre modi diversi di fare la stessa cosa. Ci sono i bambini che si avvicinano allo sport, accompagnati dai genitori, e di pomeriggio tocca quasi sempre alla mamma.
    I “più o meno ventenni”, cioè quelli che fanno sul serio, di solito a coppie, con l’aria sicura e frettolosa di chi ha altro a cui pensare.
    E c’è il plotone più agguerrito e numeroso, quello di quelli che si sono svegliati tardi. Cioè quelli come me.
    Svegliati tardi vuol dire gente che fino a quarant’anni ha fatto poco e niente e poi di colpo si è ritrovata accanita e competitiva.
    Comunque è andata bene. Molto meglio dello scorso anno, ma non vale perché ero fresco di ospedale.
    È andata bene, compatibilmente “con la sua età “.
    “La prova sotto sforzo è buona, bene. Ovviamente per la sua età “.
    “La capacità polmonare è buona, certo non deve fare gare di apnea”.
    “Il motore va benissimo (sarebbe il cuore). Certo, il telaio non è proprio nuovo di zecca”
    “Però, ci vede ancora benissimo!”.
    Ottimo, per fare la maratona sarà utilissimo.
    Vabbè, per la mia età va bene così.
    Come diceva una famosa canzone, la corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso.
    Basta saperlo accettare.

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  2. Giù dall’altalena i figli di chi non paga le imposte. Chissà che il loro pianto non convinca mamma e papà a metter mano ai portafogli. È tutto nero su bianco in una delibera avallata dalla sindaca di San Germano, 1700 anime fra le terre d’acqua vercellesi e un buco di bilancio da centomila euro.
    Michela Rosetta la considera un documento virtuoso, educativo persino: «Le imposte servono a finanziare i servizi - spiega - e chi non le paga non ne ha diritto». Così stop alla mensa scolastica, niente più sacchetti gratis per i rifiuti, addio accesso al teatro comunale, cancello chiuso agli impianti sportivi e al parco giochi. Dove non potranno più scorrazzare i figli di chi è indietro con Tari o Tasi.
    In un paesino ci si conosce. E a palazzo civico sanno bene chi paga e chi no: «Abbiamo mediato con molte famiglie in difficoltà dilazionando gli arretrati, ma chi non è in un programma di rientro rinuncerà ai servizi finché non si accorderà con l’amministrazione», spiega Giorgio Carando, il consigliere che segue il dossier anti-furbetti composto di 180 nomi e cognomi. Cittadini già ammoniti con una lettera e ora finiti nella lista nera del Comune.
    Controllare che una famiglia sia in regola con le imposte per il Comune è semplice. Non altrettanto lasciare il piatto vuoto a un ragazzino che siede in mensa coi compagni di scuola. O bloccare un bimbo in cima allo scivolo reclamando una rata delle imposte non pagate. «Non vogliamo vietare - chiarisce il sindaco - ma educare al rispetto della cosa pubblica».
    Non c’è scampo, insomma. A San Germano s’è messo in moto l’ingranaggio anti-evasione e il bilancio pubblico non potrà che guadagnarci. Ma nei suoi calcoli la sindaca Rosetta, padana convinta «e fiera di esserlo», ha trascurato una variabile che di questi tempi pesa più dell’evasione: «Tra le famiglie a cui è stato sospeso l’ingresso al parco giochi ci sono molti nuclei di origine marocchina. Non è giusto far ricadere le responsabilità dei grandi sui bambini, che ora sanno di non essere ben accetti», attacca Aity Ahmed, presidente dell’associazione culturale musulmana Al Aman. Ad Ahmed la delibera non va giù. E ha chiesto al sindaco un incontro per chiarire, pronto a portare la comunità musulmana in strada se il Comune non farà dietrofront: «Molti di noi sono cittadini italiani, e anche i nostri figli, ma non è la prima volta che il sindaco discrimina gli stranieri».
    Si vedranno lunedì mattina: «Le mie porte sono sempre aperte - dice la sindaca - ma non accetto che si parli di discriminazione o razzismo, io discrimino solo chi non paga. Alcuni rappresentanti dell’associazione devono restituire qualcosa ai sangermanesi, comincino loro: noi applichiamo le regole e chi non ci sta è libero di andare altrove». Dove le altalene dondolano libere dall’ombra delle imposte.

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  3. Al contrario io fatico ad ingranare, quando mi sono adattato e' ora di tornare. Ste

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  4. Capita a molti e neanche se ne accorgono...

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  5. hola! discorso condivisibile anche io al max ho fatto 2 mesi filati e più che patire la cubania pativo una parte di essa ovvero la scarsità/assenza di beni fondamentali per noi tipo strumenti comunicazione, prodotti igiene, medicine prima necessità etc.Infatti sono dell'idea che solo chi ha poche necessità scarso presupuesto può durare tipo 3-6 mesi filati in quel che ora l'isola offre, certo se fosse un ambiente "normale" si potrebbe aguantar mucho mas ma alla fine non è quello il fascino de la isla? Cmq tre settimane sono per me il limite massimo per viverla da vero yuma turista ovvero gozadera pura poi bisogna fermarsi e cercare di trovare la quadra. Enrico

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    1. Si chiaro una parte di essa, altrimenti saremo gia' emigrati altrove.
      Per il resto concordo in pieno

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    2. Quoto 100%...e più...

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  6. Santa Fè- Io normalmente vado giù per un mese ma..l'ultima settimana la reggo solo pensando al rientro, esattamente come te penso che tre settimane siano abbastanza, ma quando vado a fare il biglietto penso che sia meglio andar via stanco piuttosto che manlinconico perchè il tempo non è stato abbastanza per fare tutto(?)
    Penso comunque che questo sia dovuto al fatto che chi và a passare il tempo senza preoccuparsi di sganciar grana a destra e manca è più rilassato mentre noi con gli anni "viviamo alla cubana" con le preoccupazioni, seppur limitate rispetto a loro,che accompagnano le giornate caraibiche.
    Reputo comunque una fortuna avere due scarpe e un piede..

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    1. Sono anni che non sgancio piu' a destra e manca....quando c'era da dare ho dato, magari con fin troppa generosita', ma nessun rimpianto...

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  7. Io ho meno resistenza di te Milco, dopo 2-3 giorni inizio già a sclerare, ad esempio in tienda, dove ti fanno fare un ora di coda per pagare 4 cazzate, mentre la cassiera si fa i cazzi suoi, parla al movil, cisma, o si assenta per tomare un refresco....ma volete sapere quale è la cosa che mi fa incazzare più di tutto come una bestia? Sono le persone che mentre tu sei in coda da un ora, sotto al sole, o in tienda senza aire accondicionada, e grondi di sudore, loro con disinvoltura sbattendosene i coglioni, ti passano avanti, come nulla fosse, e in questi anni ho riscontrato che a Cuba questa è una cosa "normale", che puntualmente io faccio notare al furbetto di turno, mentre la mia ragazza bestemmia in turco perchè non vuole che mi metto a discutere con le persone (anche questo denota il modo di ragionare dei cubani)....Come tempo di vacanza io più di due mesi non riuscirei a stare a Cuba, con tutto l'amore che ho per questa isla dopo un pò sento la mancanza di cose basilari di cui non posso fare a meno, in primis il cibo...10 giorni fa, ultimi giorni di vacanza, dopo 40 giorni, sognavo lenticchie, pasta al forno, cannelloni, gnocchi, ecc, anche la notte, non ne potevo più di mangiare angosta, camaron, pulpo, cerdo, pargo, pepino, tomate, ecc ecc...inoltre a Baracoa trovare alcuni prodotti basilari non è facile, e se sommiamo tutto questo, la voglia di Italia si fa sempre più forte, forse dipende anche dal fatto che ad esempio nel 2015 ho fatto 4 viaggi a Cuba, non meno di un mese ognuno, non saprei, ma credo che la frequenza annuale dei nostri viaggi influisce molto nel farci "digerire" alcune cose e situazioni, credo che ad esempio se uno va a Cuba una volta ogni due anni, è più predisposto a "sopportare" e a stancarsi di meno, soprattutto mentalmente.

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    1. ah beh ma è meglio che cambi panorama x il prossimo viaggio...

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  8. Walter ovviamente il periodo di assenza influisce.
    Diciamo che sulle code sono più tollerante....anche perché mando altri a farle....

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  9. Con il post odierno mi sento più "normale"...almeno potró dire di essere in buona compagnia quando cerco di spiegare le stesse sensazioni a chi non vive o non ha mai vissuto Cuba e che spesso mi guarda stranito...

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  10. Figurati le facce in palestra quando al rientro dall'ultimo viaggio ho detto ai ragazzi che ero felice di essere tornato....da Cuba...

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  11. Concordo in pieno. Io ora mai sono costretto a vivere a Cuba, ma è sempre più pesante. La monotonia, la noia la fanno da padrona. Per noi che ci viviamo ringraziamo il signore, che con pochi minuti di volo siamo alle Bahamas o a Cancun. Quando siamo veramente stufi si va in Canada. Speriamo che presto aprano i viaggi a prezzi decenti per Miami. Cuba è terzo mondo e si vede e si sente. Beppe.

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    1. Beppe ti do ragione, ma pensa a chi non può permettersi di "spezzare" il soggiorno, volando a Bahamas, o Miami...anche se alla fine non penso che siano tutti "intolleranti" al lungo periodo sulla isla, come lo siamo noi.

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    2. Beh....senza RP ogni 3 mesi devi comunwue uscire....

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  12. Vivessi in Canada una settimana al mese non me la toglierebbe nessuno

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  13. Non ho la pazienza di Giobbe già di natura , per cui certe cose nemmeno mi ci metto a farle a Cuba.
    Ho imparato , solo lì , a demandare quasi tutto.
    Il mio massimo è di 15 giorni .... di più non reggo :-( ...pur amando Cuba , i suoi luoghi ed anche la sua gente .

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    1. Tio Gigi addirittura 15 giorni? Non è un pò troppo pochino? 15 gg volano....il tempo di disfare la maleta, e già è ora di partire.

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    2. ....in 15 gg. sai quanto si può gonfiare la morronguera ? :-)

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  14. Il vantaggio dei pikiklini è proprio questo.
    Demandare.

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  15. Non ľ avrei mai pensato...qui la compagnia si allarga...
    siamo proprio un bel gruppo...jajaja...

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  16. Diciamo anche che la nostra vita in Italia non è proprio da buttare....

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    1. Esatto, e tu pensa se avessimo politici più onesti e più competenti, come sarebbe il bel paese....

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    2. RIZZO SINDACO A TORINO
      Stalingrado....non un passo indietro!

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    3. Esatto Milco...credo che il punto sia proprio questo...tutto sommato noi 4 amici al bar di questo blog...in questo paese non ce la passiamo poi così male...però personalmente il mio futuro lo vedo lontano da qui...e non necessariamente a Cuba...

      Ti porto esempio di questa mattina:
      ero con AD, un amico tra ľ altro, di una gran bella azienda, per me una vera eccellenza italiana...anno scorso ha aperto in Thailandia...quest' anno aprirà a Hong Kong...
      testuali parole: non lo faccio per evadere ma perché mi sono rotto i coglioni di investire in Italia...

      come dargli torto...

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  17. La Nuova di Venezia

    CRONACA

    SAN DONA'

    A Cuba una statua per ricordare Donè

    di Giovanni Cagnassi31 dicembre 2015

    L'opera dello scultore Carlo Pecorelli sarà esposto al museo dell’Avana

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    SAN DONÀ. Sbarcherà anche nel Basso Piave un busto dedicato all’eroe partigiano e della rivoluzione cubana Gino Donè (nella foto). L’Anpi di San Donà, con Antonio Balliana, chiede adesso che il busto possa arrivare anche qui. Non solo al museo di Tuxpan, dove è salpata la motonave Granma dei Barbudos verso Cuba, ma anche all’Avana e poi a San Donà. E non si esclude anche anche Rovarè, dove è anagraficamente nato Donè, possa invocarne una copia. L’ultima parola a Cuba spetterà nientemeno che a Fidel Castro e il fratello Raul, già informati del progetto e amici personali del sandonatese.

    Dietro a quest’opera di valorizzazione dell’eroe, potrebbe giungere ora un finanziamento europeo assieme all’interessamento dell’Anpi. L’artista jesolano Carlo Pecorelli sta già modellando il busto. Seguendo la mitica rotta del Granma, lo yacht con a bordo 82 rivoluzionari che 59 anni fa salpò dal Messico per abbattere la dittatura cubana di Batista, da Tuxpan il maestro Pecorelli è atterrato a L’Avana ricevuto dal generale Arsenio Garcia Davìla per concordare la realizzazione. Coordinatrice del progetto transnazionale che unirà il Veneto a Cuba mediante un'icona scultorea, sarà Giuliana Grando, segretaria Associazione Italia-Cuba circolo di Venezia “Vittorio Tommasi” che aveva preceduto con un viaggio nell'nell’isola. «Accompagnato da alcuni fedelissimi del presidente Fidel Castro», ha raccontato entusiasta Carlo Pecorelli, «ho incontrato il generale Arsenio nella sua abitazione.

    Abbiamo trascorso un'intera giornata tra ricordi della rivoluzione legati al suo amico fraterno Gino Doné. Il generale mi ha proposto due opzioni: la prima è realizzare una scultura in acciaio corten da collocare nel Museo della Revolución all’Avana. La seconda è collocare la scultura a Trinidad dove Gino ha vissuto e sposato una cubana, Norma Turino Guerra». «Contemporaneamente a questa realizzazione artistica», aggiunge, «il comandante ha espresso l'intenzione di creare un polo culturale per dare risalto all’Italia e alla figura di Gino Doné Paro, valorizzando l'arte e la cultura italiana».

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  18. Milco hai visto alle Iene ieri sera il servizio su Massimo Ferrero, con la foto sua e di Fidel mentre si danno la mano?

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  19. beh io aggiungerei che se alle code alla tienda,la gente maleducata uno si mette a spostarsi in guagua o taxi si rischia veramente di sbroccare...io passo lì 3-4 mesi a viaggio(circa 7 in un anno) e posso dire che ciò che mi salva è avere un mezzo mio di trasporto con il quale sto in giro la giornata intera tra spiaggia,case di amici,affari ecc..se non avessi quello scooter non durerei 1 mese...

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  20. Infatti occorre rendersi il più possibile indipendenti per....sopravvivere...

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  21. tre settimane e stop..poi certi atteggiamenti da te descritti diventano pesanti....lo spirito poi con cui si torna dipende molto da cosa ti aspetta qua...tu dici che sei uno dei pochi senza muso alla partenza..forse pure perché hai capito Cuba meglio di altri..ciao Milco buona serata
    Stefano

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  22. Tre settimane da raccontare agli amici tornando dal mare....

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  23. Se posso fare cosa gradita, vi suggerisco un sito, dove si possono cercare i numeri di telef a Cuba (fisso e mobile), i cubani tramite questo servizio di Etecsa scaricano un app e in un secondo hanno tutti i dati sul telefono della persona che cercano, alla faccia della privacy, addirittura data di nascita, e se non ricordo male, anche direccion, oltre che telefono....in queste cose Cuba è avanti a noi di millenni.

    http://www.directoriocubano.info/

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  24. a dir poco interessante....ciao Valter
    stefano

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