venerdì 22 gennaio 2016

SOLDI FACILI



Questa settimana avevo un programmino di argomenti, poi e' arrivato il “frocio”, la pioggia a la Habana e, ieri, le tasse a Cuba.
Davvero, come diceva un mio vecchio capo villaggio “le cose degli uomini durano giusto il tempo che ci metti a scriverle”.
Un po' come fare progetti quando sei a Cuba; “due giorni a l''Avana, poi andiamo a Cienfuegos altri due giorni, quindi ci spostiamo a Tunas ospiti di Grande Torino ecc ecc”.
Alla fine succede sempre qualcosa, spesso una mulatta col culo da blocco aortico, che modifica inesorabilmente i programmi fatti.
Voglio tornare sul discorso di ieri.
Leggo, parlo, tanti mi scrivono chiedendomi consigli sul come aprire un'attivita' a Cuba o comunque un qualcosa che consenta un reddito adeguato per vivere a quelle latitudini.
Partiamo da un presupposto; i soldi facili (fatti in modo legale) non esistono.
Abbiamo rilevato una grande palestra dalle catacombe, la stiamo tirando su giorno dopo giorno, le cose procedono secondo i piani ma....a sangre y fuego.
Quando non sono a Cuba, come in questi periodi, minimo fra viaggio e permanenza in palestra sono 10-11 ore al giorno.
I risultati iniziano ad arrivare ma nessuno regala un cazzo, ogni centesimo e' sudato, credo che la cosa valga per ognuno di voi nel suo specifico.
Perche' a Cuba le cose dovrebbero essere diverse?
Ma la gente si rende conto di cosa vuol dire lavorare a Cuba?
Intanto occorre resettare totalmente la nostra precedente esperienza da turista.
Finita, annullata, un ricordo lontano.
Saremo anche a 30 gradi, in un bel posto, ma la saracinesca va tirata su ogni mattina e abbassata ogni sera, ogni maledetto giorno di ogni maledetto mese.
Dimentichiamoci le belle dormite, le nottate in discoteca, la trombata pomeridiana, i bivacchi sulle panchine del parque, le gite al mare.
C'e' da lavorare.
Durante l'ultimo viaggio mi e' parso di scorgere in Mario, il mio amico che ha aperto la spaghetteria, un po' di stanchezza.
E' vero che gli orari sono gestibili; 11-14/ 18-22 ma e' anche vero che quando e' chiuso deve procurarsi quello che serve, cosa non facile da quelle parti, non esitono i rappresentanti che ti portano tutto in loco.
Parliamo sempre di un ultrasessantenne.
Cuba non e' piu' un posto di vacanza ma un luogo, bello, dove vivere e lavorare.
I Sapori, il ristorante italiano che ha chiuso i battenti, ha funzionato fino a quando il veneto che lo gestiva passava 12/14 ore al giorno in cucina, quando ha smesso la festa e' finita rapidamente.
Poi c'e' da combattere con un personale che un giorno arriva in ritardo e un altro non arriva, le mille scuse della nina enferma, la gripe, la abuela in ospedale e via discorrendo.
La loro burocrazia, gli ispettori, le propine da sganciare, le solite attenzioni particolari dedicate ai culi bianchi.
Molti pensano; “metto un cubano di fiducia”.....lascio ad ognuno di voi il commento adeguato.
Se c'e' una cassa, questo non vale solo per Cuba, in postazione ci deve stare il proprietario, il boss.
Se lasciamo riscuotere ad...altri e' un attimo che il grano prenda strade differenti da quelle che dovrebbe prendere.
Avere una moglie o dei parenti acquisiti non migliora la situazione ma semmai la peggiora, un dipendente lo sfanculeggi, una moglie e' gia' piu' complicato.
A questo aggiungiamo i discorsi di ieri, i conti fatti male.
L'illusione dei soldi facili lasciamola ai cubani, non restiamo coi piedi ben ancorati al suolo.
Detto questo tutto si puo' fare a patto pero' di metterci bene chiaro in testa che nulla e' scontato, che ci sara' da lavorare e che Cuba non e' per nulla un paese facile.
Resto dell'idea che il grano, al momento, vada fatto da noi e speso a Cuba, poi ogni testa e' un piccolo sistema solare.
Secondo me la renta rimane il miglior investimento, ma e' solo un'opinione personale.
Questa sera gioco e non coi Villans, malgrado l'eta' della tartaruga terrestre c'e' ancora chi mi chiama per migliorare una squadra.
Con questo freddo, col la carcassa datata il crac e' in agguato....speriamo bene.

24 commenti:

  1. La voce spezzata che impone brevi silenzi, le parole che vengono fuori a fatica. Il Pif del giorno seguente alla scomparsa di Ettore Scola non è quello che siamo abituati a vedere dai tempi delle Iene: «Conoscevo Scola solo da un anno, ma oggi mi sento come se fossi stato sedotto e abbandonato, conquistato e poi lasciato lì, da solo».

    L’incontro ravvicinato era legato alla realizzazione di Ridendo e scherzando - Ritratto di un regista all’italiana, documentario scritto e diretto dalle figlie dell’autore, Paola e Silvia, con «l’amichevole partecipazione» in veste di alter-ego di Pierfrancesco Diliberto, ovvero Pif. Presentato all’ultima Festa del cinema di Roma, il film arriverà nelle sale il 1° e il 2 febbraio, distribuito da 01.

    La scelta dell’intervistatore Pif non era stata casuale. Nella sua opera prima La mafia uccide solo d’estate, c’è un tono che accomuna il grande maestro all’esordiente, una capacità speciale di raccontare l’Italia seria con ironia, di parlare di grande Storia usando piccole storie, di cogliere il particolare per arrivare all’universale.
    È anche su queste somiglianze che si è basata la vostra amicizia?

    «Il mio sogno di partenza quando ho girato il primo film era proprio questo, riuscire come faceva Scola a tenere insieme le due cose, a far incontrare la Storia con la S maiuscola con la storia del film. Un incontro difficile, che non sapevo bene come affrontare. Mentre ci pensavo, mi è tornata in mente una cosa che aveva detto Scola una volta, una battuta che racchiudeva la scelta di fondo e che riguardava il modo con cui si stava preparando ad affrontare un argomento: “Non so se diventare Risi o Rosi”. Il punto era quello, ricordandomi quella frase, ho capito tutto».

    E infatti, nella «Mafia uccide solo d’estate», il clima narrativo oscilla tra quei due poli. Una caratteristica di Scola che per anni il cinema italiano non aveva più saputo trovare.

    «Infatti. La stima professionale per Scola è scontata, a me colpiva soprattutto il suo metterci sempre la faccia. E poi l’arte di denunciare, ma col sorriso, quello che vorrei fare anch’io in tutta la mia vita. Ed è una cosa che, secondo me, riguarda tutta la famiglia Scola».

    In che senso?

    «È una famiglia dove si ride spesso, i loro pranzi e le loro cene sono pieni di continue risate».

    Scola era un maestro, ma non ne assumeva mai l’aria. Con lei come è stato?

    «Dirò cose banali, lo so, ma è stato proprio così. Non era uno che parlava, preferiva fare domande, soprattutto sul presente, e ascoltare le risposte. Mi chiedeva delle Iene, del film che avevo fatto e di quello che stavo preparando».

    Ora lo può dire: che cosa rappresenta per lei Ettore Scola?

    «Una persona che è parte della natura stessa di chi sceglie di fare cinema, uno che sta dentro di noi, e di tutto il Paese. Se cresci in Italia mangi un certo tipo di cibo, certi piatti, stabilire in che misura Scola è presente nelle nostre vite sarebbe come stabilire quanti spaghetti ci sono in media nella pancia di un italiano».

    Adesso che cosa le manca di più?

    «Da quando l’ho conosciuto ci siamo frequentati molto, avrei voluto fargli vedere il mio nuovo film. Appena avuta questa notizia tremenda, ho continuato a ripeter a me stesso, vabbé, dai, domenica prossima ci vediamo, e andiamo a farci insieme un “cacio e pepe”».

    RispondiElimina
    Risposte
    1. " FINCHE' C'E' BERLUSCONI AL POTERE, IO FILM NON NE FACCIO............." ( ETTORE SCOLA )

      Disse molto tempo fa.....

      Così aveva detto e così ha fatto a differenza dell' intellighenthia culturale di sinistra che ha fatto il contrario.

      Infatti Ettore Scola diceva che " Il cinema , non è come il lavoro di un pittore che può dire quello che pensa, basta una tela , un foglio di carta...."

      " Il cinema è un fatto anche idustriale".

      Io penso, che attraverso i suoi film sia possibile leggere nelle sue mille sfacettature, la storia della nostra Nazione.

      Infatti nelle sue pellicole E' POSSIBILE SCORGERE QUELLO CHE ERAVAMO, PER CONFRONTARLO CON QUELLO CHE SIAMO DIVENTATI.

      Sopratutto a Sinistra. Ma quella sinistra che è descritta nei suoi film, NON HA NIENTE A CHE VEDERE CON LA SINISTRA DI OGGI.

      CITO I TRE FILM che rapprentano, per me ETTORE SCOLA:

      1) C' ERAVAMO TANTO AMATI con VITTORIO GASMANN ( suo Attore preferito, quasi una presenza fissa da cui partire per le sue storie ) NINO MANFREDI e STEFANO SATTA tutti innammorati di STEFANIA SANDRELLI.
      D' altronde, l' amore come la vita è una continua competizione

      2) UNA GIORNATA PARTICOLARE con SOFIA LOREN E MARCELLO MASTROIANNI, un amore impossibile durante il periodo fascista.

      3) LA TERRAZZA sintesi e bilanci di un gruppo di intellettuali idealisti, che rappresenta molto bene la crisi della sinistra politica e culturale.

      4) La FAMIGLIA con VITTORIO GASMANN, STEFANIA SANDRELLI E FANNY ARDANT con la stessa visione che si evidenzia nel privato.

      CELESTE HENRY



      Elimina
    2. Un'altro dei pezzi migliori della nostra storia ci ha lasciati.
      L'emblema di una CERTA sinistra (non tutta) è Benigni passato da Berlinguer a Bergoglio.
      Anche la destra però non ha scherzato.
      Da Almirante a Gasparri è tanta ma tanta roba....

      Elimina
  2. Cuba vince la sua 'guerra' sulla Bacardi/Martini per commercializzare il marchio 'Havana Club' negli Stati Uniti, paese che da solo consuma il 40% del rum che si beve nel mondo.
    Mercoledì scorso l'ufficio statunitense per i marchi ed i brevetti ha infatti autorizzato la società cubana per l’esportazione a registrare il celebre marchio 'Havana Club' negli Usa che, dal prossimo 27 gennaio, sarà dunque un’esclusiva di Cubaexport anche a Washington. La storica decisione rappresenta una vittoria anche per il gruppo franco-cubano Pernod Ricard Havana Club Licores de Cuba che già distribuisce il celebre rum in oltre 100 paesi al mondo. Se infatti - come la stessa autorizzazione data con l’ok del Tesoro Usa lascia intendere – dopo il 27 gennaio venisse tolto l’embargo statunitense all’export cubano di rum, dopo decenni di ‘imitazioni’, finalmente anche gli statunitensi potranno bere in casa loro un rum 100% made in l’Avana.
    Un po’ di storia aiuta a capire la querelle. Nel 1959 la famiglia Arechabalas - che produceva l’”Havana Club” e lo esportava negli States sin dagli anni Trenta - lascia Cuba a causa della rivoluzione castrista. Sempre nel 1959 Bacardi è espropriata delle sue distillerie cubane da Fidel Castro, sposta la sua sede alle Bahamas. Nel 1973 scadono i diritti sul brand della famiglia e, tre anni dopo, Cubaexport registra il celebre marchio negli Usa. Dal 1994 Bacardi inizia a produrre a Portorico un rum “Havana Club” che fa furore negli Usa, paese dove vince tutte le cause contro Cubaexport. Con l’avvicinamento tra Obama e Raúl Castro del 2014 le cose, però, adesso sono cambiate e potremmo presto assistere ad rivoluzione nel settore rum a stelle e strisce. Certo, Bacardi si è detta "sconcertata dalla misura senza precedenti" del governo Obama e ha già promesso di far ricorso ma, dopo la decisione dell’ufficio marchi e brevetti Usa e l’ok del Tesoro Usa, questa storica battaglia legale sembrerebbe essere finalmente giunta in dirittura d’arrivo.

    RispondiElimina
  3. Bisognerebbe farlo da giovani ma da giovani i soldi per farlo sono pochi.
    Ste

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti quelli non in eta' da pensione che si lanciano e' gente che ha le spalle ben coperte e che, spesso, nella vita non ha lavorato un giorno

      Elimina
  4. hola! ritardato commento su post di ieri: tante tasse per pochissimi e scarsissimi servizi in questo cuba ed italia sono due paesi di m...a allo stesso livello.
    riguardo al post odierno l'itagliota è per natura una persona che vive di seghe mentali e finchè non sbatte la testa non capisce la realtà. ma vi faccio una domanda cuba non ci piace anche e soprattutto per fare la vita da turista o quanto meno agiata? andarci a lavorare deve essere tutta un altra musica difficilmente sopportabile da chi è attratto dalla gozadera caribeña, penso sempre meglio 10 anni da turista che una vita normale. saludos Enrico

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Milioni di italiani stanno lasciando l'ex bel paese, e' normale che molti pensino a Cuba.
      Dal pensarci ad agire ci passa il Rio Couto.

      Elimina
  5. Santa Fè- Il ruolo di turista è sempre da protagonista, come ben dici tu il lavoro è lavoro in qualsiasi parte del mondo e se poi i 30° vengono accompagnati dal 90% di umidità i sogni gradevoli vengono rapidamente sostituiti dall'incubo di sola andata!
    Bisogna farci i conti con la realtà, comprendo che la nostra è dura e neccessitiamo sognare per non deprimerci ma vi assicuro che per affrontare alcuni dei problemi elencati da Milco ci vogliono: 1-spalle ben coperte con seconda via di fuga 2-La pazienza di Gesù Cristo..
    Se non avete questo lasciate stare, state sereni ed attendete la pensione(come me) a quel punto andate a criar puercos in una finca e rilassatevi in riva al mare(tarda sera..)

    RispondiElimina
  6. Sulla seconda tua opzione io conterei poco.
    Opinione personale...

    RispondiElimina
  7. Almeno non c'hai il bulgherone grosso come quello di " galina de oro " :-)....attento agli strappi ....hihihihi

    RispondiElimina
  8. Aston, ricorda una cosa ch enon hai citato..... non puoi fare business se non a nome di altra persona autoctona. O devi avere RP senza e' tutto una scommessa la gente deve capire che non sono in italia apri partita iva e cominci auna attivita' artigianale o imprenditoriale.... la gente primo grosso scoglio de ve capire come e' cuba davvero e muoversi di conseguenza. Y tener mucha suerte.....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Robert hai ragione su tutta la linea.
      Davo per scontato che chi decide di muoversi abbia risolto il problema

      Elimina
  9. Ciao Milco e ciao gente!
    una domandina estemporanea: "Apululu" cosa significa? ho ricevuto traduzioni contrastanti in merito ed una più spassosa dell'altra... mi dite la vostra? buon fine settimana a tutti. Daniela

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ciao Danila,io pensavo fosse espressione tipo chevere cioè senza una traduzione precisa ma che esprime un modo di vivere le cose..a settembre con mia grande sorpresa una amica di Moron mi dice io sono apululu con te...io "ehhhhh?" ..e lei "non ti inganno vuol dire...",se sia vero sia la traduzione letterale che il..."non ti inganno"..dubito fortemente...canzone dei kola loca comunque...
      stefano

      Elimina
  10. non lo so ...è in una canzone dei Kola Loca ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. utilizzata anche da Panfilo Epifanio in un episodio di vivir del cuento ed anche lì poteva voler dire di tutto...

      Elimina
  11. ciao Milco ,paladar è davvero impegno gravoso anche perché quando sei chiuso devi andare a reperire comida facendo il giro di diversi posti..snervante...e non puoi demandarlo..troppo alto rischio che altrimenti ti alterino la cuenta o prendano prodotti sbagliati,se hai visto stanco tuo amico che ha spaghetteria immagino chi ha ristorante più 'canonico'...casa si ..magari con due quarti da renta situazione al momento migliore..se va male il buisness ti resta il mattone..mi piacciono i post come oggi e ieri..quando si parla di Cuba è bene sognare ma restare con i piedi per terra...tu lo fai anche a rischio di perdere qualche lettore che magari ama essere ingannato...ciao Milco..io zombie ma va bene così..
    Stefano

    RispondiElimina
  12. Ma sai alla mia età e...con oltre 2000 contatti al giorno....scrivo quello che voglio senza nessuna menata.
    La renta grazie a tutto cio che di collaterale mi ha portato mi ha sistemato a Cuba per i prossimi anni

    RispondiElimina
  13. oh mi stai diventando crucco?e la Deutsche Bank ieri e i luftballons oggi ..biondo già lo sei..torniamo ai Gente de zona e company!!!!
    ah ah ah....tschub herr Milco..eh eh
    stefano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La mia anima rock non ha confini....il pezzo parla del muro...quando c'era...

      Elimina
  14. Un uomo di 45 anni, Marco Cotza, di Saronno (Varese), in vacanza a Santo Domingo, é stato ucciso pare al termine di una lite nella capitale dominicana.  
    A dare conferma sono stati i carabinieri di Saronno contattati stamane dall’ambasciata italiana per avere supporto nel dare la notizia alla famiglia della vittima. 
    I Cotza sono una famiglia molto conosciuta a Saronno, gestiscono una gelateria da anni nei pressi della stazione ferroviaria.

    RispondiElimina