venerdì 19 febbraio 2016

UN PIANO



In questi periodi, non certo facili che il nostro stivale sta' vivendo, sempre piu' gente manifesta il proposito di andarsene.
Ovviamente Cuba, almeno per chi la conosce resta una delle opzioni piu' percorribili.
Parallelamente a chi ha gia' conoscenza dell'isola, tanta altra gente si sta' domandando, senza averci mai messo piede, se potrebbe essere una meta definitiva appetibile.
Le mail che mi arrivano con richiesta di informazioni, mi fanno pensare che Cuba stia scalando le classifiche dei paesi...vivibili.
Oltre a questi amici, ci sono poi i cazzari da forum, da web, quelli che vorrebbero....ma non hanno le palle per il grande salto.
Questi si limitano a guardare cio' che fanno altri, gufando sul fatto che ogni iniziativa presa da chi invece gli attributi li possiede, vada a finire a gambe all'aria.
Se vogliamo stilare un piccolo bignami dell'occorrente per il grande salto, possiamo dire che le cose indispensabili sono due, mentre la terza e'...opzionale.
-Un luogo dove vivere
-Una rendita italiana
-Un'entrata, magari limitata, cubana.
Senza i primi 2 requisiti meglio neanche pensarci.
Un luogo dove vivere e' imprescindibile; non si puo' pensare di campare per lunghi periodi in una camera di una casa de renta.
Ai culi bianche senza Residenza Permanente non e' consentito intestarsi nulla, quindi ci vuole il matrimonio o un figlio riconosciuto.
A quel punto meta' casa e' nostra e meta' della fanciulla eletta al trono.
Le scelte, da questo punto di vista possono essere differenti; si puo' comperare una casa e ristrutturarla, acquistare una placa o un terreno e costruirla, mettere a posto quella della famiglia e trovare un angolo vivibile, costruire sopra la casa della famiglia ecc...
Ovviamente, malgrado io viva con una famiglia (ma in un contesto differente da quello abituale) resto dell'idea che, piu' ettari di distanza ci siano col familion, meglio si campi.
Questo non solo a Cuba.
Alla fine, a meno di non trovare soluzioni “creative” come ha fatto il sottoscritto, una donna accanto, o fra i cabasisi dipende dai punti di vista, e' indispensabile.
La rendita italiana e' imprescindibile; puo' essere una pensione, un affitto italiano che arriva ogni mese, soldi da parte, i genitori che ti mantengono pur che tu non ti metta di nuovo nei guai nel bel paese (ne conosco un discreto numero di questi “tuneri”) quello che volete, ma vivere a Cuba ha un suo bel costo.
La terza opzione e' facoltativa, se uno e' in pensione difficilmente ha ancora voglia di inventarsi qualcosa.
Pero' riuscire a tirare su qualche centinaio di cuc al mese puo' aiutare il bilancio personale e/o famigliare.
I sistemi possono essere tanti e differenti, basta essere consapevoli che, come accade in ogni parte del mondo, anche a Cuba i soldi non te li regala nessuno.
Molti vorrebbero fare il grande salto ma, come mi ha detto un'amico in settimana; “fino a quando qua' mi danno 4 soldi non me ne vado”.
Opinione rispettabilissima anche se si corre il rischio di aspettare Godot per tutta la vita.
A un bel momento, se si decide di fare il gran salto...bisogna farlo e non tormentarsi la vita con mille pugnette.
Certo se ci sono figli la cosa va pensata bene.
Personalmente non ho mai manifestato l'intenzione di vivere a Cuba in pianta stabile; dovrei dopo l'estate essere in condizione, finalmente, di fare i 4 mesi a Cuba e 8 in Italia, massimo 5 e 7.
Per me e' il massimo, di piu' Cuba non la reggo.
In questo modo non mettero' in discussione le attivita' italiane.
Questo almeno fino alla sessantina...poi vedremo.
Mi sono gia' portato avanti col lavoro, la renta di Grande Torino e' il primo passo in quella direzione, M&S Casa Particular il secondo.
Ho un posto mio dove vivere e da dove nessuno mi mandera' via.
Il fatto di passare, lavorando, comunque 7/8 mesi in Italia mi garantira' i fondi per il progetto.
Perche' un progetto ci vuole, un'idea.
Non si puo' pensare di andare alla cazzo, questo lasciamolo fare ai cazzari di turno.
Noi...cerchiamo di avere un piano....

M&S Casa Particular ha inserito una nuova casa.

31 commenti:

  1. Un aereo Avro RJ85 dell'Air France in partenza dall'aeroporto di Torino Caselle per Parigi è stato evacuato dopo che il motore ha preso fuoco in accensione. Nessuno dei passeggeri è rimasto ferito e l'incendio è stato spento dalle squadre di vigili del fuoco presenti allo scalo. L'incidente è avvenuto alle 6,45, quando è scattato il piano d'emergenza.

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  2. La bambina si rivolge a Hillary Clinton e dice: «I miei genitori hanno ricevuto una lettera di deportazione». Poi singhiozzando aggiunge: «Ho paura che vengano deportati». Hillary si commuove, la chiama a sé, l’abbraccia e promette: «Farò tutto il possibile per aiutarti. Lascia che sia io a preoccuparmi per te. Tu devi solo pensare a crescere felice. Ok? Siamo d’accordo?».
    Questo spot televisivo intitolato «Brave», coraggiosa, che la campagna della Clinton sta mandando in onda in tutto il Nevada, riassume bene non solo la battaglia in corso fra i democratici per la nomination, ma l’intera strategia del partito per costruire una coalizione capace di riconquistare la Casa Bianca a novembre. Gli ispanici, e in particolare i giovani, ne sono la chiave. Perciò Hillary ha registrato questo scambio commovente, avvenuto davvero con una bambina di 10 anni durante un incontro il 14 febbraio scorso a Las Vegas, e lo sta usando per convincere i latini che solo lei può affrontare e risolvere i loro problemi.
    Negli Stati Uniti vivono circa 60 milioni di ispanici, cioè poco meno del 20% della popolazione, senza considerare gli 11 milioni di illegali. Solo 12,5 milioni di loro sono andati alle urne nel 2012, ma il 71% ha scelto Obama e il 27% Romney, risultando quindi determinanti per la conferma del presidente. Barack era riuscito a convincerli promettendo la riforma dell’immigrazione, bloccata poi dai repubblicani al Congresso, e attraverso provvedimenti come quello che ha fermato le deportazioni dei «dreamers», cioè i giovani come la bambina nello spot di Hillary, che sono stati portati illegalmente negli Usa dai loro genitori quando erano troppo piccoli per capire cosa stava accadendo.
    Il candidato democratico, qualunque sia, dovrà ricostruire questa alleanza, ma prima deve vincere le primarie partendo dal sostegno dei latini. La campagna di Hillary ha sempre sostenuto che il suo «firewall», cioè il muro per bloccare la candidatura insurrezionale di Bernie Sanders, si sarebbe alzato al sud, grazie al voto delle minoranze ispanica e nera che stanno compatte con lei. La rimonta quindi doveva cominciare con i caucus in programma domani in Nevada, dove il 20% della popolazione è latina. Ora però questa teoria non sembra più tanto sicura. Il senatore del Vermont, come è accaduto in tutto il Paese, sta trascinando con sé soprattutto i giovani, inclusi quelli ispanici. Quindi i «dreamers» in età di voto si sono spostati verso di lui, provocando il panico tra i consiglieri di Hillary, quando hanno visto l’ultimo sondaggio pubblicato dalla Cnn che dà la Clinton avanti di un solo punto, 48 a 47%.
    I consiglieri dell’ex First Lady hanno già cominciato ad abbassare le aspettative, dicendo che il Nevada in realtà somiglia al New Hampshire, perché la maggioranza degli elettori sono bianchi e vicini a Sanders. Questo però è solo un gioco delle parti. La realtà è che Hillary deve vincere in questo Stato, e bene, se vuole rilanciare la propria candidatura. Tutti i suoi sostenitori, finanziatori, amici e collaboratori che hanno una qualche presa sulla comunità ispanica, hanno ricevuto l’invito, se non l’ordine, di andare in Nevada per aiutarla: «Dobbiamo vincere e basta, niente storie», dice uno di loro.
    La Clinton ha aperto il suo ufficio in questo stato sei mesi prima di Sanders, e il manager della campagna nazionale, Robby Mook, nel 2008 era stato direttore della campagna proprio in Nevada. Se tutta questa preparazione fallisse, per lei sarebbe un colpo durissimo. Magari riuscirebbe a rialzarsi comunque alle primarie del 27 febbraio in South Carolina, grazie al voto dei neri, ma la sua immagine e la sua strategia per conquistare la Casa Bianca verrebbero fortemente compromesse.
    Il Nevada è complicato, anche perché i suoi 35 delegati si assegnano contea per contea, e quindi è possibile che chi ottiene più voti nelle zone più popolate perda poi la conta dei delegati nelle aree rurali. Poi ci sono 8 superdelegati non eletti, che potrebbero cambiare gli equilibri in favore di Hillary.

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    1. mi sbaglierò ma credo che il mondo possa essere migliore se eleggono uno come Sanders..non avverrà mai e ripeto magari idealizzo io la figura di Bernie Sanders
      stefano

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  3. buon giorno a tutti.... ma Milco mi dai una spiegazione razionale per cui tu che non hai la RP non ti potrebbero far sloggiare dalla tua base trovata con soluzione alternativa?? che cosa potremmo imparare che si puo' fare senza rp?? grazie

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    1. Vivo nella grande casa della famiglia con cui gestiamo Grande Torino.
      Per la quinta volta consecutiva mi hanno dato la Visa familiar, credo proprio che sara' ben difficile che me la negheranno in futuro.
      Da me non imparare nulla, la mia e' una strada non consigliabile a nessuno.
      Mi e' andata bene, dopo qualche errore che commette solo chi prova a fare qualcosa.
      Voi cercate altre soluzioni....che e' meglio.

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    2. razionale e Cuba...due parole che non vanno troppo d'accordo..
      Stefano

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  4. Il problema e' che ci vogliono tanti soldi. Giuseppe

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    1. Risolto il problema casa, per una vita normale, neanche troppi.

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    2. ciao seguo spesso il tuo blog ho una curiosità quando dici che per una vita normale non servono neanche troppi soldi,a che cifra intendi.grzie da varadero

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    3. Ciao se hai casa, non troppi grilli per la testa e conduci una vita normale possono bastare 150 cuc a settimana

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  5. scusa, ma non per non avere fiducia nel prossimo.... ma se poi i tuoi padroni di casa non volessero farti avere visa la puoi chiedere tu da solo li?

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    1. No.
      Ma e' la mia famiglia.
      Detto questo ripeto che la mia non e' una strada da seguire per voi umani...

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  6. hola! argomento interessante, purtroppo ad oggi noi yuma siamo obbligati a dipendere in qualche modo dagli altri. La tua soluzione creativa è rischiosa ma è un rischio consapevole e come giustamente dici se si vuole fare qualcosa bisogna tirar fuori i coglioni. Comunque viverla a periodi non è male anche perchè di più è difficile durare, troppe mancanze per noi abituati ad altra vita più completa. Per quanto riguarda il budget quello dipende esclusivamente dalla persona, quello che mi spaventa è che per me fare una vita normale a cuba non è ancora concepibile abituato ad anni da turista, prima bisogna fare delle prove e verificare l'adattamento possibile, no es nada facil. Poi bisogna chiedersi come sarà cuba sia turistica che non tra qualche anno e se le rendite italiane pensioni/affitti potranno garantire una vita decorosa e questo lo dubito . chao enrico

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  7. Sai qual'e' il problema?
    Molta gente continua a pensare che Cuba sia popolata unicamente da papponi e puttane.
    Non sa o finge di non sapere che esistono milioni di persone per bene.
    Basta che teniamo attivi gli stessi antifurti personali che attiviamo quando siamo qua'.
    Rischiosa certo ma a quella gente la casa de renta ha cambiato la vita.
    Non rivuoluzionata ma cambiata si, perche' 150/200 cuc al mese una vita a Cuba te la cambiano.
    Ora c'e' un mio amico per un mese....un mio amico...
    Quindi e' chiaro che, la gente decente sa come ci si deve comportare al mondo.
    Certo se si frequenta solo gente di merda e' normale che poi la sonda sia profonda...

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  8. La penso come te.
    Ma alla fine credo che, almeno per i prossimi anni, a Cuba continuerò ad andarci solo in vacanza.

    PS. odio il temine Yuma. Alcuni sono convinti sia un titolo di cui andare fieri, quando in realtà significa l'esatto opposto per i cubani.
    Simone

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  9. Infatti non lo uso praticamente mai.
    Esattamante come camajan

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    1. entrambi i termini non sono dispregiativi poi dipende dal contesto, nacquero negli anni '30 per identificare tutto quello che veniva da fuori. I cubani sono nazionalisti. Ricordiamoci sempre che per loro, nonostante le parentele o vere amicizie, siamo e saremo sempre stranieri. chao Enrico

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    2. Allora diciamo che CULI BIANCHI è più...moderno

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  10. Condivido tutto Milco, tranne la terza opzione....per chi ha passato una vita a lavorare in Italia mettersi di nuovo a lavorare a Cuba non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello....ieri un amico che sta all'havana mi ha detto che la capital è invasa di turismo, non si trovano cuarti da rentare, addirittura i turisti sono disposti anche a dormire per terra, purchè abbiano un tetto sulla testa, anche per una sicurezza soprattutto....Cuba è in cima al tetto dei turisti in questo momento, spero solo che tutto ciò porti un aiuto nelle tasche della maggior parte del popolo cubano, che ne ha veramente bisogno....Anche io tra 7-8 anni se riesco ad andare in pensione (Renzi permettendo)penso di passare 7-8 mesi a Cuba, o in alternativa in altra isola dei Caraibi, quando in Italia es frio, e passarmi i 4-5 mesi estivi in Italia....per ora questo è il mio progetto a grandi linee, poi vediamo gli Orishas cosa ci riserveranno, di sicuro se non sarà Cuba sarà di certo un altra isola dei Caraibi, perchè sono innamorato di quello spicchio di mondo dove occhio umano si sia mai posato.
    PS: Sto pensando di passare i miei soliti 45 giorni tra dicembre e gennaio prox in Repubblica Dominicana, zona Las Terrenas-Samanà, per andare a vedere e sondare con le mie mani che aria tira, come si vive da quelle parti, e poi tirare le somme....diciamo che al 90% è come vivere a Cuba, col vantaggio che li hai più libertà per rentare case, aprire attività, ecc...per ora è solo un idea, che mi stuzzica sempre più.

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    1. resterai molto deluso Valter..lasciatelo dire io conosco bene la rep.Dominicana..più libertà per rentare case , aprire attività etc etc? al 90% come vivere a Cuba?mi spiace tarpare i tuoi sogni ma sei lontano dalla realtà
      stefano

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  11. "La terza opzione e' facoltativa, se uno e' in pensione difficilmente ha ancora voglia di inventarsi qualcosa."

    Forse Valter ti e' sfuggito questa parte del pezzo.
    Dominicana? Ci ho lavorato...ni muerto!

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  12. Vorrei andare ad esplorare quella zona turistica di Samanà, sempre più persone che ci sono state e che continuano ad andarci me ne parlano bene, ho amici che addirittura ci sono rimasti a godersi la pensione....perchè mi scoraggia il fatto che un giorno, se dovessi vivere a Cuba, dovrei sposarmi o fare un figlio per avere la RP e poter comprare una casa....con la speranza che le leggi a Cuba cambino.....ovviamente non parlavo di S.Domingo, che come tutte le capitali, presenta problemi di micro criminalità.

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  13. Risposte
    1. Premetto che è solo un idea Milco....però penso, e tu mi insegni vista la tua mentalità da imprenditore, che bisogna vivere e conoscere appieno le cose, per vederne pregi e difetti, per poi alla fine tirare le somme....ma ripeto, sono solo a un idea esplorativa, se a Cuba dovessero cambiare le cose da qui a 10 anni, e danno la possibilità di comprare casa senza troppe pugnette, la cosa cambia, perchè mi roderebbe se dovessi lasciarmi con la novia dover dare metà della casa a lei.

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    2. ciao Valter temo però che quando daranno possibilità di comprare case ed intestarsela cambieranno anche i prezzi (che già salgono vertiginosamente ora)..è tutto maledettamente difficile...bisognava 'rischiare'ieri..oggi non è ancora troppo tardi per provarci..domani non so..
      stefano

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    3. Che dire ? parole sante ..io invertirei ordine 1 rendita italiana 2luogo dove vivere di proprietà..ma insomma necessarie entrambe..poi se si ha voglia e possibilità e necessità si prova la terza strada..io aggiungerei anche alcune qualità caratteriali: tanto spirito di sopportazione ed un forte carattere che ti permetta di essere equilibrato
      se le cose vanno bene e pronto a ricominciare se vanno male ..poi sempre tenersi aperta una porta qui in italia...io la vedo così. ..buona giornata Milco a te e tutti i lettori
      Stefano

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  14. Mah....se si vuole fare qualcosa in un paese occorre o conoscerlo a fondo o fidarsi di un'amico o conoscente che e' dentro da anni.
    Altre strade non ne vedo

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  15. Stefano fare qualcosa a Cuba e' come giocare in borsa.
    Occorre farlo con risorse non vitali, accettare che possa andare male e non rimpiangere neanche per un secondo il fatto che le cose possano ssere andare in modo differente dai desiderata.
    In caso contrario meglio lasciare stare.

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  16. chiedo venia ho postato commento a blog in sezione risposte ad altri commenti. .
    fuori tema:sarebbe interessante Milco se un giorno ti andasse di scrivere sul tema in dibattimento tra te e Gugu Marino sul gruppo ora....quando un posto diventa di moda attira avventurieri e masnadieri di ogni genere
    stefano

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  17. Mah...per questa ragione la moderazione in un blog e' indispensabile onde non fare la fine dei forum.

    Un gruppo chiuso stile whatsapp e' un altro discorso, in quanto tutela di piu'.

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  18. "se si vuole fare qualcosa in un paese occorre o conoscerlo a fondo o fidarsi di un'amico o conoscente che e' dentro da anni.
    Altre strade non ne vedo"

    Quoto al 1000%...tutto ruota attorno a questa veritá!

    Freccia

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