giovedì 3 marzo 2016

CAMBIARE IN CORSA



Qualche mattina fa, telefonicamente, mi sono sentito con un conoscente italiano che opera su Cuba.
Abbiamo parlato di negocios e di eventuali future (ma neanche troppo) collaborazioni.
In possesso di residenza permanente si occupa, per conto di una serie di imprenditori italiani, di organizzare eventi tipo fiere, congressi ecc.
Fino ad ora questi eventi venivano svolti nei grandi hotel di Varadero.
Ora Cuba ha deciso che il tutto andava trasferito in grandi locali adibiti alla bisogna nella capitale, parliamo di oltre 4000 mq di spazio per eventuali esposizioni.
Il prezzo, al mq di spazio espositivo disponibile, e' lievitato, rispetto a quello precedente, del 50%.
Il mio conoscente ha dovuto ricontattare i suoi clienti a cui aveva gia' presentato un certo tipo di piano di spesa, comunicandogli il cambio in corsa della situazione.
Si e' “scusato” dicendo loro che “questa e' Cuba, prendere o lasciare”.
Il cambiare le regole del gioco in corsa non e' una prerogativa tipicamente cubana.
Quando abbiamo iniziato a lavorare abbiamo, metaforicamente, stipulato un'accordo con lo stato italiano.
Lavoravamo tot anni, al termine del percorso professionale avremo potuto goderci la pensione.
Durante il cammino, lo stato italiano, non noi, ha cambiato le regole del gioco numerose volte, ora dobbiamo lavorare 10/15 anni in piu' rispetto agli accordi iniziali.
Da questo punto di vista pero' Cuba e' sicuramente un monumento all'inaffidabilita'
Molti imprenditori potrebbero scrivere libri su libri, raccontando le loro disavventure nella maggiore delle Antille.
Quando si sono presentati sono stati accolti da grandi sorrisi, coperti di promesse e rassicurati della massima collaborazione da parte dello stato.
Successivamente, quando avevano avviato l'attivita', investito ingenti capitali, portato ogni sorta di materiale visto che nell'isola mancava quasi tutto, si sono ritrovati, per la piu' banale delle ragioni, in mano il foglio di via.
Ovviamente senza la possibilita' di portarsi via nulla.
Ci sono fior di aziende che, anno dopo anno, come onere di ammortamento, inseriscono nei bilanci le perdite patite durante la loro avventura cubana.
Ora pare che le cose, in parte, siano cambiate.
Cosi' ci racconta chi opera con Cuba, citando documenti ufficiali dei vari organi legislativi.
Gli stessi organi legislativi che avevano deliberato le leggi per tutelare gli imprenditori di cui raccontavo sopra...
Oggi ci raccontano che si puo' assumere il personale che vogliamo noi e retribuirlo come ci pare a noi.
Non voglio mettere in dubbio la parola di nessuno, ma mi tengo le mie brave e datate perplessita' sulla possibilita' di operare con queste modalita'.
Secondo me non mollano l'osso da cui hanno spolpato cosi' tanta carne...
Fino a quando cambieranno le regole in corso d'opera, lo stato continuera' ad entrare, pesantemente, nei vari affari in corso, i funzionari dovranno essere continuamente “unti” per riuscire a fare qualcosa, non vedo uno sviluppo del commercio estero cosi importante.
Al mio conoscente, semplicemente, ho detto di propormi quello che voleva ma nessun negocio in cui, in qualche modo, entrava lo stato.
Mi va bene lavorare coi turisti e la loro moneta pregiata.
Di uffici, funzionari, propine e ladroni assortiti non voglio nemmeno sentire parlare.

M&S Casa Particular ha aggiunto una nuova casa

30 commenti:

  1. il tema che tratti oggi è complesso,io credo pur andando a memoria di non essere nel torto quando dico che attualmente quando si parla di investimenti nell'isla bisogna fare distinzione su ciò che vale nello ZED di Mariel e quello che (per ora) vale fuori quel luogo,ora il quadro legislativo che regola quella zona e' definito del Decreto Legge n. 313/2014 e dalla Risoluzione n. 139/2014,e le risoluzioni più salienti sono :libertà di scelta su assunzione del personale(sulla carta ma io che ci sia questa libera facoltà non lo credo),esenzione dei dazi su macchinari e simili,nessuna tassazione per i primi 10anni sugli utili eventuali poi tassati al 12%..quindi fermo restando che per essere ammessa a Mariel si deve eseguire una procedura precisa e non snella con un ufficio competente cubano diciamo che li un imprenditore ha precise garanzie legislative....poi c'è quello che avviene fuori dallo Zed e qui garanzie per ora non ve ne sono...diciamo che si entra nel campo delle dichiarazioni d'intenti,si 'PENSA'' a garanzie giuridiche non ancora specificate,a incentivi fiscali e sconti sulla tassazione degli eventuali profitti,ad alleggerire la burocrazia per l’import-export di strumenti e macchinari industriali......però le aziende straniere in cambio di queste molto presunte facilitazioni dovranno accettare che per le assunzioni a Cuba sia un’agenzia statale a fare da filtro. Niente assunzioni dirette quindi,in sostanza il fare imprenditoria oggi a Cuba fuori da Mariel,che io credo debba definirsi una pillola o una prova di normalità,è perfettamente riassunto da esperienza tuo conoscente..garanzia zero..mi ripeto e mi scuso ma occhio a non confondere ciò che regola sulla carta lavoro a Mariel e ciò che (non)regola imprenditoria all'Havana o in qualsiasi altra città di Cuba...se non sei un colosso oggi a come dici tu nella nostra isola puoi pensare solo di instaurare buisness con turisti...stop..ultima cosa e finisco di tediare tutti,mi fa molto sorridere il grottesco fiorire di società di Buisness Developer ...ci sarà qualcuno serio per carità..ma la maggior parte mi paiono avventurieri all'assalto degli ingenui...o.t. ma non troppo :MA CHE PANORAMA HA LA NUOVA CASA TUA CLIENTE?DA PAURA...notte Milco
    stefano




     

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    1. Come dicevo sto' leggendo il libro di Severgnini sugli italiani all'estero.
      Per una sua indagine, nel 1990, appena caduti i regimi revisionisti nell'est Europa ha tentato di aprire un'azienda in Ungheria, comprare una casa in Cecoslovacchia e un negozio di scarpe in Polonia.
      E' impazzito, invano, rimbalzando in decine di uffici senza riuscire a combinare nulla.
      I momenti di passaggio sono cosi'.

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  2. P.s. dal 31maggio al 4 giugno si terra' all'Habana la fiera 'Cuba es moda',sarei curioso visitarla ma fino a settembre per me l'isla off limits,poi resto in fremente attesa news su apertura voli wide body e all cargo da Usa verso Cuba ,ieri era termine ultimo richiesta compagnie aeree per diritti volo,il 21 ente americano preposto darà concessioni poi ovvio compagnie aeree dovranno trattare con ente cubano aviazione...se in questo vi è una logica a breve dovrebbe decadere limitazione delle famose 12categorie di passeggeri se no non ha senso il tutto..più pessimista per il cargo li deve essere tolto embargo se no nada e poi a parte pista base Guantanamo esiste a Cuba altra pista atta ad atterraggio un aereo freighter a pieno carico?(boh...mi riservo indagare..a occhio come lunghezza il Jose Marti ci siamo ..ma rispetta tutti altri parametri?dubito..)e poi la merce va stoccata ,ci vogliono celle frigo,caveau,aree per merci pericolose etc etc e io dubito vi siano magazzini atti a ciò..che entusiasmante Cuba anche in questo..è una tabula rasa ,strutture da costruire ,personale da formare per gestirle,sarebbe una bella avventura ed una potenziale miniera d'oro se si normalizzassero tante situazioni
    ciao Milco...arrivata perturbazione artica...Cuba in questa notte al lavoro mi pare più lontana di 9.000km
    Stefano

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    1. Infatti credo che, al momento, il solo aeroporto parzialmente attrezzato sia quello della capitale

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  3. massimo gramellini

    Se non pagherai sette rate del tuo mutuo, la banca potrà portarti via la casa: la venderà, tratterrà la parte di denaro che le spetta e il resto, se ci sarà un resto, lo darà a te per comprarti una tenda da metterti sopra la testa. Lo stabilisce una direttiva europea che ha giustamente agitato i Cinquestelle. Magari l’applicazione non sarà così automatica e brutale: se il debitore moroso si rifiuta di sgomberare, la banca dovrà pur sempre ricorrere a un giudice, con conseguente dilatazione dei tempi e incertezza sugli esiti. Ma al di là degli effetti concreti, rimane il quesito di base: come fa un cittadino, non dico a provare senso di appartenenza, ma almeno a non provare disgusto per l’Europa, se ogni provvedimento che si associa a quel nome sembra studiato apposta per tutelare i più forti e vessare i più deboli?
    L’euroburocrate che ha confezionato la direttiva spazza-mutui sarà sicuramente convinto di avere agito in nome dell’efficienza economica. Nella sua testolina asettica non si sarà affacciato neanche per un attimo lo scenario di un padre o di una madre di famiglia che perde il lavoro, non riesce a pagare le rate e si ritrova in mezzo a una strada. Questo genere di pensieri può venire in mente solo a un politico, che ancora qualche relazione di interesse con gli elettori è costretto ad averla. Purtroppo l’Europa non la stanno facendo i politici e tantomeno gli elettori. La stanno disfacendo i burocrati. Ed è a loro che va sfilata, prima che finiscano di distruggerla a colpi di direttive.

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    1. A prima vista, comunque, la direttiva europea secondo me pone problemi di costituzionalità e mi spiego:
      L'articolo 2744 del Codice Civile sancisce il «divieto del patto commissorio», ossia che in caso di inadempimento del credito il bene dato in pegno non può passare nella disponibilità o proprietà del creditore in maniera diretta infatti ora quando un mutuatario non rispetta pagamento 7rate c'è tutta la procedura per cui la banca si rivolge al tribunale ,asta giudiziaria etc etc...ora è chiaro che se il decreto passa così com'è è un aiuto immenso per le banche che saltano pie' pari tutte le lungaggini burocratiche e rientrano in tempi brevi..occhio però ..le sofferenze totali delle banche italiane credo siano 200e rotti miliardi di euro e forse solo un terzo o meno è riconducibile al mercato immobiliare..il resto è fatto da regalie agli amici degli amici sotto forma di finanziamenti leciti..p.s. sarebbe bello se Gramellini prima o poi scrivesse algo sul fatto che la Borsa permetta il pagamento differito,speculatori avanti ..banche avanti...viene davvero voglia di andarsene
      Stefano

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  4. Niente lungaggini burocratiche, pochi timbri e quasi nessuno visto. I tedeschi sono liberi di viaggiare ovunque, o quasi. Il passaporto della Germania è infatti il più “potente” del mondo. È la “fotografia” dell’annuale classifica “Visa Restriction Index”, stilata dallo studio legale internazionale Henley & Partners.
    L’indice della graduatoria - realizzato incrociando i dati dell’Associazione internazionale del trasporto aereo (IATA) su 218 Paesi - si basa sul numero di Stati visitabili senza visto: nel caso della Germania sono 177. Al secondo posto si piazza la Svezia (a quota 176). Un “punto” indietro c’è una cinquina che comprende Italia, Finlandia, Francia, Spagna e Regno Unito (leader della classifica dal 2013 al 2015). Il nostro passaporto, anche se di poco, è più potente di quello statunitense. Gli Usa sono infatti scivolati al quarto posto, perdendo due posizioni rispetto allo scorso anno.
    Più si scende nella classifica, maggiori diventano le restrizioni alla libertà di viaggio. Ottenere un visto e riuscire a partire, in questi Paesi, può essere una vera e propria odissea. Sono le nazioni travolti da guerre e instabilità politiche come Sudan, Libia e Siria. Il passaporto più “debole” di tutti? Quello afghano, con cui si possono visitare solo 25 Stati. Poco prima Pakistan (29) e Iraq (30).

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    1. Una piacevole curiosità: la IATA creata subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale ha visto i suoi natali a  L'Avana,in una sala dell'hotel Nacional..strano no?
      Stefano

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  5. Aston ma Tronchetti ha preso i suoi soldi? Giuseppe

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    1. Tempo fa qualcuno, qua' sopra, scrisse di si.
      Mi tengo i miei dubbi.

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    2. Li ha presi tutti. Pagati da Slim proprietario di ETECSA. Comunque i problemi a Cuba sono simili a molti paesi, del terzo mondo. La storia che racconti del tuo conoscente, stento a crederla almeno come è stata raccontata. Molto probabilmente alcuni congressi, sono saltati, ma che non gli permettano di farli in hotel di Varadero o altri hotel, è poco credibile. Ogni convencion è sempre organizzata con un ente statale, o ministero. Sinceramente non ho mai sentito di persone con residenza permanente che organizzano queste cose, anche perchè la legge non lo permette. Ricordiamo che chi ha una residenza permanente è equiparato ad un cubano, quindi può svolgere solo lavori previsti dalla norma vigente. Al massimo può fare l' accompagnatore turistico, ma non può organizzare nulla. Cubanacan ha una sua impresa specifica per questo tipo di cose. Detto questo, se a Cuba si va a lavorare seriamente, investendo svariati milioni, solo così si lavora a Cuba, esistono come in ogni parte del mondo rischi d' impresa. Lavorare con lo Stato, è alla fine lavorare con socio, che spesso aiuta e alle volte fa qualche casino, come tutti i soci del mondo. Vero che nel 2003/2005 ci sono stati dei problemi, chiusure ingiustificate, e altro. Ma qualcuno infatti è stato cacciato.... Ora le cose sono molto diverse, si è cambiata la legge, Cuba accetta la mediazione internazionale nel caso di rotture dei patti. Poi qualcuno parla di ZEDM Mariel, consiglio di andare a vedere la cartella delle opportunità, dove ti spiegano quanto bisogna investire, parliamo sempre di svariati milioni di dollari. Fuori della ZEDM, la legge è molto simile in tutto, tranne che per le libere esportazioni e una tassazione differente.in buona sostanza entrare a Cuba come imprenditori, bisogna avere le spalle larghe. Essere organizzati, avere un esperienza nei mercati internazionali. Chi pensa di andare a Cuba e fare il piccolo "cialtrone" meglio che lasci perdere. Godevi Cuba, andate in vacanza, qualche piccolo affare da cubani ma nulla di più. Ricordo che poi esistono forme assicurative per coprire tutti i rischi, ma anche qui bisogna avere soldi e essere riconosciuti come imprenditori strutturati. Beppe

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    3. Fammi capire Beppe e te lo chiedo con la max curiosità.
      Uno straniero con Rp che viene incaricato da imprenditori stranieri, con tanto di nero su bianco,di studiare o creare o impostare un business non può farlo?

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    4. NO, allora fare il consultor de impresa, cioè consulente, bisogna essere iscritti alla camera di commercio cubana, quindi essere iscritti anche ad una camera di commercio straniera. Solo con la residenza temporale o un permesso A7 rilasciato da Cuba. Poi può al limite organizzare qualche incontro, muoversi nel territorio, ma senza alcun potere di firma e in teoria nemmeno incontrare enti cubani, in maniera ufficiale. Cuba in questi ultimi tempi, visto molti "cialtroni" che si sono presentati come consulenti, senza nesssuna capacità, ha serrato molto le porte. Beppe.

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    5. Buono a sapersi e' sempre bene essere informati

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    6. Fare il consulente a Cuba può essere un buon affare ora. Chiaramente bisogna avere i contatti e le capacità per farlo. Io consiglio di aprire una società a Panama o Bahamas, come consulenti. Poi andare a Cuba in camera di commercio e aprire l' impresa. Beppe

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    7. .....da straniero oppure con la residenza temporanea....giusto?

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    8. Si sempre con uno status da straniero. Residenza temporale oppure con visa A7, rilasciata dalle ambasciate cubane. La residenza permanente, ti equipara ad un cubano, quindi molte attività sono vietate. I rapporti con società straniere per esempio. Nel caso sono assunti da società straniere possono svolgere le mansioni, ma non possono essere i proprietari. Beppe

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    9. Stavo guardando un po' d' inviti a qualche convencion a Cuba e ho trovato questo. http://upadi.com/events/iv-convencion-internacional-de-la-ingenieria-en-cuba/ Questo è in Varadero. Credo che l' amico tuo, ti abbia spiegato in maniera un po' superficiale quello che fa e cosa gli è successo veramente. Beppe.

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    10. Fuori dallo Zed ,oltre a tassazione diversa sugli utili eventuali ed ai dazi doganali su import export non è però al momento consentito assumere liberamente chi vuoi
      stefano

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  6. hola! Cuba è una dittatura militare ed il potere assoluto sotto ogni punto di vista è in mano dell'esercito, sono loro che decidono chi e come potrà fare e che utile ( da compartir) dovrà dare. Nella zona del Mariel operano ed opereranno solo multinazionali scelte dal governo dove l'obbiettivo non è il mercato interno cubano ma le esportazioni dato che si tratta appunto di un porto logisticamente perfetto. Per i piccoli capitali ci sarà spazio solo per business legati al turismo tipo la casa di Milco oppure ristorazione e magari piccoli alberghi/residence stile rep dominicana gestiti da yuma ( ed anche li bisogna ungere chi di dovere). Poi resto dell'idea che questa fetta di negocios non destinata alle multinazionali sarà presa quasi in toto dai nativi de la florida che partono avantaggiati sotto ogni punto di vista. Non mi sembra di essere pessimista ma è la realtà. L'apertura vs el enemigo del norte non è cosa casuale il regime ha disperato bisogno di capitali per dare lavoro a tutti gli statali che dovranno ancora licenziare per mantenere il potere deve cercare di aprirsi un minimo. Comunque meglio stare radenti e le persone fisiche i soldi sull'isola se li spendano para gozadera. chao Enrico

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  7. Credo che il possimo passo sia la liberizzazione per tiendas di prodotti vari.
    Se pero' l'unico grossista sara' lo stato allora tanto vale neanche pensarci.

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  8. come ora chi gestisce il mercado al por mayor è sempre lo stato che detta poi i prezzi facendo il suo "libero mercato" , per i piccoli mi sembra una battaglia persa oppure si fa qualcosa come hai fatto tu ovvero si integra quello che arriva da altre parti. Enrico

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  9. Mah...io quello che dovevo fare in terra cubana, per ora l'ho fatto.
    Ora opero coi turisti che alla fine rappresentano sempre la soluzione migliore.

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  10. Santa Fè- Mai dire mai!I Rolling Stones hanno aggiunto alcune date al loro tour dell’America Latina, inclusa un appuntamento a Cuba. La band suonerà uno show gratuito che hanno chiamato Concert for Amity presso la Ciudad Deportiva de La Havana, il 25 marzo. È la prima volta che una band inglese annuncia un concerto sull’isola.

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  11. Con l'A7 si possono normalmente incontrare enti cubani e le maggiori società ...fare visite commerciali etc non si può firmare però nulla . assumere direttamente cubani impossibile, bisogna fare contratto con agenzia statale che mette a disposizione "profili" ad un costo occidentale. A cui poi aggiungere dei soldi extra da dare al cubano per incentivarlo altrimenti dove vuoi che vada con 30cuc . Lo straniero che vuol fare il consulente non saprei. Detto questo la maggior parte delle visite di lavoro é fatta oggi col turistico, ottenere visti tipo A7/D7 al consolato di Milano é un disastro (un'assurdita poi dover fare la coda con chi rinnova il passaporto o fa l'invito per la novità, dovrebbero recapitarlo per posta) . Confermo infine la quantità di improvvisati nostrani che "fanno business" a cuba. Mat.

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  12. Santa Fè- Giusto per iniziare bene la giornata: https://www.youtube.com/watch?v=l6iLBCsLG9E&list=PLjXEQm7s_SUQbsRM6WGALwsV7HYvTDTO9&index=3

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