mercoledì 9 marzo 2016

DONNE



So che ci sono parecchie cubane in....ascolto, non vorrei essere frainteso e/o male interpretato.
La mia e' solo un'opinione, che vale come quella di chiunque altro, ne' piu' ne' meno.
Vivendo, sia per motivi professionali che per stile di vita, a contatto diretto con tanta gente, ho la possibilita' di ascoltare le opinione di molte persone.
Mi piace ascoltare, dovremo tutti imparare di nuovo a farlo di piu', invece di ficcare il naso ovunque e disquisire di argomenti su cui non sappiamo un'amata cippa.
Una delle affermazioni in cui mi sono spesso imbattuto e' quella riguardante l'arte amatoria delle cubane.
In soldoni vengono sperticatamente lodate le capacita, vere e/o presunte, delle cubane en la cama.
Avendo girato il mondo vi posso dire che ho sentito discorsi simili sulle greche, le spagnole, le americane, le russe le kazake, le thai, le dominicane, le seychellesi, le abitanti delle Turks and Caicos e persino le maldiviane.
L'erba del vicino e' sempre la piu verde e...appetibile.
Parto dalle esperienze personali, per poi allargare il discorso a livello generale.
16 anni di Cuba sono tanta roba.
Credo di aver frequentato ogni tipologia di fanciulla possibile, di ogni colore, carattere, provenienza sociale, tamagno, cultura e ceto immaginabile.
Ho trovato macchine da guerra e camas fija, gente che meritava e donne da niente.
Diro' una banalita', ma anche a Cuba c'e' gente che il sesso lo sa fare ed altra che non imparera' mai.
Lasciamo stare i discorsi economici, che nel contesto di questa discussione non ci azzeccano nulla.
Il sesso, almeno per me, e' una questione di testa prima che di fisico.
Ci sono state volte in cui ero coinvolto, fosse anche con una conosciuta un'ora prima, e allora ci siamo davvero divertiti, ed altre in cui....ho bollato la cartolina, le cose sono andate in un'altra maniera.
Col tempo e le rughe sotto gli occhi si impara che questo vale anche per le donne.
Se sono coinvolte, al di la di ogni discorso economico, allora si e' in due, altrimenti c'e' il rischio che non si tolgano neppure l'orologio.
Oggi ho un compatto numero di amiche che integro nei viaggi, anche perche' le vicende della vita portano le persone a muoversi o a cambiare di condizione.
Amiche con cui ci si diverte, si parla di figli, lavoro, politica, situazione del paese, situazione italiana.
Arrivo a dire che il sesso e' oramai un contorno rispetto a queste altre cose.
Donne fatte o ragazze in gamba, che a letto sanno il fatto loro ma che hanno anche il piacere di frequentare chi le rispetta, le soddisfa, magari nelle faccende della cama non e' sceso dalla montagna con la piena e che, alla fine della festa, fa anche quello che si deve fare in modo giusto e corretto.
Non c'e' nulla di peggio di una che sta' con te solo perche' ci deve stare...a questo punto del mio percorso questa e' una situazione che oramai evito.
Questo per quanto riguarda me...
Se devo allargare il contesto, dovrei tirare di nuovo fuori il solito discorso sul quanto uno abbia frequentato le donne prima di sbarcare a Cuba, di quante e quali possibilita' abbia di frequentarle nel bel paese fra un viaggio e l'altro.
Amici miei le donne sono tali ad ogni latitudine....i gesti...quelli che contano sono sempre gli stessi, sia che una sia nata a Pozzallo piuttosto che a Buenaventura.
Una donna che, mentre parli ti guarda fisso e gioca coi suoi capelli ti lancia un messaggio, sempre lo stesso, sia che tu ti trovi alle Cantine Risso a Torino piuttosto che al Ranchon de Las Tunas.
Le donne parlano coi gesti, se si e' in grado di interpretarli si e' gia' ben oltre la meta' del guado.
Io la penso cosi'
M&S Casa Particular ha aggiunto una nuova casa.

36 commenti:

  1. Concordo in pieno su tutto, nulla di peggio di chi sta con te solo per necessità.. male per lei e per te...solo che ci vuole esperienza per capirlo e molti poco abituati a frequentazioni femminili ....ma discorso già fatto...ci vuole complicità ed affinità ...ad essere eccitato deve essere prima di tutto il cervello poi il resto , solo così si sta bene..anche io se non provo simpatia e curiosità verso la persona sia a Cuba che in Burundi o Galapagos desisto dall'approfondire conoscenza d'altronde non sono più ragazzino..ho bisogno di stimoli superiori..comunque pour parle' a mia personalissima impressione le donne cubane non le trovo sessualmente eccezionali..sono però eccezionali nel contorno e cioè nel farti sentire il loro re e nell'affetto che ti danno (vero o presunto)..io trovo che en la cama russe, lituane, brasiliane abbiano marcia in più ...ma con loro non ti senti importante come è capace farti sentire una cubana
    ciao Milco, buonanotte
    stefano

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    1. Mah....secondo me il sesso e' sopratutto una questione di testa, questo gli anni mi hanno insegnato.

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    2. Proprio così, il sesso è testa, l'amore è cuore e testa, e secondo me il sesso senza amore, e viceversa, no sirve, però parlo di relazioni sentimentali stabili, non di avventure da una notte.

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  2. O.t.:qualche giorno fa ho visto tua nuova cliente una bella casa della Isla della Juventud, innanzitutto complimenti per aver raggiunto un lembo di Cuba assai poco conosciuto...da sempre un mio sogno Nueva Gerona...ciao caro
    Stefano

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  3. Santa Fè- Dopo questa analisi condivisibile, sulla fiducia perchè non ho conosciuto cosi tante ragazze di luoghi diversi, a questo punto sorgono dubbi sulle lodi che ci tiriamo addosso come amatori raffinati rispetto a russi, tedeschi, francesi e cubani.

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    1. Dciamo che, forse, siamo piu' attenti ai particolari

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  4. Proprio vero le donne sono donne dappertutto,cambierà la mentalità per come sono cresciute,ma rimangono sempre le stesse,giusta analisi.paolino.

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    1. Molti uomini non lo capiscono, probabilmente perche' ne hanno "viste" poche

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  5. L’infermiera svizzera usa le parole con parsimonia professionale. «Come preferisce assumere il farmaco?». Gli occhi di Susanna Zambruno Martignetti, posati inquieti e neri sull’enorme lago che si stende oltre la finestra, si fanno all’improvviso piatti per intrappolare le emozioni. Qual è l’alternativa? «Può berlo, oppure posso farle una flebo». Susanna, che da 25 anni combatte con la sclerosi multipla, dice: «La flebo». L’infermiera le fa firmare un foglio e si allontana. «Vado a Lugano, compro il farmaco e torno». È il penultimo atto del rapido protocollo dell’eutanasia. Un minuetto preciso, apparentemente pulito - un accordo tra adulti consenzienti - che consegna ogni singola responsabilità legale e morale a chi ha scelto di morire, vietato in quella prateria bruciata dei diritti individuali che è ancora il nostro Paese, possibile appena dieci chilometri oltre il confine, dove, partendo dall’acqua, la linea dell’orizzonte si alza vertiginosamente sulla cima delle montagne per poi confondersi in un cielo luminoso e sterminato. Il mondo alla sua massima potenza.
    Dove trova la forza per andarsene in un giorno spettacolare come questo?, le avevamo chiesto poche ore prima, nella sua casa di Torino. E Susanna, 56 anni, un’età nella quale si avrebbe ancora diritto di attendere la morte con stupore, aveva risposto pescando le parole in fondo alla pancia. «La trovo perché ho deciso». Poi, dopo una lunga pausa aveva aggiunto. «L’Italia costringe chi è schiavo della malattia a scappare come un ladro se vuole farla finita. Lo costringe a spendere un mucchio di soldi - a me sono serviti 13.000 euro - perché le tasse che paghiamo qui non sono sufficienti a garantirci un’uscita di scena dignitosa».
    LA DOLCE MORTE
    Corso Fiume, a pochi passi dal Po e dalla Gran Madre, appartamento elegante e silenzioso. Susanna Zambruno Martignetti, ex assicuratrice di famiglia ebraica, ha passato la sua ultima notte dormendo male. Si è svegliata prima dell’alba di questo lunedì 7 marzo e non è più riuscita a chiudere occhio. «Eppure, apparentemente, non mi sento agitata». Sono sempre stati gli altri ad andare da lei piangendo. «Io resisto. E in genere li consolo. Da più di un anno la vita mi fa orrore. Ma sto facendo la cosa giusta ed è per questo che l’ho fatta chiamare. Per offrire la mia testimonianza estrema, anche se la politica capirà quello che dico solo tra 20 anni». Non è né arrabbiata né delusa. Solo stanca. E ha un progetto da portare a termine. Il suo.
    Chiama Maria, la donna che da troppo tempo le fa da braccia e da gambe, e le chiede di infilarle i vestiti. «Da sola non posso fare più nulla». Sceglie un maglione rosso e nero per congedarsi. E dei pantaloni marroni di velluto. Ha un corpo sottile, che non le dà più retta, i capelli neri e il viso scavato, sofferente, eppure ancora bello, disegnato bene, capace di sorridere con larghezza. «Un anno fa ho cercato di suicidarmi con i farmaci......

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  6. ......Mi hanno portato alle Molinette e lì mi hanno salvato. Un’infermiera mi ha detto: lo sa che siamo bravi. Ho capito che aveva ragione». Così ha organizzato il piano B. Internet, la Svizzera, la buona morte. Tutto per conto suo. Suo marito Damiano, che sta con lei da trentasei anni, le ha detto: non lo fare. Suo figlio Davide, che ha 25 anni e studia da grafico, le ha detto: mamma ti prego, no. Lei li ha guardati con tenerezza e ha risposto a entrambi: «Certo che lo faccio. Senza attendere che la malattia lo faccia per me, ma solo dopo avermi schiacciato dentro questo corpo che mi fa male». La sclerosi l’ha attaccata poco prima che nascesse Davide, quando ancora sciava, giocava tennis, andava in barca, guidava la moto e con Damiano ascoltava Bowie e «I Will Survive» di Gloria Gaynor. È andata diversamente.
    La gravidanza ha fatto esplodere il male, come se la vita con una mano le consegnasse il senso più profondo di sé e con l’altra cominciasse a toglierglielo. «Sono stati 25 anni difficili. Ho guardato la mia esistenza senza poter partecipare. Come un’anziana. Mi sono indurita. E ora l’unica cosa che mi dispiace è lasciare del dolore. So che Damiano e Davide soffriranno. Ma questa è una cosa che faccio per me, non per loro». A tredici anni aveva festeggiato il bat mitzvah, la festa con cui le donne ebree entrano nella maturità, decidendo di consegnare a Dio il proprio percorso terreno. È cambiata piano piano. «Credo che non ci sia nulla oltre la vita. E questo nulla un po’ mi dà fastidio. Ma non mi spaventa. Nessuna religione, d’altra parte, consente il suicidio, no?». Nella sua testa ha sistemato ogni cosa. Davide, che è un ragazzone buono e di talento, le dice: mamma è l’ora, è arrivato l’autista. E sembra un cucciolo di cerbiatto che ha messo una zampa in fallo. Si controlla sapendo bene che le sue lacrime arriveranno lentamente. Sono le dieci del mattino.
    L’ULTIMA FLEBO
    Susanna vorrebbe andare da sola. Ma Damiano e Davide non ce la fanno a lasciarla così. La seguono. E con loro Silvana,la sorella di Susanna, Sara, la fidanzata di Davide, quattro amici fedeli, la sorella di Damiano. Un cordone impotente d’affetti. L’autista sa che la meta è vicina a Lugano, ma non conosce i motivi del viaggio. Lo fanno fermare lungo uno stradone davanti a una casa su tre piani che guarda il lago. Un cubo di cemento grigio arredato in modo accogliente. Il salotto. La macchina per il caffè. Un letto spazioso. Susanna si apparta con un medico venti minuti. È sicura, signora? Mai stata più sicura di niente. Ultimo atto. Alle 15,30 l’infermiera torna con il farmaco, lo inietta nella flebo. Gli occhi di Davide si sgretolano, quelli di Susanna si chiudono. È stato bello conoscervi.
    Silvana attraversa la strada ancora piena di neve. Entra in un bar e si offre un bicchiere di rosso alla salute della sorella. «Lo so che ora stai meglio». E si volta a guardare la casa davanti al lago come se stesse osservando un paesaggio lontano.

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  7. Le donne sono un mondo misterioso, conoscerle non e' facile. Ste

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  8. hola! sono d'accordo conte tutto il mondo è paese. Quello che mi intrippa di più delle cubane è la varietà etnica e la cubania che anche in questo caso le distingue da tutte le altre. Non nego che restano il motivo principale delle mie trasferte sull'isola dal 2004. e tu Milco partirai tra poco veras? chao Enrico

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  9. Ecco la varieta' cromatica ha il suo bel valore...
    Ma si...due piccole settimane...

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    1. Santa Fè- Ascoltando il mitico Benny More (https://www.youtube.com/watch?v=XEYWHh5drSY) ,che ha avuto una relazione con la buonanima della nonna di mia moglie.., mi è venuta voglia di visitare la citta di Cienfuegos nella prossima tappa, hai avuto modo di visitarla e se si ne vale la pena? poi per quanto riguarda un piccolo investimento immobiliare saresti più propenso per Baracoa o Guantanamo? Avendo la parte di famiglia anche a Santiago (Boniato) vorrei pensare a qualcosa laggiu ad oriente, giusto un punto appoggio.

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  10. Cienfuegos merita sicuramente una visita.
    Se l'investimento e' per te....fallo dove meglio ti trovi.
    Se invece vuoi farlo per una renta allora, al di fuori della capitale, direi Cienfuegos, Trinidad e Varadero.
    Questo ci sta' insegnando M&S CASA PARTICULAR CUBA
    A oriente direi Baracoa anche se arrivarci non e' comidissimo.

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  11. Tutto il mondo è paese, e la cosa che mi manda più in bestia sono le italiane, che pensano che gli uomini vanno a Cuba (così come in RD, in Thailandia, ecc) perchè le donne sono più facili, questo mi fa incazzare tantissimo, primo perchè TUTTE le donne sono esseri umani e vanno RISPETTATE, secondo perchè sono "uguali" ad ogni latitudine, terzo perchè le prime donne facili sono proprio le italiane, e guarda caso ci sono fiumi di giovani donne e avvenenti milf del belpaese che riempiono gli aerei per andarsi a divertire col macho cubano e latino....detto questo penso che il calore caratteriale, di vita, lo spirito, la simpatia, l'energia, delle donne latine non lo cambio con nessuna donna al mondo, ognuno e ognuna è libero di fare quello che vuole, e comportarsi come meglio crede, purchè ci sia sempre RISPETTO RECIPROCO, e non si giochi coi sentimenti delle persone, soprattutto delle persone che per sfortuna sono nate in un paese dove per vivere si fa molta più fatica dell'Italia e dei paesi benestanti, e qui si aprirebbe il discorso di molti uomini sfigati che nei loro paesi non li caga nessuno, che vengono rifiutati anche dalle prostitute, poi solo perchè hanno cento cuc in tasca pensano di andare ad umiliare, illudere, le donne cubane, e mancargli di rispetto, questo mi fa incazzare ancor di più.

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    1. Diciamo una cosa.
      Se uno esce solo una sera in Italia ha moltissime possibilita' di ritornare a casa solo.
      A Cuba e' possibile che la situazione sia differente.

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    2. Santa Fè-Hahahaha una risposta secca secca ma che rende bene l'idea.
      Da che mondo è mondo quando uno parla di Cuba e Thailandia non si può che pensare che alle Cattedrali e ai Mausolei :)

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    3. Ma perché , c'é altro en la Isla ? :-)

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  12. Polvere di Las Tunas (Graus Editore) di Marco Martone offre il ritratto di una Cuba inedita, fatto di istantanee che l’autore ha catturato durante i vari soggiorni nell’isola caraibica. Un racconto di viaggio, frutto di emozioni cresciute dopo tanti anni a Las Tunas vissuti tra sensazioni contrastanti, vento, polvere, strade chiassose, solcate da carretti trainati da cavalli o da enormi camion, al cui interno decine di persone viaggiano pazienti verso il lavoro nei campi.

    “Las Tunas sembra immobile, senza scossoni. Qui il progresso fa fatica ad arrivare. Prima o poi accadrà e allora carretti e polvere segneranno il passo, lasciando spazio ad auto e strade asfaltate. Ma non sarà più la mia città”.

    Lino Zaccaria, presidente del Corecom, ha curato la prefazione del libro: “Sulla polverosa Las Tunas, Martone scatta con l’occhio curioso e indagatore del cronista di razza mirabili flash di vita quotidiana, descrive il rito natalizio del maialino, il clima dominato dai rimi musicali cubani, l’esuberanza de las chicas. Lo fa con quell’aria disincantata, che mostra a sprazzi persino ingenuo stupore e che si traduce in ardente vena di giudizio”.

    L’autore

    Marco Martone è nato a Napoli il 30 marzo 1966. Direttore del quotidiano online “Scrivonapoli.it”, ha lavorato presso testate nazionali e regionali, tra cui “Il Mattino”, “AdnKronos” e “La Discussione” oltre che Canale 21, Videocomunicazioni, Tele A, Telelibera 63 e Radio Punto Zero.

    All’evento parteciperanno Lino Zaccaria, presidente del Corecom e Alessandro Senatore, presidente dell’Istituto di Cooperazione e Sviluppo Italia – Cuba. A moderare l’incontro sarà il giornalista Espedito Pistone. Durante la presentazione l’attore Diego Sommaripa leggerà alcuni passi del libro.

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  13. Un giorno dovremmo parlare degli uomini italiani che vanno a Cuba invece, che vanno a Cuba solo per le donne....ci faremmo mille risate sulla maggior parte di loro.

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    1. Occhio che potremo trovarci a ridere di noi stessi che, detto per inciso, male ogni tanto non ci farebbe.
      Mai prendersi troppo sul serio...

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    2. Sicuro Milco, ma almeno siamo noi a ridere di noi stessi, non ci ridono dietro altri, come accade per molti.

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    3. Questo è vero.
      Sotridere e non ridere...

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  14. mi piacerebbe avere la bella penna di P.J.Guitierrez per descrivere la sensazione che provavo quando mi trovavo en la cama con una chica flaca, ma tanto carina che i miei amici Albertino e Raoul avevano ribattezzato la liquirizia per via del colore della sua pelle. P68

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  15. Flaca?
    Bah....se attorno all'osso non c'è ciccia non è divertente

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  16. un anguilla ah ah P68

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  17. Ale'....primo cambio di operativo
    Parto alle 18 e arrivo a Holguin alle 3 di notte...
    Vamos bien...

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  18. Ueila Pedro , como anda ?
    Parece que la prieta te volviò loco , eh ? :-)
    Ti riferisci a quella che c'hai fatto conoscere a Valeggio ?

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    1. no una negrita che c'è stata più o meno in quel periodo..p68

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  19. Le due cagne della nostra vicina sono in calore...abbiamo il figlio peloso che é fuori come un balcone...credo che tra poco si monterá anche il tavolo...

    In fondo animali ed alcuni esseri umani non sono poi cosí diversi...

    Freccia

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