mercoledì 6 aprile 2016

TERZANI,LA CINA...FORSE CUBA

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Durante quest'ultimo viaggio, fra gli altri libri, ho avuto il piacere di leggerne uno molto bello di Tiziano Terzani.
La Porta Proibita.
Avevo gia' letto di suo “In Asia” e “Un indovino mi ha detto”.
Il libro parla della sua unica esperienza di 4 anni in Cina.
Cittadino italiano, ma corrispondente per un'importante giornale tedesco.
Quelli bravi ce li facciamo sempre scappare.
Parliamo dell'inizio degli anni 80', dopo la morte di Mao e la follia succeduta alla Rivoluzione Culturale quando, alla “banda dei 4”, (fra cui la vedova di Mao) venne appioppata ogni nefandezza fatta nel paese dalla Rivoluzione in poi.
Il paese era governato da Deng, il primo vero riformatore senza il quale, con ogni probabilita', la Cina attuale non sarebbe la grande potenza che e' diventata.
Terzani riesce, grazie all'appoggio di 2 ambasciate, a vivere in Cina per 4 anni, in periodi dove non era consentito quasi a nessun straniero girare impunemente per il paese.
E' un libro caustico, dove l'autore critica la spinta verso la modernita' del paese a scapito delle tradizione, senza compendere che oltre un miliardo di cinesi avevano necessita' di uscire dal medio evo in cui Mao li aveva cacciati.
In molti brani del suo racconto mi sembra di leggere un qualcosa che parla di Cuba.
Da un lato una fortissima critica nei confronti del passato, ma dall'altro altrettante critiche nei confronti di cio' che la Cina iniziava a diventare.
Atteggiamento tipido di chi puo' permettersi di essere idealista, riceve ogni mese un lauto compenso per le sue prestazioni e ha un paio di passaporti in saccoccia.
Mi ricorda l'atteggiamento di molti “Compagni”, che pontificano su Cuba, sul fatto che debba resistere, mantenersi dura e pura e non mollare un metro nei confronti dell'ex colonia britannica.
Ovviamente questi “compagni” non sono mai entrati in una tienda cubana in mn, ne hanno mai dovuto vivere con 15 euro al mese.
Come dicono quelli che hanno studiato, fare il frocio col culo degli altri e' ancora una cosa di cui e' difficile fare a meno.
L'astio di Terzani nei confronti dei Comunisti e' dovuto al fatto che, dopo un'articolo in cui accusava la Cina dell'invasione del Tibet, fu arrestato e “rieducato” per un mese, prima di essere espulso senza tanti complimenti.
Torno' in Cina un paio di volte in modo semiclandestino, era nel paese ai tempi di Tienanmen.
Anche in quel caso sbaglio' le previsioni, disegnando per il paese un futuro a tinte fosche.
Purtroppo questo grande giornalista, a cui uno come Quirico non potrebbe neanche pulire le scarpe, ci ha lasciati spegnendosi nella sua amata Toscana.
Sarebbe interessante sapere cosa direbbe oggi di una Cina gigante del mondo, con capitali immensi da investire e dove la gente ha visto, di parecchio, salire il suo livello di vita.
Magari capitera' lo stesso per Cuba, anche se occorre dire che, per cultura del lavoro, i cubani non sono certo i cinesi.
Pero' potrebbe accadere, come e' accaduto per Terzani, che tutte le jettatorie previsioni sulla Cuba del domani che leggo e che sento profetare da parte di piu' o meno illustri personaggi, si rivelino una cantonata colossale.
Magari Cuba sapra' disegnarsi un futuro roseo e prospero, alla faccia di corvacci del malaugurio e di gufi che si sentono in dovere di dire la loro.
Certo parliamo di due paesi completamente differenti per cultura, potenzialita', tradizione, predisposizione alla crescita e vastita' del territorio.
Pero' se si e' sbagliato uno come Terzani che esattamente un pirla non era, perche' non si possono sbagliare le cassandre e gli avvoltoi che svolazzano sopra la nostra amata isola?
Al futuro l'ardua sentenza.

14 commenti:

  1. federico guerrini

    WhatsApp ha annunciato di aver introdotto la crittografia da server a server per rendere i messaggi che transitano sulla piattaforma a prova di hacker. Cosa significa? Che i testi inviati viaggeranno cifrati dal momento in cui vengono composti sul dispositivo del mittente fino a quando giungeranno al destinatario. Solo allora verranno decriptati per renderli leggibili.
    In questo modo, in teoria nemmeno lo staff di WhatsApp sarà in grado di accedervi, non possedendo le chiavi di cifratura. Ma attenzione: per il momento la novità riguarda soltanto la versione per Android dell’applicazione e non si applica ai messaggi di gruppi, alle foto e ai video. Una versione per iOS è in lavorazione, ma non si sa ancora quando sarà pronta.
    La criptatura dei messaggi di Whatsapp è una rivoluzione che riguarda circa 600 milioni di utenti, iniziata sei mesi fa, proprio in coincidenza con l’acquisto dell’applicazione da parte di Facebook. Un altro segnale concreto, dopo l’implementazione di algoritmi di sicurezza sull’iPhone e la cifratura delle connessioni a Gmail, del rinnovato impegno delle multinazionali tecnologiche americane per recuperare le credibilità in materia di tutela della privacy degli utenti, persa dopo le rivelazioni di Snowden.
    Con la differenza che altri provvedimenti hanno più che altro una funzione rassicurante: rimane sempre possibile per i servizi segreti americani (o di altri paesi) chiedere a Apple o a Google di poter accedere a contenuti riservati. In questo caso, però, il monitoraggio appare un po’ più difficile, dato che nemmeno WhatsApp disporrebbe della chiave di cifratura.
    Sul piano tecnico, dietro il nuovo sistema di crittografia end-to-end utilizzato da WhatsApp, c’è la tecnologia sviluppata da Open Whisper Systems, un’associazione no-profit che già ha ideato il popolare protocollo di messaggistica TextSecure, usato finora però per lo più soltanto da smanettoni ultra sensibili al tema della privacy.
    Sul piano ideologico, dietro la svolta sembra esserci anche la particolare esperienza di vita del fondatore di WhatsApp Jan Koum che, cresciuto nell’Ucraina degli anni ’80, quando il paese ancora faceva parte dell’Unione Sovietica, è comprensibilmente insofferente di tutto quanto ha a che fare con la sorveglianza delle persone. Criticato al momento della vendita del prodotto a Facebook, aveva giurato che non sarebbe cambiato niente, e che avrebbe difeso i propri valori. Pare che abbia mantenuto la parola.

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  2. Tutti per Maxi Lopez. Non solo i tifosi granata, che lo hanno applaudito a scena aperta oggi pomeriggio alla Sisport alla fine dell’allenamento, ma anche la troupe de «Le Iene» che è venuto al campo di allenamento del Toro dopo il particolare saluto al «rivale» Icardi prima della vittoria sull’Inter. Inevitabilmente al centro dell’attenzione c’è proprio l’attaccante argentino, migliore in campo a San Siro e tornato protagonista dopo aver collezionato panchine e polemiche per il suo peso «maxi». Con due assist ha deciso la sfida di domenica sera ed ora si candida a tornare protagonista all’Olimpico contro un’altra squadra nerazurra (l’Atalanta).
    L’aria alla Sisport era più leggera dopo la vittoria contro l’Inter e, grazie all’allenamento a porte aperte, un centinaio di tifosi ha premiato gli uomini di Ventura con applausi e incoraggiamenti. Giampiero Ventura ha fatto svolgere lavoro atletico e poi una partita a ranghi misti. In gruppo si è allenato regolarmente Maksimovic, assente nell’ultima partita, mentre Acquah ha fatto un lavoro differenziato e può recuperare per la prossima sfida. Qualche problema, invece, lo denuncia Acquah: per un affaticamento al polpaccio destro ha fatto un lavoro personalizzato con il preparatore atletico Innocenti.

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  3. Ce li vedi i cubani lavorare 18 ore al giorno come i cinesi? Ste

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  4. hola! paragone improponibile tra i due paesi, spero che il futuro de la isla migliori e sicuramente sarà così ma al tempo stesso molte delle cose che ci hanno portato a preferirla negli anni cambieranno come la sicurezza, la tranquillità, quel senso di essere fuori dal mondo che ci affascina, ci sarà più criminalità, droga etc tutto fa parte del cambiamento. Una cosa in generale difficile da far digerire ad un popolo ignorante come gli itagliani convinti che questa latrina sia il centro del mondo e che non sanno nemmeno il significato della parola globalizzazione. Poi a cuba l'europeo gode ancora di una certa esclusiva che andrà a perdere del tutto. chao Enrico

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    1. Che molti italiani siano ignoranti siamo tutti d'accordo, che lo sia un grande percentuale di quelli che frequentano Cuba, anche, soprattutto tra gli anziani che la frequentano per lunghi periodi e da parecchi anni. Non sono d'accordo pero' nel dire che l'italiano diciamo "medio", cioe' serio, corretto, sincero e intelligente ( e ce ne dono tanti ) non avra' futuro a Cuba. In generale noi italiani siamo simpatici ai cubani e, per esperienza personale, anche agli altri popoli. Non ci sentiremo piu' onnipotenti, e questo lo trovo giusto, ma credo che potremo comunque continuare ad avere le nostre piccole soddisfazioni. E me lo auguro, naturalmente. - YUMA

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    2. Forse è vero ma a patto di cambiare atteggiamento.
      Almeno a Tunas abbiamo ampiamente rotto i coglioni

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  5. La festa è abbondantemente finita....probabilmente ne parlo domani

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  6. Io dico sempre che a Cuba miglioreranno delle cose e ne peggioreranno altre,ma la sostanza che è e rimanga un paese povero,per me rimane una certezza,è un paese centro sud americano e come tale rimarrà pari più o meno ai suoi vicini paesi simili,purtroppo.

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  7. Bisogna aspettare il congresso, poi le cose saranno più chiare. Devo darti ragione, molta gente parla, senza sapere, come un cubano oggi riesce a soppravivere. L' altro giorno parlando con un po' di capocce cubani, qui in Italia, per affari dicevano che ora i problemi sono tanti e la gente li sta percependo molto male. La presidente di una delle imprese più grandi di Cuba, ha fatto un grande ragionamento- cosa impossibile solo 6 o 7 mesi fa sentire certe cose da una altissima burocrate di Stato- "la gente a livello psicologico, sta soffrendo di più che nel periodo especial" segue dicendo che Loro si sentono responsabili e devono dare risposte concrete e certe. Davanti a certe affermazioni fatte da una cubana, fa molto pensare. Beppe

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  8. Il problema e' che nell'ultimo anno del quadriennio presidenziale il congresso legifera poco.
    Anche questo non mal studiato dai padri fondatori dell'Unione.
    In questo modo chi lascia non puo' fare danni che scontera' chi entra.
    Non e' ancora in programma una riunione congressuale per parlare del bloqueo.
    E' un processo irreversibile, piu' assaggi il benessere piu' ne vuoi assaggiare.

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    1. è proprio il benessere, il consumismo ancora appena percepito che non farà resistere il popolo. Ora non basterà più il ferreo controllo interno , ora anche chi lavora col turismo, chi riceve rimesse dagli usa, chi vive lavorando per il governo ( non mi riferisco ai commessi de las tiendas ma a los chivatos che sono quelli che mantengono il regime) non vuole più stare a Cuba perchè è l'unico paese al mondo dove anche con il budget giusto non si riesce a trovare quello che si vuole e non parlatemi del mercado negro che si alimenta di prodotti rubati dai magazzini di quello statale. Ora che siamo alla fine del populismo in sud america ed il venezuela è finito non c'erano alternative, ma il regime vuole solo i soldi per migliorare leggermente la situazione mantenendo il controllo assoluto. Il fatto che cuba sia un isola è stata la fortuna del castrismo ma sarà anche la causa della sua fine. Personalmente prevedo uno scenario di miglioramento socio/economico con "nuovi" nomi al potere ( vedasi diaz-canel, mariela castro ). chao Enrico

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  9. Occhio che le rimesse finiranno e prima o poi questi dovranno iniziare a lavorare sul serio.
    Altro che resaca....

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