mercoledì 11 maggio 2016

CIBO...DI CASA


 
In questi ultimi anni, con la visa familiar, ho potuto finalmente dare un po' di quiete alla mia barriga, maltrattata da quasi 3 lustri di paladar, locali cubani, cibo in case de renta, chioschetti e altre cose simili.
In media, una vacanza si ed una no Montetzuma, il maledetto Montetzuma, veniva a trovarmi.
Forse sono un po' fighetta di stomaco, forse sono troppo abituato ad un'alimentazione tutto sommato regolare, ma non c'era verso, o entero germina, che tenesse.
Vuol dire rovinarsi, ad andar bene, uno o due giorni di sudata e sospirata vacanza.
Da quando, invece, mangio in casa, siamo oltre i 2 anni, non ho mai piu' avuto un solo giorno di....problema.
Il problema reale e' che a Cuba....i Nas non esistono.
Da noi, bene o male, esiste la scadenza per ogni prodotto, se un ristorante rifila carne....un po' frolla e qualcuno sta' male, ci possono essere conseguenze sgradevoli per il proprietario del locale....e via discorrendo.
Sull'isola le cose sono un filino piu'...easy.
Nei paladar, anche se la carne non e' piu'...di primo pelo, te la rifilano lo stesso tanto “nulla sopravvive ad una buona cottura”.
Dicono loro.
Ricordo una volta, in uno dei ristoranti che a Tunas va per la maggiore e dove andavo spesso a cena, di aver mangiato una chuleta e poi di essere stato male 2 giorni.
Del pesce ne vogliamo parlare?
Ho imparato che a Cuba, il pesce o si mangia col mare a vista, facendo attenzione che il pesce non venga tirato su da un surgelatore, o si acquista lontano dal mare ma da una persona di assoluta fiducia, uno che ci garantisca che il pesce non e' morto di vecchiaia.
In caso contrario...meglio lasciare perdere.
Anche in citta' trovi chi ti vende camarones y langostas...ma e' roba congelata, poi scongelata, poi di nuovo congelata per poi essere ancora scongelata.
Lo stomaco, almeno il mio, non gradisce tutto questo.
Quindi e' rarissimo che mangi pesce lontano dalla battigia.
Alla feria la domenica mattina c'e' la possibilita' di trovare del pesce sufficientemente fresco ma non sempre...
Mangiare in casa, dicevo, mi ha risolto il problema.
Mangiamo tutti insieme, la carne de puerco arriva da una finca vicino a Las Parras, fuori citta', vicino a dove il boss...bosseggia.
Il pollo e' quello che mangiano quasi tutti i cubani, quello brasiliano, oppure quando arriva la suegra, quello dell'aia della finca vicino a Colombia.
Il tacchino arriva dalla stessa finca da dove arriva il puerco.
Abbiamo la nevena, quindi anche se arriva un pernil enorme, quello che non si consuma subito si congela e il problema e' risolto.
Il pesce, solitamente, lo porto io quando vado al mare, torno bello carico di pescado fresco che poi mando a cucinare in un forno vicino a casa, cosi' ci togliamo anche lo sbattimento.
La verdura la andiamo a prendere al mercato fresca, cosi' la frutta, meno il mango, visto che abbiamo la mata nel patio.
L'acqua e' quella giusta.
Il problema puo' nascere quando ci si ferma in giro a mangiare porcherie, dopo qualche esperienza passata non esattamente esaltante ho eliminato decisamente questa variabile.
L'olio che viene usato per friggere una volta poi si butta, non lo si ricicla 10 volte come si fa, per motivi ovviamente economici, in mille case cubane.
Anche coi dolci ci vado calmo, se proprio devo mangiarne evito merengue o altre paste fatte con creme piu' inquietanti di quella della famosa LUISONA, di Benniana memoria.
Le loro torte colorate e dolcissime non le prendo neanche in considerazione.
Resta il fatto che da quando mangio in casa non ho piu' avuto problemi, non penso proprio sia un caso.
Credo che ognuno di noi debba fare tesoro delle proprie esperienze...e di quelle del proprio stomaco.

25 commenti:

  1. massimo gramellini

    Conservo una foto in bianco e nero dei primi giorni di Silvio Berlusconi al Milan: il neopresidente, molto più giovane e calvo di adesso, sorride tra Franco Baresi e Paolo Maldini. Nel passarmela, un collega anziano mi disse: «Guardala bene, ragazzo, perché tra un paio d’anni al posto di Baresi e Maldini ci saranno due carabinieri».
    La profezia non si avverò e il progetto del Dottore, come allora si faceva chiamare, ebbe modo di esprimersi in tutto il suo fulgore.
    Calciatori strapagati, incursioni negli spogliatoi durante l’intervallo («Donadoni, mi consenta, la vorrei più ficcante sulle fasce»), atterraggi in elicottero sul prato di Milanello con tanto di spogliarello e lancio dell’impermeabile afferrato al volo da un inserviente che forse era il portiere di riserva. Ma anche un modello organizzativo formidabile, intuizioni coraggiose come Arrigo Sacchi e dichiarazioni che diventavano epocali nel momento stesso in cui le pronunciava: «Il complimento più bello che ho ricevuto nella vita? La volta che un tifoso si avvicinò alla mia macchina per urlarmi: Silvio, sei una bella figa!».
    Prima di alzare al cielo la prima Coppa dei Campioni contro la Steaua di Ceausescu si rinchiuse nella cappella dello stadio: «Ho pregato Dio perché non faccia vincere i comunisti». E dopo avere alzato la seconda arringò i giornalisti con queste parole: «Vorrei fare l’Italia come il Milan». Era l’annuncio del suo ingresso in politica, eppure nessuno se ne accorse, Anzi, lo prendemmo tutti per matto. Il Milan gli è riuscito molto meglio di Forza Italia e non solo perché è più semplice avere a che fare con Gullit che con Verdini. Nello sport, ancora più che nella televisione, Berlusconi è riuscito a esprimere la sua vera personalità, un impasto irripetibile di talento rivoluzionario e senso comune, disprezzo per le regole e propensione per il grottesco.

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  2. ...Nel calcio italiano esiste un prima e un dopo Silvio. E il dopo è cominciato ben prima dello striminzito comunicato di ieri in cui la Fininvest annuncia la fase finale delle trattative con un gruppo di azionisti cinesi dal volto mascherato. Il declino del Milan ha accompagnato quello del suo presidente e dell’intero movimento calcistico italiano, J....... esclusa. A parte gli Agnelli-Elkann, le grandi famiglie del nostro capitalismo sono scappate dal pallone. E a sostituirle, almeno fino a quando non sapremo chi si cela dietro l’offerta di Pechino, non sono arrivati miliardari munifici ma investitori dalla lingua lunga e dal fiato corto, il cui emblema è quel Thohir che usa l’Inter come un bancomat.
    La ragione è nota: la serie A emoziona solo i tifosi indigeni, ma sempre meno chi la guarda da fuori. Il gioco è troppo lento, gli ultrà hanno troppo potere e gli stadi sono troppo vecchi, brutti e soprattutto deserti. Per chi guarda il calcio in televisione nessun copione è più noioso di certe partite giocate col freno a mano e nessuna scenografia più triste di quelle gradinate lontane dal campo e piene di vuoti. Le squadre inglesi non sono poi tanto migliori delle nostre, infatti in Europa non vincono quasi mai. Però il campionato inglese è uno spettacolo. Alla lunga il progetto di Berlusconi è fallito per eccesso di egoismo: lui e quelli come lui hanno pensato solo al proprio orticello, senza considerare che la povertà delle avversarie e la bruttezza degli stadi avrebbe finito per deprezzare il prodotto complessivo.
    Esistono due soluzioni per attirare i grandi finanziatori asiatici. Quella «global»: un campionato europeo in stile Nba tra venti grandi club, mentre tutti gli altri si trastullano con i tornei nazionali, immiseriti ad altrettante serie B. E quella «local»: un campionato italiano a sedici squadre assegnato tra aprile e maggio con i play-off, così da garantire la moltiplicazione delle emozioni e delle sfide di cartello, oltre che delle possibilità di una vittoria a sorpresa. Per motivi di bottega calcistica io preferirei la seconda (tre derby contro la Juve in una finale playoff rappresentano il sogno di ogni granata). Ma l’importante è scegliere, e in fretta. Come in tutti gli altri campi dello scibile italico ed europeo, anche in quelli sempre meno verdi del calcio il problema resta che tutti si lamentano, ma nessuno si muove.

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  3. Pensa che io parto con un beauty pieno di medicine. Giuseppe

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    1. Proprio perche' io non lo voglio fare che cerco di non ripetere mai 2 volte lo stesso errore.
      In ogni campo della vita.

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  4. hola! anche a me all'inizio capitarono episodi spiacevoli e ti perdi vere e proprie giornate de gozadera che dovrebbero essere impegnate in altro modo. Poi visto che soggiorno sempre in case indipendenti con cucina equipada mi sono svegliato e cucino sempre da solo per me o ospiti ( che si cucinano il loro cibo ), al ristorante ci vado quando lo offro a qualcuna meritevole poi a volte mi fermo a mangiare in qualche chiringuito montato da yuma ( se ne trova qualcuno en playa del este ) un plato completo tipo arroz, frijoles y pollo sin condimento in modo da evitare riciclo di salse, sai che faccia fanno quando dico che voglio tutto crudo. Comunque se si vuole mangiare correttamente no es nada facil
    chao Enrico

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  5. Vero ma occorre anche evitare di farsi del male mangiando porcherie por la calle per ahorrare il peso...

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  6. Io carne da qualche anno non ne mangio, e metà problemi risolti... il pescado a Cuba lo mangio solo in paladar che conosco, dove sò che è fresco o al max. del giorno prima, o lo compro da pescatori appena tornano dalla battuta di pesca e lo faccio cucinare da persone fidate, ma sempre sotto indicazione mia nel uso di olio o altro... quando vado a Cuba in maleta non mancano mai spaghetti, olio, pomodoro, tonno, aceto, tutto rigorosamente italiano, da usare per le classiche spaghettate di mezzanotte con amici... io a Cuba dimagrisco sempre, non mangiando pane, pasta tutti i giorni, dolci,ecc, ogni volta torno in Italia sempre con qualche piacevole kg in meno.

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  7. Diciamo che è una sorta di beauty farm....anche per questo.

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  8. Se tu ti ritieni un po' fighetta di stomaco, allora cosa devo dire io! Prima di abitare in casa mia, proprio come te, ero tristemente preda delle ire di Montezuma, almeno una volta per ogni vacanza, ma non solo a Cuba, anche in Peru', o in Equador, o in dominicana, in Tunisia, in Nessico, ecc. ecc. e ti assicuro che ho sempre cercato di prendere tutte le precauzioni del caso. Fino ad arrivare a pensare che, per assurdo, persino l'aria di certi posti possa essere complice del rais messicano. Ricordo persino che una volta, una delle ultime in cui ho soggiornato in una casa particular, per curare la maledizione, mi e' stato consigliato da un conoscente cubano, di bermi una spremuta di una decina di limoncini dell'isla. lo feci e anzi, dato che c'ero, decisi di abbondare e ne bevettu una quindicina. Amici, fate tesoro di quesra esperienza! Il giorno dopo avevo il cu..., scusate, l'ano delle dimensioni di un cavolfiore, non potevo muovermi, ne' appoggiare in qualsivoglia maniera il mio povero latoB tanto sofferente. Evito di raccontare il resto della tragedia perche' per rimettermi e' stato nec essario almeno un mese, passato da cani, e ovviamente vacanza e gosadere bruciate. Non aggiungo altro, non voglio essere compatito ma solo strapparvi una risata fantozziana. Succede anche nelle migliori famiglie. - YUMA -

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  9. Puo' succedere
    E' la ragione per cui, testardamente, ho resistito e resisto ad ogni offerta di "cocimento", quello che, secondo loro, cura dal mal di denti al cancro, preferendo le mie bustine di fermeti lattici.

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  10. Anche a me è capitato una volta a Cuba ma avevo il dissenten ed il giorno dopo tutto regolare. Una volta mentre attendevo il volo di ritorno all'aeroporto Josè Martì mangiai due perros callentes, grave errore...sull'aereo dolori allo stomaco, strizza e seduta liberatoria nel minicesso dell'aereo ahahahah mi sa che quello che è entrato dopo di me se l'è vista brutta!!! ....Il peggio mi è capitato in Egitto e da allora non dimentico mai di mettere in valigia il dissenten!!! Alessio

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  11. Lascia stare....ho lavorato 7 mesi a Sharm...
    A parte la camera di fronte alla moschea col muezzin a gridare 5 volte al giorno.....il cibo...un disastro.

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  12. A casa del suegro carne de res todos Los dias. Ingrassato 6 kg in 18 giorni. In bagno sempre regolare negli ultimi 6 anni di familion.
    Oggi insalatina nonostante i 15 gradi torinesi. Si deve dimagrire, ma che tristezza...

    Simone

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  13. Definire di merda queste giornate è un atto di pura generosità....clima da Blade Runner

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  14. Comunque proprio per questo i medicinali essenziali non devono mai mancare in maleta, soprattutto quelli anti dissenterici, e io porto sempre anche antidolorifici, aspirina, ecc, poi ognuno di noi si regola in base ai propri Mali o debolezze.

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  15. Io ho già tutto a Cuba oltre ad alcuni medicinali cubani che non hanno molto da invidiare ai nostri

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    1. sai che ho notato che sulle prescrizioni mediche cubane c'è la dicitura: "le medicine sono gratis ma costano" carina ehn?!?

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    2. Vabbe' però davvero per la popolazione costano nulla

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    3. mi piace l'idea di far notare alla popolazione che non le pagano ma che comunque sono un costo per la società. Trovo che sia un modo molto diplomatico per responsabilizzare l'utente

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    4. Questo però ha portato molta gente a pensare che tutto sia gratis....e dovuto.

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  16. Per quanto mi riguarda, in famiglia si dice che ho preso da mia nonna, e digerisco anche le pietre! Ho già mangiato di tutto a cuba (compresa la nutria!) ma credo che riuscirò a salvarmi solo quando potrò fare frittelle di mosquitos!!! quindi non manca mai pomata antistaminica! Anche perchè, da sfigata mondiale quale sono, una sola volta ho preso un antistaminico a Pinar a cui ho scoperto di essere allergica e quindi ho passato brutti momenti in ospedale! fortunatamente ho sempre la valigia carica di medicine per i consultori e le parrocchie ed una infermiera si è presa cura di me e tutto è andato per il meglio! Comunque anche io torno da Cuba sempre con un paio di kili in meno... sposo il concetto di beauty farm... non ci avevo mai pensato ma mi piace! buona serata a tutti!

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  17. A cuba non si va certo per mangiare...tutto é peggio che da noi, pesce compreso. E l'assurda scarsità di offerta nei supermercati non fa che peggiorare le cose. Salvo solo qualche frutta locale che effettivamente se fresca ha il suo perché, come sempre capita in queste zone caraibico equatoriali. Mat

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  18. Beh....non è che in Italia possa permettermi grandi abbuffate di aragosta...

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