mercoledì 1 giugno 2016

SUGGESTIONE



Questo pezzo ha come riferimento l'articolo su This is Cuba che trovate come primo commento.
Un articolo che ha un fondo di verita', ma che arriva a conclusioni che non condivido del tutto.
Che l'Italia sia un paese dalla storia e dalla cultura millenaria e' fuori discussione, che sia abitato, nella maggior parte dei casi, da brava e laboriosa gente, pure.
E' anche fuori dubbio che, in linea teorica, il nostro paese sia il piu' vivibile e attrattivo del mondo occidentale.
Il problema e' che una classe politica degna del Sud Sudan ha polverizzato quanto di buono la gente ha messo in piedi dal dopoguerra ad oggi.
Quindi non si tratta di denigrare, ma di prendere atto che le cose oggi sono cambiate, e di molto, rispetto anche solo ad un decennio fa.
Welfare gratuito...mah...parliamone.
Sono concorde sul fatto che, certi luoghi alternativi alla vita che facciamo, siano idealizzati rispetto a quello che in realta' sono in grado di offrire.
Dipende pero' se parliamo di un luogo in cui abbiamo fatto una vacanza, oppure di uno che frequentiamo da anni in tutte le sue latitudini.
Alla suggestione del baruccio sulla spiaggia credo che nessuno di noi creda piu', siamo consapevoli che, oggi, Cuba richieda o investimenti importanti o un'idea che faccia la differenza, quando non entrambe le cose.
E' anche vero che situazioni che, in una vacanza, non attirano la nostra attenzione piu' di tanto rischiano, nel momento in cui il luogo di vacanza si trasforma in quello della vita, di diventare balzelli che possono modificare l'opinione sul luogo dove abbiamo scelto di andare a vivere.
Non trovare la carta igienica per 15 giorni e' una cosa che si puo' bypassare, se siamo consapevoli che un'aereo dopo ci aspetta una vita diversa, ma se questa situazione diventa la normalita' la cosa potrebbe rivelarsi poco piacevole.
Su questo chi pensa di ...svoltare...riflette poco.
Tornando all'articolo, se il prezzo del progresso, o presunto tale, e' quello di fare una vita di merda allora di che razza di progresso si tratta?
Nessuno di noi, almeno credo, sogna un ritorno ad una vita agreste, che quasi mai ci 'e appartenuta, ma semplicemente vorrebbe non doversi svegliare la mattino gia' coi coglioni girati o avere un sacro timore ogni volta che apre la cassetta delle lettere.
Non sarebbe male vivere in un paese in cui, se dai tanto ricevi tanto, dove le cose funzionano, lo stato non si trasformi in un bieco usuraio e la gente non sia costretta ad ammazzarsi per il NO di uno direttore di banca.
E chiedere tanto?
La societa' multietnica affascina solo se accompagnata dal rispetto delle regole, delle leggi che la societa' stessa si e' data per una civile convivenza dei suoi cittadini, in caso contrario e' il casino in cui stiamo tutti vivendo.
Sicuramente integrarsi in un nuovo contesto richiede pazienza, un vissuto adeguato e magari anche esperienza nel settore in cui si vuole andare ad investire.
Anche un baruccio sulla spiaggia bisogna sapere come mandarlo avanti, essendo a conoscenza che i numeri devono sempre quagliare e che solo i Baroni non tornano mai ma i conti devono tornare sempre.
Il finale dell'articolo e' una vera cazzata, sopratutto se consideriamo il fenomeno della fuga dei cervelli che si sta' verificando nel nostro paese.
Chi rimane, quasi sempre, lo fa perche' non ha la possibiltia' di andarsene, non certo perche' e' il migliore.

16 commenti:

  1. Le differenze tra la moda dell’espatrio facile all’italiana (mollo tutto e scappo con i soldi che mamma Italia mi ha dato), l’arte imprenditrice italiana, la forza lavoro, il desiderio di rinascere e la forza di ricominciare. Affrontiamo le mille psicologie dietro una scelta tanto ardua quanto emozionante.
    L’Italiano è talmente abituato ai servizi che il welfare offre gratuitamente ai propri cittadini (e non solo) da non farci caso. Anzi, continua a criticare deliberatamente, a denigrare una Nazione dalla storia e cultura millenaria e svendere la propria arte, creatività e dedizione al lavoro, decidendo di approdare in lidi nuovi geografici, che vengono, in nome della speranza del ricominciare, beatificati e santificati. Perdendo così di vista logica ed oggettività.
    In un mondo globalizzato,le distanze si riducono e le società volgono ad essere multietniche, vivendo spesso di criticità e paradossi. 
    Il latino america è il concetto e l’area geografica entro cui il sito desidera fare informazione, raccontare ed illustrare.
    Vedere ed osservare sono fenomeni dinamici che vengono poi sintetizzati e messi per iscritto. Gli articoli saranno pertanto un inevitabile mix di oggettività tentata o sperata, elementi colti (soggettività), ed esperienza maturata. Tutto ciò viene catalogato sotto il nome di conoscenza. Ed è tanto vero quanto lampante, che è nel momento in cui ti interfacci ad un mondo che ignoravi, che ti accorgi che la parte che emerge a te nuova è solo la punta di un iceberg. Da qui il detto di Socrate “sò di non sapere“.
    Per esperienza personale posso parlare di alcuni paesi del latino america, in cui letture, amori, esperienza ed occhi disincantati, si tramutano da luoghi a cui erano associate sterili immagini paradisiache, quanto prospettive irresponsabili e di pura banalità individuale a realtà articolate e complesse, che ancora devono affrontare molte delle sfide che già abbiamo conosciuto e vissuto. Quante persone in modo superficiale dicono, esasperate dagli obblighi che una società complessa come la nostra richiede, di voler mollare tutto e andare su un’isoletta dei caraibi?  Ma è un istinto che tiene conto solo di aspetti personali e sottrarsi a degli obblighi comporta in un certo senso un menefreghismo fine a sé stesso, sterile per l’appunto.

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  2. Il concetto vale ovviamente nell’ambito di coloro che si trovano nell’età produttiva, di chi detto chiaramente, la propria fare la deve ancora fare e portare avanti, non certo per chi la propria parte l’ha fatto o per coloro che esportano idee e lavoro.
    Ed eccoci pertanto nonostante questo nell’epoca dei paradossi che rispolvera solo vecchi sentimenti. Gente del così definito “terzo mondo” che chiede un ritorno alla semplicità e al richiamo della propria terra, deluso dall’esperienza italiana (e non solo) così asfissiante. E’ il prezzo da pagare del progresso, dell’andare avanti, di cercare cose nuove. D’accordo o meno, sbagliato o meno, non si può andare contro al divenire del tempo, alla direzione che la società ha deciso di intraprendere. E’ la società stessa ad auto-correggersi e il singolo non può che accettare la direzione o sottrarsi alle proprie responsabilità. E’ il paradosso di chi chiede il ritorno al passato, di chi torna ad amare e valutare in due pesi due misure aspetti non più presenti nella nostra quotidianità.
    Questa gente non riconosce con i dovuti termini le differenze societarie. Il latino america non è meglio dell’Italia. E’ semplicemente differente. Cose che non tolleriamo qui diventano accettate in altre latitudini e longitudini, oggetto di foto originali, di folklore ed ironia. la spazzatura in strada ed i disservizi sono catalogati come costumbre, qui come disservizio ed irresponsabilità.
    Quando qualcuno se ne và dall’Italia con destinazione caraibica, sia essa la Repubblica Dominicana, o Cuba, Giamaica, Puerto Rico o per paesi dell’america latina quali Messico, Colombia, Venezuela o Costa Rica, e ha l’opzione di iniziare nuovamente, con la mera illusione che tutto sarà più semplice ed emozionante. Ma l’indolore e l’anestesia portano alla luce i limiti di chi solo lo ha pensato.
    Quando si viaggia si apprezza il diverso, i sensi si risvegliano e la mente diventa un turbinio di emozioni. L’impossibile si avvicina ed appare come in un miraggio fronte a sé, le speranze e le opportunità rinascono e la quotidianità che puzza d’asfissia viene spazzata via dal nuovo. Ma questo punto d’inizio il viaggiatore lo conosce bene, ed è inganno palese a ciò che di logico ed inevitabile è intrinseco nella definizione di vacanza.
    Il bello del viaggiare e scoprire è governare gli eventi ed i sentimenti e di disporre di strumenti utili per capire ciò che inevitabilmente la società ci ha messo di fronte, per l’appunto la multi-etnicità e la globalizzazione.
    Integrarsi a volte necessita di tutto questo bagaglio d’esperienza e buon senso. E a qualcuno questa dote innata non appartiene. Pertanto è quasi un bene che, con quel tocco d’ipocrisia in quel sorriso modaiolo appena accennato, ,valigia alla mano e con i soldi che il proprio “non amato” Paese gli ha concesso, parta alla ricerca della propria felicità, sperando presto o tardi quantifichi il Paese con quanto realmente quel paese gli ha concesso e quanto invece gli ha sottratto. E conti alla mano vedremo il resoconto. Giriamo la clessidra ed attendiamo. E intanto il nostro Paese complicato ha fatto la propria selezione e, ancora una volta, il meglio per chi rimane.

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  3. Ma ancora c'e' chi crede al baruccio sulla spiaggia? Giuseppe

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  4. Bella suggestione....ma deve restare tale

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  5. Leggevo nei gg scorsi che mediamente lavoriamo circa 170gg anno solo per pagare tasse e balzelli vari...bahhh?

    Se fosse vero...e credo lo sia...conviene levare le tende...

    Aggiungo che per il mollo tutto e me ne vado...in alcuni casi...conviene affidarsi ad un buon avvocato e/o un buon contabile...per il disbrigo delle italiche chiusure...in modo da evitare che le lettere ci raggiungano anche in spiaggia...

    Freccia

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    1. Vero ma rendersi....invisibili a volte puo' essere la soluzione giusta.

      Ho aggiunto fra gli amici del blog la pagina Beaglemania.

      Freccia....ma della mia programmazione rock non dici nulla...?

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    2. Mitico...la programmazione é al top...

      Un regalo fatto alla Splendida di cui vado orgoglioso, vale anche per lei, é una t-shirt dei RAMONES...credo di aver detto tutto...

      A presto!

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    3. E' uscito il libro dell'ultimo Ramones rimasto con prefazione del Ringaccio.

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  6. Continuo a pensare...é un mio modesto parere sia chiaro...che la ristorazione a Cuba sia una vera impresa.. in quelľ ambito opterei cmq x molto drink e poco food...

    Meglio 2/3 stanze da affittare...un piccolo b&b...cura dei particolari...servizio auto...ricche colazioni...e senza obbligo x noi solo agli ospiti meritevoli cenette a base di langosta...

    Soprattutto in alcune zone come Guanabo...

    Ascoltate un pirla...

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    1. Magari....una spaghetteria....5/6 primi, cocktail di camarones e di frutta, bruschette, qualche antipastino...flan...
      Col mare a vista.....3 ore a pranzo e 4 la sera....5/6 tevoli...
      Ascolta un cretino...

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    2. ...chiamali se vuoi...modelli di business differenti...

      essere convinti del proprio puó essere giá un buon inizio...

      Freccia

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    3. Non diciamo cose cosi' lontane, non mi impelagherei in una cosa troppo impegnativa ,anche perche', per ora, la palestra non la mollo di certo...

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  7. massimo gramellini

    Non può finire così, quasi peggio di com’era cominciata. Ed era cominciata malissimo, con un bimbo del Bangladesh emigrato a Schio, in provincia di Vicenza, e costretto ogni giorno a vedere le mani del padre abbattersi sul volto della madre. A sette anni non può difenderla, ma solo cercare di difendersi, evadendo in un altrove. La scuola. Abu, nome finto di una storia vera, ama le maestre, i compagni e i libri: sono la sua famiglia. Impara in fretta l’italiano, e talmente bene da diventare il primo della classe. Intanto il padre finisce in galera per avere tentato di ammazzare la moglie, che va a rifarsi una vita con un altro uomo in un’altra città. Abu si trasferisce dagli zii materni, che lo adorano e lo vorrebbero adottare.
    MASSIMO GRAMELLINI
    Il lieto fine sembra dietro l’angolo. A rovinarlo è una buona notizia: gli zii hanno ottenuto un lavoro in Inghilterra. Devono partire subito, altrimenti lo perderanno. Ma non vogliono perdere Abu. Per portarlo con loro serve il consenso del padre, che dalla galera da cui sta già per uscire glielo nega. Pur di scampare alle grinfie di quell’uomo, Abu è costretto a ritornare subito in Bangladesh, dentro un quartiere miserabile, nella baracca di una nonna cieca. Le maestre e i genitori dei suoi compagni si ribellano, gli avvocati studiano le carte per il ritiro della patria potestà e gli imprenditori vicentini pagano le spese. Questa Italia che qualcuno descrive razzista si rivela meravigliosa nel sostenere chi se lo merita. Là nel buco del mondo, sradicato dai suoi affetti e dai suoi libri, un piccolo italiano ad honorem aspetta col cuore gonfio di nostalgia e di speranza. Non può finire così, troppo peggio di com’era continuata.

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    BRENDA RODRIGUEZ

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  9. Me gusta su información que es muy útil para mí. Gracias. Alquiler casa Barcelona su M&S CASA PARTICULAR

    CharliWillson

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    1. Casa A Barcellona?
      Parliamone......Simone mi diventa matto....

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