mercoledì 31 agosto 2016

NON SOLO MURILLO

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Anche se sono passati abbastanza sotto silenzio, in estate, ci sono stati alcuni cambiamenti, ai vertici cubani, altri cambi stanno per avvenire nei prossimi mesi.
Le ragioni, a Cuba, che possono portare al cambio un ministro o un responsabile di importanti incarichi sono sempre misteriose, nessuno alla fine sa nulla, tutto e' coperto da una fitta cortina di...silenzio.
Le ragioni della cacciata di Lage sono venute a galla, per pochi, soltanto mesi dopo, grazie ad un celeberrimo video, anche questo visto da pochi.
Ora 'e toccato a Murillo.
Murillo e' stato, in due periodi distinti, ministro dell'economia, questo fino a luglio quando e' stato, senza troppi complimenti, rimosso dall'incarico.
Alcuni penseranno che si e' trattato di un rinnovamento in funzione dell'inserimento di carne giovane nell'ottuagenario governo cubano....peccato pero' che il sostituto di Murillo sia un arzillo ottantenne.
Raul ha affermato che Murillo continuera' ad occuparsi di economia con non precisati altri incarichi, la cosa e' piuttosto strana visto che, solitamente, quando c'e' un cambio il governo non e' solito dare spiegazioni.
L'economia cubana, da qualche mese, e' in forte fase di recessione, cosi' come l'economia di quasi tutti i paesi al mondo.
Parliamo di un calo importante, tanto che c'e' chi afferma che la rimozione dall'incarico di Murillo sia stata una mossa per tutelarlo, in modo che non venga additato come il primo responsabile delle difficolta' economiche del paese.
Meglio che le colpe se le prenda un anonimo ottuagenario.
Murillo e' stato il responsabile delle maggiori scelte economiche del paese in questi ultimi anni, a vederlo sembra un pingue, grigio burocrate, ma pare abbia una vita privata bella vispa.
Girano sul web foto del ministro, in vacanza, in una specie di termario cubano in compagnia di alcune fanciulle in abiti succinti o completamente assenti.
Le foto, suppongo, non abbiano fatto piacere alla gente, che tira quotidianamente la cinghia, tanto meno devono essere piaciute ai governanti cubani.
Come carico da undici aggiungiamo il fatto che una delle sue figlie e' fuggita in Usa, iniziando ad hablar mierda del padre e di cio' che rappresenta.
Vedremo in futuro se e come riapparira' in pubblico, a vederlo sembra uno che muore difficilmente....vamos a veer.
L'altra notizia e' la presunta, mi pare non ancora ufficiale, ma potrei sbagliarmi, rimozione dall'incarico dell'Historiador de la ciudad de La Habana, Eusebio Leal
Se, come dicevo l'altro giorno, da Randy non comprerei mai una macchina usata, da questo non comprerei neanche una batidora.
Uomo situato in un posto di potere assoluto, nelle sue mani c'e' tutta la Cuba per cui la gente, da ogni parte del mondo, viaggia e si muove.
Da sempre si mormora di suoi arraffamenti senza limiti, per non parlare delle mazzette per i lavori di restauro di monumenti che sono patrimonio dell'Unesco.
Tanto apprezzato nelle corti europee, tanto inviso al popolo che lo ha sempre visto come una sorta di privilegiato che poteva permettersi cose che per chiunque erano impensabili.
Ora, pare che sia al limite del suo mandato, credo pero' che non correra' il rischio di passare cio' che gli resta da vivere in poverta', visto i denari che, sempre secondo la vulgata, il tipo si e' imboscato, non negli anni, ma nei decenni.
Sempre apparso al fianco di presidenti e Papi, ministri e celebrita' e' stato, per decenni, uno dei volti “culturali” piu' importanti del paese.
Ora, pare abbia affermato che, avendo anche problemi di salute seri, si ritirera' da buon soldato.
Ogni regno ha un'inizio ed una fine, il suo non finira' senza che gli resti qualcosa attaccato alle unghie.

 Hart al Toro!

martedì 30 agosto 2016

ASPETTATIVE

 

Sono parecchi anni che, ora col nostro blog, prima con altre modalita', mi piace raccontare i miei pensieri, le mie esperienze, le mie opinioni riguardo a Cuba ma anche ad altre situazioni.
Leggendo cio' che scrivono alcuni ho sempre avuto e ho oggi, a maggior ragione vista la crisi mondiale che ha toccato gli stili di vita di quasi tutti, la sensazione che molti investano Cuba di eccessive responsabilita'.
Meno male che ho incontrato Cuba”, “Cuba e' la mia vita”, “Cuba mi ha salvato”, “Sono malato di Cuba “ecc....ecc....
Premetto che ognuno ha la sua Cuba e la vive come meglio crede, solo un'idiota, categoria che oramai abbonda in ogni parte dello scibile umano, puo' affermare che “CUBA E' COSI!”
Cuba e' tante cose e non e' quasi mai come certi personaggi la descrivono.
Pero' investire l'isola di cosi' tante responsabilita' nei confronti della nostra vita puo' risultare deleterio, sopratutto se poi le cose non vanno come ci si aspettava.
A quel punto Cuba diventa una merda, i cubani tutti papponi, le cubane tutte ladre e puttane, saltano fuori gli “anni sabbatici” dello sfigato di turno.
L'equazione e' piuttosto semplice.
Piu' si ritiene importante la vita che, per brevi periodi, ci si puo' permettere a Cuba, meno e' importante quella che, per lunghi periodi, trascorriamo in Italia.
Se in Italia facciamo una vita che, pur con tutti i rompimenti di coglioni che fanno parte del vivere quotidiano, ci regala delle soddisfazioni, un soggiorno a Cuba, quasi sicuramente, verra' vissuto per quello che in realta' deve essere; una vacanza.
Molti, moltissimi, confondono un periodo di vacanza con lo stile di vita che vorrebbero fosse normale ogni giorno.
Mescolano una vacanza col la vita reale.
In una vacanza non lavoriamo (un buon 80% della gente considera il proprio lavoro un incidente di percorso) siamo mentalmente rilassati, non abbiamo giramenti di cabasisi ad ogni pie' sospinto, con 4 soldi nel borsillo, arrivati proprio grazie all' incidente di percorso, riusciamo a facilitare i rapporti con l'altro sesso, in generale ci alziamo al mattino gia' con un bel sorriso stampato in volto.
Ma, ripeto, e' una vacanza, non la vita.
La differenza la vediamo quando invitiamo una cubana in Italia, quasi sempre la cosa finisce male e ci ritroviamo a dare la colpa alla fanciulla, mentre siamo noi e tutto il contesto circostante ad essere profondamente differenti.
Parliamoci chiaro, la differenza la fa proprio il sesso facile.
Se fosse possibile in Italia un “ritmo” come quello cubano difficilmente ci imbarcheremo su un'aereo 2/3/4 volte ogni anno.
Ve lo dice uno che lavora nei villaggi e ha una palestra...
Sono proprio quelle 2/3 settimane da “Robert Redford” a spingere molti a pensare che quella dovrebbe essere la vita da vivere ogni giorno.
Ci sono poi persone quella vita la vanno a fare veramente, regolarmente dopo 7/8 mesi ininterrotti di Cuba me li ritrovo davanti incattiviti, incazzati, diffidenti nei confronti di tutto e tutti e.....sorpresa delle sorprese.....”Cuba e' una merda”, “I cubani sono tutti papponi” “Le cubane sono tutte troie ladrone”.
Insomma se le cose a Cuba vanno male la cosa finisce in questo modo, se si decide di far diventare un soggiorno una residenza permanente le cose....finiscono sempre in questo modo...
A quel punto, tornando a bomba del problema, perche' non tornare a considerare i periodi che trascorriamo a Cuba soltanto una bella vacanza?
Una vacanza fatta coi mezzi che ci possiamo permettere che, possibilmente, non devono essere quelli di una penitenza, una vacanza vissuta con le persone che conosciamo bene, che apprezziamo e che ci apprezzano, una vacanza vissuta davvero col sorriso sulle labbra.
Una vacanza che pero' avra' un giorno finale in cui torneremo a casa.
Torneremo a quello che per molti e' un'incidente di percorso, ma che per altri e' una finestra che si affaccia verso una realizzazione personale.
Poi, come sempre, ogni testa e' un piccolo mondo.

SIMUNOVIC VISITE MEDICHE
 

lunedì 29 agosto 2016

SITUAZIONE

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Da oggi possiamo dire serenamente che l'estate e' finita.
Sicuramente c'e' ancora gente in vacanza, altri che devono ancora partire o gente, come l'umile scriba, che in ferie ci andra' in autunno, pero' diciamo che, da oggi, tutte le attivita' ripartono e che abbiamo davanti un'altro anno di lavoro, vita e....viaggi.
In generale, dopo questa estate, com'e' la situazione a Cuba?
Intanto iniziamo parlando dei voli, guardavo l'altro giorno, giusto per farlo, la situazione per marzo del prossimo anno, con Klm si vola da Torino a La Habana con 580 euro, probabilmente faranno offerte migliori piu' avanti anche se non mi sembra per nulla un brutto prezzo.
Anche perche' non escludo, fin dal prossimo viaggio, di fermarmi qualche giorno nella capitale prima di spostarmi a oriente.
Parlo quotidianamente con gente che arriva e parte, la mia socia della palestra e' tornata dopo un mese e mezzo, passato piu' che altro a portare avanti i lavori per la casa a Camaguey.
Mi diceva che non ha trovato situazioni differenti rispetto ad altri viaggi, molti se ne vogliono andare, dopo aver constatato che con l'arrivo di Obama il grano non ha iniziato a piovere dai satelliti, ma senza sapere bene dove ne con quali mezzi poi potersi mantenere.
La solita storia.
Sicuramente la situazione energetica e' preoccupante, visto cio' che sta' avvenendo in Venezuela, ma nei vari Oro Negro la benzina non manca, piuttosto e' il settore statale che sta' tirando la cinghia.
Apagones veri e propri non ce ne sono, in realta' ogni tanto ci sono interruzioni di erogazione della corrente per 1-2 ore, ma non si puo' parlare di nulla neanche lontanamente comparabile con cio' che accadeva anni fa.
L'isola, come abbiamo avuto modo di raccontarvi con M&S CASA PARTICULAR, e' stata letteralmente presa d'assalto dai turisti, sopratutto famiglie che invece di optare per il solito hotel di Varadero, hanno voluto godersi la maggiore delle Antille on the road.
Dal punto di vista turistico le cose vanno piuttosto bene, sopratutto ad occidente.
Il problema e' che Cuba non e' pronta a questo assalto, trovare un carro da rentare e' diventata un'impresa, si rischia di strapagare una cazzo di economica.
Come scriveva il mio socio Simone, molte case di pregio della capitale si stanno ristrutturando e arredando con materiali di pregio che arrivano, coi container, dall'Europa, ovviamente dal punto di vista dei costi, queste case sono praticamente inavvicinabili.
Chi parte per la sua solita vacanza torna raccontando che, alla fine, le cose non sono cambiate piu' di tanto, chi si e' sempre divertito continua a farlo, chi ha confuso una vacanza con una penitenza continua a pentirsi....nulla di nuovo sotto il sole.
Le fanciulle continuano ad abitare la maggiore delle Antille, sia quelle alle 3 di notte in discoteca che quelle che lavorano, studiano....vivono.
La mia Cuba e' sempre la stessa, a oriente l'estate dal punto di vista turistico e' baja temporada.
La parte orientale del paese e' patria del turismo...soltero, gente che, come il sottoscritto, frequenta l'isola sopratutto nel periodo invernale, mentre preferisce l'estate passarla nel bel paese dove o va in vacanza o...lavora.
Dopo tanto dai e dai siamo riusciti, non chiedetemi come, a far trasferire il mio amico “preso” dal carcere ad una sorta di campo di lavoro dove, ogni mese, se non fara' cazzate, potra' godere di una sorta di “licenza” fino a 5 giorni.
E' un passo avanti....seguimo en combate.
Grande Torino ha lavoricchiato senza lode e senza infamia ma, come vi dicevo, parliamo di baja temporada.
A settembre abbiamo gente, a ottobre qualcuno mentre l'altro giorno mi e' entrata una prenotazione di 2 mesi da fine gennaio...bene.
Mi ha chiamato un temba che conosco che voleva fermarsi 6 mesi....proprio perche' lo conosco.... l'ho invitato a scegliere un'altra casa...anche perche' poi per 6 mesi non abbiamo la possibilita' di prendere altra gente e questo non va bene por el negocio.
Nei prossimi giorni saremo presenti anche su Airbnb, vediamo cosa arriva....
Mi mancano ancora un paio di mesi prima di partire, c'e ancora tanto lavoro da fare qua', non e' ancora il momento di fare nessun conto alla rovescia.
Cuba alla fine....bisogna guadagnarsela ed e' cio' che sto' facendo.
P.S: A voi sono arrivate novita' particolari dall'Isola?

venerdì 26 agosto 2016

LA BANDIERA SBAGLIATA


Ortega en Río.

El tiempo pasa, cambian las formas, pero no el contenido. Por ejemplo, durante los últimos días hemos visto cómo, en las redes sociales, se azuza el “linchamiento mediático” del periodista cubano Randy Alonso Falcón, director de la publicación digital Cubadebate y del programa televisivo Mesa Redonda. ¿El motivo?, traducir en palabras lo que, con una muy cuestionable actitud, claramente expresó el deportista de origen cubano Orlando Ortega —quien competía por España en los recién finalizados Juegos Olímpicos de Río— tras alcanzar la medalla de plata en el evento de los 110 metros con vallas.
Alguien del público le lanzó a Ortega una bandera cubana, pero este volteó su espalda y la dejó abandonada en el piso. Luego relató a la prensa: “Me dieron la de Cuba, pero estaba buscando la de España como un loco (…). “Estoy muy orgulloso de haber puesto el nombre de España bien alto”.
Su mensaje también sonó bien alto: se estaba excusando porque alguien le dio la bandera “equivocada”, la que “no era suya”. Quería poner el nombre de Cuba por lo bajo. Verum ipsum factum, solía decir Giambattista Vico ante casos semejantes. O sea, los hechos son los que cuentan.
Si Ortega hubiese tomado las dos banderas: la cubana y la española, yo lo hubiera entendido. Más aún, lo hubiera considerado un gesto elegante; pero, al rechazar la nuestra, no estaba protestando contra el Inder ni contra el sistema político cubano; estaba rechazando su cultura, su identidad, su nación.
Randy Alonso lo llamó “excubano” en su programa Mesa Redonda, y entonces en las redes sociales se desató la tormenta. No seamos ingenuos: bien se sabe de dónde parten determinadas “corrientes de opinión”. Vienen de los mismos que reciben millones de dólares para subvertir el orden constitucional en Cuba; dinero que es entregado por la nación que sueña vernos rendidos a sus pies y cuyo presidente hace poco conminó a que olvidáramos nuestra historia.
Así las cosas, empezó el intento de “lapidación mediática”. De pronto lo importante no era que alguien hubiese ofendido un emblema de la Patria y que, con tal acción, insultara a millones de cubanos para quienes la bandera simboliza orgullo por su cultura, su identidad y su historia. Tal detalle fue ocultado de manera alevosa, en tanto el verdadero propósito no era defender sentimientos de cubanidad, sino utilizar lo dicho por Randy para manipular pasiones entre los cubanos residentes en el exterior.
Mediante determinadas argucias propias de la desinformación, pretendían mostrarlo no como el periodista que ejerce su libre derecho a opinar, sino como una personificación del Consejo de Estado y la Asamblea Nacional, que prácticamente daba orientaciones a la Dirección Nacional de Inmigración y Extranjería. Pero no la orden de despojar de su nacionalidad a una persona en particular, sino a todos los ciudadanos cubanos residentes en el exterior. La intención era clara: lesionar determinados vínculos afectivos de los emigrados con su nación de origen.
Pero en las redes sociales también hay personas que no se prestan a manipulaciones y suelen colocar en un altar la verdad y la justicia. Tomados en falta, algunos de estos “neolinchadores” de pronto titubearon, y sus argumentos comenzaron a sonar ridículos.
Yo me acordaba de una frase acuñada dos siglos atrás por el pintor español Francisco de Goya: “Los sueños de la razón producen monstruos”. Atrapados en una lógica perversa, ni siquiera se daban cuenta de que, contradictoriamente, habían empezado a defender los valores de la Revolución.
Puestos a la defensiva, a uno se le ocurrió justificar la actitud de Ortega con el argumento de que la bandera, el himno y demás símbolos patrios hubieran identificado al deportista con el proceso político cubano. Luego, tras esa misma idea, llegaron otros.
¡Qué cosa…! Pero todavía faltaba lo más grotesco. Por ese mismo despeñadero, hubo quien empezó a esgrimir que la bandera era una simple “telita”, “un trapo coloreado”, “un instrumento de dominación”. O sea, la negación total de Maceo y Martí, detestable pretensión de prostituir su propia historia, los fundamentos sensibles de la nación.
Dejo al lector las múltiples valoraciones que se desprenden del caso. Solo acotaré una última paradoja: ¿Cómo alguien puede vociferar ofendido ante el término empleado por Randy, y al mismo tiempo callar impasible ante el ultraje de lo que dice defender? ¡Cosas veredes, Sancho!, diría Cervantes.
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L'articolo odierno e' uscito su Cubadebate, parla di un'altro pezzo, scritto da Randy, il conduttore della Mesa Redonda....e non solo, riguardo al risultato finale di Cuba alle Olimpiadi di Rio.

L'episodio di Ortega che non raccoglie la bandera cubana per avvolgersi in quella spagnola e' un fatto mille miglia lontano dalla tradizione culturale degli abitanti dell'isola, per questa ragione ha fatto parecchio scalpore.

Il cubano puo' essere pro o contro il governo, vivere nell'isola o mancarci da decenni, avere progetti futuri a Cuba o essersi integrato perfettamente nel suo nuovo paese ma resta sempre...un cubano.

Un cubano, ovunque si trovi (chiedetelo alle vostre mogli o compagne) si ciba quotidianamente dei simboli del proprio paese; la lingua, l'inno, la bandera, nessun popolo al mondo, con ogni probabilita' ha cosi' forte il senso di appartenenza del proprio paese come il cubano.

Fra l'altro Ortega non e' ancora spagnolo, ha potuto gareggiare a Rio sotto la bandiera ex franchista grazie all'ennesima buffonata del Cio, fino a novembre e' ancora cubano.

Ricordo che il tipo e' fuggito dal ritiro cubano durante i mondiali di atletica a Mosca.

C'e modo e modo di fare le cose.

Osmani Juantorena, come ha sempre dichiarato, conosce perfettamente l'inno di Mameli, visto che e' da noi da oltre un decennio, ma non lo canta non per mancanza di rispetto nei nostri confronti ma, da cubano di pura cepa, per il rispetto che deve a quello che e' sempre il suo paese; Cuba.

Ma Osmany e' un “Hombre Vertical”, Ortega e' in altro tipo di abitante del pianeta....diciamo uno di quelli piu' vicini al suolo.

Randy nel suo articolo, andate a rileggerlo nei commenti al pezzo di lunedi, afferma un paio di cose interessanti.

La prima e' una mentira....consapevole.

Lui parla di atleti ex cubani, ma questo e' uno status non riconosciuto dalla Repubblica di Cuba.

Sappiamo bene che l'isola non riconosce la doppia cittadinanza, un cubano puo' vivere all'exterior da 30 anni, avere 8 passaporti differenti, ma se vuole rientrare a Cuba, deve farlo con quello cubano.

Questo non certo perche' Cuba abbia particolarmente a cuore chi se ne e' andato, ma semplicemente perche' in questo modo tutti i cubani devono avere il passaporto rinnovato ed in ordine, portando in questo modo denaro fresco alle ambasciate e ai consolati di Cuba in giro per il mondo.

Ortega, se fra qualche anno, avra' la possibilita' di strisciare di nuovo fino a Cuba, dovra' farlo con il passaporto cubano e non con quello iberico.

Quindi la parola EX e quella CUBANO nella stessa frase sono incompatibili.

Pero' Randy dice anche un'altra cosa.

Ha ventilato la possibilita' che l'Inder, nella sua nuova e si spera piu' oculata gestione, possa permettere ad atleti cubani che hanno lasciato LEGALMENTE il paese e che non abbiano gareggiato per altri paesi, di tornare a vestire la divisa delle varie nazionali cubane.

Se seguite il blog, sapete bene che e' cio che l'umile sciba auspica da tempo.

Quindi si spera che si sia giunti finalmente ad un punto tale che certe scelte diventino obbligate e che si esca da questa autarchia autolesionista che ha portato soltanto danni allo sport cubano.

giovedì 25 agosto 2016

IL SISMA

 

Il blog non si inventa ogni giorno, ha una sua programmazione settimanale, in linea di massima a inizio della settimana i pezzi sono tutti scritti, occorre solo rivederli e correggerli, una roba da 10/15 minuti al mattino.
C'e' pero' la quotidianita' che, a volte, prende il sopravvento sulla programmazione.
E' il caso di oggi.
C'era un altro pezzo in programma, ma cio' che e' accaduto ieri notte ha la precedenza, anche per cercare di fare forse una forzata comparazione che coinvolga anche la nostra isola, anche essa colpita spesso da disastri naturali.
Da queste colonne partono, con una certa frequenza, critiche al nostro paese e a noi che lo abitiamo.
Ci sono pero' situazioni in cui l'Italia e l' italiano sanno dare il meglio, sono proprio queste situazioni di drammatica emergenza.
Lo dico con una certa cognizione di causa; ai tempi dell terremoto in Irpinia mio padre e una quarantina di suoi colleghi, dipendenti dell'allora Azienda Elettrica Municipale, partirono per i luoghi devastati del sisma.
L'azienda mise a disposizione i mezzi, loro si presero tutti le ferie per poter partire senza gravare sul contribuente.
Fu un esperienza dura, ma fu fatto quello che in quel momento andava fatto dai cittadini di un paese cosi' duramente colpito.
In momenti come questo ci si rende conte che, se vogliamo, sappiamo essere un grande paese.
Da pochi minuti dopo il sisma c'e' stata una mobilitazione popolare senza precedenti.
Chi ha potuto si e' recato nei luoghi colpiti per scavare, le forze dell'ordine, l'esercito, la protezione civile, tutti gli enti del nostro volontariato (ricordate che ne parlammo un paio di settimane fa?) si sono fatti in 4 per dare una mano.
Tutti mandano sms donando 2 euro, ogni regione italiana invia cibo, coperte, mezzi, uomini.
Ci sono code in tutti i luoghi dove si dona il sangue.
Il paese, unito, si e' stretto attorno ai suoi figli piu' colpiti, a quella parte di popolazione che, in un attimo, si e' ritrovata senza nulla.
Il Premier ha fatto la sua parte recandosi sul luogo, coordinando gli aiuti insieme agli organi competenti, per una volta e' bene lasciare da parte sterili polemiche.
Ha assicurato che nessuno sara' lasciato solo, speriamo che le cose non vadano come all'Aquila, ai tempi del buffone di Arcore.
Questo non e' il momento di parlare ma di lavorare, ognuno deve fare la propria parte, come puo' e come si sente di fare.
Sono stato presente a Cuba ai tempi di Katrina, ero a Tunas mentre mia madre, con un'amica era in un hotel a Playa Pesquero.
Furono tutti evacuati a Varadero, alla fine un'uragano che piego' in 2 intere zone degli Stati Uniti, a Cuba, fece danni ma, se non ricordo male, soltanto una vittima.
Ricordo che la comunicazione fu tempestiva e costante, ogni 5 minuti, in tv, qualche militare dava indicazioni alla popolazione sul cosa fare prima, durante e dopo il passaggio dell'uragano.
Cuba, solitamente, sa cosa fare in casi simili, decenni di esperienza vorranno pur dire qualcosa.
Per essere sinceri fino in fondo occorre dire che, durante l'ultimo disastro, nessuno si aspettava che Santiago subisse cosi' tanti danni.
Il menagramo baffuto delle previsioni racconto' che l'uragano era stato declassato a tormenta tropicale....come poi ando' a finire lo ricordiamo bene, sopratutto lo ricordano gli abitanti della citta' invincibile.
Infatti il menagramo lo si vede molto meno in tv...
Tornando a noi, purtroppo, alla fine il conteggio delle vittime sara' ampiamente al di sopra di 300, mancano decine di persone all'appello e ogni ora che passa aumenta la possibilita' dell'ipotesi peggiore.
L'Italia e' caduta tante volte, si e' sempre rialzata, ci riuscira' anche questa volta.
Ovviamente il blog e' vicino e solidale con tutte le famiglie cosi' duramente colpite da questa immane tragedia.

 

mercoledì 24 agosto 2016

IL SILENZIO

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Se non ricordo male, avevo scritto un pezzo sullo stesso argomento un paio di anni fa.
Pero' ci sono situazioni che si ripetono sempre, sono stato testimone involontario dell'episodio in questione a marzo, durante la mia ultima vacanza nella maggiore delle Antille.
Ero in un buon ristorante tunero, ultimamente anche nella capitale della scultura cubana hanno aperto dei buoni locali.
Ovviamente ero in buona compagnia, una negra con due spalle che facevano provincia, un'ostacolista conosciuta alla pista dove vado a correre, pare un'atleta di buone prospettive ma di piu' non saprei dirvi.
Come sempre accade quando porto fuori una ragazza a cena, che sia a Torino a Las Tunas o a Timbuctu, faccio il pirla.
Rido, scherzo, faccio il brillante, perlomeno ci provo, mi diverto e mi piace vedere che anche la persona seduta di fronte con me la passi bene.
La cama e' solo l'eventuale ciliegina sulla torta, con una donna mi piace divertirmi, avere complicita', condividere storie ed esperienze, il resto viene sempre di conseguenza.
Forse e' vero che la cubana al buon cibo italiano preferisce il congri', ma quella sera la fanciulla dimostro' di apprezzare gli spaghetti e il buon vino cileno.
Poi c'e' chi preferisce il chioschetto con il bocadito di puerco perche' e' piu' furbo di tutti....francamente sono problemi (perche' davvero si tratta di problemi....) suoi.
Nel tavolo accanto al nostro c'era un'altro italiano con una blanquita, un'italiano piu' o meno della mia eta'.
La fanciulla non era male, anche se piatta come il tavoliere delle Puglie, una tipa a cui non avrei dedicato un secondo sguardo ma sui gusti personali non si discute.
Era stridente il contrasto fra il nostro tavolo dove si rideva e si scherzava, dove il vino e il buon cibo scorrevano via copiosi e il loro avvolto nel silenzio piu' profondo.
Sembrava una di quelle coppie che stanno assieme da 40 anni, nessuno parlava, lui era in evidente imbarazzo mentre lei aveva una faccia che non ricordo tale neanche sulla poltrona di un dentista.
Eppure lui non era un settantenne col pantalone di flanella tenuto su con le bretelle, erano nel miglior locale della citta', avevano davanti del buon cibo....c'erano tutti gli ingredienti per passarla bene....invece sopra quel tavolo aleggiava una cappa di tristezza.
Mi sono chiesto, una volta di piu', se vale la pena attraversare un oceano per serate simili, se e' giusto ritrovarsi dall'altra parte del mondo, seduto con una stronza che, anche se non e' perdutamente innamorata di te, dovrebbe perlomeno apprezzare tutto cio' che stai facendo per lei.
Nessuno ti obbliga a fare la troia, ma se decidi di farlo...cazzo almeno fallo bene!
Siamo sempre ai soliti discorsi, se nella vita qualche donna l'hai frequentata, sei in grado di riconoscere una persona che vale la pena frequentare da un'altra da sfanculare seduta stante.
Certo, ci vuole un minimo di vissuto, se il solo bollo che si e' in grado di frequentare e' disponibile unicamente a 9000 km di distanza allora e' difficile fare le giuste scelte.
Le ho viste tante volte queste scene, per non parlare di quelle che si fanno portare nella casa de renta di tal turista dicendo al bicitaxi o al taxi di aspettare perche' tanto....si fa tutto in fretta.
Ma vale davvero la pena tirare la cinghia in Italia, magari rinunciare ad altre cose, mettere i soldi da parte per poi sputtanarli con donne simili?
Nessuno vuole l'amore eterno o la fedelta' infinita ma cazzo perlomeno se ti scegli una donna che sia bella, allegra, divertente, coinvolgente, coinvolta e....brava a letto.
Per questa ragione ho sempre fatto una netta distinzione fra le donne da portare al mare o in ristorante e quelle con cui fare soltanto un rapido giro di giostra.
Con le seconde, rispettati i miei canoni estetici, va bene anche un Bignami, con le altre, poche e selezionate, e' bello poter frequentare le lezioni fino a prendere la laurea....per poi tornare in Italia felici e soddisfatti per le scelte fatte.

martedì 23 agosto 2016

RELAZIONARSI

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Una delle cose che mi ha sempre fatto riflettere nei confronti un mio eventuale sbarco a Cuba in pianta stabile e' il vedere, chi a Cuba ci vive davvero, avvelenato a morte coi cubani.
E' vero che, nella maggior parte dei casi, si tratta di gente avanti negli anni, magari con difficolta' di rapporti col prossimo ereditata dai tempi italiani.
Resta pero' il fatto di come sia difficile vivere la propria vita serenamente senza essersi creati, in una terra che ti ha accolto, uno straccio di rete relazionale con gli abitanti del luogo.
Dipende, alla fine, dal come si e' e dal come ci si relaziona col prossimo.
La vita, sostanzialmente, e' uno specchio che riflette l'immagine che diamo di noi stessi.
Se ci comportiamo da teste di cazzo, quasi sempre, saremo trattati da tali, da questo non si scappa.
Se uno sta' sui coglioni anche a sua madre stara' sui coglioni, sicuramente, anche a buona parte delle persone con cui si relazionera' en vida real.
A Cuba poi, saper fare selezione e' fondamentale.
Senza avere rapporti coi cubani, come capita alle persone che ho citato prima, non si vive bene.
Occorre, secondo loro, viaggiare sempre con la guardia altissima, rasentando i muri, il che non rappresenta il massimo per chi vuole farsi una bella vacanza o iniziare un nuovo percorso di vita.
Questo non vuol dire essere disponibili nei confronti di tutti, cosa sconsigliata sia in patria che altrove, ma avendo il vissuto necessario, capire chi si ha davanti e comportarsi di conseguenza.
Lo specchio, appunto.
Se devo trasferirmi a Cuba, vivendo perennemente incazzato coi cubani, rosicando nel vedere ogni atteggiamento degli altri italiani, incapace di essere una persona decente, allora molto ma molto meglio non muoversi dal paesello.
Questa capacita' di rapportarsi in un certo modo col prossimo non e' innata, anche se un minimo di predisposizione naturale non guasterebbe mai.
E' una cosa che si puo' apprendere negli anni, crescendo e viaggiando, conoscendo gente e sbagliando.
Non a caso, in questo ultimi anni, a Cuba, ho rafforzato i legami con alcune persone lasciandone perdere altre, in fondo esattamente come in Italia.
I legami che ho rafforzato sono indispensabili per potere godere della mia vacanza nel modo migliore possibile, non e' piu' il tempo di “arrivo e vedo cosa succede”.
Ci sono persone che stimo e che, suppongo, mi stimino, persone da cui ho ricevuto molto di piu' rispetto a quanto ho dato loro.
I cubani sono tutti ladri, papponi, arraffoni e chulos se si frequenta ladri, papponi, arraffoni e chulos che, detto per inciso, rappresentano na parte infinitesimale della popolazione cubana.
Il resto e' fatto da gente normale, che si alza la mattina per andare a lavorare, che sogna di campare un po' meglio e che e' in grado di mantenere, anche con uno straniero, un buon rapporto di consoscenza quando non di amicizia.
Poi, ognuno, raccoglie sempre quello che semina.
Ho applicato anche questo modus operandi nella nuova attivita' di palestra che abbiamo intrapeso anni fa.
Se, in 10 mesi, abbiamo portato a casa 300 persone e' anche perche' cerchiamo di non trattarle solo da clienti ma vogliamo che, davvero, in quell'ora che trascorrano da noi si sentano a casa.
Questo ha generato una serie di piccole, carinissime situazioni.
Il cuoco di un ristorante vicino alla palestra, ogni venderdi mi porta 2 teglie di pesce che cerco inutilmente di pagargli da mesi.
Un tizio che distilla birra artigianale e un'altro che fa il vino mi hanno portato delle bottiglie.
Chi lavora in una fabbrica di grissini ci riempie di scatoloni di pancarre e bauletti, un'altro che ha terreni mi ha portato il sugo di pomodoro per la pasta e addirittura le patate che coltiva nel suo campo.
Un altro che ha le bestie argentine, quando ne ha macellata una mi ha portato 2 bisteccone.
Sono piccoli esempi, sicuramente marginali e banali ma che dimostrano che quando la gente la tratti bene, quando sei corretto e sincero, pur nel rispetto dei reciprochi ruoli, beh.....vieni apprezzato anche solo con questi piccoli gesti.
Visto che Cuba non si trova su Marte, le stesse regole valgono anche per quel lato del bloqueo.

lunedì 22 agosto 2016

LE OLIMPIADI DI CUBA

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Si sono concluse le Olimpiadi di Rio.
Tutto sommato, come spesso accade, sono state delle discrete Olimpiadi, con tutti i suoi limiti attuali, il Brasile ha comunque fatto il suo dovere.
Cuba ha raccolto qualcosa di meno, dal punto di vista di medaglie, rispetto alle previsioni che le assegnavano 6/7 medaglie d'oro.
Bastava una Silva piu' in palla, un Pichado, qualche pugile in giornata giusta e il risultato sarebbe stato raggiunto.
Le previsioni parlavano di un 14/16esimo posto nel medagliere, alla fine si e' classificata 18 esima.
Credo sia piu' corretto dire che, oggi, Cuba abbia tutto sommato fatto quello che doveva fare, era nei decenni precedenti che faceva i miracoli.
Da un lato siamo probabilmente alla fine dell'ultima grande generazione di atleti cubani.
Parlo di quelli cresciuti con “Patria y muerte” “esto es por Fidel”, “Dedico l'oro a tutta la gente di Cuba e al mio barrio” e via discorrendo.
Dall'altro, rispetto a un paio di decenni fa, ci sono molte piu' nazioni in lizza e l'asticella, in tutti gli sport, si sia notevolmente e repentinamente alzata.
Oggi, nel decathlon si corrono i 100 in 10'30 e i 400 in 45' giusto per capirci.
Non e' piu' sufficiente il gran lavoro di scouting interno che Cuba ha sempre saputo fare, oggi occorrono risorse, mezzi, denari, strutture, stimoli ecc ecc.
Non si puo' neanche dire che i cubani che, disertando, hanno optato per altre nazioni, abbiano fatto i botti; l'argento “spagnolo” di Ortega, il bronzo di un lottatore “italiano” non avrebbero cambiato nulla, mentre Juantorena, che avrebbe giocato per Cuba in qualunque momento, e' un grande, ma senza il resto della squadra (di questa grande Italia) non avrebbe fatto molto.
Finisce la generazione cresciuta ancora col mito dello sport Rivoluzionario; quelli che, dopo un oro olimpico si accontentavano, se andava di lusso, di una casa piu' grande, magari di un'auto utilitaria, dell'abbraccio del Comandante en Jefe, tornando poi a mangiare il loro bel piatto di congri'.
La carriera di un'atleta e' breve, se in quei pochi anni non si riesce a monetizzare anche per gli anni a venire, il gioco rischia di non valere piu' la candela, e questo gli atleti cubani lo hanno imparato bene.
I giovani atleti cubani vogliono, giustamente, sfruttare la loro incredibile genetica anche per fare felice il borsillo, se non possono farlo a Cuba lo faranno da altre parti.
Anche perche' vincere e' sempre piu' duro.
Nel pugilato prima incontravi, in ogni categoria, al limite un Sovietico, oggi devi eliminare un russo, un kazako, un uzbeko, un armeno...tutta gente con grandi tradizioni pugilistiche alle spalle.
Il pugilato ha sempre salvato la ghirba a Cuba, parzialmente, e' successo anche questa volta ma i pugili cubani, pur essendo ragazzi in gamba con un'immensa scuola pugilistica alle spalle, non sono piu' del livello di quelli delle vecchie generazioni.
I buoni che c'erano sono passati professionisti, con alterne, molto alterne fortune, quelli attualmente validi lo diventeranno nei prossimi mesi.
Non li tieni piu'.
Se non si trova una formula, tocca all'Inder farlo, per tenere gli atleti permettendo pero' loro di fare una vita migliore, si rischia di perderli definitivamente, gettandoli fra le braccia del primo con 4 centavos da offrire.
L'atletica e' stata una grande delusione, una sola medaglia con la Caballero la dice lunga sulle difficolta' che l'isola sta' attraversando.
L'assenza di Pichado, la delusione della Silva, la scomparsa di atleti cubani in molte specialita' dove l'isola ha sempre avuto voce in capitolo, fanno pensare che l'atletica cubana sia davvero in un momento di profonda crisi.
Vedo, alla pista di atletica di Tunas, con quali miseri mezzi atleti di alto rendimento devono allenarsi.
Cosi' avanti, in un mondo sportivo sempre piu' competitivo, non si puo' andare; occorrono soldi e sponsor, stimoli e strutture.
Negli sport di squadra dove Cuba e' sempre stata protagonista i caraibici sono praticamente scomparsi, presentando la sola squadra di volley maschile, orfana dei pochi buoni dopo la disavventura finlandese.
Nella greco romana, nel Judo, in parte nella boxe Cuba resta una grande nazione sportiva, da qua' occorre ripartire.
Lo sport Rivoluzionario deve ripartire da queste certezze, magari con un Inder che venga gestita decisamente meglio rispetto a cio' che sta' accadendo ora.
Chissa' se da questo orecchio gli alti papaveri ci sentiranno.....