martedì 9 agosto 2016

PERDERE I TRENI

 

Nel gruppo whatsapp “I miei amici di Cuba”, qualche giorno fa si commentava l'andamento dell'estate.
Qualcuno, come il sottoscritto (anche se quest'estate mi sono dedicato alla Fly Gym, a Grande Torino e a M&S) opera anche in ambito turistico, altri hanno attivita' in posti di mare, altri vivono di stagionalita', altri semplicemente vivono al mare e hanno occhi per vedere.
Mentre a qualcuno pare che ci sia piu' gente, chi per campare opera in ambito turistico, deve fare i conti con le nude cifre.
Sulla riviera romagnola il calo e' evidente, i tempi in cui gli hotel facevano il full da giugno a settembre sono un lontano ricordo.
A questo punto pero' qualche considerazione occorrerebbe farsela, se un buon 85-90% dei gestori di hotel, villaggi e campeggi e' ultra sessantenne vuol dire che qualcosa non quadra.
Le nuove idee, per essere maggiormente competitive e vincenti, devono arrivare da nuove teste, nuovi cervelli, gente giovane, che ha girato il mondo, ha visto altre realta', e' in grado di fare confronti e di crescere.
Lo scorso anno operavo in 2 prestigiosi campeggi a Cavallino, i proprietari avevano 89 e 75 anni e non mollavano un cazzo di niente ai figli.
Questo paese si deve svecchiare, sopratutto in contesti che richiedono idee e iniziative nuove.
Se poi, come in Liguria, per due lettini e un ombrellone si chiedono 25 euro al giorno....allora di cosa stiamo a discutere?
Anche Cuba, investita da un mare di nuovi turisti, sta' seriamente rischiando di perdere il treno giusto, sommersa come si ritrova da problemi economici e di natura energetica.
I problemi pero' non arrivano soltanto da questi contesti, anche a Cuba andrebbe cambiata la mentalita' di chi opera in ambito turistico, iniziando proprio da chi gestisce le case de renta.
Soltanto una piccola parte di loro offre, come servizio vitto, al di la del classico desajuno.
L'almuerzo e la comida di buon livello possono portare nelle casse della casa importanti gettiti di denaro, anche in momenti di vacche magre.
Le duenas dovrebbero imparare, facendo i giusti distinguo, a trattare bene le fanciulle che si accompagnano ai loro clienti.
Primo perche' potrebbero in futuro diventare “sponsor” dell'attivita', secondo perche' se la fanciulla ha una relazione ed e' trattata male, quando lo straniero tornera' nel viaggio successivo, la fanciulla fara' di tutto perche' il “moroso” vada ad alloggiare in un'altra casa, meno problematica.
Le case dovrebbero poi avere, tutte, una persona di fiducia provvista di auto per andare a prendere e portare i clienti in aeroporto.
In questi e altri problemi ci imbattiamo quotidianamente con la nostra attivita' di M&S CASA PARTICULAR CUBA.
Gli hotel di qualita' sono pochi, quasi tutti situati nella capitale o nelle localita' di mare, molte citta' cubane non hanno un hotel decente.
Piuttosto che soggiornare all'Hotel Tunas prendo la residenza nella mensa dei poveri, tanto il livello e' quello.
Mancano tour operator di livello e quelli che ci sono operano fra mille difficolta', sopratutto ora che inizia a scarseggiare la benzina.
Quando mi si parla di invasione di turisti americani col portafoglio gonfio, ma abituati a fare vacanze di livello adeguato appunto al portafoglio, mi viene da ridere.
Gente abituata a 5 stelle plus delle Bahamas che arranca in mezzo ai mosquitos nella playa di Puerto Padre....
Ci sono solo 2 modi di fare le cose, a Cuba come in Italia, bene o male e a farle male, spesso, ci si mette la stessa fatica che a farle bene.
Da noi c'e' un turismo vecchio che frequenta strutture vecchie dove mancano le nuove idee per fare azienda.
A Cuba e' tutto da creare ma mancano le situazioni logistiche, economiche e culturali per poter fare il tanto agognato salto di qualita' ed uscire da decenni di colpevole immobilismo.
Due facce della stessa medaglia.

28 commenti:

  1. hai perfettamente milco daccordo ciccio simone il romagnolo

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    1. Ciccio, ho lavorato in tante strutture turistiche italiane ed in alcune di alto livello in giro per il mondo.
      La realta' e' proprio questa.

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  2. massimo gramellini

    Domani Alex Schwazer si presenta davanti ai giudici di Rio per avere indietro il suo sogno. Comunque la si valuti, la storia di quest’uomo dal cognome ingorgato di consonanti è già una sceneggiatura di Hollywood a cui per diventare perfetta manca soltanto l’ultima scena. Alex nasce a Vipiteno nel 1984 con i muscoli di un fuoriclasse e l’emotività di una monaca. A ventitré anni arriva terzo ai Mondiali di Osaka per carenza di autostima: ha accelerato troppo tardi e si ritrova al traguardo con indosso ancora un mucchio di energie. L’anno dopo alle Olimpiadi di Pechino impara a dosarle meglio e vince l’oro della 50 chilometri con tempi da monopattino: poco più di tre ore per percorrere a passo di marcia la distanza che separa Milano da Como.
    Il suo giro di pista in mondovisione avvolto nel tricolore irrita gli indipendentisti altoatesini, che lo accusano di fare eccessivo uso di sostanze italianizzanti. Era già forte e bello. Diventa anche ricco e famoso, inseguito dagli sponsor e dai fotografi per il suo fidanzamento con il cigno bianco del pattinaggio Carolina Kostner.
    Il trionfo, diceva Kipling, è come la sconfitta: un impostore che andrebbe trattato con lo stesso distacco. Invece il fragile Alex se ne lascia travolgere.
    Comincia a doparsi per reggere il ritmo infernale dei marciatori russi, che si scoprirà poi essere più drogati di lui. Con un colpo di teatro viene smascherato alla vigilia delle Olimpiadi di Londra. C’è del marcio nella marcia e non solo tra quelli che stantuffano in pantaloncini corti lungo la strada. I dopati di Mosca sono stati affettuosamente accuditi dai vertici della federazione mondiale di atletica, il cui presidente è finito in galera per corruzione, mentre al responsabile - si fa per dire - dei controlli antidoping sono state trovate mazzette milionarie nella lavatrice.
    Se fosse furbo, Alex si limiterebbe ad ammettere le sue colpe individuali e a chiedere perdono al sistema, riconoscendone la purezza e la legittimità come hanno fatto decine di altri atleti, bombati e pentiti, oggi regolarmente a Rio con la benedizione delle supreme autorità. Invece lui è una testa dispari: ammette di essersi dopato, ma estende la confessione allo schifo circostante, rompendo l’omertà che governa lo sport come ogni altro genere di comunità umana dove vige la regola che i panni sporchi si lavano in famiglia e il capro espiatorio, sottoposto alla pubblica gogna per arginare gli scandali, deve accettare in silenzio il proprio destino.
    Alex indossa i panni di don Chisciotte e si trasforma nel paladino della lotta al doping, ingaggiando come allenatore un altro cavallo pazzo, il professor Sandro Donati. Uno - per dire il tipo - capace di perdere il posto di allenatore della Nazionale di atletica per avere denunciato che la medaglia del nostro saltatore in lungo Evangelisti ai Mondiali di Roma era stata propiziata da una misurazione generosa dei giudici. Donati ha trascorso la vita a sbugiardare l’impazzimento chimico dello sport.
    Persino don Ciotti benedice la decisione della pecorella smarrita di affidarsi al cane da pastore più incorruttibile del gregge. Alex sconta la pena fino in fondo: perde la reputazione, i ricchi contratti e l’illustre fidanzata, che per avere mentito sulla sua presenza in casa durante un controllo a sorpresa aveva pagato lo slancio d’amore con una squalifica di un anno e mezzo.
    Il kolossal ci sarebbe già tutto, con Matthew McConaughey e Anne Hathaway nei panni dei protagonisti (per Donati, volendogli togliere la patina buonista, vedrei bene Harvey Keitel: «Sono mister Wolf e risolvo problemi»). Invece ci ritroviamo soltanto a metà della trama. Come in ogni copione hollywoodiano che si rispetti, comincia la rimonta: sportiva ed esistenziale. Alex distilla sudore agli ordini del suo impavido aguzzino e al termine della squalifica, nel maggio scorso, si affaccia in grande spolvero alla coppa del mondo di Roma......

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  3. ......La stravince, pur andando molto più piano di quando si drogava, e nonostante il professor Donati abbia ricevuto alla vigilia la strana telefonata di un giudice che lo esortava a mettere il freno a mano al suo allievo. La vittoria di Roma garantisce il sospirato biglietto per il sogno. Rio speriamo che me la cavo.
    Quand’ecco che da un cilindro malizioso salta fuori la controanalisi di una provetta che al primo esame aveva dato esito negativo. Questa provetta contiene un campione di urine prelevato a Schwazer la mattina di Capodanno. Ha girato per giorni, prima di approdare al laboratorio di Colonia, violando clamorosamente l’anonimato perché qualche manina vi ha scritto sopra «Racines», un paese di quattromila anime che ospita un atleta solo: lui.
    La provetta contiene tracce minime di testosterone e qui la cattiveria si allea con la stupidità. Se il doping Alex lo ha assunto di sua volontà, oltre che un farabutto è un fesso, perché - sostiene Donati - in quantità così scarse non produce benefici, a meno di farne un uso prolungato, smentito però dagli altri venti controlli a sorpresa effettuati negli ultimi mesi, tutti negativi compreso l’ultimo, reso noto nei giorni scorsi.
    Se invece la provetta è stata manomessa dai suoi nemici, avremmo a che fare con una banda di inetti e di tirchi: una volta deciso di allestire il trappolone, perché inserire la sostanza proibita in dosi tanto irrilevanti? Se stessimo scrivendo un romanzo, si potrebbe immaginare che il doping sia stato iniettato frettolosamente nella borraccia di riserva che Alex lascia ogni giorno dentro la sua macchina in un parcheggio incustodito per andare ad attingervi durante l’allenamento. Pare che la portiera dell’auto sia stata forzata e lui ha presentato denuncia contro ignoti.
    L’aspetto più sconcertante della vicenda, ma anche ciò che ne aumenta il fascino, è la solitudine del campione. Intorno ad Alex e al professor Donati c’è il vuoto pneumatico. Non una voce dello sport si è levata in loro difesa. Tamberi, il grande saltatore in alto infortunatosi alla vigilia dei Giochi, ha definito Schwazer «vergogna d’Italia».
    E il presidente del Coni si è ben guardato dal proteggere l’unica medaglia sicura della nostra atletica o anche solo dall’eccepire qualcosa sulla palese stranezza delle procedure e sul continuo rinvio della sentenza definitiva, trascinata fino a domani, in piena Olimpiade. Innocente o colpevole, da settimane Alex si allena per preparare una gara a cui sa che difficilmente parteciperà e che in queste condizioni di scarsa serenità mentale avrebbe comunque poche probabilità di vincere. Che se poi invece la vince, dal giorno dopo a Hollywood si comincia a girare.
    07/08/2016

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  4. E' vero, fuori dall'Avana e Varadero gli hotel fanno pieta'.Giuseppe

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    1. Diciamo che pochi sono di livello internazionale, l'all inclusive non basta.

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  5. Condivido tutto Milco, purtroppo Cuba è da far nascere di sana pianta a livello di strutture turistiche, come si fa ad avere tutto quel ben di dio di mare e avere spiagge completamente abbandonate, senza un minimo di strutture tipo hotel,stabilimenti balneari, ecc? Oltre a portare ricchezza porterebbero TANTO lavoro ai cubani...L'ho sempre detto qui, ne siete tutti testimoni, prima che arrivasse il turismo Usa, che sarebbero venuti la prima volta, poi chao pescao, non li vedi più, parlo dei turisti del mare, non di quelli che cacciano fanciulle...sono abituati alle spiagge di Miami, delle Bahamas, cosa vengono a fare a Cuba?

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    1. Beh...potremo fare un discorso simile per gran parte del sud Italia.
      Ricordo anni fa feci una stagione a Ugento, fuori dal villaggio posti bellissimi, un mare da urlo ma....non c'era un cazzo.
      Se volevi un minimo di vita bisognava andare a Gallipoli.
      Poi mi spiegarono perche' non c'era un cazzo...

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    2. Zona di contrabbando di sigarette.....

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  6. Gli investitori stranieri a Cuba se vorranno mantenere uno standard qualitativo alto porteranno lo scheletrato appresso , come al Melia Cohiba dove i cubani sono pochi e relegati ai lavori di basso lignaggio.

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    1. Anche perche' quelli di alto rango occorre saperli fare.

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  7. Ieri mi sono fatto una bella chiacchierata con un responsabile latino america di Airbnb (il colosso mondiale dell'affitto di case private, per chi non lo sapesse).
    Mi diceva che su Cuba c'è il boom. Ad agosto l'Havana non ha più posti letto. Tuttavia i feedback che gli utenti lasciano sono pessimi. Oltre condizioni igieniche insufficienti ed i soliti problemi delle toilette, sono proprio i proprietari ad essere approssimativi.
    Cambi biancheria che non vengono fatti a scadenza, lenzuola e asciugamani usurati, colazioni pessime. Mi diceva che ben difficilmente il turista ritorna dopo aver lasciato certi giudizi.

    Simone M&S

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  8. ¡hola! Cuba lo tiene todo per diventare un punto di riferimento per il turismo bueno del nord america ed è infatti quello su cui punta il regime ovvero aree dedicate con hotel di lusso e turismo de golf . Sono progetti che potrebbero realizzarsi. Certo non si può basare l'intera economia di un paese solo sul tursimo perchè non è un indotto che coinvolge molto soprattutto perchè sarà in mano alle compagnie mixtas o parastatali con personale metà cubano e metà straniero (in futuro). Cmq le potenzialità ci sono tutte ovviamente come tutto a cuba sta partendo da la capital e varadero polo storico. I primi anni di apertura ci sarà una avalancha di turismo made in ee.uu (per me già tra pochi mesi) poi certo chi abituato ai 4 stelle di altre zone caraibiche farà un viaggetto e stop mentre per i turisti callejeros (diciamo come noi) si aprirà un mondo nuovo e si godranno la isla a mille (dato che hanno un budget superiore agli europei).
    Sulla situazione itagliana non si può pretendere molto da un paese di milleuristi con costo di vita a livello usa. chao Enrico

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    1. Direi anche che molti americani, magari in eta' di pensione, potrebbero scegliere di portare definitivamente il catetere a Cuba comprandosi, a prezzi per loro bassi, una casetta.

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  9. sono d'accordo un pò come fanno parecchi canadesi che conosco en playa del este, fanno avanti e indietro tipo 6 mesi (loro possono da default) cuba e 6 mesi canada, no esta nada mal. Certo, come hai sottolineato se lo possono permettere a livello di soldi . Il futuro andrà proprio in questo senso . Enrico

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    1. Tieni conto delle 3 ore di volo dal Canada a basso costo

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    2. Tieni conto delle 3 ore di volo dal Canada a basso costo

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  10. comunque anche la maggior parte degli hotel 4/5stelle della capitale,esclusi forse e dico forse i Melia e il Terral,sono tali solo sulla carta..gli anericani sono diversi da noi che ci adattiamo,vogliono ciò per cui pagano,gente come dici tu abituata alle Bahamas ,Hawaii ,St.Kitt e Nevis etc etc non la vedo soddisfatta al Tarara' di Playa de l'este o al Club Amigo di Guardalavaca..purtroppo in questi decenni Cuba ha visto il turista più come pollo da spennare che come risorsa..capita...
    ciao a tutti
    Andrea M.

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  11. Cuba è questa,non sarà mai come Miami o bahamas,le strutture sono come tutti sappiamo,c è poco da fare,è uno stato completamente diverso e al potere conviene così,cambierà poco o nulla,noi ragioniamo da turisti e discorsi tutti ottimi e giusti ma chi comanda a Cuba gli va bene così

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    1. Se pero' sei alla canna del gas devi sfuttare al meglio cio' che madre natura, generosamente, ti ha donato.

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    2. Il potere a Cuba non è alla canna del gas,se comanda l isola da 60 anni e tutto el dinero che entra negli hotel di lusso è suo,gli basta così,arricchire altri è pericoloso e chi sa meglio di loro come si tiene la poltrona?

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    3. Vedremo cosa accadra' senza i Castro al potere....

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  12. Mi diceva prima un mio cliente in palestra che la figlia, a Viareggio, per ombrellone e 2 lettini paga 40 euro al giorno...ma dove vogliamo andare?

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  13. a Barceloneta 25 al giorno dalle 8 alle 21

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  14. Il Torino Football Club è lieto di comunicare di aver acquisito a titolo definitivo dal BK Hacken il diritto alle prestazioni sportive di Samuel Gustafson.



    Gustafson è nato a Molndal, in Svezia, l'11 gennaio 1995. E' un centrocampista eclettico che nonostante la giovane età ha già disputato quattro stagioni nel massimo campionato svedese con la maglia del BK Hacken, collezionando 67 presenze e segnando 11 reti. L'ultima domenica 7 agosto, di destro, nella vittoria per 4-2 della sua squadra in trasferta, contro l'Elfsborg.


    Il benvenuto del Direttore Sportivo Gianluca Petrachi: “Gustafson è un prospetto in cui crediamo, ha potenzialità e qualità importanti, lo seguivamo da tempo. E’ un nazionale Under 21 della Svezia che ha già maturato una buona esperienza nel massimo campionato del suo Paese, ma trattandosi di un ragazzo del ‘95 è evidente che dovremo anche lasciargli il tempo di ambientarsi e di conoscere bene la nuova realtà che lo attende. Nel Toro troverà le condizioni ideali per inserirsi, perciò a nome del Presidente Cairo e di tutta la Società sono contento di poter dare a Samuel Gustafson il più cordiale benvenuto”.

    Le prime parole del neo granata: “Sono giovane, è vero, ma questa è l’occasione più importante della mia vita e quindi farò di tutto per meritare la fiducia che il Presidente Cairo e il Direttore Petrachi mi hanno concesso. Non mi piace parlare di me, preferisco che lo facciano gli altri: io ora devo solo mettermi a disposizione dell’allenatore e dei compagni, cercando di imparare ciò che non conosco e di lavorare duro ogni giorno per migliorarmi. Con grande umiltà, però consapevole di quello che posso e che devo fare”.

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  15. Parlando dei prezzi degli ombrelloni io in Messico sulla riviera maya,a Playa del Carmen con 25 euro dormo faccio colazione mangio due volte e vado alla spiaggia libera di Playacar con la mia bella norteña. Naturalmente questi sono i prezzi se si affitta una stanza per mese ( 250 euro ) e si mangia per lo più comida messicana ( 3/4 euro per un pasto completo ) o si cucina in casa. Una volta o due a settimana una bella cena di pesce e qualche serata in un bar o disco a ballare o ascoltare qualche banda dal vivo,birrette e caballitos compresi. Pablo

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