lunedì 8 agosto 2016

SITUAZIONE COMPLICATA



Probabilmente, se si osservano le cose con occhio superficiale, puo' sembrare che a Cuba non cambi mai nulla, ma i problemi che angustiano un paio di paesi sodali con l'isola stanno iniziando a pesare sulla vita di tutti i giorni dei cubani.
La situazione in Venezuela e' drammatica.
Ho letto in settimana un reportage su Repubblica dove, al di la della consueta faziosita' del solito cronista, veniva descritta l'attuale situazione come assolutamente esplosiva.
Cuba dipende, per il suo approvvigionamento energetico, in gran parte dalla nazione bolivariana, che l'isola onora economicamente col lavoro dei suoi professionali in missione.
Le forniture giornaliere sono gia' calate in modo significativo, qualora dovessero interrompersi, del tutto Cuba non ha in cassa i denari necessari per reperire cio' che serve nel libero mercato, non c'e' piu' nessun blocco Socialista pronto a parargli il culo.
Non escludo neppure, ma questa e' una mia congettura tutta da verificare, che l'abbandono del potere da parte di Djlma in Brasile a favore della marionetta attuale, non abbia influito anche nei rapporti commerciali fra i due paesi, visto che in Brasile operano oltre 4000 professionali cubani.
Come dicevo, le conseguenze di questa situazione iniziano a sentisi anche sull'isola.
Le mie fonti non sono il Granma o il Miami Herald ma semplicemente la gente normale, chi si alza ogni mattina per andare a lavorare e chi manda avanti una casa, facendo la spesa e cercando di mettere insieme il pranzo con la cena.
Sento la mia famiglia cubana praticamente ogni settimana, il boss, che e' tale in una impresa di costruzioni, mi diceva che inizia a mancare la materia prima, che per tot ore ogni giorno sono senza corrente, che non sempre i lavoratori riescono a raggiungere il posto di lavoro.
I lavoratori, una parte di essi, vengono portati in impresa da un mezzo statale che a una determinata ora li passa a prendere.
Ora, per questo mezzo di trasporto inizia a mancare la benzina, di conseguenza non tutti i giorni l'autista e' in grado di fare il giro per prendere gli operai.
Il Boss ha un Lada di servizio e anche per lui sono iniziati i tempi in cui si deve tirare la cinghia.
Il problema e' che ha piano mensile di lavoro da compiere, grazie al quale puo' ottenere degli “stimoli”, in pratica se riesce la sua impresa a fare tot pezzi al mese, lui prende piu' soldi.
Se pero' scarseggia la materia prima, manca tot ore al giorno la corrente e gli operai non vengono a lavorare diventa impossibile rispettare il piano, di conseguenza quei soldi in piu' non arrivano.
Anche gli operai, a seconda dei contratti che hanno, possono godere di “estimuli” ma se non riescono a raggiungere il posto di lavoro difficilmente potranno centrare gli obiettivi.
A Tunas, nei locali statali, manca oramai la corrente per una buona mezza giornata e anche a casa inizia a mancare, ad intervalli regolari, la corrente.
Un paio d'ore al giorno, per il momento non di piu', pero' la corrente inizia a mancare.
Lo stato e' intervenuto, ricorderete che ne abbiamo parlato, sui prezzi di alcuni generi di prima necessita', sopratutto nei mercati con frutta e verdura, per impedire che i vari passaggi di mano del prodotto provocassero un'innalzamento abnorme del costo dello stesso.
Questo e' avvenuto, ma se presiste la carenza di combustibile allora tutto tornera' a salire di prezzo.
In ogni paese del mondo, quando aumenta il costo della benzina aumenta anche tutto cio' che si muove su ruote, succedera' la stessa cosa anche a Cuba.
Mi dicono che gia' i costi dei trasporti siano aumentati, che sia diminuito anche il numero di guaguas della rete di trasporti cittadina che gia' versava in cattive condizioni, che il carburante a disposizione degli enti statali sia diminuito di parecchio.
Per ora all'Oro Negro la benzina si trova, il prezzo non e' ancora stato ritoccato, ma e' solo questione di tempo.
Se si chiude il rubinetto bolivariano, allora Cuba si ferma.
Non siamo ancora a questo, pero' monitoriamo tutti i nostri contatti per sapere come si evolvera' la situazione nelle prossime settimane.
In campana, gente.

P.S. Le medaglie del judo di ieri mi hanno fatto tornare la nostalgia per il mio sport, la foto e' di circa 22 anni fa, non gareggiavo piu', insegnavo ai bimbi in una palestra di Torino. 

46 commenti:

  1. Hai ragione se cade Maduro Cuba si ferma. Giuseppe

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    1. Maduro probabilmente e' gia' caduto, vittima della sua incapacita' e di alcune scelte di Chavez quando il petrolio era 100 dollari al barile.

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  2. Ieri ho dedicato il pomeriggio e la serata alle Olimpiadi, che figata.
    Come diceva Andrea ieri ho scoperto il rugby a 7 che e' bellissimo.
    Campo uguale di quello a 15, giocatrici robuste ma non grosse e sopratutto velocissime.
    Due tempi da 7 minuti dove la palla e' sempre viva.
    Probabilmente il torneo femminile lo vinceranno le All Black, quasi tutte Maori, se le incontri per strada cambi marciapiede.
    Basile ha vinto l'oro nel judo a 21 anni.
    Mi parlo' di lui lo scorso anno un caro amico Maestro con cui presi il secondo dan a Roma una vita fa.
    Il ragazzo e' un po' tamarro, ma con un immenso talento, si allenava a Settimo alla Akiama, ora ovviamente vive e si allena nel centro federale vicino a Roma.
    Cuba per il momento un quarto posto sempre nel judo, ma le sue gare devono ancora arrivare.
    Per ora l'Italia va bene, peccato per la squadra dell'arco femminile arrivata quarta.

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  3. Alla fine il Mancio si prendera' un'anno sabbatico con in saccoccia 2/3 milioni di buonauscita dall'Inter.
    Si parla di De Boer...mah...mancano 2 settimane al campionato non so quanto sia saggio prendere un allenatore che non ha mai allenato in Italia.
    Il Milan pare proprio sia stato venduto, prevedo una stagione di vacche magrissime.
    Lo dico ora....la vera sorpresa della squadra di Mughini, Lapo e Giletti non sara' il panzone ex napoletano ma quel ragazzo croato che sara' il vero crack della stagione.
    Sinisa ha chiesto altri giocatori, la cosa non sara' stata gradiata a Cairo....vedremo se arriva qualcuno.

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    1. Anni sabbatici con 3 milioncini,questa è vita,allenatore scarso ma sempre guadagnato una barca di quattrini,no stupido anzi

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    2. Neanche, perche' con la buonauscita rescinde il contratto e ne puo' firmare uno il giorno dopo.

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  4. io temo solo questione di tempo e per Cuba arriveranno tempi durissimi,Maduro è già virtualmente caduto,il Venezuela è praticamente diventato invivibile(chi può ,è parlo di esperienza personale ,manda addirittura via i figli se ha un aggancio all'estero),quanto dura ancora la regalia venezuelana ?difficile dirlo ma credo poco..e suppongo a Cuba non abbiano un piano b,egoisticamente parlando anche per noi turisti la isla diventerà ancor più cara ma per i cubani gli scenari paiono apocalittici..vamos a ver..buona settimana a tutti(a quanto è ora la benzina a Oro Negro?)
    Andrea M.

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  5. Se non ricordo male 1 la regular e 1.20 la especial

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  6. Basile si allena all'Akiyama di Settimo Torinese.
    I pochi ancora in città non parlano d'altro. Grande Fabio!

    Simone M&S

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  7. Immagino....
    Credo che sia entrato o entrerà sicuramente in qualche gruppo militare per potersi allenare a tempo pieno

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  8. Per i miei gusti la Fiamingo è da medaglia d'oro...
    http://video.gazzetta.it/olimpiadi-rio-2016-rossella-fiamingo-scherma-sexy/1c3d2994-5420-11e6-acee-4bf2ed72a326?playlistId=35111720-513d-11e3-aaff-bbffcf73462f

    Simone M&S

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    1. Sicuramente, mai preferisco una bella muscolata del rugby a 7.
      Basta non farla incazzare... :-)

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  9. hola! Cuba esta en tremenda candela, il piano yanqui di far cadere i governi sinistroidi di enormi e ricchi paesi come brasile e venezuela sta funzionando bene. La caduta del bolivarismo è solo una questione di mesi, la isla in tutto questo è stato solo un effetto collaterale. Necessitano disperatamente di soldi e di prendere tempo infatti dal 2017 vedrete libero turismo americano, certo non tutti ne beneficeranno ma sarà un buon effetto placebo che durerà un pò. Non penso che le nuove generazioni possano resistere ad un "nuevo periodo especial" per questo il regime sta lasciando migrare chi ne ha la possibilità e vedrete che cercherà di ridurre al minimo gli impatti de la escasez general sulla vita di tutti i giorni. Sono consci che si rischia qualcosa di più di un nuovo maleconazo e vogliono mantenere saldamente il potere. Ancora una volta saranno los remeseros de los ee.uu ad alimentare el caiman. In questa situazione noi yuma a livello turistico saremo ancora più spennati ma d'altronde questa è sempre stato Cubita la Bella. A ver que pasa.chao Enrico

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    1. Se il regime non è caduto nel periodo especial,non cadrà mai,altro che maleconazo,unico obiettivo del cubano uscire dal paese,stop,gli altri ogniuno nel suo orticello

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    2. Enrico sicuramente gli yankee uno zampino ce lo avranno messo ma Maduro guidava la guagua....e pare che i nostri amici brasiliani si siano rubati anche i rubinetti del bagno......

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    3. Paolo il regime non cadra'.....si estinguera' per la sparizone fisica dei suoi leader....

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    4. Parole povere il potere sempre al partito rimane,quindi cosa cambia al cubano de a pie'

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    5. Il calo del prezzo del petrolio è direttamente voluto dai paesi arabi e dagli stati uniti, proprio per indebolire i produttori alternativi ed aumentare la produzione di altri combustibili, Maduro è si un incapace, ma le forze usa in sudamerica sono davvero potenti, vedi brasile, argentina, etc. L'apertura di cuba agli usa e al mondo in generale è proprio il piano b, il problema è che non basta aprirsi, bisogna poi saper gestire il cambiamento, e i funzionari e burocrati cubani hanno molto da imparare. p.s. appena tornato da cuba: il vero aumento è il prezzo del gasolio che sta a 1,20, come la especial e non sitrova al nero, proprio perchè agli statali hanno tagliao i rifornimenti, prezzi di trasporto per i particular sono folli: Guantanamo-Guardalavaca (235 km circa) 120 cuc!!!

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    6. Diciamo che in questo aumento dei prezzi i cubani che hanno un carro ci marciano forte....

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  10. non penso arrivino i vecchi tempi d oro ma neanche periodo especial,solita gnola degli ultimi 20 anni dai ragazzi,la vita per loro va avanti coi soliti problemi,resta sempre dei paesi del terzo mondo il meno peggio,ma che apocalissi

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    1. Ti posso assicurare, Paolo, che di fronte a 10 ore di apagones oggi la gente non rimarrebbe zitta, tutt'altro.

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    2. L unico obiettivo del cubano è uscire dal paese,non protestano o fanno rivoluzione contro il potere,mentalità radici troppo profonde,piuttosto scappano

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    3. Raul ha annunciato a Luglio il possibile ritorno di un nuovo periodo especial, ma la priorità viene data alle attività particolari vero motore interno, basta vedere i consumi e i costi dell'Havana, per questo attività statali senza corrente, senza cibo da vendere, la tiendas resistono, magari senza aria condizionata, ma si trova quasi tutto, a oriente è più drammatico, a Guantanamo pochi apagones ma l'acqua arriva anche ogni 7 giorni, il massimo è a Banes, acqua una volta al MESE!

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  11. Un Paese non può dipendere da altri per cose delicate e fondamentali come energia e combustibili, ma scherziamo? Quando diventa grande Cuba e inizia a camminare coi suoi piedi?
    La foto in cui limoni la chica di che anno è? :-)

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    1. Valter....L'Italia dipende da altri per energia e combustibili...
      Se avessi i pettorali di quel tipo....mi sarei gia' suicidato :-)

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    2. E' vero però diciamo che Cuba è già stata molto fortunata perchè molti paesi gli hanno azzerato miliardi e miliardi di debiti, sarebbe il caso che facesse di necessità virtù, magari facendo finta di dover pagare quei debiti, destinando quei soldi a migliorare il Paese....gli hanno abbuonato una marea di soldi, tanti tanti...con tutto quel sole che c'è a Cuba 12 mesi all'anno, perchè non andare verso l'energia solare col fotovoltaico? Sarebbe già metà impresa.

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    3. Perche' mancano i capitali per avviare i progetti, suppongo.

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    4. L'energia verde, fotovoltaico, eloica, maree, sono una priorità per i progetti stranieri, ci sono molte agevolazioni per chi vuole investire in quei settori, il governo è ben disposto ad accettare progetti da fuori, il problema resta sempre l'incapacità di chi poi deve gestire i progetti, i funzionari sono totalmente impreparati, non bastano le leggi, ci vuole l'esperienza e la capacità professionale, ancora oggi i tempi per la presentazione e discussione di un progetto misto o totalmente straniero viaggiano intorno ai 6/12 mesi, una follia

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    5. Il problema e' che sono completamente privi di esperienza in materia.

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  12. La situazione in venezuela, considerato che nel primo semestre di quest'anno l'inflazione è arrivata a 180%, non è esplosiva, poichè comunque, nonostante tutte le difficoltà, lo stato si occupa dei suoi cittadini, proprio come faceva cuba nel periodo speciale.
    Maduro, perciò, non cadrà oggi, nè domani. Ma se l'opposizione riuscirà a far firmare 4 milioni di persone, il referendum si terrà nel 2017 e quindi il posto di maduro, se dovesse essere sconfitto, sarà preso da isturiz, il vicepresidente.
    Cuba avrà tempo,perciò, altri 3 anni, fino al 2019, per trovare i soldi necessari a non avere problemi.

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    1. Non e' esplosiva.....?

      Il Venezuela con la pancia vuota: "In fila per carne, latte e medicine, la rivoluzione ci affama"

      dal nostro inviato OMERO CIAI

      01 agosto 2016
      LA PRIMA immagine è un ragazzino di dieci anni in bicicletta. Ha una busta di plastica con due sacchetti dentro. Si ferma: "Vuoi un chilo di riso? 4.500 bolivar", dice alzando la busta. Il prezzo è dieci volte quello stampato sul pacchetto e lui, il piccolo Andrés con i capelli chiari a caschetto e l'aria sbarazzina, è uno dei tantissimi bachaqueros che popolano Caracas.
      Bachaco in Venezuela è una grossa formica, e oggi, in questa infinita carestia, è diventato il termine per definire quelli che si dedicano al mercato nero dei prodotti - l'85 per cento di quelli di prima necessità - che non si trovano. Sonia, una maestra elementare, 35 anni, ci spiega che negli ultimi sei mesi centinaia di ragazzini hanno abbandonato la scuola per dedicarsi, insieme alle madri, al mercato nero. "A scuola - dice - svenivano dalla fame perché a cena avevano mangiato una banana, e non avevano fatto colazione, e siccome in molti istituti pubblici di Caracas ormai non funzionano più nemmeno le mense, per loro è diventato inutile venire in classe: molto meglio vendere prodotti introvabili ai ricchi". Il mercato nero è organizzato per piccoli clan, cinque, dieci persone.
      Venezuela, la lunga notte di Caracas: senza latte e medicine
      C'è chi fa la fila nei supermercati, spesso d'accordo con qualche impiegato che, via whatsapp, li avvisa quando arriva qualcosa, e con i soldati che vigilano gli ingressi, e che grazie a qualche regalo, gli lasciano portar via molto di più di quello che sarebbe permesso. Poi c'è chi distribuisce. In questo modo l'inflazione è schizzata al 700 per cento. Era al 70 sei mesi fa. Zucchero, riso, olio, pasta e la ricercatissima farina di mais, quella con cui si fa l'arepa, un panino a forma di disco volante, che qui è un piatto nazionale, si trovano solo dai bachequeros. Ma anche pannolini, dentifricio, sapone, shampoo e carta igienica. Alcuni adesso li portano direttamente a casa. Si ordina sul cellulare e si paga con un trasferimento bancario. Basta averci il denaro.

      Maria, una biologa con due figlie minorenni che vive a Rosales, un quartiere di classe media di Caracas, dice che da alcuni mesi spende il triplo di quello che guadagnano lei e suo marito, un insegnante, soltanto per comprare da mangiare. Uno stipendio medio non supera i 35 mila bolivar (35 dollari) e per la spesa ce ne vogliono più di 200mila, se va bene. Maria dice che loro stanno usando i risparmi e hanno iniziato a rinunciare a molte cose. Per primo alla carne e al pollo.

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  13. Non comprano un vestito, né un giocattolo per le bambine che, da tempo, non hanno più la paghetta e escono di casa solo per andare a scuola. Hanno rinunciato all'assicurazione medica e licenziato la ragazza che veniva ad aiutare nelle faccende di casa.
    Oggi, che è sabato, Maria è in fila, insieme a centinaia di altre donne nel cortile di una scuola di Rosales. Distribuiscono i "clap", delle buste con viveri a prezzi controllati. E' un'idea del generale Wladimir Padrino, capo delle Forze armate, nominato da Maduro superboss per affrontare l'emergenza dell'approvvigionamento alimentare. Per entrare devi essere nella lista, edificio per edificio, famiglia per famiglia. Tutto militarizzato. Nella busta di plastica scura ci sono un litro di succo d'arancia, un litro di latte (altrimenti introvabile) e due etti di burro. L'attesa può durare cinque o sei ore ma alla fine riesci a comprare anche un po' di pesce e verdura. Insieme a Maria c'è Eguys, 70 anni, pensionata, che oltre al frigorifero vuoto ha un problema molto più grave. Non trova medicine, soprattutto quelle per la pressione.
    A "Come a casa", un ristorante di Altamira, altro quartiere di classe media ormai devastata, ristampano il menù due volte al mese per correggere i prezzi e cancellare piatti che non possono più cucinare. Aprono solo all'ora di pranzo. Dopo il tramonto a Caracas scatta un coprifuoco volontario. Nessuno s'avventura a uscire di casa. Colpa anche della criminalità: 28mila morti violente nel 2015. Ma soprattutto della mancanza di soldi da spendere.
    Sei mesi fa - dice Sandra - non ero contenta se a casa non avevo la dispensa piena. Oggi per esserlo mi basta un piatto di yuca cotta". Qui la chiamano la dieta Maduro e, da una parte e dall'altra della barricata politica, con molto cinismo, ci scherzano anche. "Che altro volete la carne fa male meglio non mangiarla, lo dice anche l'Organizzazione mondiale della Sanità ", ha scritto un sito web dei chavisti al governo. E così, mentre la gente dimagrisce a vista d'occhio, nasce anche la dieta perfetta imposta a tutto il Paese dal presidente. Non c'è olio, quindi niente grassi. Non c'è zucchero, quindi non si rischia il diabete. Non c'è farina, quindi pochi carboidrati. Non c'è burro, quindi niente ciccia sulle cosce. Sono carissime anche le verdura e la frutta ma si trovano. Sandra, 45 anni, vive con il compagno, Carlos, in un ex ostello occupato a Quinta Crespo, un quartiere povero ma abbastanza centrale di Caracas. Hanno due stanze, lontane una dall'altra. In tutto poco più di 10 metri quadrati. In una c'è il letto attaccato ai fornelli e al frigo. Nell'altra il bagno e il magazzino. Sandra è cuoca ma adesso è in malattia, l'hanno operata alla ovaie, e non ha idea se ritroverà il suo posto quando finirà la convalescenza.

    Carlos fa il parcheggiatore. Anni fa aveva un lavoro fisso. Motorista in Parlamento. Poi lo cacciarono, in una delle tante purghe di Hugo Chávez fra gli impiegati pubblici, perché firmò contro il caudillo. "D'altra parte non avevo scelta - dice -, lavoravo per un deputato dell'opposizione che mi avrebbe licenziato se non avessi firmato".

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  14. E qui, in un Paese sempre più sotto il controllo delle Forze armate, dei servizi di sicurezza e dei reparti speciali, c'è l'altra faccia dell'emergenza: la gente ha paura. Patrizia dirige a Caracas una clinica privata. I suoi genitori erano italiani e lei è una delle decine di migliaia di oriundi che vivono in Venezuela. "Negli ospedali - racconta - manca tutto, dagli antibiotici alle garze. Spesso è inutile ricoverare i feriti gravi perché non puoi curarli ma solo lasciarli morire". Non funzionano, per mancanza di ricambi, le attrezzature per fare le analisi. "Fare una mammografia e perfino un esame del sangue - aggiunge Patrizia - è diventato un incubo". I medici chiedono ai pazienti di comprare loro, se lo trovano, quel che serve. "Succede - spiega Patrizia - con i parti. Non c'è ossitocina, la sostanza che aiuta a dilatare l'utero, e se non la trova di contrabbando la famiglia della partoriente, bisogna fare senza ". Ma mancano anche i sieri fisiologici, le cure per i tumori e per il diabete, le pillole per il Parkinson, perfino gli antidepressivi e naturalmente gli antidolorifici.

    Sono in crescita esponenziale i casi di morte dei neonati. In Venezuela erano lo 0,02% nel 2012 e sono diventati oltre il 2% ma è un dato dell'anno scorso. Negli ultimi sei mesi sarebbero ancora raddoppiati. E la situazione è molto più grave lontano dalla capitale, dove sono morti neonati nelle incubatrici per i black out della luce.

    Dieci giorni fa il Paese s'è commosso per la morte della prima miss Mondo venezuelana, anno 1955, Susana Dujim. Aveva 79 anni e ha avuto un ictus dopo essere rimasta per settimane senza le pillole per controllare la pressione che non riusciva più a trovare. Ma sulla catastrofe sanitaria c'è la censura del governo che si rifiuta di riconoscere la crisi umanitaria e di chiedere aiuto agli organismi internazionali per rifornire il Paese dei farmaci necessari. "Prima l'indipendenza e la sovranità socialista - dice Maduro - , qui non entra nessuno, non abbiamo bisogno di aiuti".

    Se n'è andato Luis, in Florida, a pulire piscine. Se n'è andata Daniela, in Scozia. Se n'è andato Angel, in Spagna. Se n'è andata anche Claudia in Cile. Chi ci riesce mette in salvo i propri cari. Due milioni e mezzo di persone sono emigrate dall'inizio, ormai quasi vent'anni fa, dell'avventura chavista. Ma mentre prima partiva la borghesia ricca, ora fa le valigie anche la classe media bassa. La diaspora si espande. E qui non si parla d'altro che di come andarsene e di quelli che si preparano a andarsene. I "no show" sui biglietti di ritorno per i voli negli Stati Uniti sfiorano il 70 percento.

    Luigi, 40 anni, un altro italiano, imprenditore con una fabbrica tessile e cento operai: "Ho ridotto la produzione del 60% negli ultimi sei mesi, cancellato tutti i contratti con l'indotto, se continua così a dicembre fallisco. La metà della mia famiglia, fra figli, fratelli, nipoti e cugini, ha già lasciato il Venezuela". D'altra parte questo è un Paese che si sta fermando e come un'auto spenta in salita caracolla all'indietro.

    Dice Alfredo, un chirurgo: "Siamo tornati a lavorare in sala operatoria come negli anni Quaranta del secolo scorso.

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  15. Ai miei assistenti dico di guardare Mash, il film di Altman sull'ospedale da campo in Corea, per imparare qualcosa". Non ci sono più aziende straniere. Una delle ultime, l'americana Kimberly Clark, che produceva fazzoletti, pannolini e tovaglie di carta, ha chiuso la settimana scorsa ed è stata nazionalizzata. L'aeroporto di Maiquetía è mezzo deserto. Hanno cancellato Caracas dalle loro rotte compagnie come la Lufthansa, l'Alitalia, Air Canada, e molte di quelle statunitensi.

    L'ultima, questa settimana, a sospendere i voli è stata Latam, la più importante tra le sudamericane. Una conseguenza dei debiti miliardari del governo venezuelano, che per anni ha costretto le compagnie aeree a vendere biglietti calmierati con la promessa, non mantenuta, che le avrebbe risarcite. Un'altra delle politiche populiste di Chávez in voga quando il petrolio oltre i cento dollari al barile metteva il turbo alla festa. Oggi il bilancio statale non basta a coprire neppure la metà delle importazioni necessarie a sfamare il Paese.

    Cambiare le gomme all'auto costa una fortuna e guai se si rompe un condizionatore. E' sparita anche la chirurgia estetica, croce e delizia delle venezuelane. "Ma l'incubo di questa lunga notte - dice l'economista Tamara Herrera - è appena cominciato". La situazione politica è ormai allo scontro aperto. L'opposizione, che ha stravinto le elezioni parlamentari a dicembre, vuole un referendum per abrogare Maduro che, invece, usa tutti i suoi poteri per allontanare il giudizio finale. Ora ha firmato un decreto grazie al quale può costringere gli impiegati pubblici a lavorare nei campi per combattere la crisi alimentare.

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    1. Sicuramente la situazione in venezuela è pesante ma con tutto il rispetto omero ciai vale come il 2da picche a brisca in 5 penso sia il peggior giornalista se cosi vogliamo chiamarlo del mondo intero ciò che scrive per me è soltanto basura nemmeno comida por lo puerco.
      Dado

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    2. Infatti ho premesso "malgrado la faziosita' del giornalista".
      Detto questo se a Cuba non arriva il petrolio venezuelano sono cazzi grossi come bufali, e questo e' un fatto.

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    3. omero ciai dice che l'inflazione nel 2015 era al 70%, mentre nel 2016 è arrivata al 700%. Alla fine del 2015, in verità, era al 186% e nel 2016 arriverà al 300%.I problemi ci sono, ma la situazione, se fosse quella che dipinge ciai, avrebbe dovuto portare da un pezzo ad una rivolta popolare come il caracazo del 1989.In realtà il governo di maduro è stabilissimo sia perchè il venezuela è una repubblica presidenziale,dove il parlamento non può sfiduciare il capo di stato, sia perchè lo stato vende a prezzi calmierati, tramite i negozi mercal e i clap, molti cibi che al mercato nero dei bachaqueros costano anche 1/5 del salario minimo, posto a 15 mila bolivares.
      I venezuelani mangiano sicuramente meno del 2013-2014 e con meno varietà, dovendo cibarsi di farina, pasta e riso, e fanno file di ore, così che alla fine di questo periodo speciale diminuiranno di almeno 6-7 kg, ma le cose sono destinate a migliorare, avendo il governo messo in campo strumenti per l'aumento della produzione nazionale.

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    4. Tu dici che il governo Maduro e' stabilissimo....prendo atto e spero che tu abbia ragione.
      Non per me ma per i cubani.

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  16. RISPOSTA A MIRCO DI FANO

    Cinque anni sono pochi per l'avvio di una pratica sportiva specifica.
    fai fare a tuo figlio ginnastica a carattere generale con finalita' ludiche senza specializzazione.
    Poi a 7/8 anni lo iscrivi ad una palestra dove fanno Judo bambini.

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  17. aston, omero ciai e gli altri che prevedono catastrofi inimmaginabili per il venezuela,sono gli stessi che prevedevano il crollo del governo socialista cubano dal 1990 in poi per il periodo speciale.Il venezuela, in questa grave crisi, caratterizzata non da penuria di beni, ma da iperinflazione, sta adoperando gli stessi strumenti che adoperò il governo cubano nel periodo speciale:
    agricoltura urbana, fissazione dei prezzi di molti prodotti necessari, aumento della produzione interna.
    Se il popolo cubano ce la fece in quegli anni, lo stesso accadrà per quello venezuelano

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  18. Io non ci capisco più niente: l'Inter caccia (giustamente a mio avviso) il Mancio per prendere chi??? De Boer??!! A questo punto meglio aspettare il Cholo, se mai decidesse di venire a Milano.

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    1. Nel frattempo pero' qualcuno in panchina ci deve andare....io avrei optato per Prandelli.

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  19. Mah....Cuba non ha mai avuto un'opposizione degna di questo nome e ha sempre avuto leader carichi di carisma e...potere.
    Maduro sta' sui coglioni anche a sua madre....l'opposizione anche se divisa e' potente e piena di soldi.
    Ripeto spero che tu abbia ragione anche se credo che non sara' cosi'.

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