lunedì 12 settembre 2016

CINQUE ANNI

 Risultati immagini per cuentapropistas

Sono oramai passati oltre 5 anni da quando Raul, con un provvedimento a sorpresa, permetteva ai cubani di avere un'attivita' in proprio.
In realta' questa opzione gia' esisteva, era pero' relegata a pochi settori, con un imposizione fiscale fuori dalla grazia di Dio.
E' sufficiente ricordare che le case de renta pagavano 150 cuc AL MESE fissi di impuesta, che avessero o non avessero clientela.
Parallelamente a questa concessione, Raul annuncio' la dismissione dal lavoro di un milione e mezzo di cubani, il primo mezzo milione con decorrenza immediata.
Lasciarono a casa i piu' giovani, tutelando i padri di famiglia e le madri con figli a carico.
Ovviamente la perdita del salario incideva in minima parte sul bilancio famigliare di chi perdeva il lavoro, il vero problema era il non poter piu' mettere le mani nel vasetto di marmellata, di qualsiasi gusto si trattasse.
L'inizio del percorso de los cuentapropistas fu abbastanza incerto, le tasse erano troppo alte, lo stato, con un colpo di spugna aveva trasformato migliaia di cittadini da contribuiti a contribuenti.
Il cubano inizio' a pagarsi, di tasca propria, la previdenza sociale, una parte dei servizi sanitari e tante altre cose.
Si aprivano nuovi orizzonti ancora sconosciuti, ma era finita la cuccagna, piccola o grande che fosse.
Il cubano, dal punto di vista professionale, sapeva fare davvero poco, si apriva un mercato nuovo e loro non avevano gli strumenti pratici e le competenze per poterlo affrontare.
Mancavano anche le risorse economiche perche', come noi sappiamo bene, l'inizio di ogni impresa privata e' figlio di investimenti, pianificazioni e piani di rientro.
Il cubano o aveva qualche parente ben disposto all'exterior, qualche yuma che risolveva il problema o si indebitava fino al collo.
Si tratto' del periodo aureo dei garrota.
Un'altro problema era dovuto al fatto che, una volta indebitato, nel momento in cui iniziava l'attivita', mancavano le risorse per far fronte ai primi mesi, al primo anno sul mercato, periodo in cui storicamente si continua a mettere denaro nell'attivita' piuttosto che prenderlo.
Qualunque attivita' aprissero avevano bisogno SUBITO di fare cassa, in quanto le risorse erano esaurite prima ancora dell'inaugurazione.
Per questa ragione molti locali, molte attivita' artigianali, chiusero prima dei 3 mesi.
Mancavano, e mancano materie prime, manca culturalmente la capacita' di pubblicizzare i loro prodotti, non hanno nozioni anche se basilari, di marketing.
Malgrado questo, si puo' dire che questi anni sono serviti a qualcosa.
Chi aveva testa, capacita', intraprendenza, e qualche pikiklini e' riuscito a svoltare.
Un buon albanil, uno che sa lavorare e che e' in possesso di tutti gli attrezzi e i materiali che servono puo', lavorando duro, a fine mese portare a casa dei bei soldoni.
Un tio del familion, veterano dell'Angola ha una empresa che si occupa di fare placas, anche 3 squadre che lavorano en el mismo tiempo, lui gira a controllare i lavori e ad incassare.
Si e' fatto una classe di casa, lui e la figlia girano con scooter ultramoderno (uno a testa).
Il discorso dei paladar e' differente, quasi sempre dietro ad ognuno c'e' uno straniero che dopo un po' si rompe le palle di combattere con tutto e tutti e lascia andare l'attivita' por la pinga.....film gia' visto numerose volte.
Sono comparsi ovunque negozi di scarpe, artigianato, peluquerie, manicure, panetterie particular, fiorai, chioschetti alimentari, banchi di frutta, verdura, carne, ecc...
Le case de renta con l'impueta a 35 cuc al mese piu' il 10% del dichiarato sono spuntate come funghi, chiunque aveva un cuarto libero e 4 soldi nel borsillo ha messo su un alquiler.
In linea generale il cubano, abituato ad essere assistito dalla culla alla tomba, ha iniziato a capire che nulla e' dovuto per diritto divino, che i soldi non crescono sui pioppi e che, quando sei in proprio, il sabato e la domenica possono essere due giorni come gli altri.
Concludendo possiamo dire che si e' trattato di un'esperimento riuscito bene, anche se ancora tante cose sono migliorabili.

24 commenti:

  1. Il cielo sulla Capitale si è ribellato alla brutta Roma del primo tempo, sotto 2-1 in casa con la Sampdoria e incagliata nelle sue titubanze, e con un nubifragio ha imposto una lunga sosta alla partita, schiarendo le idee anche a Spalletti. Totti imperturbabile, da qualche minuto si scaldava da solo sotto l’acqua. Dopo oltre un’ora di stop, la partita è ripresa con il capitano in campo al posto di Perotti che ha suonato la carica per i suoi. È così arrivato il pareggio al 16’ con Dzeko, entrato al posto di El Shaarawy, in gol su assist del n.10 e quindi l’ormai insperata vittoria nel recupero per un rigore indotto dal Dzeko e trasformato da Totti per accendere il delirio all’Olimpico, ancora una volta peraltro semivuoto.
    Spalletti si aspettava risposte dalla partita con la Sampdoria dopo un avvio di stagione al di sotto delle aspettative in quanto a risultati, con un’involuzione di gioco evidente rispetto all’anno scorso. La risposta è arrivata: purtroppo ha 40 anni. Alla 25/a stagione alla Roma, il capitano è ancora la chiave di volta degli umori e delle prestazioni della squadra. Il suo tocco, le sue aperture, hanno cambiato volto ad una partita che la squadra giallorossa si trovava a subire, nonostante l’avvio più che positivo con il gol di Salah all’8’ propiziato da un preciso assist di Perotti. Sembrava tutto facile, ma insieme alle nuvole in arrivo, minacciosa si è fatta anche la Sampdoria. Il tridente leggero proposto da Spalletti, con Dzeko in panchina e spazio a El Shaarawy, non produceva più che folate offensive, mentre il centrocampo ballava per la giornata storta di Strootman e grigia di De Rossi. Muriel e Quagliarella, le due punte della concreta Samp di Giampaolo, hanno fatto impazzire un Juan Jesùs imbarazzante e messo spesso in difficoltà la difesa. Il colombiano ha pareggiato al 18’ con un splendido tiro al volo su preciso cross di Regini e raddoppiato nel finale di tempo con l’attaccante italiano, più veloce dei difensori giallorossi davanti all’incerto Szczesny.
    A quel punto il cielo ha detto stop. Acqua e grandine hanno allagato il campo e le squadre sono rimaste per oltre un’ora negli spogliatoi mentre si ventilava l’ipotesi di un rinvio. Dopo un doppio sopralluogo, Giacomelli ha dato il via al secondo tempo con oltre un’ora di ritardo, ma il pubblico spazientito, scappato dalle tribune più esposte alla gradinata ha avuto alla fine il suo premio. Totti ha condotto per mano la squadra, illuminando subito io gioco con i suoi lanci. Quasi subito, Strootman ha sprecato da due passi, stregato da un Viviano strepitoso - almeno tre le sue parate decisive nella ripresa -, ma finalmente Dzeko ha trovato la via giusta per il pareggio. La strada per la vittoria, la seconda stagionale dei giallorossi, è stata però difficile da trovare e sembrava smarrita ma ancora una volta il capitano ha individuato la via giusta, non sbagliando il penalty un attimo prima del fischio finale di Giacomelli. Lacrime, ovazioni, entusiasmo per il Totti, ma Spalletti non ha risolto tutti i sui problemi. Giovedì comincia l’Europa League e il ritmo degli impegni è incompatibile con gli anni del capitano. Occorrerà fare sempre la scelta giusta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. io interista...hai visto la partita ieri? non siamo male sulla carta (esterni difensivi a parte) ma se giochiamo contro la Juve con in mezzo Medel, Joa Mario che mi pare più portato ad offendere e Banega ci asfaltano..una cosa è concedere la quantità di ripartenze concesse al Pescara altra a Dybala, Higuain e co. , mah...io vedrei bene difesa a tre Medel , Murillo, Miranda; centrocampo a cinque con Perisic Candreva Joa Mario Banega ed uno tra Brozovic e Kongodbia e Maurito e Gabigol (quando arriverà)/Jovetic davanti..ma Frank mi pare piuttosto integralista da buon olandese sul 4-3-3 e sbaglia
      Andrea M.

      Elimina
    2. Banega e' tanta ma tanta roba....
      Noi abbiamo Valdifiori...che e' tutto dire.
      Il 4-3-3 se non hai mastini a centrocampo fa acqua da tutte le parti.

      Elimina
  2. Per la quinta volta in cinque anni gli indipendentisti catalani riempiono le strade. Dal 2012 la festa della Diada, che commemora una battaglia (persa) contro le truppe borboniche nel 1714, diventa l’occasione per rivendicare la voglia di secessione dalla Spagna. Si parlava in questi giorni di stanchezza del popolo “soberanista” eppure la prova di forza, in attesa della scontata guerra di cifre, è stata superata.
    La guerra di cifre
    Le prime stime degli organizzatori della società civile indipendentista parla di poco meno di un milione di partecipanti. Le manifestazioni sono andate in scena in cinque città della regione che chiede di diventare nazione, Tarragona, Salt, Lleida, Berga e ovviamente la capitale Barcellona, (dove sono scese in piazza 540mila persone, secondo la polizia municipale).
    Anche il presidente della regione in marcia
    Se è dal 2012 che gli indipendentisti rivendicano le loro tesi ogni 11 settembre, quest’anno c’è una differenza importante: nel parlamento catalano c’è una maggioranza assoluta di deputati che apertamente sta lavorando per la “disconnessione” con la Spagna, così per la prima volta il presidente della Generalitat (la regione), Carles Puigdemont, ha preso parte alla manifestazione, rompendo una tradizionale neutralità del predecessore Artur Mas.
    “La prossima estate saremo indipendenti”
    La manifestazione rivendicava è diventata un atto di appoggio ai politici locali, messi sotto accusa dai tribunali spagnoli per aver violate sentenze e leggi dello Stato. «Come da programma, mese più mese meno, la prossima estate la Catalogna sarà pronta con le strutture di un nuovo Stato - ha spiegato Puigdemont alla stampa estera - se la Spagna ci ascolta e offre un referendum saremo felicissimi, altrimenti andremo avanti per la nostra strada». E la folla di queste strade non chiede altro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Faccio fatica a credere che la Catalogna che tanto amo si renda indipendente anche perché (almeno a Barcellona) i catalani veri non sono mica tanti, io credo che la Spagna non può fare a meno della Catalunya ma anche viceversa perché in passato il governo centrale ha più volte messo mano alla cassa per rimediare al rosso della regione. .mah.....spero tutto si risolva pacificamente con una maggiore indipendenza fiscale
      Andrea M.

      Elimina
    2. pero' ci vorrebbe una liena che vada bene per tutti.
      Se si sfalda l'Urss, la Jugoslavia, la Cecoslovacchia, se la DDR viene arbitrariamente annessa va tutto bene.
      Se Scozia, Catalogna e Dombass....e Crimea vogliono staccarsi dai loro paesi allora e' uno scandalo.
      Mah....la politica...

      Elimina
  3. La possibilita' di mettersi in proprio e' stata una cosa positiva, almeno ora sanno cosa vuol dire lavorare.Giuseppe

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti andava fatta, a questo livello, almeno un decennio prima.

      Elimina
  4. vado ot milco mi sa che il mio invito finisce dopo 10 giorni per colpa di un altra cubana vamos a ver ma ciccio simone il romagnolo lo sai milco quando è la penale per un volo anticipato neos

    RispondiElimina
    Risposte
    1. mi spiace Ciccio , è stato bello seguire a puntate sul blog la crono storia del tuo invito ed ora finisce così. ..davvero mi spiace ma immagino durissima tenere in casa una che ti tiene il muso come sanno fare le cubane...a me forse mi ha salvato la nostra Ambasciata rimediando con un Niet a mia richiesta visa turistica fatta im un attimo di debolezza
      ti abbraccio
      Andrea M.

      Elimina
    2. Quando siamo a Cuba e' possibile nascondere la rumenta sotto il tappeto, in Italia e' tutta un'altra storia.

      Elimina
  5. Azz Ciccio....que paso?
    Mi pare che il cambio di data valga un centone.

    RispondiElimina
  6. Comunque chi ha voglia di lavorare, testa sulle spalle (nel senso che non butta via in una serata l'incasso di una settimana) e ha avuto qualche Santo all'estero che gli ha permesso di restare a galla nella fase di start up ora sta facendo bei soldi , ne vedo parecchi come il tuo familiare, sempre più marcata sta diventando la differenza in classi, si sta creando pure nell'isla il ceto dei nuovi ricchi / benestanti...non so se mi piace...
    buon inizio settimana a tutti
    Andrea M.

    RispondiElimina
  7. Certo pero' esce di casa alle 6 del mattino per seguire le squadre e ci torna alle 8 di sera.....insomma si fa il giusto mazzo, che resta il solo modo per tirare su due lire legalmente.

    RispondiElimina
  8. Dispiace anche a me Ciccio, pero' e' meglio che abbia scoperto subito le carte

    RispondiElimina
  9. Si tratta di un'argomento delicato e per molti doloroso perche' spesso il denaro buttato e' l'ultima cosa.
    Questa settimana e' full, magari ci dedico un pezzo la prossima.
    Oviamente a carattere generale

    RispondiElimina
  10. hola! le differenze tra classi sociali ci sono sempre state sono che una volta si poteva especular / ostentar mucho menos, direi comunque che tutto è dipeso da quanto pesavano i parenti e ganci en la yuma.
    In capitale è presente la nuova classe di benestanti (escludendo quelli legati al regime) in provincia la cosa sarà meno evidente.
    chao Enrico

    RispondiElimina
  11. Diciamo anche che dall'exterior arriva sempre meno denaro.
    Quindi occorre tirarsi su le maniche e arrangiarsi

    RispondiElimina
  12. Mettersi in proprio fa capire ai cubani che il denaro si suda, e non piove dal cielo, anche se sono pochissimi quelli che si sono messi in proprio rispetto agli 11 milioni di abitanti che fa l'isola...anche perchè se non hai soldi da investire per partire con l'impresa non puoi fare niente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non solo da investire per avviarla...anche per mantenerla perche' non e' che apri e' c'e' la coda in mezzo alla strada....

      Elimina
  13. diciamo che ho già risolto l' unica cosa che ho capito bene guai se ci avvicinano le cubane che stanno a rimini veramente jeneteras de pinga tutte habanere ciccio simone il romagnolo

    RispondiElimina
  14. grazie milco ciccio simone il romagnolo

    RispondiElimina
  15. DALLA PAGINA FB DELLA FLY GYM

    Oggi sono partiti i primi corsi; dallo spinning (Ezio) al Tone up, dal Crossfit alla zumba alla bachata.
    Ottima frequenza anche se sicuramente cresceremo ancora.
    Che differenza con lo scorso anno quando siamo partiti praticamente con zero persone......
    CORSI DI MARTEDI 13/9
    10-11 GINNASTICA DOLCE LATINA CON AURORA
    18.30 PILATES CON VERDIANA
    18.30 SPINNING CON SABRINA
    19.30 CAPOEIRA CON GIANLUCA
    20.30 M.M.A. CON IVAN

    IN SALA PESI
    10-11 GIORGIA
    11-15 AURORA
    15-22 MILCO
    18.30-20.30 IVAN
    VI ASPETTIAMO!!!!!

    RispondiElimina