venerdì 2 settembre 2016

ITALIANI IN VENEZUELA

 
"Pacifica" manifestazione dell'opposizione a Caracas.... 

Supermercati saccheggiati, ospedali che cadono a pezzi, file interminabili per comprare un chilo di farina di mais. La crisi economica in Venezuela è un tunnel buio e nessuno riesce ancora a vederne la fine. Il governo di Nicolas Maduro sta mettendo a dura prova la popolazione, stremata da fame e difficoltà. Nei decenni scorsi, specie nel dopoguerra, il paese sudamericano è sempre stato una meta ambita per i nostri connazionali. Ma oggi andare avanti è complicato.
“Le piccole imprese stanno scomparendo e i figli degli italiani scappano altrove”- “Da quando Hugo Chavez ha preso il potere nel 1999, il Venezuela è cambiato tantissimo; prima era un paese con molte difficoltà, ma comunque prospero, oggi si fanno file di cinque ore per comprare beni di prima necessità”, spiega Mauro Bafile, direttore del quotidiano italo-venezuelano La Voce d’Italia. E anche la comunità italiana ne sta facendo le spese: “Fino a qualche anno fa la piccola industria era fondata in larga parte da imprenditori italo-venezuelani, ma ora queste realtà stanno scomparendo, perché il governo ha un atteggiamento ostile verso la proprietà privata”, racconta. Gli italiani si stanno così organizzando su più fronti: “Chi ha superato i 40 anni cerca di arrangiarsi qua o di aprire un’attività fuori, magari a Panama – sottolinea -, mentre i più giovani stanno ripercorrendo il viaggio dei loro nonni a ritroso, ma non per tornare in Italia”.
“Il governo è ostile alla proprietà privata e le imprese soffrono. Chi può se ne va a Panama o negli Usa, non in Italia”

Già, perché nel nostro Paese le opportunità lavorative scarseggiano: “Molti vanno in Spagna o in Germania, ma la maggior parte di loro sceglie gli Stati Uniti”. C’è poi un’altra categoria: “Si tratta degli italiani più in difficoltà, che in questo particolare momento di crisi hanno bisogno della solidarietà della comunità – sottolinea Bafile -, ma purtroppo l’Italia aiuta solo quelli con il passaporto italiano, senza rendersi conto che molti hanno dovuto cambiare nazionalità per potersi aprire un’attività qui”. Un quadro inquietante, dunque, dove l’unica carta da giocare è il referendum su Maduro. “Se viene indetto entro l’anno il governo cade e si va a nuove elezioni. Ma se viene rimandato al 2017 il potere va al vice-presidente, in un’ottica di successione”.

“Qui la gente è incattivita e i prezzi stanno diventando insostenibili” – Parlare del Venezuela per chi vive in Venezuela non è facile, motivo per cui i protagonisti di queste storie preferiscono restare anonimi. P.C. è italiano di nascita, ma venezuelano d’adozione. Vive nel paese sudamericano dagli anni ‘80 e al momento ricopre il ruolo di direttore commerciale di una fabbrica di formaggi. “Dopo il golpe fallito contro Chavez nel 2002 è iniziata l’espropriazione delle industrie, anche di quelle alimentari, ma non ci si faceva molto caso perché il cibo abbondava sugli scaffali dei supermercati”, racconta. Ma con l’arrivo di Maduro nel 2013 la situazione è precipitata: “L’inflazione sta raggiungendo livelli insostenibili, senza contare che è il governo a regolare la distribuzione e il prezzo di alcuni prodotti fondamentali, come la farina di mais, la pasta, il riso, i biscotti, lo zucchero, lo shampoo e molti altri”, sottolinea. Questo implica che i beni in questione non possono essere acquistati sempre: “In base all’ultimo numero della tua carta d’identità il governo stabilisce i giorni in cui puoi andare al supermercato per comprarli – spiega -, è come stare in guerra”.

“Il governo stabilisce come e quando puoi fare la spesa. E’ come stare in guerra”

E se la classe media riesce ancora a sostenere questa situazione, la fascia più povera della popolazione non ce la fa più: “La gente è incattivita, saccheggia i camion che trasportano il cibo e sempre più spesso durante quelle interminabili file si arriva alle mani”, racconta. Le imprese italiane stanno cercando di sopravvivere, ma tirare avanti è diventato complicatissimo: “Noi produciamo formaggi e ogni volta dobbiamo affrontare una crisi di vario tipo – ammette – un giorno manca il nitrato, un giorno il latte, il giorno dopo il cartone per l’imballaggio”. E a tutto questo si aggiunge l’emergenza sicurezza: “La delinquenza è all’ordine del giorno, tra furti e rapimenti – sottolinea – se ti vedono che utilizzi il cellulare in macchina ti bussano al finestrino direttamente con la pistola”. Una situazione disastrosa, ma qualcosa a cui appigliarsi rimane: “Se cambia la situazione politica, il Venezuela ce la può fare – conclude – questo Paese è pieno di ricchezze, basterebbero pochi anni per rimetterlo in moto”.

“Ormai rinuncio al pranzo per rispetto verso i miei dipendenti” – B. ed E. sono sposati da 13 anni e hanno una bambina piccola. Il loro trasferimento in Venezuela risale a tre anni fa: “Siamo arrivati quando la crisi era alle porte, ma si avvertiva meno di quella italiana”, raccontano. Così B. ha deciso di rilevare una società di autolavaggio con altri tre soci e all’inizio le cose sembravano andare bene: “Di tanto in tanto si intravvedevano piccole code ai supermercati per l’acquisto della farina di mais, ma gli scaffali erano gremiti di merci e il costo della vita era decisamente conveniente”, ricorda. Poi, nel giro di due anni, il vento è cambiato: “Nell’ultimo periodo ho visto i miei dipendenti dimagrire per la carenza di cibo e io stesso ho deciso di rinunciare al pasto di mezzogiorno per rispetto nei loro confronti”, ammette.

“Nell’ultimo periodo ho visto i miei dipendenti dimagrire per la carenza di cibo. Ho smesso di pranzare per rispetto nei loro confronti”

A questo si aggiunge la mancanza di acqua: “Ogni momento della giornata ruota intorno ai minuti in cui arriva l’acqua, senza contare i numerosi black-out quotidiani”, spiega. E con una bambina piccola gestire questi inconvenienti diventa ancora più difficile: “Un mese fa nostra figlia ha avuto un’infezione parassitaria intestinale e per cercare l’antiparassitario ho girato venti farmacie – ricorda – ma alla fine sono riuscito a trovarlo solo grazie a un conoscente che lo teneva in casa per precauzione”. Ora B. ed E. sono in Italia per trascorrere le vacanze, ma questa volta non sono sicuri di ritornare in Sud America: “Come tutti gli italiani che amano il Venezuela stiamo temporeggiando, ma non possiamo fingerci ciechi – dicono – ogni giorno ci interroghiamo sul futuro, ma le notizie che leggiamo non incidono positivamente sulla nostra scelta”. Da parte loro un solo augurio: “Speriamo che il mondo non rimanga sordo a lungo al grido di aiuto di questo popolo”.
Abbiamo gia' parlato dei gravissimi problemi che sta' attraversano il Venezuela, con questo articolo entrano prepotentemente in scena i nostri paisa' che stanno vivendo questo difficile momento storico nella repubblica Bolivariana.
Un po' come accadde nell'Argentina di Menem e Alfonsin e che probabilmente accadra' in quella di Macri, gli italiani che ne hanno la possibilita', lasciano il paese per far ritorno nella madrepatria o dove, comunque, possa essere garantita loro una vita migliore. 
Chavez, nella sua fase iniziale, intelligentemente evito' di disturbare troppo los negocios degli stranieri nel paese, pero' dopo lo sventato (anche grazie a Fidel...ma questa e' un'altra storia...) colpo di stato, il suo atteggiamento nei confronti dei capitali stranieri muto' drasticamente.
Se una situazione simile si dovesse verificare a Cuba, come reagirebbe la nostra comunita'?

Parlo di una situazione esattamente come questa, non di quando nelle tiendas cubane manca el papel igienico...

Esistono profonde differenze fra gli italiani che vivono in Venezuela a quelli che hanno portato il loro catetere nella maggiore delle Antille.

Nel primo caso si tratta di compatrioti emigrati generazioni fa, completamente inseriti nel contesto sociale, gente che ha portato tutti i beni nel paese o che ha avuto la possibilita' di crearli proprio nel paese stesso.

La crisi per questi compatrioti e' devastante in quanto colpisce quello che, nel frattempo, e' diventato il loro paese, anzi il loro primo paese.

L'italiano che vive a Cuba e' solitamente avanti negli anni, ha gia' concluso il suo percorso lavorativo, vive della pensione o di qualche rendita che arriva dal bel paese.

Raramente si e' integrato nel tessuto sociale, vive nella maggior parte dei casi da separato in casa nei confronti del popolo che lo sta' ospitando.

Frequenta quasi esclusivamente altri italiani piu' o meno nelle sue stesse condizioni.

Non ha negocios in ballo, non ha fatto grandi investimenti che non siano una casa, pagata poco, e 4 mobili.

Alle prime difficolta' puo' prendere un'avion e tornare in Italia, lasciando quel poco che ha a Cuba, ricominciando eventualmente il suo percorso di vita in un'altro paese.

L'Italiano di Venezuela ha tutto nel suo paese di adozione, probabilmente, visto che ci manca da decenni, in Italia non ha piu' nessuno.

Ha investito economicamente e affettivamente tutto quello che aveva nella bolivariana, pensando che la sua vita oramai era tutta da spendere a quelle latitudini.

Nel primo caso si tratta di un bicchiere d'acqua, nel secondo di una dolorosissima perdita non soltanto economica ma anche affettiva.

Vedremo il futuro cosa riservera' a questi nostri compatrioti.

P.S. Manifestazione pro governo...

Nicólas Maduro: la oposición fracasó una vez más, la victoria es de la paz y del pueblo.

30 commenti:

  1. Da anni, solitamente, quando dico una cosa...ci sono buone possibilita' che poi si avveri.
    Quando parlavo di Ventura in un certo modo.....evidentemente tutti i torti non li avevo.
    Ha esordito con una conferenza stampa in cui ha detto che Berardi non andava bene per il suo schema, per poi dire che era stato frainteso.
    A Torino alla prima domanda scomoda, solitamente abbandonava la conferenza stampa per non farsi poi vedere per mesi.
    L'uomo e' questo.
    Ieri sera dopo mezzora ho girato canale, sapevo che le avremo sonoramente prese, la Francia e' probabilmente la piu' forte squadra europea ma e' venuta a Bari in vacanza.
    60 passaggi laterali per superare la meta' campo li avevo visti per anni, non era il caso di rivederli ieri sera.
    I giocatori sono questi, con Conte davano il 120%, ieri sera andavano ai 2 all'ora come il loro catatonico allenatore.
    Lo dico ora...con questo sara' un problema andare ai mondali.

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  2. Altra cosa che dissi in epoca non sospetta...."un conto e' contestare chi governa, un'altro governare..."
    A Roma la Reggi perde i pezzi, si sono dimessi alcuni assessori, la citta' affoga nella rumenta, non si capisce bene chi, davvero stia governando la citta'.
    Arriva sempre un momento in cui alle pugnette si devono sostituire i fatti, li stiamo aspettando e intanto l'estate e' passata.
    A Torino, la Appendino ha subito messo da parte il suo partito per, saggiamente, continuare sulla scia di chi l'ha preceduta, il torinese non vuole Rivoluzioni ma la solita decennale discrezione sabauda.
    Infatti all'auto blu....contrariamente a quanto annunciato in campagna elettorale, non ha certo rinunciato.
    La madamina deve pur fare la spesa...

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    1. massimo gramellini

      Era una notte buia e tempestosa quando Matteo Renzi convocò a Palazzo Chigi entrambi i suoi amici del cuore, Matteo e Renzi. «Ascoltate ragazzi», esordì nella distrazione generale. «C’è un solo modo per disintegrare Grillo e vincere in carrozza le elezioni del 2018. Fargli governare Roma». «Ma il sindaco in carica è del nostro partito», obiettarono i suoi amici. «E come pensi di convincere i romani a votare per dei parolai che non saprebbero amministrare un condominio sfitto?». «Semplice», ghignò il premier. E passò a esporre il suo piano machiavellico. «Per prima cosa metterò Orfini a capo del Pd di Roma: una garanzia di insuccesso. Poi gli ordinerò di cacciare Marino con una scusa ridicola. Così si andrà a nuove elezioni, alle quali il Pd presenterà uno che non abbia la minima possibilità di vincerle». «Orfini?». «Non esageriamo. Giachetti basta e avanza. A quel punto non ci resterà che agevolare la vittoria di una Cinquestelle meno seria di Chiara Appendino. Che ne dite della fantasmatica Raggi? Vedrete che dopo un paio di mesi le poche persone capaci che si sarà messa intorno scapperanno a gambe levate, lasciandola in balia dei fanfaroni».
      Non c’è che dire, il piano ha funzionato. Però neanche l’astutissimo Renzi poteva prevedere che proprio negli stessi giorni la sua ministra Lorenzin avrebbe scatenato una campagna pubblicitaria per ricordare alle donne quanto sia preferibile fare figli da giovani - avendo, si presume, un fidanzato e uno stipendio fissi - piuttosto che rimanere sterili e precarie a vita. Assaggiati i grillini e le lorenzin, l’elettore medio si starebbe ora orientando verso forme di vita più evolute, tipo i Pokémon e Donald Trump.

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  3. Deve essere duro dover rinunciare ai frutti di una vita di lavoro. Giuseppe.

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    1. Chi ha avuto occhio lungo ha sbaraccato prima di questi tempi difficili anche se, mi rendo conto, non deve essere stato per nulla facile.

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  4. Io fossi nei nostri connazionali me ne andrei in Costa Rica, che adesso come adesso è il Paese sudamericano in cui si vive meglio a 360 gradi.

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    1. tra parentesi in Costa Rica c'è una foltissima comunità italiana che ha praticamente il monopolio dell'export di fiori ma quel paese anche lui non è più quello di 15anni fa, ora il mito del paese senza esercito e dove tutti lasciano porte di casa aperte è finito e almeno la capitale è molto pericolosa
      Andrea M.

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    2. Infatti e' un paese dove, per hacer negocio, bisognava andarci 30 anni fa come fece la famiglia Dini.

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  5. Se bisogna ancora lavorare la Costa Rica andava bene 30 anni fa anche se è un bellissimo paese.
    Oggi direi Panama per tante ragioni

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  6. A Panama girano un sacco di soldi sporchi, per chi ha bisogno di riciclare, portare soldi sporchi all'estero, Panama è il top, mentre per il Costa Rica è valido soprattutto per i pensionati o chi ha un reddito e non ha bisogno di lavorare.

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  7. La gente normale solitamente non va in giro a riciclare denaro...

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    1. No no parlo di chi ha tanta grana

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    2. Quindi pochissimi dei nostri italiani in Venezuela...

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  8. hola! leggevo anche io del Venezuela come paese di grande immigrazione europea italiana e tedesca ( in ogni luogo del mondo incontreremo sempre magia pasta e magia patate) parlo di persone fattive con capitali che hanno vissuto bene almeno fino a questi ultimi anni. Certo che reciclarsi deve essere difficile con le espropriazioni ed i cc bloccati per cambiare in valuta usa. Molti venezuelani stanno migrando anche in Colombia, poi ci sono sempre gli usa con la florida sempre più sud americana anche se a livello migratorio se non si hanno grandi capitali e non si ha la fortuna de la ley de ajuste cubano ( per me enornme ingiustizia che da un immenso privilegio ai cubani discriminando anche quelli che in usa vorrebbero andare con capitali) no es facil, anche gli americani non vogliono una ondata migratoria incontrollata. Alla fine comunque tutto, come in Brasile, è orchestrato dagli states che vogliono tornare ad essere padroni del loro naturale "giardino di casa" per sfruttarne le immenese risorse naturali. In questo scenario Cuba è diciamo ha subito l'effetto collaterale con la diminuzione di aiuti di ogni genere ed il regime cubano lo sa bene per questo si è già aperto ed aspetta altri dollari anche mezzo turismo per durare qualche tempo in più. A ver que pasa . chao Enrico

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  9. Ho sempre trovato vergognoso che se un povero messicano prova ad entrare in Usa rischia una pistolettata, mentre ai cubani vengono aperte tutte le porte.

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  10. OT: ho prenotato un resort a Varadero dal 13 al 20 dicembre, all inclusive, giusto per cambiare un pò, e per portarci la novia che me lo chiede da tempo....una settimana 400 euro all inclusive, resort 4 stelle, al centro di Varadero....prima di prenotare ho letto le recensioni, e visto che erano quasi tutte positive ho prenotato, ma il prezzo è quello che mi ha sbalordito....Milco cosa ne pensi?

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  11. Penso che sei un eroe civile.....
    Una settimana chiuso con una donna in un hotel in una spiaggia persa nel nulla.....senza vie di fuga...ni muerto.

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  12. No Milco lo faccio per cambiare, perso nel nulla non direi, sono al centro di Varadero, nel resort ho tutto, ed ho la spiaggia fuori dal resort volendo...poi mi restano altri 33 giorni da passare nella casa particular, c'è tempo, giusto per cambiare e vedere questa Varadero come è.

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  13. Questione di gusti.
    Forse perché nei villaggi ci lavoro da 30 anni...

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  14. Sicuramente è per questo che hai la nausea, io metterò piede per la prima volta in un resort a dicembre invece, non è detto che mi piaccia, vamos a ver lo que pasa.

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  15. Centro di varadero? Ci sei mai stato a varadero? Il centro è come quello di un paese mi montagna nelle valli di lanzo. Poi di resort in "centro" non c'è ne sono. Il prezzo è quello che mi lascia più perplesso. A marzo (bassa temporada) un week end in 6 (due stanze) al melia peninsula (per la media cubana alto livello, per il sottoscritto molto meno) mi é costato, prenotando laggiù (e quindi risparmiando) 900 cuc. Secondo me o ti hanno fregato o sei finito in un club per cubani. Ni muerto...
    Simone m&s

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  16. El día amaneció gris, por el mal tiempo y por noticias desacostumbradas llegadas desde Europa para el deporte cubano, que en el contexto de los resultados internacionales, intenta recuperar titulares.
    Desde Lausana, Suiza, el Comité Olímpico Internacional (COI) anunciaba que la discóbola Yarelys Barrios había sido detectada positiva en el re análisis de su muestra de orina tomada en los Juegos Olímpicos de Beijing en 2008. Desde Tampere, Finlandia, quedaba visto para sentencia el juicio contra seis voleibolistas cubanos, después de tres días de audiencia a puerta cerrada, acusados de un presunto delito sexual, al término de la cual uno de ellos fue liberado.
    Según reportes de prensa desde la nación escandinava, se ordenó la excarcelación de uno de los jugadores, Dariel Albo Miranda, mientras se mantuvo la prisión condicional para los otros cinco hasta el próximo 21 de septiembre, cuando se hará pública la sentencia.
    OnCuba confirmó que el presidente de la Federación Cubana de este deporte, Ariel Saínz, se encuentra en Finlandia en relación con este suceso que también ha requerido de las atenciones de la Embajada cubana en Helsinki, según comunicado oficial de hace una semana que anunció el inicio de esta vista oral.
    El equipo nacional cubano se encontraba alojado en un hotel en Tampere por la disputa del tramo final de la Liga Mundial, cuando una mujer hizo una denuncia el 2 de julio y se levantaron cargos contra estos jugadores por un presunto delito agravado de violación.
    La corte de primera instancia de Tampere, 170 kilómetros al norte de Helsinki, decretó además el secreto de sumario hasta el año 2076 para proteger la intimidad de la presunta víctima.
    Un experto jurista preguntado sobre el caso comentó que en caso de condenas cabría la posibilidad de ser cumplidas en la Isla.

    OnCuba conoció que Yarelys Barrios ha reiterado su inocencia no solo ante las autoridades deportivas y olímpicas cubanas, sino durante una audiencia a la que decidió asistir, semanas atrás, en Lausana, sede del COI y del Tribunal de Arbitraje del Deporte.
    La deportista ha comentado que en ningún momento ella ha recurrido a sustancias prohibidas para alcanzar sus resultados.
    La multi medallista olímpica y mundial en disco estaba incluida en el listado de los 39 atletas que representarían a Cuba en el torneo de campo y pista de los Juegos Olímpicos de Río de Janeiro, pero a última hora fue excluida, sin que ello llamara la atención mediática local en ese momento. En febrero, luego de su receso por maternidad, había conseguido su clasificación al participar en el Memorial Aurelio Janet, Las Tunas, con 62.50 metros, detrás de la subcampeona panamericana Yaimé Pérez y la monarca mundial Denia Caballero.

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  17. Milco forse lo scrissi già in altro commento, ma ti confermo:una ragazzina 15enne figlia di amici miei da maggio vive con mia figlia sua coetanea e la mia ex moglie, i genitori sono imprenditori nel settore ittico e non vogliono lasciare quanto hanno costruito ma hanno deciso di preservare la ragazza, passano entrambe con me tutti i week end e mi ha raccontato di scene apocalittiche, si scansano i morti lasciati per strada e i più pericolosi sono proprio esponenti forze dell'ordine,Maduro un 'incapace ma paga pure errori di Chavez..buon week end a tutti
    Andrea M.

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    1. Chavez fece grossi errori ma li fece quando il petrolio era a 100 dollari il barile...ora che e' a meno di un cuarto e' dura tenere in piedi la baracca.

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  18. io nei resort sono andato a guardalavaca massimo due giorni poi lo sai che palle 1 settimana neanche morto a la mia novia il visto c' è l' ha martedi a milano a quella del mio babbo non l' hanno dato chissà perchè bo ho mandato una email all' ambascita per capire le motivazioni ciccio simone il romagnolo

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  19. Avranno pensato che volevi mettere su una gangbang.... :-)

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  20. "Quando mi sono separato ho scoperto che avevo tanto spazio, troppo. E allora l'ho riempito. Potevo essere molto di più, anche se ormai ci penso poco.

    Ora vivo a Carmagnola, un posto vale l'altro, e allora è meglio stare nel proprio. Ho regalato quasi tutti i miei cimeli. Ho tenuto le maglie del Milan, del Toro, della nazionale, una del Real Madrid, quella dell'Atalanta del mio amico Pisani, che morì in auto insieme alla fidanzata. Non vivo di ricordi.
    Ero un ragazzo tranquillo, non una testa di cazzo, chi mi conosce lo sa. Sempre stato un ragazzo tranquillo. Del calcio mi piaceva solo il campo, tutto il resto no. Mai pensato al dopo, anche se in questo dopo ci sto benissimo. Mai pensato di diventare allenatore. Non mi sono preparato a niente.
    Ogni tanto la gente mi chiede, ma che fine hai fatto? Io non sto in tv, non sono diventato opinionista, alle cene dei club granata non vado quasi mai, anche se mi invitano spesso. Ho quarantasei anni, negli ultimi tempi avevo giocato con il Canelli in Eccellenza, poi Saviglianese in Promozione, Nicese che sarebbe la squadra di Nizza Monferrato, Carmagnola. E sempre col mio amico Diego Fuser, anche lui del Toro. Inseparabili. Io senza più cartilagini, senza un crociato anteriore ma con un fisico da bestia, modestamente. Non ho il patentino, non ho una strada nel calcio, mai stato un leccaculo. Sono bravo a biliardo, anche se contro i campioni divento nessuno. Faccio i tornei provinciali. Quando arrivo, la gente a volte mi guarda strano, poi smetto di essere Lentini e ogni cosa va a posto: sono solo un giocatore di biliardo. Cinque birilli o goriziana, nove birilli. Mio papà Luigi mi veniva a prendere all'allenamento quand'ero bambino e mi portava con lui. Lo guardavo giocare, mi incantavo. La stecca, il panno verde, la luce sopra.
    Mai stato depresso però capisco che possa succedere, ci sta, il calcio non è come lo credete voi. Se non avessi picchiato con l'auto e battuto forte la testa, era il 2 agosto del '93, sarei stato una bestia per tanti anni ancora. Mi sentivo un leone, nei test nessuno aveva i miei valori in quel Milan in quanto a velocità, potenza, tecnica, resistenza. Ricordo che bucai la gomma e che mi fermai all'autogrill per farmela cambiare da un benzinaio. Ricordo che percorsi ancora qualche chilometro, poi c'è il vuoto. Avevamo giocato a Marassi, io stavo tornando a Torino.
    All'inizio parlavo come un bambino. Avevo i riflessi lenti e non me ne accorgevo. Anche in campo, quando tornai, ero lento, ma ogni cosa poi andò a posto, due stagioni dopo ero di nuovo fortissimo, ero sicuro che avrei giocato la finale di Coppa dei Campioni 1995, Milan-Ajax a Vienna. Invece Capello mi tenne fuori, lui non dà mai spiegazioni. Crollò tutto. Persi la voglia, sbagliai. Quella sera è finita la mia carriera".
    Qualche altra soddisfazione me la tolsi, ma sempre con quella frase addosso: Lentini non è più lui. Un luogo comune, perché potevo giocare male anche prima dell'incidente.
    Adesso la mattina vado in palestra, mi rilasso. Il pomeriggio gioco a biliardo. Guardo un po' il Toro e il Milan in tv, le squadre per cui tifo, e la Champions.
    Gli amici alla lunga li perdi, mica succede soltanto ai campioni. A volte penso che non ho mai fatto un mondiale e mi dispiace: senza l'incidente sarei andato a Usa '94, e credo che avrei pure giocato. Sbagliai a dire che non volevo lasciare il Toro, era vero ma non dovevo dirlo, mi avevano già venduto e non lo sapevo, così sono passato per traditore. Berlusconi mi mandò a prendere due volte con l'elicottero, e la prima volta gli dissi no in faccia, a casa sua. Non andai là per i soldi. Il Toro non poteva fare a meno di vendermi, quei miliardi servivano a Borsano. E comunque, il primo scudetto nel Milan fu meraviglioso, come la finale di Coppa Uefa persa col Toro.
    Qualche volta gioco a calcetto, non sono una persona triste anche se mi piace rimanere tranquillo, senza pensare troppo, senza essere qualcuno. Però, ragazzi, quanto mi sono divertito".

    Gianluigi Lentini

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  21. In Venezuela almeno 20 persone sono state arrestate oggi a Caracas dopo che gruppi di incappucciati si sono scontrati con le forze dell’ordine mentre si disperdevano le centinaia di migliaia di persone che hanno partecipato alla grande manifestazione, ribattezzata la «Presa di Caracas», organizzata dalla opposizione a favore del referendum contro Nicolas Maduro.
    Un primo gruppo ha cercato di bloccare il traffico sull’autostrada Francisco Fajardo, la principale arteria che attraversa Caracas, che non faceva parte del percorso previsto per la protesta dagli organizzatori del Tavolo dell’Unità Democratica (Mud, coalizione antichavista). Questo ha provocato l’intervento della Guardia Nacional, con lancio di lacrimogeni e camion con i cannoni d’acqua e cariche contro i manifestanti dell’opposizione, anche quelli che non si facevano parte del gruppo che aveva bloccato l’autostrada.
    Più tardi, nel quartiere di Chacaito (est della città) altri incappucciati hanno lanciato pietre e altri oggetti contro le forze dell’ordine intorno alla piazza Brion. La polizia ha risposto con lacrimogeni e pallettoni di gomma. Questi incidenti isolati sono stati condannati dal Mud, che durante la giornata ha diffuso attraverso Twitter avvisi ai manifestanti, mettendoli in guardia sulla presenza di provocatori che volevano provocare scontri violenti al margine di una protesta che è stata pacifica e si è svolta senza incidenti.

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  22. hihihihi bella la gang bang ciccio simone il romagnolo

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  23. Contrariamente a quanto era emerso in un primo momento, Andrea Belotti non ce la fa a continuare il ritiro con la Nazionale ed in giornata effettuerà il rientro a Torino per effettuare accertamenti.
    Il centravanti ha subito un lieve infortunio muscolare: durante l’allenamento ha avuto un risentimento alla coscia destra. Dopo aver perso Ljajic, Mihajlovic spera di non dover fare a meno, per molto tempo, di un altro elemento fondamentale per il suo scacchiere offensivo…

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