martedì 27 settembre 2016

VIETNAM/ANGOLA

 Risultati immagini per robert duvall apoca

Torno col pensiero ad una calda serata di gennaio, la location e' il parque Garcia di Las Tunas.
Il vostro umile scriba insieme a 3 amici cubani di vecchissima data, un panettiere particular, un albanil, un bandito.
Una boccia di ron, tanti storici discorsi da dopocena sui massimi sistemi.
Si parlava, fra un traco e l'altro, di guerre, e' venuto fuori un arditissimo parallelismo fra il Vietnam e l'Angola.
Proviamo a farlo anche noi, sicuramente senza la boccia di ron verra' meno bene.
Partiamo dal presupposto che nessun paese dovrebbe fare una guerra, men che meno farla in casa d'altri.
Gli Usa andarono in Vietnam a difendere i propri interessi, i cubani in Angola a difendere quelli Sovietici.
Nel primo caso si tratto' di una guerra imperialista contro un popolo sovrano, nel secondo caso di una sorta di regolarmente di conti interno.
Il contribuente americano pago' tutti i costi del conflitto asiatico, quello sovietico i costi della campagna d'Africa.
In entrambi i casi si ebbe a che fare con la leva obbligatoria, normale per Cuba, occasionale per gli Usa, non a caso moltissimi giovani americani fuggirono in Canada proprio per non rispondere alla chiamata alle armi.
Sia i giovani americani che i giovani cubani si recarono in quelle terre lontane malvolentieri, senza capire fino in fondo perche' dovevano andare ad ammazzare o a farsi ammazzare da gente che a loro non aveva fatto nulla.
Certo c'erano delle differenze; il Vietnam lottava per affrancarsi dal colonialismo prima europeo e poi Usa, combatteva per poter tornare ad essere un'unico stato sovrano.
In Angola era in corso una guerra civile fra 3 fazioni, UNITA E FNLA appoggiate dall'occidente, MPLA dai sovietici.
Gli americani si ritrovarono a combattere contro un intero popolo in armi, i cubani sostanzialmente contro i sudafricani.
Sul piano interno fra Usa e Cuba immense furono le differenze.
Mentre tutta Cuba, almeno sulla carta, appoggiava quello che veniva, a torto o a ragione, definito un intervento internazionalista, negli Stati Uniti si creo' un forte fronte di opposizione alla guerra, fronte che si rafforzava man mano che i giovani americani tornavano in patria dentro casse di legno, alla fine saranno ben 52 mila, almeno ufficialmente.
Quelli che tornavano con le proprie gambe venivano accolti da lanci di pomodori e manifestanti incazzati.....che non e' proprio il massimo quando torni da una guerra dove, per miracolo, non ci hai lasciato le piume.
Alla fine gli Usa subirono la sconfitta piu' cocente della loro storia, rimane mitica l'immagine dell'ultimo elicottero statunitense che lascia il tetto dell'ambasciata, mentre i vietcong si riversano a Saigon.
I cubani sconfissero i sudafricani dando una pesante spallata al regime razzista di Pretoria, ponendo le basi per la liberazione di Madiba e per tutto quello che seguira'
L'Angola divenne un paese a guida Socialista, guida che mantiene attualmente.
I reduci del Vietnam, come cosi' bene ci ha illustrato Stallone in Rambo, fecero una enorme fatica a reinserirsi nel sistema, i suicidi furono a migliaia.
I cubani tornarono alla vita di sempre...cos'altro potevano fare?
Non conosco reduci dal Vietnam, ma conosco alcuni reduci dalla guerra in Angola, uno di questo e' un tio del familion che oggi ha una ditta che costruisce placas.
Ho cercato piu' volte di tirarlo dentro nel discorso, lui evita sempre come se avesse rimosso quegli anni.
Solo una volta mi disse “ci hanno preso per il culo”.
Pare che la sola ricompensa che ricevettero al loro rientro in patria fu una grande radio russa.
Anni dopo, il governo angolano si offri' di ricompensare fattivamente i cubani che avevano prestato servizio in quella guerra e le famiglie di chi perse la vita, ma Fidel disse che....avevano fatto soltanto il loro dovere.
Pinga con cojones.....
Si dice che ci fu, invece, un cospicuo passaggio di diamanti dall'Africa al Caribe.....ma forse sono solo congetture.

 Soldati_cubani_angola_AFP_zps018b45ba

16 commenti:

  1. Le dichiarazioni della signora Totti che davano del piccolo uomo al becchino Spalletti hanno fatto un certo scalpore.
    Piu' che altro hanno fatto un favore al becchino visto che i giornali parlano di questo e non della figuraccia rimediata dalla Roma domenica contro la prima squadra di Torino.
    Non la penso come Sinisa che ritiene che le donne non debbano parlare di calcio.
    O meglio, credo che non debbano entrare in considerazioni tecniche, visto che non sanno di cosa parlano.
    Pero' su tutto il contorno possono tranquillamente disquisire, visto che parliamo di uno sport che oramai ha tracimato nello spettacolo puro, anche fuori dal campo.
    In fondo ha tutelato il suo uomo e....ha fatto parlare di se mentre il suo programma televisivo e' iniziato...tanta pubblicita' gratis.


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  2. Non sono un particolare amante del gossip, anzi per dirla tutta non me ne puo' fregare di meno, ho gia' abbastanza vita mia da tenere a bada.
    Pero' ci sono notizie che, tristemente, conqueistano le prime pagine dei giornali e i titoli di testa nei tg.
    Parlo della seprarazione fra il Bred e l'Angiolina.
    Da un lato pare che lui lordasse i figli, dall'altro e' probabile che lei avesse le piccole labbra lise come la giacca di Kit Carson.
    Fatti loro....
    Mi limito a dire, da amante delle donne e frequentatore fattivo del genere, che fino a Tomb Rider l'Angiolina era tanta roba.
    Poi si e' ridotta il davanzale, un crimine contro l'umanita', e si e' messa a dieta fino a diventare una roba magra senza troppa salsa.
    Probabilmente, come avviene per ognuno di noi, il buon Brad optera' per un'articolo meno kilometrato.
    Fine dell'angolo gossip dell'anno.

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  3. E' vero, I cubani che sono stati in Angola ne parlano poco e malvolentieri. Giuseppe

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    1. Chi ne parla, esattamente come i reduci del Vietnam, lo fa piu' per il rimpianto dei 20 anni che per la reale voglia di raccontare.

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  4. hola! conosco un reduce negro ora dueño de una casa particular en playa del este, questi prima della chiamata era un atleta de lucha grecorromana dell'inder. Mi racconta che fu una guerra impostata molto sullo stile guerrillia (come classico per i cubani basta vedere le guerre di indipendenza ed anche l'ascesa della rivoluzione). Si lamenta di non aver ricevuto nada a cambio eccetto delle medagliette (vendute durante el periodo especial opputre consegante a cambio di elettrodomestici a proposito della fine dell'oro dei cubani....) e poi rimarca che la maggioranza di quelli mandati al fronte erano negros (carne de cañon). Oggi, anche se nell'età sbagliata, se la gode dueño de una buena casa y rodeado de mujeres.
    Diciamo che negli anni il regime fu la mano operativa degli interessi socialisti nel caribe e sud america ( oggi infatti è il minint a gestire il venezuela) chao Enrico

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  5. Anche la maggior parte dei najoni yankee erano negri o delle zone rurali più povere degli states.
    Come da copione....

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  6. La campagna internazionalista di Cuba in Angola viene spesso raffigurata in certi siti internet e articoli solo dal punto di vista del governo dell’apartheid del Sud Africa e dai suoi militari delle SADF, glorificando l’esercito di uno dei regimi più brutali del XX secolo e infangando la memoria storica dei combattenti internazionalisti che lottarono per abbattere il regime razzista. Tali elementi cercheranno sempre di farlo nelle loro opere, per la disperata frustrazione della fine dei privilegi della minoranza conservatrice bianca. Indipendentemente da tali tentativi vacui, il crollo definitivo del regime razzista ha sepolto tali nostalgismi, mentre la Rivoluzione cubana va avanti e i Paesi africani cercano la loro via al progresso
    Battaglia di Norton de Matros, 5 ottobre 1975
    Vittoria temporanea tattica e strategica dei contro-rivoluzionari. Huambo cadde nelle mani dell’UNITA, ma fu liberata nel 1976. Le forze angolane cercarono di bloccare la città con 3 colonne; l’UNITA aveva “una colonna” e 3 blindati con numerosi consiglieri sudafricani. Si sostenne che il capo dell’UNITA Jonas Savimbi avesse partecipato alla battaglia.
    In un primo momento le forze angolane sconfissero i banditi dell’UNITA, distruggendo 1 carro armato. Gli inesperti banditi si dispersero in preda al panico, e solo con molta fatica i consiglieri sudafricani riuscirono a radunarli e infine respingere le forze angolane, che avrebbero perso 100 uomini; sconosciute le perdite dell’UNITA. Il successo dell’UNITA fu temporaneo, l’anno successivo angolani e cubani liberarono Huambo nonostante l’attività controrivoluzionaria nella zona continuasse fino al 1992. L’area sarà una roccaforte dell’UNITA fino al 1995, dove il capo dell’UNITA, Jonas Savimbi, dirigeva le sue forze: considerando lo scarso rendimento del comando dell’UNITA, altra dimostrazione dell’incapacità di Savimbi, la battaglia fu una vittoria dell’UNITA solo grazie ai consiglieri sudafricani.
    Battaglia di Quifangondo, 10 novembre 1975
    Vittoria strategica, tattica e morale decisiva. Luanda fu salvata, il FNLA fu distrutto, gli invasori sudafricani costretti a ritirarsi. Quando la Repubblica popolare era in pericolo, la battaglia cambiò le sorti della guerra. Una coalizione di 2000 controrivoluzionari del FNLA di Holden Roberto, 1200 soldati zairesi di Mamina Lama, 120 mercenari portoghesi di Santos e Castro e 52 sudafricani di Ben Roos affrontarono 850 angolani e 88 cubani (e non 188 come riportato spesso) e un solo ufficiale sovietico, sotto il comando del generale angolano Ndozi e del cubano Raul Diaz Arguelles.
    Le Forze cubane tesero un’imboscata al nemico utilizzando 6 lanciarazzi BM-21, un’arma inaspettata, e il nemico non arrivò nemmeno vicino le posizioni dei cubano-angolani. Fu un massacro, quasi tutti i soldati dell’FNLA furono eliminati da razzi, tiri di mortaio e di armi leggere, i soldati razzisti bianchi li usarono come carne da cannone e solo 5 mercenari portoghesi furono eliminati. 6 jeep e 20 blindati Panhard furono distrutti o abbandonati. I 3 cannoni sudafricani da 140mm non spararono, mentre uno dei 2 cannoni ex-nordcoreani da 130mm dei zairesi esplose alla prima salva uccidendo i soldati addetti; non era stato pulito e riparato. Solo 2 cubani furono feriti e gli angolani ebbero 2 feriti e 1 morto, ucciso mentre era allo scoperto. Anche l’unico sovietico presente su ferito nell’operazione.
    Questa importante vittoria, soprannominata dal nemico ‘Strada della Morte’, pose fine alla possibilità del nemico di distruggere i movimenti socialisti africani, e fu probabilmente la battaglia con il maggiore scarto tra vittime, un morto contro 2000 del gruppo controrivoluzionario FNLA noto per i sanguinosi massacri etnici contro la popolazione civile (anche con episodi di cannibalismo).

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  7. Battaglia di Cabinda, 8-13 novembre 1975
    Vittoria decisiva tattica e strategica. Cabinda fu salvata e lo Zaire capì che una guerra diretta contro l’Angola sarebbe stata assai costosa.
    Una forza di 3000 banditi del FLEC, 1000 soldati zairesi e almeno 120 mercenari occidentali (statunitensi, francesi e portoghesi), sotto il comando del capo del FLEC Henrique Tiago e di un anonimo mercenario statunitense (eliminato in azione), contro 1231 combattenti angolani e cubani, sotto il comando del cubano Ramon Espinosa Martin. Nonostante un primo assalto del nemico costringesse gli angolani a ritirarsi, altri due attacchi furono respinti, e gli angolani si ritirarono a Cabinda mentre il nemico finì sui campi minati cubani e sotto il tiro delle mitragliere ZPU-14. Il nemico tentò un assalto diretto alla città, ma subì pesanti perdite e fu costretto a ritirarsi. Almeno 1600 nemici (solo contando le perdite del FLEC) furono eliminati nell’assalto, mentre gli angolani ebbero 30 morti e 50 feriti. La vittoria fu molto importante, perché l’enclave di Cabinda fu salvata dai controrivoluzionari e dai mercenari occidentali, e il governo dello Zaire decise di non rischiare altre azioni aperte contro l’Angola.

    Battaglia di Ebo, 23 novembre 1975
    Vittoria tattica e morale cubana.
    Una squadra di 70 soldati cubani tese un’imboscata da un gruppo armato nemico, usando un lanciarazzi BM-21, mortai, RPG-7 e un cannone da 76mm. I sudafricani e i controrivoluzionari dell’UNITA subirono perdite enormi grazie al terreno difficile, 6 blindati sudafricani Eland furono distrutti e 1 catturato intatto. Il nemico subì 90 caduti. Anche un aereo da ricognizione Bosbok venne abbattuto, con la morte dei 2 piloti sudafricani. Durante la battaglia solo 1 soldato cubano cadde (Juan Tamayo Castro) e altri 5 furono feriti. Il nemico non seppe che fu attaccato da pochi soldati cubani (parlarono di “1300 nemici”). La battaglia fu indicata dal nemico come “dominata dai neri”, pensando ci fossero gli angolani, ma un gran numero di volontari cubani erano di colore.
    Battaglia del fiume Niha, 11-12 dicembre 1975
    Vittoria tattica e morale del Sud Africa, strategicamente inutile.
    Quando la vittoria era ormai assicurata, il nemico cercò la vendetta. Un gruppo di 300 sudafricani con 12 blindati Eland, assieme ad alcuni banditi dell’UNITA, attaccarono postazioni angolano-cubane sul fiume e nel ponte. Vi erano circa 1000 cubani e angolani che non si aspettavano l’attacco. 28 cubani caddero, mentre i sudafricani ebbero 4 morti e 12 feriti. Ma l’ultimo giorno di operazioni 1 elicottero nemico fu abbattuto, eliminando altri 7 sudafricani. Raul Diaz Arguelle, comandante della Battaglia di Quifangondo, fu tra i caduti cubani. Nonostante la perdita di alcune postazioni, il risultato non cambiò e l’operazione del nemico in Angola (Operazione Savannah) fallì perché il governo del MPLA rimase. La propaganda atlantista tentò di sfruttare tale operazione strategicamente insignificante, facendovi anche un film di guerra alla Rambo, sostenendo di aver ucciso centinaia di angolani e cubani.

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  8. Battaglia di Sumbe, 25 marzo 1984
    Vittoria tattica e morale.
    3000 banditi dell’UNITA tentarono un secondo attacco, ma questa volta colpendo i civili. A Sumbe c’erano pochi militari ma numerosi civili cubani, sovietici, bulgari, portoghesi e italiani. Vi erano 250 cubani, di cui 175 civili, e 350 angolani, quasi tutti civili. Il nemico pensò di trovare una facile preda, ma i civili si armarono e scavarono le trincee. Grazie anche ai raid di caccia MiG-21 ed elicotteri Mi-8 cubani, il nemico fu respinto subendo almeno 150 morti. 2 soldati cubani caddero assieme a 7 civili, mentre altri 21 civili furono feriti. Gli angolani ebbero 2 caduti e 2 feriti. Un piccolo gruppo di portoghesi, mentre cercava di fuggire dall’assedio fu catturato e ucciso dall’UNITA.

    Battaglia del fiume Lomba, 3 settembre – 7 ottobre 1987
    Decisiva vittoria strategica, tattica e morale sudafricana.
    L’esercito angolano, con 10000 uomini e 150 carri armati, tentò un grande attacco contro l’UNITA, senza il sostegno dei cubani. Il nemico era formato da 8000 banditi dell’UNITA e 4000 soldati del Sud Africa. Il 3 settembre un missile angolano SA-8 abbatteva un ricognitore sudafricano. Il 10 settembre ci fu il primo attacco di 2000 angolani e 6 carri armati T-55 contro 4 Ratel, 16 Casspir e 240 sudafricani assieme ai banditi dell’UNITA. L’attacco fu respinto dall’artiglieria sudafricana, gli angolani persero i 6 carri armati ed ebbero 100 perdite. Tre giorni dopo gli angolani attaccarono di nuovo, 40 mercenari dell’UNITA furono eliminati. I carri armati T-55 affrontarono i Ratel, 5 T-55 furono distrutti insieme a 3 Ratel, e i sudafricani subirono 8 morti e 4 feriti. Tra il 14 e il 23 settembre vi furono altri scontri, gli angolani ebbero 382 perdite, mentre i sudafricani 1 morto e 3 feriti. Ignote le perdite dell’UNITA. Il 3 ottobre il nemico distrusse un lanciamissili SA-9 su un ponte, bloccandolo e altri carri armati T-55 furono distrutti. Ma qui l’UNITA fuggì abbandonando i blindati Ratel, mentre un T-55 distrusse il Ratel del comandante sudafricano tenente Hind, eliminandolo. I sudafricani si ritirarono mentre gli angolani persero altri 2 T-55 e subirono altre 250 perdite, mentre 2 nuovi carri armati sudafricani Oliphant furono distrutti dalle mine. Alla fine gli angolani si ritirarono abbandonando 127 automezzi, molti dei quali impantanati nel terreno, che furono poi distrutti da un raid delle forze aeree cubane per non lasciarli al nemico. La propaganda sudafricana sostenne che 4000 angolani furono uccisi, ma in realtà furono 525, e persero in azione 18 carri armati, 1 blindato e 1 sistema SAM. I sudafricani ebbero 18 morti e 12 feriti, e persero 2 carri armati Oliphant, 4 blindati Ratel e 1 aereo da ricognizione; l’UNITA ebbe 270 morti almeno.

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  9. Battaglia di Cuito Cuanavale, dicembre 1987 – marzo 1988
    Vittoria decisiva e definitiva tattica, strategica e morale. Fu la più grande battaglia africana dalla seconda guerra mondiale e fu soprannominata la Stalingrado africana.
    Durante la battaglia 1500 cubani, 10000 angolani e 3000 namibiani della SWAPO e sudafricani dell’Umkhonto we Sizwe dell’ANC furono attaccati da 9000 sudafricani e 20000 banditi dell’UNITA. Leader della difesa fu il cubano Leopoldo Cinta Frias, aiutato dai comandanti angolani Mateus Miguel Angelo, soprannominato Vietnam, e Josè Domingues Ngueto. I comandanti sudafricani erano Deon Ferreira e Jan Geldenhuys, mentre i banditi dell’UNITA erano capeggiati da Demostene Amos Chilingutila e Arlindo Pena.
    La prima fase della battaglia fu lo scontro aereo. Nell’autunno 1987 il caccia MiG-23 del pilota cubano Eduardo Gonzales Sarria abbatté 1 aereo d’attacco Impala sudafricano e poi 1 caccia Mirage sudafricano. Il 27 settembre, JCC Goden sul suo MiG-23 abbatté 1 Mirage sudafricano, e Alberto Ley Rivas ne abbatté un altro. Anche 1 elicottero Puma sudafricano fu abbattuto da un MiG-23. L’esercito cubano ebbe la superiorità aerea, e gli aerei sudafricani non si fecero vedere più.2013-04-01campbell-mapI sudafricani attaccarono sei volte le difese cubano-angolane:

    13 gennaio 1988
    Dopo un’ondata di banditi dell’UNITA, l’attacco sudafricano ebbe un successo iniziale, i sudafricani rivendicarono la distruzione di 4 carri armati e 1 blindato angolano-cubani, sebbene non ci fossero mezzi corazzati cubani e angolani sul posto… Le forze angolane erano composte dalle 21.ma e 51.ma Brigata. I sudafricani persero 2 blindati Ratel prima che MiG-21 e MiG-23 cubani distruggessero la colonna nemica. 7 carri armati Oliphant, alcuni blindati Eland e cannoni dei sudafricani furono distrutti. La 21.ma Brigata riprese le trincee occupate dall’UNITA.
    Il 16 gennaio un raid aereo cubano colpiva un gruppo sudafricano, e il 21 gennaio il MiG-23 di Charlos R. Perez fu abbattuto dall’UNITA.

    14 febbraio 1988
    40 carri armati Oliphant e 100 blindati Casspir e Ratel sudafricani attaccarono la 59.ma Brigata angolana. I cubani raccolsero tutti i carri armati a disposizione per fermare l’assalto nemico: 14 carri armati T-54 e 1 carro armato T-55 del gruppo del comandante cubano Betancourt, ma solo 7 carri armati T-54 si scontrarono con il nemico; 6 furono distrutti e i cubani ebbero 14 caduti, ma il nemico di ritirò avendo perso 10 Oliphant e 4 Ratel. La battaglia dimostrò la superiorità del T-54 sui carri armati sudafricani Oliphant. L’azione dei carri armati cubani spinse l’UNITA ad abbandonare le trincee prese.
    Il 15 febbraio il MiG-23 di John Rodriguez fu abbattuto dall’UNITA e Rodriguez fu ucciso.

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  10. 19 febbraio 1988
    25.ma e 59.ma Brigata angolane respinsero l’attacco dei sudafricani, che persero 1 Ratel, 1 Oliphant e 3 soldati. 1 caccia Mirage sudafricano fu abbattuto da un missile antiaereo portatile Strela-3 e da uno ZSU-23-4 Shilka cubano. Il pilota fu ucciso.

    25 febbraio 1988
    I sudafricani attaccarono, ma furono fermati dall’artiglieria e dai carri armati interrati degli angolano-cubani, perdendo 2 Ratel e 2 Oliphant, mentre altri 4 Oliphant e 1 Ratel furono gravemente danneggiati. La South African Air Force provò per l’ultima volta a riconquistare la superiorità aerea con una grande agguato dei Mirage contro 3 MiG-23 cubani, ma senza risultati.

    29 febbraio 1988
    Per la quinta volta i sudafricani attaccarono gli angolani, venendo respinti e subendo 20 morti e 59 feriti.

    17 marzo, Ernesto Chavez sul suo MiG-23 veniva abbattuto e ucciso da un cannone antiaereo Ystervark da 20mm sudafricano. Fu l’unica vittoria della difesa antiaerea sudafricana. Il 19 marzo nel corso di una ricognizione il Mirage di Willie Van Coppenhagen fu abbattuto e il pilota ucciso.

    23 marzo 1988
    Sesto e ultimo attacco dei sudafricani; fu un disastro, il “disastro di Tumpo”.
    L’UNITA subì una carneficina e i sudafricani ebbero 1 carro armato Oliphant distrutto, 2 danneggiati e altri 3 catturati dalle forze angolano-cubane. Almeno un carro armato Oliphant finì in Unione Sovietica. Con questo fallimento, il regime sudafricano si ritirò da Angola e Namibia, e pose fine agli aiuti ai terroristi controrivoluzionari dell’UNITA.
    Cuito 900 tra angolani, namibiani e sudafricani dell’ANC caddero e i cubani ebbero 39 caduti e persero 6 carri armati e 4 MiG. L’UNITA perse 6000 banditi negli assalti ad ondata umana contro le fortificazioni angolane. I sudafricani li usarono come carne da cannone. I sudafricani persero 715 effettivi, tra morti e dispersi, oltre a 24 carri armati, 21 blindati, 24 cannoni G-5, 6 cannoni semoventi G-6, 7 aerei e 7 droni.

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  11. Battaglia di Tchipa, 4 maggio – 27 giugno 1988
    L’offensiva delle forze cubano-angolane e dello SWAPO al confine con la Namibia fu una decisiva vittoria morale e tattica, grazie alla superiorità totale dell’aeronautica cubana.

    4 maggio: prima imboscata
    La prima operazione iniziò quando un gruppo di 60 cubani e 21 namibiani del battaglione esplorativo Tiger attaccò la 2.da Compagnia del 101.mo Battaglione della SWATF. Il nemico fuggì senza opporre resistenza, dopo aver avuto 30 morti e 1 prigioniero, 5 veicoli distrutti e 1 Casspir catturato. I resti della colonna furono distrutti da un MiG-23 sulla strada per Lubango.

    22 maggio: seconda imboscata
    Un gruppo di cubani e namibiani della SWAPO tese un’imboscata al 32.mo battaglione Buffal. 2 cubani caddero ma l’attacco dei MiG-23 costrinse il nemico a ritirarsi. Il giorno successivo i sudafricani subirono un’imboscata e persero 3 veicoli Unimog, catturati intatti, ma altri 4 cubani caddero.

    27 giugno: terza imboscata
    Ultima azione della guerra. Un gruppo di namibiani e cubani formato da 30 effettivi del 5° Battaglione delle forze speciali cubane, con 3 blindati BMP-1, attaccò il 61.mo battaglione meccanizzato sudafricano, formata da 70 uomini e 8 veicoli Ratel. BMP-1 e RPG-7 spararono insieme distruggendo 4 Ratel. Il nemico fuggì dopo aver subito 20 morti, abbandonando 1 Ratel intatto che fu catturato. Una seconda colonna del nemico di rinforzo fu bombardata e distrutta dai MiG-23 cubani.
    Bombardamento di Caluenque. Lo stesso giorno 11 MiG-23 cubani bombardarono la base sudafricana di Caluenque, illegalmente occupata. I sudafricani subirono 50 morti e un centinaio di feriti.
    Battaglia di Huambo 9 gennaio – 7 marzo 1993
    Vittoria morale e tattica, fallimento strategico. L’UNITA aveva ancora 20000 armati sotto il comando di Demostene Amos Chilingutila e di Jonas Savimbi, capo del gruppo terroristico. Tale forza si ammassò vicino Huambo, base principale dell’UNITA. Le forze angolane effettuarono un massiccio attacco al comando di Joao de Matos e Francisco Iginio Cameiro. Dopo mesi di scontri gli angolani eliminarono 15000 terroristi dell’UNITA e Savimbi fuggì, perseguendo una campagna terroristica fino alla morte, avvenuta il 22 febbraio 2002. Dopo di ché la guerra si concluse definitivamente.

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  12. Parlando della guerra in Angola forse si dovrebbe affrontare argomento Ochoa checdi quella guerra fu "l'eroe" (ammesso che in eventi tanto drammatici e crudeli come le guerre si possa parlare di eroi)o quantomeno il vincitore ,storia controversa e piena di buchi neri quella del generale che riporta una Cuba ed un Fidel e un Raul meno 'puliti' di quanto lo sono oggi ,di certo c'erano legami con Escobar ed il narcotraffico ma la verità è sepolta con Ochoa,preferisco la Cuba e il Raul di oggi che forse hanno imparato dagli errori passati
    Stefano

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    1. Il discorso Ochoa e' lungo e misterioso, magari un giorno ne parleremo.
      Per quanto riguarda i narcos non e' un mistero che, dopo il crollo del muro il paese salvo 'la ghirba grazie alle sue fanciulle e al permesso dato agli aerei colombiani con destino Usa di volare sui cieli cubani.

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  13. Viene facile pensare che l'Angola abbia elargito diamanti in cambio dell'appoggio ricevuto dai Russi e dai Cubani, ma altrettanto si può supporre che Fidel se li sia messi in qualche forziere piuttosto che darli ai reduci. Aston il padre della negrita che conosci ha combattuto in Angola ma stando al tenore di vita non credo proprio che ci abbia guadagnato qualcosa. P68

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    1. Sicuramente.
      Penso che Cuba non si sia accontentata di fare il mastino per i russi.
      In cambio di alcuni migliaia di morti....qualcosa deve essere arrivato.

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