venerdì 28 ottobre 2016

INDIPENDENZA



Ho trascorso 14 anni, almeno 40 vacanze nelle case de renta di Cuba, buona parte delle quali a Las Tunas.
Sostanzialmente 3 case de renta dove, entro certi limiti, mi hanno sempre lasciato fare il cazzo che volevo.
Si e' sempre trattato, come per ognuno di voi, di una camera con un bagno.
Ne parlavo la settimana scorsa, telefonicamente, con un conoscente di vecchia data.
Andato in pensione poco dopo i 50 anni, da oltre un decennio si divide, con la moglie cubana fra i 2 paesi.
Da ottobre ad aprile a Cuba, il resto nel dolce clima primaverile ed estivo del bel paese.
Ha casa a Tunas, quando e' in Italia ci pensano i suoceri a tenergliela in ordine.
Nessuna residenza, proprieta' della casa alla moglie, 10 anni che tutto fila liscio come l'olio, alla faccia degli sfigati di sventura.
Si parlava proprio del piacere di vivere in una casa che non sia un cuarto de renta.
Sia chiaro, avendo una casa de renta e un'agenzia che si occupa dell'affitto delle stesse, a livello generale ritengo siano un ottimo contributo allo sviluppo del genere umano.....
Parlo pero' per me personalmente, per noi che frequentiamo l'isola da tanti anni.
Ci sono state cose che ho accettato, in questi lustri, unicamente perche' ero a Cuba.
Il vivere, pagando, relegato in una camera, il dovermi giustificare per ogni fanciulla o anche solo amico che invitavo, la paura delle ragazze di essere puntate nel famigerato registro.
Ho girato parecchio mondo, ma certe situazioni le ho trovate, ed accettate, soltanto a Cuba.
Come dicevo ho frequentato 3 case nella maggior parte dei miei viaggi, i proprietari oltre ad essere inseriti in M&S CASA PARTICULAR, sono diventati amici veri.
Ricordo anche che M&S e' costato zero; Simone ha fatto il sito, io gli ho dato visibilita', ognuno gestisce le proprie trattative in assoluta autonomia gestionale ed economica.
Ad ogni viaggio, anche se ora il mio percorso e' differente, non manco mai di passare a trovarli, non mi dimentico di chi mi ha fatto stare bene quasi come se fossi a casa mia.
Appunto quasi....
Ne parlavo giusto al telefono l'altro giorno con l'amico, oggi probabilmente non mi ci abituerei piu' ad essere relegato in un cuarto de renta.
Ogni stagione della vita ha le sue caratteristiche, se non avessi la possibilita' di avere una casa da dividere con la famiglia, probabilmente avrei fatto scelte differenti per le mie vacanze.
Avrei cambiato destinazione, oppure avrei affittato un'appartamento tutto per me.
Lo so che il nostro status ci consente soltanto di risiedere in strutture turistiche ma i sistemi ci sono...
A La Habana conosco parecchia gente che affitta mensilmente appartamenti, e' un po' border line ma non hanno mai avuto problemi di nessun tipo.
Mi piace essere indipendente, non dover rendere conto a nessuno di cio' che faccio, alla fine vivo esattamente come in Italia.
Certo non porto fanciulle in casa, ma la location per questo tipo di cose e' davvero l'ultimo dei problemi.
Non solo.
Dopo il militare me ne sono andato a vivere per conto mio, piu' o meno le cose sono continuate in quel modo e mi sta' benissimo.
Pero', limitatamente a 2-3 mesi ogni anno, o forse proprio perche' parliamo di 2-3 mesi ogni anno, mi piace essere parte di una famiglia.
Oggi a Cuba, esattamente come in Italia, sono totalmente indipendente; vivo in una grande casa, abbiamo una renta che aiuta ad arrotondare, sono all'interno di una famiglia che, fra le altre cose, mi cuida.
Non e' poco.
Indietro non si torna, il presente e' la risultante del passato ed e' la piattaforma verso il futuro.
So che molti di voi sono in situazioni analoghe, le case de renta sono un ricordo, ognuno gestisce le proprie di case, con la propria famiglia.
Si tratta di un percorso, sicuramente, diverso per ognuno di noi, che ci ha portato ad andare avanti, metterci in gioco, raggiungere obiettivi.
In fondo la vita non e' molto di piu' di tutto questo.
A lunedi per i saluti.

 

53 commenti:

  1. Per le due vacanze di 15 giorni ogni anno la casa de renta, per me, va benissimo ma capisco chi dopo tanti anni, vuole maggiori comodita'. Giuseppe

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    1. Certo ma cio' non toglie che ognuno di noi abbia voglie ed esigenze differenti.

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  2. «Il cortisone? Rovina sempre tutto. Non voglio parlare male degli altri medici, ma sono obbligata, vedendo cosa vi hanno combinato». Gabriella Mereu, la santona sarda della terapia verbale, alla fine ce l’ha fatta: da ieri mattina è a Torino per visitare e incontrare decine di pazienti. E lo farà sino a sabato. Oltre 150 erano presenti ieri sera nella saletta recuperata all’ultimo minuto in Barriera di Milano, in via Ponchielli 26, al piano terra di uno dei palazzi popolari. Una «scelta d’emergenza», dopo il no della Fondazione Torino Musei e di Villa Vela, il bar scelto mercoledì sera per non spostarsi troppo dalla Gam, dov’era già stato dato appuntamento ai pazienti mesi fa, che ha negato di aver dato disponibilità del suo dehors.
    Medicine bandite
    Il nuovo indirizzo è arrivato via Facebook, con un messaggio privato. Tutti invitati, tranne i giornalisti. «Il male, come i medici e le medicine». Mica servono per curare: bastano le gocce, i fiori di Bach, sei volte al giorno per sei mesi. Per fare la diagnosi non le servono esami del sangue, anamnesi o raggi: alla Mereu basta stare a piedi scalzi e ascoltare i sintomi per dare sentenze e prescrivere cure omeopatiche. «Hai un eczema? Colpa di tua madre. Hai problemi alla parte sinistra del corpo? Tuo padre si è comportato male con te. Soffri di secchezza e oppressione? Problemi di coppia. L’ansia? Sono i medici a fartela venire con le loro diagnosi. Che ci andate a fare?».
    Parlare con i presenti è praticamente impossibile: sono altamente suggestionati da un rapporto di dipendenza con il guaritore, in cui credono ciecamente. La maggior parte di loro ha abbandonato la medicina tradizionale: c’è chi in modo fiero dice di non prendere più farmaci da sette anni, chi conosce a memoria i dosaggi dei fiori di Bach e chi è all’ultima spiaggia. I casi più gravi se li tiene per lo «studio». Una ragazza si è presentata con un forte dolore alla schiena da cui non riesce a guarire in nessun modo. Ha fatto visite, visto ortopedici e pure osteopati. Per lei serve qualcosa di più di un consulto di gruppo. «Vieni in studio domani da me», le dice la Mereu, «troviamo la soluzione». Uno «studio» proprio qui a Torino, dove è stata denunciata dall’Ordine dei medici, probabilmente appoggiandosi ancora una volta a Natalia Bocharnikova, l’operatrice olistica che ha organizzato gli appuntamenti in città e che sabato ospiterà nel suo negozio di via Fattori un workshop, in cui la Mereu insegnerà a curare con la terapia verbale.
    Terapie via mail
    Intorno alla santona c’è un gruppo di fedelissimi. La saletta era circondata da sentinelle che controllavano ogni persona che entrava, e all’uscita ricordavano di lasciare «un’offerta per l’affitto della sala». Come fare per parlare direttamente con la Mereu? «Basta un messaggio privato su Facebook o una mail: io vi rispondo e guarisco anche così», si vanta. Andando contro a tutti quelli che sono i precetti della professione medica, di cui lei stessa dice di far parte, come di aver presentato ricorso per essere riammessa all’albo.

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    1. Sono passato, come molti di voi, per ragioni di famiglia, sotto queste forche caudine della malattia.
      La tentazione di affidarsi a squallidi personaggi simili e' forte.
      Qualunque cosa pur di guarire.
      Ma questi sono delinquenti della peggiore risma, giocano col dolore della gente disperata.

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    2. L'avessi saputo ci avrei mandato un paio di fidati amici di Chivasso... vedi che fine facevano la santona e le sue sentinelle...
      Simone M&S (ed i suoi amici delle case circondariali)

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    3. Poi non ho capito la terapia.
      Insulti il tumore e lui offeso se ne va?
      I fiori di Bach....mah....

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  3. Da quando sette anni fa ho iniziato a vivere con il familion la prospettiva è cambiata parecchio. Sarà anche perchè abbiamo la bimba piccola, ma non tornerei più in casa particular. Dovessi anche comprarmi una casa all'Havana la userei solo per rentarla e per "attività ludiche". Si va giù una volta all'anno per un mese, non vuoi passarlo con la famiglia?

    Simone M&S (quando riesci chiama, please)

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    1. Claro.
      nella nostra casa de renta ci ho vissuto una notte, poi dopo che ho dovuto muovermi col passo del leopardo fino alle 14 perche' il cliente, giustamente, dormiva ho optato per vivere col familion.

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  4. hola! ho sempre optato per appartamento privato con chiavi in mano, certo poi l'elasticità di una casa de Camaguey è diversa da una de la capital ma alla fine ho sempre voluto indipendenza. Per questo dal 2010 frequento la stessa casa en habana del este dove faccio quello che voglio entro i limiti di Cuba, li tutti los dueños hanno la stessa politica 2 ragazze al max al g meglio se durante la giornata e se le inviti dopo le 22 meglio che si fermino tutta notte. Per me l'ideale, poi bisogna saper comportarsi ovvero trattare la casa come fosse tua, portare ragazze decenti ( non intendo non troione con tacchi da disco ma non ubriache, rumorose etc) cercare di essere civile senza mettere musica alta o dare problemi che sono quelli che llaman la atencion de los chivatones sempre alla'erta se qualcuno piscia fuori dal vaso ma è giusto così. Insomma come in ogni luogo del mondo quando ti fai conoscere e ti crei il tuo giro vai tranquillo per me ad esempio el dueño sa che non frequentando la farandula la notte può dormire tranquillo che quando esco torno solo e poi le tipe del mio giro abitano vicino ( 1 Alamar mentre le altre 2 a circa 200 mt dalla casa). chao Enrico

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    1. Condivido.
      Solo che a oriente se la fanciulla non e' puntata meglio che se ne vada all'alba....con levataccia anche nostra....
      Meglio, molto meglio...il pomeriggio.

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  5. Condivido il tuo ragionamento Milco, però bisogna valutare anche quanto tempo si passa su quel fantastico angolo di terra dove occhio umano si sia mai posato...per chi va 1-2 volte l'anno, oppure saltuariamente la casa de renta è l'unica soluzione, per chi come molti di noi va a Cuba spesso, anche 3-4 volte l'anno, tutti gli anni, avere una intera casa di "proprietà" o da rentare non sarebbe male...molti rentano case intere, senza avere il dueno tra i maroni, e secondo me è un ottima soluzione, hai una libertà di manovra totale...poi avere una casa "di proprietà" e magari anche rentare un cuarto ai turisti è il max...anche io per ogni città che ho frequentato spesso (Santiago - Baracoa) ho sempre un famillon di riferimento, che mi cuida, che mi vuole bene, e io contracambio....mentre all'Havana che frequento da 1 anno circa non ho ancora un famillon di amici che mi cuidano e che mi fanno da riferimento, ho in compenso però il famillon della novia, che mi cuida e che mi vuole bene...se tra qualche anno a Cuba le cose migliorano, e la storia con la novia va avanti, penso di comprarmi casa, sia per avere un tetto "mio" quando sono là, che se dovesse arrivare un figlio lo farei anche per lasciarla a lui, vamos a ver o que pasa.

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    1. Infatti il buon Giuseppe non ha torto.
      Vediamo pero' anche l'altro lato della medaglia, la duena garantisce una certa sicurezza, sia del nostro habeo che nei riguardi delle fanciulle.
      E' pieno di imbecilli che tornano a casa ubriachi alle 3 di notte con l'ultimo troione preso in saldo davanti alla disco....

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    2. C'è sempre un rovescio della medaglia in tutte le cose, sta a noi prendere il lato migliore.

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  6. Más de 13 mil cubanos residentes en Estados Unidos han solicitado su repatriación hacia la Isla en los últimos dos años, según cifras oficiales.
    Las estadísticas fueron ofrecidas por el embajador cubano en Estados Unidos, José Ramón Cabañas, en una entrevista publicada en el sitio Cubadebate, y son los primeras que se ofrecen de un proceso creciente de peticiones desde que ambos gobiernos decidieron restablecer relaciones en diciembre de 2014.
    Estos números solo reflejan a quienes han realizado el trámite consular en Washington DC y no resume los que actualmente se encuentran en proceso pero no han sido aprobados.
    Aumento de servicios consulares
    El pasado año, cifras de la Dirección de Inmigración y Extranjería de Cuba indicaron que 9,400 personas que habían emigrado antes de la reforma migratoria implementada en enero del 2013, retornaron con el objetivo de radicarse en el país de manera permanente. De ellas, otras 5,000 volvieron a salir al extranjero.

    Durante la III Reunión de Cubanos Residentes en Estados Unidos, realizada en Washington el pasado sábado, el embajador explicó que hasta el pasado 24 de octubre se habían ofrecido 122 mil servicios consulares más que en 2015.

    Cabañas dijo que más de 250 mil cubanos viajan de visita a la Isla y a ellos les pidió que “narren la verdad que el país cambia y marcha hacia adelante”.

    Sobre la apertura de consulados en Estados Unidos, el funcionario explicó que hay una necesidad, pero dijo que la solución es a futuro y a partir de una negociación bilateral.

    No queremos reversión

    Como corresponde a un funcionario diplomático, el primer embajador cubano en Estados Unidos, no se pronunció acerca del proceso electoral que se vive en esta nación con dos adversarios muy distintos en cuanto a visiones sobre Cuba. Hillary está decidida a continuar la política iniciada por Barack Obama; Donald Trump candidato republicano, hace guiños a la oposición interna en la Isla y al exilio más radical, además de asegurar que podría dar marcha atrás al actual proceso de acercamiento.

    Cabañas cautelosamente aseguró que ” hemos llegado a un punto donde quisiéramos que no hubiera reversión”.

    La reforma migratoria de 2013 autorizó a los residentes en el extranjero solicitar su retorno y residencia permanente en el país, previa petición ante las representaciones diplomáticas o el Ministerio del Interior (MININT), lo cual abrió la puerta para el regreso de cientos de personas.

    Imparable inmigración

    Cifras del Departamento de Seguridad Interna refieren que durante la etapa 2000-2014 casi medio millón de cubanos se hicieron residentes permanentes en Estados Unidos.

    Desde que se anunció el restablecimiento de relaciones entre ambos países, los cubanos iniciaron un éxodo silencioso pero constante. Además de la habitual salida marítima, miles han buscado llegar a la frontera mexicana en un arriesgado viaje desde Ecuador o Guyana, lo cual ha provocado en fechas recientes al menos dos crisis internacionales.

    Más de 115 mil cubanos han cruzado de manera irregular hacia Estados Unidos por puntos fronterizos para acogerse a los beneficios de la Ley de Ajuste Cubano, desde que el gobierno de Raúl Castro implementó la reforma migratoria hace tres años. El flujo migratorio marítimo también se han incrementando desde entonces, con 7,358 cubanos en el años fiscal 2016.

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  7. Oggi sul blog a tratti si respira la poetica del Verga ed il suo ideale delľ ostrica...

    attaccamento alla famiglia quale valore supremo e focolare domestico da preservare per non incontrare difficoltà e mali peggiori...jajaja...

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  8. INFATTAMENTE

    Anche se sul "Verga" si potrebbe dare il via ad un'infinita' di...doppi sensi che poco hanno a che fare col focolaio domestico... :-)

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    1. ...eee allora più pilu per tutti...

      dopotutto la casa de renta, trasposizione cubana della casa del nespolo,non serve forse a quello scopo...jajaja...

      eee non voglio immaginare i Malavoglia ambientati in terra cubana...

      quasi...quasi...potrebbe essere un' idea!?!?!?

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    2. Beh....il sud Italia, per molti aspetti, ricorda Cuba cosi' come Napoli, dicono, La Habana.

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    3. Verissimo Milco...sotto alcuni aspetti l'Havana ricorda Napoli...i panni stesi nelle viette dell'Havana vieja, quei profumi partiolari, la gente molto alla mano e disponibile, ecc.

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    4. Anche la Sardegna.
      Sotto certi aspetti.....le vecchine sedute sull'uscio di casa, certi odori, il porceddo ecc....

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    5. Mi riferivo ai personaggi, ai loro valori ed al debito attorno al quale ruota la trama...ma forse mi sono spiegato male...

      ...sulle similitudini socio-geografiche posso solo essere ď accordo...

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    6. La trama....e' 35 anni indietro nei ricordi...dovrei ripassarmela.....comunque oggi stacco alle 14 e, fra le altre cose di "preparazione" vado in libreria.
      5/6 bei libri da portarmi dietro...finalmente ho tempo per leggere.

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  9. milco vado ot di io ormai con la novia sto da 7 annni gli ho preso appartamento e quando vado dormo da lei penso di sposarla a febbraio a cuba così non ho le pugnette mentali del barrio quando viene in italia visti contro visti o cazzate varie la sposo a cuba per pararmi il culo se divorzio lo sai la vita buone permanenza milco a cuba salutami la grande delle antille ciccio simone il romagnolo

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    1. Se pero' ti sposi solo per Cuba e non registri la boda alla nostra ambasciata poi per invitarla le devi rifare l'invito turistico.

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  10. lo so milco l' unica cosa che non capisco che dobbiamo andare tutte e due secondo me con mircimez fanno loro dopo sposato te per caso lo sai ciccio simone il romagnolo grazie

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  11. Se ho capito la domanda.....qualcuno dice che basta un solo coniuge per registrare la boda.
    Fossi in te andrei con la moglie cosi' ti togli ogni problema.
    Se non registi per l'Italia poi non puoi chiedere il ricongiungimento famigliare.

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  12. grazie milco ciccio simone il romagnolo

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    1. Ciccio ovviamente se registri matrimonio poi valgono leggi italiane...consiglio di pensare alla divisione dei beni...

      Ciaooo.

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    2. Esattamente Freccia, ben detto....mentre registrandolo solo a Cuba, se non ricordo male, puoi anche separarti con 4 lire, anche senza consenso di lei, e con un minimo di mantenimento, o sbaglio?

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    3. Sbagli.
      Senza Rp il divorzio da matrimonio registrato a Cuba, per noi culi bianchi, vale circa 800 cucchini.
      A loro 6.....
      Se non ci sono figli non devi nessun mantenimento.

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    4. Con RP quanto si spende per divorziare?

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    5. Sempre mooooooolto meno rispetto al divorzio italiano....solo di avvocato in Italia spendi un patrimonio, o sbaglio?

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    6. L'avvocato da noi entra in ballo solo in caso di controversie, se il divorzio fila liscio non serve.
      A Cuba se hai la RP sei un "cubano", il divorzio costa come costa a loro.
      Al limite se ci sono figli, il giudice potrebbe chiederti un mantenimento piu' alto.
      Diciamo 50 cuc al mese invece dei canonici 50 pesos.

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    7. Fossi in Simone ciccio romagnolo ci penserei bene a registrare il matrimonio anche in Italia....
      A Cuba se due si separano quanto e cosa spetta alla controparte cubana (casa, eventuale auto, ecc)?

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    8. Il 50% di tutto cio' acquisito DOPO il matrimonio, in caso di RP.
      Altrimenti....todo.

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    9. Cioè, se non hai la RP e ti divorzi spetta tutto a lei? Dimmi che ho capito male...

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    10. VALTER SE NON SEI RESIDENTE E COMPERI UNA CASA O UN'AUTO DEVI PER FORZA INTESTARLA A LEI, NOI SIAMO TURISTI E BASTA.
      Di conseguenza e' GIA' intestato tutto a lei.
      Queste cose dovresti saperle

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    11. Già...hai ragione...non avevo collegato il fatto di poter comprare una cosa solo intestandola a lei...a questo punto non sò se sia più conveniente registrare solo a Cuba la boda, o anche in Italia per limitare i danni...

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  13. Gli Articoli 143 e 147 del Codice Civile, che regolano il matrimonio civile, sanciscono gli oneri economici di entrambi i coniugi nei confronti della famiglia e dei figli. La legge consente agli sposi di scegliere tra due regimi patrimoniali quello che meglio permetta loro di adempire ai suddetti doveri: la comunione dei beni o la separazione dei beni.
    Tale scelta potrà essere effettuata sia in sede di rito civile che di rito del matrimonio cattolico: al termine della cerimonia il sacerdote o l'ufficiale di stato civile annoterà tale decisione sull'atto di matrimonio. Se gli sposi non espliciteranno alcuna scelta, dal 20 settembre 1975 per legge il regime patrimoniale legale della famiglia sarà in automatico la comunione dei beni.
    La scelta del regime patrimoniale potrà essere modificata con atto pubblico di fronte ad un notaio in qualsiasi momento della vita matrimoniale.
    Cosa è la comunione dei beni

    Scegliere come regime patrimoniale la comunione dei beni vuol dire che tutti i beni acquistati dopo le nozze sono di proprietà di entrambi i coniugi.
    In particolare, si intende che saranno di proprietà comune:

    Tutte le proprietà comprate dopo il matrimonio, anche se acquistate separatamente dai due coniugi. Si intende quindi case, terreni, negozi, automobili, fatta eccezione di beni personali.
    I rendimenti dei beni propri di ciascun coniuge, ad esempio quelli bancari.
    Le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio.
    Gli utili e gli incrementi dell'azienda di proprietà di uno dei due precedentemente alle nozze, ma gestita da entrambi dopo il matrimonio.
    Saranno parte del patrimonio comune anche i debiti, sia quelli contratti congiuntamente dai coniugi che quelli contratti separatamente, nonché gli oneri che gravano sui singoli beni al momento dell'acquisto, ad esempio un'ipoteca sulla casa.

    Rimarranno invece di proprietà esclusiva di ciascun coniuge:

    I beni posseduti da prima delle nozze.
    Eredità o donazioni, anche se avute dopo il matrimonio.
    Beni personali e i loro accessori.
    Beni necessari all'esercizio della propria professione.
    Risarcimenti per danni fisici subiti, ad esempio indennizzi assicurativi o pensione di invalidità.
    Il ricavato della vendita di uno dei beni suddetti.

    In caso di vendita di immobili o altri atti di amministrazione straordinaria, è necessario il consenso di entrambi gli sposi. In caso di disaccordo, sarà il giudice a decidere se l'atto voluto da uno solo dei coniugi è necessario all'interesse della famiglia o dell'azienda familiare.

    Lo scioglimento della comunione dei beni si verifica nei casi di:

    Morte di uno dei coniugi;
    Annullamento del matrimonio, separazione, divorzio;
    Decisione di entrambi i coniugi di cambiare il regime patrimoniale;
    Fallimento di uno dei coniugi;
    Separazione giudiziale dei beni.

    Cosa è la separazione dei beni

    Scegliere come regime patrimoniale la separazione dei beni vuol dire che ciascuno dei due sposi ha la proprietà esclusiva dei beni acquistati sia prima che dopo il matrimonio, anche se fruiti in comune. Ognuno ha quindi tutto il diritto di goderli o amministrarli, fermo restando l'obbligo di adempienza dei doveri sanciti dagli Articoli 143 e 147 del Codice Civile.
    Il regime di separazione dei beni produce l'effetto di attribuire al coniuge che effettua l'acquisto ogni diritto sul bene, in via esclusiva: i patrimoni di marito e moglie restano quindi separati durante il matrimonio, salvi i diritti di successione.
    Per ottenere la cointestazione di un bene, una volta optato per il regime di separazione, occorrerà esplicitamente dichiarare all'atto dell'acquisto tale volontà, specificando anche la quota di comproprietà da assegnare.

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  14. Milco tu quanto hai spesso per il divorzio? Giuseppe

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    1. Zero.
      Amico mio io ho avuto piu' culo che anima.
      Subentro' un salvatore della patria (mia)....cosi' al viaggio successivo mi ritrovai sul comodino il divorzio fatto e firmato....
      Ricordi Il Melandri col Sassaroli in AMICI MIEI?
      Sassaroli ricordo' al Melandri che doveva portarsi via tutto il pacchetto ahahahahahah
      Gli Orishas sono stati molto strettamente al mio fianco in quell'episodio...
      Sono in forte debito con loro.

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    2. Gettonatissima la tipa...ne deduco fosse un figone da strappamutande...

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    3. Beh....beh......essendo Galantuomo d'altro secolo glisso elegantemente.
      Sempre avere buoni ricordi e parlare bene di dove si e' mangiato.

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    4. Bravo Milco, sempre avere buoni ricordi. Giuseppe

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    5. Il blog e' a disposizione di tutti, sfido chiunque a trovare solo una mala palabra mia nei suoi confronti.
      Sono cose da poveraccio.
      Non e' andata, punto.
      La vita e' troppo breve per vivere di rancori e meschinita'.
      Se sono arrivato fino a qua' molto e' merito delle donne.
      Anche di lei...perche' no?

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    6. Mai parlare male delle ex quando finisce una storia, a meni di colpe soggettivamente della controparte, le cose si chiariscono sempre vis a vis...chi parla male, e mette in piazza i "difetti" del proprio ex, è solo un poveraccio...Addirittura c'è di peggio, ci sono persone che al bar raccontano le prestazioni sessuali della propria compagna, deridendola con gli amici...questa gente andrebbe mandata in esilio su Marte o su un isola deserta infestata solo di coccodrilli.

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    7. Concordo Milco...maaa non mi sembrava così negativo il mio commento...

      deducevo che fosse una bella gnagna alla quale strappare le mutandine...tutto qui...

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    8. Ma sai chi non sa dare valore alla propria persona e' difficile che riesca a darlo ad altri/e.
      Alla fine si e' cio' che si sceglie di essere.

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    9. Freccia non ho davo valenze negative al tuo commento, diciamo che nello specifico della tua domanda....ho preferito glissare... :-)

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  15. DAL BLOG DI LINUS
    Ciao. Come state?
    Vi manco?
    Voi a me tantissimo.
    Specialmente in momenti come questo, in cui la frenesia di tutti i giorni lascia un po’ di tempo alle riflessioni.
    Sto facendo una cosa strana, una cosa che, come direbbe Nicola, SEMBRA CATIVA ma in realtà molto buona.
    Per radio o su Instagram ho detto che ho l’influenza, la verità è che sono solo un po’ debilitato per una cura che sto seguendo.
    Ormai la guarigione del tallone è diventata il mio Sacro Graal, una ricerca che sta tra il mistico, lo scientifico e la stregoneria.
    L’ultimo tentativo è una serie di infiltrazioni che dovrebbero aiutare l’osso a riassorbire l’edema che da tempo immemore mi causa tanto dolore. In pratica mi mettono una flebo di una cosa che non mi interessa cosa sia e me ne sto quattro ore abbondanti ad aspettare che scenda.
    SEMBRA CATIVA ma in realtà (spero) molto buona.
    Spero, perché non so ovviamente se questa ennesima strada porterà finalmente da qualche parte. In più, il dopo non è esattamente una passeggiata.
    A malapena mi rimangono le forze per fare la radio al mattino.
    Ma tengo duro. Sono un maratoneta, posso correre per quarantadue chilometri senza fermarmi, di cosa posso aver paura?
    Succede però che la parte in teoria più fastidiosa, cioè le cinque ore in ospedale, siano alla fine l’aspetto più piacevole.
    Me ne sto qui, nella mia stanzetta all’ultimo piano, da solo, nel silenzio più assoluto.
    Sotto si vede una scuola, di quelle tipiche del centro di Milano, appoggiata a una vecchia chiesa.
    Vengo qui dopo il programma, poco prima dell’una, e per la prima ora non arriva un suono.
    Poi comincia la ricreazione e i bambini escono in cortile, e da lì non finiscono più di gridare. Corrono, corrono sempre. I maschi si spingono, le femmine fanno dei capannelli che poi sciolgono e corrono via anche loro. Corrono e gridano.
    Pensavo che il tempo non mi sarebbe mai passato, invece vola.
    Leggo qualche articolo che non avevo avuto il tempo di leggere questa mattina, tipo un’intervista con Fuksas e la sua Nuvola, o i pareri dei colonnisti sulla mia Juve, sull’Inter di De Boer e i ragazzini del Milan. Cose così.
    Lavoro. Lavoro tantissimo.
    Telefono, mail, agenda. Tutto quello che si può fare da una poltrona si può fare anche da un letto.
    Pensavo di dormire, invece al massimo ho sonnecchiato mezz’ora.
    Ho imparato a muovermi con la flebo appesa alla gruccia, adesso un’infermiera gentile mi ha portato un cappuccino e l’ho bevuto in piedi, appoggiato alla finestra.
    I bambini sono andati via, e tra poco vado via anch’io.
    Verrei qui anche domani.
    Scriverei anche domani.

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  16. Per il tuo viaggio...

    Nel segno della pecora di Haruki Murakami (letto nell' ultimo viaggio, surreale racconto dall' atmosfera rock anni 60)

    Il potere del cane di Don Winslow (intensa e cruda discesa nell' inferno del narcotraffico)

    Nelle terre estreme di Jon Krakauer (una storia vera, un must della mia giovinezza)

    ...yyy buen viaje...gozatela!

    Freccia

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  17. Se ve la foste persa e se vi interessa :
    http://www.la7.it/la-gabbia/video/intervista-a-gianni-min%C3%A0-goro-un-esempio-del-menefreghismo-attuale-27-10-2016-196607

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  18. Nuova tegola sul Venezuela, o meglio sulla sua azienda statale produttrice di idrocarburi, la Pdvsa. Un colosso da circa 2,35 milioni di barili equivalenti al giorno, gran parte dei quali vanno all'esportazione, a supporto delle casse disastrate del paese.
    Ma anche Pdvsa risente della crisi che sta scuotendo Caracas dopo la rivoluzione bolivariana inaugurata da Hugo Chavez. Standard & Poor's ha infatti declassato il merito di credito dell'azienda petrolifera a "Sd", sigla che è l'acronimo di "selective default". Fino a ieri il rating di Pdvsa era Cc, l'ultimo livello prima della bancarotta imminente. La decisione dell'agenzia statunitense arriva per gli effetti dell'operazione di conversione di obbligazioni Pdvsa per 7,1 miliardi di dollari, che secondo S&p altro non è se non uno scambio "distressed", perchè "la tempistica dei pagamenti sarà ritardata con l'estensione delle scadenze dei due bond coinvolti. Non si tratta di un'operazione opportunistica, date le condizioni operative difficili e le significative scadenze del debito che Pdvsa deve fronteggiare, che molto probabilmente porterebbero a un default convenzionale al momento del rimborso".
    Il colosso sudamericano ha lanciato un mese e mezzo fa una proposta di scambio per due categorie di suoi obbligazionisti, e ha da poco reso note le adesioni. In sintesi, il 31,4% delle note non garantite da 3 miliardi tasso 5,25%, scadenza aprile 2017, e il 45,3% dei 4,1 miliardi di note senior non garantite scadenza novembre 2017, saranno convertiti in un nuovo titolo senior con tasso 8,5% e scadenza 2020. Per invogliare i sottoscrittori, tuttavia, stavolta Pdvsa ha dovuto garantire l'emissione in partenza con il 50,1% delle azioni della controllata Citgo Holding.
    Un modo per comprare tempo - circa tre anni - tipico dei debitori in difficoltà: tasso più alto, più garanzie, rimborsi posticipati. Ma Standard & Poor's non ha gradito la mossa e ha declassato a carta straccia le obbligazioni Pdvsa.
    Con la major sudamericana fa affari, da vent'anni, anche l'Eni, che ha giacimenti in Venezuela pari a una produzione pro quota di 10mila barili nel 2014, ma con un obiettivo di lungo termine di 240mila barili. Le attività degli italiani sono concentrate al largo del golfo del Venezuela, del golfo di Paria e nel bacino dell’Orinoco per una superficie di 2.804 chilometri quadrati, mille dei quali in quota Eni), con una società di diritto venezuelano titolare
    dei diritti minerari che svolge direttamente le operazioni ed è partecipata da affiliate di Pdvsa con almeno il 60%. Un regime di “impresa mista”, per effetto del compromesso trovato negli anni scorsi dopo l'esproprio di Stato avvenuto nel 2006 da parte del governo di Chavez.

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