La foto in cui, nel pieno
dell'aguasero e di tutte le devastazioni che hanno colpito Baracoa
nei giorni scorsi, si vede un tavolino mezzo coperto dall'acqua
putrida e 4 persone che giocano a domino, in mezzo a tutto quel
casino e' emblematica sul cosa sia realmente Cuba.
In Italia, ma direi anche
in ogni altro paese dove l'acqua ti invade il tinello, le strade sono
fiumi in piena, non c'e' la luce, ogni servizio basico e' sospeso la
gente sarebbe, se vogliamo anche giustamente, disperata.
Maledirebbe la mala suerte
che e' toccata loro di dover sopportare una devastazione simile
prendendosela, ovviamente, col governo.
Il cubano non solo non si
dispera, ma si siede in mezzo alla fanghera e, con amici che la
pensano come lui, si mette a giocare a domino.
Fatalismo, menefreghismo,
confianza nell'ineluttabilita' del destino, attesa di un qualcosa o
di un qualcuno, vita che va presa in un certo modo qualunque cosa
succeda....ognuno di noi puo' avere una sua interpretazione di simili
situazioni.
Io penserei alla mia casa,
la mia auto, i miei figli, la mia attivita', il mio futuro, il tutto
da rimettere a posto, i soldi che servirebbero per tornare alla
normalita' e che magari non ci sono ed il dubbio sul fatto che sia
possibile tornare alla normalita'.
Loro giocano a domino.
Forse entra in gioco una
certa abitudine nei confronti di determinati eventi.
Quella parte del mondo, da
sempre, e' stata fustigata da eventi simili, ogni 3-4 anni sanno che
sono cose che possono succedere.
Il governo stesso cerca di
trasportare tutto su un piano di normalita', comunica con i cittadini
con tutti i mezzi che ha a disposizione, spiega loro come devono
comportarsi, tutto sommato i cubani sono consapevoli che non saranno
mai lasciati soli.
Anche questa volta ci sono
state devastazioni importanti ma, a meno che non mi sia sfuggito
qualcosa, zero morti.
Questo mentre ad Haiti,
nelle terre Confederate ed in altri luoghi dove l'uragano e' passato
si allineano cadaveri.
Forse i cubani ne hanno
viste talmente tante nella loro vita che hanno imparato a non
stupirsi ne' spaventarsi veramente per nulla.
Quando, per cercare un
futuro migliore, affronti il mare, quel mare, su una barca che e' un
invento costruito in casa, senza nozioni di navigazione, con un
motore mutuato da altri veicoli adibiti ad altre mansioni....allora
e' facile che ci siano poche cose che ti possano spaventare
veramente.
Se ti avventuri nei paesi
piu' pericolosi del Sudamerica, dovendone attraversare 7 per
raggiungere la meta, rischiando ogni giorno la vita a causa dei
cojote....che non sono animali, restando bloccato in una frontiera
senza poter andare ne' avanti ne' indietro, e' possibile che si
affrontino le tragedie della vita da un punto di vista differente
rispetto alla gente normale.
A volte critichiamo il
fatto che se hanno 100 cuc in tasca se li sputtanino tutti come se il
domani non esistesse, li giudichiamo senza capire che e' proprio la
vita che li ha portati verso questo modo di fare.
Oggi tutto quello che si
puo', domani vedremo.
Questo e' il loro stile di
vita, con calma, sottovalutando oppure, secondo i punti di vista,
dando il giusto valore alle cose.
Forse hanno ragione loro,
la vita va presa in questo modo, oppure sono talmente abituati a
vedere arrivare qualcuno a pagar la cuenta che sono consapevoli che
al final....basta aspettare.
Magari la vita e' piu' semplice rispetto a quello che noi pensiamo e a cui siamo abituati.
Il cubano e' questo e
tante altre cose, forse noi di quella gente abbiamo capito poco o
nulla.
RAUL A BARACOA
RAUL A BARACOA
Quest'estate, al momento della cessione del panzone argentino dal Napoli alla squadra di Giletti e Lapo, scrissi che tutti i maghi e i santoni napoletani si erano dati da fare per inviare al Pipita tutte le maledizioni possibili ed immaginabili.
RispondiEliminaL'augurio andava da una malattia improvvisa, alla rottura di tibia e perone all'incidente stradale.
Succede che non solo l'argentino ingriglia come ha sempre fatto in carriera ma che il suo sostituto al Napoli, che stava facendo bene, si rompe il crociato ed e' destinato a stare fuori 6 mesi.
A volte i progetti degli Orishas seguono strade che noi umani non possiamo comprendere.
Alla rovescia
RispondiElimina11/10/2016
massimo gramellini
Esisterà un mondo parallelo dove i funzionari di Equitalia fanno la spesa ai contribuenti morosi e le donne mettono al tappeto i potenziali stupratori? Sono notizie massaggianti, perciò mi affretto a raccontarle prima che vengano smentite. A Mestre un operaio da 1200 euro al mese, di cui metà vanno via per l’affitto, si consegna allo sportello delle tasse per negoziare la dilazione di una sfilza di bollette. Anziché trattarlo come un furfante e impiccarlo a qualche codicillo del regolamento, l’impiegato inanella una serie di gesti inediti. Lo ascolta, ed è già tantissimo, con l’epidemia di otite che c’è in giro. Lo aiuta a trovare una formula di pagamento meno straziante. Poi lo accompagna al supermercato e gli finanzia il contenuto del carrello. Ultimo tocco d’autore: pretende l’anonimato.
A un’ora di macchina - nel centro di Pordenone - una ragazza di origine spagnola esce di casa verso mezzanotte per l’ultima pipì del cane quando viene aggredita alle spalle da tre giovani pachistani, il cui tasso di vigliaccheria è pari solo a quello di sfortuna statistica. La ragazza è una praticante di pugilato: stende il primo con un pugno al mento, il secondo con un gancio e il terzo con un montante. Quando arriva la polizia, trova una donna pugile che saltella sul posto e tre maschietti che si contorcono sul marciapiede. Qualcuno ha messo in dubbio alcuni particolari della ricostruzione, ma facciamo finta che sia tutto vero. Che esista veramente un mondo dove la campionessa stendi-bulli e l’operaio indebitato vanno a cena insieme e Equitalia paga il conto.
Forse aspettavano che l'acqua scendesse, non c'era luce e nessuno andava a lavorare.Giuseppe
RispondiEliminaAhahahaha situazione perfetta per una partita a domino....
EliminaL'Avana , ....tempo fa... :
RispondiEliminaAguacero de madre che mi becca a piedi in 3.ra . Riesco a ripararmi sotto una pensilina dove maledico il tempo coinvolgendo un cubano che era pure lui lì sotto riparato .
Laconica e sintetica sua risposta : ..llueve alli' , no aqui'....
Per non parlare dei ragazzini quasi nudi che si lanciano sulle pozzanghere...
RispondiEliminahola! penso che la filosofia di vita si potrebbe riassumenre con questo refran : al mal tiempo buena cara.
RispondiEliminaE direi che forse vivono meglio loro almeno non si fanno seghe mentali per nulla. chao Enrico
Scusa se è poco...
RispondiEliminaAbbiamo culture e modi di intendere la vita molto differenti su alcuni aspetti tra noi e loro...idem per la cultura del lavoro...hai mai visto un cubano che lavora per lo Stato (per tutti i motivi che conosciamo, dal salario misero a tutto il resto) fare le cose in modo veloce?
RispondiEliminaLo dico con rispetto....lo stipendio sicuro comunque non è mai un grande stimolo.
RispondiEliminaNon solo a Cuba.
cose lette e scritte milioni di volte. chi s'è sposato la cubana lo sa benissimo; voci come risparmio, anelare all'acquisto appartamento al mare o in montagna o cose del genere non attecchiscono...il vivere alla giornata ce l'hanno dentro
RispondiEliminaRenato
A volte mi chiedo se non abbiano ragione loro
RispondiElimina5AV
RispondiEliminaBaracoa, Guantanamo – “Ci sarà da restaurare tutte queste ferite”, ha detto il Generale dell’Esercito, Raúl Castro Ruz a un gruppo di persone presenti sulle rive del fiume Toa, su uno degli estremi del ponte di 300 metri che collegava entrambi gli argini, dando accesso da Baracoa alla vicina provincia di Holguín.
Con l’interruzione del traffico di questa importante via di comunicazione, sono state implementate delle alternative per rendere possibile lo spostamento della popolazione, dato che ricostruire il ponte sarà un lavoro che richiederà non poco tempo.
La cosa più importante è che non abbiamo dovuto lamentare la perdita di nessuna vita umana, ha dichiarato il Presidente del Consiglio della Difesa Nazionale, accompagnato dal Viceministro delle Forze Armate Rivoluzionarie (FAR), il Generale di Corpo dell’esercito Ramón Espinosa Martín.
“Siamo felici di averla qui con noi”, ha detto una persona che ha subito dei danni durante l’uragano Matthew al Generale e Presidente della Repubblica di Cuba, mentre il resto della falla incitava Fidel, Raul e la Rivoluzione cubana.
“Adesso, dobbiamo continuare a lavorare!”, ha detto alle persone presenti il Generale Raul Castro, prima di congedarsi, mentre tra le parole di conforto e di riconoscimento per la resistenza dimostrata, si lasciava fotografare insieme alla gente.
“Questo è Raul! E’ venuto a trovarci!” La voce si è sparsa velocemente per la città e la gente ha iniziato ad avvicinarsi, a riempire i bordi della strada che costeggia il lungomare, per salutarlo e ribadire la fiducia nella Rivoluzione da cui mai è stata abbandonata.
“Grazie per la sua visita”, gli ha gridato qualcuno tra la folla. “No, grazie a voi, per la vostra resistenza”, ha risposto Raul. E mentre stingeva le mani della gente a cui passava vicino, si interessava sui danni sofferti dalle abitazioni e su cosa si stava facendo per iniziare a ricostruirle
Il Presidente ha baciato e preso in collo dei bambini, si è fatto fotografare con loro, senza però smettere di dirgli di tornare presto nelle classi delle loro scuole per recuperare il tempo perduto. Non importa quanto possano essere improvvisate le aule, ha detto loro, è prioritario che torniate presto a scuola.
Insieme alla popolazione, c’era anche l’artista Alexis Leyva Machado, conosciuto come Kcho, che era già a Baracoa con i componenti della Brigata Marta Machado, per fare ciò che ha sempre fatto in queste situazioni, dare un po’ di allegria alla popolazione devastata dall’uragano.
Quando vedo lo spirito di questo popolo mi sento tranquillo; dopo aver parlato con voi, sono soddisfatto perche mi avete dato animo con i vostri valori e la vostra resistenza, ha assicurato il Presidente cubano alla popolazione, ansiosa di poterlo vedere da vicino e inviargli gli auguri di buona salute al Comandante (Fidel) e allo stesso Raul.
Raul ha camminato per quasi due chilometri sotto il sole cocente dell’Oriente cubano…stringendo mani, dando conforto, domandando, assicurando al popolo di Baracoa che non è solo, che tutto il paese ha voluto partecipare al suo recupero che lo sta aiutando.