mercoledì 12 ottobre 2016

SAVIANO

 Risultati immagini per saviano

In un articolo su Repubblica, Roberto Saviano ha affermato che gli accordi fra il governo colombiano e le Farc si sono svolti a Cuba perche' l'isola sarebbe, da sempre, il luogo di passaggio della cocaina colombiana diretta negli Usa e in Europa.
Inoltre Saviano afferma che i cubani avrebbero fornito basi logistiche a Pablo Escobar, in cambio di denaro.
Ovviamente lo scrittore non cita alcuna fonte a supporto delle proprie affermazioni.
Quindi le amministrazioni americane, che misero in piedi il Plan Colombia per radere al suolo le piantagioni di coca, avrebbero permesso, in uno stretto di mare fra i piu' sorvegliati al mondo e in un cielo pattugliato peggio che ai tempi della guerra fredda, ai natanti e agli aerei dei narcos di transitare con la stessa facilita' del percorso della linea 2 del metro' di Milano.
Tutti i doganieri, le guardie costiere, i responsabili delle dogane statunitensi ed europee avrebbero dovuto essere, secondo l'assioma di Saviano, al soldo del buon Pablo.
E' bene ricordare che i colloqui di pace iniziarono ad Oslo, solo in un secondo momento si trasferirono nella capitale cubana, il tutto sotto la tutela dell'Onu.
Il maggiore sponsor di questi negoziati fu Chavez, preoccupato del deteriorarsi dei rapporti fra il Venezuela e la Colombia, consapevole del fatto di avere bisogno dei porti colombiani per esportare il suo greggio.
Fidel e Raul accettarono la cosa, si trattava anche di una questione di prestigio, malgrado non approvassero una certa deriva presa dalle Farc.
Successivamente, a seguito della debolezza attuale bolivariana, il presidente Santos prese in mano la situazione, assumendo lui il ruolo di pacificatore.
Il referendum che ha dato esisto negativo, in Colombia, per l'approvazione dei risultati del negoziato di pace, va anche letto come una paura da parte della classe media colombiana di una bolivarizzazione del paese.
Detto questo, qualunque persona degna di questo nome, dovrebbe sempre gioire quando 2 parti in guerra trovano un accordo per smetterla di ammazzarsi.
Io non voglio parlare male di Saviano, dico solo che, dopo Gomorra, a mio modestissimo parere, ne ha azzeccate poche.
Gomorra gli ha cambiato la vita, lo ha reso un'uomo decisamente benestante ospite fisso dei talk show a gettone.
Certo lo ha anche esposto ad eventuali vendette da parte dei clan, non a caso lo scrittore, da lustri, gira per party, conferenze, trasmissioni televisive, premi ed altri momenti della sua vita scortato da polizia a carabinieri.
Molti affermano che lo stato non dovrebbe pagare di tasca propria milioni di euro per la protezione di chi, in regime di libero arbitrio, ha deciso di scrivere un libro.
Ce' chi afferma che quelle risorse andrebbero impiegate per un serio programma di protezione testimoni nei confronti di chi, col proprio aiuto e a rischio della vita, ha aiutato fattivamente la giustizia ad arrestare mafiosi e malavitosi.
Sul fatto che, in pieno periodo especial, Cuba permise agli aerei colombiani di sorvolare il propri cieli, si e' scritto molto e probabilmente esiste un fondo di verita'.
La cosa pero' e' terminata, sempre secondo fonti non ufficiali, a meta' degli anni 90', se fosse proseguita nei lustri successivi gli Usa ci avrebbero inzuppato pesantemente il pane per giustificare el bloqueo e l'inserimento di Cuba fra i paesi canaglia.
Inserimento che e' avvenuto grazie ai contatti fra Cuba, gli iraniani e i terroristi dell'Eta, non certo coi Narcos.
Da un paio di anni Cuba e' fuori da questa lista, parliamo di un paese che il terrorismo lo ha subito e non certo fomentato.
Saviano ogni tanto deve far parlare di se, a volte (poche) ci azzecca, quasi sempre spara nel mucchio senza sapere bene dove andare a parare.
Come in questo caso.
Ovviamente questo blog esprime un'opinione che, come sempre, non fa giurisprudenza.

20 commenti:

  1. Siamo un paese fantastico
    Pizzarotti, sindaco di Parma eletto fra i 5 stelle lascia il movimento.
    In un paese serio avrebbe lasciato anche l'incarico istituzionale visto che, da sconosciuto, e' assurto a quel ruolo grazie al movimento che lo ha portato fino a li e che ora non lo rappresenta piu'.
    In Italia lasciare la cadrega e' una cosa piu' rara di un intervento pulito di Chiellini....

    RispondiElimina
  2. Per una volta, credo l'unica sono daccordo con Malago'.
    Il Coni ha ritirato la candidatura di Roma per le olimpiadi.
    Una grandissima occasione perduta e una gigantesca figura di merda per tutto il paese....

    RispondiElimina
  3. Saviano, dopo Gomorra, e' passato da una televisione all'altra, anche a me non e' simpaticissimo. Giuseppe

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ognuno ha le sue opinioni, dico solo che, se avesse fatto davvero danni alla camorra avrebbe fatto una certo tipo di fine.
      Peppino Impastato e tanti altri hanno pagato con la vita il loro coraggio, buon per lui che questo non sia successo....anche se molte cose andrebbero viste con un occhio differente.

      Elimina
  4. Saviano è un poveraccio.
    Dado

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Diciamo che ha scritto un libro fortunato, di cui a lui sono toccati gli onori e a noi, contribuenti, gli oneri.

      Elimina
  5. hola! ma cosa pretendiamo da talk show itaglioti? siamo in un paese di m....a a tutti gli effetti non ci deve stupire nulla anzi. Riaguardo ai negoziati tra las farc/eln ed il governo colombiano il no al referendum risponde più alla paura di diventare un nuovo Venezuela che alla razionalità.
    ot: ho visto le immagini de baracoa/masi non ci saranno stati morti ma sono quasi rase al suolo, una gran lastima
    chao Enrico

    RispondiElimina
  6. Il questionario che i genitori stranieri devono compilare al momento dell'iscrizione del proprio figlio in una scuola inglese:
    http://www.corriere.it/esteri/16_ottobre_12/questionario-inglese-che-scheda-studenti-napoletani-siciliani-13d07e2c-8ff4-11e6-a48d-80f1fedf0a64.shtml

    Simone M&S

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono quattro sigle. «Ita», ovvero italiano. «Itaa», ovvero altri italiani («any other»). Poi «Itan», per dire «Italian Neapoletan», e «Itas» che sta per «Italian Sicilian». C’è poco da ridere e da scherzare. A essere buoni siamo di fronte a una manifestazione di stupidità e ignoranza. A essere cattivi, invece, c’è da pensare di molto peggio. Fatto sta che in alcune scuole del Regno Unito, all’atto dell’iscrizione, occorre passare dalle forche caudine della classificazione etnica. E per queste scuole pubbliche esistono quattro tipologie di italiani. L’italiano doc. L’italiano meno doc, che sarebbe l’«altro». L’italiano di Napoli. E l’italiano della Sicilia. Insomma, hanno diviso i bambini e gli adolescenti d’Italia figli di emigrati.
      Non poteva stare zitta la nostra rappresentanza diplomatica dinanzi a uno scempio tale e difatti l’ambasciatore Pasquale Terracciano ha spedito al Foreign Office una «nota verbale» per sollevare il caso che è stato documentato in un certo numero di scuole dell’Inghilterra e del Galles: al momento della richiesta di ammissione on line richiedono ai genitori «di specificare l’etnia e la prima lingua» del figlio. Una sorta di marchio che «deve essere rimosso con effetto immediato».
      I primi a inorridire sono stati i nostri connazionali del distretto metropolitano di Bradford i cui consigli scolastici hanno messo in rete la «classificazione». Ma, chissà come, quello che poteva essere un errore isolato è diventato un modulo adottato anche, per esempio, nel Galles. Non in qualche istituto isolato di qualche isolato villaggio. Ma niente meno che dal «Dipartimento dell’educazione» del governo del Galles. Seguiti successivamente, Bradford e Galles, da altri consigli territoriali. I connazionali, dunque, hanno informato l’ambasciata che si è mossa sul ministero degli esteri di sua maestà.
      Dabbenaggine? Ignoranza? L’ambasciatore Terracciano esclude che si tratti «di una forma di discriminazione attiva». E ha ragione. Nessuna violenza. Ma ritiene che in un momento caratterizzato da una sensibilità particolare sui temi dell’immigrazione e in piena tensione Brexit, sia fastidioso e pericoloso «introdurre una distinzione artificiale» del genere. Un capitombolo di pessimo gusto.
      La spiegazione non va ricercata in volontà persecutorie contro gli italiani che sono trattati benissimo e apprezzati moltissimo. Più semplicemente, forse, è solo scarsa o nulla conoscenza della storia da parte di chi rivendica il suo glorioso passato imperiale. E visto che siamo nella patria della ironia sottile e cattiva, l’ambasciata ha preferito ricorrere all’arma che piace tanto ai britannici. Nella nota a verbale inviata al Foreign Office, sempre maestri e professori, la nostra Ambasciata coglie l’occasione per ricordare «che l’Italia è diventata un paese unificato il 17 marzo 1861». Insomma, discriminazione per ignoranza. Qualcuno qui a Londra e dintorni è rimasto fermo all’Ottocento.

      Elimina
  7. La polizia argentina del regime liberista di Macri ha duramente represso, la scorsa domenica, una manifestazione imponente organizzata a Rosario nell’ambito dell’Incontro Nazionale delle Donne. Un corteo di almeno 70.000 donne provenienti da Argentina, Uruguay, Paraguay e Bolivia.



    Il tutto è avvenuto mentre l’informazione in Occidente è monopolizzata dalle polemiche scaturite dagli audio dove il candidato alla presidenza degli Stati Uniti, Donald Trump, si lascia andare a battute sessiste. Fiumi di parole e di inchiostro su Trump, nemmeno un trafiletto per quanto avvenuto in Argentina, dove le donne sono state caricate con proiettili di gomma, gas lacrimogeni e manganellate.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non per celebrare ma lo scriba di questo blog che gli argentini avevano fatto una pingata grande come una casa a eleggere Macri lo disse mezzo secondo dopo sua elezione..ma come si fa dico io....mah....
      Andrea M.

      Elimina
    2. Ero a Cuba durante le elezioni argentine, il boss, sgranando gli occhi guardo' i risultati e disse "pagheranno cara questa boberia".
      Non era necessaro essere Nostradamus per capire che questa fighetta di Marcri figlio di miliardari avrebbe gettato il paese nel caos.

      Elimina
  8. Fuori tema: tornato , posso dirvi che Holguin si sta benissimo, tanti paladar, belle case , tante belle ragazze, nessun rompiscatole, stupendo andare quasi ogni giorno a La Boca , mi sogno quel mare, i tuffi dal pontile, l'attesa del traghetto che porta belle fanciulle...poi uragano del quale francamente ho visto zero...volo cancellato, spostatomi a Camaguey (tappa per prendere volo di riprotezione)a mio avviso posto non meritevole pieno di chulos e varia umanità aggressiva che cerca di truffarti in ogni modo..molto molto diverso da Holguin..poi Havana..carissima ma è sempre la Havana..stupenda ...nessun problema al lavoro per la settimana in più visto cause forza maggiore..dubito di recuperare spese hotel e trasporti da Blu Panorama...sono stato benissimo comunque. ..ciao a tutti...
    Andrea M.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti sento bello carico....segno di una vacanza fatta come si deve.
      Non amo Holguin in modo particolare ma cerca di capirmi....sono un guajiro tunero... :-)

      Elimina
    2. Assolutamente carichissimo me la sono davvero goduta! !!!
      Andrea M.

      Elimina
  9. Su Saviano dubito fortemente che clan malavitosi anche se non fosse protetto covino proggetti di vendetta...comunque io ritengo che se egli si ritiene in pericolo dovrebbe pagare lui costi scorta visto che puo' ampiamente permetterselo, secondo me gli eroi sono altri non certo lui....sul tema Cuba la ha sparata grossa...forse i Casalesi non sono più di moda ed aveva bisogno di riciclarsi parlando di un tema in voga cioè l'Isla
    Andrea M.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa....se vogliono non c'e' scorta che tenga.
      Vedo qua' in Piemonte sempre piu' ragazzini con il taglio di capelli di Gennaro Savastano nello sceneggiato della Rai.
      Domandati perche' Saviano non viene toccato....

      Elimina
  10. Mentre gran parte dei colombiani intervistati sulla difficile situazione creata dal voto delle zone più lontane dal terreno dei combattimenti esprimono preoccupazione, e dicono spesso che avrebbero preferito che il Premio Nobel per la Pace fosse condiviso da Santos con le FARC, Roberto Saviano riempie due pagine de “la Repubblica” di infamie raccattate in qualche bollettino della CIA o dell’ufficio stampa di Uribe; infamie che se avessero anche un 10% di fondamento avrebbero giustificato ampiamente un NO secco ben più massiccio al referendum sugli accordi di pace.
    Tra chi conosce le FARC da vicino (a partire di alcuni che hanno avuto la sfortuna di essere sequestrati e tenuti in un carcere del popolo per anni, come Ingrid Betancourt) è difficile trovare qualcuno che ripeta le accuse di narcotraffico mosse dagli Stati Uniti a questo come a qualsiasi altro movimento guerrigliero in qualsiasi parte del mondo. Magari c’è chi, come il generale Luis Mendieta, che è stato prigioniero delle FARC per ben dodici anni, le definisce "criminali", ma semplicemente perché attribuisce ad esse la responsabilità di un conflitto che aveva invece radici profonde e complesse, ed era stato d’altra parte preceduto da un altro lungo periodo di scontri sanguinosissimi (ricordato come la violencia) durato dal 1948 al 1953, per poi lasciare il passo alla dittatura di Gustavo Rojas Pinilla. La violencia era stata innescata dall’assassinio del candidato delle sinistre, il liberale Jorge Eliécer Gaitán, alla vigilia della sua probabile vittoria elettorale. E anche negli anni successivi i crimini dello Stato non mancarono: ad esempio nel 1985 era stato l’esercito a sterminare una parte dei giudici della corte suprema per attribuirne la responsabilità al movimento M19 (che tra l’altro, quando nel 1990 accettò di deporre le armi, vide cadere uno dopo l’altro i suoi dirigenti tornati alla vita civile).
    Comunque lo stesso generale Mendieta, quando ricostruisce su “La Stampa” del 2 ottobre la storia a modo suo, attribuendo ai movimenti di sinistra tutte le responsabilità per l’inizio dei conflitti, non parla minimamente di narcotraffico. Invece Saviano non ha dubbi, e sostiene che l’accordo sarebbe servito a poco, a causa degli interessi dei guerriglieri a conservare il lucroso commercio della coca: dato che le FARC “non sono l’unica organizzazione di guerriglia in Colombia, [è] segno evidente che il bottino da spartirsi era considerevole”. Bella spiegazione che rivela la mentalità di chi la usa.
    Saviano presenta subito non solo l’ELN (la guerriglia più legata alla tradizione guevarista e a Cuba) come una semplice concorrente delle FARC nella lotta per impossessarsi del monopolio della droga, ma tira in ballo anche l’AUC (autodifese unite della Colombia) su cui si dilunga descrivendone i rapporti strettissimi con la ‘ndrangheta, mediati da Salvatore Mancuso, che era arrivato per qualche tempo alla testa di quel coordinamento di assassini di estrema destra creato proprio per distruggere i movimenti guerriglieri senza preoccuparsi di salvare le forme. Saviano sorvola sul piccolo particolare che tra ELN, FARC e i paramilitari fascisti dell’AUC non c’erano accordi di collaborazione, ma una lotta mortale......

    RispondiElimina
  11. .....Presentare come un tutto unico l’AUC e le due vere formazioni guerrigliere di sinistra, che erano e sono divise tra loro da sempre per ragioni ideologiche, non per spartirsi il bottino, è una pura mascalzonata, non solo la svista di un ignorante. Saviano d’altra parte conferma che si è basato largamente sulla sua sensazione che il progetto politico costruito al prezzo di durissime lotte non fosse altro che “impostura”. Ma come pezza d’appoggio alle sue affermazioni non sa tirare in ballo altri che il solito Mancuso, insinuando che è ormai nelle mani della DEA e sta iniziando a collaborare.
    In realtà sta negli Stati uniti da un po’ di anni:
    È possibile che confermi quel che gli chiedono di dire, ma per ora non ha potuto parlare che dei gruppi paramilitari che controllava. Ma il lettore riceve un messaggio ambiguo, che lascia intendere che tutto il problema era come spartirsi la coca tra destra e sinistra.
    Naturalmente, a conferma di quali sono le sue “fonti”, Saviano aggiunge che la chiave di tutto sta a Cuba, che non sarebbe stata scelta a caso come luogo in cui il processo di pace si è svolto. Lo afferma con incredibile sicurezza: “Cuba è da sempre luogo di passaggio della cocaina diretta negli Stati Uniti e in Europa. A Cuba ha sempre fatto scalo e da Cuba è poi sempre ripartita per la Florida, per il confine messicano, per il Canada”.
    Come tocco finale Saviano aggiunge che “il popolo” colombiano ha bocciato l’accordo proprio per timore “che le FARC come partito politico possano avvelenare il dibattito democratico, diventando una sorta di narcopartito”. Incredibile, ma rende l’idea di dove è arrivata “la Repubblica”… E non per caso, o per ignoranza, ripeto. Tanto più che in una colonnina al margine delle due pagine consacrate a Saviano, si trova seminascosto un utile articoletto del maggiore scrittore colombiano del momento, Juan Gabriel Vázquez, che dice seccamente di non poter essere ottimista. “L’opposizione al processo [di pace] è irrazionale. Si basa su bugie e superstizioni. Ancora ieri, il leader del fronte per il NO confessava che tutta la campagna si era basata sull’esasperazione delle paure e l’indignazione dei votanti. L’opposizione all’accordo di pace può essere legittima tra alcuni cittadini, ma i suoi leader sono senza scrupoli, falsi e manipolatori. Un Nobel per la Pace non riuscirà a trasformarli in trasparenti e onesti”.
    Ma Repubblica ha scelto di relegare questa testimonianza dall’interno in un angolino, e di amplificare invece il parere di questi leader “senza scrupoli, falsi e manipolatori”.
    Forse per l’attrazione fatale delle oligarchie che da due secoli malgovernano e fanno sanguinare la Colombia.

    RispondiElimina