martedì 29 novembre 2016

LA CUBA DI OGGI



Quale Cuba ho trovato in questo mese trascorso nella maggiore delle Antille?
In realta' di queste cose ne parlo da almeno 3 anni, i cambiamenti in atto nell'isola coinvolgono tutte le categorie sociali, anche chi, come noi, ha scelto di vivere l'isola da Lone Wolf.
Sia chiaro, Cuba ha tutto il diritto di cambiare e di seguire una sua strada senza tenere conto di chi, cerca di viverla al di fuori dei giri turistici tradizionali, questo per dire che alcune situazioni che noi possiamo vivere in modo negativo possono essere funzionali ad un futuro fatto di sviluppo.
Ho troppi anni di Cuba e di Tunas sul groppone per non aver gia' visto periodi in cui c'era un po' di “pressione” en la calle.
L'impressione e' che, questa volta, si sia giunti ad una svolta definitiva.
Las Tunas vive, da sempre, di un certo tipo di turismo, non raccontiamoci cazzate, o meglio lasciamo che siano i soliti “papitos” di turno a farlo.
Pero' e' anche vero che, senza quel tipo di turismo, citta' come Ciego de Avila, Sancti Spiritus, Pinar del Rio e Guantanamo, giusto per fare degli esempi, sopravvivono tranquillamente. 
Il giro di vite ha fatto si che, di sera, il parque tunero sia non solo deserto ma anche al buio con tutte le luci spente per buona parte dei giorni della settimana.
Fanciulle in giro solo nel week end e rigorosamente accompagnate da cubani, parlo di ragazzi/e giovani per cui noi siamo assolutamente trasparenti, come se non ci fossimo.
Di giorno quasi scomparsa la consueta farandula che ha, negli anni, riempito la citta' di un certo tipo di turismo.
Infatti molti lungodegenti italiani (parleremo in seguito anche di questo) allo scadere dei 3 mesi hanno preso un volo per Madrid e poi per Tenerife.
Visto che gli “svaghi” sono quasi finiti tanto vale, a quell'eta', fare una scelta che tuteli anche la salute in caso di eventuali problemi.
Quindi la noche tunera si limita al sabato e alla domenica, quando c'e' un po' di movimento, in settimana tutto morto e sepolto.
Un tempo muoversi di giorno, usando molto il movil, era una scelta come un'altra, oggi e' la priorita', nessuna esce di notte con la certezza di finire alla terzera, il commissariato cittadino.
Tutti i chioschetti di verdura chiusi, quelli prosperavano nelle finestre delle case semplicemente serrati, quelli in cemento tumbati, visto io una mattina abbatterne uno con 6 policia di guardia e 3 obreros con i martelloni ad abbattere la costruzione a 100 mt da Grande Torino.
Resta solo cio' che vedete nella foto....
Anche lo storico mercato dietro a Lico Cruz chiuso.
Oggi se vuoi frutta e verdura ci sono i mercati statali, presto aprira' un grande mercato agropecuario in pieno centro dove c'era il parqueo delle bici, oppure i carretti che girano per le vie ma vendono a prezzi che i cubani definiscono criminali.
Una frutta bomba 20 pesos, aguacate a 10, pomodori a 20 alla libbra, 3 cipolline 10 pesos ecc...
Una mattina mentre andavo col mio zainetto al ginnasyo, da un vicolo adiacente mi sento chiamare sottovoce...”oyeeeee”.
Vedo sbucare un losco figuro dal vicolo, mi sono chiesto chissa' cosa cazzo spaccera' il tipo, Maria, bamba, crack...
Mi guardo intorno con aria furtiva per vedere se ero seguito da qualcuno.....il tipo con aria cospiratrice mi guarda e.....”hay mandarina...”
Lo spacciatore di mandarini.
Tutti i banchetti che in centro vendevano bigiotteria sono stati spostati, con un danno economico enorme, dalla piazza Garcia alla via interna dove ci sono i fiorai questo per il decoro della zona centrale.
Lavori in corso per ultimare il mercato agropecuario che vi dicevo, il ristorante Baturro e' in fase di ristrutturazione.
Come dicevo ieri, per me, le cose non sono cambiate molto e tutto sommato mi va bene anche la situazione attuale, ma per chi cerca un certo tipo di Cuba beh....ragazzi e' davvero finita.
Per non parlare delle case de renta.
In un mese Grande Torino e' stata visitata 2 volte dall'inmigration, per fortuna da Esteban che e' un tipo severo ma corretto.
Una casa de renta in pieno centro, italiana e di grandi ambizioni, chiusa per svariati motivi, alcune duenas finite al gabbio per il discorso delle minorine, ma non solo.
Quasi nessuna casa oggi non punta la fanciulla, ti puoi portare 20 fanciulle se vuoi ma devono essere puntate.....qualcuna ancora concede qualcosa, ma lo fa col sacro terrore che qualcuno bussi alla porta.
Ragazzi o cambiate anche voi il vostro modo di fare vacanza, come ha fatto l'umile scriba, oppure cercatevi la vostra Tenerife.

M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO UNA CASA

37 commenti:

  1. EZIO MAURO

    Incredibilmente, nell'aprile dell'anno in cui tutto stava crollando e ogni cosa diventava possibile - il 1989 - Fidel si alzò davanti al mondo per proporre il modello cubano come l'unica esperienza ortodossa del socialismo di fine secolo. I deputati, i capi del partito, il popolo cubano lo avevano visto celebrare gli onori massimi a Mikhail Gorbaciov, portato in trionfo sulla "ciajka" presidenziale nei 25 chilometri dall'aeroporto all'Avana, con Castro in piedi accanto a lui che gli alzava il braccio in segno di vittoria, procedendo in mezzo a un milione di cittadini plaudenti. Ma quando il segretario del Pcus, con la disperazione istintiva di chi avverte i morsi della fine, invitò Cuba a riformare il suo comunismo per poterlo salvare (come avrebbe fatto poco dopo a Berlino davanti ai gerarchi impassibili della Ddr) Fidel si alzò in piedi e consumò il suo personale strappo dall'eresia morente gorbacioviana. "L'Urss non può decidere da sola, l'unico suo privilegio è essere grande. E Cuba non ha mai avuto uno Stalin, dunque non ha bisogno di avere oggi una perestrojka". Gorbaciov si guardò intorno smarrito, poi controllò l'orologio misurando il fallimento del suo tentativo di inserire L'Avana nel processo di distensione mondiale tra Est e Ovest e si trovò improvvisamente solo e straniero nell'isola del socialismo uguale a se stesso.
    Così il comunismo tropicale, difeso e sostenuto per decenni dal Cremlino, si ribellava al suo protettore, rifiutando di cambiare. Fidel si presentava al mondo come l'Ortodosso, trent'anni dopo il "discorso delle colombe" con cui entrò trionfalmente nella capitale con la rivoluzione, mentre due colombe si posavano sulle spalline della sua divisa verde, in segno di benedizione di Nostra Signora della Mercede. L'ultima perfidia fu un fuorionda serale sulla tv cubana, coperto dalla voce monotona dello speaker, con Gorbaciov che in un angolo dell'Assemblea Nacional tirava fuori un pettine dalla tasca interna della giacca e si pettinava prima di entrare in scena, in un gesto post-imperiale e privato che rompeva da solo tutta l'iconografia monumentale dei Segretari Generali comunisti, vissuta sempre in pubblico.
    La Cuba castrista doveva tutto all'Urss, seguita e omaggiata dal Comandante nelle sue visite ad limina a Mosca, fino allo scarto finale. Per Fidel era inconcepibile che uno Stato socialista, capace di sconfiggere il fascismo e soprattutto di uguagliare in peso e influenza la superpotenza capitalistica degli Usa avesse accettato di distruggersi. Perché questa è stata la sua diagnosi davanti al tentativo riformista gorbacioviano: invece di correggersi mantenendo la sua natura, l'Unione Sovietica ha commesso il grande errore storico di imboccare la strada di una riforma di sistema, nella convinzione di poter costruire il socialismo - o mantenerlo - attraverso "metodi capitalistici", come li disprezzava Castro.
    Ma regolati i conti con la deriva sovietica, costretto a rimodulare pesantemente l'economia dell'isola senza gli aiuti "fraterni" di Mosca, Fidel ha avuto l'ambizione di difendere e profilare la sua rivoluzione come l'ultimo esperimento socialista del secolo, con l'ossessione di farla fuoriuscire intatta. L'epopea, d'altra parte, non era mai stata mutuata da Mosca insieme con i finanziamenti, ma era ostinatamente indigena e autonoma. Il ricordo nostalgico e ripetuto dei "Tre Comandanti", Raul, Camilo Cienfuegos e soprattutto il "Che", l'eroe che fino agli ultimi anni secondo il racconto del líder maximo lo andava a visitare di notte, in sogno, e continuavano a discutere come avevano sempre fatto, quando avevano la mitraglia in mano.

    RispondiElimina
  2. Il dissenso liquidato con l'etichetta dei "traditori". La convinzione negli anni più difficili di poter vivere "del capitale umano". La venerazione per José Martí ricordando il suo ammonimento: "Essere colti è l'unico modo di essere liberi". Lo scambio epico di dialogo con Cienfuegos, inciso in plaza de la Revolucion: "Voy bien, Camilo"? "Vas bien, Fidel".
    La "prima generazione" della rivoluzione, tenuta insieme con il pugno di ferro del dittatore, si va esaurendo, ma ormai altre tre sono nate e cresciute nell'isola sotto il segno di Fidel. La quarta, l'ultima, è la più aperta al contagio. Ha visto salire al potere Raúl, appena quattro anni più giovane del fratello, in una deriva dinastica dove il carisma appassisce e cresce il bisogno di auto-tutela di una nomenklatura spaventata. Ha visto soprattutto Fidel passare dalla tuta mimetica con gli scarponi alla tuta sportiva rossa, bianca e blu con il marchio dell'Adidas, soprattutto l'ha visto smagrito e divorato dalla malattia, nei discorsi radiofonici sempre più rari.
    Il regime si trova oggi davanti alla sua massima torsione, perché finisce il legame mitologico e storico con le sue origini, l'eroica fonte di legittimazione, la personificazione populista nel leader che finiva sulle copertine di Time, nelle televisioni di tutto il mondo mentre stringeva la mano di Allende, Mandela, Juan Carlos, Garcia Marquez, Saramago, Agnelli, Arafat, Tito, Indira Gandhi, Giovanni Paolo II attraversando con loro la storia da protagonista. "Dobbiamo dimostrare di essere in grado di sopravvivere", è il comandamento degli ultimi anni di Fidel a Raúl, nella convinzione che sia più facile teorizzare come si costruisce il socialismo che capire come conservarlo e preservarlo in futuro.
    Il Comandante in jefe ha regolato la successione in vita, tentativo onnipotente di garantire il futuro alla sua costruzione politica. Ma il castrismo senza Fidel è fragile e il sentimento di fine d'epoca dominava Cuba già a marzo, quando Barack Obama è sbarcato nell'isola come ambasciatore di un mondo nuovo, ottantotto anni dopo la visita dell'ultimo presidente americano, Calvin Coolidge. Il vuoto lasciato da Fidel riempiva già allora la scena, rimpicciolita dai timori di Raúl che non poteva fare a meno di normalizzare i rapporti con gli Usa per dare ossigeno all'economia cubana, ma cercava di cancellare ogni valenza storica ad una visita che simbolicamente segnava un passaggio d'epoca. Così non è andato ad accogliere l'ospite all'aeroporto ma ha mandato il suo ministro degli Esteri, non ha voluto nessun corteo d'onore, ha lasciato il presidente americano da solo nella passeggiata nella Città Vecchia, nella cattedrale, nell'incontro con il vescovo, poi con i "cuentapropistas", quell'embrione di società civile e di economia gestita in proprio che si sta affacciando nelle maglie strette del regime.

    RispondiElimina
  3. I cubani osservavano la scena nelle vecchie televisioni dai colori incerti, appese sui trespoli coi fili volanti nei bar del centro senza niente da servire ai clienti. Al mattino, 68 "damas de blanco" si erano radunate nella chiesa della Quinta Avenida, la strada delle ambasciate, per chiedere davanti alle telecamere di tutto il mondo a Santa Rita, ("abogada de lo imposible") di far scarcerare mariti, figli, padri dissidenti politici e prigionieri nelle carceri cubane: ma soprattutto di aiutarli a conquistare il vero traguardo, "una Cuba senza Castro", finalmente con la libertà politica, di parola, d'impresa. Spente le telecamere, la polizia nel pomeriggio era passata nelle case delle "damas", per arrestarle in gruppo. Come un apriscatole della storia, la visita di Obama in poche ore aveva certificato l'esistenza del dissenso, la conferma della repressione poliziesca e la speranza di un cambiamento di regime.
    Oggi si guarda la vecchia "ceiba", l'albero sacro dell'Isola, che proprio sulla Plaza de Armas è morto rinsecchito accanto al Templete. Il regime lo ha sostituito in fretta, di notte, ma la gente ricorda la vecchia superstizione caraibica secondo cui sotto l'"arbol del misterio" si svolgeva il rito sacro del passaggio di potere tra un Capo e un altro, perché sotto la ceiba "si muovono e parlano gli dei". Il dio del comunismo, intanto, contempla da oggi il tabernacolo vuoto del castrismo. Riuscirà a sopravvivere, fuoriuscendo da se stesso nell'ultima metamorfosi che Fidel aveva sempre esorcizzato? Più probabile che il sistema crolli per estenuazione, senza più
    l'anima fondatrice del vecchio dittatore. Che muore - singolare destino - insieme con il Novecento che era durato fin qui con le sue guerre ideologiche, ed è venuto a finire proprio nell'isola comunista, in questo tramonto tropicale dell'autunno 2016: altro che secolo breve.

    RispondiElimina
  4. Corradino Mineo·Domenica 27 novembre 2016
    Con la bava alla bocca. Fa specie vedere Trump e, qui da noi, Libero e il Giornale far festa per la morte di un uomo di 90 anni che ha tenuto testa per 57 all’unica super potenza rimasta nel pianeta, che ha respinto un’invasione promossa e finanziata dalla Cia, ha sopportato con il suo popolo l’odioso embargo americano, si è preso la soddisfazione di vedere “un Presidente nero” e un “Papa latino americano” venire a Cuba da ospiti, non a dettar legge. O gonzi! Quel barbuto comandante, con le braccia lunghe lunghe e le gambe ancora di più, ha vinto. Una vittoria amara, certo. Perché Guevara non è riuscito a rompere l’accerchiamento. Perché la solidarietà internazionalista (dell’Urss, per non parlare della Cina) s’è rivelata una truffa: prendeva più di quel che offriva. Perché nessun paese dell’America ispanica, neanche il Venezuela di Chavez, meno di tutti il Venezuela di Chavez, gli ha saputo offrire una sponda credibile. Un dittatore, Fidel? Sì, abbandonato da tutti, Castro lo è stato. Ma un dittatore amato e rispettato dalla maggioranza del suo popolo. Perché in cambio delle sofferenze, della penuria, degli errori burocratici e di scelte obiettivamente autoritarie, Fidel ha saputo offrire ai cubani un bene impagabile: la dignità! Il rispetto di sé, nei confronti di un Grande Fratello che aveva trattato Cuba (e la tratterebbe ancora) come una sala da gioco e un bordello a cielo aperto“nel giardino di casa” dell’imperialismo yankee.
    Era un comunista? E con lui, finalmente, scompare quella “ideologia totalitaria”? Non solo gonzi, pure ignoranti! L’utopia comunista, “da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni”, morì a Mosca quando Stalin prese il potere e cominciò a sbianchettare le foto con gli eroi della rivoluzione. E In Cina, al tempo della “rivoluzione culturale”, dopo la sconfitta di Sukarno e il massacro (sempre sulla fedina penale della Cia) di un un milione di “comunisti” indonesiani e delle loro famiglie. Castro era un borghese, Guevara lo era anche lui. Uno avvocato, l’altro medico. Uno, da ragazzo, ha girato il continente sud americano a cavallo della sua moto, il secondo sarebbe forse diventato un campione dello sport. Il capitalismo li ha perduti, li ha trasformati nel peggiore nemico e in incubo duraturo, per colpa della sua grettezza, del legame a doppia mandata con l’ingiustizia, con l’abuso e lo sfruttamento. E in fondo i sogni del Che e di Fidel vivono ancora tra i ragazzi che viaggiano grazie allo sharing, i contadini del chilometro zero, i giovani di occupy wall street, tra chi ascolta anziani e onesti socialisti come Sanders e Corbyn. Vivono, quei sogni, i sostenitori delle Alcadesse di Madrid e Barcellona. E persino tra gli operai cinesi, che hanno strappato, ai “compagni” del capitalismo autoritario di Pechino, una grande riconversione produttiva: investimenti in infrastrutture, misure per contenere l’inquinamento e la disumanità delle città dormitorio, per salvare il diritto alla vita dei loro bambini.
    Sì, lo so, nessuno lo chiama più comunismo. È lotta di classe, è politica di sinistra ma senza più un’ideologia cui aggrapparsi. Però quel “fantasma”, di cui quasi 170 anni fa scriveva un intellettuale ebreo con la barba, fa ancora paura. E fa sbavare non di gioia ma di rabbia Trump, Sallusti, Feltri. E suggerisce compunte fesserie ai politici e agli intellettuali che hanno venduto l’anima agli “spiriti animali del capitalismo” finanziario. E tutto questo, lo confesso, diverte un mondo un vecchio gufo sognatore come me. Fidel è vivo. Trump, che si lava le manine cento volte al giorno, che fa controllare le amanti occasionali prima di toccarle, e non vuole gay nello staff per paura che gli contagino l’aids, è una tigre su carta ingiallita!

    RispondiElimina
  5. hola! la situazione è ormai cambiata in tutta l'isola, la frequento dal 2004 e non ho mai vissuto la verdadera caza al yuma, quella che per alcuni fu la vera Cuba. Ad oggi bisogna sapersi muovere movil essenziale e meglio il pomeriggio/mattina e se ci si accorda per la serata meglio passarla in casa con tutti i confort con discrezione evitando la farandula con la tipa en tacones accompagnata dal chulo che strombazza con el carro dopo 10 min. Personalmente come scrivo sempre trattare bene le tipe non solo a livello tariffa (evitando battaglie per 5 fulas) fa solo bene alla prestazione, poi utilizzare chicas de confianzas. Mi comporto così da anni ed anche questa volta ho centrato gli obiettivi. Forse passare momenti ludici in quel di Cuba per 17gg con solo 4 tipe può sembrare poco a chi è superficiale e non conta la qualità ( non solo intesa come estetica ) con tutte quelle disponibili ma se ci pensiamo farsi 10.000 km solo per ratos con fretta senza igiene e rischio furto non è molto saggio, almeno per quelli che vanno quasi solo per quello come nel mio caso. Insomma o ti sai muovere o cambia lido andando in posti meglio organizzati. chao Enrico

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come sempre ognuno vive la sua Cuba...
      Dopo 3 settimane di yucca, boniato e platani vari avevo voglia di papa.
      Introvabile.
      Ho cosi' optato per un sacchetto di quelle da friggere miracolosamente apparso al Criolito per 7 cuc.
      Altri 5 per un pezzo di queso azul....cazzo ogni tanto ci vuole...

      Elimina
    2. 7 euro un sacchetto di patatine da friggere,incredibile veramente Cuba.paolino.

      Elimina
    3. ecco il motivo principale per cui uno yuma che vuole ed è abituato ad un minimo di vita decente npn può durare a lungo nella Cuba attuale: la scarsità di beni prima necessità, sembra una chorrada ma non è facile stare senza. Enrico

      Elimina
  6. ah confermo i prezzi barbaridad de los carretilleros anche in zona capitale (quando si trovano i prodotti vista la tremenda escasez)
    consentimi una battuta sulla morte del caballo: Cuba estarà bajo ley seca hasta el dia 4 , oltre al lutto anche la beffa come dureranno sin alcohol? ja ja ja

    Enrico

    RispondiElimina
  7. Le nuove generazioni porteranno un "nuovo" modo di concepire alcune cose a Cuba...per chi come il nostro amico Enrico va a Cuba solo per divertirsi penso sia sempre più dura sotto quell'aspetto...sono finiti, o stanno per finire, i tempi in cui las chicas ti saltavano addosso prima che tu realizzassi cosa stava accadendo, all' Havana ad esempio si fa sempre meno fiesta pa la calle, e la " Cuba bene" si ritrova in case di amici a gozar, dove non mancano le fanciulle chi ti chiedono "cient"...oggi è sempre più difficile rimorchiare chicas pa la calle (non parlo di jineteras), e se si è inseriti in giri di cubani studenti, universitari, ecc, dove le ragazze sono tutte vestite alla moda, con lo tacones, abito da sera, ecc, ci si diverte ancora...i tempi stanno cambiando ragazzi...Che schifo i cubano americani che festeggiavano la morte di Fidel come se gli Usa avessero vinto i mondiali....anche io sono distante anni luce dal pensiero di Fidel, ma a tutto c'è un limite, e con Trump purtroppo è già iniziata male la cosa, ha detto che se Cuba non cambia sul discorso dei diritti umani e della libertà di espressione, blocca tutto il disgelo messo in atto da Obama.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho incontrato un'amico che dopo una settimana a La Habana e' fuggito a oriente.
      Por la calle policia ad ogni angolo, quasi impossibile fermare qualcuna.
      In disco per meno di 3 cifre neanche si apriva il discorso.
      Mah....

      Elimina
    2. Se non avessi la novia all'Havana neanche io passerei le vacanze li...non solo per un discorso di chicas, ma perchè è troppo cara...oriente ancora tiene botta, e chi è in cerca di conoscere ragazze per relazioni fisse, a oriente/campo ha ancora la possibilità di vivere la Cuba quasi di una volta, soprattutto en el campo...Cuba è troppo sotto i riflettori del mondo adesso, la policia è ovunque, soprattutto per il fatto che la quasi totalità degli yuma va a Cuba per le donne, e sotto alcuni aspetti condivido.

      Elimina
    3. Si ma devi oramai proprio andara nella selva perche' anche al campo gente con l'anello al naso e' diventata rara.

      Elimina
    4. Valter,Tutti condividiamo che per un lutto non è accettabile festeggiare,ma stiamo parlando di una persona che ha fatto la storia degli ultimi 60/70 anni,e sappiamo tutti che ha diviso il mondo,chi lo ama e chi lo odia,non c è tanto da meravigliarsi di queste reazioni,erano scontate già da anni quando si davano notizie sulla sua salute.detto ciò io piango e rimpiango il nostro comandante,io sono tra quelli che lo ama.vedremo Cuba senza di lui come sarà.paolino.

      Elimina
    5. Paolino penso che Fidel è morto ma le sue idee continuino a vivere.

      Elimina
    6. Beh...a distanza di decenni milioni di persone indossano le magliette con la faccia del Che....
      Muore l'uomo ma non muoiono le sue idee

      Elimina
    7. Certo i grandi della storia sicuramente lasciano le loro idee ma penso che Cuba senza Fidel sarà un altra Cuba,sia per i turisti che per i cubani e per gli americani e per il regime stesso,vedremo se migliore o peggiore.paolino.

      Elimina
    8. Valter già da anni in capitale ( la isla es lahabnacentrica ) sono nate mode ( vedi las mikys per le ragazze ) e varie tribù. Poi la breccia sociale si è allargata con chi riceve rimesse dagli states, particulares . Il cambio è già in atto e ora alcuni cubani possono permettersi le ragazze migliori e non le lasciano ai turisti.
      La capital està cara con cojones però è la zona più "sviluppata" dell'isola.
      Personalmente non frequento farandula ne luoghi per turisti, ho i miei contatti pago direttamente e mi diverto o almeno centro il mio obiettivo. Il budget per ora mi basta poi vedremo ma visto che basterebbe anche in paesi maturi come Colombia o RD. Quello che cambierà con il turismo massivo usa e magari benessere più generalizzato sarà la fine de la prostitucion con cariño, los te quiero papi che fa sentire machos molti itaglians non ne avranno più necessità, con me non ha mai attecchito non vdeo il senso di avere una novia h24, andare in piscina, risto, uscire con el familion. Il pago indiretto non fa per me.
      La migrazione verso oriente cominciò già più di 10 anni fa tra pocp si dovrà pensare ad Haiti perchè anche la palestina è troppo avanti. Sarebbe interessante invece vedere la prostituzione legalizzata come prima de los barbudos con barrios rojos y puticlubs stile Thailandia o Germania. Vamos a ver que pasa
      chao Enrico

      Elimina
  8. Ma perché allora la maggioranza vanno ancora alla ricerca di stranieri e uscire da Cuba?e chissà quanto cambierà dal dopo raul in poi.....prevedo una Repubblica Dominicana o qualcosa di simile.paolino.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La maggioranza oramai sta' ben lontana dagli stranieri, ci sono altre opzioni piu' semplici e gradevoli

      Elimina
    2. A cosa ti riferisci Milco...esempio?

      Elimina
    3. Ma se i cubani stanno così bene da avere alzato le loro pretese perché sognano sempre di più uscire da Cuba e cercare gli stranieri di turno?sono in aumento quelli che escono dalle statistiche,cos e cambiato.paolino.

      Elimina
    4. IL NAPOLETANO NON NECESSARIAMENTE EMIGRA, A VOLTE HA SOLO VOGLIA DI VIAGGIARE....DICEVA TROISI...

      Elimina
  9. Ciao Aston, domanda da uno che è stato a cuba varie volte ma manca da qualche anno.
    Facciamo passare qualche mese dalla morte di Fidel , in modo che si calmino le acquee, pero' il problema chicas resta :
    Se io alloggio a Tunas in una casa particular regolare, e voglio portare una sola ragazza in una settimana in casa, sempre la stessa casa e la stessa ragazza, ci sono problemi ?
    ovvero Lei se ha paura e non si vuole fare registrare si riesce a bypassare il problema?
    Io non capisco perché se una non è una putt. professionista perchè ha paura di farsi registrare in una sola casa con un solo turista...mah
    Mi spieghi come funziona la cosa adesso da parte cubana...grazie
    Ciao Guanabo

    RispondiElimina
  10. relativamente a Tunas il discorso e' figlio del vecchio Jefe tornato in carica ora, era gia' problematico allora....figuriamoci oggi.
    Nella maggior parte delle case, oggi, se non vuole farsi registrare semplicemtne....non estra.
    Punto.
    Ovviamente se una fanciulla frequenta UNO straniero non ha nessun problema a farsi puntare.
    Se frequenta uno straniero per volta....ecoo li' nascono i problemi.
    Ho avuto pochissime morose, tolta una tutte si sono fatte puntare tranquillamente.
    Sono venuti ispettori, ci hanno fermato piu' volte dalla policia al dti a chi vuoi tu...mai avuto problemi...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nota a margine.
      Una sera esco con una bella fanciulla......de la Seguridad dello stato.
      Ovviamente lei non avrebbe potuto invece prima ristorante poi nuovo locale tunero.
      La serata e' finita in casa di un mio amico dove ha passato la notte con uno straniero in una casa illegale....al mattino alle 6 e' andata via perche' aveva un'ispezione o qualcosa di simile
      Come vedi alla fine....gratta gratta....le cose si fanno comunque.

      Elimina
  11. Ho trovato interessante queste riflessioni su Cuba e Fidel.P68

    http://www.bellunopress.it/2016/11/27/omaggio-a-fidel-di-lia-de-feo/



    RispondiElimina
  12. Torino (4-3-3): Padelli; De Silvestri, Ajeti, Bovo, Moretti; Acquah, Lukic, Obi; Martinez, Maxi Lopez, Boyè. A disp. Hart, Cucchietti, Zappacosta, Baselli, Belotti, Ljiajc, Rossettini, Falque, Gustafson, Valdifiori, Barreca, Aramu. All. Mihajlovic

    Pisa (4-4-2): Ujkani; Galubovic, Avogadri, Del Fabro, Fautario; Birindelli, Lazzari, Sanseverino; Montella, Cani, Gatto. A disp. Giacobbe, Cardelli, Longhi, Lisuzzo, Di Tacchio, Verna, Micchi, Peralta, Favale, D’Angina. All. Gattuso.

    RispondiElimina
  13. Che fatica e che skifo le illegal, me le ricordo a guanabo.
    Non ha senso pagare due case in una volta e finire in quella piu' scassata e peggiore.
    Ho capito aston siamo tornati indietro di 10 anni aaaahhh, ma vedrai che tra qualche mese allentano un poco la corda, cavolo prorio adesso che a marzo volevo tornare...
    Guanabo

    PS.: comunque per i pivellini e i novizi oggi andare a letto con una cubana a cuba è diventato difficile e complicato....veramente

    RispondiElimina
  14. No Guanabo
    Le case che dico io hanno aire ventilatore tv al plasma e frigobar con dentro di tutto.
    A volte meglio che case de renta....

    RispondiElimina