lunedì 28 novembre 2016

LA VACANZA



In questo primo post riguardante l'ultima vacanza a Cuba parlero', brevemente, del mio soggiorno e di come sono riuscito a disfrutarlo.
Nei prossimi giorni vi parlero' della situazione attuale di Cuba, perlomeno come l'ho trovata io, quindi restate in zona.
Per un viaggiatore la vacanza comincia dal volo, volare con compagnie serie vuol dire partire subito col piede giusto.
Venerdi pubblichero' l'avventura che mi ha spedito un caro amico a seguito di un suo volo con Blu Panorama.
Partenza da Torino scalo di un ora e mezza a Parigi e poi volo su La Habana, Air France.
Rientro KLM su Amsterdam, un ora di scalo (c'e' da correre vista la vastita' dello scalo olandese) e poi Torino.
Air France l'ho ritrovata peggiorata, mezzora di ritardo in partenza, poi recuperato in volo, cibo sul livello della Neos e personale imboscato per quasi tutto il volo.
KLM tutto un'altro paio di maniche, ottimo livello, sopratutto pochi italiani in mezzo alle palle.
All'andata, arrivato al terminal Viazul ho diviso un tur con un tunero che vive in Spagna; 55 cuc a cranio, invece dei 39 del Viazul e alle 4.30 del mattino ero a Tunas di fronte a casa.
Rientro col solito Viazul notturno.
Il cambio una porcheria.
1.06 quando sono arrivato, 1.02 alla partenza, con un bel 1.01 in aeroporto, diciamo che oramai siamo alla pari e non ci si pensa piu'.
Ho trovato, per fortuna, la mia parte del limpio estivo di Grande Torino, l'equivalente del costo del viaggio, quindi ho cambiato qualcosa in arrivo e poi basta, comunque un cambio nefasto.
La renta, dopo un'estate (baja temporada) di alti e bassi va abbastanza bene, per il periodo in cui sono stato giu' solo un giorno e' stata vuota, giusto il passaggio fra un chino che vive in belgica e un indiano che vive negli Usa.
Poi parleremo presto di questi nuovi turisti che, piano piano, ci stanno allegramente soppiantando.
Mi hanno dato la visa familiar per la settima volta consecutiva ma, col rientro di Avel a capo dell'inmigration sono cazzi per tutti.
Decine di richieste di A2 respinte, residenze permanenti date col contagocce, italiani che hanno fatto qualche casino accompagnati in aeroporto con 2 anni di clausura prima di poter rientrare nel paese, case de renta visitate dagli ispettori almeno 2/3 volte ogni mese.
Quasi nessuna casa, oggi, accetta turisti che non vogliono puntata la fanciulla...giusto per capirci...ma ne parleremo.
Probabilmente fra tutte le vacanze di questo ultimo ciclo dove vivo in una casa cubana normale, questa e' stata, forse, la piu' serena e divertente.
Sara' che mancavo da 7 mesi e avevo davvero bisogno di vacanza, sara' che quando sei sereno tutto ti riesce meglio, sara' che una vacanza ha senso se ti sai circondare delle persone giuste ma devo dire che ho finito il mese contento di tutto cio' che avevo fatto.
Vero che forse anche qualche giorno in meno lo avrei aguantato vista la vastita' delle cose che mi aspettavano in Italia, ma tutto sommato non ho finito, come temevo, col fiato corto.
Palestra fatta piu' seriamente rispetto al passato, di giorno quasi sempre piscina o mare, al pomeriggio un bel momento ludico di quelli che valgono la pena, spesso al tramonto una corsetta o una passeggiata con Tifon che e' diventato un T-Rex.
Di sera cena a casa, ogni tanto fuori oppure un salto a bere qualcosa nel nuovo locale tunero....ma anche di questo parleremo presto.
Qualche noche brava ma senza esagerare, in fondo vanno bene anche i pomeriggi....
Ora sotto con le cose italiane; Fly Gym da fare crescere ancora e dare una mano a Simone con M&S che a novembre e' letteralmente esplosa....e non eravamo del tutto pronti a circa un centinaio di richieste in un mese.....diciamolo....
Poi decidere cosa fare in estate, Grande Torino...ecc....
Tornato magari un po' stanco fisicamente ma libero di testa che e' quello che davvero conta.
Da domani parliamo della situazione di Cuba,
Un saluto a Fabione di Brescia con cui ho condiviso i primi giorni di vacanza e al nostro Enrico con cui mi sono sentito telefonicamente, lui a Guanabo io a Tunas...non abbiamo cuadrato di vederci ma prima o poi capitera'...

M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO UNA CASA

27 commenti:

  1. Il mio rientro ha coinciso con un bel fine settimana calcistico.
    Terza vittoria consecutiva del Toro e quelli la' che in mezzora prendono 3 pere....
    Si e' goduto come nutrie nella stagione dell'accoppiamento.
    Ora abbiamo la coppa Italia, guai a trascurarla poi si va a Genova coi ciclisti, il derdy e a napoli....non male come ciclo.
    Dopo 5 anni di sonno la fiamma Granata si e' riaccesa e Sinisa inizia anche a vincere quando giochiamo non bene, buon segno.
    Finalmente la domenica e' tornato ad essere un giorno importante.
    Un grazie a Tio Gigi per gli aggiornamenti calcistici a Cuba

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    1. I gobbi giocano male ma penso non avranno grandi problemi a vincere l ennesimo scudetto.paolino

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    2. Con la concorrenza che hanno vincono anche se giocano in 7....

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    3. condivido aston,i nuovi acquisti per adesso hanno deluso molto e loro puntano la coppa campioni.paolino.

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    4. Perdere in 2 anni tutto il centrocampo é tanta roba

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  2. QUESTO SEMPRINI DE LA STAMPA MI SEMBRA, FINALMENTE, UN GIORNALISTA SERIO...

    Ore 7 e 30 del mattino, Plaza de la Revolución. Sul lungomare silente pennellato dai colori dell’alba cubana, procede a passo lentissimo, una colonna di camioncini scortati da auto della polizia.
    Le vetture convergono ai piedi del Melia Cohiba, uno dei principali alberghi de L’Avana dalle cui grandi porte vetrate gruppi di turisti si affacciano incuriositi da quella strana processione. «Josè iniziamo da qui», comanda l’autista di uno dei furgoni che guidano la colonna. Inizia così, dalla piazza simbolo della rivoluzione dei barbudos guidati da Fidel Castro, i nove giorni di celebrazioni in onore del Líder Máximo scomparso venerdì scorso all’età di 90 anni. «Pochi, comunque pochi», ci dice Malcolm un signore sulla cinquantina che si occupa del coordinamento cerimoniale. «Non riusciamo a farcene una ragione - sussurra - non sembra vero, eppure siamo qui che prepariamo l’estremo saluto per il nostro Fidel».
    Malcolm, Josè e le altre decine di volontari chiamati a raccolta per montare transenne e baracchini, sono coloro ai cui è stata delegata l’organizzazione della «cerimonia delle firme», primo atto delle funzioni laiche che culmineranno con il trasporto delle ceneri di Fidel a Santiago de Cuba. È lì che il Líder Máximo sarà sepolto accanto ai compagni con cui organizzò l’assalto della Moncada. Le firme sono quelle dei cittadini che, in una lunga silenziosa processione per tutta la giornata di oggi, renderanno omaggio al loro condottiero con una dedica sui grandi registri della rivoluzione socialista. «È un onore per noi preparare il momento dell’eterno saluto», dice Josè, mentre gira il capo dall’altra parte per celare gli occhi rossi e visibilmente lucidi. Sono loro gli orfani di Fidel, aggrappati al comandante sino all’ultimo, disorientati dalla scomparsa di chi per oltre mezzo secolo li ha presi per mano indicandogli cosa fare e cosa no. Pedagogia e regime, che ha sviluppato in queste persone una forma di pesante dipendenza. Ed ora che la nuova alba cubana è stata derubata del suo iconico Líder non sanno cosa fare, hanno paura, temono il peggio. È vero, al potere c’è sempre un Castro, ma Raul era una sicurezza finché Fidel era alle sue spalle: «Lui da solo - si chiedono gli irriducibili di Plaza de la Revolución - sarà in grado di avere il polso necessario per tutelare la rivoluzione?».
    L’equazione è semplice, queste persone hanno vissuto per oltre mezzo secolo secondo il principio fideliano di «socialismo o muerte». Ed ora che Fidel è morto del socialismo che ne sarà? Quel socialismo che per loro costituisce la corazza a difesa delle insidie del mondo moderno e global-capitalista. C’è addirittura chi teme, nel tempo, una svendita dell’isola di fronte al fiume di dollari con cui l’America punta a conquistare Cuba: «Non lo permetteremo, non torneremo ai tempi di Fulgencio Batista, - insiste Malcom - la nostra anima, la nostra isola e la nostra rivoluzione non sono in vendita». E fin qui il messaggio è chiaro. Lo è meno quando chiediamo cosa farà Cuba all’indomani della sua nuova alba orfana di Fidel.
    «Cosa faremo? - dice Alina con vice stizzita - Continueremo a lavorare e a crescere i nostri figli, cosa altro dobbiamo fare?». Ma quando parliamo di nuove opportunità la donna ci fulmina con uno sguardo obliquo mentre la polizia ci invita ad allontanarci: «Lasciate lavorare queste persone». A risponderci è invece Elian, autista di «coche» che ci porta verso l’Hotel Nacional: «Sono rattristato certo, ma la vita va avanti, questa isola ha tante opportunità, abbiamo molti turisti e secondo me dobbiamo puntare su di loro». Parteciperà alla onorificenze funebri? «Si certo ma devo anche lavorare, qui da noi è alta stagione, vedete quanti turisti ci sono». Hotel Nacional è uno degli alberghi storici della capitale, tra i pochi dove c’è Internet quasi regolare e dove fanno il miglior mohito dell’isola.

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  3. Ma è soprattutto il posto dove Fidel ha festeggiato i suoi 90 anni, e la sua presenza è viva, tangibile, palpabile. Come la sua voce che esce dai grandi amplificatori posti nella sala d’ingresso accanto a uno schermo che proietta immagini di repertorio del Líder Máximo, dal giorno della rivoluzione agli ultimi istanti della sua vita. Al Nacional le celebrazioni per Fidel sono iniziate ieri con una cerimonia che ha visto tutto il personale dell’albergo schierato al completo mentre, tra inni patriottici e canti socialisti, il direttore ha reso omaggio a quello che è stato il suo cliente più importante. E dove accanto agli orfani del Líder Máximo c’erano giovani cubani mischiati tra i turisti intenti a fare selfie e concedersi qualche composto sorriso. È questa l’altra faccia della nuova alba cubana, persone che per anagrafe o legittima speranza nel futuro sono pronte a voltare pagina e vivere una nuova fase della loro vita e di quella del loro Paese.
    Ben inteso sempre nel ricordo di chi ha rappresentato per oltre mezzo secolo il riferimento assoluto, politico, sociale e umano. Ma oggi è un altro giorno, Fidel non c’è più, Raul non è Fidel e queste persone se ne vogliono fare una ragione. Se ne incontrano parecchie quando ci si addentra verso la città vecchia percorrendo il Malecón, dove le onde del mare si infrangono sulla strada come lacrime di sale, quasi a voler piangere il Líder scomparso. A Plaza de Armas l’atmosfera è molto diversa, mercatini improvvisati con immagini di Ernesto Guevara e vecchi libri spiegazzati del «Che» si alternano a donne dai lineamenti creoli e in costume tipico che vendono fiori o frutta. Giullari sui trampoli intrattengono i turisti di passaggio mentre giovani cubani tatuati e con ciuffi parlano fra loro, e non si negano a qualche domanda. «Andremo avanti, ogni cosa ha un tempo e c’è un tempo per ogni cosa, il nostro popolo ha bisogno di nuove opportunità, prima di tutto di Internet», spiega Alvaro, venti anni e un ricordo quasi sbiadito di Fidel.
    E del resto una connessione wi-fi è la prima cosa che chiedono i turisti contesi tra alberghi e ristoranti di O’Reilly. Il Conde de Villanueva è uno dei pochi alberghi che vende tessere prepagate e il suo cortile, dove galli e pavoni scorrazzano liberamente, è affollatissimo. Turisti, ma anche artisti e intellettuali. Alcuni dei quali non sembrano proprio in sintonia col regime. Alejandro, un signore sulla cinquantina dai lunghi capelli bianchi e con un Cohiba stretto tra i denti ci spiega che tocca a Cuba fare il suo gioco. «Con le potenzialità che abbiamo in quest’isola, - dice - siamo noi che possiamo dettare le regole degli affari agli Usa».
    Poco più in là, nella cattedrale Sant Cristobal è in corso la funzione domenicale, i banchi sono pieni e il momento del segno della pace è particolarmente intenso. La comunità cattolica vive il lutto con compostezza, ma anche con speranza di proseguire nel cammino della libertà. Una speranza di cui si fa portatore Papa Francesco, la cui immagine compare in un pamphlet esposto all’entrata della chiesa. È quello stampato in occasione della visita del «Misionero de la misericordia» a L’Avana, con la cerimonia tenuta proprio a Plaza de la Revolución «Josè Marti». La stessa dove oggi iniziano le celebrazioni per il Líder Máximo e dove, oltre un anno fa, il Santo Padre, dopo aver incontrato Fidel, abbracciò il suo popolo, quasi a profetizzarne la nuova alba cubana.

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  4. ¡hola! bien regrsado nella ns latrina. Sarebbe stato "epico" incontrarsi en la capital de todos los cubanos ma prima o poi capiterà. Personalmente ho fatto la solita vacanza soddisfatto ho centrato gli obiettivi. Cose notate scarsità di beni sempre più marcata e voglia sempre maggiore della gente di andarsene ( giovani). Riguardo la morte del caballo, storicamente nel bene e nel male rimarrà sempre nella storia e nei pensieri di ogni cubano sia pro che contro. Il suo carisma verrà molto sfruttato in futuro. Tutti hanno paura di perdere l'immenso privilegio de la ler de ajsute, las balsas partono copiose. Sul fatto dei nuovi turisti ho notato e mi hanno detto che sono aumentati vertiginosamente los mochileros che fanno il giro dell'isola su ogni mezzo a testimonianza che la Cuba mania non è finita. Brutta notizia sulle casas in quel di las tunas questo rimarca il fatto che per una vacanza di scopaggio la zona de la capitla rimane l'unica percorribile, tanto quasi tutte las guajiras sono lì ja ja ja Restiamo in attesa di nuove chao Enrico

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    1. Mah...a me sembra che, almeno a Tunas, arrivi sempre piu' gente allo sbando che turisti veri e propri....

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  5. Ciao Milco bentornato. Giuseppe

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    1. Ciao Giuseppe....sono gia' in piena trincea....oramai la vacanza e' un ricordo.

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  6. Ciao vecio bentornato! Sono felice che con Klm hai viaggiato bene, e devo dire che Airfrance quasi sempre parte con ritardo che poi recupera in volo...il 12 parto anche io per le agognate vacanze di natale e capodanno, volerò con Klm (comunque anche la Iberia di oggi è ai livelli di Klm)...prenotato hotel all inclusive a Varadero dal 13 al 20 dicembre, per stare una semana con la novia, l'ho fatto per lei che non ci è mai stata, a me la vita cubana in mezzo agli yuma non è mai piaciuta...poi dal 20 dicembre al 15 gennaio sarà di base all'Havana (Vedado), se qualcuno del blog è in zona mi faccia un fischio, per un trago in compagnia.
    PS: hai gradito le salviettine calde per limpiare le mani che ti serve a bordo Blu Panorama, ehm, pardon Klm? :-)

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    1. Al ritorno ero un po' cortino di orari, avevo solo un ora di scalo prima di prendere il volo per Torino.
      L'aeroporto di Amsterdam e' immenso e ho dovuto letteralmente correre per riuscire a prenderlo.

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    2. Comunque Milco ti aspettano anche se hai un ora di tempo...loro lo sanno che voli in coincidenza e che il tuo biglietto lo hai pagato dall'Italia, consiglio di avvisare sempre le hostess che telefonino al gate dicendo di aspettare i viaggiatori...

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    3. Immagino.....su queste cose sono precisino...

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  7. non è arrivato il mio commento? Enrico

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    1. A volte finiscono in spam e li devo ripescare, se dopo mezzora che me lo mandi vedi che non e' pubblicato mandami un mess come quello di oggi.

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  8. Un cinese che abita in Belgio ed un indiano che vive in usa sembrano usciti da una barzelletta. Anche loro a tunas per ovvi motivi che uno può immaginare o ragioni diverse? Mat.

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    1. In effetti sembra una barzelletta.
      Il chino (feo...ma feo....)e' stato il primo cliente arrivato tramite Airbnb.
      Aveva una novia ultraquarantenne, tipo tranquillo.
      L'indiano beveva come un portuale ma non ha mai dato grossi problemi, anche lui con una specie di novia.
      Come dicevo oggi cambiare...e' moooolto problematico.

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  9. La lettera d’addio di Pepe Mujica a Castro.
    appena appresa la notizia, è stato devastante. Non mi riesce di immaginarti, steso sul piccolo letto di legno che si è trasformato nel tuo ultimo rifugio. E sto qui, seduto all’ingresso della fattoria, pensando a cosa dirò al mondo e a come nascondere queste lacrime, anche se alcuni pubblicitari direbbero che sarebbe meglio si vedessero, che è così che si costruiscono le leggende.

    Ma le leggende non si possono costruire, tu sei stato una leggenda, forgiata con lo stesso colpo della mitraglia e la bandiera sventolante nell’accampamento, là nella sierra. Non importa che fosse selva o pampa, è lo stesso, la battaglia duole nelle viscere di quella che chiamiamo la nostra terra. Che percorriamo ma che percorre noi stessi.

    E penso di aver avuto fortuna, perché ho raggiunto la sedia da vecchio e la faccia da “bonaccione” non mi ha mai lasciato, nonostante la prigionia e la tortura; le critiche verso di me sono state minori, non ho dovuto affrontare il rigore del controllo pubblico al quale tu hai fatto fronte con statura di gigante. Hai dato esempio al mondo. Io non sono stato costretto a combattere tra patrioti e traditori, nessuno mi ha mai bollato come un tiranno. Ma questa fortuna può anche essere intesa in modo differente.

    Il mondo che ho affrontato io è quello delle carte di credito e delle vite consumate in una lotta per la quale non c’è guerriglia possibile. Tutti mi ascoltano con attenzione, sorridono, applaudono e continuano a condurre le loro vite vuote con cose che li consumano, nel tempo, ma inevitabilmente. Lasci Cuba che continuerà lì, senza analfabetismo, con il miglior sistema di sanitario pubblico, con la migliore educazione del Continente e io ancora qui, nella battaglia, non per la vita, ma contro l’oblio, assorto in una lotta che non ha alcun senso perché il Sud diventa sempre più Sud ogni giorno, i mostri insistono nell’avanzata e adesso ci attaccano da tutte le parti.

    La breve illusione del continente bolivariano torna a svanire, con la scomparsa di Hugo (Chavez, ndr), l’ignominiosa uscita di Dilma (Rousseff, ndr) e Cristina (Kirchner, ndr), il mio confino in uno scranno del Parlamento e lo stato di orfani in cui ci lasci. Presto l’assurdità di un mondo che non impara dalla sua Storia ci divorerà nuovamente.

    Le ombre ci perseguitano e per oggi, caro amico, te ne sei andato e non terremo un’altra di quelle interminabili conversazioni in cui si respiravano amore e vittoria, dalle quali uscivo ringiovanito, sentendo che avrei potuto affrontare il più temibile dei gárgolas (grondaia con sembianze di mostro, ndr) o attraversare l’abisso con una sola spinta. La tristezza è inevitabile.

    Ma che diresti tu? «Dai loco, non devi essere triste e cosa c’è di più? È solo carne e pelle, non fare il morto tu, la lotta prosegue e va avanti in ogni caso», e io dico alla mia mente provata: «Lui non parlava così, non era irriverente», meglio pensare che avresti detto qualcosa di più brillante, non le storie di questo vecchio pazzo che strappa applausi della folla, ma non è riuscito a muovere il suo popolo come te. Da Oriente* appare una battaglia finale? Difficile, non impossibile… nel frattempo, a te, stella dei Caraibi, una strizzatina d’occhio e un “¡Hasta la victoria… siempre!”. El Pepe............Alessio

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  10. http://www.corriere.it/video-articoli/2016/11/27/gianni-mina-io-fidel-quell-intervista-16-ore-vi-spiego-perche-non-stato-dittatore/caf59546-b4ad-11e6-87d0-f5151dd4f2bc.shtml

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  11. Avete sentito oggi trump ha detto che fa saltare gli accordi di Obama con Cuba,com è la faccenda,torniamo indietro? Ma che soggetto......sembra un altro bush questo fenomeno,speriamo non faccia scoppiare del casino a Cuba,non mi fido,ci mancava solo lui .paolino.

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    1. E' un hombre de negocio....vedremo.

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    2. Paolino sai che io e te ci siamo conosciuti poi ci siamo persi di vista?,
      felice che ti sei divertito Milco,attendo con impazienza i prossimi articoli sulla situazione a Cuba,ciao ..ti sei perso grandi prestazioni del Toro,una curiosita...in qualche mesa redonda o articolo sul granma hai mai visto algo che parlava dell imminente referendum italiano?
      Andrea M.

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    3. No non ho visto notizie su questo referendum.
      Domani parlo della situazione che ho trovato.

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  12. È un piacere ritrovarsi tra amici in questo bel blog Andrea.paolino.

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