giovedì 1 dicembre 2016

DOPO FIDEL

Caravana. Foto: Fernando Medina/ Cubahora

Come sempre accade quando c'e' di mezzo Cuba, i nostri quotidiani e le testate giornalistiche si sono sentiti in dovere di pontificare su cose di cui non conoscono neanche l'esistenza.
La morte del Comandante en Jefe e' stata salutata come se, dal giorno 26 novembre, Cuba si ritrovasse senza una guida politica adeguata.
Molinari, il direttore di La Stampa, quindi non l'ultima pippa in circolazione, afferma che non tutti i cubani hanno potuto vedere Raul dare l'annuncio della morte del Comandante en Jefe perche' a Cuba la televisione e' un bene di lusso che pochi possiedono.
Vivo a Tunas, forse la provincia piu' povera dell'impero e non conosco una sola persona che in casa non abbia un televisore quando non due.
Poi e' possibile che qualcuno in qualche campo ai piedi dell'ultimo monte non la possieda ma sono casi rari, fosse anche un vecchio Panda, ma una tv in casa ce l'hanno tutti.
Il direttore di una delle piu' prestigiose testate italiane che confonde Cuba con l'Italia di Lascia e Raddoppia, racconta in pieno la conoscenza dell'isola che i nostri periodisti si ritrovano.
Tutti hanno messo in dubbio il futuro dell'isola perche' un'uomo di 90 anni, lontano dal potere da oltre un decennio, ha terminato il suo percorso terreno.
Non saro' certo io a mettere in dubbio il valore simbolico di uno dei personaggi storici piu' importanti di sempre, ma e' chiaro che, da almeno 2 lustri, al comando c'e' altra gente.
Questo per la pace della gusaneria 90 km a nord.
La prima cosa che fece Raul, appena ricevuto il potere, fu quella di fare piazza pulita di tutti gli uomini forti del fratello.
Fra le altre cose, la vulgata afferma che Fidel non era molto dell'idea di mollare il malloppo, (il potere) e che fu Raul ad esigerlo viste le gravissime condizione fisiche in cui versava el Comandante en Jefe.
In effetti, tempo fa postai la foto di Fidel che, dal letto di ospedale, firmava il decreto in cui passava i poteri a Raul...non aveva un aria proprio contenta.
Quindi da 9 anni ai vertici del potere cubano ci sono i militari, magari senza la divisa addosso, ma pur sempre militari.
Militari sono i manager delle grandi imprese di stato, militari sono i capi delle aziende che distribuiscono prodotti alle aziende.
Nelle prossime settimane vi parlero' di Bastion 2016, di come ogni barrio sia silenziosamente ma efficacemente una sorta di avamposto militare pronto in poche ore a trasformarsi in una sorta di trincea......diro' quello che posso dire....
La successione di Fidel e' avvenuta in tutti questi anni dove Raul, uomo pratico di campo, dietro la spinta della crisi economica, ha messo in piedi riforme economiche che il fratello, uomo legato piu' alle idee che ai numeri, non si sarebbe mai sognato di fare.
Possibilita' di possedere beni immobili, nessuna limitazione alle uscite dal paese, ingresso nel mondo di internet, avvicinamento con la Santa Sede e con l'ingombrante vicino del nord, capacita' di anticipare cio' che e' avvenuto in Venezuela (Chavez era amico di Fidel...meno di Raul) apertura forte a Cina e Vietnam, riavvicinamento alla Russia di Putin ecc....
Fidel e' rimasto un'icona che, come ha saggiamente scritto un giornalista, nessuno pensava potesse anche morire, la gente leggeva le sue riflessioni ma oramai....era il passato.
Forse addirittura siamo gia' oltre Raul, tutto cio' che sta' accadendo e' stato ampiamente programmato e pianificato, non ci saranno vuoti di potere semplicemente perche' il potere e' gia' ben oltre il Caballo.
Cuba, tutto il popolo di Cuba salutera' per l'ultima volta il suo Comandante, lo piangera', non lo dimentichera' mai ma il futuro e' gia oggi, come racconto nelle storie di rientro dalla mia ultima vacanza.
Non ci saranno sbarchi di yacth provenienti da Miami carichi di gusanos, con Trump, la cui elezione potrebbe non essere dispiaciuta al governo cubano, c'e' di nuovo il grande nemico del nord da usare come pretesto.
Cuba e' parte del mondo e il mondo e' parte di Cuba.
Che piaccia o meno.

M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO UNA CASA
CASA NANA 

 

29 commenti:

  1. Fidel è Cuba e Cuba è Fidel. Il legame indissolubile fra il popolo cubano e il suo Lider è più forte che mai: anche se il Comandante en Jefe è morto, i cubani non lo dimenticano, invadono la Plaza de la Revolucion di fronte agli occhi dei leader mondiali e di Raul Castro e cantano: «Yo soy Fidel». Si consuma così l’addio dell’Avana al Lider Maximo, le cui ceneri hanno lasciato oggi la capitale dirette a Santiago de Cuba ripercorrendo al contrario il cammino della «carovana de le libertad» nel 1959 per liberare Cuba.
    Migliaia di persone in piazza per ore hanno ascoltato gli interventi di capi di stato, di governo e dei rappresentanti delle delegazioni inviate dai vari Paesi. In un’atmosfera magica e triste, una folla rumorosa è scattata sull’attenti all’inno nazionale. Bandiere di Cuba, immagini di Che Guevara, foto di Fidel, commozione e lacrime, ma soprattutto l’orgoglio per il proprio Lider e l’orgoglio di essere cubani. È a loro che si è rivolto Raul: dopo aver ringraziato il mondo per «la solidarietà e il rispetto» dimostrato, ha parlato ai cubani. «Le parole di Fidel risuonano in questa piazza», ha arringato. Plaza de la Revolucion è il nome scelto dal Comandante en Jefe per la piazza, che originariamente Fulgencio Batista aveva chiamato Plaza Civica. È da qui che Fidel si è tante volte rivolto al proprio popolo ed è qui che nel 1967 ha reso omaggio al Che.
    Raul ha ripercorso le tappe della vita del fratello, dalla Riforma Agraria del 1959 «che è stato come attraversare il Rubicone» alla dichiarazione dell’Avana del 1960. Momenti che hanno scandito la Rivoluzione cubana. «Caro Fidel, vicino al Monumento di José Martì, dove ci siamo riuniti nei momenti di straordinario dolore per onorare i nostri martiri, per proclamare le nostre idee, rivendicare i nostri simboli e consultare il popolo, qui dove commemoriamo le nostre vittorie ti diciamo, insieme al nostro eroico e combattivo popolo: Hasta la victoria siempre». Boato, lacrime. L’intervento di Raul è stato preceduto da quello di leader di tutto il mondo. Il presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, ha ricordato l’amicizia di Fidel e Nelson Mandela. E di come i cubani «hanno aiutato l’Africa senza volere né diamanti né petrolio».
    Gli interventi più applauditi sono stati quelli dei capi di stato sudamericani. «Il popolo cubano saprà portare avanti i principi rivoluzionari. Con l’esempio di Fidel il popolo non consentirà mai che Cuba diventi una colonia di alcun impero», ha scandito il presidente dell’Ecuador Rafael Correa. Ha parlato il presidente del Messico, Enrique Pena Nieto. Ha parlato il primo ministro greco Alexis Tsipras. Ma sono state le parole del presidente venezuelano, Nicolas Maduro, ad infiammare il pubblico. Maduro si è rivolto direttamente ai cubani, li ha incitati, li ha stimolati. E la loro risposta è stata chiara: «Cuba es Fidel». Per il Comandante en Jefe inizia ora l’ultimo viaggio nella sua isola, quello che lo porterà al cimitero di Santa Ifigenia, dove sarà sepolto. Prima però i cubani avranno un’altra occasione di salutarlo, l’ultima. A Santiago de Cuba, in Plaza Antonio Maceo, si tiene infatti il 3 dicembre l’ultima manifestazione di massa per Fidel. Poi, come dicono i cubani, inizierà la sua transizione verso l’immortalità.

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  2. Palabras del General de Ejército Raúl Castro Ruz, Primer Secretario del Comité Central del Partido Comunista de Cuba y Presidente de los Consejos de Estado y de Ministros en el acto de masas en homenaje póstumo al Comandante en Jefe de la Revolución Cubana Fidel Casto Ruz, en la Plaza de la Revolución , el 29 de noviembre de 2016, “Año 58 de la Revolución”.

    Estimados Jefes de Estado y de Gobierno;

    Señores Jefes de Delegaciones;

    Destacadas personalidades;

    Amigos todos;

    Querido pueblo de Cuba (Aplausos):

    Aunque me corresponderá pronunciar el discurso final el próximo 3 de diciembre, cuando nos reunamos en la Plaza de la Revolución Antonio Maceo, en Santiago de Cuba, deseo manifestar ahora, en nombre de nuestro pueblo, Partido y Gobierno, así como de la familia, sincera gratitud por su presencia en este acto (Aplausos), por las emocionantes palabras que aquí se han expresado y también por las extraordinarias e innumerables muestras de solidaridad, afecto y respeto recibidas de todo el planeta en esta hora de dolor y de compromiso.
    Fidel consagró toda su vida a la solidaridad y encabezó una Revolución socialista “de los humildes, por los humildes y para los humildes” que se convirtió en un símbolo de la lucha anticolonialista, antiapartheid y antimperialista, por la emancipación y la dignidad de los pueblos.
    Sus vibrantes palabras resuenan hoy en esta Plaza, como en la Concentración Campesina del 26 de julio de 1959 en apoyo a la Reforma Agraria, que fue como cruzar el Rubicón y desató la condena a muerte de la Revolución. Aquí Fidel ratificó que “la Reforma Agraria va”. Y la hicimos. Hoy, 57 años después, estamos honrando a quien la concibió y encabezó.
    En este lugar, votamos junto a él la Primera y la Segunda Declaración de La Habana de 1960 y 1962, respectivamente (Aplausos). Frente a las agresiones apoyadas por la Organización de Estados Americanos (OEA) Fidel proclamó que “detrás de la Patria, detrás de la bandera libre, detrás de la Revolución redentora… hay un pueblo digno” dispuesto a defender su independencia y “el común destino de América Latina liberada”.
    Estaba junto a Fidel en el edificio que ocupa hoy el MINFAR, o sea, Ministerio de las Fuerzas Armadas Revolucionarias, cuando escuchamos la explosión del barco francés La Coubre, que traía las primeras y únicas armas que pudimos comprar en Europa, y partimos al muelle, porque ya sabíamos que solo esa explosión podía originarse en el barco que estaba descargando esas armas, para socorrer a las víctimas, cuando minutos después de nuestra llegada se produjo, como trampa mortal, una segunda explosión. Entre ambas causaron 101 muertos y numerosos heridos.

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  3. Aquí, con él, se hizo la Declaración de Cuba como Territorio Libre de Analfabetismo en diciembre de 1961 (Aplausos), al terminar la Campaña de Alfabetización protagonizada por más de 250 000 maestros y estudiantes que no se detuvo, mientras ese mismo año los veteranos del Ejército Rebelde y las nacientes Milicias Nacionales Revolucionarias combatían a los mercenarios en Playa Girón y en las zonas montañosas contra las bandas armadas infiltradas desde el exterior que, entre otras muchas y múltiples fechorías, asesinaron a 10 jóvenes alfabetizadores. Se venció en Girón y se cumplió al mismo tiempo con la alfabetización de todo el país (Aplausos), para consagrar, como dijo entonces Fidel, que “los jóvenes tienen el porvenir en sus manos” (Aplausos).
    Con profunda emoción aquí mismo escuchamos al Comandante en Jefe en esta Plaza, en la Velada Solemne de octubre de 1967, para rendir tributo al inolvidable Comandante Che Guevara y regresamos a ella, 30 años después, durante la etapa más dura del Período Especial, para comprometernos ante sus restos a que seguiríamos su ejemplo inmortal.
    Estremecidos e indignados, asistimos a la Despedida de Duelo de las 73 personas asesinadas por el terrorismo de Estado en la voladura del avión de Cubana de Aviación en Barbados, entre ellas los jóvenes ganadores de todas las medallas de oro en el cuarto Campeonato Centroamericano y del Caribe de Esgrima. En esa ocasión repetimos con él que “cuando un pueblo enérgico y viril llora”, (Exclamaciones de: “¡La injusticia tiembla!”), exactamente, “¡la injusticia tiembla!” (Aplausos.)
    Es esta la Plaza de importantes marchas del Primero de Mayo de la capital; en 1996 contra el bloqueo y la Ley Helms-Burton, que aún se mantienen; del enorme Desfile de 1999 y de la Tribuna Abierta de la Juventud, los Estudiantes y los Trabajadores del 2000, donde Fidel expuso su concepto de Revolución, que en estos días millones de cubanos hacen suyo con su firma, en un acto de voluntad sagrado (Aplausos).
    Es este el lugar a donde hemos acudido para respaldar los acuerdos de nuestros Congresos del Partido Comunista de Cuba.
    En ese mismo espíritu ha venido en estos días el pueblo, con una gran participación de los jóvenes, a rendir emocionado tributo y a jurar lealtad a las ideas y a la obra del Comandante en Jefe de la Revolución Cubana (Aplausos).
    Querido Fidel:
    Junto al Monumento a José Martí, héroe nacional y autor intelectual del asalto al Cuartel Moncada, donde nos hemos reunido durante más de medio siglo, en momentos de extraordinario dolor, o para honrar a nuestros mártires, proclamar nuestros ideales, reverenciar nuestros símbolos y consultar al pueblo trascendentales decisiones; precisamente aquí, donde conmemoramos nuestras victorias, te decimos junto a nuestro abnegado, combativo y heroico pueblo: ¡Hasta la victoria siempre!

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  4. sono daccordo milco il dopo fidel è già disegnato i poteri forti hanno avuto il loro tempo per me cuba cuba rimane misma agli americani non ne frega niente di cuba te pensa con tutti i casini che hanno ciccio simone il romagnolo qualcosa cambierà con calma molta calma chi conosce cuba lo sa

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    1. Aveva gia' Fidel iniziato a cambiare, Raul ha portato avanti le riforme.
      Alla gente non frega un cazzo di Apacu o come si chiamano quei 4 fancazzisti che non hanno mai lavorato un giorno in vita loro.
      La gente vuole che il paese funzioni e che l'economia salga.
      Hanno piu' paura che speranza in un eventuale, improbabile cambio.

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  5. Piaccia o no Cuba ha intrapreso la sua strada e , dobbiamo riconoscerlo , mai nessuno l'avrebbe immaginata così semplice... si paventavano invasioni , rivoluzioni e quant'altro.
    Alla fine onore alle ceneri trainate da una jeep militare ma , parafrasando Obama : ...domani il sole sorge di nuovo..

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  6. Il popolo di Cuba salutera' come merita il suo Comandante en Jefe,come ha fatto tutto il mondo tolti 4 straccioni a Miami, non lo dimetichera' mai, ma proseguira' per la sua strada.

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  7. Hasta la victoria siempre Fidel. Giuseppe

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  8. Senza i vecchi al potere che hanno fatto la rivoluzione,Cuba cambierà e la revolucion sarà un ricordo della storia,vedremo se sarà meglio o peggio dal 2018 cambia la faccenda,w el comandante fidel!!!paolino.

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  9. Contesti diversi ma Cina e Vietnam hanno mantenuto la linea politica anche senza Mao e Zio Ho.
    Basta non arrivi un idiota come Gorbaciov

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    1. Vero Milco...ma c'è una "piccola" differenza...l'economia cinese e vietnamita va avanti perchè quel popolo lavora 24/24 (purtroppo anche sfruttando bambini), mentre i cubani sono l'esatto opposto della parola lavoro, non è nel loro vocabolario quella parola.

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    2. Non generalizzare.....il mio Boss lavora 12 ore al giorno e la socia cubana di Fly Gym si fa un mazzo cosi'....

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  10. hola! Stendiamo un velo pietoso sull'immensa ignoranza della stanpa itagliana su ogni tema. Parole sensate sono totalmente d'accordo. El caballo era solo un icona dal 2006 (o forse anche prima non possiamo saperlo) tutto è già stato disegnato da tempo e nulla sarà lasciato al caso, i nomi usciranno e gli ulteriori cambi avverranno nei tempi prestabiliti. Al popolo ( come tutti nel mondo del capitalismo) non interessa la politica vogliono solo che l'economia migliori. La vittoria dei repubblcani farà comodo al regime per rispolverare vecchie alleanze e per muovere lo spauracchio mai sopito dell'invasione yanqui ( anche io ho seguto l'operazione bastion 2016 - casualmente programmata dopo le elezioni ee.uu. - nella zona che frequento ci sono ancora le strutture di basi militari aeronautica e le carcasse delle potenti antenne usate dalla inteligencia...... ). Sin prisa per sin pausa Cuba cambierà sta al regime trovare l'equilibrio giusto, direi che non c'è spazio per contro rivoluzioni, invasioni hollywoodiane. chao Enrico

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  11. Occhio che Raul ha detto che nel 2018 lascerà la presidenza ma non la guida del Partido.....e ho detto tutto....

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    1. Ma ormai a quell età è solo questione di poco tempo e non ci sarà più nessuno dei veri rivoluzionari e da quel momento per forza tutto cambierà,impossibile sia la stessa cosa senza la vecchia guardia,condivido il popolo vuole che economia migliori ma visti i paesi della sua area geografica dubito che ci siano così tante differenze,cioè i cubani pensano che Cuba diventi come gli Stati Uniti,cosa vuol dire per loro migliorare economia,perché bisogna cercare di capirlo,Cuba rimane Cuba non è che diventa europa o Stati Uniti,vedremo un po'.paolino.

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    2. Paolino i rivoluzionari prox alla "pensione" stanno già addestrando loro uomini di fiducia a mantenere il potere (figli, nipoti, ecc), non pensare mollino l'osso così facilmente.

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    3. Ok Valter ma quando muoiono i vecchi come spesso succede che tengono in piedi la baracca poi per chi resta cambia la faccenda,comunque manca poco
      e il tempo ce lo dirà insomma,di fidel ce n'è uno solo che ha tenuto potere per 60 anni.paolino.

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  12. Le nostre sono solo congetture....se vogliamo pugnette, quello che conta sono i fatti.
    1991 io c'ero.
    Crolla il muro di Berlino, tutti danno Fidel come cotto e bollito,il regime finito, la gusaneria di Miami scalda i motori dei barconi di lusso per poter attraccare alla marina habanera.
    2006 io c'ero Fidel malato passa il potere a Raul
    Tutto il mondo prevede che il regime abbia i giorni contati,Raul non e' ritenuto adeguato, la gusaneria riscalda i motori oramai diventati vecchiotti.
    2016 Muore Fidel,io ci sono, che da 10 anni al lato pratico conta poco o nulla, la gusaneria, che nel frattempo per la crisi economica ha svenduto i barconi, festeggia in piazza mangiando perros caliente da 1 dollaro.
    A Cuba nessuno arretra di un passo.
    Questi sono i fatti, il resto sono solo le nostre chiacchiere.

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    1. Vero aston sei stato molto chiaro.paolino.

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  13. Milco quindi secondo te difficilmente pensi si potrà andare a libere elezioni tra qualche anno?
    Siete tutti testimoni che ho sempre scritto qui che se (malauguratamente) vinceva Trump, o meglio, perdeva la Clinton o comunque il partito democratico, il disgelo si sarebbe bloccato...e non a caso Trump lo ha affermato nelle sue primissime dichiarazioni dopo aver vinto.

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    1. Il disgelo non e' stato un atto politico ma economico, gli imprenditori Confederati vedevano tutto il mondo fare affari a 90 miglia dalle loro coste....
      Vedremo.
      Libere elezioni?
      Via il Bloqueo e gli Yankee da Guantanamo e poi ditemi dove devo firmare.

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  14. Raul castro, qualche anno fa, disse: non sono qui per affossare il socialismo. Dunque, nonostante l'intervista della sorella castro a La Stampa, in cui la signora pensa che raul porterà la democrazia, ovvero il multipartitismo, il partito unico resterà a cuba per molti decenni, oltre fidel e raul.
    Anche scrivere,poi, da parte di alcuni giornalisti che il posto di raul sarà preso dal figlio, dimostra che sanno veramente poco di quello che sta succedendo nell'isola.
    Il posto di presidente del consiglio di stato, fra poco piu' di un anno, sarà preso dal primo vicepresidente diaz canel e raul continuerà a fare il primo segretario del partito fino al 2021.

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    1. Siamo tutti d accordo sino che co sarà raul in vita stesso discorso per fidel il sistema regge,dopo vedremo se i nuovi personaggi al potere riusciranno a tenerlo il potere,è dura.paolino.

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    2. la storia di questi 100 anni dice una cosa semplice: dove il socialismo reale si è insediato, il partito resta al potere, se non decide di permettere elezioni multipartitiche.

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    3. Pero' il Socialismo cubano e ben diverso da quello dell'Europa dell'est che in realta' si era ridotto ad essere la revisione del Socialismo stesso.

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  15. Esatto
    Che poi multipartitismo sia sinonimo di democrazia é tutto da dimostrare.

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  16. Comunque impressionante la muraglia umana che accompagna El Comandante in questo ultimo viaggio.
    Nessuno al mondo avrebbe ricevuto un omaggio simile.

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    1. È vero aston,immagini da brividi che rimangono nella storia.paolino.

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  17. E appena passato per Las Tunas alle ore 3 dovrebbe arrivare holguin, ciao el chioggioto

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