In quest'ultimo soggiorno
tunero ho frequentato quasi tutti i locali di matrice italica che ci
sono a Tunas.
Le mie considerazioni,
fatte tutte prima direttamente ai proprietari, possono essere anche
indicative sul come potere e volere fare degli investimenti a Cuba.
Inizio con una chiusura.
Tempo fa, con non molto
entusiasmo, avevo parlato di una sorta di locale pizza al taglio,
situato in uno dei 2 boulevard tuneri.
Se ti metti a fare
concorrenza ai chioschetti di pizza cubani da 5/6 pesos, fai pagare
il prodotto il doppio ed e' pure meno buono, allora non duri molto.
Infatti ha chiuso anche,
pare, a seguito di rovesci famigliari.
MARIO
Mario
prosegue il suo percorso in funzione di guadagnare cio' che gli
serve.
Ci
sono stato alcune volte per una bruschetta a pranzo, un paio di sere
a cena.
Ha un
po' aumentato i prezzi e, dicono, ridotto le porzioni di pasta,
questo gli ha fatto perdere qualche cliente ma ne avra' acquisiti
altri, alla fine i suoi 1200/1500 cuc al mese li mette in saccoccia,
sta' ristrutturando casa e l'ho trovato abbastanza sereno.
Alla
fine ha fatto il migliore e meno impegnativo investimento possibile,
se vuoi farti 2 spaghi veloci resta il luogo migliore della citta'.
ROMANA
Ci sono stato un paio di
volte a cena, in cucina c'e' sempre la proprietaria, con alcuni
lustri alle spalle di vita a Roma.
Si mangia benissimo, una
sera mi ha presentato un abbacchio da urlo, un'altra lasagne
buonissime.
Il locale e' sempre
bellissimo, le porzioni abbondanti e i prezzi tutto sommato
accettabili.
Se vuoi farti una serata
con una tipa che merita, resta l'opzione migliore in citta'.
Un primo o un secondo, una
birretta, un flan e un caffe' siamo sugli 8 cuc maomeno.
LOCALE NUOVO
Alcuni
conoscenti mi informano che ha aperto questo piccolo locale vicino
alla palestra che frequento, mi presentano il proprietario, un
giovane romano.
Un
giorno all'ora di pranzo, stranamente, avevo fame e decido di provare
questa nuova opzione.
Locale
frequentato da cubani; pizza, spaghetti ecc...
Esce
dalla cucina ad accogliermi il proprietario, un tipo simpatico.
Mi
propone spaghetti al nero di seppia, o col pargo oppure ai frutti di
mare.
Cazzo
gli spaghetti ai frutti di mare sono una delle mie passioni e ordino
quelli, lui mi dice che, anche se non c'e' scritto sul menu', il
costo e' di 5 cuc.
Non
ci sono problemi ovviamente, 5 cuc per un piatto di pasta, a Tunas e'
un bel pagare, ma volete mettere i frutti di mare a Cuba?
Il
tempo di attesa e' breve, mi arriva un piatto di spaghi, porzione
abbondante, con una misteriosa salsa rossa e dei robini neri sparsi.
La
pasta e' cubana, la salsa piccante e quei robini neri insapore
sarebbero i frutti di mare.
Provo
due insipide forchettate poi chiedo il conto.
Il
tipo esce dalla cucina per sapere se andava tutto bene, gli dico che
la pasta e' cubana e che....non proprio....non andava tutto bene.
Si
scusa dicendomi che non si trovava la pasta italiana (si trova, basta
cercarla e pagarla) e che la prossima volta sarebbe andato tutto
meglio.
Ovviamente
non c'e' stata nessuna prossima volta, forse sono stato sfortunato,
il locale, a differenza degli altri che ho citato mi pare sia rivolto
ad una clientela cubana, da almuerzo o a italiani
diciamo....particolarmente attenti alla spesa.
Gli
altri locali citati invece sono palesemente rivolti ai turisti.
Auguro
al tipo le migliori fortune, turisti ne vedra' pochi ma chissa'...la
cosa potrebbe anche funzionare.
Al
Bella Vita, o come lo chiamiamo noi frequentatori “il locale di
Antonello” dedichero' un post la prossima settimana, intanto come
promesso al proprietario, ho inserito la pagina fb fra gli “sponsor”
del blog.
Se lo
merita col mazzo che si sta' facendo....
M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO UNA CASA
Un rene al posto della milza. Un’altra conquista della trapiantologia, che raggiunge un nuovo traguardo e restituisce a una bambina di 6 anni una vita sana e normale. È la prima volta al mondo.
RispondiEliminaIL CASO
Questa volta parliamo di una bimba che dalla nascita non ha potuto bere né urinare, in dialisi da subito all’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino per una rarissima anomalia dello sviluppo del rene, associata a una complessa malformazione dei vasi sanguigni addominali.
Era già stato tentato un trapianto di rene nell’agosto 2014, purtroppo fallito: il nuovo organo non aveva ripreso a funzionare. Un ulteriore trapianto risultava problematico: sia per la complessità del collegamento vascolare con la piccola ricevente, sia per la necessità di reperire un organo particolarmente compatibile. Non solo: dato che la dialisi richiede un accesso vascolare per consentire la purificazione del sangue tramite la macchina, le anomalie vascolari della piccola presentavano anche il rischio di non poter più avvalersi di vasi adeguati, mettendone a rischio la vita.
IL TEAM
A questo punto è entrata in campo una molteplicità di figure professionali. Fin dall’inizio il caso è stato seguito dall’équipe del trapianto renale pediatrico del dottor Bruno Gianoglio (direttore Nefrologia Regina Margherita), che ha coinvolto tutte gli specialisti del Dipartimento dei Trapianti. La complessità chirurgica è stata gestita dal chirurgo Renato Romagnoli (dell’équipe del professor Mauro Salizzoni), dai chirurghi vascolari diretti dal dottor Maurizio Merlo e dall’équipe degli urologi del professor Paolo Gontero, entrambi dedicati al trapianto renale dell’adulto dell’ospedale Molinette, in collaborazione con la dottoressa Licia Peruzzi, responsabile clinica del trapianto renale pediatrico, e con gli anestesisti del dottor Pier Paolo Donadio, professionisti dedicati, nell’ospedale Molinette, al trapianto di fegato e di rene su pazienti adulti e pediatrici.
LA STRATEGIA
La particolare malformazione della bambina rendeva impossibile l’impianto del rene donato con la classica tecnica convenzionale: l’unica possibilità per poter eseguire il trapianto nella cavità addominale era quindi quella di utilizzare un’altra via di collegamento al circolo sanguigno. La particolare condizione immunologica della paziente, che rendeva impossibile trovare un donatore compatibile, è stata gestita dall’Immunogenetica dei trapianti, diretta dal professor Antonio Amoroso, che ha identificato con tecniche avanzate quali potessero essere gli abbinamenti giusti per il trapianto.
L’INTERVENTO
Il 9 dicembre è stato segnalato dal Centro Nazionale Trapianti un potenziale donatore di un’altra regione, con le caratteristiche immunogenetiche e cliniche giuste. Nella notte tra il 9 e il 10 dicembre la svolta: la bimba è stata trapiantata. Per poter creare lo spazio necessario per il nuovo rene, è stata applicata una tecnica chirurgica innovativa: asportazione della milza e impianto del rene sui vasi della stessa milza lungo il loro decorso dietro al pancreas. L’uretere del rene trapiantato (sufficientemente lungo grazie alle dimensioni del donatore, superiori rispetto alla statura della piccola) è stato poi impiantato direttamente sulla vescica. In sala operatoria erano presenti i chirurghi Romagnoli, Tandoi, Merlo e Sedigh e gli anestesisti Andruetto e Crucitti e la dottoressa Licia Peruzzi, responsabile clinica del trapianto renale pediatrico.
La bambina ora sta molto bene, ha ripreso ad urinare immediatamente e finalmente a bere: dopo pochi giorni in terapia intensiva nel reparto trapianti di fegato delle Molinette verrà a breve trasferita nuovamente al Centro di trapianto renale del Regina Margherita.
Valeria Fedeli, la nuova ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca è finita sotto accusa perché avrebbe mentito sul suo titolo di studio. A rivelarlo, tra gli altri, è Dagospia, il sito di retroscena politici curato da Roberto D’Agostino, che ieri pomeriggio ha pubblicato una lettera anonima. Il corso di laurea in Scienze sociali, titolo rivendicato dall’ex sindacalista nel suo sito, è stato istituito solo pochi anni fa. «È partito in via sperimentatale a Trieste e Roma solo nel 1998 e poi dal 2000 nel resto d’Italia quando l’attuale ministra era già segretaria del sindacato dei tessili», si legge nella lettera.
RispondiEliminaIl diploma
La già vicepresidente del Senato Fedeli, 67 anni, ha conseguito un semplice “diploma” nella Scuola per Assistenti sociali Unsas di Milano. Correva l’anno 1971 e all’epoca non esistevano né le lauree triennali né, appunto, quelle di Scienze sociali. In pratica l’allora ventenne Fedeli frequentò un corso post-maturità. Dallo staff della Fedeli fanno sapere, però, che chi completava quel percorso di studi riceveva un “diploma di laurea”. «Si tratta di un disguido lessicale», dice il portavoce. Ecco spiegata la formula utilizzata sul sito della neo-ministra.
La correzione sul sito
Fatto sta che già mercoledì mattina la dicitura “laurea” è sparita dalla pagina web della ministra. Ed è rimasta la scritta “diploma per assistenti sociali”. «Sì, abbiamo corretto l’incomprensione visto le polemiche», conferma il portavoce. A sparire, dal sito di Fedeli, è stato anche il curriculum in formato Pdf in cui c’era scritto: «Laureata in Servizi Sociali (attuale laurea in Scienze Sociali)». La versione, però, è ancora recuperabile qui (e nel fermo immagine qui sotto).
«Fedeli interverrà di persona sul caso - dice il portavoce - ma solo quando avrò modo di spiegare cosa vuole fare come ministra, una volta ricevuti tutti i dossier dal suo predecessore, l’ex ministra Stefania Giannini» .
Le accuse dal fronte del Family Day
Ma la polemica è già partita. A farla decollare ci ha pensato il popolo del Family Day, capeggiato tra gli altri da Mario Adinolfi, che vede nella Fedeli una minaccia per le sue idee troppo «libertarie» sui diritti civili degli omosessuali. Non le si perdona, in particolare, di essere stata la prima firmataria della legge sulla parità di genere e poi di aver firmato un emendamento nella riforma della “Buona Scuola” sull’educazione alle differenze. Insomma, ce ne è abbastanza per scatenare il primo polverone sul governo Gentiloni. A nemmeno 24 ore dalle nomine.
Pare che Las Tunas sia praticamente una colonia italiana. Giuseppe
RispondiEliminaLo e' sicuramente stata, a questo ultimo giro, con mia soddisfazione, ne ho visti pero' molti di meno.
EliminaUn grosso imbocca al lupo per i connazionali che tentano avventure nella ristorazione a Cuba. Il loro coraggio ha tutta la mia ammirazione se penso alle difficoltà enormi che ci sono! Mat.
RispondiEliminaLi conosco uno ad uno, credimi e' gente che oltre ai soldi in questa impresa ci ha messo anche il cuore e merita la migliore sorte.
Eliminahola! diciamo che a Mario le cose non vanno male anzi, ovviamente tutti saranno sposati o con prole con residenza permanente e passeranno su la isla vari mesi all'anno. Ma Bella Vita è lo stesso che pubblicizzi nel sito de casas particulares? se si avrà affitta camere sopra e ristorazione sotto. Comunque in generale le iniziative causa problematiche con il regime e la poca fantasia di chi apre sono rivolte sempre alla ristorazione ( che con la scarsità presente è un settore difficilissimo da gestire) lo vedo come un settore saturo, per lo yuma che ci entra può andare bene per arrontondare ma basarsi esclusivamente su quello è grosso rischio. Confermo che al Caracol è presente la pasta italiana marca agnesi 500gr 1,70 cuc . chao Enrico
RispondiEliminaMario e' separato, con un figlio di 12/13 anni, vive a Cuba 11 mesi all'anno.
EliminaSi e' lo stesso, sopra le camere e sotto il locale, ma ne parlo la prox settimana.
Anche a Tunas si trova la Agnesi oltre che alla Barilla
Enrico non è così semplice fare altre attività a cuba che non siano casa de renta, ristorazione... la gente fa quel che può. mat.
EliminaCambio euro dollaro 1,0380
RispondiEliminaCredo proprio che a Cuba...siamo sotto.... :-(
Scusa ma il locale di Antonello non è il locale di Carlo?
RispondiEliminaCioè il bella vita?
Riky
"Riky" :-)
RispondiEliminaIl locale si chiama Bella Vita, ma si tende ad identificarlo con chi lo manda, ogni giorno avanti.