mercoledì 4 gennaio 2017

BELLA VITA




Durante il mio soggiorno tunero novembrino ho avuto il piacere di uscire parecchio di sera. Uscire con belle donne, con qualche amico, da solo, insomma non mi sono fatto mancare nulla. La maggior parte delle serate, i dopocena, li ho passati al Bella Vita, il nuovo locale aperto da un paio di italiani a Las Tunas.
https://www.facebook.com/BELLAVITALASTUNAS2016/  Questo pezzo vuole essere una sorta di pubblicita' al locale, come ho promesso al proprietario presente Antonello, (ho anche inserito il link della pagina fb fra gli “sponsor” del blog) ma anche un piccolo quadro delle difficolta' che si incontrano se si vuole fare impresa seriamente a Cuba. Ovviamente tutto cio' che scrivo l'ho detto prima, in una delle non poche nostre chiacchierate, ad Antonello. Il locale e' molto bello, credo senza esagerare uno dei migliori di Cuba, ci sono stati investimenti importanti. I due proprietari si sono intestati, essendo residenti, un piano a testa, ovviamente hanno dovuto poi intestare dove vivono ad altra gente, ma questo e' un discorso che esula dal contesto anche se non e' certo da trascurare....visti i precedenti. Comunque, quale che sia il destino del locale, la proprieta' restera' a loro, parliamo di un locale storico nella miglior location cittadina, quindi un brutto affare non e' stato. Il fatto che il locale sia in un area aperta permette ai fumatori di esercitare il loro vizio, senza dover uscire rendendo superfluo ogni discorso di aria condizionata e di locali dove fa un freddo cane. Locale che mancava sicuramente in citta', ottimo per andare dopocena con una fanciulla giusta, con amici o con tutti e due, per trascorrere ore piacevoli in un contesto davvero carino. Le cameriere sono abbastanza attente anche se si puo' migliorare, ottimo servizio di security fornito da gente che nella vita ha sempre fatto questo, discreto il barman. I tempi di attesa non sono lunghissimi, c'e' una certa attenzione al cliente, i prezzi sono nella norma, diciamo per un cocktail siamo sui 2,5-3 cuc, pop corn messi sul tavolo al di fuori del listino a disposizione dei clienti. In Italia sarebbe una cazzata, a Cuba una novita'. Parliamo di un locale che e' potenzialmente una Ferrari, sicuramente siamo ancora nel periodo successivo all'apertura, molte cose le valuteranno nel tempo e spero sappiano fare le scelte giuste. Le mie ossevazioni, fatte a fine novembre, sono indirizzate unicamente nella prospettiva di un possibile miglioramento del servizio. Secondo me aprire alla 8 del mattino e' una follia, se va bene fanno 3 caffe' in tutta la giornata. Meglio forse aprire alle 17, fare 3 ore di Happy hour, poi dare il via alla serata che magari si prolunghera' fino alla chiusura della discoteca, in modo da prendere quelli che escono dal Luanda I locali vanno tenuti aperti quando c'e' gente, altrimenti e' un gasto di corrente e di personale. Secondo me un locale di quel livello va gestito da 2 persone, presenti sempre e a tempo pieno. Non si puo' pensare di poterlo fare ad un oceano di distanza ne' puo', chi lo sta' gestendo ora, pensare di poter tenere sotto controllo tutte quelle ore. Ho 2 soci nella palestra, uno in M&S piu' il familion a Cuba, so come funzionano certe dinamiche nelle societa', senza la dovuta attenzione e' un'attimo mandare tutto a gambe all'aria. L'impressione, non mia ma di tutti coloro che frequentano il locale, e' che....sia un po' troppo in mano ai cubani. Cubani sicuramente selezionati e pagati discretamente....ma cubani. Antonello mi dice che e' tutto computerizzato e che non scappa nulla.....sara' ma qualcuno dati nel computer li deve inserire e, per tutta una serie di ragioni, non puo' essere lui. Al personale, sopratutto a Cuba, bisogna stare dietro, prenderlo a calci in culo (metaforicamente...!?) quando serve, spronarlo, cazziarlo, gratificarlo ecc... Ogni volta che arriva un cliente, nei cuarti de renta al piano superiore, occorre andare all'inmigration, poi tornarci quando si punta una fanciulla, tornarci ancora quando se ne punta un'altra, poi ancora quando il turista se ne va. C'e' una persona che se ne dovrebbe occupare, ma io ci ho visto il proprietario in coda all'inmigration col suo bravo registro in mano. In piu' la burocrazia, i controlli, lo stato che ti ricorda che sei comunque un paladar anche se in realta' sei altro, allora occorre apparecchiare tavoli in cui nessuno mai si siedera'....ecc. Le societa' sono gia' complicate quando si e' presenti condividendo spalla a spalla il quotidiano, lo diventano molto di piu' quando uno c'e' sempre e l'altro arriva ogni tanto. Detto questo ripeto, devono trovare il ritmo e sopratutto capire che  occorreranno sacrifici veri per raggiungere i risultati sperati. Mi sono trovato bene, ho collaborato significativamente a pagare la loro successiva bolletta della luce che pare sia.....importante. Davvero i migliori auguri per un successo che, viste le premesse, non deve mancare.

M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO UNA CASA
CASA FEFITA - TRINIDAD

17 commenti:

  1. DAL BLOG MINUTO SETTANTOTTO

    Ci sono canzoni e canzoni, certo. Avrei potuto spulciare i testi di Bob Dylan o John Lennon, magari (perché no) dei Nomadi o del Banco del Mutuo Soccorso, e invece ad un certo punto mi sono ricordato di quella musicassetta di Enzo Ghinazzi, ormai polverosa, chiusa dentro il cassetto di un pessimo mobile da cucina finito nel solito oblio dei garage di condominio insieme ad altre robe inutili che farebbero storcere l’occhio perfino all’ultimo incallito rigattiere. “Ghinazzi chi?”, potrebbe dire la maggior parte di voi, e come non capirvi. Il Ghinazzi in questione è Pupo, sì, Pupo, e anche io che sono cresciuto con i Led Zeppelin tendo un po’ a sobbalzare. Il fatto è che il titolo e la prima strofa di una canzone di questo toscano in miniatura nativo di Ponticino cadono a pennello sull’incipit di questa storia, perché la sua Firenze Santa Maria Novella parte così: “Le luci spente delle 2 di notte, passa un barbone con le scarpe rotte”.
    Ora, nel nostro caso il barbone non era il classico straccione inteso in senso generico, ossia il povero indigente senzatetto costretto a vivere alla giornata sotto ripari di fortuna racimolando spicci ai passanti. Quello che i francesi, più fini di noi, chiamano clochard, agganciandosi all’estensione semantica del termine derivante dal latinismo “cloppicare”, cioè zoppicare, una condizione a cui era costra nei secoli passati la maggior parte dei vagabondi, quasi sempre storpi e accompagnati dal cagnolino di turno, dalla mignon di cognac nella tasca ancora buona della giacca e dalla fisarmonica sulle spalle, pronta al suo breve e malinconico valzer carico di tristezza. Il “nostro” barbone lo era solo per sciocca induzione borghese, determinata dalla banale associazione visiva. Certo, quelli a favore dello stereotipo si appellavano furiosamente al suo capriccio di presentarsi con una ricca chioma di fluenti riccioli biondi, uniti da una folta lanugine ascetica, che lo avvicinavano non poco a quei Cristi, lambiti dalla fioca luce di qualche candela, dipinti nei polittici delle vecchie basiliche romaniche. Si racconta che si aggirasse nelle ore più improbabili e insolite fra le lastre di Ponte Vecchio e i marmi policromi del Campanile di Giotto, indossando un eskimo leggermente sgualcito e recando con se una mite gallina al guinzaglio. Barba e capelli, per sua stessa ammissione, rappresentavano un certo andare controcorrente ma anche un pizzico di vanità estetica. L’informe giaccone testimoniava invece senza ambivalenze un riferimento di lotta politica ben precisa, tanto che all’interno del movimento studentesco dell’epoca quelli che lo portavano in genere rifiutavano a prescindere il voto del senato accademico, frequentando le lezioni di economia nelle aule universitarie solo per evitare di trovarsi incapaci di comprendere il terzo libro del Capitale di Karl Marx. La gallina restava davvero eccentrica stranezza. Sia chiaro, nessuno ha mai avuto prove sulla veridicità di questa bizzarria, alla fine però l’immagine risultava rima da poeta maledetto che gli si appiccicava bene addosso. In effetti si trattava di dicerie, di voci; un affresco popolare sull’onda di un parallelismo emulativo con lo sfortunato Luigi Meroni. Perché anche il nostro barbone giocava a calcio. Ci giocava negli anni settanta, gli anni di piombo, quelli delle Brigate Rosse e del mai realizzato compromesso storico fra il Partito Comunista di Enrico Berlinguer e la Democrazia Cristiana di Aldo Moro.

    RispondiElimina
  2. Dino Pagliari era nato a Macerata, nelle Marche. Schietto, leale, caparbio e sanguigno come tanti uomini della sua terra, in campo faceva l’ala sinistra e non avrebbe potuto essere diversamente. Un’ala operaia di pochi fronzoli, sempre pronta a sacrificarsi per la squadra, generosa quando ce n’era bisogno, e in quel caso lo potevi vedere rientrare a centrocampo o perfino in difesa, a dare una mano ai compagni portando dovunque umilmente il secchio del gregario.
    Il pubblico amava Dino Pagliari e “il lode a te…” divenne coro abitudinario della curva gigliata.
    Pagliari arrivò alla Fiorentina nell’estate del 1978. Sarebbe maggiormente corretto dire ritornò, in quanto dopo che la società viola lo acquistò dalla Maceratese fu mandato un anno Ferrara e un anno a Terni a farsi le ossa in cadetteria, con le maglie rispettivamente di Spal e Ternana. E a dirla tutta per poco la Serie B non fu costretto a frequentarla anche con la Fiorentina, salvatasi con discreto affanno dalla retrocessione nell’ultimo disgraziato campionato di Carletto Mazzone in panchina. Al posto del tecnico di Trastevere il presidente Rodolfo Melloni fece approdare a Firenze l’ex bandiera della Lazio Paolo Carosi, allenatore altrettanto rigido e di vecchio stampo che, alla partenza del pullman per il ritiro assolato di Massa Marittima, si vide arrivare Pagliari a bordo di uno scassatissimo ciclomotore Ciao. Sì, proprio l’iconico cinquantino per il quale non serviva la patente e che, se modificato a dovere e irrorato dalla giusta dose di miscela, permetteva di raggiungere la strabiliante velocità di 50 km orari, senza contare i racconti dei soliti ragguardevoli temerari entusiasticamente predisposti ad affermare che, se ci si schiacciava aerodinamicamente in discesa, era possibile sfiorare pure l’ebrezza dei 60. E se la gallina al guinzaglio restava leggenda, il “Ciaino” di Dino Pagliari non lo era affatto. Anzi, tutti potevano vederlo arrivare agli allenamenti settimanali effettuati ai cosiddetti “campini” di Viale Manfredo Fanti a bordo del motorino di marca Piaggio, per poi risalirci su e tornarsene nel suo appartamento con mansarda di Piazza Mino a Fiesole, dove viveva con il compagno di squadra Ezio Sella, un brevilineo scattante e piuttosto scaltro in zona gol, estratto della deludente Fiorentina marchiata 77/78 che giunse tredicesima su sedici partecipanti, a un passo dalla rupe Tarpea contrassegnata dalla consonante maledetta. Un giorno la società obbligò Pagliari a mettersi la giacca ufficiale per presenziare alle cerimonie d’ufficio e lui, da perfetto anticonformista, dissacrante e goliardico, se la fece cucire sopra l’eskimo fra le risate divertite delle gente e il borbottio nervoso della dirigenza. Non solo isolato folklore: a Pisa, in tempi recenti, lo ricordano con affetto per la battaglia intrapresa contro la sentenza di sequestro preventivo di un centro sociale locato nell’ex colorificio cittadino, facendone non una questione unicamente ideologica, bensì di utilità civica.

    RispondiElimina
  3. Nella nuova Fiorentina di Carosi, insieme a Pagliari e Sella si agitava davvero qualcosa di buono osservato in prospettiva futura: Roberto Galbiati in difesa, Giancarlo Antognoni in mezzo insieme al giovanissimo Antonio Di Gennaro e l’appena ventenne Giovanni Galli fra i pali. La stagione del “Pagliariscatto”, da citazione giornalistica, vide la squadra appuntarsi fra alti e bassi in una tranquilla zona di metà classifica. Dino Pagliari si mostrò recalcitrante sia alle interviste sia alle apparizioni in studi televisivi, cose nel periodo oggettivamente esigue rispetto agli standard attuali, mantenendosi fedele al suo stile schivo e assolutamente refrattario a tutta una serie di enunciazioni che contrastavano con le sue idee. Il regalo più bello ai tifosi viola lo fece naturalmente segnando alla J..., quella J... che non si palesava ancora come l’odiatissima rivale degli anni ottanta ma restava pur sempre il club della famiglia Agnelli; troppo vincente e con troppe simpatie nel Granducato, peraltro, cosicché restava un bene cercare di farle la festa o comprometterne il cammino in qualsiasi occasione. Successe il 29 aprile del 1979, in trasferta al Comunale di Torino, quando a tre giornate dalla fine del torneo la testona bionda di Pagliari staccò in aerea bianconera andando a infilare il totem Zoff, pareggiando la rete siglata da Vinicio Verza e togliendo in tal modo alla J....... ogni residua speranza di rimanere agganciata a una già problematica speranza di scudetto. Sono soddisfazioni.
    “Lode a te, Dino Pagliari”.

    RispondiElimina
  4. hola! bella location, sicuro investimento importante. Riguardo alla possibilità di fare gli utili proporzionati devono veramente impegnarsi e cercare di diventare un punto di riferimento per la fetta cittadina di quelli che possono spendere avendo come target i cubani giovani ( se aspettano gli yuma del oriente cubano ) con ganas de gozar. Sul fatto in generale di avere negocis a Cuba sono convinto che nonostante sia scritto la proprietà può essere tolta ( a livello di piccola impresa senza quindi ripercussioni di stampa internazionale e sputtanamenti vari) in qualsiasi momento per qualsiasi cazzata e poi dobbiamo considerare che più l'attività funziona più l'utile viene eroso dal fattore sobornos. Insomma valutando tutto sono cose fatte con senso se si hanno figli cubani in modo da lasciare qualcosa, invece se non si hanno vincoli i soldi spesi meglio utilizzarli en gozadera e li si che Cuba funziona bene. chao Enrico

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tutto vero ma considera una cosa.
      Investimento decisamente importante ma mentre ero giu' mi spiegavano alcuni amici che un matto canadese aveva acquisito il 25% del Cache per poco meno di 200 mila cuc....si avete letto bene.
      Parlo di un locale che paga pure l'affitto.
      Quindi quando e se i 2 italiani si romperanno le palle e' possibile che si faccia vivo un'altro pazzo americano, canadese, cinese ecc che li faccia decisamente contenti....e sono pure i proprietari dei muri quindi potrebbero tirare su del grano con l'affitto.
      Fidati e' una cosa che, in prospettiva, dara' risultati.

      Elimina
    2. coño que locooooo, chissà chi e come avranno fatto la valutazione della società in questione e magari il resto dei soci sono cubani. Hai ragione non avevo tenuto in conto il fattore megalomania, una variabile da prendere in considerazione anche se poi si paga, diciamo che è una sorta di catena dove si passa l'"affare" al prossimo fortunato. Poi sulla isla è aggravato dal fattore bollo.....chao Enrico

      Elimina
    3. No, non sono cubani.
      La valutazione....gia' si fa fatica a capire quanto realmente valga da noi un azienda, avendo ben altri strumenti in mano, figurati a Cuba dove lo scontrino e' uno sconosciuto...
      Il locale e' bello ma da solo vale meno di quanto il tipo abbia pagato per il 25%...

      Elimina
  5. Dicono che le migliori societa' si fanno in numeri dispari al di sotto del 3. Giuseppe

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dipende.
      Personalmente non ho mai amato fare una cosa sola, tolta l'agenzia di animazione, dove sono solo (ma e' lavoro stagionale) per il resto ho dei soci in tutte le altre cose.
      Se hai scelto bene, metti in chiaro le cose, sei corretto e....el negocio funziona e' difficile che qualcuno faccia secca la gallina dalle uova d'oro.

      Elimina
  6. Basta davvero poco ormai a scatenare la psicosi terrorismo. È successo al cinema Space di via Livorno, la sera del primo dell'anno, quando gli spettatori sono usciti tutti di corsa dalla sala per il timore di un attentato.
    Tutto è nato dalla presenza in sala di una famiglia marocchina sordomuta che, durante la proiezione del film "Passengers" di Morten Tyldum, si è scambiata qualche messaggio su whatsapp ridacchiando per una scena un po' osè. Risate e occhiate complici tra i componenti della famiglia seduti a qualche
    poltrona di distanza sono bastate a far nascere il sospetto negli altri spettatori.
    Un paio di persone si sono alzate preoccupate e subito dopo l'intera sala si è svuotata lasciando la famiglia marocchina incredula e un po' imbarazzata. Qualcuno ha addirittura chiamato i carabinieri. Non è servito più di un minuto ai militari per capire che si era trattato di un enorme equivoco segno di un clima di tensione alimentato dagli ultimi attentati.

    RispondiElimina
  7. Mi chiama un tipo, 5 minuti fa, si sta' imbarcando e mi chiede se, per questa sera, gli trovo una casa a Playa del Este.
    La gente sta' uscendo di cervello.....completamente.

    RispondiElimina
  8. RISPOSTA AL MIO SCRITTO DI UNO DEI PROPRIETARI DEL LOCALE

    "Ciao Milco, ti ringrazio per i commenti positivi e la pubblicità che, come dice qualcuno, non fa mai male"

    Citazione:
    Il locale e' molto bello, credo senza esagerare uno dei migliori di CubaIl locale e' molto bello, credo senza esagerare uno dei migliori di Cuba, ci sono stati investimenti importanti.

    "Non esagerare, all'Avana ci sono tanti locali di uguale o maggior bellezza o almeno frutto di investimenti piú importanti
    La gente dice, ed io sono ovviamente d'accordo, che é al momento il piú bel locale di Las Tunas e dintorni.
    Accontentiamoci... anche se si puó e si deve sempre migliorare"
    Vorrei commentare anche i tuoi suggerimenti e le tue perplessità.
    Lo faró come lo si puó fare in un sito pubblico, poi non mancherà l'occasione di parlarne sorseggiando un buen trago nel Bella Vita"

    Citazione:
    I due proprietari si sono intestati, essendo residenti, un piano a testa, ovviamente hanno dovuto poi intestare dove vivono ad altra gente, ma questo e' un discorso che esula dal contesto anche se non e' certo da trascurare

    "Magari fosse come dici, sai quanto risparmieremmo sulla spesa della corrente?!Purtroppo non é cosí"

    Citazione:
    Comunque, quale che sia il destino del locale, la proprieta' restera' a loro, parliamo di un locale storico nella miglior location cittadina, quindi un brutto affare non e' stato


    "Questo é giusto e, visto come stanno andando le cose, sono convinto anch'io che non sia stato un brutto affare
    Cmq, piú che di affare parlerei di compimento di un sogno. La realizzazione di un qualcosa che mancava a Tunas. Una dimostrazione di amore e fiducia verso un pueblecito che mi ha dato tanto e dove mi sento a casa
    Se lo avessi fatto solo come investimento lucrativo probabilmente avrei scelto altri posti"

    Citazione:
    Le cameriere sono abbastanza attente anche se si puo' migliorare, ottimo servizio di security fornito da gente che nella vita ha sempre fatto questo, discreto il barman. I tempi di attesa non sono lunghissimi, c'e' una certa attenzione al cliente, i prezzi sono nella norma, diciamo per un cocktail siamo sui 2,5-3 cuc, pop corn messi sul tavolo al di fuori del listino a disposizione dei clienti. In Italia sarebbe una cazzata, a Cuba una novita'. Parliamo di un locale che e' potenzialmente una Ferrari, sicuramente siamo ancora nel periodo successivo all'apertura, molte cose le valuteranno nel tempo e spero sappiano fare le scelte giuste. Le mie ossevazioni, fatte a fine novembre, sono indirizzate unicamente nella prospettiva di un possibile miglioramento del servizio.


    "Il servizio é già migliorato rispetto a quello che hai notato a novembre - locale appena aperto - ma c'é ancora tanto da fare
    Per quanto si scelga il miglior personale, cosa che abbiamo fatto prendendo delle ottime cameriere, i migliori cuochi tra cui quello che ha inaugurato e dato la fama al Caché, i migliori barman (primo e secondo classificato nell'ultimo concorso di cockteleria svoltosi all'hotel Tunas),... c'é sempre da spiegare come funziona un servizio che pretende somigliare a quello a cui siamo abituati da queste parti
    Ai cuochi bisogna spiegare piatti italiani che hanno preparato raramente e/o in modo approssimativo,... alle cameriere magari va spiegato che i portaceneri si cambiano prima che siano mezzi pieni,... ai barman bisogna dire che se bisogna scegliere tra presentare una scultura ed un tempo piú breve di preparazione si opta per la prima opzione,...
    Non é facile, bisogna ripetere le cose molte volte ma va fatto e sarà fatto. Ovviamente ci vorrà un po' di tempo"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Carlo
      Il discorso dell'intestazione dei 2 piani....non e' farina del mio sacco...anche se comprendo che ci sono cose che si possono scrivere ed altre no...

      Visto che le cifre che so io...e neanche in questo caso sono farina del mio sacco, sono importanti consentimi di credere....fino ad un certo punto al discorso filantropico, si tratta di un investimento commerciale che, si spera, dia risultati importanti.
      Gente che regala il grano non ne conosco

      Per il resto e' vero...ci vorra' il tempo che ci vorra'.

      Elimina
  9. Citazione:
    Secondo me aprire alla 8 del mattino e' una follia, se va bene fanno 3 caffe' in tutta la giornata. Meglio forse aprire alle 17, fare 3 ore di Happy hour, poi dare il via alla serata che magari si prolunghera' fino alla chiusura della discoteca, in modo da prendere quelli che escono dal Luanda I locali vanno tenuti aperti quando c'e' gente, altrimenti e' un gasto di corrente e di personale

    "Concordo su alcuni punti, meno su altri. Tutti li ho già discussi con Antonello anche prima dell'apertura del locale
    Aprire alle 8 del mattino é obbligatorio per servire le colazioni degli ospiti dell'hostal e non solo loro. Sono già molti i clienti della mattina e la colazione é un'aspetto a cui tengo molto. Abbiamo un'ottimo caffé, frutta e pane freschi tutti i giorni, altri ingredienti di buona qualità... nonché i migliori macchinari portati dall'Italia (batidoras, spremuagrumi, macchina da caffé Gaggia,... perfino una centrifuga di ultima generazione che estrae vitamine liquide da qualsiasi ortaggio o frutta)
    Recuperare i clienti post-discoteca é possibile ma non so quanto conveniente
    Arrivano già ubriachi, potrebbero consumare poco e/o far casini. Certo ci sono sempre 3 bestioni della sicurezza, la bronca durerebbe poco... ma un bicchiere rotto equivale al beneficio ricavato con la vendita di 4-6 birre. Vale la pena?
    In queste settimane ho tirato varie notate fino alle 4 di mattina. Si é fatto Karaoke e si é ballato...peró con un certo tipo di clientela. L'ambiente era bellisssimo e tutto é andato bene. Ma sarebbe stato lo stesso con il pieno di borrachos post-disco? Sinceramente non lo so"

    Citazione:
    Secondo me un locale di quel livello va gestito da 2 persone, presenti sempre e a tempo pieno. Non si puo' pensare di poterlo fare ad un oceano di distanza ne' puo', chi lo sta' gestendo ora, pensare di poter tenere sotto controllo tutte quelle ore. Ho 2 soci nella palestra, uno in M&S piu' il familion a Cuba, so come funzionano certe dinamiche nelle societa', senza la dovuta attenzione e' un'attimo mandare tutto a gambe all'aria. L'impressione, non mia ma di tutti coloro che frequentano il locale, e' che....sia un po' troppo in mano ai cubani. Cubani sicuramente selezionati e pagati discretamente....ma cubani. Antonello mi dice che e' tutto computerizzato e che non scappa nulla.....sara' ma qualcuno dati nel computer li deve inserire e, per tutta una serie di ragioni, non puo' essere lui. Al personale, sopratutto a Cuba, bisogna stare dietro, prenderlo a calci in culo (metaforicamente...!?) quando serve, spronarlo, cazziarlo, gratificarlo ecc..

    "Istruire e gestire il personale non é facile... ma meno difficile che gestire i vari operai durante la costruzione e i lavori di manutenzione
    Sai come funziona con gli operai della costruzione...moltiplica per 3 le difficoltà specifiche in un posto che si trova nel boulevard proprio di fronte agli uffici di Patrimonio provincial. Questo si é qualcosa difficile da capire se non ci si é passati
    Uno, due o piú gestori sempre presenti cambia poco...l'importante é che ci sia sempre una persona di fiducia che conosce bene tutte le eventuali problematiche del posto e dell'attività. Tanto, per rubare nella ristorazione si trova sempre il modo (anche con un sistema informatizzato come il nostro, che gestisce lo stock in tempo reale)
    Ne il mio amico ne tantomeno io abbiamo mai pensato di aprire questa attività per poi stressarci o essere obbligati ad una presenza costante. Certo sarebbe meglio, ma la vita é una sola e nessuno dovrebbe illudersi di essere indispensabile
    Cmq anche su questo aspetto si faranno gli aggiustamenti che si riveleranno necessari"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il discorso relativo all'oraio di apertura era piu' che altro una mia curiosita', si lavora quando c'e' da lavorare.
      Ad esempio noi in palestra questo ponte non lo facciamo, sabato e domenica e' aperto.
      Ognuno sa quello che deve fare.

      Anche il discorso dei clienti post discoteca e' un discorso di scelte strategiche, forse en baja temporada potranno tornare utili anche loro, pur con i problemi che possono comportare.

      Forse il problema di stessarvi o meno e' vissuto in modo differente se si e' a Tunas o in Svizzera...se apri tante ore o hai persone affidabilissime a cui lasciare le chiavi o il rischio di....cio' che immagini e' concreto.

      Elimina
  10. Citazione:
    Ogni volta che arriva un cliente, nei cuarti de renta al piano superiore, occorre andare all'inmigration, poi tornarci quando si punta una fanciulla, tornarci ancora quando se ne punta un'altra, poi ancora quando il turista se ne va. C'e' una persona che se ne dovrebbe occupare, ma io ci ho visto il proprietario in coda all'inmigration col suo bravo registro in mano.


    "Antonello all'inmigración con il registro in mano non saprei cosa ci sia andato a fare visto che non credo che lui abbia questa delega e quindi non potrebbe, anche se lo volesse, far verificare il registro
    Cmq, grazie a Dio, siamo stati selezionati nel primo gruppo di renta che non dovranno piú fare code all'inmigración per la verifica del registro. La preposta lo farà comodamente e velocemente per telefono
    Una tarea in meno, uno stress in meno"

    Citazione:
    Le societa' sono gia' complicate quando si e' presenti condividendo spalla a spalla il quotidiano, lo diventano molto di piu' quando uno c'e' sempre e l'altro arriva ogni tanto.

    "Io, e credo anche Antonello, non la vedo cosí. Non la vedevo cosí neanche quando ho seguito i lavori di costruzione e poi la fabbicazione e l'acquisto del mobiliario e dei macchinari
    Sicuramente é contento anche il mio Amico quando arrivo con una furgonata di macchinari ed accessori vari spediti da fuori... cosí come saró contento io quando, tra non molto, lui farà lo stesso
    Complicati possono essere gli esseri umani, non per forza le società
    Cmq per il troppo stress e per le società complicate c'é sempre una soluzione"

    Citazione:
    Mi sono trovato bene, ho collaborato significativamente a pagare la loro successiva bolletta della luce che pare sia.....importante. Davvero i migliori auguri per un successo che, viste le premesse, non deve mancare


    "Sono contento che ti sia trovato bene e ti ringrazio per il contributo bolletta elettrica e per gli auguri OK Facciamo del nostro meglio per migliorare il servizio e le condizioni (ti sei perso il nuovo impianto audio professionale e il proiettore sulla parete del patio) sperando che TUTTI, impiegati, padroni e CLIENTI, si sentano bene nel Bella Vita Smile
    C'é ancora molto da fare ma siamo sulla buona strada, i risultati sono già piú che soddisfacenti"

    RispondiElimina
  11. Senza entrare nel merito....Antonello lo abbiamo visto in inmigration col suo registro in una busta aspettando il suo turno con la negra gorda....poi e' tutto possibile....anche quello che dici sulle....comunicazioni telefoniche.

    Per il resto le mie erano solo considerazioni fatte da chi ci vive nelle societa' e cerca di curare molti i rapporti coi soci.
    Non e' un mestiere facile.

    Comunque anche nelle prossime vacanze sara' un piacere essere un vostro affezionato cliente.

    RispondiElimina