domenica 8 gennaio 2017

ESPROPRIARE



L'altro giorno, mi pare Enrico, poneva l'accento sul rischio concreto che lo stato cubano, per una ragione o per l'altra, possa appropriarsi di strutture che privati hanno rivelato, ristrutturato e avviato in qualche attivita'.
Il rischio esiste, anzi tempo fa era molto piu' concreto.
Partiamo dal presupposto che ogni stato resta proprietario di tutto il territorio su cui sorgono le case, le fabbriche, le aziende che i privati cittadini possiedono e mettono in piedi.
Non so chi, l'altro giorno mi faceva notare che, una delle tante leggi sommerse che il governo Renzi ha fatto approvare, priva il privato cittadino di una serie di diritti e di voce in capitolo nel momento in cui, ad esempio, un'autostrada deve passare su un suo territorio.
Lo stato stesso, ad esempio in Italia, requisisce ed espropria i beni della mafia nel momento in cui viene accertata la responsabilita' del determinato malavitoso, che si vede cosi' spogliato di tutto cio che lo stato riesce a trovargli a suo nome.
A Las Tunas e' accaduto qualcosa di simile per il paladar Moncloa.
Il locale era, di gran lunga, il migliore della citta' per qualita' di cibo, location e varieta' dell'offerta
Due piani ristrutturati e ben ammobiliati en Calle Marti', una delle arterie piu' importanti della citta' che parte, col suo prolungamento in Lico Cruz, quasi dall'imbocco de la caretera per Hogluin, arrivando fino all'inizio di quella per Camaguey, dalla parte opposta della citta'.
Il locale funzionava alla grandissima, ci sono stato un paio di volte e mi ero trovato abbastanza bene, forse un po' troppa gente e tempi di attesa non brevissimi ma sono cose che si possono aguantare.
Pare che il marito cocinero della proprietaria avesse la mano lunga con le cameriere, un paio di mie amiche si erano licenziate proprio per questa ragione.
La moglie, ad un bel momento si e' rotta i coglioni e....chissa' come mai...ad una ispezione degli organi preposti, nel congelatore, e' saltato fuori di tutto; dall'aragosta, al caimano, dalla tartaruga a cio' che legalmente non si potrebbe proporre ai clienti.
Che poi il locale sia stato espropriato per 4 langostas nel congelatore e' una favola a cui credono solo i bambini.
Fatto sta' che oggi il locale ospita alcuni uffici del ministero della salute.
Sono cose che fanno riflettere.
Lo stato puo', in qualunque momento e senza dare troppe spiegazioni, appropriarsi di qualunque locale nell'isola adibendolo alle piu' disparate funzioni.
Anni fa la cosa era molto diffusa, un discreto numero di stranieri che misero in piedi belle ville a Puerto Padre, potrebbero raccontare le loro vicissitudini.
Lo straniero costruisce, piu' o meno con tutti i permessi in ordine, la sua bella villa, a lavori finiti passa davanti alla villa lo sportivo famoso o il funzionario del Partido influente, com'e' come non e' si mette in moto tutto un meccanismo che parte da qualche ufficio cubano e finisce dritto nel ciapet dello straniero di turno.
Per un qualsivoglia pretesto, la casa viene requisita allo straniero, assegnata allo sportivo o al dirigente in questione e lo yuma viene “invitato” a recarsi al piu' vicino aeroporto con biglietto di sola andata.
E' successo centinaia di volte, ancora succede e, si spera, non succedera' piu' in futuro.
Questo anche per dire che ogni compravendita di abitazione da cubano a cubano, da cubano a yuma, da yuma a cubano o da yuma a yuma puo' essere invalidata da qualche organo dello stato, senza che quest'ultimo debba dare chissa' quale spiegazione.
Per questa ragione non ho mai ritenuto che, a livello di rischio, ci fosse una gran differenza fra l'intestare una casa a un cubano o una cubana e intestarsela (il 50%) essendo in possesso di Residenza Permanente.
Se te la vogliono inculare, te la inculano comunque, ogni altro discorso serve solo per dare aria ai denti.
Questa settimana tocca a Buena Fe.
Buon ascolto e buona settimana.

13 commenti:

  1. DAL BLOG MINUTO SETTANTANOVE

    Paolo Di Canio, qualche giorno fa, è tornato a far parlare di sé con un’intervista sul Corriere della Sera. Dopo aver appeso (LOL) da qualche anno le scarpette al chiodo, la ragione non riguarda il rettangolo di gioco, ma le sue idee politiche, se così si possono chiamare. Non è la prima volta. Non è nemmeno una scoperta dell’ultima ora. Di Canio è un fascista.
    Lo ha sempre rivendicato nel corso della sua carriera con frequentazioni, dichiarazioni, saluti romani e tatuandoselo sulla pelle. Nell’intervista in questione si pente di essersi tatuato (sulla schiena e sul braccio ‘destro’) richiami al fascismo e a quella gran brava persona di Mussolini, bollandoli come errori di gioventù. Peccato che nel 2000, data a cui risale il tatuaggio incriminato, aveva 32 anni, abbastanza maturo per avere una famiglia, ma non per capire il significato della sue azioni.
    È proprio il tatuaggio il fulcro della vicenda.
    Facciamo un passo indietro, torniamo al settembre scorso. Sky affida a Di Canio un programma di approfondimento sul calcio inglese. Di Canio oltre ad essere stato un discreto giocatore è un profondo conoscitore del calcio d’Oltremanica, dove ha passato i migliori anni della sua carriera. Al proposito, verrebbe da utilizzare un vecchio adagio: ‘anche un orologio fermo segna l’ora giusta due volte al giorno’. Durante un video promozionale Di Canio si presenta con una polo facendo sfoggio del DVX tatuato sul braccio destro. Sui social scoppia la polemica e Sky, abbastanza ipocritamente, allontana Di Canio.
    Il Corriere della Sera gli offre un’occasione di redenzione. Di Canio nonostante i buoni propositi non riesce a redimersi. Anzi, a nostro avviso, dimostra ancora una volta di essere fascista: nelle dichiarazioni e nel modus operandi.
    Nell’intervista dichiara di pentirsi del saluto romano rivolto alla curva Nord in occasione del derby del 6 gennaio 2005, ma non di quelli successivi indirizzati alle tifoserie di Siena, Torino e soprattutto Livorno. La smentita ci sembra ipocrita, più coerente è il mancato pentimento per quelli successivi. D’altronde, qualche anno fa dichiarava: “un coglione come Lucarelli può fare il pugno chiuso, in una città dove vanno allo stadio con bandiere comuniste, non della squadra, e io non posso fare un fottutissimo saluto?“ Questa frase sintetizza l’essere fascista, il mettere sullo stesso piano i fascisti e chi si è opposto al fascismo.

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    1. il fascismo (e c'e'chi ancora lo sponsorizza)e' stata
      una orrenda dittatura e noi in italia ne sappiamo qualcosa..io condannerei qualsiasi dittatura sia che venga da destra sia che venga da sinistra e ancora sento chi dice che in questo paese ci vorrebbe di nuovo il duce..anche se qualcosa sicuramente bisognerebbe stringere..sto parlando di pene piu' severe..vorrei nomi, cognomi e passaporti di chi entra nel mio paese e controlli piu' severi..non credo sia chiedere molto..
      comunque sempre viva cuba.

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    2. Roberto prima di tutto bisognerebbe capire bene cos'e' la democrazia...perche' se e' questa merda....forse meglio una dittatura...illuminata.

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  2. Purtroppo, in tempi di strisciante revisionismo, anche questa argomentazione attecchisce nella nostra società. Le migliori parole per riaffermare la diversità ci vengono offerte dal Commissario Kim quando spiega al giovane Pin la differenza tra chi combatte nelle formazioni partigiane e chi nella brigata nera: “Perché qui si è nel giusto, là nello sbagliato. Qua si risolve qualcosa, là si ribadisce la catena”.
    Su Mussolini più che un pentimento sembra una confessione: “per me Mussolini rappresentava un’idea di società con regole, vere, che tutti rispettano. L’amore e l’orgoglio patrio. Cose che vorrei perdi-canio il mio Paese e non vedo neppure oggi.” Il classico schema neofascista: si denuncia l’alleanza con Hitler e si salva tutto il resto, poiché rientra nella sua (loro) idea di società: squadrismo, leggi fascistissime, confino, Tribunale per la difesa dello Stato, guerra in Etiopia, neocolonialismo, appoggio a Franco.
    Sul razzismo la discolpa è quasi comica, o perlomeno imbarazzante: parafrasandolo, ‘non sono razzista ho anche amici di colore e il mio agente inglese è di origine ebraica’. È il massimo che poteva fare, né più né meno. Non potevamo aspettarci una seria e sentita argomentazione antirazzista sull’abnorme sciocchezza di discriminare le persone sulla base della razza e/o della religione.
    Come dicevamo non è la prima volta che Di Canio è sotto accusa per le sue è posizioni apertamente fasciste. In Italia è avvenuto quando era un giocatore, Oltremanica invece da allenatore, oggi sottoforma di presentatore. In Inghilterra la sua carriera da allenatore, prima allo Swindon Town poi al Sunderland, è stata contrassegnata dagli imbarazzi e dalle polemiche, come le dimissioni del laburista Miliband dal board della squadra di Premier, per alcune dichiarazioni non confermate e soprattutto per il suo passato e per le sue frequentazioni. Un aspetto che ha influito ed influirà più della preparazione tecnica sul suo futuro da allenatore. Allo stesso tempo, dopo questo scandalo anche la sua carriera in tv è seriamente compromessa.
    Il modo migliore per rifarsi una purezza politica, non perché sia necessaria ai suoi occhi ma per quelli dell’opinione pubblica, è prendere le distanze dal suo passato, rilegandolo ad un errore giovanile, e mostrare una nuova maturità. Uno schema anche questo già visto nel passato, più o meno settant’anni fa. Per fortuna è lo stesso Di Canio ad essersi marchiato con simboli infami che testimoniano la sua adesione ad una politica altrettanto infame. Il tenente Aldo Raine, detto L’Apache, sarebbe sollevato: finita la carriera da calciatore e tolta la divisa, tutti lo riconosceranno e nessuno si dimenticherà quello che è stato: un fascista.

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  3. Se uno ha famiglia conviene sempre provare a mettere su qualcosa,che sia casa o un lavoro,se uno single ovvio che lo vede solo luogo di vacanza,non ha legami famigliari con il posto.paolino.

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    1. In linea generale e' cosi' ma possono esserci svariate eccezioni.
      Ogni testa e' sempre un piccolo mondo.

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  4. Non pensavo fosse cosi' semplice fregare la casa.
    Il Toro se continua cosi' in Europa non entra. Giuseppe

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    1. Oggi lo scippo e' meno diffuso, un tempo dietro ad una bella casa c'era sempre un culo bianco, oggi ci sono cubani che, per varie ragioni, hanno ottime disponibilita' economiche.
      Finche' le fottono a noi e' uun discorso, fra di loro un discorso differente.

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  5. Cambio a 1.02226 Giuseppe

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  6. hola! si il colpevole sono io. Sono fatti che succederanno ancora, per non parlare de los sobornos, sempre a scapito di privati yuma che non incidono sull'immagine di Cuba a livello internazionale ( infatti le società miste non vengono mai toccate) . Quindi quando si fanno acquisti in tal senso è bene essere totalmente consapevoli del rischio come sempre evidenzi giustamente, per questo personalmente a Cuba preferisco puntare a fondo perduto sulle "cavalle vincenti". chao Enrico

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  7. Ovviamente parliamo di case di extralusso...

    Vi segnalo questo articolo de La Stampa di oggi, visto che c'e' chi disquisisce sulla sanita' di un paese del terzo mondo come Cuba...

    Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin ha disposto un’ispezione all’ospedale Santa Maria della Pietà di Nola. Dalle 10.30 di stamattina i carabinieri del Nas sono sul posto per accertare quanto accaduto. Lo rende noto un comunicato stampa del ministero. La struttura era finita al centro dell’attenzione dopo la denuncia di alcuni cittadini su Facebook dove in alcune fotografie si vedevano pazienti curati a terra nel pronto soccorso.
    Commentando l’accaduto il direttore sanitario dell’ospedale civile “Santa Maria la Pietà” Andreo De Stefano ha spiegato che «abbiamo preferito curare le persone a terra piuttosto che non dare loro assistenza. In ospedale abbiamo 15 barelle, 10 delle quali al pronto soccorso, e sabato ne abbiamo “sequestrate” due alle autoambulanze per far fronte all’emergenza venutasi a creare».
    «Una di quelle persone era in arresto cardiaco, ma che dovevamo fare senza letti né barelle, mandarla via? I medici hanno preferito fare la defibrillazione sul pavimento, pur di salvarle la vita come è accaduto» continua De Stefano. A suo giudizio le immagini mostrate in tv, «non hanno dato una bella immagine dell’ospedale, ma era l’unica soluzione per far fronte all’emergenza». «L’altra persona ritratta a terra - ha raccontato - era stata messa in posizione antisoffocamento perché era in preda al vomito».

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  8. Il brasiliano Carlão è un nuovo calciatore del Torino. Stamane il club ha depositato in Lega il contratto che legherà il difensore ai granata fino al 2019: l’ex Apoel è già a Torino a disposizione di Sinisa Mihajlovic, che a questo punto potrebbe arruolarlo per l’impegno di coppa Italia contro il Milan in programma a San Siro giovedì prossimo.

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