mercoledì 11 gennaio 2017

GAME OVER





A Cuba, quando con gente che lavora parlo di chi, una volta uscito dal paese, continua a vivere di espedienti la risposta che ricevo e' sempre la stessa; “chi ha sempre lavorato a Cuba fara' lo stesso ovunque, chi non lo ha mai fatto, continuera' a non farlo”.
Un modo esteso per dire che alla fine...siamo il nostro destino.
La cosa mi trova tutto sommato concorde e cio' che vedo in Italia conferma, pur con le dovute eccezioni, questo stato di cose.
Allo stesso modo, anche chi, a causa dei suoi comportamenti sbagliati, sta' trascorrendo il suo tempo nelle patrie galere cubane, difficilmente tende ad imparare la lezione.
Vi ho gia' raccontato del mio carissimo amico che, per prosineta, si e' beccato 5 anni.
Ho fatto quello che ho potuto, perlomeno ora sta' scontando la pena appena fuori dalla provincia tunera, in una sorta di campo di lavoro...neanche una prigione, diciamo un luogo dove si lavora la terra in cambio di una certa...liberta'.
Ogni 2 mesi gli danno 5 giorni di permesso, l'ultimo ha coinciso con la mia presenza in citta'.
Ci siamo visti, oramai e' a meta' pena e avrebbe dovuto godere della possibilita' di scontare il resto ai domiciliari senonché, per una strana e torbida storia, al momento resta al gabbio.
Ve la racconto come me l'hanno venduta; la sua famiglia e' gente di...brujeria, pare che si siano presentati dove sconta la pena con una lingua de puerco, pare che abbiano corrotto la guardia e abbiano potuto fare il rito, poi la cosa e' stata scoperta.
Lui si e' beccato un'espediente e la guardia ha perso il lavoro, cosi' me l'hanno venduta, cosi' ve la racconto.
Quindi anche la possibilita' di trascorrere a casa la seconda meta' della pena a casa, per una simile cazzata, e' finita in cavalleria.
Come dicevo, in quei 5 giorni a casa, ci siamo visti un paio di volte, e' marito di una delle prime del familion.
In  quel periodo di “licenza” non avrebbe potuto frequentare stranieri, ne' bere un bicchiere di cerveza e di ron che e' esattamente cio' che ha fatto in quei 5 giorni.
Passi che frequenti me, non sono messo in nulla e cerco di fare in modo che non si infili nei guai ma il fatto e' che per un paio di giorni e' letteralmente scomparso con un alemanno che vive di puteria e borracheras.
Capisco che quando sei libero hai voglia di....vita ma in una citta' come Tunas se scorreggi a La Victoria, en el reparto Aurora sanno cosa hai mangiato la sera prima.
Abbiamo parlato, invece di pensare ad un lavoro normale, una volta scontata la pena, ha in testa mille cazzate e negocio da fare con uno spagnolo oppure con un alemanno quando non con un gallese.
Tutte cazzate, tutta aria fritta, sicuramente finira' per rimettersi nei guai e questa volta la chiave della cella la butteranno sul serio.
La sola speranza di non finire di nuovo nel guano e' quella, una volta libero di riuscire ad uscire dal paese, ci ha gia' provato un paio di volte senza successo in passato vendendosi prima tutto il vendibile.
Personalmente...lo mollo....rimane l'amicizia che dura da oltre 3 lustri, ma che si giochi le sue carte come meglio crede tanto ho come il fondato sospetto che nella vita non ne combinera' molte.
Nel familion sono un po' tutti preoccupati per la fanciulla che e' al suo fianco sprecando il tempo e i propri anni migliori ma anche in questo caso chi e' causa del suo mal pianga se stessa.
Torniamo a bomba del problema, anche qualora nella remota ipotesi che il tipo riesca ad uscire dal paese, cosa diavolo andrebbe a fare in giro per il mondo.
A Cuba si puo' anche vivere “inventando” ma in giro per il mondo le cose vanno in modo differente.
Se hai un lavoro e una professionalita' hai delle opportunita', forse.
Se non sai fare nulla ma non ti manca la voglia di lavorare allora in qualche modo la vai a sfangare.
Ma se non sai fare un cazzo e non hai voglia di fare nulla....allora la vedo davvero ma davvero molto dura.
Cazzi suoi, come tutto il familion anche io il mio l'ho fatto...oltre non vado.
Game over

23 commenti:

  1. Non accennano placarsi le polemiche su quanto accaduto all’ospedale di Nola sabato scorso. Le immagini dei malati sdraiati sul pavimento del Pronto soccorso per mancanza di posti letto e di barelle continuano a girare sul web come sui giornali cartacei riaccendendo la querelle. Ieri c’è stata un’altra ispezione dei Nas e la Procura di Napoli ha aperto un fascicolo conoscitivo su quella che è stata ribattezzata “la notte della vergogna”. È anche emerso che tra le quasi trecento persone che si sono riversate nel “Santa Maria della Pietà” si sono purtroppo registrati dei decessi, due uomini stroncati da un arresto cardiaco, tuttavia non è stata presentata alcuna denuncia e, stando a quanto trapelato, è opinione condivisa che medici e paramedici abbiano fatto tutto quello che si poteva fare per salvarli. Tra le poche voci critiche sull’operato dei sanitari, invece, su fb è apparsa quella di un parente di una donna che era stata rimandata a casa perché considerata non grave e invece è stata operata d’urgenza nell’ospedale di Avellino.
    Sul caso Nola ieri è intervenuto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin: «I medici hanno fatto il proprio dovere - ha detto a margine di una conferenza - e non vedo che responsabilità possano avere. Se ci sono, le responsabilità sono a livello apicale, a livello di Asl e 118, del perché non funziona il territorio». Un intervento a gamba tesa sulla Regione. «La Campania - ha sottolineato - deve cambiare passo, ha tutti gli atti amministrativi fatti e ora deve solo farli attuare, poi sta a chi li deve realizzare e monitorare verificare che questo sia fatto bene. Deve essere fatto un chiarimento molto serio».
    Il governatore campano Vincenzo De Luca ha risposto nel corso di un’intervista radiofonica: «Faremo una bella operazione di verità e chiarezza. E risponderemo a una campagna di aggressione mediatica, sciacallesca», ha detto a Radio Kiss Kiss Napoli. Aggiungendo poi: «Sono d’accordo con la Lorenzin sul fatto che la Campania debba cambiare passo. Stiamo ripartendo da zero, ci siamo caricati sulle spalle una croce e stiamo ottenendo risultati importanti».
    De Luca era già finito nel mirino per il piano di riassetto territoriale, per il futuro degli ospedali del centro storico (strutture vecchie anche di sette secoli) e per i ritardi nella completa operatività del neonato Ospedale del Mare, ma molti ricordano che lui (anche nella sanità) ha ereditato un’emergenza che si trascina da lungo tempo: le prime foto di pazienti distesi a terra o ricoverati in barella nei corridoi, infatti, risalgono ad almeno una decina di anni fa. Un quadro da disastro cronico (peraltro ben noto a tutti) che tuttavia non ha placato l’ira dei sindacati dei medici, a cominciare dall’Anaao-Assomed che ieri attraverso il suo segretario Costantino Troise ha chiesto provocatoriamente «l’autosospensione» del presidente della Giunta regionale.

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  2. Bisognerà aspettare ancora un paio di settimane per conoscere il destino di Alitalia. Quello di ieri al ministero dello Sviluppo economico doveva essere l’incontro per la presentazione al governo del nuovo piano di ristrutturazione e rilancio dell’ex compagnia di bandiera, ma il piano nel dettaglio ancora non c’è. I due ministri competenti, Carlo Calenda e Graziano Delrio, hanno chiesto un progetto «dettagliato e condiviso con gli azionisti, dalle banche e dalle istituzioni creditrici». Solo allora si potrà discutere di come gestire i nuovi esuberi: si parla di almeno 1600 posti di lavoro a rischio su un totale di 12.000 dipendenti tra naviganti e staff.
    Alitalia ha ancora 80 giorni di ossigeno, cioè fino al 31 marzo: è il tempo utile per lanciare il nuovo piano quinquennale. Dopo lo sblocco di linee di credito il 22 dicembre scorso l’azienda ha infatti una liquidità di 250 milioni, 100 messi a disposizione da Etihad, altri 150 dalle banche, Intesa SanPaolo e Unicredit. Con il nuovo piano, che sarà pienamente operativo dal primo aprile, dovrebbe scattare la fase due, con altri 250 milioni investiti. In tutto un impegno da mezzo miliardo, che - dice Delrio - dovrebbe essere condiviso dagli attuali soci.
    Dalla riunione «è uscita una buona notizia: gli azionisti sono tutti determinati a continuare a investire», dice il ministro dei Trasporti. Il governo vuole «un piano robusto», perché quasi tutti i grandi vettori stanno guadagnando e Alitalia deve sfruttare «il momento favorevole», a partire dai costi contenuti del greggio, la prima voce dei bilanci delle compagnie aeree. Il numero uno Cramer Ball si mostra ottimista: un «incontro molto buono». Dal ministero è invece uscito in silenzio il vice presidente e numero uno di Etihad James Hogan, nel mirino del governo e dei soci italiani per le scelte strategiche imposte fin qui all’Alitalia partecipata al 49 per cento da Abu Dhabi. «I lavoratori non devono pagare per primi alcune inefficienze del management», chiosa Delrio.
    I sindacati si dicono «perplessi e preoccupati» e lamentano l’assenza di certezze: proprio per questo è saltato l’incontro previsto per domani con i rappresentanti di categoria. Gli obiettivi della ristrutturazione sono in ogni caso chiari. Tre le linee d’azione: riduzione aggressiva dei costi, rinegoziazione di partnership come quella con Delta considerata penalizzante e soprattutto un nuovo modello di business. L’idea dei vertici è sdoppiare il servizio: da un lato quello classico sulle rotte a lungo raggio, dall’altra un nuovo modello per i voli nazionali ed europei sui quali si potrà volare «business» o «low cost», a seconda del tipo di tariffa.
    Il problema di Alitalia resta il posizionamento strategico: è troppo piccola per competere fino in fondo nel mercato business con le tre grandi sorelle dei cieli, Air France, Lufthansa e British Airlines. I velivoli a lungo raggio con livrea Alitalia sono appena 24 e ne servirebbero 15-20 in più. Al tempo stesso l’azienda è in difficoltà sul mercato dei voli nazionali ed europei, nel quale impiega ben 100 aeromobili ma soffre la concorrenza aggressiva di Ryanair, Easyjet e Vueling, che negli anni hanno conquistato importanti fette di mercato. Infine c’è la concorrenza dei treni ad alta velocità che ha letteralmente prosciugato il mercato della Roma-Milano e ormai minaccia i collegamenti fra le grandi città italiane.

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  3. milco ai ragione io ho visto con la novia in italia brava ragazza ma non c' è la puo' fare a vivere stabilmente in italia almeno secondo me ho comunque ci vogliono anni io ho i documenti per sposarla ma non so se riesco andare giu' nel isla e gli ho già detto per minimo per due anni non la porto in italia neanche se mi tagliano la mano troppe cose da fare ciccio simone il romagnolo

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    1. Evidentemente le cose sono andate bene ma...potevano andare meglio...mi pare di capire.
      Coi tempi che corrono mettersi sul groppone qualcuno e' una cosa che va pensata bene.
      Anni fa era un'altro discorso caro Ciccio.

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    2. Certo caro Milco, oggi portarsi in casa una persona e' un po' azzardato, económicamente parlando. In secondo luogo, secondo la mia esperienza di 15anni di cuba (ne ho viste di tutti i colori, te lo assicuro), con le cubane puo' filare tutto bene finche' restano a Cuba, e anche questo non sempre. quando le porti in Italia sovente le cose cambiano e aumentano le loro pretese e i nostri problemi. Considera inoltre che per noi le nostre novie sono sempre delle "brave ragazze", e spesso e' vero, ma il concetto di "brava ragazza" cambia da qua a la' con il cambiare del costume. La' si e', diciamo cosi', piu' liberi e meno esigenti. Qua e' un pochino diverso, anche se ci stiamo velocemente adeguando anche noi al loro stile di vita, e questo spiega almeno in parte perche' il 90 per cento delle coppie italo-cubane scoppia in breve tempo, soprattutto quando si porta la ragazza in Italia. emilio

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    3. Qua' siamo diversi noi.
      A Cuba ti alzi al mattino e ti chiedi ; Oggi che cazzo faccio?
      Qua' hai tutta la giornata incasinata e i minuti contati.
      Alla fine dipende sempre da noi, ho amici con matrimoni misti che funzionano ma sono brave persone, gente in gamba.
      Hanno lasciato il tempo alle mogli di capire dove erano e ora hanno una vita serena.
      Pensare di trsportare la vita di laggiu' da noi e' un fallimento senza nessuna attenuante.

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  4. Hia fatto bene a dare una mano e fai bene ora a mollarlo. Giuseppe

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    1. Mah.....una mano ad un'amico che ha bisogno, ovunque sia, non la nego mai.
      Poi ognuno si gioca le sue carte come meglio crede.
      A parte il fatto che si e' trattato di poche cose...ma va bene cosi'.

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  5. ai ragione milco ma anche io se la sposo la vita è in italia lei a cuba è chiaro che viene oin italia e io a cuba in pratica non ci vediamo per 3 o 4 mesi all' anno in un futuro anche tutto l' anno ma non adesso queste sono el mie condizioni lei consapevole ciccio simone il romagnolo ripeto una ragazza di cuore e la muchaca anche troppo gli sto insegando deve pensare + per lei vamos a ver una sfida ciccio simone il romagnolo

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    1. Invitala una volta all'anno e te la passi bene.
      Per il resto la vai a trovare tu...

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    2. Esatto, questa mi sembrerebbe la decisione piu' saggia. Lei cosi' ha modo di vedere se veramente le piace vivere qui' e tu non ti impegni eccessivamente. Poi se son rose fioriranno. emilio

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  6. Oggi come oggi la priorita' sono i MIEI spostamenti, non quelli di altri.
    Lui e' romagnolo...in estate in riviera si sta' bene...

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    1. E' vero, d'estate un romagnolo non ha bisogno di andare a Cuba per divertirsi, trova tutto e di piu' sotto casa. D'inverno e' diverso, la bella mulatta ammiccante la devi cercare a Cuba, infatti: "cuando miran las morenas te hacen perder la razón, porque' tienen in sus ochos el fuego de la passion". La sapevi? emilio

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    2. Occorre, fra le altre cose, riflettere sul dove e quando invitare.
      Un conto e' in estate in un bel posto al sud o in riviera, un altro...ad esempio d'inverno, qua' al nord.

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    3. Cosa vuoi mai ciccio,io dico sempre che una cosa molto importante è gli obiettivi e i progetti che si hanno entrambi,se sono gli stessi può funzionare anche se molto dura la pagnotta con culture diverse,ma se già gli obiettivi di partenza della convivenza sono diversi allora meglio non provarci nemmeno,poi tanta fortuna a trovarsi persone giuste,se ogniuno pensa per se stesso finita la storia in coppia,così la faccenda.
      Tornando al tema,è giusto quando dici che ogni persona continua a fare quello che faceva nel proprio paese,è così.paolino.

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    4. Se arrivi a 25/30 anni enza mai aver lavorato un solo giorno e' difficile poi capire che il lavoro non e' soltanto uno strumento per reperire mezzi per vivere ma anche una forma che ha l'uomo per la sua realizzazione personale.

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  7. hola! come dicevamo l'atro giorno un coglione rimane tale in ogni ambito, cambiare è difficile. Per quanto riguarda inviti penso che stare in un luogo marittimo faciliti enormemente l'adattamento a largo plazo, se invece tu ti vuoi togliere degli sfizi per circa 90gg va bene anche il triste nord , comunque dipende sempre da cosa vuoi dalla relazione. chao Enrico

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    1. Il triste nord d'inverno......nel budget, oltre a tutto il resto mettici anche un guardaroba adeguato nuovo...

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  8. e il mago che fine ha fatto ?P68

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  9. M&S CASA PARTICULAR CUBA ha iniziato la sua collaborazione anche con Hostal Bella Vita a Las Tunas.
    A fine febbraio il primo cliente.

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  10. Per far funzionare una relazione con una cubanita in Italia servono: un buon adattamento suo alla nostra vita e tanta fortuna di aver trovato veramente la persona giusta.

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  11. ....e possibilmente avere qualche neurone in funzione....

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